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Collinetta del Lago

Messaggioda Nevaeh » 04/12/2013, 19:14

Ma..Vi siete baciati?
Quella domanda non se l'aspettava. Certo, non che non avesse mai pensato a quelle serie tv dove due fidanzatini si baciavano innamorati, ne aveva immaginato ogni scena con dolcezza. Ma pensare che una cosa del genere potesse accadere a lei e Sam...no, quello no. Gli unici baci che si erano mai scambiati erano stati dati sulle guance, e già allora erano stati imbarazzanti. Ma in quel momento, avrebbe anche potuto superare la vergogna e farlo. Labbra contro labbra. La sola idea la fece arrossire, e subito fece no con la testa, abbassando lo sguardo sul verde dell'erba. No, non c'è mai stato niente di così intimo, fra noi...siamo stati sempre e solo amici, cresciuti insieme come fratelli in un momento in cui le nostre famiglie erano in difficoltà. Non mi sarebbe mai passato in testa di...di poter provare certe cose per lui...mai rispose deglutendo a fatica, la bocca asciutta dopo aver detto quelle parole. Non poteva permettersi di scoppiare di nuovo in lacrime, non dopo aver dato ampia dimostrazione di quanto fosse fragile in quel momento di fronte ad una perfetta estranea. Si voltò nuovamente verso di lei e le sorrise, quando capì che lei aveva provato sulla sua stessa pelle cosa volesse dire avere qualcuno al di fuori del mondo magico che la tartassava di domande.

Posso capirti.
Anche i miei mi fanno sempre un sacco di domande. Vogliono sapere tutto di tutto, anche le più piccole cose, dettagli che nemmeno io so.

Annuì sorridendo ancora, sopraffatta dalla voce di Samuel che risuonava vivida nei suoi ricordi, sempre così curioso di capire la diversità tra lui e la sua amica del cuore. Essere amici, tra babbani e maghi, era sempre stato complicato, ma non per loro. Lui era avido di conoscenza, e non aveva paura di lei, non più di un ragazzino alle prime armi con quel mondo Mille volte gli aveva mostrato le magie più semplici, e mille volte lui l'aveva osservata con quegli occhi sorpresi e affascinati. Samuel è sempre stato curioso sulla magia, nonostante non fosse un mago. Quindi sì, puoi capirmi quando dico che anche se è un babbano, rimane sempre stupefatto dalla magia, non spaventato, semplicemente stupefatto aggiunse, guardando quella nuova amica con sguardo assente, perso nelle mille immagini che le si presentavano davanti agli occhi in quel preciso istante. Mi prendeva sempre in giro quando mi allenavo con gli incantesimi e non mi riuscivano. Sempre a ridacchiare...una volta l'ho spaventato facendo volare un suo giocattolo mentre lui non guardava...quando il pupazzo gli è caduto in testa, ha fatto un salto di due metri sull'albero del giardino...non voleva più scendere concluse, ridendo anche lei mentre rifletteva su quell'episodio. Le lacrime le pungevano ancora gli occhi, ma bastò uno sguardo verso il cielo azzurro per ricacciarle e rimetterle al proprio posto. Ora le sue iridi erano solo leggermente lucide, più scure rispetto al solito.

Io proprio non riesco ad immaginarmi un ragazzo della nostra età che manda un mazzo di fiori..
Nevaeh scoppiò improvvisamente in una grande risata a quell'affermazione, cosciente che in effetti la nuova amica tutti i torti non li aveva. Quei fiori avevano stupito anche lei, all'inizio. Samuel non era tipo da smancerie, non lo era mai stato, ma si era sempre interessato alle piante e ai fiori, studiandone il significato e parlandole in continuazione di cosa volesse dire una specie che aveva trovato nel boschetto vicino casa. Ma non ricordava di avergli mai sentito nominare quelli che le aveva fatto trovare insieme al regalo e al biglietto. Sì, fu una cosa strana anche per me, e la mia reazione la conosci, te l'ho detta. Merlino, è una cosa così...dolce, non è proprio da lui comportarsi così, e puoi immaginare la mia faccia rispose, facendo una smorfia stramba. Beh, una faccia adatta alla sorpresa che lui le aveva fatto, e a quel punto non avrebbe saputo dire se fosse stata positiva o negativa. Kayleen continuò con le domande, lasciandola a bocca aperta. Per essere una sconosciuta si preoccupava davvero tanto di sapere i dettagli di tutta quella storia. Perché l’hai fatto? Voglio dire.. Perché non gli hai detto che eri rimasta stupita da quel suo gesto? Se eravate in confidenza, non avresti dovuto sentirti in imbarazzo..come avrebbe voluto avere una risposta a quella questione. Quando aveva buttato il biglietto sul fondo del cassetto, stava studiando Storia della Magia. Si era alzata per fare una pausa, e lo aveva intravisto sotto uno dei suoi libri, l'angolo destro piegato sotto il peso delle pagine. Lo aveva preso e l'aveva chiuso nel comodino, non volendo più vederlo. Paura? Sorpresa? Terrore? Non lo sapeva, ma ancora adesso si pentiva di non aver chiesto spiegazioni all'ormai ex amico. Non lo so Kay...forse proprio perché avevamo un rapporto così...confidenziale, ho avuto paura di scoprire cosa si nascondeva dietro quell'atteggiamento smielato. So solo che non sono molto contenta di come mi sono comportata, e come hai visto piango come una bambina tutte le volte che rivedo quelle parole...e tirò fuori il pezzo di cartoncino, porgendoglielo. Ecco leggi, disse, e si rese conto che quella era la prima volta che qualcun altro, oltre a se stessa, leggeva la grafia leggera e un po' storta di Samuel.

Dovresti riscrivergli si sentì dire, e quella frase le fece più male del previsto. Kay non sapeva quante volte aveva stracciato fogli di pergamena intatti con sopra poche cose scritte, come "Ciao, sono io, mi dispiace". Aveva immaginato così tanto di avere il coraggio di scrivergli, ma alla fine non lo aveva mai fatto, il timore di una risposta negativa troppo forte da permetterle anche solo di vergare un semplice ciao. Con un sospiro annuì e si girò dall'altra parte, incerta su cosa rispondere. Lo so, forse un giorno...disse, più a se stessa che alla coetanea. Fece qualche passo verso l'albero che si trovava dietro di lei, incrociando lo sguardo stupefatto della nuova amica. Sei.. Innamorata? Ma ne sei sicura?. Nevaeh sgranò gli occhi, insicura ora più che mai. Non sui suoi sentimenti, di quelli era certa, erano forti e chiari, ma sulla natura di questi ultimi. Era davvero amore? Quella cosa grande e dolce che impregnava i libri e la vita di ogni essere adulto...era davvero ciò che provava? O era semplicemente l'assenza di Samuel a farle pensare in quel modo? Io...c-credo di sì...insomma...mi manca tantissimo, e vorrei fargli capire che tengo a lui quanto lui tiene a me...ma...sì, credo di esserlo balbettò, le mani che tremavano leggermente per colpa di quella leggera brezza che le sfiorava la pelle. Forse non avrebbe dovuto parlare di Samuel a Kayleen, ma il danno ormai era fatto, quindi aspettò altre domande, o magari una risposta, sicuramente più saggia di quella che avrebbe dato lei se si fosse trovata al suo posto.

Non ci sarebbe stato modo migliore per iniziare un'amicizia disse poi, strappandole un sorriso enorme. Sì, in fondo non aveva commesso un errore...Kay le si era avvicinata in un momento terribile, togliendole un peso dal cuore e caricandoselo sulle proprie spalle. Non sapeva se quell'amicizia sarebbe durata, e nemmeno voleva saperlo. L'attimo presente era ciò che contava, e in quell'istante lei e Nevaeh erano avevano appena trovato ciò che entrambe cercavano da sempre. Un'amica.
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Messaggioda Kayleen » 22/12/2013, 12:29

Non era mai stata una campionessa di sensibilità, quella domanda l'aveva appena dimostrato. Aveva sempre avuto un modo di parlare tutto suo, una maniera di esprimersi che non veniva filtrata da nulla: i suoi pensieri si trasformavano in parole senza che lei ci ragionasse davvero. Così aveva fatto anche nel chiedere alla coetanea se era andata "al sodo". E detta così forse poteva pure sembrare che lei avesse gli ormoni in subbuglio; in realtà il pensiero tanto la incuriosiva quanto paradossalmente la terrorizzava.
La sua domanda fu talmente invadente che Nevaeh arrossì e, almeno di questa cosa, si rese conto.

Scusami. Puoi anche non rispondermi se vuoi.
Non voleva costringerla a confessare più di quel che voleva. Dopotutto lei si era offerta di ascoltare, non di condurre un interrogatorio. Arricciò il naso, tirando i muscoli facciali, e distolse lo sguardo fino a che l'altra non riprese a parlare e, nonostante l'imbarazzo, diede una risposta a quella domanda un filo inopportuna.

No, non c'è mai stato niente di così intimo, fra noi...siamo stati sempre e solo amici, cresciuti insieme come fratelli in un momento in cui le nostre famiglie erano in difficoltà. Non mi sarebbe mai passato in testa di...di poter provare certe cose per lui...mai

Il fatto che non si erano scambiati neppure un bacio cosa significava?
Voleva dire, forse, che lei stessa non era fuori tempo massimo. Che poteva ancora attendere di essere pronta. Se la Delfina, dopo una vita passata con qualcuno, aveva ritenuto quasi impossibile baciarlo, lei avrebbe impiegato molto tempo, giustificatamente, per farlo con qualcuno di semi-sconosciuto. E quella consapevolezza improvvisamente la rilassò, come se le si fosse accesa una lampadina: non era così terribilmente indietro come aveva temuto, era al passo con i suoi coetanei.
Appurato questo, potè dare una risposta anche alla sua interlocutrice.
Beh, sì, dopotutto siamo ancora piccoli. Non si pensa a queste cose, quando il tempo potrebbe essere speso a fare altro..
Lei per esempio aveva sempre fatto un sacco di corse in bicicletta con i suoi compagni di scuola, a Nevern. Come poteva trovare anche solo l'occasione di avvicinarsi a loro e baciarli? Nah, impossibile. Scosse il capo proprio per sottolineare questa situazione impraticabile.
Quella comunque non era l'unica cosa su cui le due si erano trovate d'accordo: avevano entrambe vissuto l'esperienza di scoprirsi maghe in un mondo babbano. Lei però a differenza della Delfina non l'aveva detto a nessuno che non appartenesse all'esclusivo cerchio della sua famiglia.

Samuel è sempre stato curioso sulla magia, nonostante non fosse un mago. Quindi sì, puoi capirmi quando dico che anche se è un babbano, rimane sempre stupefatto dalla magia, non spaventato, semplicemente stupefatto.

Lo stesso capitava a lei. La sua famiglia non era spaventata dalle sue capacità, in realtà ne era entusiasta.
Beh io stessa ammetto che le prime volte mi stupivo di quello che ero in grado di fare con la mia bacchetta. Ricordo ancora quanto fui sorpresa di vedere Miyabi sistemarmi il bagaglio con un solo incantesimo..
Una risatina accompagnò quel fugace ricordo. Primo giorno di scuola, primo anno. Lei che arriva in dormitorio con un grosso baule pieno zeppo di roba e la Grifondoro che con la bacchetta riordina tutto in un batter di ciglia. Quel momento lei non l'avrebbe mai scordato.

Mi prendeva sempre in giro quando mi allenavo con gli incantesimi e non mi riuscivano. Sempre a ridacchiare...una volta l'ho spaventato facendo volare un suo giocattolo mentre lui non guardava...quando il pupazzo gli è caduto in testa, ha fatto un salto di due metri sull'albero del giardino...non voleva più scendere

Sei stata crudele!
Replicò, unendosi alla risata. Quella era proprio quel genere di cose che non andrebbero mai fatte ma che invece è sempre divertente fare. Si chiamano dispetti ed è difficile resistervi, soprattutto a quelli magici.

La risata lentamente scemò, il discorso si focalizzò nuovamente su qualcosa di più impegnativo. I fiori che lui le aveva regalato, ad esempio. Quella era per lei la parte più bizzarra del racconto: un adolescente che regala fiori, non le era mai capitato di vederlo.
Forse apparteneva ad un'altra epoca? Un'epoca in cui gli uomini erano cavalieri e le donne dame?

Sì, fu una cosa strana anche per me, e la mia reazione la conosci, te l'ho detta. Merlino, è una cosa così...dolce, non è proprio da lui comportarsi così, e puoi immaginare la mia faccia.

No credo di poterla immaginare.. Io pure ne sarei rimasta sconvolta.
Lo era anche solo a sentire quel racconto, figuriamoci se lo avesse vissuto in prima persona. Probabilmente avrebbe reagito nel modo sbagliato, avrebbe creduto che fosse uno scherzo e si sarebbe escogitata una qualche vendetta per fargliela pagare.
Per fortuna quel genere di cose a lui non succedevano.

Non lo so Kay...forse proprio perché avevamo un rapporto così...confidenziale, ho avuto paura di scoprire cosa si nascondeva dietro quell'atteggiamento smielato. So solo che non sono molto contenta di come mi sono comportata, e come hai visto piango come una bambina tutte le volte che rivedo quelle parole...

Lei era molto diversa a Nevaeh, questo saltava all'occhio. Lei non sarebbe stata zitta. Avrebbe sbagliato anche lei, questo era indubbio, ma avrebbe affrontato la cosa in un modo diverso. Forse si sarebbe arrabbiata per lo scherzo, forse si sarebbe sentita presa in giro e per questo si sarebbe recata dal diretto interessato per chiarire, o per tirargli un pugno. Per questo non riusciva realmente a comprendere il comportamento della ragazzina di fronte a lei.
In ogni caso, non avresti dovuto fare finta di nulla.
Questa era forse un'ovvietà, ma andava detta. Prese il cartoncino con il biglietto ed iniziò a leggere.
Mi piace che tu abbia il broncio.
Mi piace che tu sia sempre più mia.
Mi piace che ti bruci.
Mi piace che non riesca a tenermi il muso.
E sono felice che tu mi voglia bene, perché io ne voglio a te.

Sempre tuo.

Lesse il tutto in silenzio, un paio di volte. Gli occhi si soffermavano su ogni parola, rimanendo sempre più stupita della loro intensità. Era incredula, più andava avanti, più quella le sembrava una cosa più grande di loro.
E' stato molto dolce.
Quello quantomeno era innegabile.
Ed anche romantico.
Anche quello non si poteva negare. Allungò la mano per riconsegnarle il biglietto, mentre i denti torturavano il labbro inferiore.
L'unico consiglio che si sentiva di darle in quel momento, gliel'aveva già dato: affrontare la situazione, di petto.

Lo so, forse un giorno...

Perchè posticipare? Non hai già aspettato abbastanza?
Le venne naturale replicare in quel modo. Che altro voleva attendere? Se voleva scusarsi con qualcuno, doveva farlo subito, perchè più si aspetta, più tempo si prende, è una specie di circolo vizioso.

Io...c-credo di sì...insomma...mi manca tantissimo, e vorrei fargli capire che tengo a lui quanto lui tiene a me...ma...sì, credo di esserlo

E allora penso che le stesse cose che stai dicendo a me, ora dovresti dirle a lui.
Mandagli un gufo.

Ora sembrava piuttosto risoluta, ma quello faceva parte del suo carattere. Ed anche se non sapeva come comportarsi in amore, sapeva come si sarebbe comportata nella sua vita. Forse quella lingua lunga che si ritrovava in bocca non era poi così sbagliata, in certe situazioni.
Non aggiunse altro. Ricambiò il sorriso ed il suo viso si fece un pochino più dolce. Gli occhi guardavano la figura impaurita di Neveah, ma non trovò altre parole di incoraggiamento. Uno sguardo che voleva dire "smettila di avere paura, se hai fatto un errore puoi ancora rimediare". E sperava davvero di essere stata utile, in qualche modo. Pur nella sua incapacità di trovare le parole giuste.
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Messaggioda Jorge » 02/12/2014, 23:11

[ 16 Aprile 2109 – Venerdì – ore 18.15 – Collinetta del Lago]


Allora siamo d’accordo? Questa sarà una serata tranquilla, nessun agguato in Sala Grande né in Dormitorio – perché secondo i suoi piani non sarebbe riapparso tra i vivi prima della mattina successiva - Festeggeremo tutti insieme domani allo Shamrock. – pausa di mezzo secondo, giusto il tempo perché Cappie annuisse convinta o divertiti o intenerita, o un mix di tutti questi sentimenti. Non era in grado di interpretare l’espressione della sua sorellina in quel momento né aveva molta voglia di farlo perché se si fosse soffermato troppo ad analizzare la situazione il panico si sarebbe impossessato di lui e addio serata romantica – E stasera se la Trama mi assiste mi regalerò una ragazza per il mio compleanno…

Una battuta infelice, forse quella del portoghese, pronunciata a mezza bocca per evitare che qualcuno oltre la Tassetta lo sentisse, ma sentita. Aveva infatti deciso di dichiararsi a Victoria il giorno del suo diciassettesimo compleanno in modo da rendere indimenticabile un giorno già di per sé importante. Se infatti nel Mondo Babbano quello poteva essere considerato un compleanno come un altro, nel Mondo Magico segnava il passaggio all’età adulta e con essa la possibilità di fare magie anche al di fuori della scuola. E Jorge aveva già in mente un paio di magie da fare quella sera per rendere perfetto il suo appuntamento.

Non potevi accontentarti di una torta?

Sollevò un sopracciglio di fronte a quella battuta ironica per allungare la mano nel tentativo, fallito, di colpire l’altra sulla punta del naso.

Ma a quella ci penserai tu no? E sarà enorme e cioccolatosa.

Affermò divertito, facendole la linguaccia prima di scappare via come se fosse rincorso da una mandria di Centauri inferociti, ignorando il peso sia della propria borsa che della chitarra di Cappie. Aveva un quarto d’ora di tempo prima dell’arrivo di Victoria– a lei aveva dato appuntamento alle 18.30 circa un quarto d’ora prima del tramonto, almeno in base alle carte astronomiche che aveva consultato – per rendere l’angolo della Collinetta che aveva scelto accogliente e non poteva sprecare neanche un secondo di più.

Migliorare un tale spettacolo della natura sarà un’impresa.

Commentò il delfino mentre, le borse posate ai piedi di un albero alle sue spalle e le mani nelle tasche dei jeans, contemplava il Lago Nero con al centro l’isolotto che si stendeva ai suoi piedi e in fondo le montagne dietro cui il sole sarebbe sparito da lì a poco.

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Certo un tramonto sull’acqua sarebbe stato molto più romantico ma non si poteva avere tutto dalla vita. Sorridendo quindi soddisfatto, Jorge iniziò ad armeggiare con la borsa, tirando fuori tutto l’armamentario che si era portato dietro. Stese un plaid colorato con diverse figure in movimento ai piedi dell’albero e sistemò ai quattro angoli delle lanterne di carta rossa, stile giapponese, di piccole dimensioni che aveva intenzione di accendere e far levitare intorno a loro non appena fosse diventato troppo buio. Dietro a un piccolo masso nascose la cesta da pic nic, riempita di nascosto dagli elfi domestici con una cena leggera e fatta tornare alle dimensioni naturali con un colpo di bacchetta – quanto gli piaceva poter finalmente fare le magie quando e come voleva senza chiedersi ogni volta se si trovasse o meno ancora nel perimetro di Hogwarts? – mentre la chitarra, a cui aveva promesso non avrebbe applicato nessun tipo di incantesimo, stava appoggiata al fianco dell’albero ancora nella sua custodia un po’ in disparte, nella speranza che non avrebbe attirato subito l’attenzione della sua Draghessa.

E’ quasi tutto perfetto…

Mormorò tra sé, riponendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni per poi voltare il viso verso il sentiero, attirato da un rumore di passi, e osservare la sua – si sperava – ragazza avvicinarsi a lui con un ampi sorriso felice che contagiava anche lo sguardo.

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Per quella serata speciale aveva optato per un look semi serio che però non lo facesse sentire a disagio o impacciato, con la giacca nera sopra una camicia di jeans e i capelli scompigliati ad hoc con una punta o due di gel.

Ora si che è tutto perfetto – affermò ad alta voce, andandole incontro e sfiorandole le labbra in un bacio dolce ma stuzzicante, la lingua che le accarezzava le labbra dopo averle dato un piccolo morsetto affettuoso – Sei bellissima lo sai?

Le soffiò a fior di labbra, andando a cercare la sua mano per compiere insieme gli ultimi passi fino al plaid.
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Messaggioda Victoria » 03/12/2014, 12:47

[handwriting]
• Venerdì _ Aprile, 16 _ 2109 _ ore 18.28 •


Meglio che vada, o arriverò in ritardo... ci vediamo dopo!

Salutò con un sorriso veloce le compagne di stanza prima di precipitarsi fuori dal dormitorio e successivamente dal portone del Castello: Jorge la stava aspettando, e a lei non piaceva arrivare fuori orario... specie in un giorno importante come quello, ovvero il compleanno del Delfino.
Delfino che la Randall ancora non sapeva come definire: nella sua romantica e classica visione delle cose, era il ragazzo a doversi dichiarare, o comunque chiedere alla persona con cui usciva di stare insieme; il fatto che Alvares non l'avesse ancora fatto le faceva sorgere il dubbio che o lei non aveva colto i giusti segnali - ma in quel caso avrebbe anche potuto giustificarsi dicendo che era stato il portoghese a non essere abbastanza esplicito - oppure era lui ad essere ancora in dubbio sullo stare insieme a meno.
Victoria, tuttavia, aveva deciso che quel giorno avrebbe assolutamente dovuto cercare di parlare con Jorge per D.I.R. - "Definire Il Rapporto", beati acronimi da college babbano - perché il non sapere cosa fosse per lui, se un'amica, una grande amica con cui baciarsi, una fidanzata, una pseudo-fidanzata senza impegno o chissà cosa diavolo altro, la stava facendo diventare matta.
Si era vestita al meglio delle sue possibilità - visto il tempo inglese sempre un po' strano - optando per qualcosa che fosse provocante, così da convincerlo magari a definirlo, quel cavolo di rapporto tra loro, ed anche un po' elegante vista la ricorrenza: un vestito senza spalline dunque, con scollo a cuore, scuro nel colore così da contrastare con l'incarnato chiaro della sua pelle; ballerine ai piedi - i tacchi sarebbero stati un po' troppo - capelli sciolti e poco trucco completavano l'opera che, si sperava, al ragazzo potesse piacere.

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Il regalo di compleanno di Jorge non l'aveva con sé, avendo deciso di fargli una sorpresa: avrebbe finto di non aver avuto modo né tempo di comprargli nulla, mentre in realtà, grazie alla collaborazione di altri Delfini, ciò che gli aveva preso lo aspettava sul letto della sua stanza, nel dormitorio in ala ovest.
Gli aveva già fatto gli auguri quella mattina, naturalmente, ma ora avrebbero potuto festeggiare da soli, e in una cornice romantica come quella della collinetta sul Lago Nero: Victoria arrivò un paio di minuti prima dell'orario previsto per l'appuntamento, ma il Delfino si trovava già lì, ed era stupendo.
Il suo sorriso le faceva sentire le farfalle nello stomaco e scaldava e sue guance fino a farle arrossire, ma non poteva farci proprio nulla... lo considerava il ragazzo più bello di tutta la scuola, e la cosa migliore era che possedeva altre mille qualità capaci di renderlo ancora più fantastico ai suoi occhi.

Ora si che è tutto perfetto.

Accelerò il passo per raggiungerlo, un sorriso radioso sulle labbra e il cuore che saltò un paio di battiti quando si salutarono con un bacio leggero ma eccitante - o forse era eccitante per lei che, da quando stava col portoghese, aveva perennemente gli ormoni su di giri.

Sei bellissima lo sai?

E tu non sei certo da meno, lo sai? - gli fece il verso divertita, intrecciando le dita della mano con le sue e seguendolo fino al plaid che aveva steso per terra.

So che te l'ho già detto questa mattina, ma... buon compleanno, Jorge. - niente nomignoli affettuosi, visto che non sapeva cosa fossero, ma ora che l'aveva accanto sentiva con più forza di prima la necessità di capire che direzione avesse preso il loro rapporto.

Possibilmente quella del fidanzamento, comunque.

Allora, ti hanno già festeggiato a dovere i tuoi compagni di Casata?
Ah, ho anche sentito dire in giro che pagherai da bere a tutto il tuo dormitorio, durante la prossima uscita ad Hogsmeade... quant'è falso, da uno a dieci?
- gli chiese divertita la Draghessa, non perché lui non potesse fare una cosa del genere, ma perché considerando che aveva sentito quelle parole pronunciate a mo' di battuta, aveva dato per scontato che fosse tale, o che al massimo qualche Delfino ci sperasse davvero.[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 04/12/2014, 15:15

Nervoso ed elettrizzato. Ecco come si sentiva Jorge quel pomeriggio mentre sistemava l'angolino della Collinetta sul Lago Nero che aveva scelto come luogo dove festeggiare in via privata il suo diciassettesimo compleanno con Victoria e, cosa più importante, per dichiararsi a lei in maniera chiara e definitiva. Forse far confluire due eventi così importanti nello stesso giorno poteva rivelarsi una mossa azzardata, sopratutto nella sciagurata ipotesi in cui la Draghessa non avesse ricambiato i suoi sentimenti e le sue aspettative nei confronti del loro rapporto, ma in fondo il Delfino era un tipo a cui piaceva rischiare e almeno, in caso di catastrofe, avrebbe avuto nei giorni successivi tutti i suoi amici intorno a impedirgli di sprofondare nella depressione più nera. Inoltre le parole - o forse erano urla disperate per quante volte erano state ripetute - di incoraggiamento di Cappie, secondo cui anche un vermicolo cieco si sarebbe reso conto di quanto profondo e sincero fosse l'affetto che la bionda americana nutriva per lui, avevano avuto sul ragazzo l'effetto di un litro di Felix Felicis tanto era l'ottimismo che impregnava ogni singolo atomo del suo corpo. Allora perchè era nervoso?

Andrà tutto bene... Mi sono esercitato... andrà tutto bene...

Si disse, resistendo alla tentazione di scompigliarsi i capelli che aveva così faticosamente sistemato con il gel, dando le spalle alla causa del suo nervosismo: la chitarra della O'Neill appoggiata un po' in disparte al tronco dell'albero alle sue spalle. In un eccesso di romanticismo aveva infatti deciso di dichiararsi facendo alla Draghessa una serenata al tramonto e adesso il suo ottimismo doveva fare i conti con la classica ansia da prestazione. Ogni preoccupazione evaporò all'istante non appena gli occhi del portoghese si posarono sulla figura della Randall, sostituita dal desiderio bruciante di lei, di costellare le sue spalle nude di tanti piccoli baci fino a perdersi in quella scollatura provocante. Incatenò il proprio sguardo a quello di lei, la parte che in assoluto preferiva per la loro espressività - anche se non l'avrebbe mai ammesso con nessuno - decretando che era la sua presenza a rendere perfetto tutto ciò che aveva preparato e sottolineando l'ovvio e cioè che fosse bellissima. La baciò, cercando di trattenere con scarso successo il trasporto e l'eccitazione che provava per lei, convincendosi che a rispettare il "piano" e rimandare le effusioni a dopo il calar del sole, per poi prenderla per mano e avvicinarsi insieme al plaid.

E tu non sei certo da meno, lo sai?

Non potevo correre il rischio di farti sfigurare...

Perchè l'estetica era decisamente l'ultima delle sue priorità e preoccupazioni ma ci teneva a essere se non perfetto almeno poco criticabile quando era in compagnia della ragazza proprio per non farle fare brutta figura e dal sorriso divertito che stava esibendo era palese - o almeno sperava che lo fosse - che quello per lui non era un gran sacrificio, non finchè avrebbe potuto vantare una stilista - Cappie - personale che si occupava di dare un senso estetico al suo armadio.

So che te l'ho già detto questa mattina, ma... buon compleanno, Jorge.

Grazie piccola.

Mormorò in risposta usando quel nomignolo già usato in passato perchè, appunto, per lui che fossero fidanzati era una cosa scontata e ovvia. Si sedette, coprendo in parte con la schiena la chitarra alle sue spalle, per poi invitare la ragazza a sistemarsi alla sua sinistra in una scelta strategica in modo che, durante la piccola esibizione, lei avrebbe potuto godere del tramonto e lui di un primo piano sul suo bellissimo viso.

Allora, ti hanno già festeggiato a dovere i tuoi compagni di Casata?

Se essere svegliato alle sei del mattino da Mike e Kuno che ti saltano sul letto con te ancora dentro lo consideri un esempio di festeggiamento allora si, l'hanno fatto.

Ah, ho anche sentito dire in giro che pagherai da bere a tutto il tuo dormitorio, durante la prossima uscita ad Hogsmeade... quant'è falso, da uno a dieci?

Hummm... direi quattro. Ho in programma di passare la giornata di domani tra lo Shamrock e Mielandia a gozzovigliare ma solo con un paio di Delfini, alcuni Grifi - tra cui ovviamente visino di pesca e il gigante buono - la mia sorellina e ovviamente tu se vorrai accettare di scendere al villaggio insieme a me.

Le prese la mano destra e se la portò alle labbra in modo da concludere la frase/proposta con un galante baciamano. Era chiaro che intendesse come fidanzata e non come amica? Non ne era certo ma tanto qualsiasi dubbio sarebbe stato sciolto da lì a una manciata di minuti visto che il sole stava iniziando a tramontare.

Ho una piccola sorpresa per te... Si lo so che solitamente il giorno del compleanno le sorprese si ricevono e non si fanno ma volevo che fosse un giorno speciale per entrambi quindi... - le diede le spalle giusto il tempo per prendere la chitarra e rimettersi in posizione - Confesso che è stata Cappie ad aiutarmi a scegliere la canzone ma me ne sono innamorato fin dalle prime note... un po' com'è accaduto con te.

Aggiunse con un sorriso timido e le guance colorate di rosso imbarazzo, il tono di voce un po' più basso.

Spero che ti piaccia.

Prese quindi un profondo respiro e mentre alle sue spalle il sole iniziava a calare nell'aria si spandevano le prime note della canzone

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Hey there Victoria
What's it like in New York City?
I'm a thousand miles away
But girl, tonight you look so pretty
Yes you do
Times Square can't shine as bright as you
I swear it's true


(Hey Victoria,
come è New York City?
Sono lontano mille miglia,
ma, ragazza, stasera sei così carina.
Si, è così.
Times Square non brilla quanto te,
giuro che è la verità.)


Hey there Victoria
Don't you worry about the distance
I'm right there if you get lonely
Give this song another listen
Close your eyes
Listen to my voice, it's my disguise
I'm by your side


(Hey Victoria,
non ti preoccupare per la distanza,
sono li se ti senti sola.
Ascolta un'altra volta questa canzone,
chiudi gli occhi,
ascolta la mia voce, è il mio travestimento.
Sono al tuo fianco.)


Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me (x2)
What you do to me


(Ohhh, è l'effetto che mi fai.
Oh, è l'effetto che mi fai. (x2)
L'effetto che mi fai.)


Le rivolse un sorriso innamorato pensando non per la prima volta quanto quella canzone sembrasse essere stata scritta appositamente per loro. Prima le vacanze estive, poi i M.A.G.O.... ben presto i tempi in cui potevano vedersi tutti i giorni ogni qualvolta desideravano sarebbero finiti ma questo non doveva intristire nessuno dei due. Se lei avesse voluto, lui le sarebbe stato accanto sempre, materializzandosi al suo fianco ogni qualvolta ne avesse avuto bisogno perchè era innamorato di lei, perchè quello era l'effetto che gli faceva.

Hey there Victoria
I know times are getting hard
But just believe me, girl
Someday I'll pay the bills with this guitar
We'll have it good
We'll have the life we knew we would
My word is good


(Hey Victoria,
lo so che i tempi si stanno facendo duri,
ma credimi, ragazza,
un giorno pagherò le bollette con questa chitarra.
Ce l'avremo,
avremo la vita che volevamo.
Ti do la mia parola.)


Non ne avevano mai parlato - perchè avrebbero dovuto farlo quando ancora non era sicuro che stessero insieme? - e forse era giunto il momento di farlo. Il momento di prendere qualche impegno serio, di programmare il futuro insieme, di gettare le basi per costruirlo giorno per giorno e lui un piccolo impegno lo stava prendendo, che si sarebbe preso cura di lei, forse non con il tenore di vita a cui era abituata ma facendo in modo che non le mancasse nulla.

Hey there Victoria
I've got so much left to say
If every simple song I wrote to you
Would take your breath away
I'd write it all
Even more in love with me you'd fall
We'd have it all


(Hey Victoria,
ho ancora così tante cose da dire.
Se ogni singola canzone che scrivo per te
ti facesse mancare il respiro,
scriverei tutto.
Ti innamoreresti di me ancora di più.
Avremo tutto.)


Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me (x2)


(Ohhh, è l'effetto che mi fai.
Oh, è l'effetto che mi fai. (x2))


Le rivolse un sorriso imbarazzato, guardandola dritta negli occhi nella speranza di scorgere un qualche segno che gli dicesse che si, anche lei era innamorata di lui.

A thousand miles seems pretty far
But they've got planes and trains and cars
I'd walk to you if I had no other way
Our friends would all make fun of us
and we'll just laugh along because we know
That none of them have felt this way
Victoria I can promise you
That by the time we get through
The world will never ever be the same
And you're to blame


(Mille miglia sembrano così lontani,
ma ci sono aerei e treni e auto;
verrei da te a piedi se non ci fossero altri modi.
Tutti i nostri amici ci prenderebbero in giro,
e noi rideremo con loro perchè
sappiamo che nessuno di loro si è mai sentito così.
Victoria, ti prometto
che quando ce la faremo,
il mondo non sarà mai più lo stesso,
e la colpa sarà tua.)


Hey there Victoria
You be good and don't you miss me
Two more years and you'll be done with school
And I'll be making history like I do
You'll know it's all because of you
We can do whatever we want to
Hey there Victoria here's to you
This ones for you


(Hey Victoria,
sii buona e non sentire troppo la mia mancanza.
Ancora due anni e avrai finito con la scuola,
e io starò facendo la storia, come adesso.
Saprai che è tutto per merito tuo.
Possiamo fare tutto quello che vogliamo.
Hey Victoria, ecco per te,
questa è per te.)


Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
What you do to me


(Ohhh, è l'effetto che mi fai.
Oh, è l'effetto che mi fai. (x2)
L'effetto che mi fai.
Oh oh oh oh)


Pizzicò ancora un po' le corde della chitarra in modo che il suono sfumasse lentamente fino a quando non furono avvolti solo dal rumore della natura intorno a loro.

Victoria Randall vuoi farmi l'onore di essere la mia fidanzata?
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Messaggioda Victoria » 04/12/2014, 22:04

[handwriting]Non potevo correre il rischio di farti sfigurare...

Ma perché, c'era la possibilità che ciò potesse accadere? Non secondo l'ottica della Draghessa, che trovava il Delfinazzurro splendido, assolutamente perfetto; gli prese la mano con un sorriso compiaciuto e le farfalle nello stomaco - come sempre quando si vedevano - sedendosi sul morbido e caldo plaid poggiato sull'erba e augurandogli intanto nuovamente buon compleanno.

Grazie piccola.

Quanto le piaceva quando la chiamava in quel modo!
Le faceva capire che Jorge teneva a lei più che come una semplice amica... anche se il momento di definire il loro rapporto non era ancora arrivato.
Meglio non pensarci, al momento, e concentrarsi sul portoghese e sul compimento dei suoi 17 anni: dopotutto era quello il motivo che rendeva la giornata speciale, no? A tal proposito, la Randall s'informò se i compagni di Casata avessero festeggiato a dovere l'amico.

Se essere svegliato alle sei del mattino da Mike e Kuno che ti saltano sul letto con te ancora dentro lo consideri un esempio di festeggiamento allora si, l'hanno fatto.

Beh, suppongo che nella loro ottica l'intento fosse proprio quello! - esclamò Victoria ridendo, prima di chiedergli se una voce che aveva sentito, e cioè che Alvares avrebbe pagato da bere all'intero dormitorio dei Delfini alla successiva uscita ad Hogsmeade, fosse vera o meno.

Hummm... direi quattro. Ho in programma di passare la giornata di domani tra lo Shamrock e Mielandia a gozzovigliare ma solo con un paio di Delfini, alcuni Grifi, la mia sorellina e ovviamente tu se vorrai accettare di scendere al villaggio insieme a me.

Potrei mai rifiutare un invito del genere, con tanto di baciamano? - domandò in risposta l'americana, con un sorriso felice e le guance appena rosse.

Le faceva piacere, tanto, che lui la includesse nelle sue uscite con gli amici, e poi andava molto d'accordo con Cappie ed era contenta di poter passare del tempo con lei.

Ho una piccola sorpresa per te...

Ma scusa, sei tu il festeggiato e non io!

Si lo so che solitamente il giorno del compleanno le sorprese si ricevono e non si fanno ma volevo che fosse un giorno speciale per entrambi quindi...

Sbirciò lateralmente quando lui si volse, cercando di capire cosa stesse prendendo tra le mani per poi spalancare appena gli occhi: non l'aveva mai sentito suonare/cantare, non aveva mai partecipato di straforo ad una prova del Coro... quindi immaginare cosa il ragazzo stesse per fare le faceva già battere fortissimo il cuore.
Ed era solo l'inizio.

Confesso che è stata Cappie ad aiutarmi a scegliere la canzone ma me ne sono innamorato fin dalle prime note... un po' com'è accaduto con te.

Quanti battiti salto il cuore in quel momento? Troppi per tenerne il conto.
Le guance avvamparono all'istante, lo stormo di farfalle nello stomaco si moltiplicò di botto, e la Randall rimase a fissarlo con la bocca semi-aperta, come se non potesse credere alle sue orecchie: l'amava?
No, sul serio... l'amava?

Spero che ti piaccia.

Il tempismo con cui prese a cantare fu perfetto, poiché coincise con l'inizio del tramonto... e così, Victoria poté godere di un doppio spettacolo: il Sole che, calando, sembrava immergersi nelle placide acque del Lago Nero, tingendole di rosso, e il Delfinazzurro che si mise a cantare... per lei.

Hey there Victoria
Don't you worry about the distance
I'm right there if you get lonely
Give this song another listen
Close your eyes
Listen to my voice, it's my disguise
I'm by your side


La distanza...
Logico, presto lui si sarebbe diplomato mentre lei sarebbe rimasta lì ancora per due anni, un tempo che le sembrava lunghissimo a dire il vero: a volte, doveva ammetterlo, si era anche chiesta se la sua storia con Jorge - ammesso che diventasse seria e stabile - sarebbe potuta sopravvivere una volta che lui fosse uscito da Hogwarts... ed ora quella quella canzone le stava dando la risposta che tanto cercava.

Hey there Victoria
I've got so much left to say
If every simple song I wrote to you
Would take your breath away
I'd write it all
Even more in love with me you'd fall
We'd have it all


Lui aveva un sorriso imbarazzato in volto, l'americana gli occhi velati di lacrime di commozione.
Mai nessun ragazzo era stato tanto romantico con lei, mai nessuno l'aveva mai fatta sentire speciale...
E per nessuno prima Victoria aveva mai provato quelle sensazioni, al punto da pensare che sì... poteva essere amore.

Hey there Victoria
You be good and don't you miss me
Two more years and you'll be done with school
And I'll be making history like I do
You'll know it's all because of you
We can do whatever we want to
Hey there Victoria here's to you
This ones for you


Il Sole era tramontato ormai, e le ultime note sfumavano nell'aria intorno a loro: il silenzio era calato, tra i due, ma la Randall aveva come la sensazione che il proprio cuore stesse battendo così forte, in quel momento, da poter essere udito anche dal Delfino accanto a sé.

Victoria Randall vuoi farmi l'onore di essere la mia fidanzata?

... sì, certo che voglio essere la tua fidanzata!

In quei brevi istanti che precedettero la risposta della bionda, sul volto di lei si formò un lento ma gigantesco ed inconfondibile sorriso: si lanciò su di lui, ritrovandosi a ridere e piangere insieme, cercando la sua bocca per depositarvi sopra tanti piccoli bacini ed abbracciandolo con la gioia di chi ha ricevuto un regalo tanto inaspettato quanto bello.

Oh, Jorge, è la canzone più bella che io abbia mai sentito! - esclamò mentre le lacrime le scendevano ancora lungo le guance, inumidendole - Hai una voce bellissima, tu sei bellissimo, e... io pensavo non me l'avresti mai chiesto! - a dimostrazione che no, per l'americana non era affatto scontato lo stare insieme.

Quindi tu... mi ami? - domandò poco dopo, scrutando il suo volto con aria incerta - Perché anche io ti amo, ma credo di averlo realizzato solo adesso, e... oh, sono così felice!! - e giù ad abbracciarlo e baciarlo ancora.

Decisamente la Randall era una che dava soddisfazione.[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 05/12/2014, 23:38

Beh, suppongo che nella loro ottica l'intento fosse proprio quello!

Oppure di mettere in atto il delitto perfetto.

Ribattè divertito perché in fondo, molto in fondo, oltre il piccolo livido che il gomito ossuto di Kuno gli aveva lasciato su un fianco, era stato molto contento di ricevere quel trattamento, specchio di quanto i suoi due compagni di dormitorio tenessero a lui. E infatti sarebbero stati loro, insieme ad altri tre Delfini, a beneficiare della generosità del portoghese il giorno successivo che avrebbero passato in giro per Hogsmeade tra pub e dolciumi. Ci sarebbe stata anche una super mega torta – se no Cappie ne avrebbe pagato le conseguenze a vita – adornata con diciassette magiche candeline e insieme a lui i pochi ma ottimi amici che si era fatto in quei sette anni di scuola come Miyabi ed Ethan Travis, quella testa calda della Everett e il Capitano, se fosse riuscito a raggiungerli. L’unica che mancava all’appello era proprio Victoria perchè non voleva fosse una “semplice” ospite ma la sua accompagnatrice e come tale andava invitata come si doveva.

Potrei mai rifiutare un invito del genere, con tanto di baciamano?

Ho fatto bene i compiti a casa allora, eh?

Commentò facendole l’occhiolino, la mano destra che le sfiorava la guancia arrossata con tenerezza. In realtà la cosa più bella dello stare insieme alla Randall era che non doveva forzarsi a fare nulla perché qualsiasi gesto, per quanto romantico, goffo o fuori luogo potesse sembrare, gli veniva spontaneo perché nasceva direttamente dal cuore. Lo stesso si poteva dire del suo desiderio di dichiararsi alla bionda americana con una serenata al tramonto, anche se l’ansia da prestazione che gli stava attanagliando lo stomaco poteva far pensare il contrario. L’idea era stata sua anche se, senza l’aiuto di Cappie, non sarebbe mai riuscito a realizzarla, sia perché privo di una chitarra propria sia perché avrebbe impiegato secoli a trovare la canzone giusta, cosa che invece aveva richiesto alla sua sorellina il tempo di due BurroBirre. Era rimasto con la bocca spalancata e gli occhi sgranati la prima volta che l’aveva ascolta, incapace di credere che qualcosa fosse stato in grado di scrivere una canzone che parlasse esattamente di loro due, e se ne era innamorato all’istante, deciso a far si che diventasse la “loro” canzone. Prese un enorme respiro e, mentre il sole tramontava alle sue spalle, lasciò che alle parole di qualcun altro il compito di raccontare a Victoria cosa provasse per lei, quale pezzo importante della sua vita fosse diventata e come avesse intenzione di stare insieme a lei per un tempo indefinito, per nulla spaventato dalla lontananza post diploma o dalle difficoltà insite nel crearsi un futuro insieme. Mentre cantava spostava lo sguardo dalle corde al viso di lei, per coglierne le sfumature e farsi un’idea dell’effetto che quelle parole stavano avendo su di lei, senza però giungere a nessuna conclusione. Gli occhi lucidi che lo stavano guardando erano un segnale positivo o negativo? L’unico modo per scoprirlo era di giungere fino in fondo alla canzone e chiederlo direttamente a lei, senza indugi, tentennamenti né giri di parole. Trattenne il fiato dopo aver posto la fatidica domanda, il battito forsennato del proprio cuore che si univa a quello di lei riecheggiando sulla Collinetta come il battito di mille tamburi impazziti.

... sì, certo che voglio essere la tua fidanzata!

Rimase pietrificato per una manciata di secondi, come se il suo cervello fosse troppo su di giri per processare la risposta che nelle ultime settimane si era sognato praticamente ogni notte così quando lei gli si lanciò contro non ebbe la prontezza di riflessi di rallentarne la corsa con il proprio corpo. Per fortuna che subito dopo aver terminato la canzone aveva rimesso la chitarra a posto, perché se no sarebbe finita a terra insieme a loro. In ogni caso non un lamento si levò dalle labbra del Delfino per essere finito disteso sul plaid con Victoria accoccolata sul petto, troppo impegnato a ricambiare i baci della ragazza e a stringerla forte a sé, le mani che le accarezzavano la schiena con gesti lenti e teneri nel tentativo di tranquillizzarla. Sarà che era uomo ma perché piangere se era contenta, come i suoi baci dimostravano?

Oh, Jorge, è la canzone più bella che io abbia mai sentito! Hai una voce bellissima, tu sei bellissimo, e... io pensavo non me l'avresti mai chiesto!

Le rivolse uno sguardo innamorato, sistemandole una ciocca ribelle dietro e sfiorandole in quel modo la guancia, per poi avvolgerle entrambe le braccia intorno alla vita e trascinare entrambi in una posizione meno stimolante – averla distesa sopra con quel miniabito sexy addosso era un incitamento al sesso selvaggio – con lui semiseduto con le spalle appoggiare al tronco e lei tra le sue gambe, non più premuta sulla sua erezione che iniziava a diventare ingestibile.

Ho davvero corso questo rischio… - confessò a voce bassa giocherellando con i suoi capelli – Avevo erroneamente dato per scontato che fosse ovvio che volessi stare con te, che ti considerassi la mia ragazza e se non fosse stato per una piccola Tassetta impicciona non avrei mai compreso il mio errore.

Non si vergognava di essere stato così tonto e Victoria aveva il diritto di conoscere tutti gli innumerevoli difetti del suo fidanzato, sperando che questo non la spingesse a cambiare idea.

Quindi tu... mi ami?

Era un azzardo, un fare il passo più lungo della gamba, dirle di si? Ma se non era amore quel sentimento che gli faceva battere il cuore a mille, che materializzava il viso della Randall nella sua mente tutte le mattine non appena apriva gli occhi, che lo spingeva a cercarla sempre quando entrava in Sala Grande o in Biblioteca, che lo faceva sentire felice e completo in sua compagnia, allora cosa poteva essere mai?

Direi proprio di si.

Sicuro di sé, lo sguardo incatenato a quello di lei affinchè potesse scorgere la sincerità delle sue parole.

Perché anche io ti amo, ma credo di averlo realizzato solo adesso, e... oh, sono così felice!!

Non sapeva cosa rispondere, forse perché non c’era nulla da dire se non stringerla forte a sé e ricambiare i suoi baci con passione e amore, quell’amore che si erano appena dichiarati e che, si sperava, li avrebbe uniti per sempre. Approfondì quindi il bacio, insinuando la lingua nella sua bocca alla ricerca della gemella da coccolare e vezzeggiare, mentre le mani scivolavano lungo la sua schiena giù verso il sedere e oltre ad accarezzare la pelle nuda delle cosce. La morbidezza della sua pelle gli diede una scossa di eccitazione e, con un piccolo ringhio di desiderio, se la tirò ancora di più contro, facendo aderire maggiormente i loro corpi e approfondendo maggiormente il bacio, se possibile. In un angolino remoto della sua mente sapeva che doveva fermarsi, che quella serata era improntata al romanticismo e che, in ogni caso, Victoria gli aveva già fatto capire di non sentirsi pronta per andare oltre, ma in fondo aveva solo diciassette anni e i suoi ormoni erano decisamente in soprannumero rispetto a qualsiasi buon senso. Diede a entrambi il tempo di riprendere fiato, disseminando il collo e la spalla nuda di piccoli baci famelici mentre una mano risaliva dalla coscia, insinuandola sotto la gonna del vestito con l’intento di soffermarsi ad accarezzare la porzione di pelle del sedere sotto il bordo delle mutandine. Peccato che di stoffa non ce ne fosse e così Jorge si trovò ad accarezzare direttamente il sedere sodo e invitante della Randall.

Tu vuoi farmi morire…

Le sussurrò all’orecchio con voce roca per l’ eccitazione.
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Messaggioda Victoria » 06/12/2014, 0:03

[handwriting]Oppure di mettere in atto il delitto perfetto.

Che perfetto non sarebbe stato, viste le impronte che avrebbero rilasciato sul tuo cadavere... - avrebbe potuto citare qualche magia analoga, ma la Randall aveva dimostrato da tempo di essere una strega Purosangue delle più atipiche.

L'idea di passare con lui e i suoi amici il giorno in cui avrebbe festeggiato pubblicamente -e non solo privatamente con lei - la elettrizzava, comunque, perché la faceva sentire attivamente parte della sua vita: e poi non avrebbe dimostrato di tenere al loro rapporto, se non le avesse chiesto di stare con lui in quell'occasione, di essergli accanto come sua ragazza, no? Quelle congetture speranzose divennero - finalmente! - realtà, quando il Delfinazzurro le si dichiarò nel modo più dolce e romantico che la mente della Draghessa potesse concepire.
La canzone era perfetta perché parlava di loro, e soprattutto metteva in chiaro che il portoghese non era spaventato all'idea di dover passare del tempo lontani - lei ancora ad Hogwarts, lui alle prese col lavoro e la vita vera - e se la prospettiva non inquietava lui, perché avrebbe dovuto farlo con l'americana?
Victoria sapeva che, fino a che tra loro ci fosse stato del sentimento, gli sarebbe stata oltremodo fedele - e nel caso avrebbe comunque preferito lasciarlo prima di fare qualcosa con un altro - doveva solo essere convinta che anche Alvares si sarebbe comportato allo stesso modo... e lei ci credeva.
Perciò, quando Jorge alla fine le chiese di stare insieme, la sua istintiva, spontanea e raggiante risposta fu ovviamente affermativa, accompagnata dallo slancio che la Dragargenteo fece verso il corpo del fidanzato - sì, fidanzato! - per disseminargli le labbra di piccoli baci; si strinse forte a lui, beandosi di quel contatto che ora le sembrava ancora più solido di prima, perché stavano insieme.
Oh sì, erano una coppia... non vedeva l'ora di dirlo alle sue compagne di Dormitorio, e a Cappie naturalmente!
Si lasciò sistemare meglio accanto a lui - giusto per non rendergli ancora più difficile controllarsi, ed anche perché così controllava meglio anche i propri, di ormoni - strofinando la guancia al petto di lui mentre il Delfino giocava coi suoi capelli biondi.

Ho davvero corso questo rischio…

In che senso?

Avevo erroneamente dato per scontato che fosse ovvio che volessi stare con te, che ti considerassi la mia ragazza e se non fosse stato per una piccola Tassetta impicciona non avrei mai compreso il mio errore.

Oh... forse avrei dovuto essere io a dimostrarmi più perspicace... - commentò la Randall, appena imbarazzata - Diciamo che ci siamo dimostrati un po' tonti entrambi, per motivi diversi! - esclamò, ridendo di gusto - E dovrò ringraziare Cappie quanto prima per averti dato una piccola spinta, altrimenti non so proprio come sarebbe finita!

Tipo con lei che gli faceva una mezza scenata perché isterica ormai a causa del loro rapporto indefinito, e lui che cascava dal babbano pero perché convinto che non ce ne fosse minimamente bisogno.
Invece Jorge si era dichiarato, lei aveva accettato di stare con lui... e si amavano; o almeno, lei lo amava, il Delfino ne era altrettanto convinto?

Direi proprio di si.

Chiuse gli occhi dopo aver confermato che sì, anche lei lo amava, intrecciando la lingua con la sua e risalendo con la mano fino alla base della nuca del portoghese, affondando la mano tra i suoi capelli corti e sospirando col respiro appena un po' affannato per i baci che lui le stava dando, e per la vicinanza dei loro corpi.

Mmh...

Non si aspettava che Alvares si spingesse con la mano sotto la gonna e fino al sedere, altrimenti gli avrebbe fatto presente che non portava propriamente delle mutandine classiche, bensì qualcosa di più provocante ma, nella sua ottica, anche molto più comodo.

Tu vuoi farmi morire…

Non l'avevo programmato... - sussurrò in rimando, mordicchiandogli il labbro inferiore - Ma mi piace sentire l'effetto che ho su di te... - ammise.

Perché lui era un ragazzo fantastico, e lei una femmina a cui piaceva avere la consapevolezza di piacere a chi le interessava: tuttavia non voleva che la situazione degenerasse - non lì, comunque - per questo si staccò appena dalle labbra invitanti del Delfino, sorridendogli.

Se aiuta, mi faccio un po' più in là.
Non voglio farti impazzire di desiderio, ma vorrei che la nostra prima volta fosse un po' più... intima?
- ovvero non in mezzo alla natura, per la precisione.

Era stata molto sincera nell'esprimergli quella preferenza, ma sperava di aver fatto la cosa giusta, perché era sulla sincerità che un rapporto, soprattutto se appena nato, si doveva basare.[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 07/12/2014, 13:18

Che perfetto non sarebbe stato, viste le impronte che avrebbero rilasciato sul tuo cadavere...

Esattamente Watson!

Esclamò divertito, sfiorandole la punta del naso – che trovava adorabile – con una lieve carezza del dito. Quanto gli piaceva poter parlare con lei liberamente, usando ora una metafora babbana ora una magica in base all’argomento o anche solo all’umore? Tantissimo perché gli permetteva di essere se stesso al 100%. Quando era in compagnia di Victoria poteva in un certo senso spegnere il cervello e lasciarsi guidare semplicemente dall’istinto, consapevole che qualsiasi cosa avesse detto o fatto l’altra lo avrebbe compreso – rimproverato o assecondato in base alle circostanze – e non considerato un pazzo o un alieno. Era per quello – anche se non solo, mille erano i pregi che la Randall aveva agli occhi del Delfino – che voleva che prendesse parte, il giorno dopo, ai festeggiamenti per il suo compleanno come la sua ragazza, ed era per quello che aveva deciso di dichiararsi a lei “ in grande stile”, con una serenata al tramonto e una canzone che metteva a nudo i suoi sentimenti per lei. Dopo quelle note non ci sarebbero stati più dubbi né tentennamenti ma solo certezze. A diciassette anni appena compiuti, e forse proprio grazie alla giovane età, Jorge si sentiva pronto per una relazione seria, fatta di promesse ed impegni che avrebbe cercato di mantenere a ogni costo. Sarebbe stato difficile, soprattutto i primi tempi, riuscire a barcamenarsi tra tutti gli obblighi che avrebbe dovuto assolvere per poter gettare le basi di un solido futuro lavorativo ma era fiducioso di riuscire a trovare un equilibrio e desideroso affichè esso comprendesse la Draghessa. Dal modo in cui la bionda americana reagì alla sua dichiarazione – saltandogli addosso all’improvviso tanto che finirono entrambi distesi per terra l’uno sopra l’altro - i sentimenti che provavano l’un l’altro erano ampliamente ricambiati così come i progetti per il futuro. Si amavano e si fidavano l’uno dell’altro. Con queste premesse due anni di lontananza – il tempo che anche Victoria prendesse i suoi M.A.G.O. – non rappresentavano un ostacolo insormontabile. Jorge si sentiva come se potesse toccare il cielo con dito se solo avesse sollevato la mano – cosa che non voleva assolutamente fare visto che erano entrambe impegnate ad accarezzare la sua fidanzata – e pensare che non avrebbe mai provato nulla del genere se non fosse stata per la sua sorellina che gli aveva aperto gli occhi su come non fosse per nulla palese ciò che provava per la Randall.

Oh... forse avrei dovuto essere io a dimostrarmi più perspicace...

Assolutamente no. Dovevo essere io a rendermi conto che una ragazza come te – dolce e sensibile – si meritasse una dichiarazione in piena regola.

Diciamo che ci siamo dimostrati un po' tonti entrambi, per motivi diversi! E dovrò ringraziare Cappie quanto prima per averti dato una piccola spinta, altrimenti non so proprio come sarebbe finita!

Nella classica, babbana tragedia greca caratterizzata da una spirale di incomprensioni e non detti che avrebbe logorato il loro rapporto tanto che, quando e se fossero giunti a chiarirsi, ormai non sarebbe più esistito un “loro”. Scosse la testa per scacciare quelle immagini funeste e confermare che era senza alcun dubbio innamorato di lei per poi perdersi in lei, nel sapore dei suoi baci e nella morbidezza della sua pelle. Troppa pelle nuda, quella al di sotto del vestito, perché potesse rimanere indifferente e infatti le mani del portoghese indugiarono molto sulla curva soda e perfetta del sedere della ragazza, sfiorando con eccitazione quella piccola porzione di tessuto non nascosta in quel luogo proibito che accendeva la sua fantasia erotica. Per un attimo staccò la spina al cervello, lasciando i suoi ormoni liberi di immaginare scenari erotici e forse un po’ perversi, chiedendosi come sarebbe stato giocherellare con quel filo di tessuto, che effetto avrebbe prodotto nella sua fidanzata. Un sospiro più profondo dei precedenti, carico di desiderio represso, sfuggì dalle labbra del Delfino, accompagnato da un mormorio di assenso per la scelta dell’intimo.

Non l'avevo programmato... Ma mi piace sentire l'effetto che ho su di te...

Inarcò lievemente il bacino in avanti in modo che Victoria comprendesse la portata dell’effetto che aveva su di lui in base alla durezza della sua erezione.

Se aiuta, mi faccio un po' più in là.

Vuoi torturarmi ancora un po’?

Chiese con un tono di voce scherzoso perché per come stava messo l’unica cosa che l’avrebbe aiutato era tornare di corsa al suo Dormitorio e buttarsi sotto un getto di acqua gelata. Oppure rendersi conto che non avevano la stessa idea su come concludere la serata, cosa che puntualmente accadde subito dopo.

Non voglio farti impazzire di desiderio, ma vorrei che la nostra prima volta fosse un po' più... intima?

Dici che potrebbe esserci qualche animale in agguato pronto a spiare le tue bellissime curve? – la strinse un po’ più a sé, come a volerla nascondere agli occhi altrui, voltando la testa a destra e a sinistra alla ricerca di eventuali spioni a quattro zampe. Era una scenetta messa su per stemperare l’atmosfera ma ciò non toglieva che Jorge fosse estremamente geloso della sua ragazza - E comunque non ho fretta… ok il mio corpo ha una fretta del diavolo, un desiderio del tuo che mi sta facendo ammattire ma – e assunse un tono serio – non sono gli ormoni a comandare quindi posso tranquillamente aspettare tutto il tempo che ti serve. E per evitare altre situazioni imbarazzanti sarai tu a dover prendere l’iniziativa. – nel caso in cui Victoria avesse tentato di protestare Jorge le avrebbe posato l’indice sulle labbra per farla tacere e le avrebbe spiegato il suo pensiero. – Non devi necessariamente saltarmi addosso, per quanto l’idea mi solletichi non poco, basta che mi fai capire che il momento è quello giusto – perché pronta o perché il luogo era consono o per qualsiasi altro motivo - Piccola ti amo e voglio rispettare i tuoi desideri ma oggettivamente le probabilità di riuscire a ritagliarci abbastanza privacy qui a Hogwarts sono davvero scarse. Voglio solo che quelle volte che riusciamo a coccolarci un po’tu non ti debba preoccupare di essere troppo sexy e provocante per me e abbia la certezza che le mie piccole “esplorazioni” non sconfineranno mai in qualche luogo proibito.

Rimase un attimo o due in silenzio, pregando di essere stato in grado di esporre il proprio punto di vista che, tecnicamente, doveva tutelare la ragazza e la naturalezza del loro stare insieme.

E ora, se non ti spiace, è meglio se ti siedi un po’ più in là in modo che possa apparecchiare la cena e riportare all’ordine gli ormoni.

Aggiunse facendole l’occhiolino e rivolgendole un sorriso dolce e divertito.
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Messaggioda Victoria » 07/12/2014, 22:40

[handwriting]Esattamente Watson!

Rise dolcemente all'esclamazione di Jorge, chiedendosi quanto dovesse essere bello per lui poter parlare in un certo modo - babbano - con lei, e quanto per Victoria stessa fosse bello avere accanto una persona che conosceva entrambi i mondi; i Purosangue non erano tutti bigotti e vecchio stampo, naturalmente, ma pochi potevano vantare un background scolastico e sociale nel mondo babbano... il che la spingeva sempre ad essere vista come atipica - e quasi mai si trattava di un complimento.
Col Delfino, però, certe paure non avevano proprio ragione di esistere, caso mai invece diventavano un mezzo in più per passare del tempo insieme sempre nel migliore dei modi: tempo che forse nemmeno ci sarebbe stato, se il ragazzo non le si fosse dichiarato dietro suggerimento della migliore amica; entrambi, dunque, erano stati tonti nel loro essere, lui non pensando fosse doveroso dichiararsi ufficialmente, lei non capendo che se ciò non era accaduto era solo perché, per il portoghese, non ce n'era bisogno.
Ora però erano lì insieme, comunque, a godersi quel romanticissimo tramonto abbracciati l'uno all'altra, baciandosi ed accarezzandosi: e le carezze di Alvares, ad un certo punto, raggiunsero una zona ben precisa del corpo dell'americana, una zona che contribuì ad eccitarlo - in modo palese e impossibile da fraintendere - non poco; da una parte, come ragazza, la Randall era ben felice di percepire quanto il proprio corpo lo stuzzicasse e mandasse su di giri gli ormoni di lui... dall'altro, però, non si sentiva pronta per consumare la loro prima volta lì, in quel momento.

Dici che potrebbe esserci qualche animale in agguato pronto a spiare le tue bellissime curve?

Rise per le espressioni e movimenti buffi di Jorge, scuotendo il capo e facendo così danzare i capelli intorno al proprio viso.

E comunque non ho fretta… ok il mio corpo ha una fretta del diavolo, un desiderio del tuo che mi sta facendo ammattire ma non sono gli ormoni a comandare quindi posso tranquillamente aspettare tutto il tempo che ti serve. E per evitare altre situazioni imbarazzanti sarai tu a dover prendere l’iniziativa.

Ma no, dai!
Scusa, come faccio a...


Non devi necessariamente saltarmi addosso, per quanto l’idea mi solletichi non poco, basta che mi fai capire che il momento è quello giusto.

Con un'occhiata particolare dunque, o magari con piccoli gesti che gli facessero capire come l'italiana fosse pronta per andare oltre, e spingersi con lui fino all'apice del piacere.

Piccola ti amo e voglio rispettare i tuoi desideri ma oggettivamente le probabilità di riuscire a ritagliarci abbastanza privacy qui a Hogwarts sono davvero scarse. Voglio solo che quelle volte che riusciamo a coccolarci un po’ tu non ti debba preoccupare di essere troppo sexy e provocante per me e abbia la certezza che le mie piccole “esplorazioni” non sconfineranno mai in qualche luogo proibito.

Sì, probabilmente avrebbero dovuto trovare momenti fuori dal Castello da dedicare a quel tipo di attività... magari durante le vacanze insieme, se le avessero trascorse nello stesso modo, o quando lui avesse avuto un posto tutto suo - una volta presi i M.A.G.O. - dove nessuno potesse controllarli. Naturalmente Victoria sperava che ciò accadesse presto, perché anche i propri ormoni richiamavano il ragazzo a gran voce - ma sapere, anzi, avere la conferma che Jorge la rispettava e che non le metteva alcuna fretta non poteva non spingerla a sentirsi ancora più innamorata di lui.

E ora, se non ti spiace, è meglio se ti siedi un po’ più in là in modo che possa apparecchiare la cena e riportare all’ordine gli ormoni.

Signorsì signore!

Esclamò divertita la Draghessa, spostandosi ed adocchiando tutte le prelibatezze presenti nel cestino che si era portato appresso così da consumare poi con lui una fantastica cena, già pregustando il momento in cui se ne fosse tornato in camera sua: sì, perché non appena il Delfino l'avesse salutata dandole la buonanotte - magari all'entrata del Dormitorio dei Dragargenteo - e fosse rientrato nella propria stanza, sul letto avrebbe trovato un oggetto incartato bello grande, ma dal design inconfondibile; ed una volta apertolo...

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