Celle
Inviato: 09/08/2015, 21:57
12 Settembre 2110 | Prigione di Azkaban | 21:46
Chadwick!
... Cosa vuoi?
Che c'è?
Hai voglia di prenderle, imbecille?
Fammi vedere che sai fare mezza sega.
La guardia stava per partire col manganello ma venne intercettata da un superiore che la fermò per il braccio armato.
Ricordi?
Ci hanno ordinato di non toccarlo!
Questo stronzo se le tira appresso le botte!
Ripeto: cosa volete?
Hai visite.
Io?
Visite?
Tsk...
Sly si mise in piedi, con i polsi incatenati e lo sguardo freddo e infastidito, anzi, forse sarebbe stato meglio definirlo incazzato.
Quella sera per poco non aveva ingoiato una lametta di metallo nascosta nel minestrone di pollo, probabilmente fatta arrivare lì dentro dall'idiota della cella 144 che il giorno prima aveva preso a calci durante l'ora d'aria con estrema facilità. Si era fatto parecchi nemici in pochissimo tempo. Stava da un mese lì dentro e nessuno si avvicinava alla sua prigione se non strettamente necessario, come in quel caso. Mentre camminava verso la sala delle visite, Emmett non faceva altro che guardarsi intorno per cercare di capire come fare ad uscire di lì. Era questione di ore e sarebbe morto ammazzato. La Setta, adesso che si era ribellato, non lo riteneva più importante, era divenuto sacrificabile, un monito nei confronti di chiunque avesse provato ad emularlo o addirittura seguirlo. Le porte blindate però apparivano inespugnabili e le finestre davano su strapiombi altissimi. Quella non era una semplice prigione per maghi, era Azkaban, il luogo di non ritorno, il buco nero dal quale nessuno usciva se non aiutato dall'interno, ma lui doveva dimostrare che erano solo dicerie, lui doveva riuscire ad evadere ed andare ad avvisare le persone giuste, costituire il suo gruppo di combattenti che avrebbe chiamato semplicemente "La Resistenza", persone volenterose di fermare l'avanzata della Setta dei 12, un esercito in grado di far capire a quel gruppo di pazzi fanatici quale fosse il loro posto, ovvero un fottuto manicomio. Aveva ancora nella memoria i ricordi riguardo le Aberrazioni e il loro scopo. Persone create artificialmente, modificando una base normale, una base che non era nient'altro se non un'anima meritevole di crescere e formarsi come tutte le altre, senza vincoli od obblighi.
Lui doveva fermare tutto ciò o per lo meno provare a salvare il salvabile. Perché? Bella domanda: se l'era posta moltissime volte durante le notti, in cella, trovando sempre la stessa risposta. Forse il motivo era il normale rispetto nei confronti della vita, un rispetto che agli scienziati della Setta mancava del tutto. Camminando lentamente raggiunse una grande stanza con al centro un tavolo rettangolare consumato e metallico. Lo fecero sedere, vincolandolo ad esso con delle catene, impedendogli di muoversi. Sbuffò spazientito, chiedendo per lo meno un bicchiere d'acqua, senza mai abbassare lo sguardo o mostrarsi spaventato, preoccupato. Ne aveva viste troppe in mezzo alla strada per sentirsi intimorito da quelle guardie da quattro soldi.
Non appena la porta si aprì di nuovo ed entrò il misterioso visitatore, Sly lo osservo inarcando un sopracciglio, per poi fare un piccolo sbuffo quasi ironico.
Doveva essere diventato proprio un tipo importante se avevano mandato addirittura il Tredicesimo per farlo fuori con delicatezza.
Perché mai il Supremo dovrebbe sprecarsi nel mandare te a fare due chiacchiere col sottoscritto?
D'accordo, ho il Black Star, ma ce ne sono di elementi migliori, potrei tranquillamente definirmi sacrificabile.
Intendi forse convincermi a far finta di essere cieco e sordo?
... Cosa vuoi?
Che c'è?
Hai voglia di prenderle, imbecille?
Fammi vedere che sai fare mezza sega.
La guardia stava per partire col manganello ma venne intercettata da un superiore che la fermò per il braccio armato.
Ricordi?
Ci hanno ordinato di non toccarlo!
Questo stronzo se le tira appresso le botte!
Ripeto: cosa volete?
Hai visite.
Io?
Visite?
Tsk...
Sly si mise in piedi, con i polsi incatenati e lo sguardo freddo e infastidito, anzi, forse sarebbe stato meglio definirlo incazzato.
Quella sera per poco non aveva ingoiato una lametta di metallo nascosta nel minestrone di pollo, probabilmente fatta arrivare lì dentro dall'idiota della cella 144 che il giorno prima aveva preso a calci durante l'ora d'aria con estrema facilità. Si era fatto parecchi nemici in pochissimo tempo. Stava da un mese lì dentro e nessuno si avvicinava alla sua prigione se non strettamente necessario, come in quel caso. Mentre camminava verso la sala delle visite, Emmett non faceva altro che guardarsi intorno per cercare di capire come fare ad uscire di lì. Era questione di ore e sarebbe morto ammazzato. La Setta, adesso che si era ribellato, non lo riteneva più importante, era divenuto sacrificabile, un monito nei confronti di chiunque avesse provato ad emularlo o addirittura seguirlo. Le porte blindate però apparivano inespugnabili e le finestre davano su strapiombi altissimi. Quella non era una semplice prigione per maghi, era Azkaban, il luogo di non ritorno, il buco nero dal quale nessuno usciva se non aiutato dall'interno, ma lui doveva dimostrare che erano solo dicerie, lui doveva riuscire ad evadere ed andare ad avvisare le persone giuste, costituire il suo gruppo di combattenti che avrebbe chiamato semplicemente "La Resistenza", persone volenterose di fermare l'avanzata della Setta dei 12, un esercito in grado di far capire a quel gruppo di pazzi fanatici quale fosse il loro posto, ovvero un fottuto manicomio. Aveva ancora nella memoria i ricordi riguardo le Aberrazioni e il loro scopo. Persone create artificialmente, modificando una base normale, una base che non era nient'altro se non un'anima meritevole di crescere e formarsi come tutte le altre, senza vincoli od obblighi.
Lui doveva fermare tutto ciò o per lo meno provare a salvare il salvabile. Perché? Bella domanda: se l'era posta moltissime volte durante le notti, in cella, trovando sempre la stessa risposta. Forse il motivo era il normale rispetto nei confronti della vita, un rispetto che agli scienziati della Setta mancava del tutto. Camminando lentamente raggiunse una grande stanza con al centro un tavolo rettangolare consumato e metallico. Lo fecero sedere, vincolandolo ad esso con delle catene, impedendogli di muoversi. Sbuffò spazientito, chiedendo per lo meno un bicchiere d'acqua, senza mai abbassare lo sguardo o mostrarsi spaventato, preoccupato. Ne aveva viste troppe in mezzo alla strada per sentirsi intimorito da quelle guardie da quattro soldi.
Non appena la porta si aprì di nuovo ed entrò il misterioso visitatore, Sly lo osservo inarcando un sopracciglio, per poi fare un piccolo sbuffo quasi ironico.
Doveva essere diventato proprio un tipo importante se avevano mandato addirittura il Tredicesimo per farlo fuori con delicatezza.
Perché mai il Supremo dovrebbe sprecarsi nel mandare te a fare due chiacchiere col sottoscritto?
D'accordo, ho il Black Star, ma ce ne sono di elementi migliori, potrei tranquillamente definirmi sacrificabile.
Intendi forse convincermi a far finta di essere cieco e sordo?
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