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Messaggioda Monique » 30/11/2011, 12:57

[Stanza di Monique - Giovedì - ore 13.10]


Un rumore di passi veloci e pesanti, movimenti nervosi che falcavano l'aria come a volerla tagliare come un coltello: probabilmente Monique Vireau non era mai stata così arrabbiata in tutta la sua vita; uscita dall'ufficio della Preside si era subito diretta verso la propria camera, spalancandone la porta con ben poca grazia. Obiettivo? Spaccare tutto, letteralmente.

Fire - chiamò Moni, la voce così tremante di rabbia che persino il suo cucciolo ne ebbe paura - vai a farti un giro per il castello, ti richiamo qui più tardi.

Aveva bisogno di essere completamente sola, e la presenza del proprio animale da compagnia probabilmente l'avrebbe spinta a non fare nulla per timore di spaventarlo: lo lasciò dunque uscire a testa bassa - consapevole di sicuro che la padroncina non stava per combinare niente di buono - e richiuse la porta, senza premurarsi nemmeno di bloccarla o insonorizzare la stanza; a quell'ora erano tutti a mangiare infatti, quindi era completamente sola.

Sola.

Quella parola rimbombò come un eco nel suo cervello, facendole tornare le lacrime agli occhi: Rose l'aveva lasciata sola, Flame l'aveva lasciata sola, Sandyon... anche lui l'aveva lasciata sola. E Madeline...

.......... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!!!

Fu il primo rumore che produsse, quell'urlo: un urlo potente, altissimo e disperato, che segnò l'inizio del declino; non le serviva la bacchetta, bastavano le mani per sfogarsi. Iniziò a strappare le coperte dal letto, rompere le fodere dei cuscini e pestare le lenzuola, prima di spalancare le ante degli armadi e cominciare a buttare a terra i suoi vestiti, lacerandone uno per uno: abiti da sera, la divisa da strega, i pigiami, niente rimaneva intatto sotto la furia di Monique che nel frattempo piangeva senza alcun ritegno.

IO MI FIDAVO DI TE E TU MI HAI COSTRETTO A VENIRE IN QUESTA MALEDETTA SCUOLA!! - urlava mentre si dirigeva verso la scrivania e spalancava i cassetti con tale veemenza da farli cadere a terra, sparpagliando il loro contenuto sul pavimento con un rumore sordo - COME HAI POTUTO LASCIARMI SOLA CON QUELLA P*****A, SAPEVI CHE AVEVO BISOGNO DI TE!! HAI MESSO IL MIO DESTINO NELLE MANI DI QUELLA DONNA SENZA NEMMENO CHIEDERMI COSA VOLESSI, PERCHE' LEI SA COSA TI E' SUCCESSO ED IO NO?!?

Questa volta furono le fotografie e i suppellettili ad essere presi di mira: tutte le foto di Rose o di Flame, e tutti gli oggetti portati lì come ricordo dei suoi viaggi vennero rotti a terra, frantumati, strappati in mille pezzi. Fortuna che almeno esisteva l'incanto Reparo, ma in quel momento Monique avrebbe volentieri bruciato tutto quanto, compreso il proprio cuore.

AVEVO IL DIRITTO DI SAPERLO, ERI MIA MADRE!! PER TUTTA LA VITA NON HAI FATTO ALTRO CHE DIRMI CHE POSSIEDO UN DONO, MA GUARDA DOVE QUESTO DANNATO DONO MI HA PORTATO!!! SONO PRIGIONIERA ANCHE IN QUESTA MALEDETTISSIMA SCUOLA!!!

Urlava e piangeva, singhiozzava e gridava, insomma, una crisi in piena regola: era anche probabile che alla fine di tutto si sarebbe ritrovata senza voce, ma in quel momento onestamente poco le importava, era furiosa oltre ogni limite possibile ed immaginabile, soprattutto se si considerava che Moni solitamente possedeva un autocontrollo invidiabile.

TI ODIO, MI HAI SENTITO?!?
TI ODIO, TI ODIO, TI ODIO, TI ODIOOOOOOOOOO!!!!!


Non si sapeva se si stesse riferendo a Madeline, a Rose, a quella scuola o a chissà chi altro - magari anche a Sandyon - ma non aveva alcuna importanza perchè non c'era nessuno a cui dare spiegazioni: quasi caricando il proprio corpo, con la mano stretta a pugno la donna si avventò sullo specchio della propria camera, frantumandolo in mille pezzi che si sparsero per tutta la stanza; scheggie di vetro le entrarono nella mano ma lei non ci fece nemmeno caso, sanguinando ma decisa ancora a continuare e continuare fino a quando non fosse svenuta, morta o chissà che altro.
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Messaggioda Tisifone » 30/11/2011, 13:49

L’ora di pranzo, il momento della giornata che Tisifone adorava più di tutti perché le dava la possibilità di stare da sola in santa pace con se stessa. E non le interessava che per poter godere di quel silenzio doveva rinunciare alle leccornie che gli elfi domestici erano soliti preparare. Per fortuna gli alloggi degli Insegnanti erano dotati di una cucina attrezzata e ben rifornita e lei, nonostante fosse una strega purosangue, adorava cucinare.

E dopo questo lauto pranzo silenzioso una bella lettura prima della prossima lezione.

Mormorò la donna, lasciandosi le spalle la cucina ben ripulita e avviandosi verso la propria stanza con passo lento e tranquillo, di chi non ha un pensiero al mondo e vuole ad ogni costo preservare quello stato di nirvana.

Ma cosa…?

Esclamò perplessa quando il lupacchiotto della VicePreside le corse praticamente incontro, costringendola ad appiattirsi contro il muro per non essere travolta. Non conosceva bene quel tipo di animale e, in generale, lei non aveva una particolare empatia nei confronti di nessun animale che non fossero rettili e affini, ma nonostante ciò quel comportamento non le sembrava per nulla normale.

Che sia accaduto qualcosa?

Si chiese quindi, guardando nella direzione in cui Fire era sparita, convinta che il cucciolo stesse andando in soccorso della sua padroncina. Per un attimo Tisifone rimase ferma sul posto, come a valutare quale fosse la cosa più giusta da fare, combattuta tra il desiderio di rimanere ancora un po’ in quella bolla di serenità e il dovere morale di capire l’entità del problema e cercare di porvi rimedio. Stava per compiere un passo in direzione dell’uscita quando un rumore secco, di oggetti infranti contro il muro, e urla disumane, la fecero girare di scatto.
Veloce, Tisifone si avviò lungo il corridoio facendosi guidare dai rumori fino a giungere di fronte alla porta della camera da letto di Monique, dove sembrava essere in corso una battaglia all’ultimo suppellettile.

Non stava andando in cerca di aiuto, ma stava scappando da qualcosa…

Pensò la donna, facendo scivolare la bacchetta in una mano e aprendo lentamente la porta, quel tanto che bastava da poter osservare, indisturbata, quello che stava accadendo nella stanza.
Il suo intento iniziale era, una volta sinceratasi che nessuno stesse attentando alla vita della VicePreside, richiudere la porta e avviarsi verso la propria stanza, ma lo spettacolo che le si parò davanti agli occhi era così incredibile che mandò in aria i suoi piani.

Monique, probabilmente in preda a una crisi di nervi, urlava contro qualcuno di invisibile forti parole di odio, circondata da quello che rimaneva della sua stanza.
Per quanto la sua razionalità le urlasse di richiudersi la porta alle spalle e lasciare la ragazza alla sua disperazione, Tisifone non riusciva ad andarsene, non comprendendo perché quella scena le provocasse dolore, vero e puro, e non semplice compassione.

Quando alla fine la donna tirò un pugno a un vetro, sanguinando vistosamente da una mano, Tisifone entrò nella stanza, richiudendosi la porta alle spalle, e con un colpo di bacchetta fece evanescere lo specchio contro cui Monique sembrava essere intenzionata ad accanirsi e al suo posto fece apparire un sacco da boxe babbano. Successivamente puntò la bacchetta contro le mani della VicePreside e, sempre utilizzando un incantesimo non verbale, le fasciò la mano sanguinante e fece apparire accanto a lei dei guanti da boxe.

Se proprio hai intenzione di sfogarti, almeno fa in modo da non dover dare spiegazioni a chi ti sta intorno.

Disse, tornando volutamente al tu che si erano concesse durante l’incontro nella Foresta Proibita. E qualora Monique si fosse voltata, avrebbe visto Tisifone, in una sobria veste da strega viola, in piedi, con la schiena appoggiata alla porta chiusa, le braccia incrociate sotto il seno e la bacchetta che spuntava da sotto il gomito sinistro.
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Messaggioda Monique » 30/11/2011, 22:18

Si stava sentendo meglio? In realtà non lo sapeva dire con esattezza: di sicuro alla fine si sarebbe sentita esausta, sfinita, sfiancata, e forse era proprio questo ciò che Monique voleva raggiungere; l'incapacità di reagire oltre e lasciarsi andare all'oblio.
Ma sembrava che qualcuno avesse ben altri progetti per lei: in stanza infatti, non era più sola... una docente che Monique conosceva abbastanza bene, Tisifone, aveva appena fatto evanescere lo specchio, sostituendolo con un sacco da boxe, e le aveva fasciato la mano insanguinata per poi far comparire dei guantoni accanto a lei.

Se proprio hai intenzione di sfogarti, almeno fa in modo da non dover dare spiegazioni a chi ti sta intorno.

Moni, con gli occhi rossi e gonfi, si volse lentamente verso la donna, affondando le sue iridi ghiacciate come non mai in quelle di lei, le labbra ridotte ad una linea sottile: normalmente avrebbe apprezzato la presenza della donna lì, l'avrebbe potuta considerare una buona occasione per approfondire la loro conoscenza... ma no, decisamente non in quel momento.

... non ho chiesto il tuo parere.
E gradirei essere lasciata sola.


Sibilò Monique voltandosi nuovamente verso lo specchio/sacco da boxe che aveva di fronte, scuotendo appena il capo: in quel momento l'unica cosa che voleva era essere lasciata in pace, non avrebbe sopportato un'altra persona che decideva per lei cosa fosse meglio e cosa no. Bastava Madeline.

Quando esci, chiudi la porta.

Aggiunse, considerando per lei conclusa la conversazione: voleva solo che la professoressa Samyliak se ne andasse, che si chiudesse la porta alle spalle e la lasciasse libera di fare tutto ciò che voleva; che poi, nel suo caso, era riprendere ad urlare e a rompere tutto in santa pace.
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Messaggioda Tisifone » 30/11/2011, 22:54

Lo sguardo che Monique le rivolse era freddo, di ghiaccio, l’espressione del viso ostile, probabilmente se fosse stato un tantino più lucida o se non avesse deciso di affrontare i suoi problemi alla maniera babbana, la VicePreside l’avrebbe schiantata.

... non ho chiesto il tuo parere.
E gradirei essere lasciata sola.


Al sibilo della donna, Tisifone rispose con un’alzata di spalle. Ovvio che non aveva chiesto il suo parere e si, anche lei avrebbe preferito essere da sola in quel momento, possibilmente nella sua stanza a leggere un libro, ma il caso o meglio Fire l’aveva trascinata in quella stanza e di sicuro l’unica cosa da non fare in quel momento era lasciare Monique da sola.
La osservò mentre le voltava le spalle, come considerando conclusa quella breve conversazione, e notò anche la reazione di fronte al sacco di boxe.

Probabilmente l’avrà considerato un’ingerenza nel suo spazio vitale da parte mia.

Pensò la donna, agitando di nuovo la bacchetta e riportando tutto a come era prima: lo specchio in frantumi appeso al muro e la mano sanguinante senza alcuna fasciatura.

Errore di valutazione, mi spiace.

Disse quindi, riponendo la bacchetta e spostandosi dalla porta.

Quando esci, chiudi la porta.

E’ già chiusa. Al massimo la posso sigillare.

Affermò serafica, facendo apparire una sedia e un libro e sistemandosi comoda in un angolo della stanza.

Così puoi distruggere indisturbata tutto quello che appartiene a questa stanza.

Aggiunse poi, aprendo il libro e iniziando a leggere. Capiva quella furia, anche se non ne conosceva le ragioni, sapeva quanto poteva essere distruttiva, viste le volte che aveva distrutto la sua camera da letto al Manor spinta dall’odio, dalla rabbia, dalla frustrazione. E ricordava anche quanto la presenza silenziosa di Demetri in un angolo della stanza le fosse stata d’aiuto a non perdere del tutto il contatto con la realtà e a tornare ogni volta indietro.

Tentare non nuoce.

Si disse, voltando lentamente pagina.
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Messaggioda Monique » 30/11/2011, 23:18

Quando Tisifone fece ricomparire lo specchio al posto del sacco da boxe e le tolse la fasciatura dalla mano insanguinata, Monique pensò che avesse capito l'antifona; sfortunatamente, non poteva essere più lontana di così dalla realtà dei fatti, e lo capì poco dopo quando la donna fece apparire una sedia ed un libro accomodandocisi sopra ed aprendolo con tranquillità.

Così puoi distruggere indisturbata tutto quello che appartiene a questa stanza.

La mano di Monique si strinse a pugno, gli occhi si chiusero per diversi istanti, le palpebre che fremevano pericolosamente: quella donna non aveva la minima idea di quanto stesse costando alla francesina non metterle le mani addosso, sul serio.

Forse non mi sono spiegata.

Mormorò, voltandosi verso la collega per poi avvicinarsi alla porta della propria stanza ed aprirla, facendole capire senza il minimo accenno di velatura cosa desiderasse da lei.

Io non ti conosco, non so nulla di te e non m'interessa scoprirlo al momento: queste uscite da gran donna tienile per qualcuno che ha voglia di starti appresso, a me l'ultima cosa che serve è un'altra figura che pensi di potersi prendere ogni libertà con me come se io e ciò che voglio non contasse nulla.

E per Moni in quel momento, era esattamente ciò che Tisifone stava facendo: imporle la sua presenza seppur lei avesse ben messo in chiaro di voler rimanere sola; a guardare la cose da questa prospettiva, non c'era per la donna molta differenza tra colei che le stava di fronte e la Bergman, che le imponeva di rimanere all'oscuro di tutto seppur sapesse cosa ciò significasse per lei.

Voglio solo essere lasciata in pace, da sola.
Quindi ti chiederei cortesemente di muovere il culo e portarlo fuori dalla mia stanza, quando vorrò sfogarmi in pubblico giuro che sarai la prima a saperlo.
Grazie


E avrebbe atteso finchè l'altra non fosse uscita, finalmente, dalla sua stanza, sbattendole la porta in faccia e sigillandola per bene: incredibile che prima, quando lei era ben disponibile a conoscere altre persone, volessero farsi tutti i cazzi propri... ed ora che invece era lei a voler stare da sola, il mondo doveva venire a rompere i c******i.
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Messaggioda Tisifone » 01/12/2011, 0:49

Anche se all’apparenza era impegnata nella lettura del libro, ogni singolo gesto o smorfia che faceva Monique venivano costantemente monitorati da Tisifone, che non potè non ammirare l’enorme autocontrollo la donna possedeva.

Forse non mi sono spiegata.

A quelle parole, Tisifone rispose semplicemente alzando gli occhi dal libro e posandoli sulla figura della VicePreside, in piedi accanto alla porta aperta della stanza.

Io non ti conosco, non so nulla di te e non m'interessa scoprirlo al momento: queste uscite da gran donna tienile per qualcuno che ha voglia di starti appresso, a me l'ultima cosa che serve è un'altra figura che pensi di potersi prendere ogni libertà con me come se io e ciò che voglio non contasse nulla.

Voglio solo essere lasciata in pace, da sola.
Quindi ti chiederei cortesemente di muovere il culo e portarlo fuori dalla mia stanza, quando vorrò sfogarmi in pubblico giuro che sarai la prima a saperlo.
Grazie


La lasciò sfogare in silenzio, senza interrompere quel lungo monologo, un’espressione di freddo distacco sul volto, gli occhi blu spenti, a non lasciar trasparire alcuna emozione, visto che di emozioni la stanza era già abbastanza piena per poterne contenere altre. Nel momento in cui fu chiaro che Monique non aveva più nulla da dire, Tisifone si alzò lentamente, fece sparire la sedia e il libro e si avvicinò di qualche passo alla porta, fermandosi a metà strada tra la donna e l’uscita.


Non ho bisogno di qualcuno che mi stia appresso perché ho imparato molto tempo fa a non permettere ad anima viva di mandare così in frantumi il mio equilibrio. Non sono io che mi sono presa una libertà con te… sei tu che me l’hai data, facendo scappare via Fire come se stesse cercando aiuto, non sigillando né insonorizzando la stanza, dedicandoti a rumorosi atti di vandalismo babbano. Non sono io che mi sono arrogata il diritto di venire in tuo aiuto, sei tu che cerchi qualcuno con cui sfogarti… qualcuno che possa tenerti testa e non subire passivamente la tua furia… qualcuno che non ti conosca e che quindi non possa giudicarti.

Disse con un tono di voce calmo e pacifico, come se stesse parlando del tempo, lanciando un’occhiata eloquente al disastro in cui aveva ridotto la stanza.

Me ne vado ma almeno abbia la decenza di essere sincera con te stessa e ammettere che in questo momento vorresti qualsiasi cosa meno che essere lasciata da sola. Se cambi idea sai dove trovarmi.

Concluse, coprendo la breve distanza che la separa dall’uscita e trovandosi in men che non si dica nel corridoio. Attese un paio di secondi, giusto il tempo di avvertire la magia pizzicare l’aria intorno alla porta della VicePreside, per poi avviarsi di verso la sua stanza, come se nulla fosse accaduto.
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Messaggioda Monique » 01/12/2011, 13:58

Una cosa di Tisifone, Monique l'aveva capita: le piaceva fare la maestrina, la superiore che ha sempre tutte le motivazioni del mondo per fare ciò che riteneva giusto, e se gli altri non concordavano con lei risultavano dei poveri beoti incapaci di cogliere la sua saggezza; quell'atteggiamento poteva andare bene con i suoi studenti, forse, ma di sicuro non con Monique.

Non ho bisogno di qualcuno che mi stia appresso perché ho imparato molto tempo fa a non permettere ad anima viva di mandare così in frantumi il mio equilibrio.

Un applauso alla donna tutta d'un pezzo.

Non sono io che mi sono presa una libertà con te… sei tu che me l’hai data, facendo scappare via Fire come se stesse cercando aiuto, non sigillando né insonorizzando la stanza, dedicandoti a rumorosi atti di vandalismo babbano.

Credo tu abbia un serio problema di distorsione della realtà, visto che l'unica cosa detta al mio lupo è stata "esci a fare un giro" e se il mio cucciolo è corso via invece che trotterellare da bravo soldatino questo non ti ha comunque dato il diritto di dover intervenire nella mia stanza, ai cui atti di vandalismo posso dedicarmi come pare e piace perchè sono le mie cose.

Non sono io che mi sono arrogata il diritto di venire in tuo aiuto, sei tu che cerchi qualcuno con cui sfogarti… qualcuno che possa tenerti testa e non subire passivamente la tua furia… qualcuno che non ti conosca e che quindi non possa giudicarti.

Un altro problema di distorsione della realtà, ma allora è proprio grave... forse non lo sai, ma se volessi sfogarmi con qualcuno saprei esattamente da chi andare. Se sono qui, da sola, è proprio perchè è qui e da sola che voglio essere.

Me ne vado ma almeno abbi la decenza di essere sincera con te stessa e ammettere che in questo momento vorresti qualsiasi cosa meno che essere lasciata da sola. Se cambi idea sai dove trovarmi.

E tu abbi la decenza di ammettere che sei tanto brava a farti i c***i degli altri e mostrare quanto sei esperta nel rimanere impassibile, mentre quando si parla di te stessa un blocco di marmo è più espressivo di te. Ma almeno io non ti costringo a sopportare la mia presenza.

Insomma, dopo aver smontato parola per parola il bel discorso - peraltro piuttosto futile per Moni - della collega, le chiuse la porta in faccia, mandandola mentalmente a cagare. Ci mancava solo la "so-tutto-io" della situazione, ma per favore: era proprio una giornata storta.
A quel punto, c'era solo una cosa che la francesina voleva fare: prese una pergamena, una piuma e dell'inchiostro e scrisse una missiva alla Preside Bergman, visto che un minimo di rispetto, lei, ce l'aveva; dopo averlo fatto, fece un gran sospiro e si guardò la mano insanguinata.
Sì, era seriamente ora di staccare un po'.

[Fine]
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Messaggioda Monique » 12/01/2012, 22:41

[Stanza di Sandyon - Sabato - ore 21.23]


Aveva aspettato pazientemente tutta la giornata.
Cioè, ad esser precisi aveva fatto fatica a trattenersi dall'andare subito da Sandyon per parlargli... ma alla fine c'era riuscita, e sentiva di meritarsi un premio per questo. Ovviamente dopo aver parlato col collega/amico/amante o chissà che altro ancora di quello che aveva appena scoperto sull'assassino di Rose.

... speriamo sia in camera, stasera.

Mormorò Monique con un leggero sospiro, posando il palmo aperto della mano sulla porta: avrebbe potuto pronunciare il nome di Mog e mettersi in contatto con lui così da scoprire se oltre quell'uscio ci fosse lui, ma per qualche motivo non voleva; avrebbe bussato e sarebbe semplicemente entrata, sperando che l'uomo fosse lì... cosa che invece non era successa qualche sera prima.

Avanti Moni, forza e coraggio.

Pensò la donna, chiudendo le dita a pugno per poi posarle con energia contro il legno finemente lavorato della porta per due volte: un attimo di attesa, e qualora Sandyon le avesse dato il permesso di entrare - in fondo, essendo le loro stanze comunicanti, poteva essere solo lei a bussare - avrebbe aperto l'uscio, poggiandosi su di esso con un'espressione seria sul viso.

Ho appena scoperto chi ha ucciso Rose.
Il nome Tyslion Asveras... ti dice niente?


No, niente preamboli: avrebbero avuto tempo per parlare di loro e di tutto ciò che gravitava intorno alle loro vite; adesso l'unica cosa per lei importante era trovare quell'essere... e farlo pentire di essere nato.
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Messaggioda Sandyon » 12/01/2012, 23:56

Quella sera sentiva dentro di se che forse sarebbe stato meglio rimanere nella propria abitazione a riordinare decentemente le idee, sopratutto dopo gli ultimi fatti e risvolti delle giornate passate.
Ogni cosa pareva andare per un verso differente da quello ipotizzato ed incontrare in così poco tempo delle figure cos' importanti come il suo vecchio amico e l'ombra della moglie defunta erano tutti pensieri sui quali apporre un bel po' più che una semplice riflessione di un quarto d'ora.
Purtroppo però, da quando aveva ricondotto Monique a casa, o meglio, a scuola, ancora doveva esser sicuro che non le venisse troppa voglia di andare in giro fuori di notte, così decise che per qualche tempo la cosa migliore era di sicuro rimanere nelle mura della scuola, per esser sempre sicuri e certi di tenerla sotto protezione.
Non era solita andare in giro di notte vestita con gli abiti da giorno e dunque molto spesso andava a cambiarsi in camera mettendosi qualcosa di più comodo prima di uscire, così se per caso avesse dovuto seguirla, aveva la certezza matematica che sarebbe andata via, bastava ascoltare i rumori della stanza accanto, quella comunicante con lei, per quanto sapesse bene che visti i loro progressi di rapporto degli ultimi giorni, forse la cosa maggiormente plausibile sarebbe stata tranquillamente che lei lo fosse andato a cercare per chiedergli forse anche di unirsi alla passeggiata. Allora non avrebbe avuto nulla da temere, solo qualche brutto scherzo da parte del paparino, ma la situazione intorno ad Hogwarts era sempre più sotto controllo che in giro per il mondo, nessun dubbio in merito.

Troppe cose messe insieme, e ben pochi indizi... e poi, cosa ci facevi tu lì, ancora viva? No, non posso credere fossi tu, ma allora loro sanno per caso che...

TOC TOC

Bussarono alla porta, trasalì un secondo. Poteva davvero essere la Vice Preside? Se così fosse stato, non si era nemmeno accorto, tanto immerso nei suoi pensieri, che lei fosse rientrata in camera sua. Non poteva permettersi simili distrazioni ma meglio non pensarci al momento, doveva rispondere, altrimenti avrebbe creduto che non era presente e poteva anche venirle in mente di andarlo a cercare a casa.

Come se non ci fossero abbastanza problemi, mmhhh...

Avanti.

Proferì non esitando, e solo allora la porta di ingresso della sua partizione di stanza si aprì con uno scatto molto nervoso e fuori luogo che l'uomo indicò subito come qualcosa di strano e sospetto. Monique non era come al suo solito morbida e serena in viso, che avesse litigato con Madeline per l'ennesima volta?
Che fosse nuovamente intenzionata a fuggire chissà dove?
No, nulla di tutto questo, anzi, quello che arrivò dopo detto proprio da lei fu molto più preoccupante di qualsiasi fuga inaspettata o al contrario meditata.

Ho appena scoperto chi ha ucciso Rose.
Il nome Tyslion Asveras... ti dice niente?


Alzò la testa fissandola intensamente. Petto nudo, pantaloni di seta bianchi, mani incrociate e capelli sciolti. Inspirò profondamente, adesso maggiormente nervoso.
Si fece un po' in là verso destra con il corpo, come ad invitarla a sedersi al suo fianco, indicandole con lo sguardo di chiudere prima la porta e poi avvicinarsi, umettandosi le labbra nel contempo, pronto a spiegare, a parlare, o almeno a chiarire maggiormente le idee, per quanto nel suo volto non si denotasse nessuna nota di paura o stupore.
una volta che la francesina avesse fatto quanto possibilmente richiesto, allora avrebbe parlato con voce bassa, atona e sicura, senza il minimo accenno di voler nascondere qualcosa, non quella volta, non ce n'era bisogno.

Avrei dovuto immaginarlo che se mi fossi rifiutato avrebbero ripiegato su di lui.
E' il mercenario assassino numero due al mondo, una testa calda, un sanguinario assetato di denaro e potere e dalla bacchetta facile e... e tu vorresti infilargliela su per il culo non è così?


Qualche secondo di esitazione, per poi dopo aggiungere spostando lo sguardo altrove, verso uno specchio lontano.

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Messaggioda Monique » 13/01/2012, 15:39

Era bellissimo, e la parte più superficiale di sé l'aveva notato subito: in circostanze normali si sarebbe avvicinata e avrebbe subito cercato un contatto col suo corpo, magari posando le mani sul suo petto nudo e la bocca sulla sua, per ritrovare familiarità col suo sapore... ma quello non era un momento "normale", affatto.
Osservò l'espressione sul viso di Sandyon per captarne le reazioni, e quando lui le fece cenno di chiudere la porta così da poter rimanere nella privacy più totale, la donna agì in silenzio, andandosi poi a sedere accanto all'altro.

Avrei dovuto immaginarlo che se mi fossi rifiutato avrebbero ripiegato su di lui.
E' il mercenario assassino numero due al mondo, una testa calda, un sanguinario assetato di denaro e potere e dalla bacchetta facile e... e tu vorresti infilargliela su per il culo non è così?


Assassino numero due.
Inutile chiedere chi fosse il primo, ovviamente. Ed era anche abbastanza ovvio che se la descrizione di Sandyon combaciava con l'uomo, dovevano averlo pagato profumatamente per ottenere i suoi servigi: d'altronde, considerando da chi era stata voluta la morte di Rose, non c'era da stupirsi del fatto che probabilmente ne erano girati parecchi di galeoni.
Alla sua domanda alzò semplicemente le spalle, quasi con noncuranza: non era così stupida da pensare di poterlo battere con la mera forza magica, ma di sicuro aveva parecchi assi nella manica che lui non si poteva nemmeno immaginare.

Non ci pensare nemmeno, è un pesce grosso.

Sei dolce a preoccuparti per me.

Mormorò Monique con un mezzo sorriso osservando il viso dell'uomo ora leggermente voltato di lato, lo sguardo perso in chissà quali ragionamenti: una parte di sé voleva fargli tante domande, prima di tutto cos'era successo la sera che non aveva dormito lì a scuola, ma la parte più discreta di lei prese il sopravvento, convincendola a non chiedere nulla.

Qualcosa comunque mi dice che non dovrò nemmeno scomodarmi troppo...
... se il suo primo obiettivo è stato Rose, scommetto che il secondo sulla lista sarò io. A quel punto, sarà lui a cercare me.


Aggiunse la donna con un sospiro, alzandosi in piedi per avvicinarsi alla finestra e perdersi con lo sguardo a sua volta, come Sandyon poco prima: come spiegargli cosa sentiva dentro? E poi forse all'uomo nemmeno importava sapere questo tipo di cose.

Deve pagarla, Sandyon. Ed io sono pronta a fare tutto il possibile affinchè ciò accada.
In fondo, ho sempre la mia arma segreta, tu che dici?


Si volse verso di lui, ancora un mezzo sorrisetto sulle labbra: il riferimento alle illusioni era palese, naturalmente, dato che Moni riteneva alquanto improbabile che quel tizio sapesse cosa fossero le illusioni, o come funzionassero; Rose era una strega brillante, ma Monique sapeva bene cosa la donna pensasse riguardo al loro utilizzo... e no, non l'avrebbe mai fatto. Non avrebbe usato le illusioni per salvarsi la vita, soprattutto perchè se davvero Madeline aveva ragione, se la donna avesse saputo che qualcuno era sulle sue tracce, avrebbe preferito farsi uccidere che mettere in pericolo Monique o qualcun altro.

In ogni caso... cambiamo discorso.
Insomma, se mio padre e i suoi amichetti vogliono farmi fuori, che ci provino... io sono qui ad aspettarli.


Aggiunse con aria più decisa rispetto a prima, tornando a sorridere in modo apparentemente sereno: sembrava essersi lasciata quel brutto argomento alle spalle, o forse era tutta finzione la sua... ma al momento, la verità era qualcosa che Sandyon non poteva conoscere.

Allora... come stai?
Ti ho cercato l'altra sera, ma non eri in camera...
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Data Utente Tipo Dado Risultato  
2012-10-30 23:15:42 Sandyon d20 9  
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