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Auditorium - Sala Musica

Dirett.ce Artistica: Monique Vireau

Messaggioda Monique » 11/04/2013, 19:33

Si...signorina Vireau...ho già informato i...i...musicisti dello spartito. Il brano...è un brano in tedesco.....dal ehm...dal titolo Wer Bin Ich

Timida, o forse semplicemente spaventata a morte.
Per Monique non faceva differenza, in realtà: era lì per giudicare come cantava, non certo il suo carattere, e in fondo, sapeva bene che la sua figura riusciva sempre a mettere n tutti un po' di soggezione anche quando non voleva, figuriamoci in un contesto come quello dove doveva giudicare la performance della bambina.
Annuì semplicemente alle sue parole, non dando il minimo segno di disappunto o fastidio nel sentire che il brano sarebbe stato in tedesco: aveva girato praticamente l'intero mondo dopo la scuola, per diversi anni, ed era stata anche in Germania: non sapeva parlare fluentemente la lingua, di sicuro, ma era abbastanza capace di capirne il senso, e tanto bastava.
I musicisti alle spalle di Artemisia si prepararono, aspettando che la bambina fosse pronta così da partire con l'attacco: Monique, dal canto suo, poggiò la piuma sul foglio di pergamena alla prima nota emessa dalla Corvonero, dopo l'introduzione di pianoforte, e continuò a scrivere quasi per tutta la durata del brano; a chi non la conosceva sarebbe potuto apparire il comportamento della francese come irrispettoso e menefreghistico nei confronti della bimba, ma non era così.
La donna, infatti, non si stava perdendo nemmeno una nota emessa da Artemisia, nemmeno la più piccola sfumatura prodotta dalla sua voce: quando il brano finì, la Vice Preside alzò lo sguardo su di lei, notando come la Corvetta si stesse asciugando frettolosamente gli occhi; una canzone che dunque le suscitava qualcosa, e che non era stata scelta solo perché particolarmente bella ed intensa.

Spero...le...sia ehm...piaciuta...signorina Vireau

Ci sono stati alcuni errori d'intonazione, e nella seconda parte sei stata un po' calante - rispose Monique, il tono severo ed esigente che usava sempre quando si parlava di musica - ... ma hai del potenziale.

E qui la voce assunse una sfumatura più morbida, il che era sicuramente un ottimo segno; le fece cenno di scendere dal palco e di fermarsi di fronte a lei, così da poterle parlare più comodamente, senza dover alzare troppo il capo.

Cosa significa quella canzone, per te?
Ti ricorda avvenimenti e persone del tuo passato?


Le domandò la docente d'Incantesimi, che su certe cose era abbastanza perspicace, [Intuito (Perspicacia): 34], soprattutto quando si parlava di melodia, musica e canzoni.

Dimmi, hai studiato canto a casa?
Ti ha seguita qualcuno, o hai imparato da sola?


Le chiese ancora, posando lo sguardo ghiacciato ed intenso su di lei con aria più curiosa ora, e sicuramente attenta, segno che quelle non erano domande fatte per convenzione, ma perché le risposte le interessavano davvero.
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Messaggioda Artemisia » 11/04/2013, 20:30

Ci sono stati alcuni errori d'intonazione, e nella seconda parte sei stata un po' calante -
Ascoltava le parole della vicepreside Monique tenendo ancora stretto il microfono tra le mani e calmandosi lentamente. Le gote erano ancora un pochino arrossate. Appuntava mentalmente le parole della Vireau; come volendo prendere visione dei suoi errori per poter migliorare la prossima volta.
Posso..sapere..dove ho sbagliato? cosi' da potermi migliorare...
la voce cominciava a uscire un pochino piu forte e le spalle cominciavano a rilassarsi. Posò il microfono sull'asta e presa da un moto di iniziativa andò a sedersi a gambe incrociate sul bordo del palco.
Cosa significa quella canzone, per te?
Ti ricorda avvenimenti e persone del tuo passato?

Quelle parole la colpirono in pieno petto. Si ghiacciò per un attimo e poi preso un po' di coraggio rispose
Questa canzone mi ricorda mio cugino Morian....è grazie a lui che mi sono avvicinata alla musica all'età di otto anni.
Lui suona il basso e ogni volta che l'ascoltavo mi incantavo sempre più. Passando molto tempo con lui, poichè i miei genitori non erano mai a casa, mi avvicinai lentamente al mondo musiciale. A mia zia piacque il modo in cui provavo a rapportarmi con la musica...a voler intonare le note che mio cugino suonava col basso. Anche se abbiam sempre litigato Morian è sempre stato vicino a me
La canzone Wer Bin Ich, mi ricorda la mia terra, i pochi bei momenti passati a casa, di fronte al caminetto...insieme al mio gatto

mentre parlava le lacrime ricominciavano a spingerle agli angoli degli occhi. Ogni parola che diceva le faceva pensare a Stoccarda, ai giardinetti e al parco dietro l'ospedale magico dove andava a giocare da piccola
Dimmi, hai studiato canto a casa?
Ti ha seguita qualcuno, o hai imparato da sola?

riprese fiato e quando si fu di nuovo ritranquilizzata riprese a parlare
Mio cugino insistè affinchè io potessi prendere delle lezioni di canto e i miei genitori senza commentare lo fecero. Un'insegnante seguiva entrambi. Lui al basso e io al canto.
Dopo un annetto di lezioni mia madre decise che non dovevo perdere tempo con queste cose e mi ritirò dalle lezioni. Lei non sa che quando andavo mio cugino, e ciò avveniva spesso visto che lei non era mai in casa, continuavo per quello che potevo a esercitarmi.
Trovo che la musica risvegli in me sentimenti nascosti che voglio imparare a comprendere. Non la penso come i mie genitori....trovo che la musica sia una bellissima forma di espressione e va coltivata con dedizioni

finito di parlare scoppiò in silenziose lacrime sorridendo alla vicepreside. Non aveva mai detto a nessuno quelle cose,e un po' la facevano rimanere male
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Messaggioda Monique » 11/04/2013, 20:47

Non rispose subito alla domanda di Artemisia, non perché non volesse spiegarle nel dettaglio come fosse andata la sua performance e farle comprendere i suoi errori, ma perché, dal suo punto di vista, c'era un tempo per tutto.
E, al momento, per Monique era il tempo di comprendere qualcosa in più sulla Corvonero che aveva davanti, cosa la canzone che aveva cantato significasse per lei e quale fosse il suo background musicale.

Questa canzone mi ricorda mio cugino Morian....è grazie a lui che mi sono avvicinata alla musica all'età di otto anni.
Lui suona il basso e ogni volta che l'ascoltavo mi incantavo sempre più. Passando molto tempo con lui, poichè i miei genitori non erano mai a casa, mi avvicinai lentamente al mondo musiciale. A mia zia piacque il modo in cui provavo a rapportarmi con la musica...a voler intonare le note che mio cugino suonava col basso. Anche se abbiam sempre litigato Morian è sempre stato vicino a me
La canzone Wer Bin Ich, mi ricorda la mia terra, i pochi bei momenti passati a casa, di fronte al caminetto...insieme al mio gatto


Annuì a quelle parole, senza permettersi di commentarle, naturalmente, ma semplicemente prendendone atto: non spettava a lei giudicare quello che la bambina aveva provato cantando la canzone, ma solo tentare di capire quello che l'aveva spinta ad interpretarla in un determinato modo.
E quando ebbe ottenuto la sua risposta, si premurò anche di chiederle se e con chi avesse studiato, per capire se la tecnica vocale l'avesse sviluppata da sola o con l'aiuto di qualcuno.

Mio cugino insistè affinchè io potessi prendere delle lezioni di canto e i miei genitori senza commentare lo fecero. Un'insegnante seguiva entrambi. Lui al basso e io al canto.
Dopo un annetto di lezioni mia madre decise che non dovevo perdere tempo con queste cose e mi ritirò dalle lezioni. Lei non sa che quando andavo mio cugino, e ciò avveniva spesso visto che lei non era mai in casa, continuavo per quello che potevo a esercitarmi.
Trovo che la musica risvegli in me sentimenti nascosti che voglio imparare a comprendere. Non la penso come i miei genitori....trovo che la musica sia una bellissima forma di espressione e va coltivata con dedizione


Vederla piangere le fece un certo effetto soprattutto perché, al contempo, la bambina stava sorridendo: si alzò in piedi, lasciando scivolare la cartelletta e la piuma sulla poltroncina per avvicinarsi alla bambina, e posarle dolcemente una mano sulla spalla.

La musica può riempirti la vita, può essere il motivo per il quale ti alzi la mattina col sorriso sulle labbra.
Io posso aiutarti a migliorare, a comprendere quanto la musica possa darti e dove tu possa arrivare con essa... ma in cambio ti chiedo dedizione, rispetto delle mie decisioni, puntualità, impegno e volontà di mettersi alla prova.
Sei pronta a darmi tutto questo, Artemisia?


Le domandò la donna, lo sguardo che, per quanto la voce fosse morbida, appariva ora serio e deciso: qualora la bambina avesse risposto affermativamente a quella domanda, e si sperava fosse così visto che aveva fatto quel provino proprio per entrare nel coro, allora Monique avrebbe preso la bacchetta e avrebbe fatto apparire con essa una piccola spilla a forma di chiave di violino, che avrebbe allungato in direzione della Corvonero.

Benvenuta nel coro, signorina Keller.
Spero sia pronta a lavorare, perché ne avremo di strada da fare insieme.
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Messaggioda Artemisia » 11/04/2013, 21:09

La musica può riempirti la vita, può essere il motivo per il quale ti alzi la mattina col sorriso sulle labbra.
Io posso aiutarti a migliorare, a comprendere quanto la musica possa darti e dove tu possa arrivare con essa... ma in cambio ti chiedo dedizione, rispetto delle mie decisioni, puntualità, impegno e volontà di mettersi alla prova.
Sei pronta a darmi tutto questo, Artemisia?


Annuì con convinzione alle parole di Monique. Era pronta ad accettare la sfida che la vicepreside le proponeva. La musica era una delle poche che aveva e l'avrebbe portato avanti a testa alta.
Si asciugò le lacrime e annuendo con convinzione disse
Si...sono pronta a dedicarmi anima e corpo alla musica e al coro scolastico
Sentì la mano della Vireau sulla spalla. E le sorrise speranzosa
Benvenuta nel coro, signorina Keller.
Spero sia pronta a lavorare, perché ne avremo di strada da fare insieme.


Grazie signorina Vireau....non la deluderò
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Messaggioda Monique » 11/04/2013, 21:32

Era un impegno serio, quello che Monique chiedeva ad Artemisia: non si trattava soltanto di azzeccare un paio di note in sequenza o di presentarsi in orario alle prove del coro.
Era una questione di testa e di cuore insieme, di volontà di imparare, di superare i propri limiti, di sfidarsi ogni giorno e di imparare ad interagire con un gruppo, che sarebbe dovuta diventare una famiglia, per lei.
La fissò negli occhi coi propri, fermi e ghiacciati, fino a che non sentì provenire dalla Corvonero la conferma che era pronta ad impegnarsi in tutto e per tutto con e per il coro.

Si...sono pronta a dedicarmi anima e corpo alla musica e al coro scolastico

Sorrise a quelle parole e le consegnò la spilla del coro, quella che tutti i musicanti portavano con orgoglio attaccata alla divisa: certo, negli anni precedenti erano sempre stati battuti dalla Cyprus, ma ora... ora le cose stavano per cambiare, Monique era certa, ed una persona in più come la Corvonero poteva essere sempre una risorsa preziosa, per loro.

Grazie signorina Vireau....non la deluderò

Ne sono sicura, signorina Keller, perché se così fosse può stare sicura che non rimarrebbe nel coro un giorno di più.
L'aspetto alle prove, puntuale, mi raccomando, e vedremo di lavorare sulle sue carenze.
Buon pomeriggio.


La congedò Monique, tranquilla nel farla tornare in dormitorio perché tanto ci sarebbe stato tempo successivamente per farla lavorare sui suoi punti deboli, le prove servivano proprio a questo: ma almeno era diventata ufficialmente una musicante, e avrebbe potuto partecipare con gli altri alle sessioni di esercitazione in Sala Musica, quella era la cosa più importante.
Attese dunque che la bambina fosse uscita dall'Auditorium e lo lasciò poi a sua volta, chiudendone bene le porte per poi tornarsene nel proprio ufficio; la burocrazia, come sempre, l'attendeva.

[FINE]
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Messaggioda Monique » 17/05/2013, 15:30

[Sabato - ore 15.46]


Porco Merlino, porco Merlino, porco Merlino!!

Il weekend era iniziato male, decisamente male, almeno per Monique: non solo il tempo di preparazione prima dell'arrivo dei cori delle scuole Cyprus e Musashi era ormai arrivato agli sgoccioli, il che di per sé bastava a renderla vicino all'isteria, ma aveva anche ricevuto una missiva da parte del responsabile del coro della scuola giapponese nella quale egli si scusava tanto per quell'avviso dell'ultimo minuto, ma informava che il suo gruppo non avrebbe partecipato alla competizione poiché c'era stata un'epidemia di tonsillite tra i membri del coro. Morale della favola? Le scuole partecipanti sarebbero state Hogwarts e la Cyprus... un massacro in piena regola, altro che amichevole.

Non pensarci adesso, ti rovinerai tutto il weekend e devi cominciare a pensare anche al matrimonio o tu e Sandyon vi sposerete nel prossimo secolo... - si riprese la donna mentalmente, anche se la voce nella sua testa assomigliava quasi totalmente a quella della sua tata, Rose, la sua "mamma" anche se non c'era mai stato alcun legame di sangue tra loro - E poi al momento hai un provino a cui assistere, a maggior ragione adesso hai bisogno di nuove leve!

Quel pensiero bastò per farla tornare calma, lucida e padrona di sé... almeno il tempo del provino.
Colei che stava aspettando era Elbeth, una Grifondoro del secondo anno che le aveva chiesto di poter entrare nel coro non come cantante, ma come musicista di pianoforte: Monique conosceva bene quello strumento, non lo suonava alla pari del violino ma comunque in modo egregio, ed era molto curiosa di vedere cosa la bambina sarebbe stata capace di fare.
L'attendeva già all'interno dell'Auditorium silenzioso, al momento, con le spalle appoggiate al bordo del palco rialzato e le braccia incrociate all'altezza del seno: avevano appuntamento per le 16 in realtà, Monique era piuttosto in anticipo, ma non le dispiaceva aspettare soprattutto perché così poteva riordinare le idee, e di cose a cui pensare ne aveva davvero parecchie; in quel modo, i minuti trascorsero velocemente, facendo giungere l'orario dell'appuntamento.
Quando la bambina avesse varcato le porte dell'Auditorium, si sarebbe trovata di fronte la Vice Preside con un sorriso piuttosto amichevole sulle labbra.

Immagine


Non era necessario spaventarla, né era colpa sua se la Cyprus sarebbe stata l'unica scuola presente all'amichevole: e poi, terrorizzandola, non avrebbe fatto altro che farla scappare, e visto quanto il coro avesse bisogno di nuovi talenti, forse era il caso di tenersela buona.
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Messaggioda Elbeth » 17/05/2013, 23:07

[Per il corridoio]


E quindi dice che non devo preoccuparmi?

Oh no, mia cara, la Vice Preside è severa, ma non sarà mai scostante come il professor Vastnor o la Vilvarin!

Sarà...

Elbeth guardò poco convinta Sir Nicholas, che le svolazzava accanto.
Si erano incrociati appena fuori la Torre dei Grifondoro e le aveva chiesto dove stesse andando.
La bimba gli aveva risposto ed il fantasma, che evidentemente l'aveva presa in simpatia o forse era solo molto curioso, aveva deciso di affiancarsi a lei per un pò.
Le aveva fatto un mucchio di domande, a cui aveva risposto a monosillabi, perché sembrava che il fantasma fosse più contento di parlare che non si ascoltare.
E così, un passo dopo l'altro, una chiacchiera dopo l'altra, erano arrivati.

[Auditorium]


Ora Elbeth fissava la porta che si apriva sull'Auditorium. Salutò compitamente il fantasma della sua casata.

Grazie della compagnia, Sir Nicholas. Ci vediamo più tardi sulla Torre...

In bocca al drago, piccola!

Ed attraversando il muro di destra del corridoio sparì.
Elbeth si ritrovò a sospirare.
Cosa le era saltato in mente di fare il provino per il Coro?
E' che c'era quella strana aria di eccitazione, via via che si avvicinava l'amichevole con le altre due grandi scuole, che Hogwarts ne sembrava impregnata!
E allora aveva deciso di farne parte anche lei, contagiata da tutto quell'entusiasmo; in fondo, perchè non contribuire a dare lustro alla propria scuola? Lei sapeva suonare, almeno un pochino, e forse il suo contributo sarebbe potuto essere utile.
Certo, difficilmente avrebbe mai cantato!

Ed in effetti quando fece il suo ingresso nell'immenso Auditorium, non potè che convenirne con se stessa.
Quel luogo le incuteva un pò di soggezione, tanto era ampio.
Figurarsi quando sarebbe stato anche pieno di gente!
No, no, suonare sarebbe stato decisamente meglio!
Infatti nella sua richiesta alla Vireau aveva specificato lo strumento che aveva imparato fin da piccola: il pianoforte.
Era stata sua madre ad insistere.
Nella sua famiglia, diceva, ogni signora che si rispetti doveva sapere intrattenere i propri ospiti e niente per la madre era più adeguato del piano.
Elbeth, quindi, in quanto sua figlia, non poteva fare eccezione.
Era così che era cominciata!
La bimba si innamorò subito del suono, delle vibrazioni che emetteva quello strumento, oltre a rilassarsi tanto, quando faceva muovere le sue lunghe dita sui tasti bianchi e neri.
La musica che ne scaturiva creava un'atmosfera ovattata, in cui esisteva solo lei.
Lei e il pianoforte.
Lei e la musica.

Mentre formulava questi pensieri, avanzò all'interno dell'enorme sala un pò più decisa.
Il sorriso di Monique Vireau era lì ad accoglierla e sciolse anche le ultime tensioni residue.
Anche la bimba sorrise di rimando.
Allora aveva ragione Sir Nicholas: in fondo la Vice Preside non era poi così scostante!

Professoressa, eccomi!
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Messaggioda Monique » 18/05/2013, 16:15

Più di una volta, nei minuti di attesa che precedettero l'arrivo di Elbeth, Monique si ritrovò a benedire la presenza di Rose nella sua vita: era grazie alla sua tata se, ora, la Vice Preside di Hogwarts riusciva a mantenere l'auto-controllo, quello stesso che le impediva di esplodere in quella situazione come, in passato, le aveva permesso di mantenere i nervi saldi e la concentrazione alta; la Dubois era stata una grande maestra di vita per lei, le doveva tutto.
Finalmente, la figura della Grifondoro catturò la sua attenzione: le sembrava incerta, ma forse anche per merito del sorriso della francese, le labbra della bambina si incurvarono a loro volta verso l'alto, dimostrando magari una maggiore tranquillità [Intuito (Perspicacia): 38] rispetto anche solo ad un momento prima di mettere piede nell'Auditorium.

Professoressa, eccomi!

Buon pomeriggio, signorina Queen.
Prego, si avvicini.


La salutò Monique, sbrigativa ma non sicuramente fredda o scocciata: al contrario, i suoi occhi brillavano di una luce che poche volte si poteva notare in lei - quella che le compariva nello sguardo solo quando si parlava di Sandyon e della musica - semplicemente avendo sempre un sacco di cose da fare, non amava perdere tempo in preamboli inutili.

Sono stata molto sorpresa di ricevere la sua richiesta di entrare a far parte del coro, non pensavo fosse qualcosa che catturasse il suo interesse... ma sono felice di essermi sbagliata.
Se ho letto bene la sua missiva, lei vorrebbe suonare il pianoforte, non è così?


Disse la donna, facendosi scivolare la bacchetta nella mano destra - quel legno così particolare da sembrare più simile al cristallo - per agitarla appena in direzione del palcoscenico rialzato, e far comparire sopra di esso, prima vuoto, un pianoforte a coda nero, lucente, che sembrava invitare chiunque lo amasse almeno un po' a suonarlo senza alcuna esitazione.

Immagine


Solitamente preferisco parlare dopo aver ascoltato cantare, in questo caso suonare, l'aspirante membro del coro, quindi prego, salga sul palco e mi faccia sentire cosa sa fare.
Per quanto riguarda la musica, pensi allo spartito che le serve... ci penserà l'Auditorium a fare tutto il resto.


Le spiegò Monique, muovendosi dalla sua posizione ferma ed in piedi per avvicinarsi ad una delle poltroncine in prima fila e sedervisi, accavallando una gamba mentre di fronte a lei apparivano una cartellina con un foglio di pergamena sopra ed una piuma con la punta già nera d'inchiostro, gli strumenti che solitamente la donna usava per prendere appunti durante l'esibizione; non c'era molto altro da dire, ed in effetti non appena Elbeth fosse salita sul palco e si fosse seduta di fronte al pianoforte, le sarebbe bastato pensare allo spartito musicale che le serviva seguire per suonare ed esso le sarebbe comparso di fronte, merito della magia di quel luogo.

Quando è pronta, può cominciare.

Concluse La Vice Preside, prendendo la piuma tra le dita sottili e facendole un piccolo cenno che voleva essere un modo per spronarla a lasciarsi andare: si fece silente e attenta, subito dopo, così da lasciare alla Grifetta la maggiore concentrazione possibile.
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Messaggioda Elbeth » 20/05/2013, 21:16

Buon pomeriggio, signorina Queen. Prego, si avvicini.

Elbeth avanzò ancora un po’ cauta per l’immenso Auditorium della scuola, quasi a ridosso del palcoscenico. I suoi passi risuonarono, amplificati dall’acustica del luogo. Il suo incedere sembrava più quello di un adulto, che non di una ragazzina.

Sono stata molto sorpresa di ricevere la sua richiesta di entrare a far parte del coro, non pensavo fosse qualcosa che catturasse il suo interesse... ma sono felice di essermi sbagliata.
Se ho letto bene la sua missiva, lei vorrebbe suonare il pianoforte, non è così?

Annuì sorridendo. In fondo era vero.

Esatto! Confermò la bimba.

Elbeth raramente esternava le sue intenzioni ed essendo tendenzialmente diffidente, sulle prime, preferiva più che parlare, ascoltare. Anche per il coro era stato così: sapeva della sua esistenza, Cappie non faceva altro che parlarne e anche in Sala Comune, ogni tanto, aveva ascoltato brandelli di conversazione che lo riguardavano. Aveva osservato e sbirciato da lontano chi ne faceva parte, ma cantare…
Insomma, esibirsi di fronte ad un pubblico con la forza della sola voce! Elbeth pensava di non esserne proprio capace, oltre a non amare essere al centro dell’attenzione. Si era sentita intimorita e quindi non aveva finora fatto richiesta. Poi (forse durante una lezione di Erbologia, ora non ricordava bene), Jorge aveva accennato qualcosa sul fatto che anche gli strumenti musicali erano ammessi e questo le aveva dato l’intuizione. Il poter suonare il pianoforte sarebbe stato perfetto per lei! Innanzitutto era uno strumento musicale e quindi il suono sarebbe uscito comunque (non come la voce che poteva venire a mancare da un momento all’altro!) e poi stare seduta sullo sgabello dietro quel grande strumento, le forniva una protezione adeguata per la sua iniziale ritrosia.
Quando la Vireau fece comparire quello della scuola, Elbeth, nonostante fosse abituata al meglio data la sua famiglia, non potè che trattenere un moto di stupore. La bocca le si aprì leggermente e solo quando si accorse dell’espressione da ebete che aveva, si premurò di chiuderla immediatamente!
Non voleva sembrare un’idiota, né una ragazzina alle prime armi in quel campo.
Erano sei anni che suonava, quindi anche se piccola, non era proprio una principiante.
Ma quel pianoforte era proprio bello!

Solitamente preferisco parlare dopo aver ascoltato cantare, in questo caso suonare, l'aspirante membro del coro, quindi prego, salga sul palco e mi faccia sentire cosa sa fare.

Molto bene.

Disse la bimba con un fare un po’ da adulto, che sarebbe stato quasi comico. Eppure la determinazione che traspariva dai suoi occhi e dal timbro della sua voce, forse, sarebbe stata percepibile anche dalla Vice Preside. La bimba, gradino dopo gradino, si ritrovò in cima al palco. Si fermò un istante a fissare la sala, lasciando spaziare lo sguardo per tutta la sua ampiezza. Poi riportò gli occhi scuri e vivaci sullo splendido pianoforte!
La curiosità di suonarlo era forse anche più forte dell’emozione per il provino in sé e per sé.
Si posizionò sullo sgabello, lisciandosi la gonna da dietro, prima di sedersi, e fissò per un attimo perplessa davanti a sé. Non vi era alcuno spartito! Corrugò la fronte.
Pensava di dover suonare qualcosa di specifico… invece poco dopo la richiesta della Vireau la sorprese!

Per quanto riguarda la musica, pensi allo spartito che le serve... ci penserà l'Auditorium a fare tutto il resto.

Si girò con un guizzo incuriosito verso la professoressa.

Sul serio? - non potè fare a meno di chiedere - Forte…

Sussurrò più a se stessa, tornado a fissare lo splendido strumento.
Sorrise apertamente. Quella scuola riservava sempre delle sorprese!
Non ebbe bisogno di pensare molto a quello che avrebbe voluto suonare.
Quella sala e Monique Vireau le ispiravano un brano specifico, uno dei suoi preferiti.

Beethoven, Sonata al chiaro di Luna.

Disse con una vocina appena sussurrata e magicamente lo spartito comparì davanti al lei, sul leggio. Ancora una volta un sorriso soddisfatto illuminò il suo volto e subito dopo, ancora stupita per la magia, il suo viso tornò serio. Avvicinò lo sgabello e si posizionò di fronte al piano. Testò l’altezza per vedere se arrivava ai pedali e inspirò profondamente.

Quando è pronta, può cominciare.

Annuì con il capo, senza parlare. La musica già la chiamava. Chiuse per un attimo gli occhi, quasi ad assaporare l’atmosfera richiamata dal brano che aveva scelto. Forse, era un po’ malinconico, ma le ricordava Richard. Anche a lui ricordava qualcosa, anche se non sempre era felice quando lo ascoltava, ma lei era lieta di poterlo accontentare, quando le chiedeva di suonarlo. Ora, era lei a sentirne la mancanza ed anche se Hogwarts non era più il posto ostile che aveva conosciuto i primi mesi della sua permanenza al castello, il fatto che lui non fosse lì con lei, era un dolore sottile e persistente, che la accompagnava spesso. Ormai si era abituata, ma non significava che fosse scomparso.
E forse non sarebbe scomparso mai…
L’assenza di coloro che si ama, porta sempre un po’ di malinconia e la bimba, nonostante la tenera età, lo sapeva bene.
Aprì gli occhi, mosse con grazia prima la mano destra e poi la sinistra, quasi ad accarezzare i tasti bianchi e neri, così ordinati davanti a lei e con una leggera pressione di entrambe le mani, contemporanea, iniziò a suonare.

http://www.youtube.com/watch?v=5-MT5zeY6CU

Dopo una prima esitazione, dovuta al contesto, Elbeth sospirando, si rilassò.
La musica aveva questo potere, di evocare suoni, sensazioni, immagini.
Immediatamente ritornò a Queen Castle.
Il camino scoppiettante, le candele accese e Richard che fumava il suo sigaro, assorto e serio, seduto sulla sua solita poltrona.

Spoiler:
Talento (arte) 8 + Dadi 6/20= 14
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Messaggioda Monique » 20/05/2013, 22:09

Non capitava spesso che uno studente chiedesse di entrare nel coro come musicista: non che ci fosse qualcosa di male, affatto, ma solitamente tutti volevano farne parte per cantare, per esibire la propria voce; in quel caso, Elbeth rappresentava un'eccezione insolita, la seconda dopo Jorge Alvares da quanto Monique aveva deciso di prendere in gestione il coro di Hogwarts. Oltretutto, la Grifondoro aveva deciso di effettuare il provino usando uno strumento che la francese conosceva bene, avendolo studiato per anni ed anni, e questo in un certo senso poteva essere un'arma a doppio taglio.
Le espressioni della bambina erano chiaramente leggibili sul suo volto, da quella incredula quando sul palcoscenico comparve il pianoforte a quella determinata quando la Vice Preside la invitò a sedervisi di fronte per suonarlo; Monique era già pronta a prendere appunti, seduta su una delle poltroncine in prima fila, e spiegò da quella posizione ad Elbeth che doveva solo decidere cosa suonare, perché tanto ci avrebbe pensato l'Auditorium stesso a farle comparire il leggio di fronte, pronto per lei.

Sul serio?

Provi.

La invitò semplicemente la francese, con un sorriso e sì, anche una lieve strizzata d'occhio: sembrava impossibile che Monique si fosse rivolta in quel modo alla Grifetta, ma quando si parlava di musica la donna diventava al contempo più severa e sciolta, un dualismo forse un po' strano ma comunque perfettamente bilanciato, in lei.
Quando Elbeth iniziò a suonare, la Vice Preside socchiuse gli occhi, concentrandosi solo sulla musica, sulle note che la bambina stava eseguendo e su ciò che esse le trasmettevano: era brava per la sua età, stava suonando abbastanza bene ed aveva potenziale, questo Monique lo capì subito... ma c'era ancora qualcosa che non andava, come se le sensazioni e le emozioni che voleva trasmettere fossero bloccate, filtrate da un muro che ne faceva arrivare solo una piccola parte, come un eco lontano di quella che invece sarebbe dovuta essere un'esplosione.
Non prese appunti, contrariamente al suo solito, limitandosi ad ascoltarla, immobile e silente fino alla fine del brano: quando Elbeth giunse alla fine, Monique si alzò in piedi, ancora senza dire una parola, salì sul palco a sua volta e fece cenno alla bambina di spostarsi un poco, così da permetterle di accomodarsi accanto a lei; non appena la Grifondoro l'avesse fatto, Monique prese posto al suo fianco e prese un respiro lungo e profondo, prima di parlare.

Ora chiuda gli occhi, signorina Queen, e ascolti con attenzione.

La esortò la Vice Preside: attese che Elbeth avesse chiuso gli occhi, dopodiché sfiorò delicatamente i tasti con le dita e prese a suonare una sonata piuttosto famosa, la 14esima di Beethoven... "Chiaro di Luna".

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=7WPhX7T7roA[/yt]


Le dita scivolavano sui tasti con una fluidità incredibile [Talento (Arte): 40], le note si susseguivano alla perfezione, legandosi le une alle altre per creare una perfetta opera d'arte fatta di musica, e l'animo di Monique sembrava talmente fuso col brano da renderla un tutt'uno con esso, e far percepire i sentimenti che la donna provava: l'amore per la musica, la delicatezza malinconica della sonata e la sua immensa dolcezza, tutto ciò si stava espandendo per l'Auditorium e dentro l'animo della bambina che aveva accanto [Carisma (Arte): 40], e che quindi si sarebbe probabilmente sentita trascinata nel turbinio di emozioni che la sonata e la sua esecutrice stavano suscitando.
Quando il brano finì, Monique scostò lentamente le dita dai tasti del pianoforte, poggiandosi le mani in grembo.

Ora può aprirli, signorina Queen... - la invitò dolcemente, e non appena la bambina li avesse aperti, la francese le avrebbe sorriso - Dopo aver ascoltato questo brano, mi dica... cos'ha provato?
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Monique
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