La canzone non era andata così male, anzi, sinceramente pensava di cantarla molto ma molto peggio. Evidentemente c'era da calcolare anche la bravura della Vice Preside che lo aveva aiutato ad esprimere al meglio le proprie capacità, per quanto sicuramente ce n'era ancora di strada da macinare per definirsi a tutti gli effetti un tipo pratico nel canto. Recuperati liquidi grazie all'acqua ingerita, adesso Ethan si sentiva pronto ad ascoltare a tutti gli effetti il giudizio e le domande della docente, aspettandosi molte critiche, naturalmente costruttive, volte ad aiutarlo nel migliorarsi, rimanendo comunque speranzoso in cuor suo di aver dato almeno il minimo necessario a convincerla di poter far parte del coro di Hogwarts.
Dunque, signorino Fox... tralasciando la scelta originale, glielo devo concedere, della canzone, gli errori d'intonazione, non molti, che ho sentito, ed il fatto che a livello comunicativo ci sia da lavorare davvero molto... Mi dica, perché lei vorrebbe entrare nel coro?
Gran bella domanda. Non che avesse particolari dubbi al riguardo ma, come poterglielo spiegare in termini sintetici senza sproloquiare? Il ragazzo tirò un profondo respiro, abbassando il capo, provando a focalizzare nella propria mente la realtà dei fatti, il reale perché del voler far parte del coro, dell'essere un elemento integrante di quel gruppo affiatato del quale Miyabi spesso gliene parlava con occhi luminosi. Nel frattempo i musicisti, terminato il proprio lavoro, forse anche per non metterlo in soggezione, cominciarono ad andarsene, prendendo i loro strumenti spostandosi dietro le quinte, verso la Sala Musica interna e privata. Ethan li ringraziò silenziosamente con un sorriso, prima di tornare a dare completa attenzione a Monique.
Perché è... Divertente! Mi piace avere tanti nuovi amici e quando si ha una passione o un talento in comune ci si conosce e si fa amicizia più facilmente, no? Tre giorni fa, parlando con una ragazza del suo coro, Miyabi, ho saputo che a quanto pare una delle scuole nostre avversarie non è molto brava e vince da tanti anni, ma è poco affiatata affettivamente... Non sono tutti tanto amici tra loro... Stanno in gruppo solo per vincere! Io vorrei entrare per dimostrare che la vera vittoria non è quella che ti porta a conquistare una coppa, ma quella che si raggiunge quando un obiettivo di miglioramento e armonia è frutto del lavoro di un gruppo affiatato, che non vuole vincere a tutti i costi, ma al quale basta partecipare... Basta che lo si faccia tutti insieme...
Si, si era dilungato decisamente troppo. Aveva sperato di raggruppare quelle idee in poche parole ma alla fine ha espresso tutto quanto stile fiume in piena, come suo padre. Gli occhi verdi del quattordicenne brillavano sotto le luci dei riflettori dell'Auditorium, fissando quelli azzurri ghiacciati della Vice Preside. Oltre a volere dentro di se che il succo di frutta le fosse piaciuto, desiderava anche non aver fatto la figura di quello poco convinto o poco speranzoso nella vittoria, perché comunque poter aiutare Hogwarts a conquistare il titolo di miglior coro rappresentava ugualmente un altro dei suoi traguardi, semplicemente non il più importante. Sospirò, portando le braccia dietro la schiena, quasi in una posa militare, annuendo a confermare il proprio discorso, attendendo il respondo della donna seduta avanti a lui.
Inarcò un sopracciglio a quell'esclamazione così sincera e disarmante al tempo stesso, sbattendo un paio di volte le palpebre; parlava sul serio? Ethan Travis voleva far parte del coro perché era... divertente? Non perché amava la musica o perché voleva migliorarsi in quel campo, ma solo per divertirsi?
Si spieghi meglio, signorino Fox.
Quel Grifondoro era tutto particolare, a partire dalla canzone scelta per dimostrare alla Vireau quanto fosse bravo con la voce per concludere con la motivazione che l'aveva spinto a voler tentare di entrare nel coro: era per questo che voleva che il ragazzino approfondisse quel pensiero, non voleva dare giudizi affrettati sul riguardo.
Mi piace avere tanti nuovi amici e quando si ha una passione o un talento in comune ci si conosce e si fa amicizia più facilmente, no? Tre giorni fa, parlando con una ragazza del suo coro, Miyabi, ho saputo che a quanto pare una delle scuole nostre avversarie è molto brava e vince da tanti anni, ma è poco affiatata affettivamente... Non sono tutti tanto amici tra loro... Stanno in gruppo solo per vincere! Io vorrei entrare per dimostrare che la vera vittoria non è quella che ti porta a conquistare una coppa, ma quella che si raggiunge quando un obiettivo di miglioramento e armonia è frutto del lavoro di un gruppo affiatato, che non vuole vincere a tutti i costi, ma al quale basta partecipare... Basta che lo si faccia tutti insieme...
Ed immagino che queste informazioni vengano tutte dalla saggia esperienza di Vergil Cartwright...
Commentò la Vice Preside con un mezzo sorriso ironico sulle labbra, annuendo poi lentamente con aria piuttosto pensierosa: si umettò le labbra e fece cenno al Grifondoro di scendere dal palco, così da potergli parlare più agevolmente.
Lei è particolare, signorino Fox, e non sono sicura di essere stata convinta dalle sue parole... - ammise Monique - E tuttavia non posso negare la sua bravura con la voce, perciò... voglio rischiare con lei. Le dò ufficialmente il benvenuto nel coro di Hogwarts.
Così dicendo usò la bacchetta per far comparire sul palmo della propria mano una spilla dorata a forma di chiave di violino, che porse al ragazzo con un sorriso più disteso, ora. Sì, stava rischiando... poteva solo sperare che ne valesse la pena.
L'aspetto alle prove... puntuale, mi raccomando, non tollererò alcun ritardo a meno che non sia comunicato per tempo e giustificato a dovere. Buona serata.
Concluse così quel provino, congedandosi dal ragazzo ed aspettando che lasciasse l'Auditorium prima di andarsene a sua volta da quel luogo meraviglioso che tanto amava: sì, stava rischiando un bel po' con tutti gli studenti che aveva deciso di prendere... poteva solo sperare che, a lungo andare, si rivelasse la scelta migliore.
Il momento era giunto, alla fine: Hogwarts vs. Cyprus, due scuole a confronto, due cori per una sfida amichevole che sembrava più infuocata di una competizione vera e propria... e Monique era un fascio di nervi. Aveva combattuto contro un Mezzo-Drago, l'aveva sconfitto, aveva superato mille difficoltà che l'avevano fatta crescere - aveva persino una bacchetta più potente a testimoniare quanto fosse cresciuta... e ciò nonostante si sentiva una tensione addosso quasi indescrivibile; voleva dare del filo da torcere, come dicevano sempre i babbani, agli Americani, far capire loro che se pensavano di arrivare ad Hogwarts e vincere a tavolino beh, si sbagliavano di grosso. E per farlo avrebbe avuto bisogno che tutti i musicanti s'impegnassero al massimo, dando tutto ciò che avevano, senza farsi intimorire dai loro sfidanti. Lei per prima, arrivata parecchio in anticipo visto che l'incontro ufficiale col coro ospite si sarebbe tenuto per le 10.30, doveva dare il meglio di sé, e questo voleva dire mantenere la calma, sempre, in ogni momento: per questo, approfittando del suo essere sola, la donna effettuò qualche esercizio di concentrazione per ritrovare un equilibrio, in modo tale che quando i suoi musicanti fossero arrivati - ed aveva detto loro di arrivare entro le 10.15 per poter parlare con tutti prima dell'incontro con la Cyprus - l'avrebbero trovata serena, apparentemente, e sorridente, come se quell'occasione fosse un incontro di piacere e non un futuro bagno di sangue a suon di note.
Aveva permesso ad Alvares ed O'Neill di rientrare nel coro, ma solo come sostenitori per quella sfida, per "supportare" i compagni: erano stati entrambi puniti severamente per ciò che avevano combinato, per essersi introdotti nella Foresta Proibita causando tutto quello scompiglio, e sia la Vireau che la Bergman si erano ritrovate d'accordo su come comportarsi; due mesi di sospensione per la O'Neill e tre per Alvares, che già una volta aveva ricevuto un'ammonizione per lo stesso motivo. Era stata Monique a portare personalmente i due ragazzini a casa, e a spiegare loro perché fossero stati puniti, così come lei sola aveva preso la decisione di buttarli fuori dal coro; non sapeva se i due, una volta tornati a scuola, avessero raccontato perché fossero stati assenti ai loro amici, così come non sapeva se la Tassorosso avesse detto a qualcuno che suo padre era scomparso - morto, forse, seppur Monique non l'avesse detto ad alta voce per non far stare male la ragazzina. Era stato quello il motivo principale per cui la Vice Preside aveva deciso di riprendere nel coro sia lei che Alvares, ma solo come sostenitori e non come cantanti effettivi. Un'altra cantante su cui Monique non era molto sicura che fosse in grado di cantare era Miyabi, ma era del tutto giustificata: l'isola dove viveva tutta la famiglia della ragazzina era stata rasa al suolo, la gente sterminata... lei era rimasta sola. La Vireau sapeva che aveva passato l'estate da Ethan Travis Fox, un suo compagno di Casata, e che lo sterminio della popolazione di Enoshima era stato reso pubblico sulla Gazzetta del Profeta, quindi non sapeva quanto fosse disposta e pronta emotivamente a cantare. Insomma, anche un po' di tifo avrebbe fatto comodo al coro di Hogwarts, quello era sicuro.
|| OFF ||
- Per sapere che Cappie e Jorge sono stati sospesi da scuola a seguito della loro degenza in Infermeria, dovete chiedere loro se i PG l'hanno detto ai vostri. - Per sapere che il padre di Cappie è scomparso, dovete chiedere alla diretta interessata se la sua PG l'ha detto ai vostri o potete giocarvi di averlo letto sulla Gazzetta del Profeta. - Per collegare che lo sterminio della popolazione di Enoshima comprende anche l'uccisione di tutta la famiglia di Miyabi, dovete tirare il d20 ed aggiungere al tiro la vostra Elaborazione: con risultato uguale o maggiore a 17, ci riuscite; ovviamente il collegamento è soggetto a buon senso, nel senso che se non avete mai parlato con la PG difficilmente fate il collegamento. - Questa role si svolge ad inizio Ottobre 2106. - La turnazione è libera, quando siete pronti potete postare l'ingresso, non c'è un ordine preciso. - I PnG del coro potranno essere mossi esclusivamente dalla sottoscritta.
Per qualsiasi dubbio, sapete come contattarmi.
Spoiler:
Emma Kathrine, Vergil, Miyabi, Caroline Priscilla, Elisabeth, Brianna, Ariel, Zephyr, Jorge, Elbeth, Ethan Travis, Typhon, Andrea Roxas, Artemisia, Estelle
Avrebbe tanto voluto non doversi alzare, quella mattina. Sarebbe stato molto più semplice fingere di avere della febbre improvvisa, magari un bel raffreddore anche, persino una colica intestinale sarebbe andata benissimo... tutto, pur di non dover andare in Auditorium ed affrontare quella prima giornata d'incontro con la Cyprus. Non aveva praticamente chiuso occhio tutta la notte, rigirandosi nel letto senza riuscire a prendere sonno decentemente, e quelle poche ore di dormiveglia le aveva passate tra un incubo e l'altro.
Non capisco proprio di che ti preoccupi... insomma, sei bravissima a cantare, lo sappiamo tutte! Che potrebbe mai succedere di così grave?
Ariel non rispose, facendo invece un sospiro profondo mentre rimaneva con lo sguardo fisso nel vuoto, seduta alla scrivania della stanza del dormitorio Grifondoro con di fronte tutti gli spartiti preparati per la competizione.
Hogwarts chiama Ariel... ci sei?
Si riscosse dal suo torpore e sbatté le palpebre velocemente, prima di voltarsi e posare lo sguardo sulle compagne di stanza che, evidentemente, non riuscivano a comprendere la tragedia interiore che la Jiménez stava vivendo.
Allora? Ci spieghi di cosa hai paura?
Vuoi dire a parte il fatto che mi potrebbero riconoscere e prendere in giro da qui fino alla fine della competizione per ciò che ero alla Cyprus, che mi faranno sentire una cretina per come sbavavo dietro a Vergil tra l'altro senza concludere niente, e che quasi sicuramente mi renderò ridicola di fronte a loro, alla Vice Preside e a tutti i miei compagni di coro dimenticandomi le parole delle canzoni o stonando? - domandò Ariel, la voce che si alzava sempre di più così come aumentava la velocità con cui pronunciava quelle parole - No, non dovrei preoccuparmi di niente, in fondo ho solo cercato di ricominciare da capo da quando sono qui ed ora che arriveranno quelli della Cyprus tornerò a sentirmi "Ariel l'invisibile", anzi, probabilmente quello sarebbe solo un bene, mi eviterei un travaso di bile per ogni loro insulto che, invece, sono sicura arriverà!
Si fermò, o meglio, si dovette fermare visto che le era finito l'ossigeno nei polmoni, per riprendere fiato, notando perfettamente lo sguardo sconcertato delle ragazze di fronte a lei; si morse il labbro e scosse il capo con forza, sospirando rumorosamente.
Mi dispiace ragazze, non vi voglio deprimere... E' solo che non mi sento assolutamente pronta per affrontare una sfida del genere, e non posso andare dalla Vireau e dirle di rimandare tutto per un capriccio... ma al tempo stesso mi sento responsabile per il gruppo, perché vorrei poterlo rappresentare al meglio quanto toccherà a me cantare, e so già che non accadrà, che mi bloccherò e farò fare una pessima figura, a me stessa e a loro, e... - nuovamente si fermò, spostando lo sguardo sugli spartiti dietro di lei con espressione contrita - ... ed è l'ultima cosa che vorrei.
Concluse in un sussurro flebile, grattandosi il naso per cercare di coprire il fatto che le stava venendo da piangere per la disperazione ed il pessimismo.
Ma non dovete cantare oggi, no?
Beh, no... da quel che ne so oggi conosceremo i nostri sfidanti e forse saranno loro ad omaggiarci - quindi a deprimerli fin da subito - con qualche brano, come ringraziamento per l'ospitalità... perché?
Perché non è detto che vada come pensi! Insomma, sì, probabilmente ti riconosceranno, ma è anche possibile che vedendoti, constatando come sei cambiata, ti lascino in pace e non dicano nulla. Non sto dicendo che saranno simpatici, ma che forse ti considereranno invisibile, ed è esattamente quello che volevi per poterti concentrare sul canto, no?
La Grifondoro fissò le due amiche e, lentamente, sorrise: Mary-Jane e Samantha, come avrebbe fatto senza di loro? Era fortunata ad avere accanto a sé persone del genere, che riuscivano a tirarla su di morale quando tutto le sembrava nero; d'istinto si alzò e corse sul letto in mezzo a loro, travolgendole con un abbraccio affettuoso.
Grazie ragazze... sarei persa senza il vostro ottimismo, davvero.
Disse infatti, baciando ognuna sulla guancia prima di prendere la propria borsa, riempirla con gli spartiti, ed uscire dal dormitorio per dirigersi verso l'Auditorium, tanto non avendo fame e con lo stomaco chiuso difficilmente sarebbe riuscita a buttare giù qualcosa per colazione.
[Ore 10.05]
Mentre camminava, la Grifondoro fece un rapido elenco delle voci del coro di Hogwarts, per tentare di rapportarle con quelle della Cyprus: a livello numerico erano più o meno simili, però come potenze vocali... già, la differenza stava tutta lì; la scuola americana faceva esibire i ragazzi solo dal 5°/6° anno in su, limitando, per modo di dire, gli studenti più piccoli a prove estenuanti di ore ed ore, e questo dal loro primo anno di studi. Insomma, una strategia del tutto diversa da quella della Vireau, senza contare che probabilmente avrebbero dovuto fare a meno di una voce. Aveva letto sulla Gazzetta del Profeta, infatti, che il padre di Caroline Priscilla O'Neill era scomparso, ed era comprensibile che probabilmente la ragazzina non avesse testa per far parte del coro; e dire che la Jiménez nemmeno sapeva della strage della famiglia di Miyabi Fuyutsuki Stevens, altrimenti sì che si sarebbe cominciata a preoccupare davvero.
Permesso...
Mormorò una volta giunta all'ingresso dell'Auditorium, notanto però che era la prima del gruppo, Vice Preside esclusa, naturalmente, ad essere arrivata all'appuntamento, forse perché parecchio in anticipo con l'orario dato dalla Vireau. Si schiarì appena la voce e si avvicinò alla donna, traendo un po' di calma dal suo sorriso sicuro.
Buongiorno professoressa Vireau. Ha dormito bene?
Chissà, forse anche lei era agitatissima, ma semplicemente sapeva nasconderlo meglio della Grifondoro: non sapeva cosa sperare a riguardo, perché se da una parte saperla agitata avrebbe fatto sentire Ariel molto più compresa, dall'altra l'avrebbe gettata nel panico perché sarebbe venuta a mancare una guida ferma e in pieno controllo di sé. Non aggiunse altro, dunque, attendendo che la Vireau le desse il permesso di sedersi per accomodarsi sulla poltroncina più esterna della prima fila, quella che dava direttamente di fronte al palco.
Spoiler:
Emma Kathrine, Vergil, Miyabi, Caroline Priscilla, Elisabeth, Brianna, Monique, Zephyr, Jorge, Elbeth, Ethan Travis, Typhon, Andrea Roxas, Artemisia, Estelle
Si era alzata più presto del solito quella mattina. La Tassorosso aveva aperto gli occhi intorno alle otto passate, ritrovandosi completamente sveglia e priva di sonno. Forse, nonostante la sua situazione, riusciva a sentire anche lei l'eccitazione che vibrava nell'aria per l'imminente incontro con i loro avversari, il Coro della Cyprus. Cappie aveva accolto con gioia e gratitudine la decisione da parte di Monique Vireau di far rientrare lei e Jorge nel Coro. Poco importava che i due non avrebbero potuto prendere parte alla gara se non come supporto della squadra: la tassetta non si sentiva pronta, ora come ora, a salire su un palco e cantare, quando tutte le sue energie e le sue attenzioni erano rivolte verso il padre. Per questo, quindi, una volta sveglia, si era alzata dal letto e vestita, per correre dritto filato verso l'esterno del Castello, in direzione della Guferia. Aveva avuto una brutta lite con la madre quell'estate, dopo che suo padre era scomparso, a causa della decisione di Marion di tenere la figlia vicino a sè, al sicuro, impedendole quindi di tornare ad Hogwarts. Cappie aveva combattuto e discusso con lei, fino a quando non era riuscita ad avere la meglio sulla donna. Avrebbe solo dovuto sottostare alle condizioni che il genitore le aveva imposto: non mettersi nei guai, non andare in giro in posti pericolosi, comportarsi bene, studiare e soprattutto...scriverle ogni settimana. Compito che Cappie stava portando a termine proprio quella mattina. Una volta entrata in Guferia, la giovane strega individuò subito il suo splendido quanto scorbutico gufo Gilbert, appollaiato sulla parte più alta della cascina e intento a masticare quello che, la tassetta suppose, fosse un topo morto. La ragazza lo richiamò con un fischio, facendolo posizionare sul proprio braccio e accarezzandogli la testa con fare affettuoso.
Devi tornare da mamma, oggi. Mi raccomando, stai attento durante il viaggio e non beccarla!
Gli disse, legandogli sulla zampa un piccolo foglio arrotolato e portandolo fuori dall'edificio. Attese che Gil spiccasse il volo, scomparendo all'orizzonte, prima di tornare indietro nel Castello, dove l'aspettava una Sala Grande affollata e una buona colazione.
[Auditorium - Ore 10:08]
Lo so che siamo in anticipo, ma non credi che sia meglio non rischiare di far arrabbiare la Vireau?
In Sala Grande, si era incontrata col suo migliore amico, rientrato da poco ad Hogwarts, ed insieme a lui aveva intrapreso la strada che li avrebbe portati entrambi dentro l'Auditorium. Mentre parlava, la Tassorosso appariva molto calma e controllata, una cosa inusuale per lei che di solito era un'esplosione di allegria e vivacità. Eppure la ragazza non riusciva a comportarsi come suo solito. Non riusciva a fare finta di niente, dal momento che la speranza di ritrovare suo padre vivo andava affievolendosi ogni giorno che passava. La pubblicazione della Gazzetta del Profeta poi, con un trafiletto dedicato alla scomparsa di Nathaniel O'Neill, non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Ogni studente che la conosceva anche solo un minimo, la osservava ora con un misto di curiosità e compassione. Sguardi che stranamente non facevano per nulla piacere alla tassetta. Nessuno invece sembrava aver fatto caso alla strage avvenuta ad Enoshima. Cappie non poteva sapere se altri ragazzi del suo anno, come Elisabeth, Brianna o Jorge stesso, avessero capito che in quella strage probabilmente era stata coinvolta anche la famiglia di Miyabi. Lei non ne aveva ancora parlato con nessuno, anche per rispetto nei confronti della Grifondoro, che le aveva confessato tempo addietro di essere originaria proprio di quell'isola [d20:19 + Elaborazione:3 = 22]. Forse, quell'esperienza aveva fatto maturare molto più in fretta la giovane strega, che capiva quanto potesse essere indelicato interessarsi delle disgrazie altrui. Non aveva confessato i suoi pensieri neanche al Delfino, non riuscendo a trovare il coraggio di farlo.
Dai, arrivare un po' prima, per una volta, non ti ucciderà.
Rassicurò il ragazzo scherzando, mentre abbassava la maniglia della porta facendo il suo ingresso in Auditorium.
Era tornato. Alla fine la sua Capa era in qualche modo riuscita a convincere suo padre che per quanto lui potesse essere spesso e volentieri un Bolide impazzito – espressione che lui aveva tradotto come mina vagante per i suoi babbanissimi genitori – Hogwarts era di certo il posto migliore dove il loro figlio scalmanato potesse in qualche modo ricevere una istruzione seria e sperare di acquistare un po’ di giudizio, anche a costo di inculcarglielo a suon di Cruciatus. Certo quell’ultima affermazione non era stata pronunciata davvero ma Jorge lo aveva compreso dal modo in cui gli occhi di ghiaccio di Monique si erano soffermati nei suoi. Aveva fatto il suo ritorno in sordina, senza grandi slanci in Sala Grande o per i corridoi, ma allo stesso tempo in grande stile, mostrando a tutti la sua solita faccia di bronzo, il suo appetito inumano e la sua propensione per le battute e gli scherzi anche se rientranti nella più perfetta legalità. Aveva lasciato che gli altri studenti ricamassero quanto volevano sulle possibili cause della sua sospensione, ostentando un’aria tra il superiore e l’indifferente, ridacchiando quando le ipotesi diventavano letteralmente assurde e impossibili, riservandosi il diritto di non confidare a nessuno il reale motivo sia del ricovero che della sua sospensione. Certo aveva dovuto sfoggiare tutte le sue arti diplomatiche – scarse – e dare fondo a tutti i suoi risparmi in dolciumi ma alla fine aveva convinto per il momento la sua sorellina a non raccontare nulla ad Elisabeth e lui dal canto suo aveva promesso che non avrebbe raccontato nulla a Elbeth, almeno non fino al loro primo e si sperava prossimo appuntamento a Hogsmeade. Sembrava quindi che tutto fosse tornato alla normalità ma chi lo conosceva bene si rendeva conto che non sempre la sua allegria era genuina e le risate che gli increspavano il volto non contagiavano anche gli occhi. Spesso si ritrovava a fare delle ramanzine ai primini sui pericoli insiti a Hogwarts oppure a fissare il vuoto con aria pensierosa e di certo era diventato molto ma molto più apprensivo nei confronti della sua sorellina. Starle lontano dopo aver ricevuto il gufo in cui gli confidava che il padre era sparito era diventato insostenibile per lui, e al senso di colpa per essere stato indirettamente la causa del litigo tra padre e figlia si andava ad aggiungere il senso di impotenza e frustrazione nel non poterle essere accanto quando aveva maggiormente bisogno di lui. Era per quel motivo, solo per supportare Caroline Priscilla nel caso ne avesse avuto bisogno, che quella mattina Jorge aveva acconsentito a recarsi con lei all’incontro con la Cyprus in qualità di membri di supporto del coro. Fosse stato per lui avrebbe impiegato il tempo libero a campo da Quidditch su una delle scope della scuola per allenarsi per le selezioni, giusto per non dover subire l’umiliazione di dover stare insieme ai suo ex compagni di canto, sentirli parlare di accordi, canzoni e strategie e non poter fare nulla di attivo per aiutarli. Ma credeva che a Cappie avrebbe fatto bene stare in mezzo alla gente, a contatto con Vergil e tutti i loro amici, e in fondo pensava [Intuito (P)=10] che quello, il cercare in qualche modo di alleviare la sofferenza della tasseta senza venir meno ai suoi principi, che alla fine la VicePreside li aveva riaccolti nel coro.
Lo so che siamo in anticipo, ma non credi che sia meglio non rischiare di far arrabbiare la Vireau?
Che Merlino me ne scampi… ne ho abbastanza di occhiate torve e ghiacciate. Mi sento un sorvegliato speciale, come se potessi combinare dei guai anche solo scendendo a fare colazione.
Ribattè, sollevando le mani di fronte al viso e scuotendole velocemente, l’anello della Sfinge che portava al pollice sinistro che emanava bagliori alla luce del sole che filtrava dalle vetrate. A differenza della sorellina che indossava una sorta di abito casual, lui aveva optato per una rivisitazione libera dell’uniforme scolastica, indossando sopra un paio di jeans babbani la camicia bianca e la giacca con ben in vista lo stemma dei Delfiniazzurri aperta sul davanti e senza cravatta. Si era ripromesso di non trattarla diversamente per quello che era accaduto e visto come ci rimaneva male non appena qualcuno provava solo a fare un minimo alla situazione del padre, dimostrandole pietà o compassione, si era convinto di aver fatto la scelta giusta anche se doveva ammettere che diventava sempre più difficile non affatturare il benintenzionato di turno.
Dai, arrivare un po' prima, per una volta, non ti ucciderà.
No, ma nuocerà alla mia reputazione!
Ribattè sarcastico, infilando le mani in tasca e seguendo la sorellina verso l’auditorium, lanciando occhiate omicide a destra e a manca. In fondo però non poteva nascondere che gli faceva piacere avere l’occasione di parlare con alcuni degli altri ragazzi che tra sospensione e vacanze estive non vedeva da un bel po’ e chiedere loro come stavano.
Dici che visino di pesca è nervosa per la sfida? L’ho vista un po’ strana in questi giorni…
Chiese sovrapensiero alla tassetta, rendendosi conto da solo di aver appena usato un eufemismo Miyabinon era strana, era spenta, apatica, come se le avessero strappato la voglia di vivere dal cuore e lui non riusciva a comprendere perché. Dopotutto non era abbonato alla Gazzetta del Profeta quindi non aveva letto le ultime notizie e anche volendo non sarebbe mai riuscito ad associare la strage in Giappone con la famiglia della sua amica. Nel frattempo erano arrivati a destinazione e mentre Cappie faceva il suo ingresso spedito, Jorge si fermò sulla soglia, fece un profondo respiro e si stampò in viso un’espressione rilassata e sicura di sé.
Professoressa Vireau, Ariel – salutò quindi con un cenno del capo, serio e ossequioso nel primo caso, divertito nel secondo – Pronta a dimostrare a quegli americani da strapazzo che hanno sbagliato scuola a frequentare?
"Ehi, bella figa, come ti vanno le cose? Si ok d'accordo, domanda del c***o hai ragione, ma sai che non sono mai stato tipo capace di rompere bene il ghiaccio. Volevo chiederti scusa per non essermi avvicinato a te durante il funerale, era pieno di gente e mi sembravi impegnata. Senti, perché non facciamo una bella cosa? Io e te, il prossimo weekend, dove ti pare, ovunque, lontano dal mondo e sopratutto dall'Italia. Ne ho già parlato con Alexis, quindi non mettere in mezzo la scusa che non sarebbe d'accordo, anzi, lei è d'accordissimo, sapendo cosa ti è accaduto, ed anzi, penso che tra qualche giorno ti manderà anche lei le sue condoglianze. Fammi sapere, nel frattempo assieme a questo messaggio ti invio anche una piccola fiala con del liquore alle erbe che ho fatto io. Essere un promettente erbologo significa anche saper sfruttare le erbe in modi disparati e cattivi per il fegato, non trovi?
Ti amo
Ty"
Aveva scelto il nero quella mattina, un poco perché era uno dei suoi colori preferiti, ed anche in segno di continuo lutto nei confronti della sua migliore amica, Arianna Ricciardi. L'articolo della Gazzetta aveva reso perfettamente l'idea dello scandalo avvenuto in Italia e lui sapeva per certo che ora come ora, la bionda forse stava fuggendo da continue interviste, richieste nei talk show o chissà che altro. La vita attuale non permetteva a nessuno dei due di incontrarsi all'istante, per un abbraccio o due chiacchiere, perché c'erano di mezzo gli studi, gli impegni, la realtà dei diplomati e tutte quelle caz***e di contorno fastidiose e prenditempo. Tuttavia il Prefetto dei Draghi non aveva ceduto allo smacco del dio Chrono ed anzi, si era riuscito a liberare per il weekend in maniera da esserci, solo e soltanto per lei, ovunque, per starle accanto e farle sentire il calore e l'affetto di una persona vera e leale. Vincolato il messaggio alla zampa destra del gheppio viaggiatore e la piccola fialetta contenente alcol a quella sinistra, Typhon Seal lasciò andare il volatile dalla finestra della propria camera, decidendo di non perdere altro tempo e dirigersi in Auditorium.
[Auditorium - Ore 10:11]
Discese le scale con una lentezza epica per i suoi standard. Partendo dalla propria Ala alle 09:52, senza niente nello stomaco, ci mise quasi 20 minuti, restando comunque nei termini di anticipo. Non era dell'umore adatto per "salutare" allegramente la Cyprus, ma tanto a prescindere anche nel migliore dei casi non sarebbe stato per nulla allegro nei loro confronti, ma soltanto normale, serio, come sempre. Arrivato avanti alla porta del luogo di incontro, prese un respiro trattenuto, trovandola semi-aperta, segno che non era l'unico ad aver optato per non rispettare positivamente gli accordi presi con la Vice Preside Monique Vireau. Entrando inquadrò subito Caroline Priscilla O'Neill, la ragazza il quale padre sembrava scomparso nel nulla già da qualche mese, Ariel Jiménez, una delle punte di diamante del loro coro, se così si poteva definire, e Jorge Alvares, tipo scalmanato ottimo come fonte di incoraggiamento comune. Entrambe con delle facce tutt'altro che serene, chi pensando al padre, chi forse pensando alla competizione. L'unica veramente sorridente ma forse per cercare di tirare su il gruppo era la Coordinatrice, la quale aveva scelto di tornare a portare il classico colore di capelli scuri rinunciando al biondo miele dell'ultimo anno. Una scelta estetica che Ty apprezzò decisamente molto, silenziosamente, senza fare commenti.
Tassa... Grifa... Delfino... Buongiorno.
Vice, crede sia saggio far partecipare Stevens alla cerimonia? Magari non è nelle migliori condizioni per essere lucida e salutare gli sfidanti...
[Lunedì 3 Ottobre - Dormitorio Grifondoro - ore 9.54]
Miyabi... è ora, non dovresti andare?
Da quando era rientrata ad Hogwarts, molti erano stati insolitamente gentili con lei: chi prima non la vedeva nemmeno, come se fosse invisibile, ora le rivolgeva un breve cenno del capo, un sorriso o un saluto con la mano quando passava per i corridoi; le sue stesse compagne di Dormitorio si erano fatte molto più gentili, cercando comunque di comportarsi naturalmente senza però riuscirci molto bene: ovvio che fossero diverse rispetto a prima, sapevano tutte che Miyabi veniva da quell'isola... e sapevano altrettanto bene, grazie alla Gazzetta del Profeta, che era stata resa al suolo, e la sua popolazione sterminata. Era sola. L'aveva realizzato diversi giorni dopo la comunicazione del Ministero della Magia: un funzionario dell'organo di governo magico era venuto apposta a scuola per parlare con la Preside, che poi aveva convocato la bambina nel suo studio per comunicarle la tragedia avvenuta, e le sue conseguenze; ma Miyabi non aveva compreso davvero in quel momento cosa ciò volesse dire, e non lo comprese nemmeno quando Ethan Travis, l'unico di tutto il Castello a cui la Grifondoro avesse raccontato la verità, si offrì di portarla a casa con sé per le vacanze estive, sicuro che i genitori non avrebbero avuto niente in contrario. Era stata la prima notte a casa della famiglia Fox, quando si era svegliata nel bel mezzo della notte col corpo coperto di un velo di sudore freddo, che aveva finalmente realizzato l'accaduto: erano morti tutti. Tutti, uno dopo l'altro. I genitori, gli zii, i cugini, i nonni, tutti: si trovavano tutti lì, anche suo padre, quando l'isola di Enoshima venne rasa al suolo da un secondo all'altro. E questo significava per lei non avere più nessun parente al mondo, nessuno da cui andare, nessuno che si prendesse cura di lei. Orfana, figlia di nessuno, ecco cos'era diventata. Da quella notte in poi, aveva passato le seguenti a piangere: di giorno era apparentemente calma, quasi serena, giocava con Ethan, mangiava con la famiglia e parlava quando le veniva posta qualche domanda... ma di notte soffocava la testa nel cuscino e piangeva fino a crollare, badando a non fare rumore per svegliare l'amico. E poi, era giunto il momento di tornare a scuola. La Preside Bergman aveva parlato col Ministero, un mese prima, assicurando i suoi delegati che sarebbe potuta rimanere lì per le vacanze, quelle estive comprese, e che dunque si poteva modificare la memoria degli assistenti sociali babbani per evitare che la mandassero in qualche orfanotrofio, essendo ancora minorenne; Miyabi non aveva aperto bocca durante quel colloquio, limitandosi a fissare il pavimento con sguardo vacuo, spento. Aveva stretto la mano agli uomini del Ministero, accettato le loro condoglianze con un cenno di ringraziamento silenzioso, ed infine si era congedata dalla Preside con un inchino educato, come sempre. Da quel giorno aveva ripreso la sua vita scolastica come prima, partecipando alle lezioni, facendo i compiti, mangiando in Sala Grande e presenziando anche alle prove del coro, anche se la Vice Preside non le aveva mai chiesto di cantare né di allenarsi con gli altri gruppo; era diventata apatica, fredda, distante da tutto ciò che la circondava anche se, quando le si parlava, si mostrava ancora sorridente, gentile. Ma quel sorriso non riusciva più a contagiare gli occhioni viola della Grifondoro da qualche mese a quella parte.
... Mi?
La voce di Kayleen s'insinuò nella sua mente, spingendola a spostare lo sguardo dalla finestra che dava sul giardino della scuola alla compagna Grifondoro, che la stava fissando forse con un poco di apprensione.
Sguardo vacuo per qualche istante, poi le labbra s'incurvarono verso l'alto, in un sorriso: annuì col capo, silenziosa come non mai, e sempre in silenzio si vestì. Pantaloni di cotone neri, maglietta nera a maniche lunghe, ballerine nere anch'esse, un total black che sapeva molto di lutto, e che la ragazzina adottava ogni qualvolta non doveva indossare la divisa scolastica; l'unica nota di colore nell'abbigliamento fu il sottile cerchietto viola, colore che si collegava a quello dei propri occhi, che Miyabi indossò alla fine del processo di vestizione quasi innaturale, come fosse un robot babbano più che un essere umano. Il cerchietto si perse tra i suoi capelli neri, ma le andava bene così: lo indossava perché la madre adorava quel colore e come le stava addosso, era il suo modo personale per omaggiarla. Raccolse la borsa con le proprie cose, salutò con un cenno del capo le sue compagne di stanza, e semplicemente si lasciò alle spalle il dormitorio, dirigendosi verso l'Auditorium senza nemmeno accarezzare l'idea di scendere in Sala Grande per la colazione.
[Stesso Giorno - Auditorium - ore 10.13]
Non era né la prima né l'ultima: Jorge e Cappie erano già lì, così come Ariel e Typhon, oltre alla Vice Preside naturalmente; del padre della Tassorosso non sapeva niente, perché non aveva più toccato la Gazzetta del Profeta da quando aveva saputo della strage di Enoshima, aveva il terrore di leggere qualche articolo a riguardo, di vedere un elenco dei deceduti sapendo che lì vi avrebbe trovato tutta la sua famiglia.
Buongiorno a tutti.
Mormorò dunque semplicemente la Grifondoro, abbracciandoli con un lieve sorriso prima di avvicinarsi ad una delle poltroncine libere, un po' distante dal gruppetto che si era formato, com'era normale che fosse, vicino alla Vireau, per prendere posto e rimanere in silenzio, lo sguardo, come spesso accadeva, rivolto al pavimento.
Non le sembrava ancora vero, eppure il giorno tanto atteso era già arrivato. Monique le aveva dato l'incarico da un po', precisamente da quando era tornata. Inutile dire che per Estelle fosse una grande gioia quella di poter essere la Vice Coordinatrice del coro scolastico. Non si era nemmeno resa conto di tutto ciò, che Monique l'aveva prontamente avvisata che presto ci sarebbero state delle gare, importanti a quanto pare, contro una scuola rinomata, la Cyprus, vincitrice per 50 anni di seguito del primo premio. Si erano preparati molto. Estelle aveva partecipato a tutte le prove - a parte alcune saltate perchè occupata in Infermieria - ed aveva cominciato a nutrire una piccola - anche se minima - speranza. Aveva conosciuto i ragazzi, le erano piaciuti anche tanto. Erano talentuosi, anche molto; Estelle aveva grandi progetti per loro, se Monique l'avesse ancora mantenuta come Vice. Lavorare accanto a lei era piacevole. Andavano d'accordo su molto, spesso si soffermavano un po' di più in auditorium, da sole, per chiacchierare ancora, come due amiche. Ed infondo per Estelle era questo: non solo un superiore a cui portare rispetto, certo, ma anche qualcuno su cui poter contare, in qualsiasi momento. Ed ovviamente la cosa era reciproca.
E quindi si stava preparando per il grande evento. Ed era un po' spaventata. Improvvisamente non si sentiva abbastanza pronta. E se per caso qualcosa fosse andato storto? E i ragazzi ci sarebbero stati tutti? Domande che non aveva alcun senso porsi, ma Estelle era fatta così: sicura di sè, ma timorosa, soprattutto se in ballo vi erano i suoi ragazzi. Non avevano magari, con lei, lo stesso rapporto che nutrivano con Monique, ma Estelle, comunque teneva a loro, e credeva fermamente che potessero farcela. A loro serviva questa: qualcuno che desse loro fiducia, e che li spronasse, perchè Estelle era convinta che con l'impegno e la passione ogni cosa sarebbe stata possibile. Ed in più, per lei, l'importante non era affatto vincere, ma uscirne sapendo di aver dato il meglio.
Sapeva che Monique sarebbe stata lì per le dieci, con circa una mezz'ora di anticipo. Estelle avrebbe voluto tanto affiancarla. E si era preparata da circa un'ora. Perciò, anche lei in anticipo, decise di raggiungere la collega in auditorium. Con suo grande stupore, cinque dei loro ragazzi erano già presenti.
Buongiorno a tutti.
Salutò tutti con un sorriso, superandoli e passando oltre, per raggiungere la collega e così affiancarla.
La speranza lasciava un sapore amaro in bocca, aveva scoperto a sue spese la tassetta. Non dava gioia, non ti aiutava a rialzarti e a continuare a testa alta, come aveva sempre letto nei suoi romanzi d'avventura preferiti. La sua, di speranza, la faceva trascinare ogni singolo giorno attraverso la vita, facendole compiere quei gesti che ormai erano diventati monotoni e consecutivi, scandendo il tempo al ritmo delle abitudini. In attesa di un qualcosa che ponesse fine a quella sorta di limbo. Cappie era diventata molto più suscettibile quando si parlava di suo padre, come aveva giustamente notato Jorge. Temeva il confronto con il prossimo, specie con coloro che dimostravano tanta pietà nei suoi confronti: sapeva che per molti, suo padre era dato per morto. E lei non era ancora pronta ad accettare una realtà simile, non dopo quattro mesi. Per questo la speranza la consumava dentro, lentamente, spegnendo il suo sorriso, offuscando la sua naturale allegria, mortificandola con un dolore ed un senso di colpa che in lei rimaneva vivido quanto una ferita ancora pulsante. Si, perchè non aveva dimenticato le parole di rabbia che aveva rivolto a Nathaniel O'Neill la sera prima della sua scomparsa. Nè l'assenza totale di queste o anche un abbraccio quando era uscito di casa per andare al lavoro. E se suo padre fosse veramente morto col ricordo di una figlia che lo aveva deluso e ferito? La Tassorosso tratteneva ogni sera le lacrime, soffocandole nella notte sotto il cuscino, ripetendosi più e più volte che lo avrebbe ritrovato vivo e lo avrebbe riabbracciato , chiedendogli scusa per tutto quello che era successo. Nella sua opera di auto-convincimento che tutto sarebbe finito bene, un grande ruolo stava svolgendo il suo migliore amico, ritornato ad Hogwarts al suo fianco, per sostenerla e aiutarla in quel periodo buio della sua vita. Settembre era stato un vero inferno senza di lui, ma ora che il Delfino era lì con lei, Cappie sentiva il peso di quello che si portava dentro molto più leggero e gli era grata di tutte le sue premure. Come accompagnarla in Auditorium ad assistere all'incontro ufficiale con quelli della Cyprus. Quell'evento non serviva solo alla tassetta per tenersi impegnata e svagare la mente dai brutti pensieri: aveva lo scopo preciso, almeno per lei, di trovare delle note e delle parole che esprimessero al meglio ciò che provava dentro, stando a stretto contatto con i suoi compagni del Coro. Come le aveva suggerito Monique di fare. Per questo, seppur in maniera molto placida, Cappie si era diretta verso l'Auditorium insieme a Jorge, glissando sulla domanda che l'amico le aveva rivolto riguardo Miyabi. Quando sarebbero stati soli e più traquilli, la strega probabilmente gli avrebbe raccontato che cosa aveva l'amica di tanto strano. O forse l'avrebbe scoperto da solo in giro per il castello, grazie a delle voci. Francamente, la Tassorosso sapeva che lei non sarebbe stata una di quelle che avrebbe sparso la notizia. Non dopo aver provato sulla propria pelle che cosa significasse. Lì aveva salutato con educazione sia la Vicepreside che Ariel Jimenéz, la loro punta di diamante. Per quanto la Grifa fosse molto più grande di lei, la giovane strega non poteva fare a meno di trovarla simpatica, con quel suo carattere così simile al suo e quel desiderio di mettersi in gioco che la rendeva determinata e piena di coraggio. Qualità tipiche, in fondo, della sua Casata.
Tassa... Grifa... Delfino... Buongiorno.
La strega salutò con un cenno della mano l'arrivo di Typhon Seal, prefetto di Dragargenteo e assistente della docente di Erbologia. Cappie non aveva mai avuto un vero rapporto con quel ragazzo alto e tenebroso, tranne che in occasione dell'inaugurazione del suo negozio insieme ad Alexis Parker e quando andò a riscuotere il suo secondo premio, insieme a Kayleen e ad Arianna Ricciardi. Per questo, dopo averlo salutato educatamente, rivolse le sue attenzioni verso Ariel, decisamente più simpatica, e Jorge che tentava di lanciarle qualche battuta per calmare la sua ansia.
Pronta a dimostrare a quegli americani da strapazzo che hanno sbagliato scuola a frequentare?
Certo che è pronta! Ariel, non agitarti e stai tranquilla: tu sei bravissima e...li stenderai al primo colpo, ne sono sicura.
Le disse, cercando di fare il suo "lavoro", ovvero supportare coloro che avrebbero affrontato i fantomatici cantanti della Cyprus. Forse, se Cappie avesse conosciuto molto più a fondo il passato della ragazza, avrebbe tentato di esserle molto più vicina in quel momento critico per lei. Tuttavia, la sua attenzione venne attratta da una conversazione che si stava tenendo fra il Dragargenteo e la Vireau.
Vice, crede sia saggio far partecipare Stevens alla cerimonia? Magari non è nelle migliori condizioni per essere lucida e salutare gli sfidanti...
La Tassorosso si avvicinò silenziosa, attendendo che la donna rispondesse alle parole di Typhon, prima di dire la sua.
Se Miyabi è d'accordo potrebbe stare con me e Jorge. In fondo non dobbiamo fare troppi sforzi e magari aiutarci a sistemare i vestiti e le poltrone la aiuterà a non pensare...
Disse con discrezione, rendendosi conto di trovarsi in mezzo ad un gruppo che, come lei, era al corrente di ciò che era accaduto alla piccola e timida Grifondoro per la quale Ethan Travis aveva un debole. Subito dopo, neanche a farlo apposta, entrò in Auditorium proprio la Stevens, salutando tutti i presenti con il solito inchino, retaggio delle sue origini giapponesi. Ad affiancarla, arrivò anche la nuova vice-coordinatrice del Coro, Estelle Moreau. Cappie salutò entrambe con un sorriso dolce, ma che, come quello di Miyabi, non arrivava a scaldarle lo sguardo.
Ciao Miya. Ti senti pronta o anche tu sei nervosa come la nostra Ariel?
Le disse quindi avvicinandosi e salutandola con un abbraccio e due baci sulle guance, se lei glielo avesse permesso.
Senti, anche se io e Jorge siamo i supporter della squadra, non riusciamo a fare tutto quanto da soli. Ti andrebbe di aiutarci? La Vireau è d'accordo, ma solo se ti va! Sai, di sicuro è un lavoro molto noioso, per nulla eccitante come gareggiare contro quelli della Cyprus...
Le avrebbe detto dopo, se Monique avesse accettato la sua proposta. Altrimenti, la tassetta sarebbe rimasta in silenzio, aspettando l'eventuale risposta della ragazza.