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Messaggioda Tisifone » 08/06/2012, 22:26

Devo forse ricordarti chi mi ha fatto perdere l'autocontrollo, poco fa?

Ma io ho solo voluto mettere alla prova la tua pazienza e la tua capacità di tenere a bada il tuo istinto - lo corresse lei, con un tono semi serio, l’aria da insegnante intransigente che di solito aveva durante le lezioni. Peccato che l’effetto venne rovinato dal suo arricciare il naso quando lui le baciò la punta – Anche se devo ammettere che sono molto contenta che tu non abbia questo ferreo autocontrollo.

Aggiunse, sorridendo, una cosa questa che le stava venendo sempre più spontaneo quando era in compagnia di Lucas, spostando la mano dal suo collo per potergli accarezzare una guancia, il pollice che si muoveva pericolosamente vicino all’angolo della sua bocca. Tentazioni. Quel ragazzo era una tentazione vivente a cui lei riusciva a resistere sempre più difficilmente ed era per questo che, per poter parlare seriamente, aveva deciso di sistemarsi si in maniera comoda ma non troppo, per evitare di essere distratta dal suo odore o dalla sua pelle. Le carezze che lui continuava a farle tra i capelli mettevano già di loro a dura prova la sua capacità di connettere e la sua lucidità, motivo per cui lasciò a lui il compito di dare inizio a quella conversazione.

Prima di cominciare, lascia che ti dica che sei bellissima .

Adulatore…

Mormorò in risposta, ironica, costringendosi a rimanere ferma mentre lui le dava un piccolo bacio su una guancia, sperando che capisse il perché di quel comportamento. Era certa che se si fosse in qualche modo mossa avrebbero ripreso a baciarsi e non sarebbero riusciti ad andare da nessuna parte. E se voleva, come voleva, che quel qualcosa crescesse dovevano darle delle basi solide.

Detto questo, direi che la cosa migliore da fare è parlare di quello che vogliamo fare da adesso in poi, visto che mi sembra chiaro di non poter tornare indietro... o almeno, io non voglio farlo.

Suonava tanto come una via d’uscita, dalla serie se sei pentita dillo ora o taci per sempre. E per quanto una parte minuscola di lei le diceva di prendere la palla al balzo, dirgli che era stato tutto un errore e dimenticare tutto, il resto di Tisifone gli sorrise, posandogli una mano su quella spalla tanto agognata e iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli dietro i capelli.

Direi che tornare indietro non è un’opzione praticabile – disse quindi, convinta che quello fosse il momento delle parole chiare e non dei sottointesi – Possiamo solo andare avanti e vedere dove tutto questo ci porterà.

E probabilmente se fossero stati presenti sua madre e Asher, sarebbero entrambi stati orgogliosi della loro “bimba rosso – oro”.

Per quanto mi riguarda, sento che la cosa migliore da fare e la più importante ora sia parlare con Estelle.

E cosa c’entra adesso la Moreau?

Si lasciò sfuggire, con un tono di voce perplesso. Sapeva che si erano conosciuti e che lui la considerava una buona compagnia ma non aveva minimamente pensato che potesse andare al di là di una semplice amicizia tra colleghi. O forse semplicemente non aveva prestato attenzione a quello che accadeva intorno al Professore di Trasfigurazione prima di allora.

Vi ho conosciute quasi insieme e mi siete subito piaciute entrambe, ma ora so chi voglio... Quindi credo sia giusto metterla al corrente di questa mia scelta.

L’occhiata penetrante che lui le rivolse la fece arrossire leggermente ma il sorriso che le spuntò non fu di imbarazzo ma di compiacimento: non era mai stata un tipo competitivo ma sapere che lui aveva scelto lei in un qualche modo solleticava il suo ego.

A prescindere da questo, so che per te è un argomento scomodo, ma... vorrei sapere qualcosa di più sulle tue relazioni precedenti, se te la senti di raccontarmelo. Ed una volta fatto questo, beh... potresti dirmi se ti va di frequentarci seriamente da adesso in poi, per avvicinarci ancora di più e conoscerci meglio. Ci sono ancora tante cose che non so di te...

La domanda sul suo passato se l’aspettava, ma nonostante quello non si irrigidì lo stesso,diventando come una statua tra le sue braccia.

Posso iniziare dalla fine? – gli chiese, abbozzando un sorriso che però non coinvolgeva anche gli occhi. Voleva prendere tempo per riorganizzare le idee e tra i due argomenti di sicuro parlare di quello che c’era tra lei e Lucas era più semplice che raccontargli il suo passato. – Ho voglia di frequentarti, di impegnarmi a conoscere tutto di te, perché mi piaci e penso che tu sia una persona eccezionale - disse quindi, posandogli di nuovo una mano su una guancia per accarezzarlo e cercare di impedirgli di distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Voleva che capisse che era sincera – Però questo non vuol dire che sarà un’impresa facile… ricordi… anni di condizionamenti… diciamo che starmi accanto a volte potrebbe essere qualcosa di … difficile. Pensi di riuscire a sopportarlo?

E l’ultima parola le uscì fuori con un sospiro, come se avesse scelto quella più semplice e in realtà volesse dire “un vero inferno”. Mettere in chiaro quelle cose era per lei prioritario rispetto al resto, anche se per poter avere una risposta sincera da parte sua doveva prima rivelargli quel tanto odiato passato.

Per quanto riguarda le mie relazioni passate - esordì quindi, facendo scivolare la mano giù dal suo viso fino a posarla al centro del suo torace – ho avuto solo un altro uomo nella mia vita, un babbano. L’ho conosciuto durante uno dei miei viaggi per purificare la mia anima e trovare la mia strada, a Madrid. Rimasi in quella città per tre lunghi anni ed era convinta che non me ne sarei andata più. Lo amavo – e quella parola fece fatica a uscire dalle sue labbra, come se non la pronunciasse da secoli e così era – ero disposta a tutto per lui, anche a rinunciare a tutto questo - e si riferiva alla magia e al Mondo Magico.

La voce si andava via via abbassando, il tono diventava triste, lo sguardo perso nel vuoto in un mare di ricordi in cui aveva sperato di non dover rimestare mai più.

Poi un giorno sono tornata a casa prima del previsto e l’ho trovato ubriaco con un’altra donna. Dopo che lei se ne fu andata io iniziai a fare i bagagli, senza dirgli una parola, e poi a che pro? Per fare una di quelle scenate inutili? - chiese sarcastica – Lui provò a convincermi a rimanere con lui con le buone, promettendomi mari e monti, poi si arrabbiò e iniziò a strattonarmi per poi decidere che se non poteva avermi lui allora non mi avrebbe avuto nessuno.

Si divincolò dal suo abbraccio per prendere la bacchetta e, guardando Lucas negli occhi, arrotolò la manica sinistra del vestito e poso la punta della bacchetta all’altezza del polso, da cui pensolava il bracciale che le aveva regalato Lucas, mormorando quella che sembrava una piccola nenia. Lentamente la pelle iniziò ad arrossarsi fino a comparire una lunga cicatrice che dal polso saliva fino al gomito.

Ha provato ad accoltellarmi al cuore ma ha preso il braccio. Mi sono smaterializzata prima che potesse riprovarci.

Concluse, riponendo a posto la bacchetta per poi riabbassare la manica. Non aveva con se la pomata di Demetri e quindi avrebbe dovuto aspettare di tornare in camera per poterla farla sparire di nuovo. Finito di raccontare riportò lo sguardo su Lucas, attendendo una sua reazione. Certo quella sera a cena aveva parlato di quattro periodi e gliene aveva raccontato solo due, ma lui aveva esplicitamente chiesto delle sue relazioni sentimentali e lei aveva risposto sinceramente.
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Messaggioda Lucas » 08/06/2012, 23:38

Ma io ho solo voluto mettere alla prova la tua pazienza e la tua capacità di tenere a bada il tuo istinto.
Anche se devo ammettere che sono molto contenta che tu non abbia questo ferreo autocontrollo.


Chiunque non avrebbe autocontrollo con te, Tisifone.
E tu sei stata veramente sadica... e geniale a mettermi alla prova, anche se scommetto che avevi previsto la mia incapacità di trattenermi.


Commentò Lucas con un gran sorriso, continuando a trattenersi dal baciarla ovunque mentre lei gli accarezzava la guancia con la mano: assurdo come, prima di baciarla, riuscisse a controllarsi molto di più mentre ora... ora sentiva il bisogno spasmodico e continuo di assaporare la sua pelle, le sue labbra... tutto di lei insomma.
Ma avevano deciso di parlare seriamente, per questo dopo averle detto che era bellissima, un complimento sincero e sentito, Lucas iniziò col darle una sorta di possibilità, quella di tornare indietro e fingere che quel momento non fosse mai avvenuto: certo, era l'ultima cosa che lui voleva, ma non poteva costringerla a pensare allo stesso modo.

Direi che tornare indietro non è un’opzione praticabile. Possiamo solo andare avanti e vedere dove tutto questo ci porterà.

Annuì, sinceramente felice di quelle parole, perché era la dimostrazione di quanto i due fossero sulla stessa lunghezza d'onda e di come volessero le stesse cose, nello specifico iniziare una frequentazione seria e possibilmente duratura che portasse magari - quello era l'obiettivo finale - ad una relazione ufficiale.
O perlomeno, questo era ciò che Lucas voleva, ma non dovette attendere molto per scoprire cosa invece volesse lei perché glielo chiese - sapendo che la cosa migliore era essere diretto anche nelle domande - insieme alla possibilità di poter conoscere l'altra parte del suo passato.

Posso iniziare dalla fine?

Inizia da quello che preferisci.

La tranquillizzò Lucas con un sorriso, senza smettere un secondo di accarezzarle i capelli.

Ho voglia di frequentarti, di impegnarmi a conoscere tutto di te, perché mi piaci e penso che tu sia una persona eccezionale.
Però questo non vuol dire che sarà un’impresa facile… ricordi… anni di condizionamenti… diciamo che starmi accanto a volte potrebbe essere qualcosa di … difficile. Pensi di riuscire a sopportarlo?


Il tuo passato ti ha reso ciò che sei, perciò non mi spaventa.
E poi, ricordi? Sono un tipo paziente io.


Replicò lui, sorridendo con aria dolce ma decisa, come a farle comprendere che stava dicendo sul serio: aveva compreso che c'erano ancora moltissime cose della donna che non conosceva, ma era pronto a tutto. Aveva scelto Tisifone, e questo gli avrebbe permesso di sopportare di tutto per lei, carattere difficile compreso.
Ma c'era ancora una risposta che gli premeva conoscere, ovvero il suo passato sentimentale: in fondo lei conosceva il suo, anche se certo non c'era stata nessun'altra a parte Julie che meritasse un posto nei ricordi dell'uomo.

Ce la farai a raccontarmi di te?

Si domandò Lucas, e poco dopo ricevette la sua risposta: Tisifone iniziò a raccontargli di quest'uomo, un babbano, di cui si era innamorata al punto da pensare di rinunciare a tutto per lui, compreso il mondo magico a cui apparteneva; gli raccontò di come, tornata a casa un giorno, lo aveva trovato con un'altra, di come aveva cercato di andarsene, e di come lui...

Grandissimo figlio di p*****a!!

Quell'insulto carico di disprezzo esplose nella testa di Lucas, che strinse per un momento a pugno la mano che prima stava sul fianco della donna, lei che si era scostata da lui per mostrargli la cicatrice che il coltello dell'uomo, mirante al cuore, le aveva inferto: avrebbe avuto quella reazione anche se la storia gliel'avesse raccontata un'estranea, lui che non poteva nemmeno concepire la violenza su una donna, ma il fatto che quel passato appartenesse a Tisifone rendeva il tutto più difficile da accettare.

Scusa... mi serve solo... un secondo.

Ringhiò lui, socchiudendo gli occhi per ritrovare la calma: non voleva spaventarla né farle pensare che ce l'aveva con lei, semplicemente doveva mandar giù la notizia e la voglia di farsi dire chi fosse quel bastardo per andarlo a massacrare di botte. Ci mise un paio di minuti, ma riuscì nel suo intento e poté così riaprire gli occhi per tornare a guardarla, anzi, a guardare quel braccio sfigurato dalla lunga cicatrice: lo prese tra le mani prima che lei potesse ricoprirlo, fissandolo a lungo e con sguardo penetrante, prima di alzarlo leggermente e portarselo alle labbra per, se lei gliel'avesse permesso, baciarlo tutto, dal polso al gomito, come a voler alleviare la sua sofferenza.

Mi dispiace.
Non avresti dovuto soffrire così, e capisco che ora tu faccia fatica a fidarti di qualcuno, soprattutto di sesso maschile.


Mormorò lasciando andare il braccio di Tisifone cosicché lei potesse coprirlo nuovamente: avrebbe voluto fare molto di più, ma non c'era niente che potesse farle dimenticare il passato o farla smettere di soffrire ripensando ad esso.

Posso solo dirti che non ho alcuna intenzione di farti del male, e che te lo proverò coi fatti perché mi rendo conto che le parole, soprattutto con un passato come il tuo, non bastano.
Sono davvero preso da te, Tisifone, e vorrei passare con te tanto, tanto tempo se me lo permetterai.


Si avvicinò a lei dopo quelle parole, e le diede un bacio sulle labbra: un contatto molto più delicato dei precedenti, più dolce e casto, perché quello era l'unico tipo di bacio che si sentiva di darle in quel momento, come se servisse a suggellare la promessa di prendersi cura di lei, sempre.

C'è qualcosa che mi vuoi chiedere o che vuoi dirmi?
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Messaggioda Tisifone » 09/06/2012, 12:14

Il tuo passato ti ha reso ciò che sei, perciò non mi spaventa.
E poi, ricordi? Sono un tipo paziente io.


Seee paziente… si è visto…

Sbuffò Tisifone più per allentare la tensione che sentiva crescere in lei che per muovere una vera e propria accusa nei confronti di Lucas. Dopotutto pochi istanti prima aveva chiarito in modo per nulla fraintendibile che non le era dispiaciuto che lui avesse perso il controllo per baciarla. Si umettò le labbra al ricordo di quel contatto troppo breve per i suoi gusti e poi fece un profondo respiro, come a voler raccogliere il coraggio per raccontargli di Pablo. Dopo aver sputato con forza le prime parole il resto del discorso venne da sé, fluido, anche se non riuscì a mantenere il distacco che avrebbe voluto ostentare. Il ricordo le faceva ancora male, come quella dannata cicatrice che le deturpava il braccio sinistro e che a volte tornava a bruciarle. Nessuno era a conoscenza della sua esistenza, nessuno a esclusione dei suoi padrini, grazie ai quali aveva trovato il modo per nasconderla agli occhi della gente, non per una questione di vanità ma per non essere costretta a subire domande inopportune e occhiate compassionevoli. Che poi era quello che temeva di poter leggere negli occhi di Lucas: pietà e compassione nei confronti di una donna che si era lasciata abbindolare da una persona meschina e non era stata capace di difendersi, nonostante si trovasse di fronte un semplice e innocuo babbano.

Scusa... mi serve solo... un secondo.

Quella non era esattamente la reazione che si aspettava: un ringhio forse era meglio di qualche parolina dolce detta per compassione, ma era anche molto più difficile da interpretare per Tisifone.

E’ andata bene…

Si disse ironica, allontanandosi leggermente da lui, indecisa su cosa fare. La sua parte razionale le diceva di alzarsi e andarsene, che forse qualcosa in quello che aveva appena raccontato non era digeribile per Lucas, mentre il suo istinto le consigliava di restare, di dargli la possibilità di parlare, di non dare nulla per scontato. Cercò di regolarizzare il proprio respiro e concentrarsi su Maya che le dormiva in grembo, accarezzandole il pelo morbido ma dopo un po’ pensò che quella situazione fosse assurda. Non voleva che lui si dovesse sentire in obbligo di accettare o comprendere il suo passato, e che non gli venisse spontaneo per lei era palese dal silenzio che si stava protraendo tra loro. Fece un leggero sospiro, malinconico in parte, per poi andare a ricoprire quel segno con la manica del vestito, gesto che non riuscì a portare a termine in quanto lui la fermò. Non comprendendo le sue azioni, gli lasciò carta bianca, permettendogli di toccargli il braccio e sollevarlo, come se fosse un oggetto a lei estraneo e non un pezzo del proprio corpo. Ma come continuare a negare che facesse parte di lei quando le labbra di Lucas vi erano posate sopra e con una delicatezza e sensualità che non aveva mai avvertito prima ne stava baciando ogni centimetro? Un gemito le sfuggì dalle labbra, di piacere certo, ma anche di sollievo, perché allora non aveva rovinato tutto tra di loro.

Mi dispiace.

Se ti fa sentire meglio credo che Demetri lo abbia trasfigurato in un coleottero e esiliato in Siberia.

Disse con un tono di voce basso, riprendendo possesso del proprio braccio e coprendo la cicatrice con la manica del vestito. Subito dopo l’incidente si era recata in un ospedale babbano dove l’avevano soccorsa e quando aveva finalmente trovato il coraggio per tornare dai suoi padrini ormai la cicatrice si era formata e non c’era stato alcun modo per farla riassorbire. Probabilmente se fosse stata più lucida e si fosse recata in un ospedale magico spagnolo, nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza di quel dettaglio della sua vita e Pablo sarebbe ancora un uomo. Anche se, ad essere del tutto sincera, non le dispiaceva per nulla per la fine che aveva fatto. Come Demetri era riuscito a estorcerle il racconto dell’accaduto era qualcosa di cui non parlava mai.

Non avresti dovuto soffrire così, e capisco che ora tu faccia fatica a fidarti di qualcuno, soprattutto di sesso maschile.
Posso solo dirti che non ho alcuna intenzione di farti del male, e che te lo proverò coi fatti perché mi rendo conto che le parole, soprattutto con un passato come il tuo, non bastano.
Sono davvero preso da te, Tisifone, e vorrei passare con te tanto, tanto tempo se me lo permetterai.


Lo guardava fisso negli occhi mentre lui le parlava in quel modo e più andava avanti nel discorso più sentiva che si poteva fidare di lui, che doveva farlo se voleva davvero provare ad essere felice di nuovo. Certo questo non avrebbe cambiato il suo modo di rapportarsi con il resto del mondo ma sapere che esisteva un posto, al di là del Manor, dove provare ad essere semplicemente se stessa con tutte le sue sfumature la faceva sentire bene. Si godette quel bacio delicato che più che passione trasmetteva tenerezza, il desiderio di proteggere, qualcosa per lei abbastanza estranea visto che fino a quel momento se l’era sempre cavata da sola, in un modo o in un altro.

C'è qualcosa che mi vuoi chiedere …

Hummm… il tuo colore preferito?

Buttò lì ironica, per alleggerire un po’ l’atmosfera.

Si e no… cioè vorrei sapere tutto di te ma preferisco scoprirlo a poco a poco, come abbiamo fatto in questi giorni, piuttosto che sottoporti a un interrogatorio babbano – disse più seriamente subito dopo, giocherellando con una delle sue mani – ma se hai qualche scheletro nell’armadio penso che sia il momento adatto per tirarlo fuori.

Aggiunse, semi seria, rivolgendogli un sorrisetto che si affievolì quando lui le rigirò, praticamente, la frittata.

…o che vuoi dirmi?

Volere? Direi di no… Dovere? Probabilmente un sacco… ma penso che ci sia solo una cosa che debba essere svelata adesso.

Non aveva voglia di affrontare i suoi genitori o le incognite del suo passato quella mattina, considerato soprattutto che lui si era offerto di andare con lei in Russia e lì ne avrebbero parlato fino alla nausea. Ma c’era ancora un aspetto della sua vita sentimentale passata che andava affrontato, un qualcosa che non le generava molti sentimenti negativi di tristezza, malinconia, o rabbia, al massimo solo un pochino di imbarazzo.

Qualcosa che ho fatto, che, come hai detto, fa parte di me, anche se l’ho messa a tacere da anni. Qualcosa di cui non mi vergogno ma che potrebbe essere alquanto imbarazzante…

Continuò, sibillina. Se proprio doveva vuotare il sacco, almeno lo avrebbe fatto con stile, con quello stesso stile che aveva caratterizzato gli anni di cui doveva parlare: in maniera diretta e provocatoria. Fece levitare Maya sul pavimento con un colpo di bacchetta, per non turbare il suo sonno e avere più libertà di movimento. Si sgranchì i muscoli, indolenziti per aver tenuto la stessa posizione per molto tempo, portando le braccia all’indietro e le gambe in avanti, inarcando la schiena restando in bilico sul pouf, per poi rimettersi seduta, il vestito che, con tutti quei movimenti, si era leggermente sollevato lasciando scoperti i polpacci nudi. Posò un gomito sulla sponda del letto e poggiò la testa sul palmo della mano, prendendosi una manciata di secondi per osservare i lineamenti del ragazzo.

Cosa ne sai dei club magici sadomaso, Lucas?

Gli sussurrò in un orecchio, calcando in maniera sensuale sul suo nome, mentre con le dita tentava di disegnare, se lui glielo avesse permesso, cerchi immaginari sul dorso della sua mano e poi su sulla pelle del suo braccio lasciata scoperta dalla maglietta a maniche lunghe che indossava.
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Messaggioda Lucas » 09/06/2012, 14:46

Sapere che il padrino di Tisifone fosse riuscito a farla pagare a quella merda di uomo sollevò un po' l'umore di Lucas, anche se l'uomo avrebbe sempre e comunque preferito poterlo strangolare a mani nude, giusto per avere più soddisfazione. In ogni caso, per quanto lo riguardava, aveva saputo quello che era importante e cioè la vita sentimentale della donna o almeno ciò che l'aveva segnata in qualche modo - non aveva ragione di pensare che non si fosse lasciata andare, come lui, a qualche scappatella ogni tanto ma non aveva intenzione di farsi fare un elenco dettagliato di tutti i suoi amanti... anche perché dubitava che sarebbe riuscito a sopportarlo.
Si decise dunque a lasciare a lei la parola, chiedendole se ci fosse qualcosa che desiderava sapere di lui, o che di cui voleva parlargli.

Hummm… il tuo colore preferito?

Il blu intenso, da un po' di tempo a questa parte.

Rispose prontamente lui con un sorriso sghembo carico di malizia, attraverso cui sarebbe stato difficile dire se la sua fosse stata una semplice battuta oppure una verità appena ammessa dal docente.

Si e no… cioè vorrei sapere tutto di te ma preferisco scoprirlo a poco a poco, come abbiamo fatto in questi giorni, piuttosto che sottoporti a un interrogatorio babbano... ma se hai qualche scheletro nell’armadio penso che sia il momento adatto per tirarlo fuori.

Scheletro nell'armadio?
Non direi, no. La mia vita non è mai stata particolarmente movimentata, quindi credo ci sia molto poco da raccontare e ancor meno da nascondere.


Rispose Lucas dopo qualche istante di riflessione ed una lieve alzata di spalle: sapeva di Julie, e per lui tanto bastava... non c'era nient'altro per l'uomo che valesse la pena raccontare.
Ora tutto stava nel capire se ci fosse qualcosa che lei si sentiva in dovere di dirgli.

Volere? Direi di no… Dovere? Probabilmente un sacco… ma penso che ci sia solo una cosa che debba essere svelata adesso.

Uhm? Sono curioso... di che si tratta?

Domandò Lucas inarcando un sopracciglio, chiedendosi cosa mai potesse esserci nella vita della donna che lei si sentiva in dovere di fargli presente: qualcosa di cui preoccuparsi? L'avrebbe scoperto presto.

Qualcosa che ho fatto, che, come hai detto, fa parte di me, anche se l’ho messa a tacere da anni. Qualcosa di cui non mi vergogno ma che potrebbe essere alquanto imbarazzante…

Così mi fai incuriosire sempre di più... forza, prometto di non scandalizzarmi.
Non troppo, almeno.


Commentò con un sorriso divertito e malizioso l'uomo mentre osservava Tisifone cambiare posizione, mettersi più comoda e far levitare Maya lontano, sul cuscino adibito a letto della pantera, così da non infastidire il suo sonno: era davvero enormemente curioso, perché lo sguardo della donna e l'espressione del suo viso in generale promettevano grandi sorprese.

Cosa ne sai dei club magici sadomaso, Lucas?

Una domanda che lo prese in contropiede, visto che non rispose subito: si prese qualche istante, poi alzò le spalle con aria curiosa ma anche un po' spaesata; la cosa sicura, era che vederla così, più maliziosa e sensuale del solito, faceva molto poco bene al suo autocontrollo.

So che esistono e che non sono molto diversi da quelli babbani, almeno a quanto mi hanno raccontato.
Non ho mai avuto il piacere di visitarne uno... e tu, invece?
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Messaggioda Tisifone » 09/06/2012, 18:19

Il blu intenso, da un po' di tempo a questa parte.

Aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente, più per battuta che per alto, anche se quella informazione avrebbe potuto rivelarsi utile in futuro. Sperava solo che quella fosse stata una risposta seria e non detta solo per far colpo su di lei,colpo che era andato a segno.

Sto diventando sensibile ai complimenti…

Si disse, sbattendo velocemente le ciglia per mettere in evidenza i propri occhi e poi facendo una linguaccia al ragazzo, dimostrando ancora una volta con i fatti quanto la compagnia del Tassorosso avesse un effetto positivo sui suoi nervi. Dopo quella piccola parentesi decisamente infantile, i due tornarono a parlare di cose serie e cioè se ci fosse qualcos’altro del loro passato che dovesse essere esposto in quel momento.

Scheletro nell'armadio?
Non direi, no. La mia vita non è mai stata particolarmente movimentata, quindi credo ci sia molto poco da raccontare e ancor meno da nascondere.


Tisifone annuì, sollevata di non essersi poi così tanto sbagliata sul conto di Lucas. Non sarebbe rimasta di certo scandalizzata nel caso in cui lui le avesse raccontato qualcosa, aveva una visione del mondo abbastanza ampia e flessibile da comprendere tutto, perfino l’omicidio in casi estremi, ma avrebbe dovuto rivedere il suo sesto senso, secondo cui Lucas era il classico bravo ragazzo senza scheletri nell’armadio.

E lo sappiamo bene cosa si dice dei bravi ragazzi…

Le ricordò la sua coscienza, facendo accendere, per così dire, nei suoi occhi una fiammella di desiderio e aspettativa. Chiunque avesse conosciuto Tisifone si sarebbe meravigliato non poco nel vedere quella luce nei suoi occhi, perché totalmente avulsa dal suo carattere. Ma c’era qualcosa che nessuno sapeva, neanche Nadal che a tutti gli effetti era il suo migliore amico e che i suoi padrini avevano subodorato ma senza mai affrontare il discorso direttamente, una cosa che Lucas stava per scoprire. E cioè che Tisifone non era la zitella frigida e noiosa che dava a vedere, quella era solo un’altra maschera che si era abituata a indossare.

Così mi fai incuriosire sempre di più... forza, prometto di non scandalizzarmi.
Non troppo, almeno.


Oh probabile che la tua morale verrà messa a dura prova.

Lo canzonò mentalmente, mentre vecchie abitudini a lungo sopite piano piano alzavano la testa per riprendere il loro posto. Tono di voce basso, sensuale, leggere carezze sulla pelle nuda di lui all’apparenza casuali ma miranti a stuzzicarlo, un’espressione del viso innocente in contrasto con la luce predatoria dei suoi occhi e il sorriso malizioso sulle labbra. Era quella l’immagine di Tisifone che Lucas aveva di fronte nel momento in cui gli chiese cosa sapesse dei club magici sadomasi.

So che esistono e che non sono molto diversi da quelli babbani, almeno a quanto mi hanno raccontato.

E’ corretto… l’unica differenza è che la magia rende tutto più…fantasioso ed eccitante.

Commentò quasi noncurante, dando implicitamente una prima risposta alla domanda successiva del ragazzo, che le strappò un ghigno predatore.

Non ho mai avuto il piacere di visitarne uno... e tu, invece?

Una quindicina di anni fa la Francoforte magica era considerata il paradiso delle perversioni sessuali… Qualsiasi cosa tu volessi, per quanto assurda o complicata o al limite della legalità che fosse, potevi trovarla a nella parte magica della città… E io ero lì in quegli anni.

Esordì, la mano che andava su e giù lungo il suo braccio, disegnandone i muscoli, seguendo i percorsi delle sue vene, facendogli il solletico nell’incavo del gomito.

Dopo i M.A.G.O. avevo deciso di mettere una pietra sopra a tutto ciò che era legato all’amore e ai sentimenti positivi. Avevo solo una grande rabbia in corpo e un pressante desiderio di scaricarla su qualcuno in qualunque modo, solo che all’inizio non sapevo appunto come fare – Raccontò con un tono sereno, nulla a che vedere con l’ansia, la malinconia e la tristezza che aveva caratterizzato le ultime confessioni – E’ stato una sera, girovagando per i vicoli nascosti della città, che scoprii come fare e con esso un aspetto del mio carattere che mi era sconosciuto fino ad allora.

Si fermò per un istante o due, forse per far crescere la curiosità nel ragazzo,o forse per dargli il tempo di immaginare la città, i locali di cui gli aveva parlato e fargli fare delle ipotesi su cosa avesse potuto scoprire.

Ho giocato a fare la Mistress per un annetto… è stato divertente, eccitante, quasi terapeutico direi… - confessò alla fine, guardandolo dritto negli occhi per cercare di leggervi dentro quello che le sue parole avrebbero prodotto nel ragazzo - Anche se quando ho iniziato non credevo che ci sarebbe stato qualcuno disposto a giocare con me… avevo delle regole molto rigide… - continuò senza fretta, avvicinando di nuovo il viso a quello del ragazzo – Vietati i rapporti intimi di qualsiasi natura.

Lo sussurrò al suo orecchio, come se fosse una confessione, un sorrisino sadico sul viso, sfiorandogli il lobo dell’orecchio con le labbra. Probabilmente quell’aggiunta non era necessaria ma non voleva che lui si facesse un’idea sbagliata di lei, o almeno troppo sbagliata.
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Messaggioda Lucas » 09/06/2012, 18:38

E’ corretto… l’unica differenza è che la magia rende tutto più…fantasioso ed eccitante.

Un modo indiretto, insomma, per rispondere alla domanda che l'uomo le pose poco dopo: quella precisazione, infatti, poteva esser stata pronunciata solo da qualcuno che sapeva di cosa stava parlando. Ma sul serio Tisifone... ? Gli riusciva difficile da credere, ma come i dicevano i babbani "l'abito non fa il monaco" perciò prima di giudicare sarebbe stato opportuno ascoltare la sua storia.

Una quindicina di anni fa la Francoforte magica era considerata il paradiso delle perversioni sessuali… Qualsiasi cosa tu volessi, per quanto assurda o complicata o al limite della legalità che fosse, potevi trovarla a nella parte magica della città… E io ero lì in quegli anni.

Socchiuse gli occhi, un po' per immaginarsi la città in cui lui non era mai stato, un po' perché le carezze della donna erano quantomeno piacevoli ed eccitanti, cosa che forse Tisifone avrebbe potuto notare dal cavallo dei pantaloni leggermente più gonfio del normale di Lucas.

Dopo i M.A.G.O. avevo deciso di mettere una pietra sopra a tutto ciò che era legato all’amore e ai sentimenti positivi. Avevo solo una grande rabbia in corpo e un pressante desiderio di scaricarla su qualcuno in qualunque modo, solo che all’inizio non sapevo appunto come fare.
E’ stato una sera, girovagando per i vicoli nascosti della città, che scoprii come fare e con esso un aspetto del mio carattere che mi era sconosciuto fino ad allora.


Provò ad immaginarsi la Tisifone di cui la donna accanto a sé parlava, una se stessa più giovane ed arrabbiata col mondo che vagava senza meta per le strade di Francoforte alla ricerca di qualcosa che le permettesse di sfogare tutta la sua frustrazione: se la immaginò ancora mentre si fermava di fronte a quel club, fissandolo quasi come se fosse la sua speranza di salvezza, ed entrarvi dentro come nella tana del lupo.

Ho giocato a fare la Mistress per un annetto… è stato divertente, eccitante, quasi terapeutico direi…
Anche se quando ho iniziato non credevo che ci sarebbe stato qualcuno disposto a giocare con me… avevo delle regole molto rigide…
- la osservò avvicinarsi a lui per parlargli all'orecchio, e quando questo avvenne una serie di brividi gli attraversò la schiena e scariche di eccitazione gli arrivarono dritte all'inguine – Vietati i rapporti intimi di qualsiasi natura.

Inutile dire che la notizia l'aveva un po' sconvolto, ma non in senso negativo: una sfumatura della sua persona inaspettata ma molto, molto eccitante.
Aveva giocato entro certi limiti quindi, un'informazione che sicuramente gli fece piacere e lo rasserenò un pochino: se era così che si era divertita e sfogata in quel lasso di tempo non c'era nulla di male, anzi... rendeva la sua figura molto più erotica.

E con me... li avresti?

Le domandò con voce roca e carica di desiderio, cercando il suo sguardo per farle vedere quanto quella notizia l'avesse eccitato abbassando - anzi, annullando - la sua capacità di raziocinio. Forse stava azzardando un po' troppo, ma era lei a spingerlo verso la perdita di qualsiasi autocontrollo.
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Messaggioda Tisifone » 09/06/2012, 19:25

Aveva deciso di essere sincera con lui, fino in fondo, di rivelargli le sfaccettature principali del suo carattere, anche quelle che nessuno conosceva, perché di natura decisamente intima. Sperava che prima o poi sarebbe anche venuto il momento di mostrargliele, ma sicuramente quello non era quello giusto, benché il luogo in cui si trovavano fosse, al contrario, dannatamente giusto. Per quanto non si vergognasse di quella parte del suo passato, un po’ di timore, benché dissimulato ad arte, lo aveva avvertito. Timore che per lui fosse una cosa un po’ troppo sopra le righe, un po’ troppo estrema, un eccesso che non era disposto a tollerare nella donna che voleva al suo fianco. In quell’anno aveva scoperto che molti uomini se eccitati dalla prospettiva di passare una notte da sottomessi, nella vita di tutti i giorni si tenevano alla larga da quelle come lei, perché preferivano “esibire” una compagna dolce e remissiva piuttosto che una forte e autoritaria. Che poi quello era il motivo per cui finivano in ginocchio di fronte a lei pregandola di punirli. Se avessero avuto il coraggio di accettare i propri desideri probabilmente avrebbero avuto una vita familiare decisamente più appagata.
Scosse impercettibilmente la testa per quelle riflessioni un po’ troppo filosofici per la situazione in cui si trovava, riportando l’attenzione sull’unico uomo che le interessava in quel momento e, a Merlino piacendo, per molto altro tempo ancora.
Era il suo di giudizio che temeva, la sua reazione a quella sua piccola confessione, perché alla fin fine i bravi ragazzi preferiscono le brave ragazze.

A giudicare da quello che vedo non ci rimarrà troppo male…

Le fece notare la sua coscienza, spostando il suo sguardo dal viso di Lucas al suoi inguine che sembrava star accogliendo la descrizione della città di Francoforte e dei suoi locali equivoci in maniera più che positiva. Si leccò istintivamente le labbra, gli occhi ancora puntati sulle gambe del ragazzo, incurante del fatto che non fosse un comportamento consono, i limiti che si era imposta fino ad allora mandati allegramente a quel paese. Quella scoperta la tranquillizzò, rendendola più libera nel modo di agire e di porsi nei suoi confronti, e i gesti successivi furono tutti mirati a gettare benzina sul fuoco che era certa stava scorrendo nelle vene di Lucas.

E con me... li avresti?

Spostò il capo da un lato, per poterlo guardare in viso, posando con fare per nulla casuale, il proprio petto sul suo braccio, la pelle nuda del decolté a contatto con quella altrettanto nuda del suo braccio e quello che vide nei suoi occhi la scosse nel profondo, facendole velare lo sguardo di passione e desiderio.
Lo voleva, eccome se lo voleva, in qualsiasi modo fosse immaginabile e anche oltre, ma non era il tipo da sbilanciarsi in quel modo, perché non era nel suo carattere, perché non era ancora il momento e soprattutto perché l’attesa era per lei un enorme afrodisiaco e, purtroppo per Lucas, lei aveva un ferreo autocontrollo.

Perché tu… ne vorresti? – gli domandò di rimando, sempre sussurrando nel suo orecchio, le labbra che ne sfioravano la pelle, un dito a sfiorargli la mascella – E cosa saresti disposto a fare per convincermi?

Aggiunse, spostando il dito fino alle sue labbra per poi ritirarlo e allontanarsi dal suo orecchio per poterlo guardare in viso, il petto ancora premuto sul suo braccio. Stava giocando, chissà se lui l’avrebbe compreso e accettato di giocare con lei.
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Messaggioda Lucas » 09/06/2012, 21:13

Aveva appena scoperto che la professoressa di Divinazione, così fredda ed inflessibile all'apparenza, nascondeva in realtà un animo bollente, eccitante e sì, anche decisamente perverso: se da un lato la cosa lo sconvolgeva, facendogli capire quanto davvero poco contassero le apparenze e le prime impressioni, dall'altro lo eccitava parecchio perché era quasi sicuro che quel particolare della sua vita non lo conoscessero in molti, forse solo i suoi padrini visto che costituivano a conti fatti la famiglia di lei.
Non era tanto il fatto che lei avesse lavorato in club magico sadomaso ad stuzzicare il suo desiderio, ma il fatto che questo la rendesse sicuramente molto più libera nell'esprimere la propria sessualità di tante altre donne con cui era stato.
Non poteva ancora immaginare all'effettiva di cosa lei fosse capace, ma a giudicare da come il suo petto, la sua pelle nuda era posata sul suo braccio, e dall'effetto che questo gli faceva, c'era solo da immaginarselo e pensare a qualcosa di totalmente anti-eccitante per uscire indenni da quel momento altamente erotico.

Perché tu… ne vorresti?

Era vicina, pericolosamente vicina: lui sapeva essere paziente e controllare i suoi istinti di solito... ma era anche vero che, di solito, non aveva un esemplare di femmina così eccitante a pochi centimetri di distanza e questo, purtroppo per lui, cambiava di molto le cose. Annuì leggermente a quella domanda, sospirando appena di piacere.

E cosa saresti disposto a fare per convincermi?

Si scostò da Lucas per guardarlo negli occhi e questo gli diede modo di riacquistare un po' di lucidità: posò lo sguardo, velato di desiderio e lussuria, su di lei, facendosi comparire sulle labbra un sorriso sghembo che sapeva di sensualità ed erotismo.

Pensi davvero che ce ne sia anche bisogno?

Domandò di rimando lui con un leggero sbuffo divertito: a meno che Tisifone non fosse il tipo di donna da giocare con qualcuno per il gusto di rigirarselo sul palmo di una mano, un po' com'era il modo di fare di Julie, Lucas dubitava che ci fosse la necessità di convincerla a fare qualcosa in quel senso, non quando lo stava stuzzicando con così tanto desiderio negli occhi: ma visto che lo voleva sapere...
Si mosse, felino e sinuoso, ruotando il corpo per poter avere una maggiore libertà di movimento: così facendo, si avvicinò al suo collo e, scostandole i capelli, lo sfiorò con la bocca in un contatto delicato, caldo, volto ad eccitarla; posò le labbra su di esso, leccando quella piccola porzione di pelle con la lingua mentre con una mano andava a cingerle ancora il fianco, stringendola con possessione.

Ti piace questa mia idea per convincerti?

Le domandò, parlandole all'orecchio in un sussurro roco ed eccitato, mentre con le labbra calda risaliva lungo il suo collo, baciandolo ed accaldandolo tutto, fino a percorrere la sua mascella ed infine arrivare alla bocca che stuzzicò leccandola lentamente con la lingua altrettanto bollente: schiuse poi le labbra e catturò quelle di lei in un bacio che agognava da quando si erano staccati per poter parlare tranquilli, stringendole anche l'altro fianco per avvicinarla a sé, facendola quasi sedere sopra di lui, e se ciò fosse avvenuto non c'erano dubbi che Tisifone avrebbe sentito quanto l'uomo fosse desideroso e "teso" per lei.

Dobbiamo fare i bravi, non è vero?
C'è sempre tempo per il... resto...


Che poi lui il "resto" l'avrebbe fatto anche subito, quello era un altro discorso: la desiderava e si vedeva, ma non voleva accelerare i tempi... e soprattutto, per quanto potesse essere considerato all'antica per questo, voleva spingersi fino in fondo con Tisifone solo quando lei fosse stata davvero sua, ufficialmente. Ed il fatto che dicesse "quando" e non "se", la diceva lunga su quanto credesse in quel rapporto.
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Messaggioda Tisifone » 09/06/2012, 22:05

Gli aveva appena confidato quello che era in assoluto il suo segreto meglio custodito, visto che non lo aveva raccontato mai a nessuno, in primis ai suoi padrini. E non perché se ne vergognava ma perché, conoscendo Demetri, l’avrebbe come minimo sigillata in casa fino alla fine dei suoi giorni. Era una enorme dimostrazione di fiducia da parte sua, anche se forse Lucas non se ne rendeva conto a pieno, e l’unica cosa a cui riusciva a pensare, quando un po’ di lucidità si faceva strada tra mille pensieri lussuriosi, era di non doversene pentire mai , in futuro.
Il sospiro di piacere che uscì dalle labbra di Lucas in reazione al suo sussurro, dissipò quel poco di lucidità che aveva conquistato, rendendo il timone del suo corpo e della sua testa al suo istinto che in quel momento vedeva tutto rosso passione.
Lo aveva provocato, spingendolo a giocare con lei, e dal sorrisino erotico che le rivolse sapeva che lui sarebbe stato un ottimo giocatore.

Pensi davvero che ce ne sia anche bisogno?

No, non ce n’era alcun bisogno perché il desiderio che provava per lui l’avrebbe spinta a fare qualsiasi cosa, anche se dopo una lunga ed estenuante tortura di attesa e bisogni negati. Ma stavano giocando così annuì con un gesto deciso e una luce di sfida negli occhi nel darle un assaggio di quello di cui era capace.
L’assalto che seguì fu lento e sensuale e così eccitante che il suo proposito di fare la preziosa durò una manciata di secondi. Quasi subito inclinò la testa all’indietro, posandola sul bordo del letto, per dargli maggior accesso al suo collo e godersi con serenità quella deliziosa tortura.


Ti piace questa mia idea per convincerti?

HUmmm – mormorò, trattenendo un gemito di piacere – Credo che tu sappia fare di meglio.

Le costò parecchia fatica e autocontrollo riuscire a pronunciare quella frase tutto d’un fiato, senza balbettare né sospirare, ma voleva vedere fin dove si sarebbe spinto. Si era un gioco crudele, ma avrebbe “sofferto” entrambi e questo lo rendeva lecito ai suoi occhi. Lucas continuò quella lenta tortura, tracciando con quella sua lingua tentatrice una scia di fuoco bollente lungo il suo collo fino a giungere alle sue labbra. Ricambiò il suo bacio, avvolgendo le braccia intorno al suo collo, lasciando che la sua lingua vezzeggiasse la propria, inarcando la schiena per andargli incontro mentre lui la attirava a sé. Scivolò con grazia sulle sue gambe, con le gambe, mezze coperte dalla gonna, stese avanti a sé e le mani immerse tra i suoi capelli che si muovevano senza un ordine preciso.
Si accorse subito di quanto fosse contento di averla così vicina e, cattiva, ancheggiò lentamente, come a volersi sistemare meglio, andando volontariamente a provocarlo, per poi prendere il controllo del bacio. Si spinse in avanti, premendo il suo petto contro il suo torace, torturandogli le labbra, mordicchiandogli il labbro inferiore per poi attirare la sua lingua nella propria bocca e succhiarla con movimenti lenti e bilanciati. Il bacio durò un paio di minuti e lei si staccò a malincuore giusto perché avevano necessariamente bisogno di respirare.

Dobbiamo fare i bravi, non è vero?
C'è sempre tempo per il... resto...


HUmm hummm - annuì, il fiato corto per il bacio appena concluso per poterne sprecare nel dare una risposta più articolata. Anche se non lo dava a vedere non aveva intenzione di affrettare i tempi e anche lei, in una visione tutta sua della vita, voleva aspettare che le cose tra loro diventassero più chiare e profonde – Ma tu sei una persona paziente e hai un ferreo autocontrollo… - gli fece il verso, guardandolo negli occhi - quindi non avrai problemi se continuiamo la nostra colazione con chiacchierata civile in questo modo.

Gli propose o forse lo provocò, ondeggiando ancora un po’.

In caso contrario posso sempre scivolare di nuovo a terra.
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Messaggioda Lucas » 09/06/2012, 22:28

Anche lui era bravo a provocare, sebbene non lo facesse più da un po' di tempo, per mancanza di voglia - ci voleva la donna giusta per spingerlo a giocare - e per mancanza di persona accanto a sé da provocare visto che nell'ultimo periodo era rimasto da solo.
Ora però aveva Tisifone accanto a sé - sopra di sé, dovette correggersi quando la donna prese ad ancheggiare in modo dannatamente sensuale sopra di lui, rendendo i suoi muscoli, uno in particolare, ancora più tesi - e questo rendeva la situazione completamente diversa da quella degli ultimi mesi.
L'aveva baciata con passione, l'aveva fatta sistemare sopra di sé, l'aveva stretta con possessione e desiderio e la cosa assurda era che non si sentiva minimamente soddisfatto.

Humm hummm...

Di sicuro il bacio che avevano appena finito di darsi aveva sconvolto anche lei, lasciandola col fiato corto e, si sperava, con ancora più desiderio di lui: perlomeno era questo che Lucas sentiva in quel momento, il bisogno spasmodico di spogliarla lentamente ed assaporare ogni centimetro di quel corpo meraviglioso, caldo ed eccitante.

Ma tu sei una persona paziente e hai un ferreo autocontrollo…

Solitamente sì, ma ti ricordo che non mi capita tutti i giorni di avere una tentatrice come te sopra le mie gambe.

Replicò lui, malizioso ed eccitato, pensando che era assurdo pensare a quel momento rispetto a come quella colazione era iniziata, cioè come un modo innocente per passare del tempo insieme: una piccola confessione aveva dato vita ad un bacio, e quel bacio aveva spalancato le porte del desiderio più profondo per entrambi.

... quindi non avrai problemi se continuiamo la nostra colazione con chiacchierata civile in questo modo.

In questo... mmmh... modo? Non mi fai esattamente venire voglia di chiacchierare, sai?

Ma forse nemmeno tu lo vuoi... forse... forse dovrei...


La frase che lui stava pronunciando ad alta voce venne interrotta da un basso gemito di desiderio ed eccitazione per il movimento di Tisifone proprio sulla sua zona più sensibile, movimento che tutto poteva essere tranne che casuale ed accidentale, mentre quella mentale fu bloccata dalle parole di lei.

In caso contrario posso sempre scivolare di nuovo a terra.

... che ne dici se ti faccio vedere come a me piace giocare?

In quei pochi, brevi istanti in cui lei aveva parlato, l'uomo aveva preso una decisione: farle vedere che a giocare col fuoco non era solo lei, che anche lui sapeva come muoversi; in fondo non l'aveva provocato facendolo morire fino a quel momento? Non aveva stuzzicato la sua eccitazione con le parole, lo sguardo, i gesti? Ora era giusto che toccasse a lei.
La tenne ben stretta a sé, posando le mani alla base della schiena mentre si metteva lentamente in piedi, spostandosi poi verso il letto sul quale la posò delicatamente: lo sguardo era intenso, caldo - bollente rendeva meglio - predatore, eccitato, pericoloso.
Salì lentamente sopra di lei, le mani ai lati del suo corpo per sostenersi senza pesarle addosso, e con le labbra non perse tempo, scendendo sulla porzione del suo petto scoperta per baciarla e lambirla con la lingua: una mano lasciò il suo compito ed andò a stringerle il fianco, per poi risalire fino al seno e stringerlo appena da sopra la stoffa del vestito, stuzzicando quella piccola gemma che, se era eccitata quanto lui, si sarebbe sicuramente indurita grazie al suo tocco.

Ti piace questo gioco, Tisifone?

Le domandò con voce roca, salendo sulle sue labbra per morderle il labbro inferiore mentre premeva la sua eccitazione contro la sua coscia.
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