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Messaggioda Kayleen » 07/04/2013, 15:34

Nonostante quello che Simon pensava (e che lei ovviamente non poteva sapere), la prospettiva di assomigliargli non le dispiaceva per nulla: era un bell'uomo, questo era innegabile, ma non solo, era anche un uomo di successo, Professore della Scuola di Magia per eccellenza, ed insegnava una materia fantastica, che piaceva praticamente a tutti. Se si aggiungeva poi il fatto che era pure un animagus, cos'altro poteva poteva chiedere dalla vita?
Della sua vita personale e privata non sapeva quasi nulla, ma quello per lei al momento era solo un contorno; una famiglia e dei figli a quell'età non erano tra le sue priorità e non le considerava, forse in modo un po' immaturo, neppure per il Professore.

Beh...quando ero piccolo non smettevo mai di parlare. Ero pieno di domande, di curiosità. Vedevo il Mondo intorno a me con occhi sognanti...Un po come te no?

Era anche lei così? Una chiacchierona sognatrice?
Sì, forse un pochino sì. O per lo meno, per sognare, sognava parecchio. Per parlare, parlava un po' meno. Non che fosse un tipo taciturno, ma non era neppure una ragazzina logorroica, tipo Caroline Priscilla.. Più che altro, si apriva solo con determinate persone, non con tutte: il Docente di Cura delle Creature Magiche era tra queste.
Come riportare questo modo di essere in una risposta?

Sì, sono anche io così. Ho tantissime domande che mi frullano in testa e pochissime persone che potrebbero aiutarmi a dar loro una risposta. Lei può sicuramente aiutarmi però.
Sì, se avesse dovuto scegliere qualche adulto con cui confidarsi, avrebbe senz'altro scelto lui o Tisifone; erano loro due le persone con cui si sentiva più a suo agio, nonostante fossero due personaggi diametralmente opposti.
Eppure Mc Dullan non sembrava esserne troppo convinto. In particolare, con quel piccolo gesto dell'indice, sembrava volesse chiederle: "stai parlando proprio di me?".

Troverai qualcuno di molto più abile nel darti i consigli. Io purtroppo non sono così bravo... Ma ti ringrazio moltissimo dell'opportunità di cui mi hai investito.

A quelle parole non potè fare a meno di guardarlo un po' stranito. La stava "scaricando"? Forse non voleva prenderla sotto la sua ala.
Perchè dovrei?
Lei non vuole insegnarmi?
So che è molto impegnato, con le lezioni e tutto, ma se mi dedicasse un po' del suo tempo io le sarei davvero grata!

Del resto, cosa poteva offrirgli lei se non la sua gratitudine? Non poteva ovviamente pagarlo e anche a livello di esperienza di vita non aveva nulla con cui barattare gli insegnamenti che avrebbe ricevuto.
Ad ogni modo, lei voleva apprendere da lui e da nessun altro. Senza contare il fatto che era l'unico Animagus che conosceva e che probabilmente avrebbe mai conosciuto.

Passò qualche istante, attimi in cui lei continuò a guardare verso Simon, con occhi speranzosi e caparbi, e quell'espressione si sciolse in una smorfia più rilassata nel concentrarsi sull'argomento della punizione.

Calma giovane ragazza! Non devi aver paura... Noi professori siamo qui tutti a proteggervi, in qualsiasi situazione!

Era vero, lo sapeva anche lei. Non c'era posto più sicuro di Hogwarts, tutti erano a conoscenza della cosa. Annuì con convinzione, prima di rimettersi a cercare di nuovo l'alga con i piedi immersi nell'acqua. Il sole stava ormai calando ed effettivamente anche la temperatura stava scendendo, ma lei non se ne rese conto: tutta colpa della giovinezza.

Un altro paio è sufficiente signorina Ward. E poi, dritta nella tua sala comune a pulirti per la cena!

No, non era troppo contenta della fine della giornata. Fosse stato per lei, avrebbe continuato a cercare piante acquatiche tutto il giorno, ma si rendeva conto lei stessa che non era possibile.
A rincuorarla c'era comunque la prospettiva di altre giornate di punizione, che comunque si sarebbe prolungata per tutto l'anno scolastico.

Va bene, allora mi metto all'opera!

E per il tempo necessario, portò a termine il suo compito.
Solo dopo una decina di minuti uscì dall'acqua: i piedi era rossi per il freddo, ma ancora non le importava. Era stata una bella giornata e questo per lei era l'unica cosa importante. Soprattutto, aveva potuto parlare con McDullan dell'argomento animagus, che le stava tanto a cuore.
Ed ora se ne tornava felice e contenta al proprio dormitorio: avrebbe avuto qualcosa di interessante da raccontare alle sue compagne di stanza, ma ancora una volta non avrebbe raccontato proprio tutto.

Fine per Kayleen
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Messaggioda Sandyon » 07/04/2013, 19:34

DISTRIBUZIONE PX PER BUON GIOCO:

Simon ---> 5 PX

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Messaggioda Alisya » 07/04/2013, 20:30

Alisya era completamente presa dalla lettura, una cosa per lei molto normale, tanto presa che quasi non si accorse della borsa gettata malamente verso l'albero sotto cui era seduta.
Non aveva certo l'esclusiva del posto, o dell'albero, quindi non c'era niente che impedisse ad altri di stare lì, certo immaginava sarebbe stata una cosa più gentile chiedere invece che limitarsi a buttare la borsa borbottando qualcosa che lei non riuscì a capire, .
Si limitò a tenere lo sguardo sul libro senza osservare il nuovo arrivato.

E tu che ci fai qui?

L'esclamazione colse del tutto impreparata la ragazzina, sobbalzò lasciando caderee il libro dalle ginocchia e alzando velocemente lo sguardo verso il ragazzo cercando di non sembrare troppo spaventata.
Magari avrebbe dovuto rispondergli tranquillamente che stava leggendo, che quel posto era già occupato e che se voleva urlare avrebbe potuto andare da qualche altra parte, magari...

No... Troppo scortese.

Pensò, e in effetti non ne sarebbe stata in grado, non voleva certo iniziare a farsi dei nemici anche lì.

S... Stavo leggendo.

Disse con tono basso raccogliendo il libro dal prato e posandolo sulla sua borsa osservando lo studente più grande, non era sicura di averlo già visto o meno in giro per la scuola, o magari ad una qualche lezione, ma era vestito in modo così semplice che non poteva essere sicura, eccezion fatta per lo stemma dei delfinazzurro sul mantello.

C'è forse qualche problema?

Chiese, già pronta ad allontanarsi se le cose si fossero rivelate spiacevoli, non voleva guai, e di sicuro nemmeno mettersi a litigare con qualcuno di più grande.
Di quel suo lato però, quello che la spingeva ad allontanarsi dai guai se non sapeva come affrontarli, conosceva anche il più grande inconveniente, avrebbero pensato che sarebbe stato facile "usarla", convincendola con modi gentili a cui dopotutto, lei non apeva resistere.


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Messaggioda Jorge » 09/04/2013, 14:30

Con le mani sui fianchi e un cipiglio non molto allegro, Jorge osservava la ragazzina finalmente accorgersi della sua presenza e degnarlo di uno sguardo spaventato, manco fosse un Mezzo Drago. In un’altra occasione si sarebbe intenerito, forse, o meglio la sua coscienza lo avrebbe ammonito a comportarsi in maniera più gentile ma quello non era il solito bulletto che andava in giro a dare fastidio, quello era un portoghese incavolato nero che aveva bisogno di privacy per orchestrare la vendetta perfetta. Quindi rimase in silenzio mentre il libro della ragazzina cadeva e lei decideva in che modo rispondergli. Una parte di lui avrebbe tanto voluto che si mostrasse scortese, antipatica, anche un po’ cattiva, così da poter sfogare con lei una parte della rabbia che provava e invece nulla.

S... Stavo leggendo.

Non lo sai che c’è la Biblioteca per leggere? Per non parlare della Sala Grande, della tua Sala Comune… proprio qui dovevi venire?

Sbottò arrabbiato, anche se il tono basso della ragazzina lo stava facendo leggermente sentire in colpa. Che colpa ne aveva lei se la sua sorellina o forse ex l’aveva tradito?

Nessuna.

Si rispose a malincuore più o meno nello stesso momento in cui la ragazzina diceva

C'è forse qualche problema?

Di problemi ce ne sono tanti ma non li hai causati tu quindi… no – ammise alla fine, lasciandosi cadere a terra vicino alla propria borsa e quindi vicino all’altra studentessa – A meno che tu non sia una primina dei Tassi.

Aggiunse, guardandola in tralice ma senza individuare un qualche indizio di quale Casata appartenesse. Già non aveva voglia di parlare con nessuno figuriamoci con un tasso come Cappie.

Che stavi leggendo?

Chiese poi giusto per dimostrarsi un po’ più gentile e tacitare la sua coscienza che aveva già preso a sbraitare.

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Messaggioda Ariel » 01/08/2013, 15:40

[tahoma]
(Lunedì 3 Ottobre - ore 13.23 - Subito dopo pranzo)


Era ancora scossa dall'incontro precedente con la Cyprus: insomma, sapeva che sarebbero stati bravissimi, lo erano sempre stati, ma la performance a cui aveva assistito era andata al di là di ogni sua aspettativa; per quello che ne sapeva lei, che di musica se ne intendeva ma nemmeno troppo, erano stati perfetti, non avevano fatto nemmeno un errore, ed era stato per quello che alla fine aveva deciso di applaudirli.
Umanamente, invece... beh, meglio lasciar perdere, poteva solo ringraziare il non essere stata da sola: era stato grazie al supporto di Vergil, Cappie, Brianna e gli altri che era riuscita a non crollare, sentendo la loro solidarietà anche se magari nessuno aveva parlato direttamente per prendere le sue difese - rispondendo più che altro ai propri insulti, che era comunque più di quanto avesse fatto lei; e Zephyr... lui era stato l'unico in grado di farla sentire al sicuro. Quando l'aveva abbracciata e stretta, per qualche minuto Ariel aveva dimenticato tutto il dolore, le lacrime e le cattiverie subite: era stato bellissimo.
Ma ora era tornata alla realtà, e sentiva il bisogno di sfogarsi, in qualche modo: la Vireau le aveva suggerito, nel corso dell'ultima sessione di prove, di lasciarsi andare e cantare quando stava male, o magari di scrivere qualcosa, i propri pensieri e le proprie emozioni, e poi tentare di metterle sottoforma di musica; le stava proponendo, insomma, di provare a scrivere una canzone senza pensare ad essa in quanto tale, ma solo come un insieme di pensieri a cui dare, successivamente, una forma.
Ed era quello che la Jiménez stava tentando di fare, seduta su una rozza e bassa panchina di legno col Lago Nero di fronte a sé, sulla parte più bassa e vicino alla riva della collinetta che lo costeggiava, con lo sguardo rivolto verso l'alto in un moto di concentrazione.

Immagine


Un vestitino rosso scuro, celebrativo della sua Casata, celava le sue forme fino a metà coscia, lasciando scoperte le gambe che terminavano con un paio di molto poco eleganti e molto invece comode converse nere con bordini rossi; i capelli sciolti e la borsa a terra, accanto a sé, morbida e ripiegata su se stessa, completavano quell'insolito quadro di una Grifondoro che probabilmente non si era resa ancora conto del proprio potenziale.
Con un sospiro, la colombiana scosse il capo e prese tra le mani una penna e un quaderno per gli appunti - un'abitudine che aveva ancora dalla Cyprus, dove calamai, piume e pergamene non si usavano da una vita - cercando di scarabocchiare qualcosa di decente su di esso.

Dunque, potrebbe essere...
Sì, proviamo a vedere come suona così.

... This time, I wonder what it feels like
To find the one in this life, the one we all dream of
But dreams just aren't enough...


Uhm... non male, però... vediamo, se voglio usare questi accordi non posso infilarci una pausa qui in mezzo, dovrebbe essere... uhmm...
[/tahoma]
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Messaggioda Cyprus » 01/08/2013, 16:30

Spoiler:
Legenda:

Viola = Clarissa
Rosso = Noel
Giallo = Regina
Verde = Brian
Oro = Devo
Celeste = Barbara
Rosa = Ashley
Arancione = Charlie
Marrone = Jake
Blu = Kevin
Lime = Sam


[Lunedì 3 Ottobre - Personaggio mosso: Regina Jones|Barbara Despey|Ashley Russel - ore 18.23]


Non riesco veramente a capire come facciano gli studenti a divertirsi qui... insomma, non c'è niente!

Dillo a me Barbie, mi manca la mia modernissima Accademia...

A quest'ora potevamo essere al chiosco a berci i nostri milkshake e a decidere da chi farceli offrire, ma ci pensate ragazze?

L'unico lato positivo in tutto questo, è che possiamo saltare i compiti.
Almeno per una volta, dobbiamo solo preoccuparci del coro!


Preoccuparci, che parola grossa... dico, le avete viste le loro facce quando ci siamo esibiti?!
Non sapevano nemmeno dove seppellirsi!


Siamo state grandi, e tu più di tutti Barbie!

Modestamente... ma se anche non avessi emesso un fiato, è chiaro che la loro è una battaglia persa in partenza, per questo Clarissa non ci sta stressando troppo con le prove.

Una volta tanto libertà da tutto, anche se dobbiamo sprecarla passeggiando per questi posti insulti...
Sapete che programmi avevano i ragazzi?


Brian, Same, Jake e Kevin volevano rimanere in Sala Musica a provare, Devo sarà come suo solito in giro da qualche parte da solo...

Non capisco perché non possa passare mai del tempo con noi...

Dì pure con te, Ashley, sappiamo tutti che gli sbavi dietro da due anni!

Cosa?! Ma che dici, no no, non è assolutamente v--

Sssshhh!!
Ragazze, zitte ed ascoltate!!


... This time, I wonder what it feels like
To find the one in this life, the one we all dream of
But dreams just aren't enough...


Ma questa voce è di...

Non ci sono dubbi.
Che facciamo, Regina?


... andiamo a fare due chiacchiere con la nostra amichetta.

Le tre ragazze della Cyprus, Regina al centro, Barbara alla sua destra e Ashley alla sua sinistra, presero a camminare in direzione della voce che avevano udito, una voce che riconobbero all'istante come quella di Ariel Jiménez, ex studentessa della Cyprus ora "convertita" alla perdente Hogwarts: l'avevano distrutta di fronte a tutti, il giorno prima, ma non era mai abbastanza, non per loro e non quando, internamente, sapevano che la ragazza di voce ne aveva eccome; Clarissa era stata chiara, bisognava mettere fuori gioco gli avversari più pericolosi, ed ora che non era circondata, o almeno così speravano le tre, dai suoi compagnucci insulsi, avrebbero potuto darle una lezione coi fiocchi.
Le arrivarono alle spalle, silenziose e sorridendo malignamente: Regina allungò il braccio e le strappò dalle mani il quaderno con gli appunti su una, probabilmente, canzone, le altre due ragazze l'aggirarono lateralmente e tutte e tre, infine, le si pararono davanti con espressione semi-divertite.

Cos'abbiamo qui? Vediamo, uhm... "Gotta be somebody" ...
Da quando ti sei messa a scrivere canzoni, ippopotamo?


Immagine


Tutta sola soletta, Jiménez?
Cosa c'è, non hai più abbastanza galeoni per pagare quel Kenway e costringerlo a starti vicino? Non mi sorprenderebbe se ti fossi dovuta abbassare a pagarlo per poter passare un po' di tempo in sua compagnia.


Immagine


Si può sapere cosa speri di ottenere mettendoti a scrivere una canzone?
Rassegnati cara la mia balenottera cellulitica, non sarai mai all'altezza di essere una cantante professionista... Regina può aspirarlo, Barbara anche, forse persino io, ma di sicuro non tu, non ne sei capace, non ne hai le qualità, e poi chi ti prenderebbe mai sul serio, insulsa come sei?
Lascia perdere, ritirati dal coro e non presentarti nemmeno contro di noi, perderesti e basta!


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Messaggioda Ariel » 01/08/2013, 18:14

[tahoma]Ecco, forse così... se dopo ci aggiungo questo pezzo e aspetto l'accordo successivo prima di prendere fiato, allora...
Mamma mia, forse sarò pazza ma potrebbe uscirne qualcosa di buono!!
D'accordo, allora proviamo la strofa, mh, sì...

... This time, I wonder what it feels like
To find the one in this life, the one we all dream of
But dreams just aren't enough
So I'll be waiting for the real thing, Ill' know it by the feeling
The moment when we're meeting, will play out like a scene
Straight off the silver screen
So I'll be holding my breath, right up 'til the end
Until that moment when, I find the one that I'll spend forever with...


... cavolo, suona bene per davvero!
Ecco a questo punto dovrei attaccare col primo rit--


Cos'abbiamo qui? Vediamo, uhm... "Gotta be somebody" ...

All'improvviso, di fronte a lei, si pararono tre dei suoi incubi peggiori: Regina, Barbara e Ashley, tre componenti del coro della Cyprus, le ultime persone che avrebbe voluto incontrare, soprattutto visto che l'umiliazione del giorno precedente era una ferita per lei ancora troppo fresca.
Colei che le aveva strappato il foglio di mano era la prima delle tre, la bionda Regina Jones che ora la fissava con sufficienza: Ariel si alzò in piedi, le guance rosso acceso per l'imbarazzo che la stava divorando, il senso d'inadeguatezza che, di fronte a loro, tornava prepotentemente a farsi sentire in lei, come se non se ne fosse mai andato.

Da quando ti sei messa a scrivere canzoni, ippopotamo?

N-non... non sono affari tuoi, Regina.
Ridammelo, per favore, non voglio problemi con voi!


Esclamò di rimando Ariel, maledicendo la voce che le si era messa a tremare spontaneamente: certo era che una contro tre non era propriamente il massimo, soprattutto quando l'una era una delle persone più emotive del mondo, e le tre erano invece delle vipere in perfetta sincronia, non solo nel canto ma anche fuori dall'aula di musica.
Cercò dunque di allungare il braccio (Riflessi: 7) per riprendersi il quaderno con gli appunti, ma a prescindere dal risultato le ragazze americane non avevano di certo finito d'insultarla... anzi, erano solo all'inizio.

Tutta sola soletta, Jiménez?
Cosa c'è, non hai più abbastanza galeoni per pagare quel Kenway e costringerlo a starti vicino? Non mi sorprenderebbe se ti fossi dovuta abbassare a pagarlo per poter passare un po' di tempo in sua compagnia.


Di sicuro sapevano dove andare a colpire: toccarle Zephyr era la cosa peggiore che potessero fare perché da quando... da quando... beh, non sapeva da quando, ma da un po' di tempo a quella parte era un argomento molto sensibile, per lei; la cosa peggiore era che una parte di sé non poteva dare loro torto. Il Prefetto dei Corvi era bellissimo, interessante ed intelligente per quanto solitario, e nemmeno la stessa Jiménez riusciva a capire cosa trovasse di tanto piacevole nel passare il suo tempo con lei, con una Grifondoro timida ed impacciata che non aveva proprio nulla d'interessante.
Schiuse le labbra per ribattere, ma non seppe che dire: avrebbe voluto zittirle con qualche frecciatina al vetriolo, come faceva la Ricciardi quando frequentava ancora il Castello, o magari metterle a tacere con la forza impetuosa del buon senso, come la Parker che sapeva sempre dire la cosa giusta... ma lei non era né Arianna né Alexis, e si vedeva, visto che dalla gola non uscì alcun suono e lei rimase per alcuni istanti così, con gli occhi che si facevano lucidi.

Sentite, voglio solo tornare alle mie cose, non voglio litigare... lasciatemi in pace, ve lo sto chiedendo per favore!

Si può sapere cosa speri di ottenere mettendoti a scrivere una canzone?
Rassegnati cara la mia balenottera cellulitica, non sarai mai all'altezza di essere una cantante professionista... Regina può aspirarlo, Barbara anche, forse persino io, ma di sicuro non tu, non ne sei capace, non ne hai le qualità, e poi chi ti prenderebbe mai sul serio, insulsa come sei?
Lascia perdere, ritirati dal coro e non presentarti nemmeno contro di noi, perderesti e basta!


La prima lacrima le colò lungo la guancia senza che nemmeno Ariel se ne accorgesse, e solo quando la sentì lanciarsi dal mento nel vuoto, verso il terreno sottostante, si rese conto che aveva appena esternato, per la seconda volta in due giorni, la sua palese debolezza di fronte a loro.
Abbassò il volto, socchiudendo gli occhi per impedire alle lacrime di scendere ancora, e strinse le mani a pugno, conficcandosi le unghie nella carne fino a che non le fecero male, fino a che non fu sicura che i segni le sarebbero rimasti a lungo.

... perché?

Lo domandò con voce tremula, mentre il viso ritornava lentamente dritto e lo sguardo verde passava da una all'altra, come in cerca di una risposta nei loro occhi.

Perché ce l'avete tanto con me, cosa vi ho fatto?
D'accordo sì, ero grassa, una balena, un ippopotamo, tutto quello che volete, ma perché dovete continuare a farmi del male?! Non vi ho mai disturbate, non ho mai nemmeno tentato di rivolgervi la parola, volevo solo vivere la mia vita in santa pace ma voi avete dovuto rovinarmela a tutti i costi e anche ora, a distanza di anni, continuate a ferirmi volutamente, a godere delle mie lacrime... perché?
Perché non potete semplicemente lasciarmi in pace, perché non vi limitate a cantare e a battermi sul palco come fareste in ogni caso, perché non riuscite a capire che non avete nessun motivo d'infierire così su di me?!


Le lacrime avevano ripreso a scendere dopo la prima domanda, seguendo la precedente che per prima aveva solcato la guancia di Ariel: ma adesso non le importava più di piangere, non le importava più di farsi vedere debole, non le importava più di avere uno sguardo sofferente o una voce che si spezzava ad ogni parola; voleva solo capire, comprendere, forse anche mettersi l'anima in pace, ma se non altro darsi una risposta.
Perché nella sua mente non c'era, non esisteva una risposta che potesse giustificare quel comportamento assurdo, quel dolore gratuito che le infliggevano ad ogni occasione: non era più parte della Cyprus, era una loro avversaria, ma allora perché semplicemente non stracciarla all'amichevole, visto che ne erano perfettamente in grado?
Cosa speravano, cosa volevano ottenere ferendola ancora, ancora e ancora?[/tahoma]
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Messaggioda Cyprus » 01/08/2013, 22:19

[Personaggio mosso: Regina Jones|Barbara Despey|Ashley Russel]


Le tre ragazze sembravano come un'idra mitologica, un unico corpo con più teste, più occhi sprezzanti e più bocche da cui sputare parole velenose; l'ultimo dettaglio, soprattutto, calzava loro alla perfezione, visto come si erano immediatamente abbattute su Ariel, approfittando del fatto che fosse sola.
Il tentativo della Jiménez di riprendersi il quaderno non fu abbastanza veloce, e Regina poté (Riflessi: 14) spostare il braccio della mano che lo teneva stretto in tempo, così da impedirle di riappropriarsi di ciò che era suo.

N-non... non sono affari tuoi, Regina.
Ridammelo, per favore, non voglio problemi con voi!


Sentito ragazze?
La piccola colomba sovrappeso non vuole avere problemi...


Le fece il verso proprio la Jones, ridacchiando divertita e maligna mentre Barbara affondava il colpo prendendo di mira il Prefetto dei Corvonero che tanto sembrava amico della Grifondoro.
Quel Kenway la faceva eccitare con un semplice sguardo, ne aveva avuto conferma quando, il giorno prima, i suoi occhi rossi si erano posati su di lei per un istante, e il fatto che fosse così vicino a quella tricheca obesa, che volesse proteggerla, che cercasse evidentemente di prendere le sue difese, era qualcosa che proprio non riusciva a comprendere, a maggior ragione se s'ipotizzava poi che tra loro c'era qualcosa che andasse oltre l'amicizia o il fatto di essere colleghi di coro.

Sentite, voglio solo tornare alle mie cose, non voglio litigare... lasciatemi in pace, ve lo sto chiedendo per favore!

Bu-uh, adesso si mette a piangere!
Ahahahah, cazzo Jiménez, sei veramente patetica... ma ti sei vista?
"Voglio tornare alle mie cose, non voglio litigare" ... quand'è che imparerai a crescere, mh? Sei ancora la stupida e patetica cicciona con gli occhiali di anni fa, non sei cambiata per niente!


Sfottere qualcuno era un'arte, un'arte che alle ragazze della Cyprus non mancava di certo: la voce di Barbara non era potente solo quando si trattava di lanciare acuti perfetti e penetranti, ma anche quando si doveva infierire su qualcuno: e l'aveva appena fatto, aveva appena rigirato il coltello nella piaga ancora e ancora, godendo nel vedere la faccia dell'altra stravolta, il viso che veniva abbassato e le lacrime che scorrevano copiose sul suo volto.
La castana Ashley, dal canto suo, dopo averla affossata per bene, sembrò improvvisamente farsi seria, la voce che perdeva la malignità precedente e lo sguardo che passava incerto dalle amiche alla Grifondoro, come se stesse lentamente cambiando idea.

Ragazze, mi sa che abbiamo esagerato... forse dovremmo scusarci, non credete?
Magari siamo state troppo cattive, e...
- Ashley si fermò, si morse il labbro inferiore che stava tremando... e alla fine scoppiò a ridere di gusto, reclinando il capo all'indietro - Okay okay okay, non ce la faccio, ahahahahahahahahah quant'è divertente prenderti per il culo, sei veramente uno spasso con quella faccia Jiménez!

Rideva di gusto l'americana, e così anche le sue amiche mentre la Jiménez accumulava ancora e ancora, fino a che non riuscì più a contenere non tanto le lacrime, quelle stavano già uscendo dai suoi occhi da un bel po', quanto piuttosto il dolore provato, un dolore che forse si trasformò in rabbia, spingendola a reagire contro le ragazze e chiedere loro perché mai ce l'avevano così tanto con lei, fermo restando che il loro essere più belle e talentuose era qualcosa d'indubbio, che la Grifondoro non aveva mai nemmeno accennato a mettere in discussione.

... perché?
Perché ce l'avete tanto con me, cosa vi ho fatto?
D'accordo sì, ero grassa, una balena, un ippopotamo, tutto quello che volete, ma perché dovete continuare a farmi del male?! Non vi ho mai disturbate, non ho mai nemmeno tentato di rivolgervi la parola, volevo solo vivere la mia vita in santa pace ma voi avete dovuto rovinarmela a tutti i costi e anche ora, a distanza di anni, continuate a ferirmi volutamente, a godere delle mie lacrime... perché?
Perché non potete semplicemente lasciarmi in pace, perché non vi limitate a cantare e a battermi sul palco come fareste in ogni caso, perché non riuscite a capire che non avete nessun motivo d'infierire così su di me?!


Perché ci va di ferirti, Ariel.

Fu Regina a parlare per tutte, perdendo qualsiasi traccia di sorriso sulle labbra: si avvicinò alla colombiana, lo sguardo serio e gelido, stronzo a voler essere gentili, da vera sadica e soprattutto da leader, visto che Barbara ed Ashley si erano immediatamente zittite lasciando che fosse lei, e lei sola, a dettare legge su ciò che stava avvenendo.

Ti insultiamo perché ci piace farlo, ti roviniamo la vita perché è divertente.
Infieriamo su di te perché sei fastidiosa, come un piccolo insetto che vorresti solo schiacciare: non ci piacevi alla Cyprus, quando ci guardavi adorante in un angolo, con quel barile di lardo al posto del corpo e gli occhiali da talpa, sbavando su Vergil Cartwright come se fossi una specie di ninfomane frustrata... e non ci piaci ora, tutta in tiro come se valessi qualcosa, a fare da tappezzeria al coro di Hogwarts, perché tanto non avrai mai il fegato di cantare davanti a tutti, con quel Kenway vicino come se contassi qualcosa per lui.
Ecco perché lo facciamo, ecco perché vogliamo eliminarti.


Un monologo pronunciato a voce bassa, cattiva, con le mora e la castana alle spalle che sorridevano guardandosi tra loro come soddisfatte, un monologo che si concluse con la pagina del quaderno su cui Ariel aveva scritto la sua canzone che veniva strappata dalle dita di Regina, la quale fece poi cadere il quaderno a terra, pestandolo con la scarpa col tacco così da rovinarlo, e strappò con entrambe le mani la pagina rimasta in suo possesso, facendola a metà, poi in quattro e poi in otto, lasciando fine cadere i pezzetti bianchi come tanti coriandoli di fronte alla colombiana.

Ti è più chiaro adesso, piccola, ingenua ed inutile Jiménez?
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Messaggioda Melia » 01/08/2013, 23:25

[Martedì 4 Ottobre - ore 13.47]


Passare il tempo col suo adorato Delfino era stato oltremodo piacevole, soprattutto perché aveva delineato alla perfezione ciò che sarebbe dovuto succedere tra lui e la Serpeverde Elisabeth Walker dopo la piccola "spintarella" della stessa Herbert, ansiosa di vedere la cara compagna di Casata nei guai; aveva mangiato con gusto al tavolo verde-argento, serena più che mai, per poi rendersi conto che i suoi amati occhiali da Sole firmati erano rimasti lì, dove si era incontrata col Delfino, dimenticandosi poi di riprenderli prima di tornare al Castello.
Con uno sbuffo, la Prefetta era uscita nuovamente dal portone della scuola, ringraziando di non avere lezione fino alle 15, e recuperati i suoi occhiali aveva deciso di fare un giro largo per tornare indietro, godendosi la solitudine e il clima ancora piuttosto mite se vestiti adeguatamente, quando con la coda dell'occhio aveva adocchiato il gruppo della Cyprus - tre delle cinque ragazze, per la precisione - parlottare tra loro; non la cosa le importasse molto, in realtà, erano libere di andare dove volevano e tirarsela quanto volevano, per quello che le interessava...
Fu però quando le parve di sentire anche la voce di Ariel, una voce che di sereno e tranquillo non aveva nulla, che la Herbert, alzando gli occhi al cielo, decise di tornare indietro e seguire il percorso preso dalle americane per tentare di capire quale fosse il problema: non si poteva certo dire che lei e la Jiménez fossero amiche, ma lei era importante per Zephyr e questo, all'Aberrazione, bastava e avanzava.

... Perché non potete semplicemente lasciarmi in pace, perché non vi limitate a cantare e a battermi sul palco come fareste in ogni caso, perché non riuscite a capire che non avete nessun motivo d'infierire così su di me?!

Nascosta dietro ad un albero, gli occhi della Prefetta si assottigliarono mentre assisteva a quella scena abbastanza fastidiosa, per lei: le americane avevano nuovamente provocato la Grifondoro, e questo era evidente da come ora lei stesse piangendo, tremando forse anche per la rabbia.

Perché ci va di ferirti, Ariel.

La bionda americana teneva tra le dita un quaderno che pareva importante per la Jiménez, ma ciò che colpì davvero Melia furono le parole usate dalla troi***a, di una cattiveria gratuita inimmaginabile: non che lei fosse buona, anzi, aveva fatto anche di peggio per puro e semplice divertimento, ma almeno poteva usare come scusa l'essere un'Aberrazione; lei, al contrario, era un essere umano fino a prova contraria, ed aveva deciso d'infastidire proprio l'amica di Zephyr...
Pessima scelta.

Ti è più chiaro adesso, piccola, ingenua ed inutile Jiménez?

Reparo.

La voce di Melia uscì in un sussurro dalle sue labbra, colpendo i pezzetti appena strappati che si ricomposero all'istante sotto gli occhi delle americane, di Ariel e della stessa Herbert, che però non rimase nascosta, ma anzi uscì allo scoperto, gli occhi scoperti ed esposti al Sole con le iridi dorate e le pupille dal taglio verticale ferme su Regina.

Accio.

Il foglio strappato, ora nuovamente integro, volò placidamente tra le dita della Serpeverde, che lo strinse con delicatezza e si avvicinò al gruppetto, passandolo ad Ariel con uno sguardo veloce e vacuo prima di tornare sulle americane, verso le quali la ragazza aprì le labbra ad un sorriso dolce che, però, possedeva sfumature ben più inquietanti.

Tre contro una, non c'è che dire, la classe fa parte di voi in modo del tutto naturale.

Voce atona, non palesemente sarcastica, al contrario, quasi sarebbe potuta passare per sincera se non fosse stato che l'ironia, vista la situazione, era praticamente scontata.

Se posso darvi un consiglio spassionato... meglio che muoviate il culo e torniate nella vostra sala comune; certo, potreste rimanere qui ad insultare la mia amica, ma sarei costretta poi a difenderla, e non vi conviene - aggiunse Melia, gli occhi che scintillarono maligni, inquietanti come un serpente quando si prepara per attaccare - Ah, e tanto per voler essere precisi... sarà stata una grassona obesa ed occhialuta quando veniva alla Cyprus, ma ora è una ragazza che non ha nulla da invidiare... a nessuna di voi tre.
E la prova sta nel fatto che Kenway, il ragazzo che ha popolato i vostri sollazzi notturni, sta con lei... e non con voi; quindi, invece di prenderla in giro, mi assicurerei che i vostri compagni maschi non la usino come fantasia erotica al posto vostro, immagino sarebbe un duro colpo per la vostra autostima.


Concluse l'Aberrazione, lasciando che l'inquietante degli occhi fosse sostituito dal semplice dorato delle iridi, come se nulla fosse successo, come se per qualche secondo la voce non avesse assunto una sfumatura sibilante, minacciosa e piuttosto terrorizzante, a dirla tutta
[Carisma (Fascino): 36], alzando una mano per agitare le dita di fronte a loro, del tutto serena e tranquilla.

E' stato un piacere conoscervi, buona giornata!

Esclamò, di nuovo dolce e tranquilla come sempre, attendendo solo che le tre ragazze levassero i tacchi e le lasciassero sole - in caso contrario avrebbe dovuto essere più convincente a suon di bacchetta, e di sicuro non si sarebbe fatta alcun problema a farlo - prima di voltarsi verso Ariel e scrutare con attenzione il suo volto.

E' finita, credo che ti lasceranno in pace per un po' - mormorò in sua direzione, facendo un paio di passi per affiancarla ed oltrepassarla prima di fermarsi e, lentamente, girare su se stessa per tornare a guardarla - Mi spieghi perché permetti a quelle tre stronze di trattarti in questo modo?
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Messaggioda Ariel » 02/08/2013, 0:37

[tahoma]Alla fine non aveva retto, ed aveva finito per sbottare: forse aveva fatto male, ma in realtà quello sfogo poteva anche essere considerato in modo positivo, visto che era la prima volta che riusciva ad affrontarle, seppur piangendo e tremando; era riuscita a rispondere loro, anche solo per domandare il perché ce l'avessero tanto con lei, ma nulla avrebbe potuto prepararla alla cattiveria che sarebbe seguita a quelle domande cariche di dolore, una malignità ben più radicata e profonda di tutti gli insulti subiti fino a quel momento.

Perché ci va di ferirti, Ariel.

Quelle parole, così gelide e lapidarie, la fecero impallidire di colpo, portandola a deglutire a vuoto, la salivazione azzerrata e lo sguardo lucido per le lacrime ora perso, smarrito, vagante da Regina alle sue amiche per poi tornare sulla bionda, la fronte aggrottata in un moto di spaesamento evidente.

Ti insultiamo perché ci piace farlo, ti roviniamo la vita perché è divertente.
Infieriamo su di te perché sei fastidiosa, come un piccolo insetto che vorresti solo schiacciare: non ci piacevi alla Cyprus, quando ci guardavi adorante in un angolo, con quel barile di lardo al posto del corpo e gli occhiali da talpa, sbavando su Vergil Cartwright come se fossi una specie di ninfomane frustrata... e non ci piaci ora, tutta in tiro come se valessi qualcosa, a fare da tappezzeria al coro di Hogwarts, perché tanto non avrai mai il fegato di cantare davanti a tutti, con quel Kenway vicino come se contassi qualcosa per lui.
Ecco perché lo facciamo, ecco perché vogliamo eliminarti.


Come si poteva essere così cattivi?
Come si poteva desiderare così tanto il peggio per qualcuno che nemmeno si conosceva?
Com'era possibile che tanta sadica malignità fosse racchiusa in una persona sola?
Ariel scosse il capo, stordita ed incredula, facendo anche un piccolo passetto indietro, come se non riuscisse nemmeno a sostenere il peso metaforico delle parole pronunciate da Regina, come se facessero semplicemente troppo male, il petto che si alzava ed abbassava velocemente come se avesse il fiato corto, come se le mancasse il respiro.
Quando il quaderno cadde a terra e la bionda lo pestò col piede, la Jiménez sentì il cuore contrarsi dolorosamente nel petto, ma fu quando prese il foglio con la prima parte della canzone in entrambe le mani che il volto perse totalmente il proprio colorito, lasciandola pallida e senza forze, in grado solo di soffiare un ultimo, disperato tentativo.

NO!
Regina ti prego, ti scongiuro non lo fare, è importante per me, non lo f--


STRAP.
Il foglio venne strappato a metà, poi ancora e ancora, ed ogni volta che Regina ne strappava un pezzo, le sembrava che un suo sforzo, un suo traguardo, un suo obiettivo venisse cancellato via: era assurdo perché sarebbe bastato un semplice incanto per rimettere tutto a posto, ma era il significato di quel gesto, ciò che c'era dietro a farle male da morire.

Ti è più chiaro adesso, piccola, ingenua ed inutile Jiménez?

...........

Reparo.

Una voce nuova, familiare ma improvvisa, interruppe quel momento, il foglio che si ricomponeva sotto gli occhi increduli di Ariel per tornare perfetto, senza nemmeno una piccola piega, immacolato: volse il capo con uno scatto verso la voce che aveva castato l'incantesimo, trovandosi a fissare Melia Herbert, la Prefetta Serpeverde, che si avvicinò loro a passo lento, sicuro.

Accio.

Il foglio le finì in mano, ma poco dopo tornò tra le dita della proprietaria grazie proprio alla ragazza verde-argento, sotto lo sguardo perplesso e stranito di Ariel: non si erano mai parlate molto, in effetti la Jiménez era addirittura convinta che Melia la odiasse perché lei e Zephyr passavano molto tempo insieme...
Ma allora perché la stava aiutando?

Tre contro una, non c'è che dire, la classe fa parte di voi in modo del tutto naturale.
Se posso darvi un consiglio spassionato... meglio che muoviate il culo e torniate nella vostra sala comune; certo, potreste rimanere qui ad insultare la mia amica, ma sarei costretta poi a difenderla, e non vi conviene.


Amica.
Quella parola la stupì, prendendola in contropiede, perché non si aspettava di essere definita in questo modo dalla Hebert: si era forse persa qualcosa? Si era magari talmente convinta che la Serpeverde la odiava per via di Zephyr da non rendersi conto che stava facendo tutto da sola?
Sbatté le palpebre, la fronte corrugata in un moto d'incertezza mentre Melia metteva al loro posto le americane senza nemmeno dovercisi sforzare troppo.

Ah, e tanto per voler essere precisi... sarà stata una grassona obesa ed occhialuta quando veniva alla Cyprus, ma ora è una ragazza che non ha nulla da invidiare... a nessuna di voi tre.
E la prova sta nel fatto che Kenway, il ragazzo che ha popolato i vostri sollazzi notturni, sta con lei... e non con voi; quindi, invece di prenderla in giro, mi assicurerei che i vostri compagni maschi non la usino come fantasia erotica al posto vostro, immagino sarebbe un duro colpo per la vostra autostima.


In realtà lei non stava con Zephyr, e non credeva nemmeno che lui sarebbe mai stato così pazzo da proporle una cosa del genere, non quando poteva avere accanto a sé una come Melia, ma si guardò bene dal dirlo, limitandosi a stringere il foglio al proprio petto che lentamente prendeva ad alzarsi ed abbassarsi con più regolarità, così come il colorito tornava più o meno normale.

E' stato un piacere conoscervi, buona giornata!

Si morse il labbro inferiore, martoriandolo a sangue, gli occhi ancora lucidi che si posarono con riconoscenza sulla collega Prefetta non appena le due rimasero finalmente sole.

Io... non so davvero cosa dire, mi hai aiutata tantissimo.
Melia grazie, grazie davvero, io--


E' finita, credo che ti lasceranno in pace per un po'.

Ah... sì, beh... speriamo...

Sussurrò Ariel, abbassando lo sguardo un po' interdetto ed il capo chino mentre l'altra le passava accanto, immaginando che il fatto di averla aiutata non voleva certo dire che erano davvero amiche, forse Melia l'aveva detto solo per fare un po' di scena con le americane e convincerle di qualcosa che in realtà non esisteva affatto.

Mi spieghi perché permetti a quelle tre stronze di trattarti in questo modo?

La voce della Serpeverde la prese in contropiede, facendola sobbalzare: non si volse subito, come a voler prima riordinare le idee, ma alla fine girò su se stessa lentamente, cercando lo sguardo così particolare ed unico della ragazza per abbozzare un piccolo sorriso privo d'allegria.

Immagino di essere ancora... troppo emotiva.
Quando mi trovo davanti Regina e le altre, io... non riesco a reagire come vorrei. Mi sento ancora la cicciona triste e sfigata di fronte a loro.
Non che adesso le cose siano poi tanto diverse, ma comunque...
[/tahoma]
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2013-08-01 23:29:52 Cyprus d20 10  
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2013-08-01 20:41:08 Cyprus d20 14  
2013-02-06 16:14:56 Kayleen d20 13  
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