Stanze Rebecca - Estelle
Inviato: 12/03/2014, 1:23
[Stanza di Rebecca - Ore 22:30 - 7 Gennaio 2108]
Gli elfi domestici erano stati davvero molto gentili a trasportare tutti suoi bauli nella sua stanza. Una volta arrivata ad Hogwarts, Rebecca si era dovuta preoccupare solo ed esclusivamente di sorridere ai suoi nuovi colleghi di lavoro, di gustare piatti squisiti e di rispondere alle domande dei più curiosi.
Quella sera aveva interagito principalmente con la Terran Verdigris e con suo marito, il professore di Astronomia, cercando di ambientarsi in quel luogo fatto di proprie regole ed usanze per lei del tutto sconosciute. Rifiutando di frequentare quella scuola, il Bosco si era preclusa un mondo che solo in quel momento le si stava presentando in tutta la sua magnificenza. Aveva apprezzato la cordialità e la gentilezza della Preside Bergman, la struttura del castello e quello stupendo spettacolo che era il soffitto costellato di stelle. Naturalmente, sapeva che quello era tutto frutto della magia, ma poter vedere il cielo blu notte sopra di lei rendeva la sua nostalgia degli spazi aperti meno pressante.
Cenare tutti insieme in Sala Grande le aveva permesso anche di scorgere la fidanzata del suo amico Noah, giudicandola almeno esteriormente una donna davvero molto affascinante. Provava felicità per il vecchio Pellegrino e sperava che la divinante apparisse tanto bella fuori quanto dentro. In fondo faceva parte del suo piano poter approfondire la sua conoscenza con Tisifone Samyliak e la giovane Terran sapeva che non si sarebbe lasciata sfuggire quell'occasione per nulla al mondo.
Una volta conclusasi la cena, l'Auditore si era diretta verso la Torre Sud, facendosi guidare di tanto in tanto dai quadri appesi alle mura per essere sicura di giungere a destinazione. Quando infine aprì la porta di camera sua, la prima cosa che fece fu spalancare la finestra della propria stanza, facendo entrare il gelido Vento invernale. Non le importava di sentire un po' di freddo, quanto di poter provare sulla propria pelle le carezze che il Vento le donava, sentendo dentro di sè il proprio spirito rispondere a quel richiamo.
Dopo aver indugiato per qualche minuto, l'italo-svedese si decise finalmente a mettere in ordine i propri affetti personali, ancora chiusi nei bauli. Una vita passata a viaggiare -anche se per brevi periodi- le aveva permesso di accumulare così tanti oggetti e ricordi che la giovane donna difficilmente riusciva a separarsene del tutto. Una parte di essi era rimasta nella sua dimora all'interno del covo, ma l'altra metà aveva viaggiato insieme a lei fino ad Hogwarts, protetta da alcuni incantesimi per impedire che si rovinassero.
Dopo aver sistemato con estrema cura i suoi vestiti nell'armadio, approfittandone anche per cambiarsi -una camicia di lana e cotone, morbida e con fantasie a righe, calze nere e pantaloncini- Rebecca aprì con un colpo di bacchetta gli altri bauli, sollevando in aria più di un oggetto per svuotarli in fretta e decidere dove mettere il tutto {Concentrazione:18}.
In poco meno di quaranta minuti, la donna aveva finito di mettere in ordine la maggior parte delle cose, sistemando fotografie, sopramobili, oggetti personali e quanto altro aveva di più caro. Le sarebbe piaciuto poter trasfigurare l'intera stanza in una foresta verde e lussureggiante, ma aveva deciso di fare uno sforzo con sè stessa ed evitare quel tipo di magia -fra l'altro estremamente difficile da mantenere- per imparare ad abituarsi anche a delle mura di pietra levigata come quelle che circondavano la sua stanza. Per sua fortuna, la camera era abbastanza ampia da impedirle di soffrire della sua peggior fobia -la paura degli spazi chiusi- e di questo dovette ringraziare mentalmente la Preside per la sua gentilezza nell'offrirle uno spazio adeguato alle sue esigenze.
Aveva quasi finito di disfare completamente i bagagli, lasciando per ultimi alcuni libri del quale non aveva proprio saputo fare a meno. I testi in questione volteggiavano da una parte all'altra della stanza, in preda alla difficile decisione se essere sistemati sullo scaffale in fondo alla stanza o su quello posto vicino al letto. Purtroppo il contrasto esercitato nell'italo-svedese dalla Terra e dal Vento la rendeva una donna calma ed equilibrata ma allo stesso tempo estremamente volubile e capricciosa, rispecchiando due facce della stessa medaglia come potevano essere i due elementi che albergavano in lei.
Nel momento stesso in cui l'Auditore sembrava decisa a sistemarli in un punto, ecco che l'incertezza prendeva di nuovo il sopravvento in lei, facendola soffiare verso nuove soluzioni. A mettere fine a quel continuo viavai di carta e fogli, fu infine la sua improvvisa ed imprevista disattenzione.
Muovendo qualche passo indietro per avere una visuale migliore della stanza, la docente inciampò all'indietro in uno dei bauli lasciati in mezzo al pavimento, crollando insieme al resto dei suoi libri. Un enorme tonfo risuonò per tutta la stanza, seguito da un Ahi! espresso a voce abbastanza forte da essere udito anche nella camera accanto.
Rebecca aveva sbattuto la schiena talmente forte contro l'asse di legno del letto, che per un attimo pensò di essersi rotta qualcosa. Tuttavia, a prescindere dal forte dolore, sembrò che nulla fosse fuori posto eccetto...
I miei libri, accidenti!
Non potè esimersi dall'esclamare, rischiando di attirare l'attenzione di Logan, probabilmente all'interno nell'altra stanza. La giacca, cadendo, si era aperta parzialmente, mentre gli oggetti in questione erano caduti un po' dovunque e malamente, con l'Auditore che li fissava corrucciata: sapeva che avrebbe dovuto rimettersi in piedi e raccoglierli, ma in quel momento la donna preferì prendersi un attimo di respiro e cercare di riordinare le idee prima di alzarsi nuovamente.
Pur avendo già superato la fase critica dell'allontanamento da casa, le era sempre un po' difficile all'inizio abituarsi ad un luogo nuovo, e nonostante avesse passato la serata a sorridere e a parlare con calma e naturalezza, dentro di sè provava una forte paura inconscia per quello che in lei rappresentava ancora l'ignoto. Rimase quindi con lo sguardo perso sui propri libri, con l'aria fresca che entrava dalla finestra facendola rabbrividire, mentre il dolore che si era procurata all'altezza della schiena pulsava ancora in maniera fastidiosa.