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da Tisifone » 22/05/2013, 15:14
Beh...da quello...che sento...adorano anche la sua... Uno sbuffo sarcastico uscì dalle labbra di Tisifone, che ne addolcì i lineamenti rendendola meno rigida e quindi più umana, per così dire. Faticava a credere che qualcuno dei loro studenti potesse aver davvero detto una cosa del genere, escluso Zephyr. Ma per lui era diverso, la Divinazione non era una semplice materia scolastica quanto parte di lui, un dono che avrebbe dovuto imparare a conoscere e a coltivare. Dubito che trovino interessante me o la mia materia in quanto tale - lo contraddisse quindi con garbo, rigirandosi tra le dita il pezzo di vetro. Non stava mettendo in dubbio la veridicità delle sue parole quando l'attendibilità della sua fonte e cioè gli studenti. - Molti di loro sono affascinati dalla possibilità di predire il futuro o di poter padroneggiare qualche mantica, non sono interessati alle dinamiche che si celano dietro a esse né al prezzo che si deve pagare per poter beneficiare di tali doni. Il tono della donna era diventato malinconico, come se il peso che portava con sé fin dalla nascita si fosse fatto all'improvviso più pesante. E infatti molti abbandonano non appena si rendono conto di non possedere alcun dono, come se la teoria fosse una inutile perdita di tempo. E come dargli torto? Sfido chiunque a considerare interessante contemplare un cielo stellato o il fondo di una tazza da tè pur sapendo che non ci vedrà mai nulla. - E con un gesto del capo indicò la tazza fumante che si trovava di frontea Simon. - Lo stesso non si può dire delle sue lezioni, se non le tenesse nella Foresta Proibita sarebbe costretto a eseguire un incantesimo di ampliamento sulla sua aula. Battuta ironica la sua certo, detta per stemperare un po l'atmosfera pesante che aveva contribuito a creare con quel discorso ai limiti del pietoso, ma pur sempre una battuta, qualcosa in cui Tisifone indugiava difficilmente. Scosse leggermente le spalle per poi prendere una ciocca di capelli che le era scivolata sul viso e riporla dietro l'orecchio, soffermandosi per un attimo a giocherellarci, assorta in chissà quali pensieri per poi tornare al presente e alla lezione di scacchi. Esatto. Tutti i pezzi possono mangiare tutti i pezzi. Ovviamente la torre che può muoversi quanto vuole, se mangia deve fermarsi. Capito Miss Samyliak? Riportò lo sguardo che aveva sollevato per osservare il collega in volto sulla scacchiera, cercando di visualizzare il movimento della Torre e come esso influisse gli altri pezzi. Quindi quando si muove la Torre si deve compiere una scelta fondo? Andare dritti verso il proprio obiettivo oppure fermarsi a fare prigionieri. - commentò usando un linguaggio più da Auror che da giocatore. - Oppure é in ogni caso obbligato a mangiare se ne ha l'occasione? Espose la sua domanda con curiosità, iniziando a intravedere l'utilità degli scacchi ai fini strategici e chiedendosi se una persona capace di muoversi con maestria su quella pedana di vetro fosse un abile stratega anche nel corso di unabattaglia vera. Questo è invece il cavallo. Questo è il pezzo più particolare. Il suo movimento è a forma di "L". Ed è l'unico pezzo che può superare gli altri nel suo movimento. Come un cavallo che può saltare un ostacolo.Questa volta Tisifone non prese in mano il proprio cavallo, limitandosi a osservare l'altro muovere il proprio sulla scacchiera. Quindi sistemare dei pezzi per bloccarne l'avanzata é inutile - commentò meditabonda, incrociando le braccia sul petto e picchettando l'indice sulla punta del naso - Non si ferma davanti a nessuno? - chiese nuovamente, puntando l'indice verso il lato della scacchiera in cui si trovavano il Re e la Regina - Quindi non lo si può contrastare in nessun modo? Domanda pratica la sua, che denotava ancora una volta come cercasse di tradurre le parole dell'altro in qualcosa di pratico. La discussione poi si spostò per un attimo sulla punizioni della giovane Grifa e per quanto fosse pronta a sentire qualsiasi tipo di stranezza, l'affermazione successiva del docente la lasciò basita. Mi...sta aiutando...al lago...troviamo piante curative per i tritoni della zona... Spostò il busto all'indietro, appoggiando la schiena alla sedia e prese un profondo respiro, per evitare di saltare alla gola dell'altro. Doveva dargli un minimo di fiducia, la stessa che la Preside aveva riposto in lui quando gli aveva affidato la Cattedra. Prese un'altro respiro per poi allungare la mano e sfiorare i pezzi di vetro, come se il rispetto per quegli oggetti di pregiata fattura potessero impedirle di compiere gesti poco appropriati. Vi state limitando a cercare queste piante? - chiese quindi con un tono di voce rassegnato perché di certo sarebbe bastato andare dalla Vilvarin per ottenere qualsiasi pianta di cui i tritoni necessitassero - Oppure li state curando anche? Chiese quindi con tono neutro, lo sguardo fisso negli occhi dell'altro che non lasciava trasparire alcuna emozione: quelle le lasciava per un secondo tempo, se e quando il collega le avesse dato una risposta positiva.
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da Simon » 28/05/2013, 22:34
Dubito che trovino interessante me o la mia materia in quanto tale
Lei è molto interessante! Cioè...come Docente... è molto preparata, e colta...e molto brava nel suo lavoro...
Il professore come al solito stava facendo una figuraccia. Si morse di nuovo il labbro inferiore abbassando la testa di lato. Purtroppo non accettava quell'autocritica da parte della Divinante. Rimase in silenzio subito dopo continuando ad ascoltare il dire della Docente sulla sua materia. Lui la trovava molto interessante. L'unica cosa che Nyssa non gli permise di apprendere. I centauri da parte loro osservavano i'incresparsi dello specchio di uno stagno per vedere se un determinato evento fosse propizio o no.
Molti di loro sono affascinati dalla possibilità di predire il futuro o di poter padroneggiare qualche mantica, non sono interessati alle dinamiche che si celano dietro a esse né al prezzo che si deve pagare per poter beneficiare di tali doni.
C'è sempre un prezzo da pagare...
Si limitò a dire osservando la sua tazza di Thè fumante. Se la rigirò tra le mani un poco scuro in volto. Il prezzo a volte era anche più grande di quello che si poteva immaginare. Il prezzo che pagò Simon per le sue conoscenze? L'isolamento. L'impossibilità di essere...normale...con gli altri. Un prezzo enorme, adesso che ne saggiava le conseguenze.
E infatti molti abbandonano non appena si rendono conto di non possedere alcun dono, come se la teoria fosse una inutile perdita di tempo. E come dargli torto? Sfido chiunque a considerare interessante contemplare un cielo stellato o il fondo di una tazza da tè pur sapendo che non ci vedrà mai nulla. Lo stesso non si può dire delle sue lezioni, se non le tenesse nella Foresta Proibita sarebbe costretto a eseguire un incantesimo di ampliamento sulla sua aula.
Sorrise a quelle parole come fossero dei complimenti. Forse lo erano, ma non ci fece più che altro caso. Si umettò le labbra cominciando a trovare le parole per poter rispondere alle osservazioni della Collega. Alzò lo sguardo verde verso di lei. La fissò per un attimo. Chinò la testa di lato come per raccogliere meglio le idee. Prese fiato.
A me piace contemplare un cielo stellato, anche se non ci vedo nulla!
Cominciò a dire ritornando dritto con il collo. Aiutavano molto il professore quei momenti di riflessione. Il trovarsi da solo con se stesso. Riassumendo la sua vita in piccoli lampi di ricordi. Le stelle erano come una strada per le sue risposte. Calme, tranquille, infinite.
La mia materia è molto più semplice della sua. Può sempre dire che ne ha pochi ma buoni.
Cercò di trovare il bicchiere mezzo pieno in quella specie di sfogo. Le mostrò un debole sorriso mentre tornò con la mente verso gli scacchi. Il motivo per cui si trovavano in quella stanza.
Quindi quando si muove la Torre si deve compiere una scelta fondo? Andare dritti verso il proprio obiettivo oppure fermarsi a fare prigionieri. Oppure é in ogni caso obbligato a mangiare se ne ha l'occasione?
E' più giusta la seconda. Ma non si chiama obbligo. Solo nel gioco della dama si è obbligati a mangiare. Possiamo dire che se la torre incontra un nemico muovendosi, deve mangiarlo ed aspettare il turno dell'avversario per muoversi ancora.
Le sorrise continuando a spiegare. Gli occhi prato si sporsero verso le sue due torri agli estremi della scacchiera. La torre era uno dei pezzi principali per vincere il gioco. Perderli equivarrebbe ad un ostacolo davvero grande per la riuscita del proprio obbiettivo. Questo Simon lo sapeva, ma non lo disse. Voleva che Tisifone trovasse importanti tutti i pezzi della scacchiera. Nessuno escluso. Solo conoscendo bene ogni parte del proprio esercito si poteva avere una chance di vittoria.
Quindi sistemare dei pezzi per bloccarne l'avanzata é inutile Non si ferma davanti a nessuno? Quindi non lo si può contrastare in nessun modo?
La osservò picchettarsi il naso. Mostrò un sorriso. Non solo perchè dava una nota dolce al suo fare serioso e rigido, ma anche perchè si stava impegnando seriamente a capire quel gioco tanto complicato quanto gratificante.
Certo. E' possibile che il cavallo possa fermarsi in una casella minacciata da un pezzo avversario. Se non lo si sposta da lì viene mangiato come ogni altro pezzo. Il fatto di poter superare gli altri pezzi da al Cavallo una valenza strategica davvero alta. Il suo movimento particolare riuscirebbe a colpire anche i pezzi meno probabili. Purtroppo però è molto limitato.
Continuò a parlare dei pregi e dei difetti di quel pezzo. Particolare ed imprevedibile, ma non del tutto necessario. Se non per alcune aperture di partita.
Vi state limitando a cercare queste piante? Oppure li state curando anche?
Deglutì ora sentendo quelle parole. Diretta come al suo solito. La stava cominciando a conoscere meglio. Annuì cercando il modo di omettere le informazioni più ficcanti. Quelle dette in confidenza dalla Grifa.
Beh...lei purtroppo le sta solo cercando...I tritoni non si fanno curare...così facilmente. Per avvicinarmi ne ho dovuto battere uno in una gara di nuoto. Ehm. Se portassi sotto l'acqua la studentessa potrebbe risultare inutile e pericoloso...troppo anche per una punizione...
Le spiegò infine andando a prendere il terzo pezzo della scacchiera. Si rigirò tra le mani l'alfiere in modo piuttosto tranquillo. I pezzi stavano per finire ed ovviamente Simon non stava più nella pelle nell'attendere la fine di quella lezione per poterla sfidare. Una partita davvero semplice. D'allenamento.
Questo pezzo si chiama Alfiere. Si muove con le stesse regole della torre. Ma soltanto in diagonale.
Le disse semplicemente facendole vedere il movimento del primo Alfiere sulle caselle nere. Poi prese anche il secondo e lo fece muovere sulle caselle bianche. Posò di nuovo il pezzo in quella fila. Osservando alla fine la Divinante. Chinò la testa di lato.
Domande?
Le chiese sempre con quel sorriso sul viso. Attese le domande della Russa in modo pacato. Il suo respiro era tranquillo, regolare. Il Thè fu lasciato al suo destino, quello di freddarsi, ma poco importava a Simon. Lo avrebbe bevuto comunque oppure se ne sarebbe fatto un altro. Non lo offrì alla donna. Sapeva che non era una persona da Thè. Voleva comprare qualcosa di più forte come della Vodka. Magari le sarebbe piaciuto.
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da Tisifone » 30/05/2013, 12:19
Lei è molto interessante! Cioè...come Docente... è molto preparata, e colta...e molto brava nel suo lavoro...
Abbozzò un sorriso sarcastico per quel commento balbettato che forse voleva essere un complimento non di certo rivolto verso la propria persona, non credeva di suscitare in Simon un interesse che non fosse propriamente professionale, ma alla sua materia. Non sapeva molto di lui, del suo passato, un po’ perché si frequentavano poco un perché lui le era sempre apparso una persona timida e riservata, e quindi stava presupponendo, a torto forse, che il suo fosse solo un modo gentile ed educato per non offenderla e non che davvero credesse che la Divinazione fosse interessante come materia.
C'è sempre un prezzo da pagare...
Qualcosa però [Intuito (S)=36] nel modo in cui le rispose e l’aria improvvisamente seria, quasi riflessiva che l’altro assunse subito dopo, le fece venire il dubbio che non si trattava solo di educazione ma che in qualche modo capisse realmente quello che stava dicendo.
Sembra quasi che ne sappia qualcosa…
Mormorò quindi con un tono di voce basso quasi dolce, il volto inclinato di lato, gli occhi fissi sul viso dell’altro come se potesse ottenere una qualche risposta solo guardandolo.
A me piace contemplare un cielo stellato, anche se non ci vedo nulla!
Sciocchezze – disse, sventolando la mano in aria come a voler scacciare l’eco di quelle parole che a lei suonavano insulse – Tutti vedono qualcosa quando contemplano un cielo stellato, a secondo di come lo osservano. Gli occhi fisici ci restituiscono un’immagine stupenda e infinita, gli occhi del cuore ricordi che abbiamo serbato a lungo dentro di noi, gli occhi dell’anima brandelli di ciò che accadrà. E lei con che occhi guarda il cielo?
Chiese con una punta di curiosità, lo sguardo serio come se le interessasse davvero avere una risposta perchè da quella avrebbe potuto aggiungere o togliere un altro tassello alla personalità di McDullan che si stava andando delineando nella sua mente. Terminata quella piccola parentesi personale, tornarono a parlare di scacchi e Tisifone espose la sue domande sugli obblighi che regolavano i movimenti della Torre.
E' più giusta la seconda. Ma non si chiama obbligo. Solo nel gioco della dama si è obbligati a mangiare. Possiamo dire che se la torre incontra un nemico muovendosi, deve mangiarlo ed aspettare il turno dell'avversario per muoversi ancora.
Storse il naso di fronte a quel sofismo, perché per lei la differenza tra obbligo e il dover mangiare era così labile da non sussistere neanche. Certo se si fosse trattato di persone reali allora si sarebbe potuto parlare di motivazioni, di scelte personali, ma stavano parlando di oggetti inanimati che quindi non avevano molta possibilità di scelta. Passarono quindi al Cavallo e anche qui le domande della Divinante non si fecero attendere.
Certo. E' possibile che il cavallo possa fermarsi in una casella minacciata da un pezzo avversario. Se non lo si sposta da lì viene mangiato come ogni altro pezzo. Il fatto di poter superare gli altri pezzi da al Cavallo una valenza strategica davvero alta. Il suo movimento particolare riuscirebbe a colpire anche i pezzi meno probabili. Purtroppo però è molto limitato.
Confusione. Ecco quello che il collega aveva generato in Tisifone parlando di valenza strategica e possibilità di colpire pezzi rari. E poi che voleva dire che era limitato? Cosa le stava sfuggendo sull’utilità di quel pezzo? Domande, domande e ancora domande che non facevano altro che innervosire la donna, facendola sentire nel migliore dei casi non portata per quel gioco. Decise quindi di prendersi una sorta di pausa da quel discorso, parlando di Kayleen e della sua punizione.
Beh...lei purtroppo le sta solo cercando...I tritoni non si fanno curare...così facilmente. Per avvicinarmi ne ho dovuto battere uno in una gara di nuoto. Ehm. Se portassi sotto l'acqua la studentessa potrebbe risultare inutile e pericoloso...troppo anche per una punizione...
Sospirò di sollievo a quelle parole che non facevano che confermare quello che la Grifa le aveva raccontato e rassicurandola sulla scelta che aveva fatto tempo prima. Non credeva che la sua studentessa potesse mentirle, questo no, ma temeva che spinta dall’entusiasmo per la punizione che stava scontando potesse omettere qualche dettaglio che sapeva l’avrebbe infastidita. E pensando all’entusiasmo con cui le aveva raccontato l’avventura con Simon, Tisifone non potè non pensare allo sguardo eccitato che le aveva visto in volto quando lui era passato dalla forma animale a quella umana.
Mi sembra una scelta molto saggia da parte sua – commentò quindi seria, senza alcun sarcasmo nel tono di voce, lo sguardo che per un attimo saettò sulla spalla dell’uomo per osservare un punto indefinito dietro di lui, un modo per raccogliere le idee prima di proseguire a parlare – Mi vuole spiegare come mai decise di presentarsi a noi nella sua forma di Animagus quel giorno?
Si risolse a chiedere alla fine, tenendo il tono di voce neutro e calmo, senza esprimere alcun giudizio di sorta, a differenza di quello che aveva fatto quel giorno nella Foresta Proibita, gli occhi che dal suo viso scivolavano verso il nuovo pezzo della scacchiera che il collega le stava per illustrare.
Questo pezzo si chiama Alfiere. Si muove con le stesse regole della torre. Ma soltanto in diagonale. Domande?
Osservò i due pezzi spostarsi in un verso e in un altro, mentre andava ripassando le istruzioni riguardo alla Torre per poi scuotere leggermente il capo.
Nessuna, la sua spiegazione della Torre è stata molto chiara…
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da Simon » 01/06/2013, 15:38
Sembra quasi che ne sappia qualcosa…
Stupido Simon! Si era lasciato andare ai sentimentalismi. Non che voleva nasconderlo alla Divinante. Anche perchè era difficile nasconderlo ad una persona sì intuitiva. Si morse il labbro inferiore. Fece infine un sorriso amaro. Un cenno di diniego con la testa portando la mano sinistra verso il petto stringendo Nyssa nascosta sotto il petto. Rimase in silenzio per qualche secondo cercando di riorganizzare le idee. Troppe forse in quel frangente. Troppi pensieri che vorticavano come un tornado nella sua testa. Fece cadere la sinistra, prendendo fiato.
Anche io ho pagato...
Cominciò a dire. Si morse il labbro inferiore quasi avesse paura di dirlo. Ma quelli furono anche i suoi momenti più belli. Guardò fissa la Dama del Futuro con i suoi occhi verdi prato, un poco lucidi. Sempre quel sorriso amaro sulle labbra. Si strinse nelle spalle e fece una piccola risata ironica.
Sono stato dieci anni isolato in una foresta insieme alla mia maestra. Il prezzo è...questo.
Si indicò, facendole capire che era il suo problema è relazionarsi con il prossimo. La sua ingenuità. Lui. Si schiarì la gola prima di ascoltare le altre parole di Tisifone. Come al solito lo metteva sempre in soggezione. Non sapeva come fare. Cosa dire per non farla arrabbiare. Prese quel suo thè caldo. Decise di assaggiarlo finalmente. Lo fece. Assaporò il momento del calore che superava l'esofago e raggiungeva lo stomaco. Il sapore poi era sensazionale. Ci pensò un attimo ed alla fine parlò di nuovo.
Vuole che le porti qualcosa? Probabilmente...in queste...cucine...si può trovare di tutto....se le va...
Concluse prima che la Divinante iniziasse quel discorso sul cielo stellato. Se lei avesse accettato allora avrebbe cercato quello che aveva chiesto e gli avrebbe versato un goccio.
Sciocchezze Tutti vedono qualcosa quando contemplano un cielo stellato, a secondo di come lo osservano. Gli occhi fisici ci restituiscono un’immagine stupenda e infinita, gli occhi del cuore ricordi che abbiamo serbato a lungo dentro di noi, gli occhi dell’anima brandelli di ciò che accadrà. E lei con che occhi guarda il cielo?
Un cenno di diniego con la testa. Un respiro profondo prima di rispondere a quelle parole. Attimi di flash di quel cielo stellato a Stonehenge, dove ottenne la sua bacchetta. Una cometa scese come per salutarlo. I centauri erano pronti a farlo entrare tra le loro file. Lui si sentiva figlio di quelle stelle. La maggior parte ancora senza nome.
Io...uso gli occhi della...mente...Non mi è mai stato permesso di apprendere la divinazione. Eppure la trovo così affascinante... Allora fissavo il cielo, ogni notte. Speravo in qualche segno. Ma non lo trovai...mai. Io cerco sempre di essere una persona...Razionale miss Samyliak. Vedo un'immagine stupenda tramite i mie occhi. Mi tornano alla mente ricordi molto belli che nascondo nel mio Cuore, e penso a come potrebbe cambiare il mio futuro ascoltando le vibrazioni della mia Anima.
Un respiro profondo tornando ad essere silente. Non sapeva se la Russa avrebbe preso bene o male quelle parole. In realtà Simon era molto più perspicace che intuitivo. Anche se essere Animagus e sopravvivere all'interno della foresta lo aiutarono davvero tanto. Abbassò lo sguardo verso la scacchiera. Il discorso poi slittò da lui alla punizione. Un altro respiro profondo.
Mi sembra una scelta molto saggia da parte sua Mi vuole spiegare come mai decise di presentarsi a noi nella sua forma di Animagus quel giorno?
Un sorriso un pochino più rilassato apparve sul viso di Simon Mcdullan. Poggiò i gomiti sul tavolo. Osservando principalmente la tastiera. Si umettò le labbra attendendo qualche secondo.
Sono abituato a correre per le foreste in questo modo...mi ero completamente dimenticato di essere in quella forma quando sono corso da voi...Fu una mia svista.
Abbassò un attimo la testa in segno di scuse. Rimase in silenzio attendendo qualche domanda da parte della collega. Ma ricevendo un solo - Nessuna, la sua spiegazione della Torre è stata molto chiara…- Decise di passare all'ultimo pezzo di quella scacchiera. La Regina.
Allora, la Regina è il pezzo più importante. Vuole sapere il perchè? Semplice. Perchè si può spostare così - disse facendo muovere il pezzo come se fosse una torre - e così - muovendola ora come fosse un alfiere.- può muoversi quanto vuole e dove vuole!
Rimase in silenzio alla fine. Non stava ancora parlando del Re. Si morse il labbro inferiore osservando bene quel suo pezzo di vetro che spiccava un po di meno della regina in altezza. Era il Re, il principale obbiettivo di quel gioco. Doveva stare molto attento a spiegare la vera importanza dello Scacco Matto.
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da Tisifone » 01/06/2013, 21:13
In qualche modo la conversazione tra i due Professori era diventata più profonda, quasi personale, superando lo strato di superficialità che solitamente ammantava i rapporti professionali. Come vi erano giunti questo, invece, restava un mistero visto che pochi secondi prima stavano semplicemente disquisendo sulle rispettive materie e su come le stesse fosse viste dagli studenti.
Anche io ho pagato...
Tisifone sapeva che il prezzo da pagare per poter girovagare per le linee del tempo era la propria reputazione, la propria libertà e spesso anche la propria sanità mentale, ma non riusciva a comprendere perché e quale prezzo Simon avesse dovuto pagare per essere quello che era. Non metteva in dubbio le parole a stento pronunciate dall’altro, il sorriso amaro che gli era comparso sul volto adombrandone lo sguardo pressoché sempre sereno ne erano una prova inconfutabile, ma che la rendevano confusa e perché anche un po’ curiosa. Si era sempre soffermata sulle proprie, di perdita, senza mai rendersi conto che probabilmente ogni carriera, ogni eccellenza richiedeva un tributo di qualche tipo. Fu così che si ritrovo a incitare il collega a esprimere il proprio pensiero con un sorriso piccolo certo ma dolce, di comprensione, come a volergli far comprendere che non aveva alcuna intenzione di giudicarlo o deriderlo per quello che le avrebbe detto e, al contrario, avrebbe serbato per sé il ricordo di quella conversazione.
Sono stato dieci anni isolato in una foresta insieme alla mia maestra. Il prezzo è...questo.
Isolamento. Sospirò Tisifone, un sospiro stanco, gli occhi che si velavano di malinconia mentre la mano destra si sollevava a intrappolare tra le dita una ciocca di capelli e iniziava a giocarci. Quanto erano simili in realtà lei e McDullan? Molto, forse troppo. Entrambi sembravano essere stati marchiati da esperienze passate che li avevano resi incapaci di relazionarsi con il resto del mondo.
Vivere libero in una foresta insieme a una persona che si rispetta e che ci rispetta non è isolamento. Al massimo una scelta un po’ azzardata. – commentò quindi il tono che da serio e triste andava via via assumendo una sfumatura ironica, come se stesse facendo una battuta, cosa che in effetti fece anche se un po’ penosa. – Credo che sopravaluti lo scotto che ha pagato. La sua scelta lo ha reso solo un po’ arrugginito, forse un po’ più timido del normale ma non penso che da studente lei fosse come Cartwright. – il sorriso si accentuò, immaginando Simon che come Vergil scorrazzava per il Castello facendo battute e importunando tutte le ragazze. No, non lo stava denigrando o prendendo sottogamba quello che per l’altro era un problema, semplicemente gli stava offrendo la possibilità di guardare il tutto da un altro punto di vista – Per relazionarsi con il mondo bisogna avere, a mio avviso, due cose: qualcosa da condividere e il desiderio di farlo. E lei ha entrambi.
Aveva sollevato la mano sinistra a pugno, lasciando quella destra a giocare con i capelli, e fatto scivolare fuori prima l’indice e poi il medio. Rimase a fissare quelle due dita che adesso si trovavano in mezzo a loro come un qualche segnale divino e poi, con un sospiro, ripiegò il medio lasciando solo l’indice fiero ed eretto ma pur sempre solo.
E’ quando non si ha o si è perso il desiderio di interagire con gli altri che allora si è davvero soli.
Ed era quello che era successo a lei. Le sue esperienze passate l’avevano resa talmente diffidente e paranoica da tenere tutti alla larga e probabilmente se non fosse stato per Monique e Lucas avrebbe passato gli anni a scuola in completa solitudine.
Vuole che le porti qualcosa? Probabilmente...in queste...cucine...si può trovare di tutto....se le va...
L’offerta di Simon scosse Tisifone, riportandola, per così dire, con i piedi per terra, e non appena si rese conto di quello che aveva fatto, confidarsi in parte con qualcuno che per lei era solo un conoscente un’espressione di stupore comparve sul suo volto, gli occhi si sgranarono leggermente e la bocca si dischiuse in una O imbarazzata.
Forse avrei bisogno di qualcosa di forte per superare lo shock – mormorò sarcastica più a se stessa che allo scozzese – Ma credo che un bicchiere di BurroBirra con dello zenzero vada bene lo stesso.
Affermò quindi, sempre con uno strascico sarcastico nel tono della voce, osservando il collega alzarsi dal tavolo per esaudire la sua richiesta. Una volta che tornò da lei, Tisifone tese le mani verso di lui per prendere il boccale, ringraziandolo con un cenno del capo e uno stiracchiato sorriso, per poi portarlo alle labbra e bere un lungo sorso dissetante e ristoratore. Nel frattempo Simon aveva ripreso posto di fronte a lei e la conversazione aveva ripreso ma invece che parlare della scacchiera posta tra di loro, tornarono ad affrontare argomenti più complessi e per certi versi più interessanti perché permettevano loro di conoscersi meglio, anche non volendo.
Io...uso gli occhi della...mente...Non mi è mai stato permesso di apprendere la divinazione. Eppure la trovo così affascinante... Allora fissavo il cielo, ogni notte. Speravo in qualche segno. Ma non lo trovai...mai. Io cerco sempre di essere una persona...Razionale miss Samyliak. Vedo un'immagine stupenda tramite i mie occhi. Mi tornano alla mente ricordi molto belli che nascondo nel mio Cuore, e penso a come potrebbe cambiare il mio futuro ascoltando le vibrazioni della mia Anima.
L’Astrologia è una forma di Non Divinazione quindi se vuole può apprenderne i misteri pur non essendo un divinante anche se forse non sempre otterrà dei responsi affidabili. E non bisogna necessariamente possedere un Occhio Interiore attivo neanche per ascoltare le vibrazioni della propria Anima e cambiare il proprio futuro, basta scegliere seguendo l’istinto invece che la ragione. Per esempio adesso, se fosse libero di scegliere senza costrizioni o limiti cosa farebbe?
Era una domanda tecnica, per così dire, per dimostrare all’altro che ascoltando il proprio cuore si finiva immancabilmente per fare scelte diverse da quelle che la nostra parte razionale di spingeva a fare, ed era in quell’ottica che Tisifone l’aveva posta, senza soffermarsi troppo come l’altro avrebbe potuto interpretarla. Subito dopo parlarono della punizione che Kayleen doveva scontare con Simon e alla Divinante venne spontaneo parlare con lui dell’essere Animagus.
Sono abituato a correre per le foreste in questo modo...mi ero completamente dimenticato di essere in quella forma quando sono corso da voi...Fu una mia svista.
Una svista a cui ho reagito male e per cui dovrei scusarmi – commentò seria, le mani intorno al boccale e lo sguardo fisso negli occhi dell’altro – Ma purtroppo non sento di doverlo fare. Posso capire quello che dice ma è per sempre stato imprudente da parte sua.
Aveva parlato in maniera garbata, pacata, senza il solito strascico ironico o irato e forse quello, alla fine, era il suo modo contorto per scusarsi. Lo sguardo si posò sulla scacchiera non appena l’altro riprese a parlare di scacchi, la mente però che ancora si soffermava sulla capacità del collega di trasformarsi in un animale. In passato aveva accarezzato più volta la possibilità di dedicarsi a quel tipo di incantesimi ma alla fine aveva sempre prevalso la sua parte razionale che non ne vedeva l’utilità. Adesso invece, con pericoli reali o ipotetici che sembravano spuntare come edera velenosa, la situazione iniziava ad assumere un’altra valenza.
Allora, la Regina è il pezzo più importante. Vuole sapere il perchè? Semplice. Perchè si può spostare così e così, può muoversi quanto vuole e dove vuole!
In pratica come tutte le donne può andare e venire a proprio piacimento senza nessuno che possa fermarla. - Affermò quasi divertita, prendendo la propria Regina e muovendola a caso sulla scacchiera creando invece che delle linee rette una sorta di percorso a zig zag. – Può mangiare anche a proprio piacimento?
Chiese curiosa mentre un’altra domanda le sorgeva spontanea sulle labbra e che espresse subito senza remore.
Com’è stato diventare Animagus? Intendo la prima volta… come si è sentito?
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da Simon » 10/06/2013, 16:25
Vivere libero in una foresta insieme a una persona che si rispetta e che ci rispetta non è isolamento. Al massimo una scelta un po’ azzardata. Credo che sopravaluti lo scotto che ha pagato. La sua scelta lo ha reso solo un po’ arrugginito, forse un po’ più timido del normale ma non penso che da studente lei fosse come Cartwright. Per relazionarsi con il mondo bisogna avere, a mio avviso, due cose: qualcosa da condividere e il desiderio di farlo. E lei ha entrambi.
Ascoltò il dire della donna. Fece un respiro profondo. Non poteva proprio darle torto. Ma lui aveva davvero il desiderio di condividere qualcosa con qualcuno? Questa domanda cominciò a fluttuare nella sua mente. Non sapeva cosa rispondere, e non sapeva neanche cosa pensare. Il Professore se ne stette lì...fermo. Deglutì sonoramente e poi rise alla sua battuta su Cartwright.
Oh! Ma io ero molto simpatico durante i miei anni scolastici!
Rise a quella sua stessa frase appoggiando la schiena alla sedia. Ovviamente stava scherzando. Rimase in silenzio ora ascoltando le altre parole della Professoressa Tisifone. Colei con la quale si stava aprendo più del normale. Con la quale percepiva una sorta di sintonia. Magari era tutto nella sua testa. Ma lo Scozzese voleva crederci.
E’ quando non si ha o si è perso il desiderio di interagire con gli altri che allora si è davvero soli.
Permase in silenzio chinando la testa di lato. Quella frase gli fece scattare qualcosa [Intuito (P) 32]. Cominciò a pensare. Si umettò le labbra e fece un sorriso stiracchiato dopo averle portato quella sua Burrobirra. Era indeciso se chiederlo o no. Alla fine si decise. Non la guardò però direttamente negli occhi. Si concentrò invece sulla tazza di thè.
Anche lei si sente sola?
Veramente troppo personale come domanda. Ma Simon si era sentito di chiederla. Si grattò il anso attendendo qualche risposta da parte della Russa. Sperava di non averla offesa in qualche modo. Odiava essere così sincero in questi frangenti ma era più forte di lui. Egli era stato educato da Nyssa, come poteva non essere sincero. Si schiarì la gola osservando con i suoi occhi verdi quella scacchiera fatta in vetro.
L’Astrologia è una forma di Non Divinazione quindi se vuole può apprenderne i misteri pur non essendo un divinante anche se forse non sempre otterrà dei responsi affidabili. E non bisogna necessariamente possedere un Occhio Interiore attivo neanche per ascoltare le vibrazioni della propria Anima e cambiare il proprio futuro, basta scegliere seguendo l’istinto invece che la ragione. Per esempio adesso, se fosse libero di scegliere senza costrizioni o limiti cosa farebbe?
...
Un attimo di silenzio, come se stesse ascoltando il suo cuore. Percepiva i suoi battiti, percepiva quelle parole magari dettate in codice Morse dal suo muscolo cardiaco. La mano corse verso la pietra al collo, la strinse a se. Chiuse gli occhi e rimase imperturbabile. Non sapeva cosa fare, ne cosa dire.
Tornerei nella foresta.
Disse poi serio in volto. Un volto velato da una sorta di tristezza. Ovviamente, e questo lo poteva capire la professoressa, gli sarebbe mancata quella scuola. Gli sarebbero mancate le persone che ci vivevano. Gli sarebbe mancato tutto. Ma si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Non era riuscito a integrarsi, Questo mondo non lo aveva ancora accettato. Forse non lo accetterà mai.
In pratica come tutte le donne può andare e venire a proprio piacimento senza nessuno che possa fermarla. Può mangiare anche a proprio piacimento?
Sempre con la regola che non può muoversi subito dopo aver mangiato!
Annuì alle sue parole. Glissò sulla parte delle donne. Una sola era stata parte del cuore di Simon. Una che poi non si rivelò quello che lo Scozzese aveva conosciuto. Ancora soffriva per quel dolore. Di averla lasciata, a Londra. Di aver lasciato lei e la sua sorellina. Non riusciva a sopportarlo. Ogni mattina, allo specchio, Simon si dava sempre del codardo per essere fuggito da quella situazione. Un cenno di diniego con la testa.
Com’è stato diventare Animagus? Intendo la prima volta… come si è sentito?
Bella domanda. Annuì lentamente poggiando i gomiti sul tavolo.
Beh, è strano. Però devo dire che è stato strano tutto quanto! Il mio mentore mi disse che ci sarebbero voluti più di tre anni per padroneggiare questa a arte. Io ce la feci in un anno. Dovevo sbrigarmi a tornare nella foresta. Non potevo lasciare Nyssa da sola! Ma quando i miei occhi erano quelli di un Pastore Scozzese, tutto il Mondo mi sembrava un altro. Non avevo più limitazioni. Mi sentivo libero.
Questo le disse in un'esplosione di sensazioni. Non parlò subito dopo. La lezione di scacchi era finita. Il Re poteva aspettare ancora, visto la sua importanza ed il suo modo di muoversi. Tra poco, avrebbero fatto la prima partita dopo tanto tempo.
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Simon
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- Grado: 10
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da Tisifone » 13/06/2013, 14:24
Oh! Ma io ero molto simpatico durante i miei anni scolastici!
Una battuta. Simon aveva appena fatto una battuta quasi divertente e spontanea, senza balbettare o arrossire e questo colpì non poco Tisifone che, suo malgrado, si ritrovò a incurvare le labbra verso l'alto in un sorriso puro, senza alcun accenno di sarcasmo o ironia, mentre le spalle venivano scosse leggermente da quello che poteva essere benissimo essere considerato un accenno di risata che meravigliò lei stessa per prima.
Anche lei si sente sola?
L'espressione divertita che le era rimasta in volto per la battuta del collega si spense all'istante. Nel tentativo di far comprendere all'altro come, dal proprio punto di vista, doveva ritenersi fortunato per le esperienze che aveva fatto e per dove esse l'avevano portato, si era esposta, rivelando, involontariamente, una parte di sè che preferiva tenere nascosta. Inclinò impercettibilmente la testa di lato, le mani ancorate al bicchiere di BurroBirra, gli occhi fissi sul collega che però non stava sostenendo il suo sguardo. Forse si sentiva in colpa per quella domanda un po' troppo personale o forse non voleva mostrarle che non era per nulla pentito ma solo di curioso di ascoltare la risposta. Fu tentata di tacere, quando una vocina interiore le fece notare che era stata lei a portare la conversazione su quel piano.
In un certo senso - rispose alla fine pensierosa - Non si tratta tanto di una solitudine fisica quanto mentale. - o almeno sperava che fosse solo quello. Fino a quando non si era messa con Lucas aveva vissuto benissimo la sua condizione di single ma adesso, se tra loro fosse finito, sarebbe riuscita a tornare alla vita prima come se nulla fosse accaduto? Probabilmente no, ma non doveva preoccuparsene perchè non aveva alcuna attenzione di lasciare andare il suo uomo. - A volte penso che tenendo le persone a distanza si finisce col perdere qualcosa d'importante ma purtroppo non sempre si ha la voglia o la possibilità di stravolgere se stessi per andare incontro all'altro.
Aveva tenuto un tono di voce basso, pacato, gli occhi sempre puntati sul viso dell'altro che, se avesse sollevato lo sguardo, si sarebbe potuto perdere nel blu dei propri occhi, per poi concludere quella sorta di confessione bevendo un lungo sorso di BurroBirra. Subito dopo si strofinò il naso con l'indice, per cercare di alleviare il senso di pizzicore che lo zenzero le aveva dato, assumendo un'espressione quasi tenera e infantile. Intanto la conversazione si era spostata su un argomento meno personale più congeniale per Tisifone, il legame tra l'Astrologia e la Divinazione anche se, alla fine della spiegazione, la domanda che si ritrovò a porre non poteva essere propriamente considerata asettica anche se la risposta ottenuta non la meravigliò più di tanto.
Tornerei nella foresta.
Forse dovrebbe - mormorò dopo una manciata di minuti in cui sulla stanza era calata un silenzio confortevole, la voce bassa e senza alcuna inflessione di giudizio - Ma sarebbe un peccato - aggiunse dopo un'altra pausa, anche se più corta della precedente - Ognuno di noi ha dei limiti, alcuni combattono per superarli, altri li usano come schermi difensivi, altri ancora ci si crogiolano. C'è solo una cosa per me che accomuna questi tre comportamenti totalmente opposti e cioè il fine ultimo a cui si tende, vivere sereni. Faccia la sua scelta e la porti fino in fondo e se scopre di aver sbagliato può sempre tornare indietro e tentarne un'altra.
Mettersi in discussione sempre e comunque, questo le aveva insegnato Asher perchè la staticità era la tomba dell'animo umano, anche se purtroppo non sempre era riuscita a porre in essere questo tipo di insegnamento. Sospirò, facendo scorrere un dito sulla superficie del bicchiere per cogliere al volo una goccia di BurroBirra che stava cadendo sul tavolo. Quel pomeriggio le stava riservando molte sorprese, sia sull'uomo che le sedeva di fronte sia su se stessa, confermandole allo stesso tempo la sua scarsa propensione nei confronti degli scacchi.
Sempre con la regola che non può muoversi subito dopo aver mangiato!
Annuì pensierosa. Quella era una regola abbastanza semplice, l'unica che forse sarebbe riuscita a ricordare durante una partita, a differenza dei vari modi in cui una pedina si muoveva rispetto a un'altra. Si chiese per l'ennesima volta perchè avesse deciso di prendere ripetizioni di scacchi, senza riuscire a darsi una risposta sensata che non fosse migliorare il proprio lato strategico. Lanciò un'occhiata alla scacchiera, rendendosi conto che ormai mancava un solo pezzo all'appello e poi forse Simon avrebbe voluto interrogarla con una partita di prova, cosa di cui non sentiva il bisogno. Così un po' per prendere tempo un po' per curiosità, spostò l'argomento sull'essere Animagus.
Beh, è strano. Però devo dire che è stato strano tutto quanto! Il mio mentore mi disse che ci sarebbero voluti più di tre anni per padroneggiare questa a arte. Io ce la feci in un anno. Dovevo sbrigarmi a tornare nella foresta. Non potevo lasciare Nyssa da sola! Ma quando i miei occhi erano quelli di un Pastore Scozzese, tutto il Mondo mi sembrava un altro. Non avevo più limitazioni. Mi sentivo libero.
Sentirsi liberi, dalle convenzioni sociali, dall'obbligo di relazionarsi con gli altri, di fare qualsiasi cosa passi nella mente. C'era stato un tempo in cui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di poter assaporare quella libertà almeno per un paio d'ore ma alla fine aveva sempre desistito per paura che non sarebbe più riuscita a tornare indietro, preferendo vivere in forma animale piuttosto che in quella umana. Adesso però era tutto diverso. Si sentiva più matura, più consapevole, più equilibrata e quindi forse adesso avrebbe potuto prendere di nuovo in considerazione l'idea di diventare Animagus. Aveva riflettuto tenendo gli occhi bassi, fissi sulla scacchiere, la mano destra che giocherellava con un Alfiere e quella sinistra che accarezzava il fianco del bicchiere, e una volta giunta a una conclusione li alzò e li puntò sul viso dell'altro.
Sarebbe disposto a insegnarmi a diventare Animagus?
Gli chiese quindi a bruciapelo, con un tono di voce determinato e più basso del normale, per evitare che qualcuno potesse sentirla.
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da Simon » 10/07/2013, 23:16
In un certo senso Non si tratta tanto di una solitudine fisica quanto mentale. A volte penso che tenendo le persone a distanza si finisce col perdere qualcosa d'importante ma purtroppo non sempre si ha la voglia o la possibilità di stravolgere se stessi per andare incontro all'altro.
Quante erano vere le parole della collega. Rimase lì fermo ad ascoltare le parole della divinante. Quante cose aveva perso, quante occasioni aveva accantonato. Stravolgere se stessi. L'aveva fatto, per una persona. Aveva perso tutte le sue abitudini, stava riuscendo ad aprirsi. Fece un mezzo sorriso rimanendo in silenzio ad osservare quella scacchiera. La scacchiera che portava sempre con se in ogni suo viaggio. Annuì mesto. Strinse i pugni mentre ricordava il momento in cui aveva deciso di lasciare la foresta per andare a fare il Professore. Una scelta ardua la sua. Abbandonare i suoi spazi, abbandonare i bei giorni sereni tra le fronde di quelle querce. Si umettò le labbra. Aveva deciso che quello sarebbe stato un nuovo inizio, il suo nuovo inizio. Era come lasciare il nido dove era nato. La sua fortezza sicura, pronto per un Mondo di avventure, gioie e dolori.
Forse dovrebbe Ma sarebbe un peccato Ognuno di noi ha dei limiti, alcuni combattono per superarli, altri li usano come schermi difensivi, altri ancora ci si crogiolano. C'è solo una cosa per me che accomuna questi tre comportamenti totalmente opposti e cioè il fine ultimo a cui si tende, vivere sereni. Faccia la sua scelta e la porti fino in fondo e se scopre di aver sbagliato può sempre tornare indietro e tentarne un'altra.
"Ognuno di noi ha dei limiti Simon, i tuoi quali sono? Che hai intenzione di fare, scappare al primo ostacolo e tornare a crogiolarti nella tua fortezza?"
Sarebbe un peccato. Quella frase lo colpì più di mille schiantesimi. Sussultò appoggiando i gomiti sul tavolo. Che stava succedendo? Si sentiva strano, come se la collega che era venuta solo per una lezione di scacchi avesse un qualche tipo di collegamento. Chiuse gli occhi e si alzò dalla sedia. Camminò lento verso la grande finestra che si trovava là vicino. Si appoggiò sul muretto poco prima dell'esterno. Gli occhi Verdi cominciarono a scrutare fuori da quelle grate di ferro. Osservò il panorama, il lago, la foresta poco lontana. Aveva da dire mille e mille parole, ma quelle mille e mille parole sembravano morirgli in gola. Forse non gli era stato dato il dono di esprimere tutto quello che aveva nel suo cuore. Forse non era nei piani che Simon potesse vivere una vita normale.
"Normale..."
Quel termine non era mai stato nel suo vocabolario. Strinse di nuovo i pugni. La sua sorellina aveva la fortuna di poter vivere una vita normale. Aveva tutto quello che Simon aveva dimenticato. Come se glielo avesse trasferito nel momento in cui sparì dalla circolazione. Amava davvero tanto la sua famiglia e ne era orgoglioso. Anche se pensava di essere la persona che portava meno onore all'interno della casata McDullan. Una famiglia davvero importante a Melrose. Si ricordò di alcune parole dette da Nyssa. Un altro cenno di diniego con la testa. Si schiarì la gola prima di prendere a parlare.
Tornare indietro. Tisifone, in questo mondo non è permesso di poter tornare indietro. Se fosse così facile sarei tornato dieci anni indietro nel tempo. Ora sono così, sono Simon McDullan, professore di Cura delle creature Magiche. Lo strano Simon preso in giro da una miriade di studenti.
Si permise di darle del tu. Poi sgranò gli occhi. Si morse il labbro inferiore come se si fosse pentito di quello che aveva fatto. Si strinse nelle spalle tornando a sedere davanti alla Divinante. Lo sguardo fisso su di lei. Uno sguardo verde, brillante, come il prato dopo una tempesta. Tempesta che da molto tempo imperversava nell'animo dello Scozzese.
Sarebbe disposto a insegnarmi a diventare Animagus?
Quella domande lo lasciò un poco perplesso. Prese quella tazza di thè ormai fredda e la bevve tutto in un fiato. Rimase a riflettere un poco. Era la seconda persona che glielo aveva chiesto nel giro dello stesso mese. Le fece un grande sorriso, un sorriso un po amaro però. Annuì come se avesse scelto cosa fare a proposito di quella richiesta strana data dalla Caposcuola dei Grifi.
Collega, ne è davvero sicura? Non è una passeggiata. E' un lavoro serio e arduo. Se lei non è davvero convinta le consiglio di desistere. Non è una cosa che si apprende da un giorno a l'altro le ripeto. Ci rifletti su qualche altro giorno. Sa che non sono molto bravo ad insegnare, ma nel caso lei sia veramente certa, beh, potrei anche insegnarle tutto il procedimento. Ma in quel caso lei dovrà fare quello che dico io, come le dico io e quando le dico io. Se è disposta ad accettare queste condizioni e se la sente, allora ne parleremo a tempo debito.
Posò la tazza sul tavolo, la lezione era finita. La professoressa avrebbe potuto andarsene via quando lo avrebbe ritenuto più opportuno. Si strinse di nuovo nelle spalle osservandola.
Visto...che...è riuscita...a sopportare...la mia lezione...le ho fatto un regalo...ma lo riceverà non oggi...
Concluse, poi rimase in silenzio, si sarebbe fatto volentieri un'altra tazza di thè, ma sarebbero state decisamente troppe.
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da Tisifone » 12/07/2013, 12:13
Aveva parlato in maniera pacata per quanto seria, un po’ perché alzare la voce non era nel suo carattere un po’ perché l’argomento trattato, la capacità di intessere rapporti interpersonali più profondi, lo richiedeva. Soprattutto non aveva elargito a Simon consigli preconfezionati o frasi fatte, ma gli aveva parlato con il cuore in mano, come dicevano i babbani, attingendo direttamente alla propria esperienza, limitata certo ma anche abbastanza ferrata in solitudine ed affini. Dopotutto dopo la morte dei suoi genitori e il trasferimento forzato a Hogwarts a dodici anni lei non si era distinta per la sua simpatica e il suo essere un animale da festa o anche solo da compagnia. Lo aveva lasciato libero di scegliere la strada che più preferiva, gestendo i propri limiti nel modo più consono al suo carattere, lasciandosi però sfuggire che sarebbe stato un peccato se avesse davvero deciso di lasciare la cattedra. Quando lo vide alzarsi in piedi ebbe la sensazione [Intuito (S)=36] che le sue parole lo avessero in un qualche modo scosso e di questo ne fu intimamente contenta perché voleva dire che qualsiasi decisione avrebbe preso alla fine sarebbe risultata essere ben ponderata e non frutto di uno scoramento momentaneo.
Tornare indietro. Tisifone, in questo mondo non è permesso di poter tornare indietro. Se fosse così facile sarei tornato dieci anni indietro nel tempo. Ora sono così, sono Simon McDullan, professore di Cura delle creature Magiche. Lo strano Simon preso in giro da una miriade di studenti.
Baggianate! – esclamò stizzita, usando forse per la prima volta di fronte a qualcuno che non fossero i suoi padrini quella che per lei rappresentava il massimo della volgarità in pubblico – Non parlo di prendere una Giratempo e tornare fisicamente indietro nel tempo quanto di tornare sui proprio passi. Fino a quando le persone con cui vuole interagire e fare ammenda sono ancora vive nulla le impedisce di farlo. Ha abbandonato la sua famiglia perché non condividono le sue scelte di vita? Torni da loro, in Scozia, gli dimostri che quelle scelte che vi hanno allontanato l’hanno resa una persona migliore e cerchi di ricostruire un qualche rapporto con loro.
Non si accorse che l'altro le aveva dato del "tu" troppo infervorata nel suo discorso anche se era difficile dirlo guardandola dall'esterno considerato che, nonostante la veemenza delle parole, il tono era sempre rimasto pacato, solo la luce strana che le illuminava gli occhi avrebbe potuto far comprendere all'altro quanto seriamente credesse nelle proprie parole. E per quanto Simon lo ignorasse e forse l'avrebbe trovato poco pertinente, l'esempio che Tisifone gli aveva portato proveniva direttamente dal suo bagaglio familiare, l'unico rimpianto che aveva nella vita, il non poter mostrare ai propri genitori la donna che era diventata e vederli fieri di lei. Sostenne il suo sguardo quando tornò a sedersi di fronte a lei, registrando quanto quegli occhi verde prato sapevano essere espressivi quando l'altro voleva e chiedendosi cosa effettivamente McDullan nascondesse dietro quella apparenza pacifica e rassegnata che era solito mostrare agli altri. Subito dopo Tisifone spostò la conversazione sul comportamento tenuto da Kayleen durante la punizione che stava scontando con il collega e in questo modo finirono per discutere della questione Animagus, un argomento molto caro alla Divinante che nel corso della sua vita aveva accarezzato più volte l'idea di affrontare l'iter complesso per poter padroneggiare quel tipo di incantesimo. Quel desiderio, alimentato dagli eventi che stavano sconvolgendo la sua quieta esistenza, per poi stravolgerla definitivamente in futuro, la spinse ad avanzare una richiesta di aiuto al collega.
Collega, ne è davvero sicura? Non è una passeggiata. E' un lavoro serio e arduo. Se lei non è davvero convinta le consiglio di desistere. Non è una cosa che si apprende da un giorno a l'altro le ripeto.
La assicuro che non sono una studentessa sprovveduta che decide di intraprendere una strada sull'onda dell'euforia - affermò pacata anche se la luce omicida che le illuminò gli occhi avrebbe dovuto far comprendere all'altro di aver compiuto un enorme passo falso nei suoi confronti mettendo in dubbio la sua capacità di giudizio - Ho letto diversi libri in materia e sono già consapevole delle difficoltà a cui si va incontro nel tentare questo tipo di incantesimo. Le assicuro quindi che non è una decisione che ho preso a cuor leggero.
Ci rifletti su qualche altro giorno. Sa che non sono molto bravo ad insegnare, ma nel caso lei sia veramente certa, beh, potrei anche insegnarle tutto il procedimento. Ma in quel caso lei dovrà fare quello che dico io, come le dico io e quando le dico io. Se è disposta ad accettare queste condizioni e se la sente, allora ne parleremo a tempo debito.
Non credo che lei sia un pessimo insegnante ma in ogni caso seguirò il suo consiglio e mi prenderò dell'altro tempo per riflettere sulla mia convinzione a perseguire questa strada.
Concordò ancora rigida nel modo di porsi nei confronti dell'altro. Il riferimento a dover seguire ciecamente le indicazioni dell'altro l'avevano fatta tentennare mentre il suo animo indipendente e autoritario stava scalpitando all'idea di doversi affidare totalmente a una persona di cui ancora non si fidava del tutto.
Visto...che...è riuscita...a sopportare...la mia lezione...le ho fatto un regalo...ma lo riceverà non oggi...
Dovrei essere io doverla ringraziare in qualche modo per la pazienza che ha dimostrato nei miei confronti e per il tempo che mi ha dedicato - rispose, cercando di far capire all'altro in maniera educata che non avrebbe dovuto darle nulla - Che dice, mettiamo alla prova i suoi insegnamenti con una partita di prova?
Propose subito dopo, e se l'altro fosse stato d'accordo gli avrebbe proposto di sistemare la scacchiera mentre lei si alzava a prendere un'altra Burrobirra per sè e una tazza di acqua calda per il collega, insieme a tutte le bustine di tè e tisane presenti nella cucina. Avrebbero così passato un'altra ora buona a giocare a scacchi e a chiacchierare non senza qualche difficoltà della vita al Castello.
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da Simon » 14/07/2013, 21:48
Baggianate! Non parlo di prendere una Giratempo e tornare fisicamente indietro nel tempo quanto di tornare sui proprio passi. Fino a quando le persone con cui vuole interagire e fare ammenda sono ancora vive nulla le impedisce di farlo. Ha abbandonato la sua famiglia perché non condividono le sue scelte di vita? Torni da loro, in Scozia, gli dimostri che quelle scelte che vi hanno allontanato l’hanno resa una persona migliore e cerchi di ricostruire un qualche rapporto con loro.
Giratempo, che strumento eccezionale. Ne aveva sentito parlare ma neanche una volta vederne una in azione. Si umettò le labbra ascoltando bene le parole della professoressa. Non era precisamente così. I suoi genitori l'avevano sempre sostenuto in quel che lui credeva giusto. Ebbe qualche sospetto su quelle parole (perspicacia 32). Sembravano esperienze di vita di una persona diversa. Magari molto vicina alla Divinante, o, magari, riferiti alla Divinante stessa. Annuì rimanendo in silenzio. Continuava comunque a fissarla. Era bastata una giornata per riconoscere in Tisifone un'interesse molto grande. Provava ammirazione per la forza di quella donna. Era curioso di conoscerla meglio. Desistette dal farle altre domande comunque. Non erano cose da raccontare davanti ad una scacchiera e non ad una persona come Simon McDullan. La lingua scivolò velocemente sul labbro superiore, senza malizia. Il fatto stesso che lui si fosse aperto con lei era un gran segno del cambiamento dello Scozzese. Il suo Mondo interiore, così vasto e così complesso, era vicino allo svelarsi. Purtroppo doveva lavorarci ancora su. Ma era già un passo in avanti.
La assicuro che non sono una studentessa sprovveduta che decide di intraprendere una strada sull'onda dell'euforiaHo letto diversi libri in materia e sono già consapevole delle difficoltà a cui si va incontro nel tentare questo tipo di incantesimo. Le assicuro quindi che non è una decisione che ho preso a cuor leggero. Non credo che lei sia un pessimo insegnante ma in ogni caso seguirò il suo consiglio e mi prenderò dell'altro tempo per riflettere sulla mia convinzione a perseguire questa strada.
Ascoltò poi quelle parole dirette all'argomento animagus. Era determinata a diventarlo. Simon ebbe un brivido dietro la schiena ricordando il suo allenamento. Quando le chiese se non fosse davvero sicura di varcare quella soglia, era per premura. Purtroppo non riuscì a spiegarlo bene alla collega quando ascoltò quello che disse nella seconda parte del discorso.
Leggere... Libri...?
Sembrò quasi sconcertato da quella frase. Si morse le labbra cercando di rimanere comunque il solito Simon. Un cenno di diniego con al testa poggiando i polsi sul tavolo.
Non si diventa Animagus leggendo dei libri! Essere Animagus vuol dire sentirlo. Sentirsi in comunione con qualcosa più grande di noi! Non sono cose che si studiano con i libri. Bisogna sentirlo sulla pelle, il momento della concentrazione, della trasformazione, della realizzazione di se stessi in un Mondo diverso dal nostro. Voi avete questa cosa di studiare. Se esiste ci sarà sicuramente un libro che ne parla! Non lo comprendo proprio! Le esperienze ci insegnano in modo più veloce e dinamico. Rimanere passivi sopra una pergamena non ci permette una crescita tale da divenirlo!
Si sfogò così il professore. Anche lui aveva molti libri nel suo ufficio, ma li usava raramente. Lui preferiva essere presente, assorbire quella conoscenza direttamente dalla sorgente. Aveva rischiato molte volte di morire. Ma tutto quello che sapeva lo doveva al rischio, all'esperienza sul campo. L'idea di comprendere una cosa solo tramite pagine scritte era inconcepibile per il nostro Professore della Foresta.
Dovrei essere io doverla ringraziare in qualche modo per la pazienza che ha dimostrato nei miei confronti e per il tempo che mi ha dedicato. Che dice, mettiamo alla prova i suoi insegnamenti con una partita di prova?
Gli occhi di Simon si illuminarono. Un verde davvero brillante ora si palesava dalle sue iridi. Si mise eretto con la schiena. Sorrise, un sorriso solare, divertito, gioioso. Avrebbe giocato con un essere umano. Un'evento davvero da ricordare. Mise apposto i pezzi della scacchiera di vetro. Prese i neri e li guardò con ammirazione e rispetto. Infine, sempre con il sorriso sulle labbra, mosse il polso in un movimento circolare, indicando la collega con la punta delle dita.
I bianchi muovono per primi... Fine Giocata
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Simon
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