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Cucina Comune

Messaggioda Lucas » 18/12/2014, 12:10

[Venerdì - Maggio 2109 - Corridoio del Sesto Piano - Hogwarts - 13.28]


Si e no…
Non so come spiegare. Abbiamo un lago e alberi e montagne, ma è l’atmosfera ad essere diversa. È tutto molto più… orientale e in primavera con i ciliegi in fiore è uno spettacolo impareggiabile…


Non stento a crederlo.
Da quel che so, i paesaggi orientali sanno essere tanto belli da lasciare il fiato...


Lui ne aveva visti alcuni, di quei paesaggi, ma sempre in fotografia: non che non gli piacesse l'idea di visitare certi luoghi in prima persona, ma era altresì convinto, forse sbagliando, che farlo senza una guida esperta capace di valorizzare i suddetti posti fosse come perdere una buona metà della loro magia e del loro fascino; meglio starsene a casa propria e rimirarli in fotografia, dunque, apprezzandone comunque la bellezza anche se non dal vivo.
Accantonato quel discorso, la conversazione si spostò sulla mole di lavoro che Amy avrebbe dovuto affrontare nel periodo esami, quello più stressante per gli studenti che, infatti, si riversavano a frotte in Infermeria.

Vorrà dire che farò scorta di Pozioni Calmanti, Soporifere e Senza Sogni.

E che dovrà ritagliarsi del tempo per sé. - l'ammonì quasi, con un sorriso, altrimenti quelle pozioni sarebbero servite a lei, prima di domandarle se svolgesse un altro lavoro oltre a quello lì al Castello.

E questo lo chiama essere sfacciato?

Se la domanda è rivolta ad una persona che conosco da pochi minuti, e che quindi magari non vuole raccontare troppo di sé, sì. - per quanto la Harada non gli desse affatto quell'idea.

In ogni caso certo che può ma non credo che le risponderò.
Preferirei mettere alla prova il suo intuito, le basti sapere che è il lavoro più bello e dolce del mondo.


Dovrò mettermi alla prova, dunque, anche se non so quanto l'indizio sulla bellezza del lavoro potrà essermi utile... - perché chiunque avesse la fortuna di lavorare facendo ciò che gli piaceva, l'avrebbe considerato bello - Quanto tempo ho?

Si prenda tutto il tempo che le serve, in ogni caso le svelerò il mistero prima di andare via.

Meno male, temevo di dovermi scervellare giorno e notte prima di scoprirlo!

Scherzò lui divertito, prima di passare dal "lei" al "tu" e condurre la donna in un'altra zona del Castello, quella più adatta a cucinare e mangiare uno spuntino sfizioso preparato proprio da lei.

[Venerdì - Maggio 2109 - Cucina Comune Docenti - Hogwarts - 13.34]


Perché, ti piace cucinare?

È più una necessità che un piacere. - ammise Lucas, con un'alzata di spalle - Prima di venire ad insegnare ad Hogwarts ho vissuto per un periodo da solo, in America, e lì ho dovuto imparare ad arrangiarmi come potevo. - questo prima di diventare figlio acquisito dei coniugi Pellegrino, naturalmente - Non ho mai preparato piatti prelibati o chissà quanto complessi, anzi... ma perlomeno non sono morto di fame.

Ed anche oggi, vivendo da solo, a volte doveva occuparsi direttamente dei pasti, per quanto spesso e volentieri Noah preparava talmente tanta roba quando Turner andava a pranzo da lui e Tisifone, che alla fine metà dei piatti il docente di Trasfigurazione se li portava a casa.
Mentre la osservava cucinare, Lucas ebbe la brillante - terrificante - idea di chiederle se le domande che lei gli aveva fatto mentre si dirigevano in cucina avessero soddisfatto la sua sete di conoscenza sulla propria persona... e la risposta che ricevette lo obbligò ad un'altra serie di risposte, che però l'uomo diede col sorriso.

Meglio della paprika dolce allora… o del curry verde? Wow c’è davvero di tutto qui…

Paprika dolce. - rispose lui, cercando di non far cadere l'occhio sulla stoffa dell'intimo che s'intravedeva dai pantaloni e provando, invece, a concentrarsi sul piatto che Amy stava preparando.

Gli amici veri e sinceri sono il regalo più grande che la Trama ci possa fare proprio perché rari. Senza la mia migliore amica mi sentirei completamente persa e anche per me casa sua è il miglior rifugio del mondo.

A chi lo dici...

Mormorò Lucas, che infatti senza Tisifone e Noah sarebbe andato totalmente allo sfacelo, soprattutto nell'ultimo periodo; erano le persone su cui più poteva contare, e a cui teneva di più al mondo insieme ai genitori - con tutto che questi ultimi ancora si comportavano freddamente con lui.

Sei un tipo caloroso.
Io non riesco a dormire senza un pigiama caldoso, una lunga camicia da notte o una dozzina di coperte.


"Caldoso" ... un termine che non avevo mai sentito. - commentò Turner - In effetti sì, comunque, sono una persona dalla temperatura corporea piuttosto alta: inoltre il mio monolocale è piccolo e si scalda facilmente, e con le coperte pesanti nel letto si sta benissimo. Indossare un pigiama finirebbe per farmi soffocare.

Le spiegò, prima di chiederle come si fosse procurata la cicatrice sull'avambraccio - giusto perché almeno così anche lui avrebbe scoperto qualcosa d'interessante su di lei.

Un incidente in un bosco quando avevo quattro anni.
Avevamo appena finito di pranzare, un sereno pic nic domenicale con alcuni colleghi di mio padre, e io stavo rincorrendo delle farfalle quando all’improvviso il cielo si oscurò e il mondo si ridusse a un immenso dolore. In ospedale dissero che ero stata aggredita da un animale selvatico e che ero stata fortuna a non aver perso il braccio anche se quell’episodio mi ha segnato nel profondo. Sarà stato lo shock o la giovane età fatto sta che ho paura di qualsiasi animale a quattro zampe.Non che da allora mi sia mai più avvicinata a uno di loro.
Anni di terapia gettate ai vermicoli anche se probabilmente la colpa è del Signor Wong, il peggior psicologo che abbia mai incontrato.


Per questo prima mi sei sembrata titubante all'idea di prendere un animale? - ipotizzò Lucas.

In ogni caso, giusto per non farti sentire sotto interrogatorio, posso confidarti che il mio colore preferito è il rosso vermiglio anche se raramente lo uso per truccarmi e non sopporto i sapori eccessivi.

Uhm, ora sì che la conoscenza comincia ad essere paritaria...

Secondo te ho azzeccato le dosi?

Apprezzò il modo in cui Amy tentò di non sfiorargli le labbra, mentre lo imboccava, la stessa premura che usò lui per raccogliere quel pezzo di pane senza toccarle le dita con la lingua: non voleva mandarle i segnali sbagliati - a prescindere che lei li cogliesse o che fosse interessata - soprattutto perché ricordava bene com'era finita l'ultima volta che una donna gli aveva preparato uno spuntino, e non voleva ripetere l'esperienza.

Buonissimo. - commentò Turner dopo aver masticato e deglutito - Il vero esperto di cucina di solito è il mio migliore amico, ma da ignorante posso assicurarti che sta venendo su uno spuntino davvero ottimo.

E che lui non vedeva l'ora di divorare in sua compagnia.

Se hai studiato alla Musashi posso pensare che tu abbia origini orientali... ? - domandò lui con una sfumatura interrogativa nella voce - Non dev'essere stato semplice, comunque, passare da un continente all'altro, soprattutto con due culture - quella orientale e quella occidentale - così diverse tra loro.
Ti è pesato spostarti da un luogo all'altro, o ti senti equamente divisa tra i due "mondi" ?
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Messaggioda Amy » 18/12/2014, 17:50

[Venerdì - Maggio 2109 - Corridoio del Sesto Piano - Hogwarts - 13.28]


Non stento a crederlo.
Da quel che so, i paesaggi orientali sanno essere tanto belli da lasciare il fiato...


Sorrise orgogliosa a quel complimento diretto alla sua terra natia come se i capolavori naturali di cui il Giappone era pieno fossero suo esclusivo merito. E in fondo un po' lo credeva davvero. L'uomo era al tempo stesso nemico e alleato della natura e lì dove non portava distruzione e desolazione, come in molte città babbane di cui aveva visto in televisione, sapeva esserne il più strenuo difensore.

Sono di parte se le dico che è il miglior posto al mondo per chi ama le vacanze naturaliste?

E culturali, e spirituali e di puro shopping. Il Giappone offriva una gamma di attrazioni così variegata da poter soddisfare praticamente i gusti di tutti. Se si riusciva a superare la barriera linguistica. E a proposito di lingua, Amy dovette mordersi la sua per non fare il passo più lungo della gamba e offrirsi come guida turistica nel caso Lucas avesse mai deciso di andare a visitare l'Oriente. Sarebbe stata un proporsi in maniera genuina senza secondi fini ma non poteva sapere come l'altro l'avrebbe interpretato. Meglio cambiare discorso, restare su argomenti più "sicuri" come le tendenze degli studenti durante il periodo di esami a far spesso visita all'Infermeria per lo stress ed esaurimenti nervosi più o meno reali e alla necessità di fare scorta di alcune pozioni ben precise se aveva intenzione di giungere viva alla fine dell'anno.

E che dovrà ritagliarsi del tempo per sé.

Questo sarà più difficile - perchè il lavoro finiva sempre per assorbirla talmente tanto da farle dimenticare tutto il resto, anche mangiare - Però può sempre rimanere fedele al suo ruolo di salvatore di donzelle indifese e venire a salvarmi da me stessa. Tanto non credo che lei corra il rischio di perdersi per il Castello.

Come invece capitava a lei e le sarebbe ancora capitato per almeno un altro paio di settimane.

Se la domanda è rivolta ad una persona che conosco da pochi minuti, e che quindi magari non vuole raccontare troppo di sé, sì.

Credeva che fosse una persona riservata e reticente? Sotto alcuni aspetti e per alcuni argomenti delicati si. Di certo non poteva considerare una domanda sfacciata il voler sapere se avesse o meno un altro lavoro. Allora perchè non rispondergli subito e levarsi il pensiero? Perchè il lato infantile e giocherellone era abbastanza accentuato in lei e trovava divertente ammantarsi di un po' di mistero sopratutto su un argomento tanto innocuo.

Dovrò mettermi alla prova, dunque, anche se non so quanto l'indizio sulla bellezza del lavoro potrà essermi utile... Quanto tempo ho?

Si prenda tutto il tempo che le serve, in ogni caso le svelerò il mistero prima di andare via.

Meno male, temevo di dovermi scervellare giorno e notte prima di scoprirlo!

Non mi tentare...

Perchè l'idea di affollare la mente bel docente - e aveva avuto modo di appurare di persona anche se innocentemente quanto appetitoso fosse il corpo dell'uomo - anche se per un motivo così stupido stuzzicava non poco il suo ego femminile. Per fortuna il filtro anti figuracce era attivo così Amy potè offrirsi serenamente di preparargli il pranzo, ottenere di darsi del tu e subissarlo di domande lungo il tragitto.

[Venerdì - Maggio 2109 - Cucina Comune Docenti - Hogwarts - 13.34]



È più una necessità che un piacere.

In che senso?

Prima di venire ad insegnare ad Hogwarts ho vissuto per un periodo da solo, in America, e lì ho dovuto imparare ad arrangiarmi come potevo. Non ho mai preparato piatti prelibati o chissà quanto complessi, anzi... ma perlomeno non sono morto di fame.

L'importante è che ti piacciano i cibi veri - quindi sani, genuini e possibilmente non preconfezionati - Non mi fido degli uomini che non distinguono il sapore di un pomodoro da quella di una rapa rossa e preferiscono un tacos al volo per strada a un piatto di pasta cucinato a casa... E' una filosofia da "mordi e fuggi" che troppo spesso finisce per travalicare il semplice rapporto con il cibo.

Una piccola parentesi di serietà, sottolineata dallo sguardo un po' opaco e dalla linea sottile in cui si erano ridotte le labbra. Avrebbe potuto apparire semplicemente concentrata nello stendere la pasta per le piadine, in realtà stava rimuginando sui pezzi di sterco di Therstal che aveva avuto il dispiacere di incontrare nel corso della sua vita. Una scrollata di spalle, alcune ciocche che svolazzavano indisciplinate intorno al viso sfuggendo al cucchiaio con cui aveva legato i capelli, e il sorriso era tornato a illuminarle il viso. Evitava il più possibile di soffermarsi sulle proprie sfighe in amore perchè l'autocompatimento e la depressione non l'avrebbero portata da nessuna parte, di certo non a conoscere l'uomo giusto, se mai esisteva. Man mano che Lucas rispondeva alle sue domande, Amy apportava mentalmente alcune modifiche al piatto che voleva cucinare, prendendo del gorgonzola per dare un tocco di blu al tutto e facendo scegliere direttamente al docente la spezia con cui dare un po' di "corpo" alla robiola.

Paprika dolce.

E sia...

Acconsentì, troppo presa dalla frenesia della cucina per rendersi conto che i suoi abiti non erano più tutti al loro posto. Aggiunse la spezia rossastra al formaggio, amalgamando il tutto con il cucchiaio mentre continuava ad ascoltare attentamente il docente e a rispondergli a tono lì dove si sentiva in dovere di dire la propria. Come sull'importanza degli amici sinceri o sul suo essere una inguaribile freddolosa.

"Caldoso" ... un termine che non avevo mai sentito.

Scusa - arrossì lievemente, assumendo lo stesso colorito del formaggio adesso speziato - Ho la brutta tendenza a inventare le parole o a storpiarle - roteò gli occhi perchè quella era l'accusa neanche troppo velata che le rivolgeva sempre sua madre - giusto per mettere un po' di enfasi al concetto che voglio esprimere... "Caldoso" non ti da l'idea di qualcosa di morbido e caldo da cui ti faresti avvolgere volentieri?

Posò il cucchiaio e si abbracciò, gli occhi chiusi e un'espressione beata, proprio come se fosse avvolta dal suo pigiama di pail preferito.

In effetti sì, comunque, sono una persona dalla temperatura corporea piuttosto alta: inoltre il mio monolocale è piccolo e si scalda facilmente, e con le coperte pesanti nel letto si sta benissimo. Indossare un pigiama finirebbe per farmi soffocare.

Una stufa umana perfetta!

Un altro pensiero che riuscì a censurare a differenza dello sguardo che venne attraversato per un attimo da un brillio malizioso. Qualsiasi pensiero inopportuno venne però cacciato via dalla domanda di Turner sulla sua cicatrice. Non le piaceva rinvangare quell'episodio accaduto ormai più di venti anni prima perchè ogni singola volta la prima cosa che ricordava era il dolore lancinante al braccio dove quell'essere - non le era mai importanti scoprire quale - aveva affondato i suoi denti aguzzi.

Per questo prima mi sei sembrata titubante all'idea di prendere un animale?

Esatto. Indipendentemente da quello che dice quel ciarlatano di Wong è un passo eccessivo per una che non è mai stata neanche allo zoo - le mani le tremavano di rabbia mentre toglieva dal fuoco la seconda piadina per sostituirla con il terzo cerchio di pasta cruda - Pensa quando avevo dieci anni ha convinto i miei genitori a regalarmi un dogo argentino... Un coso enorme che era il doppio di me! Ho dormito per due notti sotto il letto finchè non l'hanno portato via.

Quando si diceva terapia d'urto! Finita ovviamente in tragedia. Sarebbe stato meglio affrontare il problema con piccoli passi, facendola avvicinare agli animali di piccola taglia, caso mai a distanza, ma la pazienza non era mai stata una virtù dei coniugi Harada.

Uhm, ora sì che la conoscenza comincia ad essere paritaria...

Guarda che puoi chiedermi quello che vuoi. Te l'ho detto non sono il tipo che si scandalizza facilmente e poi credo tu abbia ormai visto quasi tutte le gradazioni di rosso che sono in grado di assumere.

Più che una rassicurazione il suo era un tentativo di indurlo a farle qualche domanda, per non farla sentire invadente, non troppo almeno, perchè la conoscenza fosse reciproca e perchè no, per darle illusione di averlo incuriosito quel tanto che bastava da volerla conoscere. Lei di curiosità in quel senso ne aveva tanta perchè uomini come lui - gentili, simpatici e "cavallereschi" nel senso più ampio del termine - non ne aveva mai incontrato e piano piano iniziava a rendersi conto di cosa si era persa. Forse fu per quella accozzaglia di pensieri scoordinati che le ronzavano in testa che finì per imboccarlo con le mani al fine di ottenere un parere sulla quantità di paprika dolce che aveva usato. Il tempo di vedere la sua mano avvicinarsi alla bocca di lui e si sarebbe presa fisicamente a schiaffi per quell'eccesso di confidenza. Per fortuna non ci furono incidenti imbarazzanti da nessuna delle due parti così da poter continuare la chiacchierata serenamente.

Buonissimo.

E vai!

Esclamò sorridente, esibendosi in un piccolo saltello soddisfatto.

Il vero esperto di cucina di solito è il mio migliore amico, ma da ignorante posso assicurarti che sta venendo su uno spuntino davvero ottimo.

Allora devi tenerlo assolutamente lontano da me. In cucina sono un tipo territoriale e competitivo e finiremmo per litigare anche sulla quantità di sale da mettere nell'acqua per la pasta e non reagisco bene alle critiche - distese su un piatto pulito una fettina di prosciutto crudo, lo privò del grasso e iniziò a spalmarvi una generosa dose di formaggio alla paprika. Lo arrotolò con attenzione, uno stuzzicadenti a tenere il tutto compatto et voilà il primo rotolino era pronto per essere posto sulla piadina, dal lato opposto rispetto al gorgonzola - Ti conviene quindi stare attento a quello che dirai se non vuoi passare il resto della giornata legato a quella sedia ad assaggiare varianti su varianti fino a che tutto non sarà di tuo gusto.

Una minaccia, sottolineata dal coltello che svolazzava in aria, ma smorzata dall'aria semidivertita che traspariva dal tono. Era una perfezionista in cucina e a volte tendeva a esagerare un pochino.

Se hai studiato alla Musashi posso pensare che tu abbia origini orientali... ?

Sono nata a Osaka. La prima femmina della lunga e noiosa dinastia degli Harada. - dal suo tono di voce non traspariva alcuna ironia o risentimento segno che quello non aveva mai rappresentato un problema per lei - Forse se le cose fossero andate diversamente mio padre avrebbe rotto la tradizione di famiglia e tentato la sorte con un secondo figlio. Di sicuro a mia madre pesa averne uno solo. Ogni membro del Clan O'Brian vanta almeno sei figli.

Non dev'essere stato semplice, comunque, passare da un continente all'altro, soprattutto con due culture così diverse tra loro. Ti è pesato spostarti da un luogo all'altro, o ti senti equamente divisa tra i due "mondi" ?

Il trasferimento non è stata una nostra propriamente una scelta. La ditta di mio padre è fallita quindi le alternative erano poche: o l'espatrio o il suicidio. - e questo era il motivo per cui a Satoshi non pesava il non aver avuto un figlio maschio. Cosa gli avrebbe lasciato in eredità se non vergogna e disonore? - Andare a vivere in Irlanda dai miei nonni materni è stato strano, tutto era diverso persino l'odore dell'aria o il sapore dell'acqua ma sono un tipo che si adatta in fretta e poi la rigida educazione giapponese con tutti i suoi riti e gli obblighi e le gerarchie mi è sempre andata stretta, come se il mio gene libero irlandese si ribellasse a tutto quel formalismo... - come dimostrava il suo carattere che non poco filo da torcere gli aveva dato durante gli anni di scuola - Solo due cose ho portato con me dal Giappone, l'amore per l'ikebana e la cerimonia del thè... E la mia migliore amica, ovviamente.

Parlando parlando aveva creato una decina di rotolini di prosciutto, tutti disposti artisticamente sulla piadina. Con due pomodori in mano si avvicinò al lavandino per lavarli e tagliarli a fette. Tolta l'ultima piadina, unse di nuovo la padella e ve li lasciò cadere.

Com'è l'America? Quando stavo in Giappone mi ha sempre affascinato ma adesso non so ... è così diversa da qui?
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Messaggioda Lucas » 19/12/2014, 17:04

[Venerdì - Maggio 2109 - Corridoio del Sesto Piano - Hogwarts - 13.28]


Sono di parte se le dico che è il miglior posto al mondo per chi ama le vacanze naturaliste?

Forse giusto un po'.

Ammise Lucas con un sorrisetto divertito: il suo patriottismo era del tutto giustificato, ed anche se forse ci potevano essere altri posti ancora più adatti per gli amanti delle vacanze naturaliste, non si stupiva che Amy considerasse l'Oriente - il Giappone in particolare - come il numero uno della lista.
Inutile dire che a Turner non sarebbe dispiaciuto visitarlo, ma come la Harada temeva di sembrare troppo sfacciata nel proporsi come guida, lui non era abbastanza in confidenza per chiederle di esserlo; così, la conversazione si spostò altrove, sugli studenti che presto o tardi si sarebbero riversati a frotte in Infermeria, e sulla necessità dunque, per la donna, di trovare un po' di tempo da dedicare a se stessa.

Questo sarà più difficile.
Però può sempre rimanere fedele al suo ruolo di salvatore di donzelle indifese e venire a salvarmi da me stessa. Tanto non credo che lei corra il rischio di perdersi per il Castello.


No di certo, e poi, non so se l'ha notato, ma il ruolo di cavaliere mi si addice particolarmente... - che poi la sua gentilezza gli si ritorcesse quasi sempre contro, quello era un altro discorso, un discorso che, di sicuro, non avrebbe affrontato in quel luogo, in quel momento e con quella interlocutrice.

[Venerdì - Maggio 2109 - Cucina Comune Docenti - Hogwarts - 13.34]


L'importante è che ti piacciano i cibi veri.
Non mi fido degli uomini che non distinguono il sapore di un pomodoro da quella di una rapa rossa e preferiscono un tacos al volo per strada a un piatto di pasta cucinato a casa... E' una filosofia da "mordi e fuggi" che troppo spesso finisce per travalicare il semplice rapporto con il cibo.


A volte però è una necessità. - replicò lui - Capita che si preferisca un tacos al volo piuttosto che un piatto di pasta perché si è di fretta, perché è più facilmente reperibile, o perché in quel momento si preferisce un cibo più leggero seppur maggiormente "industriale". - comprendeva il ragionamento di Amy, ma non le dava ragione, non del tutto: potevano esserci svariate ragioni per preferire una cosa piuttosto che l'altra, lui stesso spesso aveva mangiato cibo veloce e facile da trovare, ma questo non influenzava minimamente la sua persona nelle relazioni sociali/sentimentali - Comunque sì, diciamo che ad abituarmi al cibo vero, come dici tu, ci hanno pensato i miei genitori adottivi - alias Lucilya e Francesco Pellegrino - costringendomi a mangiarlo almeno due volte al giorno.

Perché per Francesco ogni momento era buono per uno spuntino, e Noah... di male in peggio.
Per il fisico, ovviamente, non certo per il palato.
Intanto, mentre parlavano, Lucas la osservava cucinare quello che, evidentemente, era del cibo vero, studiando con un sorrisetto sereno le espressioni concentrate della Harada mentre gli preparava uno spuntino e, intanto, inventava termini che Turner non aveva mai sentito.

Scusa. Ho la brutta tendenza a inventare le parole o a storpiarle giusto per mettere un po' di enfasi al concetto che voglio esprimere... "Caldoso" non ti da l'idea di qualcosa di morbido e caldo da cui ti faresti avvolgere volentieri?

Effettivamente sì, soprattutto dopo che hai rimarcato il concetto coi gesti.

Confermò l'uomo, indicando la posizione delle braccia di lei, prima di confermare il suo essere una persona calda che viveva in un appartamento, anzi, monolocale caldo, il che giustificava la sua abitudine a dormire solo coi boxer.
Non gli dispiaceva raccontarle qualcosa di sé, ma anche lui era interessato a conoscere qualcosa della donna che aveva di fronte, anche piccoli aneddoti come il motivo per cui aveva una cicatrice sull'avambraccio.

Esatto. Indipendentemente da quello che dice quel ciarlatano di Wong è un passo eccessivo per una che non è mai stata neanche allo zoo. Pensa quando avevo dieci anni ha convinto i miei genitori a regalarmi un dogo argentino... Un coso enorme che era il doppio di me! Ho dormito per due notti sotto il letto finchè non l'hanno portato via.

Beh, io una cucciola di pantera di nome Maya: è dolcissima, timida all'inizio ma poi molto giocherellona, che non farebbe male a nessuno... potresti cominciare col conoscerla, se e quando ne avrai voglia, e vedere come va. - le propose Lucas - Forse una volta presa confidenza con lei, ti verrà più voglia di avere un animale tutto tuo.
Cosa ne pensi?


Le domandò Turner, come sempre gentile e pieno di premure nei confronti degli altri, anche di coloro che conosceva da poco: Francesco l'avrebbe definito con aria orgogliosa "un vero signore", ovvero un gentiluomo d'altri tempi, mentre lo stesso Lucas, a volte, si sentiva solo uno stupido ingenuo.
D'altronde però non era colpa di Amy se lui e l'amore non andavano d'accordo, dunque non c'era motivo di essere scortese con lei, non quando gli stava preparando uno spuntino e, peraltro, continuava a parlargli tanto tranquillamente, affrontando diversi argomenti interessanti.

Allora devi tenerlo assolutamente lontano da me. In cucina sono un tipo territoriale e competitivo e finiremmo per litigare anche sulla quantità di sale da mettere nell'acqua per la pasta e non reagisco bene alle critiche.

Devo decisamente tenerlo lontano da te... è un cuoco fuori dal comune, che sa quello che fa e che viene da generazioni di amanti della cucina: suo padre possiede un ristorante a New York piuttosto famoso, e Noah ha preso da lui tutta la sua bravura. - insomma, se mai avesse dovuto cucinare con Amy, alla fine forse avrebbero finito per litigare senza freni.

Ti conviene quindi stare attento a quello che dirai se non vuoi passare il resto della giornata legato a quella sedia ad assaggiare varianti su varianti fino a che tutto non sarà di tuo gusto.

Sarà lo spuntino migliore che abbia mai assaggiato, ci scommetto! - esclamò subito Turner con un sorriso divertito, prima d'ipotizzare la provenienza della sua interlocutrice in base a ciò che avevano detto fino a quel momento.

Sono nata a Osaka. La prima femmina della lunga e noiosa dinastia degli Harada.
Forse se le cose fossero andate diversamente mio padre avrebbe rotto la tradizione di famiglia e tentato la sorte con un secondo figlio. Di sicuro a mia madre pesa averne uno solo. Ogni membro del Clan O'Brian vanta almeno sei figli.
Il trasferimento non è stata una nostra propriamente una scelta. La ditta di mio padre è fallita quindi le alternative erano poche: o l'espatrio o il suicidio. Andare a vivere in Irlanda dai miei nonni materni è stato strano, tutto era diverso persino l'odore dell'aria o il sapore dell'acqua ma sono un tipo che si adatta in fretta e poi la rigida educazione giapponese con tutti i suoi riti e gli obblighi e le gerarchie mi è sempre andata stretta, come se il mio gene libero irlandese si ribellasse a tutto quel formalismo...
Solo due cose ho portato con me dal Giappone, l'amore per l'ikebana e la cerimonia del thè... E la mia migliore amica, ovviamente.


Metà irlandese e metà giapponese... un connubio originale, di sicuro. - commentò Lucas dopo qualche istante di silenzio - Mi dispiace per il lavoro di tuo padre, ma mi sembra di capire che vi siete ripresi in qualche modo, no? E poi sì, direi che a seguire le regole orientali non ti ci vedo proprio... - troppo strette, almeno secondo il suo punto di vista, soprattutto per uno spirito così frizzante come quello che l'Harada sembrava possedere. - Conosco la cerimonia del tè per sentito dire, ma confesso la mia ignoranza su cosa sia l'ikebana...

Aggiunse subito dopo, guardandola con aria curiosa.

Com'è l'America? Quando stavo in Giappone mi ha sempre affascinato ma adesso non so ... è così diversa da qui?

Del tutto diversa. - confermò lui - Più caotica, più rumorosa, più colorata, più spaziosa e più asfissiante al tempo stesso, più multietnica... è tutto ingigantito, lì.
E poi passare da uno Stato all'altro con la stessa facilità con cui, qui, passi da una città all'altra, è qualcosa di spiazzante; credo che sia uno di quei posti che bisogna visitare, almeno una volta nella vita.


Non che lo considerasse il migliore del mondo in cui vivere - adorava Londra per svariati motivi - ma uno dei più affascinanti di sicuro.

Come mai l'America ha perso fascino ai tuoi occhi nel corso degli anni?
È successo qualcosa in particolare che ti ha fatto cambiare idea?
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Messaggioda Amy » 19/12/2014, 22:49

[Venerdì - Maggio 2109 - Cucina Comune Docenti - Hogwarts - 13.34]


Nonostante le circostanze che li avevano portati a incontrarsi non fossero delle più convenzionali, per non dire assurde – per tutti i Kami lo aveva costretto a salvarla da un Poltergeist sovraeccitato e da un fantasma premuroso anche se con la testa penzoloni – quella che ne seguì fu una normale conversazione tra due sconosciuti, piacevole, variegata e soprattutto priva di imbarazzo. Amy era troppo esuberante e sfacciata per farsi abbattere dalla figuraccia che aveva fatto e Lucas… bè il docente di Trasfigurazione le sembrava troppo cavalleresco per farle pesare una cosa del genere. Così tra una chiacchiera e l’altra – condita dalla promessa da parte dell’uomo di andare in suo soccorso durante il periodo pre esami per impedirle di farsi venire un esaurimento nervoso per stare dietro agli studenti – giunsero alla cucina riservata ai docenti. Un enorme angolo di paradiso secondo l’Harada che soffriva molto per le dimensioni ridotte della propria cucina. Un handicap comune all’appartamento di Turner anche se all’uomo non sembrava pesare più di tanto. L’argomento cibo risultò essere delicato per Amy che un po’ per inclinazione un po’ per esperienza aveva finito per associare la filosofia “mordi e fuggi” di chi prediligeva i fast food al cibo di casa a una precisa categoria di uomini: incostanti, inaffidabili, che cambiavano donna con la stessa facilità con cui sceglievano un hamburger su un menù.

A volte però è una necessità. Capita che si preferisca un tacos al volo piuttosto che un piatto di pasta perché si è di fretta, perché è più facilmente reperibile, o perché in quel momento si preferisce un cibo più leggero seppur maggiormente "industriale".

Forse sono stata un po’ categorica ma è difficile perdere certe abitudini – farsi guidare dalle proprie esperienze, usare il cibo come una cartina di tornasole babbana per farsi un’idea del carattere del prossimo – Prestare maggiore attenzione ai dettagli – e quindi alle motivazioni dietro a certe scelte – ed evitare di generalizzare non potrà farmi male…

Titubante e riflessiva. Il ragazzo le aveva appena offerto un nuovo punto di vista che avrebbe sviscerato e messo in pratica prima di cambiare eventualmente idea. Era testarda certo ma non ottusa ed essere flessibile era, secondo lei, un pregio se frutto di riflessione e non un difetto.

Comunque sì, diciamo che ad abituarmi al cibo vero, come dici tu, ci hanno pensato i miei genitori adottivi costringendomi a mangiarlo almeno due volte al giorno.

Devono essere delle persone davvero sagge e speciali i tuoi genitori adottivi. E tu un ragazzo fortunato…

Commento quello dettato dalla convinzione che Lucas fosse un orfano dato in adozione che aveva trovato due brave persone disposte a prendersi cura di lui. Piano piano lo spuntino andava prendendo forma sotto i loro sguardi attenti, di lei, e sereni, di lui, così come la conoscenza reciproca. Colori, sapori, abbigliamenti notturni e abitudini varie, come quella di Amy di inventare le parole per dar loro maggiore forza espressiva.

Effettivamente sì, soprattutto dopo che hai rimarcato il concetto coi gesti.

Spostò lo sguardo sulle proprie mani prima di scoppiare a ridere, autoironica.

Gesticolare è sempre stato uno dei miei innumerevoli difetti. Ti lascio immaginare cosa accadeva quando, a scuola, mi capitava di farlo impugnando la bacchetta.

Incantesimi vaganti, molti castati per ovvie ragione male, a iosa, la stanza illuminata da vari fasci di luce colorata e un fuggi fuggi generale. Quando Lucas ebbe risposto a tutte le sue domande, fu il suo turno di svelargli qualcosa di sé anche se l’argomento scelto – la sua cicatrice – non rientrava tra i suoi preferiti. Non ebbe però alcun problema a condividere quell’evento negativo della sua infanzia con l’altro né a gettare vermicoli sul suo ex psicologo e le sue assurde terapie d’urto per guarirla dalla fobia per gli animali a quattro zampe.

Beh, io ho una cucciola di pantera – un brivido reale e incontrollato scosse le membra della ragazza a quel nome mentre la sua mente le proponeva immagini di enormi felini affamati che la guardavano come se fosse la portata principale di un sontuoso banchetto - di nome Maya: è dolcissima, timida all'inizio ma poi molto giocherellona, che non farebbe male a nessuno... – occhiata dubbiosa. Come poteva essere innocua una pantera? - potresti cominciare col conoscerla, se e quando ne avrai voglia, e vedere come va. – un altro brivido, molto più contenuto del primo, accompagnato questa volta da uno sguardo riflessivo: occhi socchiusi e labbra increspate - Forse una volta presa confidenza con lei, ti verrà più voglia di avere un animale tutto tuo.
Cosa ne pensi?


Cucciola quanto? -si sporse al di là del tavolo e, posata la mano a metà polpaccio, iniziò a sollevarla piano in attesa che l’altro la stoppasse. – Vive qui con te a Hogwarts?

Silenzio. In attesa delle risposte dell’altro, il suo cervello che si arrovellava su quella proposta. Non le piaceva aver paura degli animali, dover cambiare strada ogni qualvolta incrociava un randagio, urlare come donna isterica di fronte a un coniglio. Poteva però affidarsi a qualcuno che conosceva da meno di un’ora per risolvere un problema che l’affliggeva da anni? Rivolse a Lucas un’occhiata intensa, come a volergli scrutare l’anima, non ottenendo chissà quale rivelazione. L’unico modo per scoprirlo era provare.

Se al padrone non dispiace avermi tra i piedi per un tempo indefinito… - perché di certo non sarebbe bastato un solo incontro per farle superare le sue paure e una volta iniziato non avrebbe mollato tanto facilmente – Possiamo provare diciamo con lei che gioca e io la guardo a una debita distanza di… cinque metri?

Più ampia, invece, era la distanza che Lucas doveva assicurare tra Amy e il suo migliore amico, anzi meglio non metterli proprio all’interno della stessa cucina se non si voleva correre il rischio di scatenare una battaglia all’ultimo granello di sale.

Devo decisamente tenerlo lontano da te... è un cuoco fuori dal comune, che sa quello che fa e che viene da generazioni di amanti della cucina: suo padre possiede un ristorante a New York piuttosto famoso, e Noah ha preso da lui tutta la sua bravura.

Un vero esperto, quindi? – l’atteggiamento dell’Harada cambiò in maniera repentina, passando dal battagliero – minaccioso all’interessato – Qualcuno da cui poter imparare effettivamente qualche nuovo trucco? Hummm forse allora un incontro in territorio neutrale non sarebbe poi una così cattiva idea.

Perché se c’era da imparare qualcosa era sempre pronta a mettere da parte l’orgoglio e approcciarsi con umiltà a chi ne sapeva più di lei. Difficilmente invece riusciva a essere meno che perfezionista in cucina. A Lucas quindi conveniva apprezzare subito lo spuntino che gli stava preparando se non voleva passare il resto della giornata a provare i suoi esperimenti.

Sarà lo spuntino migliore che abbia mai assaggiato, ci scommetto!

Bravo ragazzo!

Lo lodò con aria divertita, riprendendo a cucinare e, allo stesso tempo, raccontandogli un po’ di sé, della sua famiglia e di com’era stato trasferirsi dal Giappone all’Irlanda: strano ma non così traumatico come ci si sarebbe potuti aspettare.

Metà irlandese e metà giapponese... un connubio originale, di sicuro.

Sono una specie rara e in via di estinzione.

Si vantò, gonfiando il petto e mettendosi sulle punte per sembrare più alta.

Mi dispiace per il lavoro di tuo padre, ma mi sembra di capire che vi siete ripresi in qualche modo, no?

In un certo senso si. Negli anni in mia madre è stata in Giappone mio nonno materno è riuscito a mettere su una catena di autolavaggio di tutto rispetto e così adesso mio padre ne gestisce uno a Longford

E poi sì, direi che a seguire le regole orientali non ti ci vedo proprio...

E’ il più bel complimento che tu potessi mai farmi.

Per essere un quasi sconosciuto.

Conosco la cerimonia del tè per sentito dire, ma confesso la mia ignoranza su cosa sia l'ikebana...

E’ un’arte, una filosofia e un hobby.- sintetizzò mentre poneva in padella i pomodori tagliati a fette – Praticamente consiste nel creare delle composizioni floreali armoniche utilizzando non solo i fiori sbocciati ma anche altri materiali organici come i rami e le foglie, sassi e vasi bassi e ampi di diversi colori. Vi è solo una regola da rispettare: tutti gli elementi devono essere disposti in serie da tre di diverse lunghezze in modo da rappresentare l’equilibrio tra il cielo, l’uomo e la terra. – spostò la mano a varie altezze immaginarie partendo da una più elevata fino a quella più bassa. – Per me è un inno alla vita dopo la morte. – rigirò le fettine di pomodori in modo da grigliarli da entrambi i lati – Tutto ciò che si usa è “morto” eppure riesce ancora a trasmettere bellezza e armonia anche se secco e fragile. – un minuto e il contenuto della padella venne trasferita sulla piadina e Amy potè tornare a guardare in faccio il suo commensale – Ovviamente se chiedi a un giapponese tradizionalista ti farà tutta una lezione sui noiosissimi principi Zen – piccola linguaccia a coronare l’espressione impertinente del viso – Quando verrai a trovarmi sull’altro posto di lavoro ti farò vedere alcune delle mie creazioni.

Quando non se. La conversazione si stava rivelando così stimolante e la compagnia di Lucas così piacevole che voleva dare per scontato che si sarebbero rivisti in un futuro, si sperava, non troppo lontano. E poi lui le aveva promesso di aiutarla con la sua fobia, no? Il passo successivo furono la mozzarella – che tagliò a dadini e sistemò sul letto di pomodori – e l’America, un paese che in passato aveva incuriosito non poco la nippo irlandese.

Del tutto diversa. Più caotica, più rumorosa, più colorata, più spaziosa e più asfissiante al tempo stesso, più multietnica... è tutto ingigantito, lì.
E poi passare da uno Stato all'altro con la stessa facilità con cui, qui, passi da una città all'altra, è qualcosa di spiazzante; credo che sia uno di quei posti che bisogna visitare, almeno una volta nella vita.


Confusione, novità a ogni angolo e diverse culture che si mescolano? – tono interrogativo per essere certa di aver riassunto in maniera corretta le informazioni ricevute – Mi stai facendo tornare la voglia di andarci e questo vuol dire che sei moralmente obbligato …

Ad accompagnarmi

a dirmi qual è la città che non si può non visitare almeno una volta nella vita.

Era ancora prematuro dar voce ai propri pensieri.

Come mai l'America ha perso fascino ai tuoi occhi nel corso degli anni?
È successo qualcosa in particolare che ti ha fatto cambiare idea?


In realtà no. Semplicemente in Giappone quando si parla di Occidente quasi tutti guardano all’America e non all’Europa. Le storie su com’è la vita lì si sprecano, chi c’è stato ed è tornato con la coda tra le gambe la dipinge come l’Inferno in terra, chi invece ha parenti lì che non vede da decenni ne parla come la terra promessa. Così per un po’ mi sono ritrovata come molti dei miei compagni a sognare a occhi aperti questo luogo lontano e mitologico– si allontanò dal bancone per prendere due carote, due ravanelli e un finocchio – Il trasferimento in Irlanda ha smorzato il mio desiderio di evasione e ridimensionato le mie aspettative sull’Occidente e di conseguenza sull’America. Erano anni che non ci pensavo più…
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Messaggioda Lucas » 20/12/2014, 18:40

[Venerdì - Maggio 2109 - Cucina Comune Docenti - Hogwarts - 13.34]


Forse sono stata un po’ categorica ma è difficile perdere certe abitudini.
Pestare maggiore attenzione ai dettagli ed evitare di generalizzare non potrà farmi male…


E di sicuro permetterà agli altri di stupirti, ogni tanto...

Aggiunse Lucas con un sorriso, lieto che lei avesse compreso il proprio punto di vista: lui stesso, nel corso degli anni, aveva imparato a prendere ed analizzare caso per caso tutto ciò che accadeva e i comportamenti delle persone che aveva intorno, per questo si era permesso di dare quel suggerimento ad Amy.
Tante cose le aveva imparate da solo, altre invece grazie a chi aveva vicino... i genitori di Noah, per esempio, che durante il suo periodo in America l'avevano accolto in casa come fosse un figlio.

Devono essere delle persone davvero sagge e speciali i tuoi genitori adottivi. E tu un ragazzo fortunato…

Sì, lo sono. - confermò Turner, senza specificare come stessero le cose: magari aveva appena lasciato che l'Harada fraintendesse la sua situazione familiare, ma preferiva spiegarla in un secondo momento, quando fosse stato maggiormente a proprio agio ed in confidenza con lei.

Il che, forse, non sarebbe avvenuto così tanto tardi, visto che la donna si stava rivelando una persona piacevole, simpatica, e genuina: certo, i suoi precedenti gli avevano insegnato che non tutte le persone apparentemente belle - belle dentro - lo erano poi davvero... ma come detto prima, bisognava sempre essere aperti alla possibilità di farsi stupire dagli altri; ciò permetteva anche di migliorare se stessi, imparando sempre qualcosa da chi si aveva accanto: da Noah, Lucas aveva imparato il valore dell'integrità morale e l'importanza di difenderla a costo di perdere qualcosa - lavoro, soldi, reputazione - da Tisifone aveva appreso quanto importante fosse l'amicizia e quanto essa, se sincera, fosse in grado di superare ogni ostacolo per permettere a due persone di rimanere vicine ed esserci l'uno per l'altra... anche da Amy avrebbe potuto imparare qualcosa, nel tempo, e forse anche lei avrebbe potuto imparare qualcosa dal docente.
A superare la fobia per gli animali, tanto per cominciare, approfittando del fatto che Lucas possedeva una dolcissima cucciola di pantera che di sicuro - a discapito della razza - ispirava solo amore e tenerezza.

Cucciola quanto?
Vive qui con te a Hogwarts?


Sì, vive qui con me... ed è cucciola nel senso vero e proprio del termine! - esclamò Lucas, usando le mani per mostrarle la grandezza che intendeva lui, meno di cinquanta centimetri - L'ho presa al Serraglio Stregato, l'hanno incantata magicamente affinché non vada oltre i tre mesi d'età e cresca molto, molto lentamente... infatti ora ha l'equivalente di circa un mese. - le spiegò, tentando di farla sentire sempre più tranquilla - Inoltre i suoi istinti predatori le sono stati inibiti, perciò puoi stare del tutto tranquilla... non ti farebbe mai del male.

Se al padrone non dispiace avermi tra i piedi per un tempo indefinito…
Possiamo provare diciamo con lei che gioca e io la guardo a una debita distanza di… cinque metri?


E sia... - acconsentì Turner con aria divertita - In fondo, nel caso ad un certo punto tu ti sentissi tranquilla e pronta, potresti sempre avvicinarti di più.

Insomma, lasciava a lei libertà di scelta.
Tassativa fu, invece, l'idea iniziale di tenere Amy lontana da Noah, perché l'italo-americano era talmente perfezionista - e aveva avuto un maestro fantastico alle spalle per poterselo permettere - che avrebbero finito per litigare.

Un vero esperto, quindi?
Qualcuno da cui poter imparare effettivamente qualche nuovo trucco?


Direi che potremmo definirlo tale, sì!

Hummm forse allora un incontro in territorio neutrale non sarebbe poi una così cattiva idea.

Un territorio neutrale... tipo? - chiese Turner, anche per capire se Amy avesse già qualche idea o meno.

Di sicuro, comunque, non si sarebbe azzardato a criticare in nessun modo lo spuntino che la donna gli stava preparando... primo, perché aveva fatto qualcosa di carino per lui, e secondo, perché aveva idea che altrimenti se ne sarebbe pentito a vita.
Meglio farsi raccontare della sua infanzia, di come fosse passata dal Giappone all'Irlanda, e di ciò che d'orientale aveva portato con sé... come l'ikebana, un'arte che Lucas non conosceva assolutamente.

E’ un’arte, una filosofia e un hobby.
Praticamente consiste nel creare delle composizioni floreali armoniche utilizzando non solo i fiori sbocciati ma anche altri materiali organici come i rami e le foglie, sassi e vasi bassi e ampi di diversi colori. Vi è solo una regola da rispettare: tutti gli elementi devono essere disposti in serie da tre di diverse lunghezze in modo da rappresentare l’equilibrio tra il cielo, l’uomo e la terra.


Annuì, per farle capire che stava seguendo la sua spiegazione.

Per me è un inno alla vita dopo la morte.
Tutto ciò che si usa è “morto” eppure riesce ancora a trasmettere bellezza e armonia anche se secco e fragile. Ovviamente se chiedi a un giapponese tradizionalista ti farà tutta una lezione sui noiosissimi principi Zen.


Che sono piuttosto felice di saltare... - ammise Lucas, divertito.

Quando verrai a trovarmi sull’altro posto di lavoro ti farò vedere alcune delle mie creazioni.

Giusto, devo ancora capire quale sia il tuo secondo lavoro... - mormorò Turner con voce pensosa, raccontandole però intanto qualcosa dell'America per come lui l'aveva conosciuta e vista.

Confusione, novità a ogni angolo e diverse culture che si mescolano?

Hai riassunto bene il tutto, sì.

Mi stai facendo tornare la voglia di andarci e questo vuol dire che sei moralmente obbligato … a dirmi qual è la città che non si può non visitare almeno una volta nella vita.

Sai che non è facile rispondere a questa domanda? - replicò lui, passandosi una mano sul mento con aria riflessiva - Forse ti direi New York, e non solo perché è lì che ho vissuto io ed è lì che si trova il ristorante del padre del mio migliore amico... - anche se di sicuro questo aveva contribuito a lasciare un segno nel cuore dell'uomo - ma perché è una di quelle città in cui devi per forza immergerti, soprattutto quando sei ancora giovane e puoi godertela a pieno.

C'erano tanti altri posti, ovviamente, in cui potersi perdere, ma per lui New York era in cima alla lista; dopo averle raccontato le proprie impressioni su quell'enorme melting pot culturale e sociale, Lucas le chiese come mai, nel tempo, avesse perso interesse a visitarlo.

In realtà no. Semplicemente in Giappone quando si parla di Occidente quasi tutti guardano all’America e non all’Europa. Le storie su com’è la vita lì si sprecano, chi c’è stato ed è tornato con la coda tra le gambe la dipinge come l’Inferno in terra, chi invece ha parenti lì che non vede da decenni ne parla come la terra promessa. Così per un po’ mi sono ritrovata come molti dei miei compagni a sognare a occhi aperti questo luogo lontano e mitologico.
Il trasferimento in Irlanda ha smorzato il mio desiderio di evasione e ridimensionato le mie aspettative sull’Occidente e di conseguenza sull’America. Erano anni che non ci pensavo più…


Non credo dovresti visitare l'America per desiderio di evasione... ma per voglia di conoscenza, di avventura.
In fondo certo, ora hai conosciuto l'Occidente, l'Europa... ma credimi, stiamo parlando di tutt'altra cosa.
- voleva che lo capisse, voleva che viaggiasse perché erano esperienze formative, sempre e comunque -E non mi stupirei se, una volta iniziato un tour americano, te ne innamorassi perdutamente...

Perché in fondo a lui era accaduto così: inizialmente spostatosi in America per tentare, per provare a capire se fosse un buon posto per lavorare e costruirsi una carriera pre-Hogwarts, alla fine gli era piaciuta talmente tanto da farlo rimanere per lungo tempo.

Ora che non senti più il desiderio di sfuggire alla rigidità orientale, e che potresti muoverti come vuoi... qual è il posto che più vorresti visitare? Magari escludendo l'America... e quello dove invece non andresti mai e poi mai?

Un modo come un altro per conoscerla, per scoprirla... sperando che ad Amy non dispiacesse troppo rispondergli.
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Messaggioda Amy » 20/12/2014, 23:16

E di sicuro permetterà agli altri di stupirti, ogni tanto...

Spero positivamente, come sta accadendo questo pomeriggio.

Non che avesse chissà quali aspettative sui docenti di Hogwarts o su Lucas in particolare, ma ciò non toglieva che chiacchierare con lui si stava dimostrando più piacevole del previsto. Si trovava a proprio agio in sua compagnia e riusciva a essere se stessa – impacciata e sfacciata allo stesso tempo – senza provare alcun imbarazzo o sentirsi fuori luogo. Tutti i suoi gesti, dall’offrirsi di preparargli il pranzo al palparlo per sottolineare la perfezione del suo corpo al fargli quel complimento diretto, erano spontanei e genuini, senza particolari doppi fini. Inoltre il docente, con i suoi modi gentili e disponibili, le stava ridando speranza nei confronti del genere maschile. Forse non tutti gli uomini erano dei sadici bastardi approfittatori e la sua era stata solo una parentesi un po’ sfigata. Una sfiga lunga dieci anni, ma tant’era. Non sapeva se il suo fosse “talento naturale” o frutto dell’amore e degli insegnamenti di quei genitori adottivi di cui le stava accennando – mistero quello che le sarebbe piaciuto svelare con il tempo – di certo era qualcosa che colpiva immediatamente e che non si poteva non apprezzare. Non quando si concretizzava in un’offerta allettante e altruistica quale quella di aiutarla a superare la sua fobia per gli animali a quattro zampe proponendo il suo animale – e indirettamente se stesso – come cavia. Combattuta tra l’accettare e il rifiutare, Amy prese qualche informazione sulla pantera – il solo nome la faceva rabbrividire – di Turner.

Sì, vive qui con me... ed è cucciola nel senso vero e proprio del termine!

Hummmm…

Mormorò pensierosa. Se la Preside Bergman permetteva a una pantera di girare indisturbata per Hogwarts allora questa doveva essere davvero piccola e innocua. Non che non si fidasse delle parole di Lucas, solo pensava che ogni padrone orgoglioso della propria creatura tendesse a minimizzarne gli aspetti negativi.

L'ho presa al Serraglio Stregato, l'hanno incantata magicamente affinché non vada oltre i tre mesi d'età e cresca molto, molto lentamente... infatti ora ha l'equivalente di circa un mese.

Deve essere tenerissima…

La fobia non le impediva di essere oggettiva e di documentari di animali in televisione ne aveva visti moltissimo, un po’ per comprendere cosa si perdeva un po’ nella speranza, vana, di trarne qualche beneficio.

Inoltre i suoi istinti predatori le sono stati inibiti, perciò puoi stare del tutto tranquilla... non ti farebbe mai del male.

Un minuto ancora di riflessione e la nippo irlandese si ritrovò ad accettare quell’aiuto inaspettato, sempre che al padrone andasse bene averla intorno per un po’ – e si sperava non solo per puro spirito caritatevole – e che si potesse andare per gradi, molto ma molto ampi, come osservarla giocare da una distanza di sicurezza.

E sia... In fondo, nel caso ad un certo punto tu ti sentissi tranquilla e pronta, potresti sempre avvicinarti di più.

Spero che la tua mano sia resistente.

Non si sarebbe mai avventurata da sola vicino a Maya, non la prima volta almeno, e prendere Lucas per mano era il miglior sostegno a cui riusciva a pensare. Sempre che all’altro non avesse dato fastidio. Ed era stato proprio per evitargli inutili imbarazzi che, venuta a conoscenza delle peculiarità culinarie del suo migliore amico, lo aveva avvertito di tenerlo alla larga da lei, salvo ritrattare tutto non appena le si era paventata la possibilità di imparare qualcosa da un vero esperto e non da un millantatore.

Un territorio neutrale... tipo?

Qualsiasi cosa non assomigli a una cucina.- rispose immediatamente, per poi aggiungere - Anche se forse la cosa migliore è ritrovarsi a commentare lo stesso piatto cucinato da altri.

Non era uno chef ma sapeva riconoscere un ciarlatano quando se lo ritrovava davanti, soprattutto quanto i commenti sul cibo non avevano né capo né coda. Mentre lo spuntino prendeva forma, i due giovani ne approfittavano per approfondire la conoscenza reciproca saltando da un argomento all’altro, come l’ikebana, un arte giapponese che Amy amava particolarmente e di cui Lucas invece non sapeva nulla. Per non risultare noiosa fu sintetica nello spiegargli in cosa consisteva, promettendogli che gli avrebbe mostrato degli esempi quando sarebbe andato a trovarla in Cioccolateria.

Giusto, devo ancora capire quale sia il tuo secondo lavoro...

Confido nel tuo intuito e nella tua capacità di osservazione.

Perché in fondo creare cioccolatini era un po’ come cucinare. Dal Giappone poi passarono all’America – luogo a lungo sognato dall’Harada durante l’infanzia ma per cui aveva perso interesse una volta giunta in Europa. La descrizione di Turner però stava riportando a galla la sua curiosità e questo lo rendeva moralmente obbligato a consigliarle almeno una città da vedere assolutamente.

Sai che non è facile rispondere a questa domanda?

Non c’è nessuna città che ti è rimasta particolarmente impressa?

Forse ti direi New York, e non solo perché è lì che ho vissuto io ed è lì che si trova il ristorante del padre del mio migliore amico... ma perché è una di quelle città in cui devi per forza immergerti, soprattutto quando sei ancora giovane e puoi godertela a pieno.

Descritta così mi sa tanto di luogo di perdizione – e la voce denotava più eccitazione che preoccupazione – Non esattamente il posto giusto dove dovrei andare da sola…

Perché con il carattere che si ritrovava era stata capace benissimo di “perdersi” anche a Hogsmeade figurarsi in una città come New York. L’espressione in ogni caso più che allusiva era pensierosa e se anche una parte piccola di lei avrebbe voluto che Lucas si offrisse per farle da guida, la sua parte lucida si stava già arrovellando su come convincere Lan ad affrontare quel viaggio insieme, possibilmente in quella vita. In ogni caso era palese che quella prospettiva la mandasse in fibrillazione proprio perché la perdita d’interesse per quel paese non era legata ad alcun evento spiacevole. Semplicemente il tempo era passato,lei era cresciuta e il suo desiderio di fuggire dal Giappone si era concretizzato con il trasferimento in Irlanda.

Non credo dovresti visitare l'America per desiderio di evasione... ma per voglia di conoscenza, di avventura.
In fondo certo, ora hai conosciuto l'Occidente, l'Europa... ma credimi, stiamo parlando di tutt'altra cosa.


Non faccio fatica a crederti, dopotutto già Irlanda e Inghilterra hanno le loro belle differenze – e si trovavano a uno schioppo l’una dall’altra – e ti assicuro che se riuscissi a partire lo farei solo per il gusto di esplorare posti nuovi. Ormai non avverto più la necessità di evadere. Sto bene qui e sono abbastanza soddisfatta della mia vita. Non è perfetta ma con il tempo lo diventerà.

Sicura, come la mano con cui stava riducendo le verdure – carote, finocchio e ravanelli - a fettine sottili. L’ottimismo era una delle sue migliori qualità

E non mi stupirei se, una volta iniziato un tour americano, te ne innamorassi perdutamente...

Spero proprio di no. – commentò con aria divertita – Ho fin troppe cose da fare qui per potermi permettere il lusso di un lungo soggiorno in un paese straniero.

Un week end, una settimana, quindici giorni al massimo. Poi doveva tornare alla Cioccolateria, prima la nostalgia e i sensi di colpa nei confronti di Alfred le avvelenassero le giornate di vacanza. Disposte anche le verdure sulla piadina prese una ciotola dove vi emulsionò dell’olio extravergine di oliva con un pizzico di sale, del succo di limone e un paio di gocce di aceto.

Ora che non senti più il desiderio di sfuggire alla rigidità orientale, e che potresti muoverti come vuoi... qual è il posto che più vorresti visitare? Magari escludendo l'America... e quello dove invece non andresti mai e poi mai?

A poterlo fare girerei tutto il mondo. – rispose di getto non trovando nulla di male in quella domanda – Vedere posti nuovi, conoscere usi e costumi diversi dai miei, assaggiare nuove pietanze… ohhh sarebbe bellissimo. – si fermò un attimo, lo sguardo estasiato, perso su chissà quali immagini della sua mente – Dovendo fare una scala di priorità però il primo posto che andrei a visitare è la Finlandia con le sue notti bianche seguito da un ipotetico safari fotografico in Africa. Lo so che sembra un po’ un controsenso per la mia fobia ma hai mai visto dei documentare in proposito? Sono davvero dei posti bellissimi… Per quanto riguarda un posto dove non andrei mai invece non so… probabilmente nei paesi arabi integralisti dove le donne sono considerate meno di nulla e devono andare in giro coperte dalla testa ai piedi. Mi sentirei continuamente a disagio e non è una bella prospettiva con cui iniziare una vacanza.

Perché non potrebbe mai indossare uno di quegli assurdi abiti che lasciano scoperti solo gli occhi ma non vorrebbe mai neanche offendere la sensibilità del paese ospitante. Nel frattempo la sua opera culinaria era terminata. Posate, bicchieri, tovaglioli e…

Acqua minerale o naturale? O preferisci dell'altro?

Portata a tavola anche da bere prese uno sgabello e lo posizionò in modo da sedersi di fronte al docente.

Piadina con bocconcini di prosciutto e robiola aromatizzata alla paprika dolce, dadini di mozzarella con olio e origano su un letto di pomodori freschi appena scottati, un po’ di gorgonzola e del pinzimonio di carote, ravanelli e finocchio.

Elencò prima di posare tra di loro il piatto con accanto la ciotola di pinzimonio e le altre piadine.

Non ricordavo fosse così rilassante cucinare per qualcun altro - commentò, osservando soddisfatta il tutto, le mani sui fianchi, il viso lievemente arrossato e i capelli in disordine, con ciocche che vagavano libere dove volevano - Buon appetito!

Gli disse sorridente, attendendo un qualche commento.
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Messaggioda Lucas » 21/12/2014, 15:44

Spero positivamente, come sta accadendo questo pomeriggio.

Speranza condivisa...

Commentò Lucas dopo qualche istante di silenzio, prima che le parole uscissero spontanee ed un sorriso leggero le accompagnasse: una parte di sé tendeva ad essere molto più diffidente e paranoica - quasi alla "Tisifone style pre-Pellegrino" - e quindi a ripetersi che per quanto Amy sembrasse dolce, carina e simpatica, possibilmente nascondeva un lato più oscuro, cattivo, da cui guardarsi le spalle; l'altra, quella che rimaneva gentile, disponibile con tutti ed ottimista - alla "Noah style pre e post Tisifone" - sperava invece che la Harada fosse esattamente come si presentava.
Chi era esattamente come si presentava, anzi, come Turner la presentava, era Maya, la sua cucciola di pantera comprata al Serraglio Stregato, magicamente trattata per adattarsi benissimo alle esigenze del docente di Trasfigurazione.

Deve essere tenerissima…

Lo è, te lo posso assicurare. - a discapito di quello che si poteva pensare quando lui pronunciava la parola "pantera" - È piccola, curiosa e intraprendente, ma anche molto docile ed affettuosa.
È stata la mia migliore amica a suggerirmi di prenderla con me, e credo che mai consiglio sia stato più azzeccato.


Una delle tante cose che Tissi aveva fatto per lui di positivo, e per la quale essergli grato: certo, all'epoca non gli aveva indicato Maya nel ruolo di amica, ma aveva davvero importanza? Lui la considerava tale, lei si considerava tale, e Noah - cosa più importante - li considerava tali.
E Lucas era convinto che Amy e Maya sarebbero potute altresì diventare amiche, e che grazie a lei presto la donna avrebbe superato la propria paura per gli animali; anche Noah ed Amy sarebbero potuti diventare amici, forse, visto che avevano la cucina come passione comune... l'importante era incontrarsi in territorio neutrale, un'idea che nella mente dell'Harada sembrava aver preso già forma.

Qualsiasi cosa non assomigli a una cucina
Anche se forse la cosa migliore è ritrovarsi a commentare lo stesso piatto cucinato da altri.


Beh, nel caso potrò sempre provare ad organizzare un'uscita con Noah e la sua compagna, magari a cena... così nessuno cucinerà e potrete sperticarvi in commenti di qualsiasi genere su ciò che mangerete.

Con buona pace di lui e Tisifone che magari si sarebbero messi a chiacchierare per i cavoli loro, lasciando che i due esperti si confrontassero in modo, si sperava, costruttivo.
L'idea non gli dispiaceva, soprattutto perché ciò avrebbe significato che la conoscenza con Amy sarebbe continuata in positivo, stupendo di volta in volta sia lei che lui; la Harada lo incuriosiva, forse perché così diversa da sé e dalle donne che aveva conosciuto fino a quel momento: questo lo spingeva a voler conoscere più cose di lei, prima tra tutte quale fosse il suo secondo lavoro.

Confido nel tuo intuito e nella tua capacità di osservazione.

Beh, da quello che ho visto fino ad ora credo si tratti di un lavoro che implichi il creare qualcosa col cibo... - per l'amore che aveva dimostrato per gli ingredienti e per la cucina in generale - mi ci sono avvicinato almeno un po'?

Le chiese, sperando che la risposta fosse positiva, prima di suggerirle - anzi, quasi obbligarla - a visitare l'America il prima possibile.

Descritta così mi sa tanto di luogo di perdizione.
Non esattamente il posto giusto dove dovrei andare da sola…


Partendo dal presupposto che non si dovrebbe mai girare per una città americana da soli, specie se enorme come New York - perché perdersi era fin troppo facile, anche per uno come lui che comunque ci aveva abitato per diverso tempo - non la considererei un luogo di perdizione, quanto più un universo a sé stante talmente lontano dall'ordinario da poterti sconvolgere.

O almeno, questo era il modo in cui l'aveva vissuto lui; a prescindere da tutto, per Turner valeva la pena spostarsi in un luogo del genere, tanto lontano dal proprio standard e dal conosciuto, ma per la voglia di scoprire posti nuovi e non, ad esempio, per evadere da una realtà troppo rigida... perché altrimenti non si sarebbe apprezzata a pieno una realtà a tratti così stupefacente.

Non faccio fatica a crederti, dopotutto già Irlanda e Inghilterra hanno le loro belle differenze, e ti assicuro che se riuscissi a partire lo farei solo per il gusto di esplorare posti nuovi. Ormai non avverto più la necessità di evadere. Sto bene qui e sono abbastanza soddisfatta della mia vita. Non è perfetta ma con il tempo lo diventerà.

Me lo auguro per te. - commentò Lucas, sincero.

Spero proprio di no.
Ho fin troppe cose da fare qui per potermi permettere il lusso di un lungo soggiorno in un paese straniero.


Ma potresti decidere di fare tanti piccoli soggiorni, e visitare così tante città americane diverse: potrebbe essere bello ugualmente, non credi?

Le suggerì l'uomo, prima di farle altre domande che gli permettessero di conoscerla meglio e sotto aspetti diversi.

A poterlo fare girerei tutto il mondo.
Vedere posti nuovi, conoscere usi e costumi diversi dai miei, assaggiare nuove pietanze… ohhh sarebbe bellissimo.


Sorrise, appoggiandosi una mano sotto al mento per ascoltarla interessato.

Dovendo fare una scala di priorità però il primo posto che andrei a visitare è la Finlandia con le sue notti bianche seguito da un ipotetico safari fotografico in Africa. Lo so che sembra un po’ un controsenso per la mia fobia ma hai mai visto dei documentare in proposito? Sono davvero dei posti bellissimi… Per quanto riguarda un posto dove non andrei mai invece non so… probabilmente nei paesi arabi integralisti dove le donne sono considerate meno di nulla e devono andare in giro coperte dalla testa ai piedi. Mi sentirei continuamente a disagio e non è una bella prospettiva con cui iniziare una vacanza.

Mh, sì, lo capisco. - annuì Lucas con la fronte appena aggrottata, mentre osservava Amy concludere la preparazione dello spuntino.

Acqua minerale o naturale? O preferisci dell'altro?

L'acqua naturale andrà benissimo. - giusto perché nel pomeriggio avrebbe dovuto fare ancora lezione.

Piadina con bocconcini di prosciutto e robiola aromatizzata alla paprika dolce, dadini di mozzarella con olio e origano su un letto di pomodori freschi appena scottati, un po’ di gorgonzola e del pinzimonio di carote, ravanelli e finocchio.

Però... io al massimo avrei preparato qualche uovo strapazzato... - commentò Turner, e mica troppo ironico, studiando con aria piacevolmente sorpresa il piatto che aveva di fronte.

Non ricordavo fosse così rilassante cucinare per qualcun altro.
Buon appetito!


Direi che oltre a rilassarti, ti rende anche molto bella... - mormorò Lucas, osservando il suo volto e lasciandosi sfuggire quel complimento del tutto spontaneo, a cui seguì subito un - Buon appetito anche a te!

Giusto per non metterla in imbarazzo e togliere se stesso da quella situazione: si concentrò invece sullo spuntino - che tanto "ino" non era - tagliando con coltello e forchetta un pezzetto di piadina che accompagnò con un po' di pinzimonio, e portandoselo alla bocca dove venne masticato con cura.

Mmmh... - un mugolio basso e soddisfatto, il capo che annuiva in un veloce cenno d'assenso, e le labbra che si aprivano ad un sorriso sorpreso - Sei stata... bravissima! - da ignorante, per lui, i sapori erano fantastici - È fresca, ma al tempo stesso gustosa ed invitante... non credevo che una piadina potesse essere così buona, i miei complimenti davvero!

Prese il bicchiere colmo d'acqua e, dopo aver eventualmente riempito anche il suo, lo alzò verso di lei, proponendole un brindisi.

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Messaggioda Amy » 21/12/2014, 23:35

Speranza condivisa...

Chissà se condivideremo mai altro…

Un lieve rossore colorò le guance di Amy per quel pensiero inopportuno mentre ricambiava il sorriso di Lucas. Il docente si stava dimostrando una piacevole sorpresa ogni minuto – e argomento – che passava. Normale quindi che la nippo irlandese volesse condividere altro, con lui, oltre a una incerta speranza per il futuro. Da come la conversazione si evolse nei minuti successivi c’erano buone probabilità che il suo desiderio si avverasse a meno che, certo, Turner non si rivelasse un uomo che “parlava tanto e concretizzava poco”. Troppo ottimista e fiduciosa nel prossimo – caratteristiche quelle che le avevano fatto prendere non poche cantonate di proporzioni trollesche – Amy non si soffermò neanche un secondo su quella probabilità, preferendo abbozzare con l’altro dei programmi per il futuro che li avrebbero visti passare molto tempo insieme. Perché, per quanto Maya potesse essere una cucciola tenerissima, restava pur sempre un esemplare di animale a quattro zampe.

Lo è, te lo posso assicurare. È piccola, curiosa e intraprendente, ma anche molto docile ed affettuosa.
È stata la mia migliore amica a suggerirmi di prenderla con me, e credo che mai consiglio sia stato più azzeccato.


Bè chissà, forse alla fine della “Maya – terapia” potrai accompagnarmi a questo Serraglio Stregato a scegliere un cucciolo adatto a me.

Qualcuno che non soffrisse troppo nel condividere il loft con lei e Yatagy, il corvo che suo nonno paterno le aveva regalato dopo il suo primo anno alla Musashi, perché “una Harada non poteva accompagnarsi con un anonimo gufo come una qualsiasi altra strega”. Se offrendosi di aiutarla con la sua fobia Lucas l’aveva spiazzata, prendendo seriamente in considerazione l’idea di farle conoscere il suo migliore amico le diede la sensazione, per nulla spiacevole, di essere vittima di un Esarca Temporale e cioè di essere finita in un’altra dimensione. E pensare che la sua, in origine, era stata solo una battuta, un modo per metterlo in guardia da alcuni dei suoi innumerevoli difetti! Adesso invece si trovava a riflettere su quale potesse essere un terreno neutrale in cui incontrare un esperto di cucina, confrontarsi con lui e perché no imparare qualcosa di nuova. Un ristorante poteva essere una soluzione ottimale.

Beh, nel caso potrò sempre provare ad organizzare un'uscita con Noah e la sua compagna, magari a cena... così nessuno cucinerà e potrete sperticarvi in commenti di qualsiasi genere su ciò che mangerete.

Davvero? – esclamò contenta, occhi sgranati e mani congiunte, le dita che fremevano le uno contro le altre e le ginocchia che molleggiavano. C’era solo un motivo per cui non si era messa a saltellare: stava cucinando e quindi doveva conservare un minimo di serietà. Era sempre eccitata all’idea di conoscere persone nuove, soprattutto se si prospettavano essere simpatiche e interessanti come il docente di Trasfigurazione – Prometto di non essere troppo “eccessiva”- sfacciata, chiacchierona, allegra, inopportuna – e di non parlare solo di cucina.

Parlò velocemente, incapace di trattenere la sua eccitazione, con quel modo di fare genuino che la contraddistingueva e senza riflettere sul senso intrinseco delle sue parole. Era forse un po’ troppo prematuro e inopportuno voler fare bella figura con i migliori amici di Lucas, considerato quanto l’uomo tenesse a loro? Decisamente si. Ma non se ne curava. Perché porsi inutili problemi quando aveva solo detto quello che pensava? Assecondava spesso e volentieri il suo istinto anche se non sempre i suggerimenti che riceveva fossero chissà quanto interessanti o intelligenti. Come lo spingerlo a indovinare in cosa consistesse il suo secondo lavoro.

Beh, da quello che ho visto fino ad ora credo si tratti di un lavoro che implichi il creare qualcosa col cibo... mi ci sono avvicinato almeno un po'?

Un bel po’ direi. I miei complimenti Prof.

Lo elogiò, facendogli l’occhiolino senza però ancora svelare il mistero. Voleva prima testare la compatibilità delle proprie doti culinarie con i gusti dell’altro. Quella reticenza però non rispecchiava però per nulla il suo modo di essere come gli dimostrò subito dopo rispondendo serenamente e con dovizia di particolari alle domande che il ragazzo le pose sull’America in particolare e sulla sua propensione a viaggiare in generale.

Partendo dal presupposto che non si dovrebbe mai girare per una città americana da soli, specie se enorme come New York non la considererei un luogo di perdizione, quanto più un universo a sé stante talmente lontano dall'ordinario da poterti sconvolgere.

La fai apparire ai miei occhi sempre più affascinante – commentò con aria sognante – ma dubito che potrebbe sconvolgermi tanto da tenermi lontana a lungo da Londra. Ho una vita abbastanza soddisfacente che non mi da la possibilità di assentarmi per lunghi periodi di tempo.

Ma potresti decidere di fare tanti piccoli soggiorni, e visitare così tante città americane diverse: potrebbe essere bello ugualmente, non credi?

Certo, soprattutto se sono molto diverse le une dalle altre – cosa che lei credeva possibile visto che, da quel poco che ne sapeva, tra uno Stato e l’altro vi erano non poche differenze – E poi penso che in linea generale il tempo giusto per una vacanza sia una settimana, quindici giorni al massimo se il posto dove si va è molto grande e offre un sacco di spunti interessanti. Di meno devi fare delle rinunce, di più ti fa perdere il contatto con quella che è la tua vera vita.

In ogni caso, America a parte, Amy avrebbe volentieri girato tutto il mondo partendo dalla Finlandia per assistere alle notti bianchi fino all’Africa dove, fobia permettendo, si sarebbe lanciata in un safari fotografico. Solo nei paesi arabi integralisti non sarebbe andata volentieri, per non sentirsi a disagio e per non offendere una sensibilità così diversa dalla propria.

Mh, sì, lo capisco.

Ne dubitava. In fondo era un uomo e non aveva mai dovuto provare sulla propria bella la sensazione disgustosa che lasciavano alcuni sguardi.

Adesso è il tuo turno. Vacanza nel cassetto e quella nel cassonetto.

Un modo un po’ colorito per sapere quale posto avrebbe voluto visitare assolutamente e quello da cui si sarebbe tenuto volentieri alla larga. La seconda domanda che gli pose, invece, riguardava il tipo di bevanda con cui avrebbe voluto accompagnare il pasto.

L'acqua naturale andrà benissimo.

Portato sul bancone due brocche d’acqua – perché a lei le bollicine la facevano impazzire – gli illustrò lo spuntino che aveva preparato.

Però... io al massimo avrei preparato qualche uovo strapazzato...

Bè hai detto di preferire la carne alle uova… - e quindi aveva optato per il prosciutto – Anche se non ti avrei mai fatto un uovo strapazzato – troppo semplice come “risarcimento”per una buona azione - Al massimo delle omelette o ad avere più tempo un uovo alla benedict.

Flessione dubbiosa della voce sull’ultima pietanza perché, in realtà, la salsa olandese non le veniva benissimo anche se nessuno in famiglia se ne era mai lamentato. Era però passato un sacco di tempo da quando dava una mano in cucina a Nonna O’Brian per sfamare il piccolo esercito che aveva come famiglia e ancora di più ne era trascorso da quando aveva preparato qualcosa per il proprio ragazzo. No, le piccole creazioni in Cioccolateria non contavano perché il suo stato d’animo era diverso. L’esclamazione che seguì fu quindi spontanea, pronunciata con un sorriso sincero e uno sguardo brillante di soddisfazione per quello che era riuscita a creare.

Direi che oltre a rilassarti, ti rende anche molto bella... – arrossì violentemente, spostandosi con una mano un ciocca di capelli da davanti gli occhi e con l’altra sistemando un po’ meglio la maglietta. Si sentiva scarmigliata, sapeva di esserlo, ma fino a quel momento non se ne era preoccupata neanche una volta - Buon appetito anche a te!

Rimise in frigo gli ingredienti avanzati e nel lavabo pentole e utensili, giusto per non mettere Lucas in imbarazzo fissando i suoi occhioni da cerbiatto sulla sua figura per seguire ogni sua mossa mentre assaggiava il primo boccone.

Mmmh... - il suo apparentemente soddisfatto che proveniva dal docente la convinse a smettere di fingere e dedicargli tutta la sua attenzione così da avere un posto in prima fila su uno dei sorrisi più belli che le avessero mai rivolto. - Sei stata... bravissima! – il cuore iniziò a batterle freneticamente mentre un enorme sorriso si apriva a illuminarle il viso - È fresca, ma al tempo stesso gustosa ed invitante... non credevo che una piadina potesse essere così buona, i miei complimenti davvero!

E vai! - esclamò contenta, facendo un piccolo saltino con entrambi i pugni a mezz’aria. Il movimento improvviso causò la caduta rovinosa del cucchiaio di legno con cui teneva legati i capelli che, liberi, le ricaddero sulle spalle. – Minerale grazie.

Aggiunse quando lui si offrì di riempirle il bicchiere. A lei le bollicine la facevano impazzire.

Ai Poltergeist e ai fantasmi che ci hanno fatto conoscere?

Mi sa di si – arricciò il naso ancora imbarazzata per la figuraccia fatta poco prima in corridoio - E ai cavalieri senza macchia e senza paura che si lanciano al salvataggio di donzelle sconosciute.

Brindò a sua volta, bevendo un bel sorso di acqua minerale prima di prendere una fettina di carota, intingerla nel gorgonzola e iniziare a sgranocchiarla.

In ogni caso, giusto per non metterti fuori strada non lavoro in un ristorante o affini – confessò perché si era resa conto che gli input che gli aveva lanciato cucinando potevano essere fuorvianti – Faccio la Cioccolataia in una Cioccolateria della Londra Babbana vicino al pub Underground – così che se avesse mai voluto andare a trovarla non avrebbe potuto perdersi, il pub era troppo famoso sia nel Mondo Magico che in quello Babbano per non conoscerlo - Marie –Antoinette… La conosci?

E così anche questo mistero era svelato.
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Messaggioda Lucas » 22/12/2014, 18:11

Bè chissà, forse alla fine della “Maya – terapia” potrai accompagnarmi a questo Serraglio Stregato a scegliere un cucciolo adatto a me.

Mi farebbe molto piacere.
In fondo, per quanto lì gli animali possano stare bene, non sarà mai come avere una casa ed una famiglia propria, non pensi?


A Lucas piacevano molto gli animali, magari non tutti, ma la maggior parte: si era innamorato subito di Maya, appena i loro occhio si erano incrociati, e sperava che, una volta passata la paura, anche Amy potesse incontrare un cucciolo di qualcosa per cui provare un feeling istantaneo.
E sperava anche che un'eventuale uscita con lei, Noah e Tisifone filasse liscia, non perché avesse intenti romantici nei confronti dell'Harada ma perché, semplicemente, gli avrebbe fatto piacere ampliare il proprio giro di amicizie e soprattutto poterle condividere: oltretutto, Tisifone ed Amy lavoravano nello stesso luogo - Hogwarts - quindi se fossero andate d'accordo sarebbe stato ancora meglio; una prospettiva che forse avrebbe preso presto corpo, non appena avessero organizzato una cena a quattro per permettere ai due esperti del quartetto di confrontarsi sulla cucina.

Davvero?

Davvero!

Prometto di non essere troppo “eccessiva” e di non parlare solo di cucina.

Non credo che qualcuno potrebbe trovare fastidiosa la tua "eccessività" ... soprattutto non il mio migliore amico. - perché c'era un motivo se Noah veniva definito "inqualificabile" una volta sì e l'altra pure - E poi non ho alcun problema nel sentir parlare di cucina... anzi, il mio amico ne sarà contento: quando siamo solo in tre - Lucas, Noah e Tisifone - difficilmente l'argomento può ricevere gran soddisfazioni!

Perché Turner era un cuoco mediocre e Tisifone, per quanto decisamente più brava, non era giustamente all'altezza di un uomo che ci era cresciuto, in cucina, e che quindi poteva spartire con loro la propria passione fino ad un certo punto.
La passione per la cucina era, appunto, condivisa anche da Amy, e per questo il docente di Trasfigurazione ipotizzò che fosse il suo campo lavorativo.

Un bel po’ direi. I miei complimenti Prof.

Beh, almeno il suo intuito non faceva completamente schifo.
Mentre ci rifletteva, Lucas commentò ancora l'America e come la si dovesse, per lui, visitare almeno in due: troppo grande e troppo lontano dalla propria quotidianità per rischiare di andarci da soli.

La fai apparire ai miei occhi sempre più affascinante, ma dubito che potrebbe sconvolgermi tanto da tenermi lontana a lungo da Londra. Ho una vita abbastanza soddisfacente che non mi da la possibilità di assentarmi per lunghi periodi di tempo.

Ma potresti decidere di fare tanti piccoli soggiorni, e visitare così tante città americane diverse: potrebbe essere bello ugualmente, non credi?

Certo, soprattutto se sono molto diverse le une dalle altre.
E poi penso che in linea generale il tempo giusto per una vacanza sia una settimana, quindici giorni al massimo se il posto dove si va è molto grande e offre un sacco di spunti interessanti. Di meno devi fare delle rinunce, di più ti fa perdere il contatto con quella che è la tua vera vita.


Era da tanto che Lucas non si faceva una vacanza, tanto per rimanere in tema... stava quasi per proporle di approfittare del bisogno di staccare la spina - lui - e della voglia di vedere posti nuovi - lei - per andarsene in America insieme, ma fortunatamente all'ultimo si trattenne: se non voleva darle un'idea sbagliata di sé e del proprio modo di porsi, forse proporre una vacanza insieme ad una semi-sconosciuta sarebbe stato decisamente troppo.

Adesso è il tuo turno. Vacanza nel cassetto e quella nel cassonetto.

Vediamo... come vacanza nel cassetto penso che sceglierei posti come l'Isola di Pasqua, per la sua storia ma anche per le spiagge incontaminate e la bellezza di quei luoghi.
Come vacanza nel cassonetto, probabilmente non vorrei mai andare in Mongolia... non perché sia un posto brutto
- o comunque non più brutto di altri - ma perché si tratterebbe di una realtà così tanto lontana dalla mia che la troverei assurda e non me la godrei. - per il cibo, le case, le abitudini.

Aveva visto documentari in televisione - era stato Noah a mostrarglieli - che l'avevano stranito totalmente: altro che "universo a sé" parlando dell'America, in certi comunità mongole sembrava di stare proprio in un'altra galassia!
Lo spuntino che Amy gli aveva preparato, invece, apparteneva esattamente al genere di cibo che Lucas adorava, e fu per questo che, dopo averlo assaggiato, espose il suo apprezzamento a colei che si era data tanto da fare per ottenere quel risultato.

E vai!
Minerale grazie.


Le riempì il bicchiere, dopodiché le propose un brindisi perché, onestamente, sarebbe stato quasi un delitto non approfittarne.

Mi sa di si.
E ai cavalieri senza macchia e senza paura che si lanciano al salvataggio di donzelle sconosciute.


E alle donzelle sconosciute che sanno come ricompensare i prodi cavalieri, allora.

Aggiunse lui così da rendere quel brindisi perfetto, bevendo e scoprendo poi finalmente il lavoro di Amy.

In ogni caso, giusto per non metterti fuori strada non lavoro in un ristorante o affini.
Faccio la Cioccolataia in una Cioccolateria della Londra Babbana vicino al pub Underground, Marie –Antoinette… La conosci?


Ammetto di no... - perché mentire? - Ma di sicuro ora so dove trovarti.

Oltre ad Hogwarts, ovviamente.

E chissà, magari ti sfiderò anche ad indovinare quale sia il mio tipo di cioccolata preferita...

[Fine]
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Messaggioda Rebecca » 06/05/2015, 21:39

Non è che forse lavori un po’ troppo?

Al massimo studio troppo...

Rispose un po' spenta ma senza aggiungere altri dettagli: proprio non ne aveva la forza, voleva solo che Amy facesse in fretta a prepararle la medicina che le avrebbe fatto passare quel terribile mal di testa. Tuttavia, il suo cattivo stato di salute non le impedì di essere riconoscente con la collega di lavoro, tanto da invitarla a passare il resto del pomeriggio insieme, mangiando qualcosa di dolce e parlando di tutto e di più
A patto che l'infermiera non le togliesse la sua droga giornaliera: il caffè!

Mio padre sosteneva che in una tradizionale famiglia giapponese l’unica bevanda consentita dovesse essere il tè così un giorno gettò nel lavandino il caffè che mia madre si era appena preparata e nella pattumiera la caffettiera. Mia madre allora si alzò a gettò a sua volta il tè e la teiera, oltre a una bottiglia di sake, riempì due bicchieri colmi d’acqua fresca, vi versò alcune gocce di limone e ne porse uno a mio padre, affermando con molta calma e nonchalance che da quel giorno in casa si sarebbe bevuta solo ed esclusivamente acqua.

Che madre meravigliosa...
Non oso immaginare come possa essersi sentito tuo padre!


Probabilmente a terra, mortificato e deciso a non contraddire mai più la moglie. Ascoltò le istruzioni dell'Harada riguardo il decotto appena preparato, allontanandosi dall'infermeria per lasciare alla ragazza il tempo di finire il proprio turno di lavoro. Avrebbe bevuto la tisana ancora calda strada facendo e si sarebbe messa comoda su una delle tante poltrone presenti nella cucina dei docenti, lasciando che le erbe medicinali facessero il loro effetto.
Dopo circa trenta minuti, la cucina era stata invasa dall'allegria e dalla spensieratezza di Amy, che finalmente poteva dedicarsi a Rebecca e ai suoi amati dolci, preparandole qualcosa di assolutamente divino.

Prepariamo qualcosa di peccaminoso, ti va?

Stai pensando ai dolci o al mio seno?
No, perchè il tuo sguardo è abbastanza equivoco...


Disse scherzando, facendo così comprendere alla collega che la medicina aveva fatto effetto e lei finalmente era ritornata quasi la stessa di sempre. Si sentiva solo appena un po' più stanca, ma a quello avrebbe sopperito rimanendo in completo riposo per tutto il pomeriggio.

Hummmm… ti piacciono la frutta candita e il cioccolato?

Sì e sì: che cosa hai in mente?
No aspetta, non dirmelo: voglio che sia una sorpresa!


Disse, alzandosi dalla poltrona ed avvicinandosi ad Amy, chiedendole implicitamente se avesse bisogno di una mano per cucinare. E nel frattempo perchè non approfittarne chiedendole come le andassero le cose a scuola?

Se vuoi darmi una mano potresti sciogliere 125gr di zucchero in 4 cucchiai d’acqua...

Consideralo fatto!- rispose, armeggiando con bilancia, zucchero e pentolino, facendo ciò che l'Harada le aveva chiesto.

Tu conosci Eddie Thompson, quarto anno, Grifondoro?

Mi sembra di sì...

Viene in Infermeria almeno due volte a settimana convinto di avere chissà quale strana e pericolosa malattia quando invece sono tutti effetti di qualche blanda pozione o innocuo incantesimo…
Non so se essere preoccupata o esasperata… Potrebbe essere solo sfortunato, oppure vittima di qualche angheria dai ragazzi più grandi o anche procurarsi da solo i sintomi per attirare l’attenzione… Non so proprio cosa fare con lui…


Hai pensato di parlarne con Monique Vireau?
Mi sembra una persona in gamba e che in queste cose ha molta esperienza.
Potrebbe suggerirti il modo giusto di comportarti con lui, visto che ha più esperienza di te e me...


Non nell'insegnamento, ma nel saper trattare con gli adolescenti. Rebecca aveva evitato di tirare fuori il nome di Tisifone perchè le era sembrato che non scorresse buon sangue fra la professoressa di Divinazione e l'infermiera. Il motivo ovviamente era Lucas Turner, grande amico della prima e attuale compagno della seconda, almeno stando alle informazioni che le diede Amy poco dopo.

Certo che siamo usciti insieme, una volta, due, tre… fin quando non ci abbiamo preso così gusto da decidere di darci una possibilità e… stiamo insieme.

Ma è stupendo!
Ti...sifone e Noah ne saranno felici, non ho dubbi.


Va bene, in realtà sulla Samyliak ce l'aveva qualche dubbio, ma la donna non le aveva assicurato che avrebbe dato all'Harada una chance?

E tu invece che mi racconti? Sono davvero solo i ragazzi ad averti sfiancata così tanto?

Cosa vuole insinuare signorina Harada?

Disse con tono scherzoso e pronunciando quel "signorina" nella lingua madre di suo padre.

Al matrimonio tu e Phoebe mi siete sembrate davvero affiatate, state insieme da molto?

Rise un po' imbarazzata ma anche felice di pensare a lei e alla Chamberlain come una coppia. Sulle guance comparvero delle deliziose fossette che le donavano ancora di più un'aria sbarazzina, mentre l'Auditore provava a rispondere alla domanda della mezza giapponese.

Immagine


Praticamente da una vita.
Ci conosciamo fin da bambine e abbiamo sviluppato un rapporto di amicizia che poi, col passare del tempo, è diventato semplicemente qualcosa di più...


Spiegò in sintesi, non entrando nei particolari di ciò che avevano passato e del periodo che le aveva viste lontane ma in qualche modo unite dal Conflux.

E, ritornando al discorso di prima, non hai qualche particolare in più fra te e Lucas da darmi?
Se non ha già informato Noah, lo farò io personalmente! Sono curiosa di vedere come reagirà il vecchio barbagianni!


Ed era anche curiosa di sapere la sua opinione in merito alla reazione di Tisifone.
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