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Cimitero di Hogsmeade

Il piccolo cimitero della cittadina

Messaggioda Monique » 19/11/2011, 16:45

[Martedì - ore 16.23]


Un giorno come gli altri, apparentemente: c'era scuola, gli studenti se ne stavano chiusi nelle loro sale comuni per proteggersi dal freddo o, i più sfortunati, nelle aule di lezione a prendere appunti. Anche nell'aula di lezione di Incantesimi si sarebbe dovuta far lezione, peccato che la professoressa Vireau... era assente. Sì, sulla porta dell'aula un biglietto semplice e coinciso da parte dell'insegnante, con la seguente dicitura:


Niente lezioni oggi, ripassate tutti gli incantesimi da pagina 24 a pagina 36
Monique Vireau


La cosa ovviamente aveva lasciato più che perplessi gli studenti, dato che Monique era conosciuta per il suo senso del dovere nei confronti dei propri allievi, ed anche nelle giornate in cui stava meno bene o si sentiva più stanca non aveva mai nemmeno pensato di saltare una lezione.
Inoltre, se anche la si fosse cercata per tutto il castello, la donna sembrava essere scomparsa nel nulla: solo il fantasma di Delfinazzurro, il Poeta Maledetto, affermava di averla vista uscire dal portone con Fire a seguito, per salire poi su una delle carrozze che di solito trasportavano gli studenti ad Hogsmeade; insomma, la VicePreside quel primo pomeriggio aveva deciso, secondo le apparenze, di prendersi una pausa dalla scuola ed uscire da essa senza dare troppo nell'occhio, per quanto le fosse possibile... ma per andare dove?

[Cimitero di Hogsmeade]


Una figura con un mantello nero e dalla fattura pesante calato sul viso si aggirava per il cimitero, a passo lento ma deciso come se sapesse perfettamente dove andare: non era la prima volta, infatti, che visitava quel luogo, anche se avrebbe voluto poterlo cancellare dalla faccia della Terra; da quando lei era morta era andata spesso a trovarla, seppure ogni volta ciò le costasse fatica ed ora ancor di più visto che risiedeva sbabilmente a scuola.

Ci sono...

Nessuno con lei questa volta, Fire l'aveva lasciato nella propria camera a dormire: era un momento troppo privato per condividerlo con un cucciolo che, tra l'altro, nemmeno l'aveva conosciuta a differenza di Flame; l'incedere della figura si arrestò di colpo, il cappuccio venne calato e gli occhi lucidi di colei che aveva attraversato il cimitero vennero alzati verso l'alto.

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Rose...

Non un fiato ancora dalle sue labbra appena tremanti per le lacrime che le avevano formato un fastidioso groppo alla gola, non un gesto da parte del corpo ora teso ed immobile: solo quegli occhi pieni di dolore, quello sguardo posato su quella tomba semplice che racchiudeva in sé i resti di un'anima unica e preziosa.

Immagine


Mi manchi così tanto... guarda, ti ho portato dei fiori.
Sono i miei preferiti, ma piacevano tanto anche a te, così te li ho portati...


Ancora parole silenziose le sue, perchè tanto Rose non era davvero davanti a lei e perciò non c'era bisogno di parlare ad alta voce per farsi sentire da colei che era stata la madre di Monique per anni: la mano destra si alzò appena, mostrando un mazzo di tulipani colorati ed allegri, quasi un tributo al carattere ed al temperamento della defunta.

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... sono scappata da scuola, lo sai?
Non l'ho detto a nessuno che venivo qui. Alla Bergman sarebbe preso un colpo se fosse stata al castello, è così fiscale sui miei spostamenti... come se dovessi informarla ad ogni passo che faccio.


Le raccontò Moni, usando la bacchetta per sostituire i fiori appena portati con quelli vecchi: anche se Rose non poteva risponderle, lei sentiva un calore piacevole all'altezza del cuore, che la faceva nuovamente sentire viva.

A scuola ho incontrato un uomo... si chiama Sandyon. E' un tipo strano, freddo all'apparenza... ma credo abbia avuto un passato orribile. Sai, pensavo che forse potremmo diventare amici, e... e...

Ed una lacrima scese, dispettosa ed improvvisa, dall'occhio di Monique, mandando in frantumi la sua compostezza e quel manto di freddezza trattenuto fino a quel momento, lasciando libera la sua anima di sanguinare.

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... perchè te ne sei andata, perchè mi ha lasciata sola... perchè Rose, io avevo bisogno di te... perchè, perchè, PERCHE'?!?

E questa volta la voce uscì, spezzata e carica di dolore, in un urlo seguito da un pianto incontrollato, il corpo della donna scosso da potenti singhiozzi che sembravano piegarlo in due: era ufficiale... Monique Vireau era crollata.
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Messaggioda Sandyon » 19/11/2011, 19:08

{ SCUOLA DI MAGIA - ORE 15:48 }



Niente lezioni oggi, ripassate tutti gli incantesimi da pagina 24 a pagina 36

Monique Vireau



Grrr...

Afferrò quel biglietto attaccato alla porta quasi fosse un foglio di carta straccia e lo fissò a lungo.
Se ne era accorto proprio perchè molti ragazzi dei vari anni scolastici parlottavano in giro per i corriodi parlando proprio della professoressa Vireau che a quanto pare quel giorno era scomparsa.
Non poteva allontanarsi in quella maniera, così, senza avvertire nessuno, non solo perchè era la VicePreside, ma sopratutto perchè questo lo metteva seriamente nei guai visto che il suo compito era quello di proteggerla.
Scese le scale velocemente, parlando nella propria testa con estrema velocità e capacità di calcolo nei confronti di un suo caro e fedele amico, l'unico che in quel momento avrebbe potuto dargli una mano a risolvere quel problema quanto mai grave da risolvere in fretta, visto che la Preside ancora non era rientrata dal suo viaggio in Giappone, ma una cosa era certa: Non appena fosse tornata le avrebbe fatto una ramanzina coi fiocchi intimandole per lo meno di controllare che Monique rimanesse entro le mura del castello. Era inammissibile lavorare in quel modo, inammissibile!

Mog, trovala immediatamente, io vado in giro per la scuola, tu cerca nei dintorni...

Agli ordini capo!

E fu così che velocemente l'uomo, più agguerrito e intenzionato che mai a ritrovare la sua protetta si diresse in giro per tutti i piani del castello avendo però poca fortuna, dato che in nessuno degli angoli selezionati da lui per la ricerca la donna sembrava essere stata vista o essere passata, una cosa assolutamente preoccupante ad ogni istante di più che trascorreva, istanti da sudore freddo per Sandyon Vastnor, professore di Difesa... no, non solo... in quel caso... mercenario!
Adesso il suo unico obiettivo era quello non solo di trovarla ma anche di proteggerla perchè di certo non poteva sapere che le motivazioni della scomparsa della donna fossero di natura sentimentale.
E se quel biglietto lo avesse affisso qualcuno al posto suo? Se lei in questo momento si trovasse in grave pericolo di vita e lui invece lì a dare retta a dei mocciosi?
Non si sarebbe mai potuto perdonare una mancanza del genere da parte sua, verso se stesso, si sarebbe considerato per tutta la vita un inetto al lavoro, lo stesso lavoro che gli aveva dato prestigio in tutto il mondo fino ad allora.

Dove c**** è andata??

Esclamò assolutamente adirato spaventando almeno un gruppo di dieci ragazzi che passavano presso l'atrio della scuola.
Più passavano i secondi e maggiormente la preoccupazione saliva, anche se in mezzo a tutto quel rancore nei confronti della sua disattenzione c'era anche di fondo una sorta di strano sentimento diverso, come se sentisse di voler proteggere la donna non per semplice lavoro e richiesta da parte della Preside, ma lasciò che quelle sensazioni andarono oltre e vennero spazzate via dalla serietà. Non c'era tempo per farsi altre strane ed ulteriori domande, adesso doveva solo sperare che il suo alleato la trovasse fuori di lì ed in un tempo ragionevolmente corto.
Finalmente, dopo circa mezz'ora di ricerca in lungo e in largo, l'uomo fu raggiunto dalla voce del suo compagno invisibile, Mog, che lo avvisò che aveva intravisto una persona che poteva benissimo essere Monique nei pressi del cimitero di Hogsmeade a circa 24 chilometri da lì.
Sandyon uscì fuori sul portico osservando l'uscita con aria abbastanza preoccupata. Il pomeriggio stava calando svelto e imminente e di lì a poco anche l'oscurità sarebbe cominciata a salire inesorabile, conferendo maggiore aiuto per i nemici della donna per farne quello che volevano.
Non poteva permetterlo, doveva sbrigarsi, ed anche di corsa.


{ CIMITERO DI HOGSMEADE - ORE 16:25 }


Giunto presso le porte del cimitero di neanche troppo grandi dimensioni, il custode lo fermò dicendogli che in quel giorno ed orario il cimitero era chiuso al pubblico per motivi di restaurazione.
Quello lo convinse ancora di più che la donna doveva essere lì, dato che di certo con quella scusa si sarebbe potuta trovare da sola e indisturbata.
Fece cenno a Dastel che lo aveva seguito per aiutarlo con il suo fiuto sopraffino di rimanergli accanto ed allora, addormentando il custode con un incantesimo piuttosto semplice, oltrepassò il cancello e riprese la ricerca a passo svelto ma abbastanza silenzioso.
Si era vestito di tutto punto con la sua solita divisa da combattimento, in fondo non si sapeva mai cosa potesse succedere in un luogo del genere, alla fine "è sempre un ottimo giorno per morire" come dicevano i sicari o per lo meno la maggior parte di loro.
Si fermò presso uno spiazzo in mezzo a degli alberi in pieno stile autunnale, dove per terra era pieno di foglie d'autunno e la temperatura toccava appena i 13 gradi centigradi, piuttosto fresco quindi ma il vento praticamente assente aiutava asopportare il clima di quel pomeriggio ancora abbastanza soleggiato.

Immagine

Bene, e adesso troviamola... Prima che la possano trovare altri... la strozzerò quella donna un giorno, lo giuro!

Il perimetro della zona era stato perlustrato ma non aveva trovato niente di pericoloso, evidenetemente la donna non aveva lasciato in giro troppe tracce di se, che forse sapesse già alcune cose che riguardavano il suo destino e la "taglia" su di lei?
No, assolutamente impossibile, evidentemente non voleva semplicemente dare molte tracce di se, non voleva essere seguita, ma per quale motivazione?
Attraversò la zona delle tombe da terreno e raggiunse quella con i mausolei e le lapidi rialzate e finalmente dopo una svariato cammino in lungo e in largo, i suoi occhi si posarono su una figura lontana con un mantello color blu scuro, non c'erano dubbi, era la professoressa di incantesimi Monique Vireau, e non sembrava affatto nelle condizioni per parlare, dato che era in lacrime, chinata in avanti davanti al nome di una donna che era morta molto tempo prima.
Sandyon sul momento fu indeciso se avvicinarsi o meno, anche perchè sembrava essere un momento molto delicato, ma era anche vero che non poteva rimanere così lontano, in fondo un incantesimo di morte istantanea sarebbe potuto giungere all'improvviso contro ogni previsione. Dunque non potè fare altro che avanzare a passo molto ma molto lento, decidendo per farsi aiutare da una figura che di certo sarebbe stata accettata maggiormente dalla ragazza.

Va' e fa come sai... Mi fido di te.

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Sussurrò lentamente nei confronti del proprio animale, il coyote Dastel che, afferrato il concetto, prese a camminare spedito fino ad affiancare la donna per effettuare un guaito piuttosto calmo e sofferente come a voler condividere la sua sofferenza, strusciando il muso sul suo fianco alzando di poco lo sguardo per fissarla con occhi lucidi e morbidi di gentilezza.
Era la soluzione migliore anche perchè non poteva rischiare di farle paura o di spaventarla in maniera eccessiva, infatti era lì per se stessa, per stare in santa pace e sfogarsi un minimo e qualora si fosse quindi accorta di Dastel e di riflesso si fosse voltata per incontrare gli occhi anche del suo padrone, egli si sarebbe mostrato a lei con fare abbastanza cauto, incalzando con una frase piuttosto semplice ma significativa.

Mi spiace di interrompere questo momento, ma i suoi studenti erano preoccupati e mi hanno chiesto di cercarti... Tua madre forse?

Il tono della voce dell'uomo era un po' più morbido e meno freddo del solito.
In fondo comprendeva bene quando era il momento di non essere così rudi, sopratutto davanti ad un caso come quello, dove in gioco e in attenzione non vi erano soltanto due persone, ma anche una terza, defunta per lo più, che significava tanto per uno dei due.
Se Monique era lì ed aveva sentito il bisogno di essere lì significava che per qualche istante aveva scelto di essere e mostrare verso di se la parte più fragile e triste, malinconica e di certo un tono come il suo di solito molto freddo e distaccata l'avrebbe fatta sentire ancora più in soggezione e magari fuori luogo, stranita e in difficoltà e in un attimo come quello, una situazione come quella nemmeno un cuore gelido come lui avrebbe potuto trasmettere lo stesso ghiaccio di sempre.
L'unico ghiaccio al momento fra loro, erano gli occhi della Vice Preside, più profondi e luminosi che mai.
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Messaggioda Monique » 19/11/2011, 20:38

Dolore. Sentiva solo tanto, tanto dolore.
E dire che aveva creduto di aver affrontato e superato la morte di Rose: aveva pianto, urlato, rotto oggetti e di nuovo pianto... insomma, all'apparenza il pacchetto completo. Ma evidentemente no, ce ne voleva ancora di tempo prima di lasciarsi alle spalle quell'episodio per lei devastante.

Perchè, perchè...

Si chiedeva la donna ora a terra, quasi avvolta in se stessa per proteggersi: da cosa non lo sapeva visto che il dolore, quello veniva da dentro e non c'erano protezioni capaci di tenerla lontano da esso. Ciò che stava per scoprire, era che la pace che l'aveva spinta a scappare senza avvertire stava per essere violata: un guaito basso e tremulo, infatti, fece alzare di scatto gli occhi di Monique che, così facendo, incontrò quelli di un coyote familiare.

.... Dastel? Ma cosa...

Mormorò Moni senza capire, alzando lo sguardo per posarlo poco distante da lei, individuando così la figura che era il padrone dell'animale: Sandyon. L'uomo le si avvicinò con cautela mentre l'altra si asciugava velocemente il viso cercando di ritrovare un minimo di compostezza ed intanto accarezzava il muso del coyote con dolcezza.

Mi spiace di interrompere questo momento, ma i tuoi studenti erano preoccupati e mi hanno chiesto di cercarti... Tua madre forse?

I miei studenti... preoccupati? Assurdo, mi sembra di essere entrata in una prigione! Ora anche gli alunni vogliono un resoconto dettagliato dei miei spostamenti, non bastava la Bergman?

Domandò con voce aggressiva, rimettendosi in piedi e passandosi una mano tra i capelli con un gesto stizzito ed irritato: si sentiva controllata e non era una cosa tollerabile visto che era maggiorenne già da tempo ormai. Un sospiro le diede modo di scaricare la tensione mentre i suoi occhi si facevano meno duri.

Scusami, mi dispiace... non è certo colpa tua, anzi, sei stato gentile a scomodarti solo per tranquillizzare i miei studenti.

Se solo avesse saputo la verità... ma ne era totalmente all'oscuro, perciò per Monique l'uomo si era semplicemente dimostrato cortese e premuroso, per questo le era sembrato doveroso ringraziarlo. Gli occhi della VicePreside tornarono a fissare la lapide sopra di loro, scuotendo appena il capo in un cenno di diniego.

Magari fosse mia madre, significherebbe che lei è ancora viva.

Mormorò in risposta, indicando il nome inciso sul marmo con un cenno della testa, la mano destra che ora continuava a coccolare dolcemente il capo di Dastel come a voler trovare conforto in quel semplice e piccolo gesto.

Lei è... era Rose Dubois, è stata la mia tata quando ancora vivevo a Parigi coi miei... è morta l'anno scorso in circostanze un po'... strane. E' per lei se ho accettato l'incarico ad Hogwarts, a quanto sembra conosceva Madeline Bergman e prima di morire le confidò che avrebbe voluto vedermi insegnare al castello.

Perchè definire strana la morte di Rose? Forse perchè non aveva mai fatto cenno a Moni di una sua malattia - e loro si erano sempre dette tutto - forse perchè fino al giorno prima sembrava che tutto fosse tranquillo, o forse perchè per anni aveva impedito alla donna di andarla a trovare, facendolo addirittura giurare alla francese.
Un altro sospiro più leggero, e gli occhi vennero nuovamente posati su Sandyon con gratitudine.

Mi dispiace davvero che tu ti sia dovuto scomodare, ti prego considerati pure libero... io sto qui ancora un po' e poi magari faccio una passeggiata, ma rientrerò al castello per l'ora di cena così i miei studenti non si dovranno più preoccupare.

Ovviamente per lei l'uomo poteva anche andarsene, non sapendo minimamente quale fosse la sua vera funzione, e dunque dopo averlo ringraziato lo congedò così da permettergli di essere libero, vista anche la propensione - da quel po' che aveva capito da sé e grazie a Dastel - al voler stare da solo il più tempo possibile.
Credendo dunque che di lì a poco lui se ne sarebbe andato lasciandola sola, la donna si volse verso la tomba, gli occhi lucidi ma di nuovo controllata ora: sì, ci sarebbe stato tempo per crollare, ne era certa, per ora l'importante era rimanere un po' lì con la sua Rose... del tutto ignara, al momento, della presenza di una terza persona, qualcuno che la stava osservando nell'ombra.

E tu chi sei, bel maschione?
Un uomo decisamente premuroso... o una guardia del corpo? ... Nicholas non ne sarà contento...
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Messaggioda Sandyon » 19/11/2011, 22:40

Era lì per una motivazione che non aveva scelto lui e dunque non avrebbe dovuto sentirsi in colpa, eppure dover dire una bugia come il fatto che fossero stati gli studenti a chiedere di lei gli faceva uno strano effetto.
Nel corso delle sue missioni aveva detto frasi e versioni molto più architettate e strane rispetto a quella ma era anche la prima volta che si ritrovava a fare da guardia del corpo a qualcuno, nella veste di un collega poi, nella veste di un conosciente.
La donna si asciugò di fretta le lacrime, spostandosi in direzione di lui, continuando ad accarezzare il coyote che nel frattempo, calmo e affettuoso proseguiva a rimanerle accanto senza scostarsi un secondo, probabilmente per consolarla ancora un po' per la perdita che aveva cominciato a spiegare a Sandyon, il quale, senza che lei se ne accorgesse ovviamente, segnava attentamente nel suo cervello tutte quelle informazioni come se fossero preziosissime.

Circostanze un po' strane... Mmhhh... E' lei la donna che sapeva ciò che gli altri pensano che sappia la Vice Preside allora...

Non smise un secondo di fissarla, di fissare quegli occhi che nel contrasto dell'azzurro dell'iride e del rosso del contorno facevano soltanto che trasmettere verso di lui un moto di compassione che non gli piaceva sentire affatto, perchè significava avvicinarsi affettivamente ad un altro essere umano.
Lo represse subito, senza nemmeno pensarci un secondo, e proseguì ad ascoltare tutta quanta la storia raccontata da lei, annuendo ogni tanto, fino a che ovviamente lei non decise di congedarlo considerando che per lui rimanere lì non fosse altro che un peso, una sorta di costrizione.
Già, menomale che lei ancora non aveva avuto modo di vedere il suo atteggiamento verso gli studenti altrimenti avrebbe capito subito che enermo idiozia e bugia fosse l'essere lì per aver ascoltato le lamentele di due marmocchi, come lui li avrebbe definiti.
Ma in fondo si, sarebbe potuto anche andare via, dato che quel luogo era per lei importante, importante come non mai e non poteva rovinar eulteriormente quella situazione.

Hai accettato come se fosse stata l'ultima volontà di qualcuno a cui tenevi. E' una cosa che ti fa onore, ma non dobbiamo sentirci condizionati a fare ciò che non vogliamo assolutamente solo perchè qualcun altro lo avrebbe visto bene per la nostra esistenza... I defunti nel bene o nel male, ovunque loro siano, vogliono che portiamo avanti la nostra strada, che sia stata incline alla loro presenza o meno. Ma per quel che mi riguarda, questo è un lavoro che sai fare egr... sai fare.

Un complimento, no, proprio no, strada sbagliata, sbagliatissima. Si bloccò nel suo dire, per quanto metà di quella parola l'aveva già fatta presente, ma non proseguì oltre, si corresse e nello stesso istante non fece altro che ascoltare con fastidio una vocina nella sua testa che lo prendeva grandemente in giro.

Senti chi parla di defunti o altro, quand'è che inizierai a razzolare bene oltrechè predicare uhm?

Silenzio.

Ihihihih, sei esilarante... Comunque, parlando di cose serie, hai notato che...

Si, lo so, me ne sono reso conto già da qualche minuto, devo trovare la maniera di portarla via di qui, a quanto pare tengono così tanto sotto controllo il castello che appena si allontana di un metro la vanno a cercare. Oggi è stata fortunata ma il fatto che lei sia così legata a questa persona ai fini della missione è deleterio.

Eh si, ma non puoi farci nulla, ha tutto il diritto di venire ad incontrare una persona che è stata così tanto importante per lei, come fai ad impedirle di tornare qui?

... Mmmhh...

Mi dispiace davvero che tu ti sia dovuto scomodare, ti prego considerati pure libero... io sto qui ancora un po' e poi magari faccio una passeggiata, ma rientrerò al castello per l'ora di cena così i miei studenti non si dovranno più preoccupare.

L'uomo ancora intento a pensare e ragionare, fu infine colto dalle parole di lei, le ultime, inerenti alla sua presenza lì. Parole giuste che sottointendevano che lei sarebbe voluta rimanere lì ancora qualche istante prima di tornare indietro anche perchè in fondo la sua lezione era già bella che conclusa quindi non aveva alcuna fretta.
Nel frattempo, il sole stava cominciando a tramontare e con esso quindi, anche la luce iniziava a dare meno segni di vita.
Doveva inventarsi qualcosa e subito, per far si che lei si allontanasse.

Immagine

Se mi permetti una considerazione, visto che la persona a cui vuoi bene si trova qui è piuttosto scomodo che ci possano essere volte nelle quali ti devi assentare e quindi giocarti una lezione per venire a salutarla. A giudicare dal cognome immagino che non sia realmente sepolta qui ma al suo luogo d'origine...

Me ne pentirò, lo so...

No, non mi dire che vuoi...

Quindi perchè non torniamo al castello adesso e le costruiamo un piccolo monumento di ricordo nei pressi della scuola. Non solo è un segno importante perchè glielo fai vicino al luogo dove ti avrebbe visto meglio ma in più potrai venirla a trovare più spesso senza intaccare il tuo lavoro, cosa che probabilmente le dispiacerebbe, non trovi?

Aveva detto... esattamente quello che aveva detto.
Quella proposta non poteva risultare più fottutamente e dannatamente romantica e dolce e per questo Sandyon si stava seriamente maledicendo, anche perchè d'accordo dire qualche bugia per difendere una persona, ma dimostrarsi così cordiale e quindi farsi vedere del tutto per quello che non era in fronte a chi non doveva essere ingannato, non da lui almeno, lo trovava alquanto sgradevole e bastardo anche per una persona con così pochi sani principi come lui.
Di sicuro un'altra persona che lo conosceva avrebbe potuto chiedersi cosa ci fosse stato sotto, ma certamente Monique che non aveva la minima idea di chi fosse, non solo avrebbe potuto prendere troppo bene quella proposta ma magari chissà, pensare anche che lui non era venuto lì per via degli studenti, magari perchè la voleva vedere lui o chissà cos'altro, che magari era preoccupato lui, insomma tutte cose esageratamente romantiche che lo stavano mandando in bestia con se stesso, ma non poteva farci nulla, c'era qualcuno lì intorno e visto che Monique per ordine di Madeline ancora non doveva sapere niente, doveva essere assolutamente portata via di lì e se l'unico modo era risultare come quello che "ci prova" indirettamente, beh allora così sarebbe stato, tanto avrebbe pagato la Preside quei salti mortali che si stava ritrovando a fare.

Oh ma come sei cucciolone tenerone...

Muori.
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Messaggioda Monique » 19/11/2011, 23:03

Hai accettato come se fosse stata l'ultima volontà di qualcuno a cui tenevi. E' una cosa che ti fa onore, ma non dobbiamo sentirci condizionati a fare ciò che non vogliamo assolutamente solo perchè qualcun altro lo avrebbe visto bene per la nostra esistenza... I defunti nel bene o nel male, ovunque loro siano, vogliono che portiamo avanti la nostra strada, che sia stata incline alla loro presenza o meno. Ma per quel che mi riguarda, questo è un lavoro che sai fare egr... sai fare.

Gli occhi di Monique scintillarono per un momento visto che il complimento, seppur mangiato per metà, l'aveva colto: ma come spiegare a Sandyon che non era solo per Rose che era tornata al castello, ma anche per scoprire cosa Madeline sapesse davvero di lei? Non si fidava ancora dell'uomo, e per quanto si fosse dimostrato gentile nei suoi riguardi la cosa non bastava.

Ti ringrazio, e lo so che dovrei fare quello che ritengo più giusto per me... è una lezione che ho imparato molto tempo fa. Ma se Rose voleva che tornassi ad Hogwarts, io... credo sapesse che fosse la cosa migliore per me. Mi sono sempre fidata di lei, e voglio continuare a farlo.

Anche se non so dove tutto questo mi porterà...


Tanta incertezza nei pensieri di Moni - seppure a livello di parole sembrasse molto più convinta - ma non aveva senso pensarci: voleva scoprire la verità e l'avrebbe fatto, a costo di legare Madeline ad una sedia e torturarla fino alla fine dei tempi... possibilità che tra l'altro non le dispiaceva nemmeno troppo.
Con un mezzo sorriso divertito a quell'idea tornò a guardare la lapide di Rose, così pura e perfetta com'era lei, fino a che la voce dell'uomo che le era accanto non la raggiunse nuovamente.

Se mi permetti una considerazione, visto che la persona a cui vuoi bene si trova qui è piuttosto scomodo che ci possano essere volte nelle quali ti devi assentare e quindi giocarti una lezione per venire a salutarla. A giudicare dal cognome immagino che non sia realmente sepolta qui ma al suo luogo d'origine...

Inizialmente la donna non capì dove volesse andare a parare il discorso di Sandyon, perciò alle sue parole si limitò ad annuire con aria leggermente confusa, rimanendo in silenzio così da dargli modo di concludere il suo pensiero.

Quindi perchè non torniamo al castello adesso e le costruiamo un piccolo monumento di ricordo nei pressi della scuola. Non solo è un segno importante perchè glielo fai vicino al luogo dove ti avrebbe visto meglio ma in più potrai venirla a trovare più spesso senza intaccare il tuo lavoro, cosa che probabilmente le dispiacerebbe, non trovi?

Un attimo di silenzio, poi un lampo di consapevolezza negli occhi della donna che fece un mezzo sospiro quasi sarcastico, scuotendo appena il capo: si passò una mano tra i capelli, lentamente, si morse il labbro ed infine tornò a guardarlo con aria seria e più distaccata.

Non devi essere gentile con me solo perchè ti faccio pena, davvero. Ti ringrazio per la tua proposta ma immagino che l'ultima cosa che vorresti fare è aiutarmi in una costruzione del genere, che ti costringerebbe a passare del tempo in compagnia della sottoscritta... e non ci vuole un genio per capire quanto ami la solitudine.

Se Sandyon temeva che lei potesse mal interpretare le sue parole in senso romantico, poteva tirare un sospiro di sollievo: Monique le aveva recepite esattamente nel senso opposto.

Inoltre allontanarmi dalla scuola mi serve a prendere aria, quindi queste visite sono solo fonte di piacere per me... cercherò di farle in orari che non comportino mie assenze dalle lezioni, se la cosa ti può far piacere.

Non aveva alcuna intenzione di rinunciare a quelle visite che le permettevano di allontanarsi da quella che considerava una prigione, e non sapendo minimamente quali pericoli potesse correre non vedeva davvero motivo di cambiare programmi ed eliminare l'unica cosa che rendeva quella permanenza al castello più sopportabile.
Si avvicinò alla lapide e la fissò ancora per un lungo istante, prima di mandarle un piccolo bacio con la mano: sarebbe tornata e promise a se stessa che quando l'avesse fatto sarebbe rimasta più a lungo, per aggiornare Rose su tutte le novità della propria vita.

Arrivederci... mamma.

Possiamo andare adesso.


Mormorò Monique, voltandosi verso Sandyon mentre tornava a calarsi il cappuccio sul viso con l'aria di chi non ha troppa voglia di perdersi in chiacchiere: non era potuta rimanere sola con Rose, quindi tanto valeva tornare al castello e chiudersi nella propria stanza per stare in santa pace, anche se aveva come la sensazione che le mura dell'accademia si facessero sempre più strette intorno a lei.

E' scocciata, sente che Hogwarts è una prigione... la lascerà di nuovo, è sicuro. E quando lo farà, io sarò lì ad attenderla: non potrai proteggerla per sempre, bel maschione... fattene una ragione.
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Messaggioda Sandyon » 20/11/2011, 0:02

In effetti si era allargato parecchio, ma lo aveva fatto a fin di bene, beh, a fin di lavoro più che altro, o almeno, in effetti era meglio se faceva prima a non chiedersi perchè l'aveva fatto e in quale percentuale, avrebbe contribuito soltanto a farlo innervosire di più. Fatto stava che quello che aveva detto sperava di averlo comunicato con un tono abbastanza credibile, a tratti forse appunto di chi è interessato, di chi è affezionato, per quanto non avesse mai dovuto fare certe cose.
Invece, quello che lo sorprese quasi subito e di improvviso, fu proprio la risposta che diede Monique che a quanto sembrava si discostò di parecchio anche da quello che si sarebbe aspettato il piccolo esserino che, invisibile si stava godendo tutta la scena.

Non devi essere gentile con me solo perchè ti faccio pena, davvero. Ti ringrazio per la tua proposta ma immagino che l'ultima cosa che vorresti fare è aiutarmi in una costruzione del genere, che ti costringerebbe a passare del tempo in compagnia della sottoscritta... e non ci vuole un genio per capire quanto ami la solitudine.
Inoltre allontanarmi dalla scuola mi serve a prendere aria, quindi queste visite sono solo fonte di piacere per me... cercherò di farle in orari che non comportino mie assenze dalle lezioni, se la cosa ti può far piacere.


All'esterno rimase completamente impassibile e serio, anche perchè non si sarebbe sognato addirittura di andare a contraddire la donna e pregarla magari di pensare che le sue erano le migliori intenzioni, fatto stava però che quella risposta di lei lo lasciò completamente di sasso e senza possibilità di pensare ad altre strategie di convinzione.
E se quello non era già di per se abbastanza, in mezzo ci si mise anche il fattore che sembrava lui stesso averla convinta ad andare da quel momento in poi in orari non controllati dal registro scolastico e quindi la sua missione seppur appena cominciata si era anche in breve complicata ulteriormente.

Sembra proprio che ormai io abbia completamente dimenticato come si faccia a parlare in modo gentile qualcuno per avvicinarlo a me, seppur in finzione... Forse è proprio vero che non ho più nessuna capacità di relazionarmi con gli altri esseri umani, era più facile rimanere ad uccidere per soldi al fronte...

Non te la devi prendere Sandy, è normale non crederti troppo quando dici qualcosa di gentile, con quella faccia che ti ritrovi avrebbe paura anche Dracula!

Sta' zitto.

Me è vero!

Un'altra parola e con me hai chiuso.

Gne gne gne, "con me hai chiuso", antipatico...

Scosse appena il capo chinandolo e portando una mano a cingere il fianco, definitivamente rassegnato a quello che aveva appena sentito e alla prospettiva di fare molte ma molte meno ore di sonno di quante già non ne facesse di suo.

In pratica sarò sveglio a vita o dovrei dormire di giorno...

Chiedi a Dracula come si fa, sicuro per come lo spaventi ti spiega tutto alla perfezione!

... Mmhhh...

Possiamo andare adesso.

Quelle parole soavi e gentili da parte di Monique lo riportarono sulla faccia della terra e gli fecero rialzare il capo ad osservarla dritto negli occhi.
Doveva aver pianto davvero molto visto com'erano ridotti, gonfi e con qualche piccola sbafatura di trucco anche se leggera, ma evidentemente a lei non importava così tanto in quel momento di apparire perfetta, anche perchè quale perfezione avrebbe voluto ostentare in un cimitero?
L'uomo annuì col capo facendo cenno anche a Dastel di muoversi e raggiungerlo, nel mentre lei si avvicinava anche e prendeva passo assieme a lui ritornando nei dintorni della scuola, quella scuola che per entrambi stava diventando una vera e propria prigione, nel mentre non molto distante, la figura misteriosa, tesseva la tela della sua strategia malvagia nei confronti della professoresa di incantesimi e del suo protettore nella maniera più arguta e cattiva possibile, e questo così presto che nell'arco di un anno ci si sarebbe potuti aspettare di tutto, davvero di tutto.

Mog, tieni d'occhio la presenza qui vicino e avvertimi nel caso ti accorgi che ci stia seguendo, ma non credo lo farà, le basta sapere ora dove si deve dirigere quando vede allontanarsi la Vice Preside...

Si "Vlad Sandyon", ai suoi ordini, già che ci siamo, quando rientriamo vuole che le prepari anche un bel bicchierone di sangue caldo?

... Uff... Ti odio.


{ FINE ROLE }
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Messaggioda Monique » 01/10/2013, 15:09

[Mercoledì - 6 Gennaio 2107 - ore 11.34]


Sono già passati cinque anni...

La flebile voce di Monique Vireau si perse in un sussurro di fronte alla lapide di Rose Dubois, la donna che le aveva fatto da madre fin da quando era piccola, colei che le aveva trasmesso l'amore per la musica ed il canto, che le aveva insegnato a controllare le illusioni e sfruttarle per il bene... la persona che era stata uccisa da Tyslion Asveras su commissione del padre della francese, Nicholas Vireau.
Era il quinto anniversario della sua morte, quel mercoledì d'inizio Gennaio, e come ogni anno la più grande delle Vireau si era recata al cimitero di Hogsmeade da sola, lasciando Fire al Castello di Hogwarts, per poter stare un po' in compagnia della madre, per quanto potesse essere di compagnia una lapide fredda ed immobile: Sandyon sapeva bene quanto quel giorno fosse importante per lei, e quanto fosse fondamentale per la compagna rimanere da sola in quell'occasione; nemmeno Mog, infatti, si era azzardato a seguirla, consapevole che se ci fosse stato bisogno di lui, la Vice Preside l'avrebbe richiamato in un momento.

Non credo riuscirò mai ad abituarmici...

Un altro sussurro, mentre con la mano avvicinava le dita alla lapide per sfiorarla coi polpastrelli, percependo il marmo gelido sotto di essi, prima di tornare col braccio perpendicolare al fianco: lo sguardo era triste, colmo di sofferenza e malinconia, due sentimenti che il tempo non era riuscito a mitigare, non in quel giorno perlomeno, quando tutto il dolore tornava prepotentemente a galla.

Immagine


Ma non era l'unica, in quel cimitero: un'altra donna vi si era recata, ben consapevole di trovarvi lì la prima, ed in fondo era proprio Monique il suo obiettivo; piuttosto prevedibile la più celebre delle Vireau, o forse lo era per chi conosceva bene i suoi punti deboli... come lei.
La sorella minore della donna, Veronique Vireau, aveva atteso l'altra in quel cimitero silenzioso e tetro per due ore buone, ben nascosta così da non farsi notare da lei, prima di scorgere la sua figura avvicinarsi alla lapide di Rose: era sicura che l'avrebbe trovata lì in quel giorno, era sicura che non si sarebbe persa quella ricorrenza macabra per niente al mondo.
Non si vedevano dalla sconfitta di Hogwarts contro la Cyprus, durante quell'amichevole quasi imbarazzante per la scuola europea: eppure, mente la fissava da lontano, seduta distante da tutti - Ryan compreso - non aveva notato alcuna tristezza negli occhi di Monique, né tracce di delusione, ma solo la fierezza di chi era orgoglioso dei propri studenti; aveva persino cantato con uno di loro, sul palco, ballando come un'adolescente senza alcun pensiero né preoccupazione nella vita... l'aveva invidiata, per questo.
Avrebbero dovuto vedersi per Natale, la famiglia di Ryan aveva invitato l'uomo a portare a casa la sua compagna, e Veronique stessa si era detta pronta per farlo, per conoscere i suoi, consapevole che anche Monique e Sandyon si sarebbero trovati lì... ma alla fine non ce l'aveva fatta.
Aveva addotto come scusa uno dei tanti mega party natalizi di Nicholas a cui lei aveva dovuto assolutamente partecipare, perché sarebbe stato strano che avesse avuto da fare durante le feste - visto che Vireau Senior non sapeva niente della relazione della figlia con Ryan Angel: quella festa era stata provvidenziale per Veronique, perché il più piccolo dei Vastnor era anche il migliore magi-investigatore del mondo, e se per caso la francese si fosse inventata la storia della festa, lui ci avrebbe messo poche ore a capire che si trattava di una bugia; non poté invece dirle nulla sul fatto di dovervi presenziare per volontà di Nicholas, soprattutto avendo promesso a Marcus di volare basso e non dare troppo nell'occhio nella sua storia con lei, accettando così di andare da solo dai suoi - inventandosi una scusa plausibile per la fidanzata - portando al posto suo i doni che comunque Veronique aveva comprato per i genitori di lui.
La verità era stata che Veronique... aveva avuto paura.
Non tanto dei genitori di Ryan, in fondo se lui aveva preso da loro il suo carattere, allora non avrebbero potuto non adorarla... ma della sorella, del confronto con lei; starle così a contatto, dover fingere una serenità che non provava - perché non avrebbe potuto prenderla a ceffoni e pugni di fronte ai futuri, forse, suoceri - ritrovarsi di fronte alla donna che lei riteneva responsabile di tutti i suoi problemi... quella prospettiva aveva sopraffatto Veronique, che aveva preferito così lasciar perdere.
Non voleva che il loro primo incontro reale fosse costretto dall'etichetta e dall'educazione, voleva avere la libertà di prenderla a calci, a pugni, di farle sputare sangue ed inveire contro di lei se avesse voluto, e di fronte ai genitori di Ryan - e Sandyon - sarebbe stato impossibile: per questo era lì, per questo l'aveva attesa con tanta impazienza...
Il momento della resa dei conti era finalmente arrivato.
Si mosse, dunque, uscendo allo scoperto dal proprio nascondiglio per avvicinarsi alla sorella, lo sguardo freddo, trasudante distacco così come il tono di voce atono, impassibile.

La tua prevedibilità è quasi vergognosa...

Monique sobbalzò sentendo quelle parole, quella voce: era talmente concentrata su Rose, sul parlare con lei nella speranza che, ovunque fosse, potesse sentirla, che non si era accorta di una presenza estranea a poca distanza da sé; si volse di scatto, asciugandosi subito le lacrime con la mano mentre posava gli occhi arrossati sulla figura della sorella, incapace di comprendere perché si trovasse lì.

Immagine


Veronique...

In carne e ossa.
Ti chiederei come stai, ma a giudicare dal gonfiore degli occhi la risposta è palese.


Che cosa vuoi? E come facevi a--

A sapere che ti avrei trovata qui?
So che giorno è oggi, sorella, non mi è stato difficile ipotizzare dove ti avrei potuta intercettare.


... vuoi combattere?

Perché, saresti pronta a farlo?
Ad uccidermi, se fosse necessario?


.........

Già... come immaginavo.

Monique abbassò lo sguardo prima di spostarlo nuovamente sulla lapide di Rose, quasi come se volesse ignorare la sorella minore: non era affatto così, al contrario, ma trovava più semplice concentrarsi su cosa dire se non la guardava negli occhi, se si abituava gradualmente alla sua presenza accanto a sé.

... tu non mi vuoi uccidere.

Ah no?
E cosa te lo fa pensare, il fatto che sei una inguaribile ottimista?


No - replicò Monique, spostando per qualche secondo gli occhi sull'altra - Il fatto che hai avuto ben più di un'occasione per farlo, ma hai sempre esitato.

Un lungo sospiro uscì dalle labbra della maggiore delle Vireau, che si decise nuovamente a volgere l'intero corpo verso la sorella, così da dedicarle tutta la sua attenzione: che la guardasse o meno, il confronto era giunto al suo punto ultimo, e non si sarebbe potuto evitare.

E non credo tu sia venuta qui solo per sfottermi un po' nel giorno dell'anniversario della morte di Rose, quindi... perché non mi dici cosa vuoi?

Veronique sorrise lentamente, annuendo: in realtà non sapeva nemmeno lei perché avesse deciso d'incontrarla proprio quel giorno, in quel momento; sentiva dentro di sé la volontà di primeggiare sull'altra, ma non voleva più ucciderla come una volta, da quando stava con Ryan la sua sete di vendetta si era... come dire, mitigata.
Ma considerava ancora sua sorella come la causa diretta di tutto ciò che non andava nella sua vita, e questo sembrava essere un punto su cui Veronique non era intenzionata a soprassedere.

Cosa voglio?
Vuoi dire a parte fartela pagare per tutto ciò che mi hai fatto?


Ripeté la più giovane delle Vireau, stringendo appena i pugni, mentre la sorella spalancava appena gli occhi con aria incredula e perplessa, quella di chi era stata appena presa in contropiede.

Per ciò che ti ho fatto?
Io non ti ho fatto proprio niente, non sapevo nemmeno che esistessi fino a pochi anni fa!


Tu mi hai portato via la mia vita!
"Ecco Monique Vireau, la bellissima e bravissima figlia del potente Nicholas Vireau, la brillante Vice Preside di Hogwarts dalla voce meravigliosa, amata e protetta da tutti" ...
- scimmiottò la voce di uno dei tanti giornalisti che scrivevano di lei sulle testate principali del mondo magico - Dovevo essere io quella osannata dal mondo magico, sono io la figlia di Nicholas, tu sei solo una palla al piede che nostro padre vorrebbe a tutti i costi per sé!

E credi davvero che a me piaccia?!

Replicò con voce tagliente Monique, che non aveva certo voglia di litigare, ma nemmeno di lasciarsi attaccare dalla sorella come se nulla fosse: voleva il confronto? Bene, ma sarebbe stato un confronto alla pari.

Non ho chiesto di essere la figlia famosa di Nicholas Vireau, non ho chiesto di avere tutti gli occhi puntati perennemente addosso, non ho chiesto di avere il dono della voce e non ho chiesto di diventare un'ossessione per Nicholas!
Ho sempre voluto vivere la mia vita lontana da lui e dai suoi intrighi, per questo me ne sono andata di casa, per questo non ho voluto avere più nulla a che fare coi miei genitori, per questo mi sono data tanto da fare per affermarmi come persona, come individuo e non come una Vireau!


Fece un passo in avanti, il leggero venticello gelido di Gennaio che le sferzava il viso ma a cui la donna nemmeno sembrava fare caso, non ora che aveva la possibilità di confrontarsi con la sorella minore da sola, senza nessuno che potesse mettersi in mezzo a loro.

Dici che ti ho portato via la tua vita, che dovevi essere tu la figlia prediletta di Nicholas... la verità è che se non lo sei non è certo per colpa mia, ma perché è lui che non ti vuole!

Aggiunse rabbiosa, colpendo con quelle parole il lato più vulnerabile di Veronique che, difatti, fece un passo indietro, assottigliando lo sguardo con altrettanta rabbia rispetto a quella che si leggeva negli occhi della sorella; strinse i pugni con più forza e digrignò i denti, palesemente infuriata.

E' colpa tua e delle tue dannate illusioni se lui ti vuole, sono brava quanto te eppure non abbastanza letale da batterti, perché?! Cos'hai tu che io non ho?!?

Io amo la musica Veronique, amo cantare per quello che mi suscita dentro, non per l'illusione che riesco a creare, e questo tu non l'hai ancora capito perché hai lasciato che fosse Nicholas ad insegnarti tutto, a rovinarti!

Non ti azzardare a dare la colpa a lui, sei tu la causa di tutto, ti odio per quello che mi hai fatto!!

E io odio lui per avermi portato via mia sorella!!!

Sembrava essere diventata una gara a chi delle due urlava di più, e per quel primo round era stata Monique a vincere: la gola le bruciava dopo l'ultima affermazione gridata quasi a squarciagola, e la mortificazione per aver profanato con la sua voce un luogo di pace e quiete come il cimitero era seconda solo alla volontà di non cedere all'odio della sorella, ma tentare di farla ragionare per dimostrare a se stessa che c'era ancora del buono in lei, che era ancora possibile recuperare la sua anima.
Entrambe le sorelle Vireau avevano il fiato corto, col petto che si alzava ed abbassava velocemente, mentre gli sguardi rimanevano fissi l'uno nell'altro, ghiaccio contro fuoco, azzurro contro marrone.

... ci sono cose che tu non sai.
Cose che riguardano entrambe, cose che Nicholas ha fatto che hanno cambiato le nostre vite per sempre, e che sono pronta a rivelarti se vorrai darmene l'occasione.
Non sono tua nemica, Veronique, non potrei mai esserlo, tu... sei mia sorella.
Mi dispiace se la vita non ti ha riservato ciò che volevi, gli onori e la fama che tanto desideravi... ma posso giurarti sul ricordo di Rose che non ho mai voluto nulla di tutto questo, mai.


La voce di Monique era uscita sostanzialmente calma, ora, quasi pacata mentre pronunciava quelle parole: lo sguardo, ovviamente, era rimasto fisso in quello dell'altra, e permaneva ancora in esso, ben deciso a non mollarlo fino alla fine, fino a che anche l'ultima sillaba non fosse stata pronunciata.

Ti chiedo solo di darmi un'occasione.
Dammi la possibilità di mostrarti ciò che non conosci, e poi sarai tu a decidere cosa fare, se continuare ad odiarmi... o se comprendere che sprecare così tante energie in questa tua sete di vendetta è solo uno spreco.


E chi mi dice che posso fidarmi di te?

Nessuno - rispose laconica la francese - Ma tra le due sono io quella buona, no?

Veronique non rispose a quell'ultima affermazione, schioccando silenziosamente la lingua sul palato prima di annuire lentamente: era curiosa, e più di ogni altra cosa era ben decisa a capire quali fossero questi "fatti" che Monique pareva conoscere e lei no.

Quindi ora cosa ti aspetti che faccia, che ti segua silenziosamente senza dire a nessuno dove andiamo, col rischio di essere...

Cosa, rapita?
Pensi veramente che sarei così pazza da imprigionarti chissà dove, sapendo che Nicholas ti fa controllare?
Non sono stupida, Veronique... e in ogni caso, il posto dove voglio portarti è Hogwarts: non esattamente il luogo adatto per imprigionare qualcuno, non credi?


Replicò Monique, spostando lo sguardo sulla lapide un'ultima volta: allungò la mano verso di essa e la sfiorò coi polpastrelli delle dita, abbozzando un sorriso sulle labbra che sapeva di saluto, prima di fare un passo indietro e rivolgersi alla sorella con aria pacata, ma decisa.

Vogliamo andare?

TO BE CONTINUED...
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Messaggioda Estelle » 31/12/2013, 17:58

[Lunedì - Cimitero di Hogsmeade - Ore 13.00]


Non c'era molto da fare ad inizio settimana, non come ce n'era nel weekend, quando non c'erano lezioni e gli studenti erano liberi dallo studio, quindi potevano facilmente cacciarsi nei guai.
Estelle lavorava maggiormente nei weekend, e quello era tutto il lavoro che non faceva durante la settimana. Si ritrovava spesso sola in Infermeria senza alcun paziente. Trascorreva le sue giornate cercando di mettere in ordine l'ordine che aveva fatto il giorno prima, o magari leggendo un giornale. Spesso riceveva qualche visita per sbucciature o mal di pancia improvvisi, ma mai nulla di troppo serio.
Il suo lavoro le piaceva: la faceva sentire al posto giusto e al momento giusto, appagata in ciò che faceva, ed era quella la cosa più importante, per non farle pesare il suo lavoro. Aiutava con piacere la gente, ma questo suo lato lo mostrava in qualsiasi ambito. Infatti, si era sempre mostrata disponibile e gentile, e a volte la cosa le si era rivoltata contro. Ma mai aveva cambiato posizione.
Solitamente, a fine giornata lavorativa, dopo aver chiuso l'Infermeria, e senza dare troppo nell'occhio, lasciava Hogwarts e tornava ad Hogsmeade, ma non raggiungeva mai il suo loft. E questo nessuno lo sapeva.

Estelle, dopo il turno della mattina, si dirigeva al cimitero di Hogsmeade.

Quel lunedì, dopo quasi una mattinata in Infermeria, vista la pochissima - se non invisibile - affluenza, aveva chiuso mezz'ora prima e aveva deciso di dedicare quella mezz'ora che le rimaneva per fare una passeggiata. Il clima cominciava a farsi mite, ma non troppo. Il vento soffiava forte, sconvolgendole la chioma bionda, facendola sorridere. Per fortuna non era molta la gente a quell'ora, quindi nessuno poteva guardarla.
Il cimitero, come ogni volta a quell'ora, era vuoto. Nessuno poteva vederla, mentre camminava tra le varie lapidi sul terreno in cerca di una in particolare, quella che lei in quel momento reputava essere la più bella, sia per come era stata costruita, sia anche per i vari fiori colorati che ogni giorno si impegnava di portare. Aveva preso l'impegno di curarla, ed era anche un po' per questo che dedicava un po' del suo tempo ogni giorno per andare lì.
Ma, più di tutto, sentiva il bisogno di averlo ancora accanto. Il suo migliore amico.

Ferdy era scomparso troppo presto. E lei non aveva mai saputo chi lo avesse assassinato.
Un dubbio che ogni giorno la attanagliava, eppure non aveva modo di trovarci risposta. O forse, non lo voleva. Neanche dare risposta a quel delitto avrebbe riportato indietro il suo migliore amico. Quindi che soddisfazione poteva darle l'idea di avere vendetta?
Ferdy non c'era più, ed era quella la cosa più dolorosa.

Ma niente era paragonabile alla sensazione di qualcosa dentro di sè che prendeva a sgretolarsi ogni qualvolta leggeva il suo nome impresso sulla lapide grigia.

Emanò un sospiro, posando il mazzo di fiori accanto la lapide ed accomodandosi sul terreno, come era solita fare.

Immagine

Ciao Fè.
Oggi sono uscita prima da lavoro. Nessun ginocchio sbucciato o ossa rotte, per fortuna.
Nessuno è maldestro quanto me, ricordi?


Rise tra sè, spostandosi una ciocca di capelli biondi mossi dal vento dietro le orecchie. Osservò ancora la lapide, ed in nome dell'amico inciso perfettamente, con caratteri leggeri ed eleganti. Una sua particolare richiesta.
Riprese, un velo di amarezza nelle sue parole.

Se fossi qui mi diresti che sto sbagliando, ma sai.. lui mi rende felice. E tu dovresti vederlo.. è perfetto. E saresti felice per me, ne sono certa.
Mi manchi tanto, sai?


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Per quanto accordato con il player del pg Ferdy, il corpo del pg è seppellito nel cimitero di Hogsmeade.
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Messaggioda Jeremiah » 05/01/2014, 13:30

[Lunedì - Cimitero di Hogsmeade - Ore 13.00]

A quell'ora il MediMago Murray sarebbe dovuto essere in ospedale, ma non di lunedì, quello era il suo giorno libero e aveva deciso di spendere la mattinata per fare un giro in Scozia, precisamente nel villaggio di Hogsmeade: era l'unico villaggio interamente magico di tutta la Gran Bretagna e mai c'era stato prima di allora: aveva scoperto un sacco di negozi divertenti, come "Mielandia", "I Tre Manici di Scopa" - la cui attività andava avanti da secoli - e altri di cui aveva dimenticato il nome (ricordava Mielandia per via dei dolciumi assurdi che aveva in commercio.
Era uscito da quel negozio con le caramelle che più lo avevano incuriosito dopo circa mezz'ora (il proprietario non era stato affatto felice quando gli aveva chiesto di spiegare gli effetti di tutti i barattoli ripieni di caramelli esposti sugli scaffali ed era sicuro di averlo visto tirare un sospiro una volta che era uscito dal negozio, o probabilmente se l'era solamente immaginato.
Prima di riprendere il suo itinerario aveva bevuto un bicchiere di Burrobirra in un Pub nei dintorni, infine si era diretto verso l'attrazione del posto che tanto attirava quanto spaventava i viaggiatori: la Stamberga Strillante, della quale molti sostenevano che fosse infestata da fantasmi che, durante la notte, cominciavano a gridare durante la notte, per questo l'aggettivo "Strillante".

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Mentre intraprendeva il sentiero per la Stamberga passò dinnanzi una specie di parco recintato da ringhiere di ferro, guardando meglio si rese conto che il terreno era tappezzato da lapidi - la maggior parte di pietra - e da croci conficcate nel terreno: era il cimitero del villaggio; in quel cimitero erano seppelliti una miriade di illustri personaggi, ma lui voleva solo andare a lasciare una ghirlanda di fiori al giocatore di Quidditch morto l'anno prima, Ferdy Stone, Battitore dei Wind Waker di Valencia, una delle squadre per cui simpatizzava se si considerava il fatto che non era un fan accanito del Quidditch, però aveva assistito a qualche partita, Wind Waker compresi.
Non era un cimitero di vaste dimensioni, senza contare il fatto che erano sepolti principalmente i defunti abitanti del castello di Hogwarts e quelli del villaggio limitrofo.
Osservò con cura i segni delle intemperie sulle epigrafi più vecchie, i cui nomi si leggevano a stento, proseguendo le file si soffermò su una in particolare che contrastava la povertà di quelle vicine: la tomba di Ferdy Stone era decorata da mazzi di fiori e lettere ovunque, alcuni avevano lasciato delle cartoline e altri dei manici di scopa in miniatura.
Una donna era seduta proprio lì davanti e parlava fitto fitto, ma con chi? Al suo fianco non c'era nessuno, per cui intuì che si stesse rivolgendo all'anima del defunto Stone, ma dal tono di voce sembrava che si stesse confessando, non che stesse pregando.

Probabilmente l'avrà conosciuto...

Si avvicinò in silenzio stando ben attento a non fare rumore e poi con la bacchetta descrisse una circonferenza perfetta nell'aria; guardò la sua opera: proprio dinnanzi a sé era comparsa una ghirlanda di fiori.
Ce n'erano di tutti i colori, era un cerchio perfetto color arcobaleno: i colori della vita.
Riguardo questo, lui aveva una concezione differente riguardo la morte di una persona: nel momento in cui si lasciava definitivamente il mondo terreno si iniziava una nuova vita, intangibile per il male, piena di gioia e felicità: un posto di pace eterea.

Immagine

Sei convinta che ti ascolti?

Un attimo di esitazione nella voce: quella frase era stata pronunciata senza alcun pizzico di acidità, era una domanda posta quasi con un tono di curiosità.
Per quanto potesse apparire una domanda comune, la persona che l'aveva pronunciata non sarebbe potuta apparire agli occhi di Estelle come una persona simpatica o cordiale: non aveva abbandonato il suo essere cinico - la battuta sempre pronta - non poteva che macchiare la bella figura del ragazzo alto.
Ma conoscendolo, chiunque avrebbe riconosciuto in quel modo di fare un misto di fascino e mistero, due aspetti che spingevano a conoscerlo sempre più a fondo.

Io sono convinto che gli farebbe più piacere se ascoltassi tu, ma non con queste - indicò le sue orecchie, Estelle Moreau di primo acchito non avrebbe recepito il messaggio - Ma con questo.

La sua mano bianca, liscia, dalle dita lunghe e dalle unghia perfettamente regolari, si posò sul cuore.
Poi non pronunciò più nulla.
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Messaggioda Estelle » 11/01/2014, 16:43

Sai, Fè.. se fossi stato qui probabilmente avremmo trascorso le nostre solite vacanze a casa tua, o a casa mia, e avremmo fatto un pigiama party con i marshmallow.. tu adoravi i marshmallow.

Parlava ancora, senza badare a quanto assurda potesse sembrare tutta quella situazione. Le piaceva fermarsi lì, e parlare come se Ferdy fosse ancora presente. Ovviamente, se fosse stato presente sicuramente non avrebbero avuto discussioni in un cimitero, ma quello era un altro discorso.
Ferdy non era presente, lo sapeva perfettamente, ma le piaceva pensare che fosse lì, perchè in fondo sentiva la sua presenza, sapeva che era con lei, in qualunque cosa facesse. Qualcuno poteva anche non capirla, ma era anche per questo che Estelle riusciva ad andare avanti. Era proprio quella convinzione a darle un motivo in più per non sentire la sua mancanza, perchè dopo la morte di una persona importante era dura ritornare alla normalità. Lei ci era riuscita perchè aveva ancora accanto qualcuno che le voleva bene, ma nessuno aveva mai colmato il vuoto lasciato da Ferdy. Nessuno ci era mai riuscito. O forse era lei a non voler dare a nessuno quella opportunità.

E poi avremmo cucinato assieme. E tu avresti incendiato qualcosa, sicuramente.

Una risata fiorì dalle sue labbra, ricordando l'estate di due anni prima. Avevano deciso di trascorrere le vacanze un po' in giro per il mondo, senza restare mai troppo in ogni luogo. Affitavano un appartamento per qualche giorno e poi ripartivano. E quando si ritrovavano per cucinare il pranzo o la cena, Ferdy si imponeva di darle una mano. Ed Estelle lo lasciava fare, con grande divertimento, prendendosi anche un bello spavento quando accidentalmente la tenda della cucina prese fuoco. Ovviamente scamparono ad una multa pesante, ma ne risero per il resto della vacanza.
Le sarebbero mancati i loro momenti assieme.

'Non piangere, Estelle. Non piangere.'

Ripeteva una vocina all'interno della sua testa, ed Estelle automaticamente scosse il capo, rimuovendone così il pensiero. Non aveva pianto più dalla morte dell'amico e sicuramente non avrebbe ricominciato in quel momento. Ormai era trascorso del tempo, e la sua vita era andata avanti anche senza di lui. Le cose erano cambiate, Ferdy non c'era più e non poteva farci nulla. Tutto il suo mondo aveva preso una piega diversa da quando era tornata ad Hogwarts. Aveva perso il suo migliore amico, ma "quasi" in compenso, ora aveva un fidanzato. E poteva bastarle? Per il momento si, e le piaceva il pensiero di avere accanto qualcuno che le volesse bene davvero.
Non parlò più, ma semplicemente si limitò ad ammirare la lapide, a leggere il nome del suo migliore amico. Leggeva, rileggeva, non riusciva a togliersi quell'immagine dalla mente. Sorrise ammirando i vari fiori e i manici di scopa in miniatura. Ferdy era amato da tutti. E come poteva biasimarli?
Poi non se ne accorse. Qualcosa si mosse davanti a lei, e una corona di fiori cominciò a prendere vita proprio accanto al nome inciso nella lapide. Una corona di fiori perfetta, e ben accurata, ovviamente frutto di magia. Ma Ferdy la meritava davvero.
Automaticamente il suo volto si spostò verso l'alto, ammirando la figura di un ragazzo dai capelli castani, un accenno di barba, gli occhi azzurri, come il ghiaccio, molto simili ai suoi, ma erano.. agghiaccianti. Non riusciva a distogliere la sguardo dal volto di quell'affascinante uomo che la stava osservando in religioso silenzio, come a voler rispettare il suo spazio. Poi parlò.

Sei convinta che ti ascolti?

Rimase impietrita. Non tanto per la domanda in sè per sè.
La sua voce.
Una voce calda, alta, lo faceva sembrare sicuramente più grande di quanto non poteva essere. Ma quanti anni poteva avere? Improvvisamente fu inondata da un fiume di curiosità, ma si trattenne da cominciare a far domande, magari per non rendersi ridicola al primo incontro e, soprattutto, non sarebbe stato corretto invadere la privacy di uno sconosciuto.

Io sono convinto che gli farebbe più piacere se ascoltassi tu, ma non con queste.
Ma con questo.


Avrebbe voluto spalancare la bocca, in segno di sorpresa. Quel ragazzo misterioso che ora stava parlando proprio con lei era capace di formulare pensieri chiari ed anche piuttosto profondi.
Ancora piuttosto scossa dalla situazione, i suoi occhi azzurri restarono fissi in quelli del ragazzo. Un sorriso affiorò sulle labbra della donna, che con un sospiro portò il volto di nuovo di fronte alla lapide, ed una mano corse a sistemarsi i capelli, mossi dal vento che quella mattina non intendeva cessare.

Credimi, lo so perfettamente. - Una pausa, restando ancora un attimo a fissare il nome inciso in caratteri perfetti, per poi alzare di nuovo lo sguardo. - Credo che lui sappia esattamente cosa penso anche senza che io gli parli. Riusciva a farlo anche quando era ancora qui.

Un sorriso in sua direzione, restando così per un attimo muta, assimilando le parole appena pronunciate. Ferdy riusciva a capirla con un solo sguardo, era sicuramente la persona che la conosceva meglio di chiunque altro. Che bei ricordi quelli.
Sorrise tra sè, afferrando la borsa posata sull'erba e facendo leva su una mano per mettersi in piedi. Una volta in posizione eretta, con una mano prese a sistemarsi la maglia e il pantalone.

Estelle Moreau, molto piacere. - Disse, tendendo una mano in sua direzione, attendendo che - se avesse voluto - la stringesse. - Sei nuovo di queste parti?

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