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Messaggioda Monique » 15/02/2012, 23:57

[Stanza Saana - Martedì - ore 20.46]


Un orario perfetto per andare a trovare qualcuno: la maggior parte degli studenti e dei professori era ancora a cena, ma Monique sapeva che lei era nella sua stanza, o perlomeno lo poteva ipotizzare visto che non l'aveva vista in Sala Grande; non era solita importurnare i colleghi in realtà, e sapeva bene che una come Saana Leyla non si poteva definire esattamente un tipo loquace, ma una sua richiesta pervenutale qualche giorno prima l'aveva spinta a muoversi per andare dalla professoressa Ayed.

Quell'italiana si sta facendo riconoscere un po' troppo per i miei gusti.

Si disse la donna con un leggero sospiro mentre il rumore dei suoi tacchi riecchieggiava per il corridoio sul quale si affacciavano le porte delle stanze dei docenti: Arianna Ricciardi, Prefetta di Dragargenteo, aveva bisogno di un permesso da parte sua per prendere in prestito un libro nel settore proibito, e la professoressa Ayed aveva intercesso per lei chiedendole il suddetto permesso tramite un gufo da lei stessa firmato; ciò che straniva Moni, era il fatto che una come Saana si fosse presa la briga di fare un favore alla ragazza, soprattutto visto che la bibliotecaria le aveva raccontato - con aria quasi scioccata - di come la docente avesse quasi sbranato la Prefetta proprio per averla beccata nel settore proibito intenta a cercare chissà cosa.

Cosa mi sono persa?

Mormorò dunque la donna con aria pensierosa, arrivando finalmente di fronte alla porta che stava cercando: bussò un paio di volte, con energico distacco, e solo dopo aver eventualmente sentito la risposta da parte della collega si azzardò ad entrare, pronta ad affrontare quella che da molti era considerata un'autentica vipera.

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Professoressa Ayed... scusi per il disturbo, ma ho bisogno di parlarle.

La salutò Moni, chiedendosi come quell'incontro sarebbe andato: con Tisifone avevano cominciato malissimo ed ora invece poteva considerare piuttosto positivo il loro rapporto... anche con Saana sarebbe andato così?

Beh, se è una vipera come dicono...
... andremo a meraviglia insieme.
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Messaggioda Saana Leyla » 16/02/2012, 12:39

[Stanza Saana - Martedì - ore 20.46]


Letto, morbido letto. Lenzuola, fresche lenzuola.
Saana respirava lentamente, concentrata sulle sue preghiere serali, come faceva sempre. Quella sera non aveva mangiato, forse perché aveva lo stomaco chiuso, o forse per la tensione che si era venuta a creare dopo che Aleph le aveva mandato quel biglietto.

Lince chiama Serpe, mio piccolo ibis.
Ci sono delle novità che potrebbero interessarti.
Vediamoci stasera alla Testa di Porco.
Il tuo fratellino.

Odiava quando la chiamava così. Piccolo ibis. Era un nome che le aveva dato ai tempi della loro...storia, se così si poteva definire...

Nove anni prima...

Si trovavano nel letto, nel grande letto della camera di Aleph. Era incredibile quanto quel ragazzo avesse fatto per lei. Mille volte davanti ad Amr si era proteso per difenderla, prendendosi i suoi incantesimi e riducendosi ad uno straccio. Quella sera erano nudi, tra quelle lenzuola dorate e bianche, il loro respiro un po' più corto dopo aver fatto l'amore. Lui aveva gli occhi chiusi, sembrava stesse dormendo. Saana lo guardava con rispetto, con amore, con devozione. Lui era quello che aveva sempre desiderato. Mai aveva provato sensazioni del genere per qualcuno. Ad un tratto, mentre lo sguardo di Saana ricadeva sui suoi pettorali scolpiti, lui aveva aperto gli occhi e l'aveva osservata a lungo, prima di pronunciare queste esatte parole...

Ti amo mio piccolo ibis....e così sarà per sempre...

...a quelle parole entrambi scoppiarono a ridere, prima di riprendere a baciarsi con dolcezza e passione...

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Fecero l'amore per tutta la notte, addormentandosi poi stretti l'una nelle braccia dell'altro, come due teneri amanti...


...ma quel flusso di pensieri venne interrotto. Aprì gli occhi, un po' lucidi per i ricordi, scocciata, posando il suo medaglione nel cassetto e mettendosi in piedi. Aveva solo un maglione, verde bottiglia, con sotto un cardigan color panna della stessa lunghezza.

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Si infilò velocemente un paio di pantaloni stretti, prima di pronunciare un "Avanti" quasi urlato. Chissà chi diavolo era che le veniva a rompere le palle a quell'ora, maledizione. E chi poteva essere se non l'amata Vice Preside Monique Vireau? Perché diavolo la veniva a disturbare direttamente in camera? Non poteva aspettare domattina, come di solito facevano le persone garbate e cortesi?

Professoressa Ayed... scusi per il disturbo, ma ho bisogno di parlarle.

Nessun disturbo, Vice Preside, prego, si accomodi pure su quella poltrona.

Disse, un tono di voce tra l'irato e l'incazzato, non sapeva quale aspetto dare alle sue stesse parole. Sgombrò con un colpo di bacchetta due poltrone vicine al muro, spostando i vestiti che vi erano sopra sul letto, ripiegati accuratamente. Si sedette su una di esse, facendo segno alla Vice Preside di fare altrettanto. Doveva sbrigarsela il più velocemente possibile, sapeva che Aleph non avrebbe sopportato un suo minimo ritardo. Facendo comparire una teiera egiziana con già il bollente liquido ambrato all'interno, se ne versò una tazza, per poi domandare qualcosa con occhi accesi di furia.

Allora, miss Vireau, a cosa devo l'onore?
Per quale motivo la Vice Preside avrebbe mollato nel pieno della loro abbuffata i suoi studenti...
E avrebbe deciso di disturbare un'insegnante eremita e scorbutica come me?


Bevve un sorso della bevanda, domandandosi quanto tempo le avrebbe portato via quella conversazione ed enfatizzando ogni singola parola di quella domanda con disprezzo.
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Messaggioda Monique » 16/02/2012, 13:49

Nessun disturbo, Vice Preside, prego, si accomodi pure su quella poltrona.

A Monique venne quasi da ridere nel sentire il tono assolutamente incazzato ed indisponente di Saana Leyla: ovviamente si trattenne, limitandosi a farle un piccolo sorriso ed un cenno di ringraziamento col capo mentre si accomodava sulla suddetta poltrona accavallando le gambe con naturalezza e serenità; non aveva proprio voglia di farsi mettere di malumore dalla donna... per una sera almeno desiderava solo stare tranquilla ed in pace col mondo. Era chiedere troppo?

Allora, miss Vireau, a cosa devo l'onore?
Per quale motivo la Vice Preside avrebbe mollato nel pieno della loro abbuffata i suoi studenti...
E avrebbe deciso di disturbare un'insegnante eremita e scorbutica come me?


Se sono capitata in un brutto momento, professoressa, le sarebbe bastato farmelo presente...
... me ne sarei andata subito ritornando in un momento a lei più consono.


Replicò Monique in tono pacato, continuando a sorriderle leggermente - un sorriso non di scherno quanto di sereno distacco: non voleva certo punzecchiare la donna, semplicemente farle notare che non se la sarebbe presa e non le avrebbe fatto una colpa qualora lei le avesse chiesto di andarsene per tornare il mattino dopo; non pretendeva maggior rispetto solo perchè era la VicePreside, poteva essere cordialmente mandata a quel paese come tutti gli altri docenti in qualsiasi momento.

In ogni caso, volevo solo saperne di più sul motivo per cui ha deciso di intercedere presso di me a favore della studentessa Ricciardi riguardo ad un permesso speciale per il reparto proibito della biblioteca...

Proseguì la donna, allungando all'altra il messaggio da lei stessa ricevuto poco tempo prima con la suddetta richiesta: non sapeva che tra le due corresse un buon sangue, ed era molto curiosa di scoprire altro.

So che la Dragargenteo non ha un rapporto troppo positivo coi professori di questa scuola, e so anche che lei stessa le ha tolto 15 punti per aver infranto il regolamento... spero perciò che comprenderà la mia, lo ammetto, curiosità nel capire cosa l'abbia spinta a chiedermi un favore del genere.
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Messaggioda Saana Leyla » 16/02/2012, 15:45

Saana continuò a bere il suo tè alla cannella, cercando di calmarsi e di accorciare i tempi, visto che l'incontro con Aleph sarebbe stato di lì a un'ora circa. Si assestò sulla poltrona più comodamente, incrociando le gambe su di essa come a voler dimostrare che quello era territorio suo e di nessun altro, o altra. La Vice Preside si sedette, accavallando le gambe con fare professionale, un sorrisino di convenienza stampato sul volto giovane ma autoritario.

Se sono capitata in un brutto momento, professoressa, le sarebbe bastato farmelo presente...
... me ne sarei andata subito ritornando in un momento a lei più consono.


Il giovane Prefetto Serpeverde la guardò, stavolta con più pacatezza rispetto al precedente sguardo. Effettivamente la sua voce irata aveva fatto sembrare l'intervento della Vice Preside come l'inizio di una guerriglia, e già con Samyliak aveva avuto un battibecco non indifferente qualche tempo prima. Bevve un altro sorso, rispondendo con gentilezza, la voce ferma e apatica.

No, non si preoccupi, miss Vireau, ho sempre tempo per fare una chiacchierata con il mio diretto superiore...allora, di cosa voleva parlarmi?

Rispose, cercando di misurare con attenzione le parole da usare per quella conversazione così inaspettata e non voluta. Il tempo passava veloce, e lei non poteva ritardare.

In ogni caso, volevo solo saperne di più sul motivo per cui ha deciso di intercedere presso di me a favore della studentessa Ricciardi riguardo ad un permesso speciale per il reparto proibito della biblioteca...
So che la Dragargenteo non ha un rapporto troppo positivo coi professori di questa scuola, e so anche che lei stessa le ha tolto 15 punti per aver infranto il regolamento... spero perciò che comprenderà la mia, lo ammetto, curiosità nel capire cosa l'abbia spinta a chiedermi un favore del genere.


Ah, ecco. La Ricciardi. Adesso capiva perché la Delfina numero uno si era spinta a quell'ora nella sua stanza privata. Si alzò dalla poltrona, adagiandosi sul letto basso e confortevole. A fianco aveva alcuni vecchi libri del Tempio, tutto era ridotto all'essenziale in quella camera quasi asettica.

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Bene, le spiegherò brevemente il motivo per cui ho...intercesso fra lei e la signorina Ricciardi, visto che le ho richiesto il permesso. Vede, nonostante il Prefetto abbia una lingua biforcuta peggio della mia, mi è sembrata una ragazza intelligente, arguta, molto capace. La trasgressione delle regole è stata per tutti noi fonte di piacere nel periodo studentesco, no? Quindi, dopo aver tolto i punti alla sua Casata, l'ho convocata nel mio ufficio, sperando di poterne capire le motivazioni. Le ho capite. E' curiosa, incredibilmente curiosa, e molto probabilmente quel libro è necessario al soddisfacimento della sua curiosità, quindi mi sono permessa di intromettermi e di chiederle questo piccolo favore, in qualità di colleghe e di ex studentesse.

Sospirò finendo di bere la bevanda e guardando il grande orologio. Erano già trascorsi quindici minuti dall'inizio di quella conversazione. Se non si fosse data una mossa Aleph se ne sarebbe andato.

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Messaggioda Monique » 17/02/2012, 14:33

No, non si preoccupi, miss Vireau, ho sempre tempo per fare una chiacchierata con il mio diretto superiore...allora, di cosa voleva parlarmi?

Saana Leyla sembrò tranquillizzarsi molto dopo la risposta pacata di Monique, forse capendo che non c'era bisogno di essere aggressivi o altro: la VicePreside dal canto suo non pretendeva certo di far conversazione con la professoressa Ayed, non in quel momento almeno; ci sarebbe stato tempo e modo, e Moni sperava davvero di poter conoscere meglio la docente misteriosa. In quel momento però ciò che le interessava era altro, e Saana non si fece pregare per darle una risposta.

Bene, le spiegherò brevemente il motivo per cui ho...intercesso fra lei e la signorina Ricciardi, visto che le ho richiesto il permesso. Vede, nonostante il Prefetto abbia una lingua biforcuta peggio della mia, mi è sembrata una ragazza intelligente, arguta, molto capace. La trasgressione delle regole è stata per tutti noi fonte di piacere nel periodo studentesco, no?

E come negarlo, soprattutto quando si è stati un Serpeverde.

Commentò in risposta Moni con un leggero sorriso divertito e forse anche un po' cattivello sulle labbra, scuotendo appena il capo: già, forse sembrava difficile da credere visto che ora la donna era la Responsabile di Delfinazzurro, ma nella sua carriera ad Hogwarts era stata una fiera Serpeverde. Anzi, LA Serpeverde, ad essere precisi.

Quindi, dopo aver tolto i punti alla sua Casata, l'ho convocata nel mio ufficio, sperando di poterne capire le motivazioni. Le ho capite. E' curiosa, incredibilmente curiosa, e molto probabilmente quel libro è necessario al soddisfacimento della sua curiosità, quindi mi sono permessa di intromettermi e di chiederle questo piccolo favore, in qualità di colleghe e di ex studentesse.

Una curiosità intrattenibile se l'ha spinta a violare il regolamento... in ogni caso, è stato gentile da parte sua tentare di capire le intenzioni della ragazza. Non tutti l'avrebbero fatto - mormorò Monique con aria pensierosa, senza guardare l'altra per qualche istante prima di ritrovare gli occhi della donna coi propri - In ogni caso, se ritiene che la curiosità della giovane Ricciardi possa essere soddisfatta, consideri pure come dato il permesso di prendere in prestito ciò che le serve dal settore proibito.

Concluse con un sorriso leggero, chiedendosi quanto si potesse cambiare col tempo: una volta non sarebbe stata così... accomodante. Probabilmente si sarebbe posta in modo più stronzo con lei fin dall'inizio; ma ne aveva viste così tante di cose nella vita, nel mondo, che la voglia di fare la bastarda con tutti le era passato da un pezzo. Monique notò che Saana sembrava abbastanza nervosa, come se aspettasse qualcosa con ansia, così decise di congedarsi per non costringerla a perdersi in ulteriori convenevoli.

Bene, ora che la questione è chiarita, sarà meglio che torni a spaventare gli studenti.
Le auguro una buona serata, professoressa Ayed, e mi perdoni ancora per averla disturbata a quest'ora.


Mormorò quindi alla fine la VicePreside, alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla porta per uscire da essa - a meno che Saana non l'avesse fermata - e tornare così quindi nei propri alloggi per passare un po' di tempo da sola con Fire.
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Messaggioda Saana Leyla » 17/02/2012, 16:08

Saana batteva il piede nervosamente sul pavimento di legno, attendendo che la collega le rispondesse. Aveva solo pochi minuti prima di dover sparire e incamminarsi nei pressi di Londra. L'incontro era fissato di lì a dieci minuti, e la fretta, era risaputo, era un grande ostacolo in qualsiasi cosa lei facesse. La risposta della donna non si fece attendere, preceduta da un commento che suonava come d'ironico, anche se non gli diede più di tanto peso.

Una curiosità intrattenibile se l'ha spinta a violare il regolamento... in ogni caso, è stato gentile da parte sua tentare di capire le intenzioni della ragazza. Non tutti l'avrebbero fatto...In ogni caso, se ritiene che la curiosità della giovane Ricciardi possa essere soddisfatta, consideri pure come dato il permesso di prendere in prestito ciò che le serve dal settore proibito.

Saana sorrise. Uno dei rari sorrisi veri che concedeva agli altri esseri umani. Si alzò posando la tazza decorata sul tavolo di legno scuro, rivolgendo ogni tanto uno sguardo alla docente. Non le sembrava così male dopotutto, nonostante all'inizio non sopportasse la sua alterigia. Si guardò intorno, buttando uno sguardo all'orologio, mancava poco oramai. La Vice si alzò e con un cenno sillabò poche parole, che rincuorarono Saana.

Bene, ora che la questione è chiarita, sarà meglio che torni a spaventare gli studenti.
Le auguro una buona serata, professoressa Ayed, e mi perdoni ancora per averla disturbata a quest'ora.


Finalmente se ne stava andando. non per qualcosa di personale, ma doveva correre se non voleva che Aleph sparisse. Sorrise alla Vice Preside e le fece un cenno col capo, non pronunciando nemmeno una parola. Non ne aveva il tempo materiale. Aspettò che la donna uscisse e chiudesse la porta, prima di sfilare il Medaglione da sotto il cuscino ed infilarselo al collo. Aveva veramente pochi minuti, e dopo essersi coperta con il suo mantello invernale, la donna uscì dalla camera, passo veloce e sigaretta alla mano.

Dieci minuti dopo,
Esterno Pub Testa di Porco


Non molto lontano da quelle strade una figura camminava velocemente in un vicolo secondario. Il cappuccio calato sulla testa celava completamente il suo viso, il fumo di una sigaretta che spuntava da dentro la cappa nera. I suoi passi erano pesanti, chiusi negli stivali di pelle e metallo che portava ai piedi. I jeans scuri avvolgevano le gambe muscolose e forti, una camicia nera a sottolineare la perfezione del suo corpo. Era per questo che aveva sempre lottato. Perfezione, equilibrio, potere. E adesso era vicino a ottenere tutte e tre le cose. Il tre quarti di pelle nera svolazzava in quella tiepida brezza autunnale, mentre l’ultimo tiro di sigaretta si spegneva nelle labbra di quella figura. Una boccata lunga, intensa, un odore dolciastro di cannella e incenso e infine un respiro che lasciava al vento l’ultimo regalo che quella sigaretta aveva da donare. D'improvviso vide avvicinarsi una donna, alta, il mantello a coprirle il viso, quel viso che oramai conosceva così bene. Era lei.

Finalmente, mio piccolo ibis, ce ne hai messo di tempo, pensavo ti fossi dimenticata di me. Sei in ritardo, lo sai? Vogliamo entrare per piacere, qui fa freddo.

Disse, la voce bassa e musicale atta a prenderla in giro nella maniera più sottile possibile. Le sorrise, aprendole la porta e permettendo ad entrambi di entrare con un unico movimento. Scelse un tavolo appartato, facendo sedere prima lei, per poi apprestarsi a fare lo stesso. Si tolse il tre quarti e lo posò sulla sedia prima di sedersi. Aveva la camicia aperta all'altezza dei pettorali. I lunghi capelli corvini gli scendevano in morbide curve sulle spalle, circondando di una cornice scura la pelle chiara del viso. Il corpo era ben disegnato, il fisico scolpito e levigato, pallido come la Luna durante le notti di piena. Aveva muscoli sodi e tesi, e un viso che reggeva benissimo il confronto con quelli dei più grandi attori per ragazzine. Il volto era bello, i tratti maschili ma delicati, le labbra carnose e di una tonalità tra il ciliegia e il rosa canina. Era magnifico. Il Marchio risaltava brillante al centro del petto, il nero lucido a contrastare la pelle bianca e liscia. Ma un dettaglio colpiva la maggior parte delle persone. Gli occhi. Erano grandi, dalla forma quasi orientale, splendidi e luminosi, con la particolarità di riuscire a mutare di una gradazione o due il proprio colore naturale, a seconda dell’umore.

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Si poggiò con noncuranza al tavolo, guardando Saana dritta negli occhi.

Allora, cos'hai da dirmi Aleph?

Lui la guardò con i suoi occhi cangianti, sorridendo, un accenno di scherno su quelle labbra. Ordinò al barista due rum doppi lisci e senza ghiaccio, che arrivarono su un vassoio sospeso un paio di minuti dopo. Il locale era semi deserto, non c'era quasi nessuno di sobrio, e quelli che lo erano non avevano sguardo che per la bella signorina che ogni tanto passava tra i tavoli a...mostrare il suo corpo. la guardò di sbieco, bevendo un sorso di rum e iniziando a parlare, dosando esattamente tutte le parole. Una sola a dir la verità.

Katherine.

Saana sobbalzò, il rum quasi la fece soffocare. Katherine Malkoff. L'unica donna che avesse mai considerato una sorella. Quella stessa donna che anni addietro era sparita per seguire i Sacerdoti che tanto disprezzava, in una sorta di trance magica da cui non riusciva mai ad uscire. Quella stessa donna che, dopo chissà quali torture, era diventata l'antagonista più pericolosa, colei che l'aveva tradita più di tutti, insieme a molti altri. Saana guardò terrorizzata Aleph, consapevole che uno scontro con lei sarebbe equivalso alla morte, definitiva e lenta.

E'...lei è...tornata?

Chiese, la voce e le mani che tremavano senza sosta al solo pensiero di quel nome, che freddo come una lama d'argento scivolava adesso da una parte all'altra della sua mente affollata. Aleph annuì, e stava per parlare, e rispondere, quando il suo sguardo si posò aldilà della donna, aldilà degli ubriaconi ai tavoli, su un paio d'occhi che da fuori li stavano osservando. Loro erano lì.

Merda. Merda. Non guardarti alle spalle, non lo fare assolutamente. Alzati molto lentamente, e rimettiti il cappuccio sul viso...dobbiamo andarcene.

Saana lo guardò meravigliata, senza capire cosa stava succedendo. Si guardò per un attimo indietro, confusa, e vide quello che non doveva vedere. Gli occhi. Due paia d'occhi li stavano osservando da dietro la porta d'entrata. Erano gli occhi rossi. Erano tornati per prenderla. Saana si voltò di scatto verso Aleph, gli occhi bassi, i movimenti delle gambe lenti, diretti verso l'uscita posteriore.

Ti sei fatto seguire? Tu, il re del silenzio e dei loschi affari, ti sei fatto seguire? Cazzo, Aleph, ma che ti gira nella testa?

Mugolò lei a denti stretti, gli occhi ciechi di rabbia.
Entrambi non si erano accorti che le figure erano sparite.
Quando aprirono la porta, le teste basse, un raggio di luce rossa colpì Aleph sul braccio. Li riconosceva, lei, erano due dei suo ex fratelli ai tempi di Amr. Nikolaj e Georgje, i diavoli della Russia. Prima che un altro fascio di luce color rubino colpisse entrambi, Saana scansò Aleph, sguainando la bacchetta e formulando mentalmente un incantesimo di scudo. Entrambi gli uomini erano molto potenti, ma non tanto quanto lei. Affiancata al suo vecchio amante, Saana iniziò a lanciare incantesimi di attacco, che ebbero effetto solo alla terza o quarta ondata. Georgje era caduto per terra, esanime, senza più forze in corpo, mentre Nikolaj era ancora in piedi davanti a loro.

Non riuscirete a farla franca, traditori!

Urlò, cercando ancora di colpirli. Saana era voltata verso Aleph quando una fitta alla gamba la fece rabbrividire. Un paletto di legno, lungo all'incirca trenta centimetri le trapassava da parte a parte la caviglia, che aveva già iniziato a sanguinare copiosamente. Si accasciò a terra, gli occhi semichiusi dal dolore. Non vide quello che successe dopo, il sangue uscito le fece perdere completamente i sensi per molto tempo. Si risvegliò all'ingresso della Foresta Proibita, un biglietto appiccicato sul mantello.

Perdonami. Non lo sapevo.
A.


Lo insultò mentalmente per una decina di minuti, prima di provare ad alzarsi, non senza enormi difficoltà, e di tentare di avvicinarsi al Castello. Doveva raggiungere l'infermeria il prima possibile.
Questa ad Aleph l'avrebbe fatta pagare molto cara
Che lui fosse a conoscenza dei Monaci o meno.


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[Fine]
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Messaggioda Tisifone » 30/05/2012, 13:50

[Domenica - 8.15 - alloggi docenti - Camera di Tisifone]


Quando quella mattina la sveglia magica sul comodino suonò a quella che poteva essere considerata a tutti gli effetti l'alba Tisifone reagì in maniera molto poco femminile, grugnendo qualche imprecazione in russo e infilando la testa sotto il cuscino, non prima di aver silenziato in maniera brusca l'inopportuna scocciattrice. Non era tanto il sonno agitato che l'aveva accompagnata per tutta la notte lasciandola più stanca di quando si era coricata a renderla così nervosa, e neanche il dover rinunciare al suo rito domenicale di poltrire a letto circondata in compagnia dei suoi animali, un buon libro e del succo di zucca con i biscotti allo zenzero e cannella. Era l'ansia che le aveva attanagliato lo stomaco subito dopo aver letto il gufo di Lucas della notte precedente, che avrebbe preferito farle rifiutare l'invito e che in definitiva l'aveva privata di quel sonno ristoratore di cui aveva tanto bisogno. Da quando erano tornati al Castello dopo la cena stupenda che avevano consumato a Hogsmeade, Tisifone aveva cercato con tutte le sue forze di non pensare a Lucas, a quanto fosse stato piacevole parlare con lui, a quanto le venisse naturale in sua presenza abbassare le sue difese, a come riuscisse a farla sentire donna solo sorridendole o sfiorandole una mano e non un semplice essere umano di sesso femminile. Quel ragazzo poteva anche non essere quello giusto ma di sicuro stava risvegliando una parte di lei che avrebbe dovuto restare sopita ab eternum, e invece di essergli grata era irritata e spaventata allo stesso tempo.

Potevi sempre rifiutare l'invito.

Le ricordò beffarda la sua coscienza, mentre scalciava via le coperte e si alzava dal letto in uno svolazzo di seta rossa della camicia da notte. Era stata tentata di farlo ovviamente, inventando una qualche scusa in perfetto stile Serpeverde, ma la parte Grifondoro del suo animo aveva urlato allo scandalo: i problemi come le nostre paure non si aggirano ma si affrontano a testa alta.

Si si, come no, a testa alta...direi più a testa bassa tipo ariete.

Borbottò tra sè, mentre con gesti lenti si preparava per uscire, chiedendosi per la millesima volta sè la sua vita non sarebbe stata più tranquilla senza quella fastidiosa doppia personalità ereditata dai genitori e coltivata amorevolmente dai suoi padrini.

[Domenica - ore 9.30 - alloggi docenti -Camera di Lucas]


Non comprendendo l’usanza tutta femminile di presentarsi in ritardo a un appuntamento, come se aumentare l’attesa potesse influenzare positivamente le cose, e odiando a sua volta le persone ritardatarie, alle nove e mezza puntuale Tisifone si trovava di fronte alla porta degli alloggi di Lucas. Aveva impiegato più tempo a uscire dai propri alloggi che a scegliere cosa mettersi, soprattutto perché non c’era nulla da decidere: quando stava tra le mura di Hogwarts indossava sempre una classica veste ottocentesca, lui lo sapeva bene, e quel giorno non avrebbe fatto alcuna differenza. Per fortuna di Lucas non tutti gli abiti di Tisifone erano di colori sgargianti e provvisti di ammennicoli tintinnanti sui bordi, così la donna poteva sfoggiare una lunga veste blu e bordò con una gonna ampia che cadeva morbida fino ai piedi e il corpetto semirigido che ne disegnava le curve, lasciava scoperte le spalle e metteva in risalto il suo decolté, evidenziato dal ciondolo a forma di drago che si adagiava perfettamente nell’incavo dei seni.

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Forse i capelli in caduta libera sulle sue spalle avrebbero distratto l’attenzione del ragazzo dai lineamenti del suo volto che, benché rilassati, tradivano i segni lasciati dalla notte insonne.

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Si passò distrattamente una mano su una spalla ad accarezzare Idra e sistemarsi meglio i capelli in modo da nasconderla almeno alla vista, se non all’olfatto, di Maya. Serpenti e pantere non erano soliti andare d’accordo in natura, ma non se l’era sentita di andare a quell’appuntamento del tutto da sola e poi, in ogni caso, i due animali prima o poi avrebbero dovuto imparare ad andare d’accordo e quella era un’occasione come un’altra.

Toc toc…

Si risolse alla fine a bussare alla porta, attendendo nel corridoio semideserto, vista l’ora, che il ragazzo la invitasse ad entrare.
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Messaggioda Lucas » 30/05/2012, 21:43

[Domenica - ore 9.00]


Onestamente non pensava che Tisifone avrebbe davvero accettato il suo invito: non le aveva mandato quel gufo per pura e semplice provocazione, quello no... ma che la donna accettasse di andarlo a trovare di domenica mattina in camera sua, non l'avrebbe creduto possibile.
Eppure era quello che sarebbe successo di lì ad una mezz'oretta, se la docente fosse stata puntuale: mentre l'aspettava, l'uomo si era messo a strimpellare la sua chitarra classica, dono dei genitori per il suo 14esimo compleanno; Lucas amava la musica, anche se non era bravo a cantare o a suonare altri strumenti al di fuori di quello che ora teneva tra le braccia.
Non si era vestito in modo particolare, in fondo era domenica mattina e non avevano in programma alcuna uscita galante: pantaloni neri di tessuto simil jeans, scarpe da ginnastica dall'aria molto, molto vissuta, e maglietta a maniche corte nera sopra; la barbetta leggermente più lunga dell'ultima volta ed il solito capello spettinato completavano quella visione di un uomo che dentro si sentiva spesso e volentieri ancora un ragazzo appena alla soglia dell'età adulta.


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Smuoveva una corda alla volta, senza nessun motivo apparente in mente, lasciando semplicemente che il tempo passasse ed osservando di tanto in tanto la sua piccola Maya, la signorina che si era stabilita nella sua vita da qualche tempo e che sembrava essersi già perfettamente integrata con la sua stanza.


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Sei contenta di vedere la professoressa Samyliak?

Domandò Lucas alla sua piccola amica, che in risposta fece una sorta di miagolio ingelosito: quella reazione suscitò una risata nell'uomo, che scosse la testa con fare divertito e rassegnato al tempo stesso; era una femminuccia, forse per questo sentiva la "competizione" con la donna... donna che, non faceva fatica ad ammetterlo, gli era rimasta in testa dalla conclusione della loro cena ad Hogsmeade.

Ormai ci siamo quasi... chissà se sarà in ritardo o se sarà puntuale.

Si chiese il docente di Trasfigurazione lasciando che il tempo scorresse pigro e lento fino alle 9.30 quando, puntuale come non mai, un bussare alla porta avvertì Lucas che Tisifone era arrivata di fronte alla sua stanza: posò la chitarra sul letto e, con un sorriso dei suoi, si avvicinò all'uscio per poi aprirlo e ritrovarsi davanti alla sua bellissima collega, vestita come sempre in modo formale.

Tisifone, sei incredibilmente puntuale.
Ti stavo aspettando, prego accomodati.


Le disse Lucas, spostandosi di lato per far passare la donna e chiudendole poi la porta alle spalle mentre la studiava con discrezione: quel vestito era bellissimo perchè sottolineava le curve del suo corpo, e i capelli sciolti - forse per nascondere Idra - donavano al suo viso splendido ma forse un poco stanco.

Hai dormito male ultimamente?

Le domandò con aria preoccupata, tornando ad affiancarla, mentre Maya si alzava dal cuscino vicino al letto su cui era posata per avvicinarsi a Tisifone e studiarla, annusandola con diffidenza.

Tranquilla, non ti morderà... almeno credo.

Commentò l'uomo con un sorriso divertito, facendo l'occhiolino alla donna e lasciandole modo di osservare la camera di lui con attenzione, sperando le potesse piacere anche se era piuttosto semplice nell'arredamento.


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Vuoi fare colazione?
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Messaggioda Tisifone » 30/05/2012, 22:52

Il primo pensiero che attraversò la mente di Tisifone quando Lucas aprì la porta fu che gli abiti babbani gli donavano moltissimo, facendolo sembrare più giovane di quello che era. Il secondo pensiero fu di invidia, perché per quanto adorasse i vestiti che era solito indossare la loro praticità e comodità non si avvicinavano per nulla a quello di un paio di short e una camicetta, abbigliamento informale che era solita indossare la domenica mattina nella privacy della sua stanza e che adesso giacevano inutilizzati in fondo all’armadio.

Tisifone, sei incredibilmente puntuale.
Ti stavo aspettando, prego accomodati.


Odio aspettare e quindi cerco in tutti i modi di non imporre questo fastidio agli altri. - Rispose, un po’ rigida e formale rispetto a come si erano lasciati due sere prima, ma doveva, come dire, riabituarsi alla presenza del ragazzo e all’effetto “benefico” che aveva sul suo carattere – Grazie

Aggiunse poi, con un leggero sorriso, varcando la soglia della camera da letto del ragazzo, sfiorando le sue gambe con l’orlo della veste passandogli accanto, sussultando appena quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle.

Hai dormito male ultimamente?

Voleva rispondergli con una battuta acida, ma la nota preoccupata che le era sembrato di cogliere nel tono della sua voce, la fecero optare per una risposta sincera.

Sinceramente? Solo nell’ultima notte – disse quindi, voltandosi in modo da poterlo guardare negli occhi: se si doveva sputtanare allora lo si doveva fare con stile – Sai ho ricevuto un messaggio alquanto sconveniente in cui mi si invitava a trascorrere del tempo in compagnia di un uomo nella sua camera da letto e questo mi ha… come dire… turbata abbastanza da farmi perdere il sonno.

Aveva parlato con voce leggera, quasi noncurante, come a voler mascherare la realtà delle parole appena pronunciate, un piccolo ghigno derisorio sul viso, rivolto a se stessa e non al ragazzo con cui stava parlando.

E la tua di nottata com’è stata?

Chiese con una punta di ironia,costretta dal sopraggiungere di Maya a interrompere il contatto visivo per spostare la propria attenzione sulla cucciola. Voleva chinarsi per accarezzarla, attirata dal suo pelo così morbido, ma si trattenne, ben consapevole che agli occhi dell’animale lei non era solo un’estranea ma anche un potenziale nemico visto e considerato che odorava di serpente, per non parlare di Idra che stava nascosta sotto i suoi capelli.

Tranquilla, non ti morderà... almeno credo.

Lo spero anche se non potrei biasimarla nel caso lo facesse - commentò sorridendo apertamente in risposta all’occhiolino di lui - Sai serpenti e pantere non sono proprio amici per la pelle… forse dovrei far andare via Idra…

Aggiunse con un tono di voce perplesso, mentre una mano spariva sotto la massa dei suoi capelli per accarezzare la sua amica e tranquillizzarla: si, aveva fatto un enorme errore a portarsela dietro,almeno a giudicare dai sibili di contrarietà che l’amica continuava ad emettere direttamente nel suo orecchio.
Facendo attenzione a non urtare Maya, Tisifone fece un passo in avanti e con una luce curiosa nello sguardo, osservò la stanza di Lucas, apprezzandone la semplicità e il buon gusto con cui il ragazzo l’aveva sistemata.

Credo che l’albero in vaso che ho regalato a questa Signorina stoni un po’ con l’arredamento minimale che ha scelto ma credo che tra un paio di mesi sarai contento di averlo. Nel frattempo ti spiace se ne approfitto?

Chiese e se l’altro le avesse dato il permesso si sarebbe avvicinata all’albero e avrebbe convinto Idra a strisciare dalla sua spalla al ramo più alto dove Maya non sarebbe potuta arrivare perché ancora troppo piccola per potersi arrampicare o fare balzi molto alti.

Così non corro il rischio di finire per essere il pasto della tua Signorina.

Avrebbe quindi spiegato, visibilmente più rilassata di quando era entrata, rivolgendogli un sorriso ironico e divertito.

Vuoi fare colazione?

Se non sbaglio l’invito parlava di qualcosa del genere. Non vorrai rimangiarti la parola e farmi morire di fame - lo accusò, assottigliando lo sguardo, lanciando lampi divertiti invece che minacciosi - E sappi che avrò bisogno di molte calorie per recuperare le forze perse durante la notte insonne e poter sostenere una conversazione decente.

Aggiunse, meravigliandosi lei per prima per essere riuscita a scherzare su un argomento che fino a poco tempo prima l’aveva resa nervosa.
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Messaggioda Lucas » 01/06/2012, 12:56

Averla in stanza era un'esperienza un po' surreale per lui, o forse era semplicemente il fatto di avere una persona in camera oltre a se stesso visto che, da quando si era trasferito ad Hogwarts, non aveva mai permesso a nessuno di varcare la soglia di quella porta... o meglio, nessuno gli aveva mai chiesto di farlo.
Lo sguardo un po' stravolto di Tisifone gli fece capire che, forse, la nottata per lei non era stata esattamente la più riposante del mondo, tanto che si convinse a domandarle se le sue ipotesi fossero esatte o meno.

Sinceramente? Solo nell’ultima notte.
Sai ho ricevuto un messaggio alquanto sconveniente in cui mi si invitava a trascorrere del tempo in compagnia di un uomo nella sua camera da letto e questo mi ha… come dire… turbata abbastanza da farmi perdere il sonno.


Sorrise malizioso a quelle parole, alzando gli occhi all'aria e mimando il gesto di fischiettare con noncuranza come se volesse farle credere di non sapere a cosa si stesse riferendo: in ogni caso, se l'era ripromesso ed in fondo l'aveva assicurato anche a lei in qualche modo, era ben deciso a non fare nulla di sconveniente, ed averla in camera sarebbe stato semplicemente un modo per passare del tempo insieme a chiacchierare e coccolare Maya.

E la tua di nottata com’è stata?

Molto lunga, e... carica di aspettativa.
Nel complesso comunque gradevole, a parte la signorina qui accomodata sulla mia pancia e ben decisa a non farmi smuovere di un millimetro per tutto il tempo.


Rispose Lucas, lanciando un'occhiata fintamente minacciosa a Maya che, dopo essersi avvicinata con circospezione a Tisifone e averla annusata un poco, lanciò uno sguardo intenso e dolce al padrone quasi di scuse per averlo costretto nella stessa posizione per tutta la notte.
L'uomo, comunque, rassicurò la docente di Divinazione sul fatto che difficilmente l'animale l'avrebbe morsa, ma questa sembrava quasi pronta all'eventualità.

Lo spero anche se non potrei biasimarla nel caso lo facesse.
Sai serpenti e pantere non sono proprio amici per la pelle… forse dovrei far andare via Idra…


Penso invece che dovremmo trovarle una sistemazione migliore, è un peccato farla andare via e non lo trovo giusto, l'invito in fondo era esteso anche a lei - replicò Lucas: quando aveva invitato Tisifone, seppur non esplicitamente, aveva inteso estendere l'invito anche al serpente che, per come la vedeva lui, era un prolungamento della donna - Anzi, sono molto felice di vederti e spero mi perdonerai se non ti ho salutato prima.

Aggiunse l'uomo rivolgendosi direttamente all'animale - sicuro che Tisifone avrebbe tradotto per lui - nella speranza di tranquillizzarlo un po' visto che la donna sembrava accarezzarla per farla rimanere tranquilla: lui di rapporti tra specie diverse ne capiva poco, ma sembrava piuttosto ovvio che anche Maya fosse irrequieta per la presenza di un animale diverso da lei, al punto che Lucas preferì avvicinarsi e prenderla in braccio, stringendosela al petto e facendole piccoli grattini sul capo per riuscire a rilassarla.

Credo che l’albero in vaso che ho regalato a questa Signorina stoni un po’ con l’arredamento minimale che hai scelto ma credo che tra un paio di mesi sarai contento di averlo. Nel frattempo ti spiace se ne approfitto?

Assolutamente no, anzi, mi sembra una bellissima idea.

Così non corro il rischio di finire per essere il pasto della tua Signorina.

Sorrise a quelle parole, osservandola lasciar scivolare Idra sul ramo più alto dell'albero che lei gli aveva regalato quando avevano comprato Maya al Serraglio Stregato, e solo allora si convinse a lasciar andare Maya che, contrariata per non essere più coccolata dal padrone, fece un versetto stizzito e si rintanò sul suo cuscino proprio mentre Lucas chiedeva alla sua ospite se gradiva fare colazione.

Se non sbaglio l’invito parlava di qualcosa del genere. Non vorrai rimangiarti la parola e farmi morire di fame.
E sappi che avrò bisogno di molte calorie per recuperare le forze perse durante la notte insonne e poter sostenere una conversazione decente.


Non mi permetterei mai di affamare una così bella donna - affermò Lucas di rimando, strizzandole l'occhio mentre di fronte a loro compariva un piccolo tavolo basso con ogni ben di Merlino sopra, dalle tazze colme di caffé ai succhi di frutta, dai croissants alla frutta fresca - E prima che mi consideri un mago della colazione, devo ammetterlo... è tutto merito degli elfi.

Aggiunse ridacchiando mentre di fronte ai due lati del tavolino apparivano due pouf bianchi, che Lucas sperava potessero piacere alla donna: aveva fatto un po' di ricerche su tutto ciò che riguardava l'arredamento orientale e sebbene non avesse ricavato quasi nulla da quelle ricerche, aveva capito che i pouf erano gli oggetti più comodi per sedersi di fronte ai tavoli più bassi.

Vogliamo fare colazione? - le propose dunque col suo miglior sorriso sghembo sulle labbra, attendendo che Tisifone si fosse seduta per accomodarsi poi a sua volta di fronte a lei - Successo qualcosa d'interessante in questi giorni? Ho saputo che la Preside ha trovato un nuovo professore per la cattedra di Alchimia... non lo conosco, ma spero sia un tipo simpatico.
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