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da Irvyne » 01/07/2012, 21:44
Lei è... molto galante.
Un poeta non avrebbe vita senza un'adeguata musa ad ispirarlo, signorina Vilvarin...
Era come se avesse la risposta pronta per certe cose. Di sicuro non si poteva dare per scontato che fosse una dota attiva con tutte le donne o solo con lei ma stava di fatto che il ragazzo non smetteva di sorriderle, forse perché in lei vedeva una risposta concreta, un barlume di speranza che il loro rapporto potesse migliorare e rafforzarsi, per raggiungere una vicinanza maggiore, un qualcosa di sinceramente inaspettato per il professore di Astronomia. Lindë poi ascoltò il suo dire, non rispondendo per il momento ma nemmeno guardandolo come se volesse rifiutare a priori la proposta. Si avvicinò all'albero, accarezzandolo con delicatezza, come a volergli dimostrare affetto, rifiutando con cortesia accennata l'aiuto offerto dal ragazzo.
Forse non se la sente, in effetti non ci conosciamo ancora così t-...
Per quella volta i calcoli di Irvyne Trigger erano proprio andati a farsi benedire. La Vilvarin non solo scalò fulmineamente l'albero ma si mostrò anche piuttosto loquace per i suoi standard, azzardando anche a giudicare la vista, mentre si spostava una ciocca di capelli bruni dal viso con un gesto spontaneo e molto, molto sensuale, almeno per i sensi e i gusti del prefetto Grifondoro.
C'è una bella vista, da qui.
Mai detta cosa più reale.
La particolarità di quella affermazione fu che Irvyne non la disse osservando dalla stessa parte della compagna notturna, ma bensì guardando proprio lei in viso, come ammirato dalla sua espressione, dai suoi occhi, un poco da tutto, da ogni parte di lei. Un fascino del tutto particolare, ricco di mistero e libertà, di selvaggio e contenuto allo stesso tempo. Come poteva nascondere così tanti lati così assieme, come se fosse nulla? Forse alcune parti mancavano, c'era ancora qualcosa che non faceva girare la ruota come doveva, ma la ragazza pareva sforzarsi di andare oltre e guardare il cielo imprimendo l'energia necessaria a far si che quel meccanismo, in ogni caso, riprendesse a funzionare alla perfezione.
La vedi quella sezione di stelle ondeggiante non molto lontana dalla cintura di Orione? Ecco, quella è la costellazione della "Balena", ma questo penso tu lo sappia... Quello che invece forse non sai è che di quella costellazione fa parte una stella brillante come non mai chiamata "Baten Kaitos". Questa stella si pensa che in realtà sia la chiave di conduzione ad un altro mondo, un'altra dimensione sconosciuta e che solo quando diverrà un buco nero allora potrà permetterci di attraversare quella porta e vedere cosa c'è oltre l'immaginazione più forte e i segreti più complessi del multiverso...
La spiegazione era semplice ed intuitiva, anche perché l'intento non era affatto annoiarla ma darle una buona ragione per essere lì, sopratutto dal momento stesso in cui lui da solo non si reputava una buona motivazione. I loro corpi erano così vicini che il ragazzo poteva percepire il respiro più forte della collega e il profumo della sua pelle, che sapeva vagamente di lavanda e biancospino... Un odore buonissimo e delicato, pungente quanto bastava per cogliere la sua attenzione. Non poteva però interrompersi lì, doveva proseguire oltre, anche perché le aveva promesso una costellazione sconosciuta.
... Se ti sposti poi di circa dieci, quindici gradi a nord-est, noterai che c'è una stella molto ma molto luminosa, gigantesca quasi, non te n'eri quasi mai accorta vero? Perché si può vedere solo durante l'Estate grazie al contributo della costellazione dello Scorpione che diminuisce la sua luce permettendo a questa stella sconosciuta di farsi notare...
Bene, devi sapere che in realtà quella non è una stella singola ma dietro di se c'è un'intera fila di stelle che si prolunga per circa 24000 anni luce... Viene chiamata la "Costellazione illusoria" e ben presto forse la battezzeranno del tutto "Amaranta del Miraggio", e qui penso che troverò la tua conoscenza, visto che è una famosissima pianta che si dice abbia delle spore che inducono alle allucinazioni...
Subito dopo aver finito di parlare ed aver sorriso ancora una volta però, il ragazzo si accorse di una cosa sconvolgente e che lo fece vergognare molto per il suo comportamento: le aveva dato del "tu", senza nemmeno accorgersene e senza chiedere il permesso. Sbiancò di istinto, iniziando a scuotere il capo e ponendo una mano dietro la nuca assolutamente costernato per quel comportamente così maleducato e privo di tatto e riverenza.
Le chiedo immensamente scusa, non avrei dovuto prendermi una simile confidenza senza il suo consenso... Mi perdoni la prego...
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da Lindë » 01/07/2012, 22:11
Un poeta non avrebbe vita senza un'adeguata musa ad ispirarlo, signorina Vilvarin...
Ed un musa non diverrebbe immortale senza un poeta in grado di venerarla davvero.
Adesso gli aveva anche risposto di botto, senza pensare. Sempre più grave insomma. Eppure si sentiva stranamente tranquilla. Guardava il cielo e lo trovava splendente, bello. Uno spettacolo. Irvyne era d'accordo con lei. Peccato non stesse guardando il manto stellato, bensì il suo viso. Lindë nemmeno se ne accorse. Non lo stava guardando, contemplava il cielo. Era bello quasi quanto le sue piante. Quasi. Ma non era salita lì per niente: voleva conoscere, anzi, lui gliela voleva spiegare, questa costellazione sconosciuta. Attese che lui parlasse, spostando appena gli occhi per guardarlo.
E' un bel ragazzo.
Era forse la prima volta che pensava una cosa del genere. Non era scioccata da quel pensiero, come giovane donna era normale averne. Solo che a lei, tanto per cambiare, non capitavano più da tempo. Trigger aveva catturato la sua attenzione, all'apparenza. Forse perché aveva uno sguardo serio. Come il suo. Entrambi dediti al lavoro e probabilmente più adulti delle loro età. Avevano qualcosa in comune.
La vedi quella sezione di stelle ondeggiante non molto lontana dalla cintura di Orione? Ecco, quella è la costellazione della "Balena", ma questo penso tu lo sappia... Quello che invece forse non sai è che di quella costellazione fa parte una stella brillante come non mai chiamata "Baten Kaitos". Questa stella si pensa che in realtà sia la chiave di conduzione ad un altro mondo, un'altra dimensione sconosciuta e che solo quando diverrà un buco nero allora potrà permetterci di attraversare quella porta e vedere cosa c'è oltre l'immaginazione più forte e i segreti più complessi del multiverso...
E tu ci credi?
Un'altra domanda. Sembrava quasi curiosa quella sera mentre si voltava ancora per guardarlo. E l'aveva anche interrotto. Odiava chi la interrompeva di solito, ma lei l'aveva fatto per prima. Diavolo. Arrossì leggermente, mordendosi le labbra come per punizione. Tornò con lo sguardo dritto di fronte a sé, le gote più rosee. Lui comunque le aveva dato del "tu". Lei aveva fatto lo stesso. Si parlava meglio, meno formalmente. La cosa buffa era che ci stava facendo caso solo adesso... forse perché prima non aveva mai parlato con nessuno. Non di sua volontà e non così a lungo, comunque. Forse solo con Vastnor. Ancora lui.
... Se ti sposti poi di circa dieci, quindici gradi a nord-est, noterai che c'è una stella molto ma molto luminosa, gigantesca quasi, non te n'eri quasi mai accorta vero? Perché si può vedere solo durante l'Estate grazie al contributo della costellazione dello Scorpione che diminuisce la sua luce permettendo a questa stella sconosciuta di farsi notare...
Gentile da parte sua.
Sapeva anche fare le battute? Una scoperta dietro l'altra. Se i suoi studenti l'avessero vista, avrebbero pensato che stava male. Forse era davvero così. Scosse appena il capo per non pensarci. L'aveva interrotto di nuovo.
Bene, devi sapere che in realtà quella non è una stella singola ma dietro di se c'è un'intera fila di stelle che si prolunga per circa 24000 anni luce... Viene chiamata la "Costellazione illusoria" e ben presto forse la battezzeranno del tutto "Amaranta del Miraggio", e qui penso che troverò la tua conoscenza, visto che è una famosissima pianta che si dice abbia delle spore che inducono alle allucinazioni...
"Amaranta" ... è un nome adatto.
Almeno aveva finito di parlare. L'aveva interrotto anche troppo. Si volse per l'ennesima volta, incrociando il suo sguardo. Irvyne sorrideva. Lindë si sforzò di fare lo stesso. I muscoli risposero, seppur con lentezza. Forse avrebbe dovuto fare un po' di pratica. Poi il suo sguardo scioccato, l'espressione costernata. Lo fissò di rimando, confusa.
Le chiedo immensamente scusa, non avrei dovuto prendermi una simile confidenza senza il suo consenso... Mi perdoni la prego...
Si stava scusando per il "tu". Dolce. Forse un po' troppo rigido, ma dolce. Un bel gesto. ... Merlino, si stava davvero iniziando a fare paura da sola.
L'ho fatto anch'io. Siamo pari. E così si parla più facilmente, tra l'altro.
Replicò solo, alzando le spalle. Forse così si sarebbe sentito meglio. Meno in colpa, insomma.
Viene spesso qui?
Quella sera era in vena di chiacchiere. O forse era lui a farle questo effetto. Non lo sapeva dire ancora. Forse non l'avrebbe voluto sapere mai.
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da Irvyne » 01/07/2012, 23:19
Ed un musa non diverrebbe immortale senza un poeta in grado di venerarla davvero.
Irvyne assottigliò lo sguardo non appena sentì quella frase provenire proprio dalle labbra morbide della collega di Erbologia. La ragazza non solo era una persona gradevole alla vista ma anche al dialogo, alla battuta o forse alla conversazione interessante e sagace. Lindë aveva un modo tutto suo per far riconoscere ed apprezzare la sua persona, ma la cosa sconvolgente era che lui non avrebbe mai potuto immaginare che fosse così gradevole sentirla scherzare. Era fuori dal comune, era unica, esattamente come ci si poteva attendere da una donna con degli occhi simili, cangianti forse come l'anima e l'atteggiamento.
Che altre sorprese terrai in serbo per me?
Si chiese istintivamente, mentre lei si avvicinava e prendeva posto accanto a lui, permettendogli di iniziare quel breve racconto inerente ad una stella che si pensava potesse essere addirittura a chiave per un mondo parallelo e ultra dimensionale, impossibile forse, ma c'era quel "forse" a cambiare molte cose. La vita aveva insegnato ad Irvyne che non tutte le cose potevano essere reputate a priori vere o false, bastava pensare alla considerazione degli studenti della signorina Vilvarin per esempio. Quanto sarebbero rimasti scioccati dalla sua gradevole presenza e compagnia.
E tu ci credi?
Credo che non si possa mai dare per scontato qualcosa soltanto perché è inconcepibile o inconoscibile... Democrito venne preso per pazzo perché parlava di particelle piccolissime definite "atomi" circa tre millenni or sono... E guarda oggi? ... Mai pensare di essere certi su qualcosa... O su qualcuno... Potrebbe risultare sorprendente quanto ci stiamo sbagliando...
Aveva risposto senza nemmeno riflettere o pensare che anche lei gli aveva dato del "tu", ma l'erbologa non lo aveva fatto di certo per sbaglio, anzi, per lei era una cosa venuta completamente spontanea, visto che non si creava di certo tanti problemi come lui, lui così ancora troppo impostato, preciso, perfetto. Avrebbe avuto bisogno di sciogliersi un poco, quello era sicuro, ma era lei la persona più indicata per fare in modo che questo avvenisse? Magari Irvyne l'avrebbe scoperto ben prima di quello che potesse aspettarsi, o forse no...
"Amaranta" ... è un nome adatto.
E' vero, molto singolare ma allo stesso tempo anche molto bello, non è facile trovare un connubio simile, capita spesso che il singolare combaci con il troppo strano o il poco orecchiabile, ma il nome di quel fiore... riesce perfettamente nell'intento di avere un suono melodico e unico... Ma in fondo stessa cosa potrei dire del tuo nome...
Ancora una volta il "tu", ormai sembrava non farci minimamente caso, peccato che quella vocina intelligente ed educata dentro di lui fece capolino abbastanza in breve ricordandogli che lei non aveva dato affatto alcun permesso in merito alla confidenza tra loro. Così immediatamente Trigger iniziò a scusarsi verso la signorina con una mano dietro la nuca, trovando però la collaborazione e la comprensione di lei che anzi, sembrava non avere alcun problema a farsi dare del tu da lui. Un bene? Un'esclusiva?
Vorrei tanto saperlo...
L'ho fatto anch'io. Siamo pari. E così si parla più facilmente, tra l'altro. Viene spesso qui?
Oh no, allora ti prego, dammi pure del "tu", se a te va bene, sono contento di poter essere più disinvolto in questo senso, credo sia un valido aiuto per aumentare la nostra affinità... Conoscenza...
Non aveva molto ben chiaro il concetto nemmeno lui, la cosa sicura era che si stava perdendo in un bicchiere d'acqua e rischiava anche di affogarcisi continuando in quella maniera, a fissarla negli occhi e non sapere più cosa dire, come se fosse una caratteristica della ragazza ipnotizzare con lo sguardo. Prese un bel respiro, osservando di nuovo la luna, come a ricercare un poco di tranquillità in lei, forse un'ispirazione, ma non per troppo tempo, sia mai che desse ad intendere alla ragazza che pensava ad altro o non volesse conversare con lei. Tornò subito a guardare lei, sorridendo timidamente, mentre le mani intrecciate tra loro erano più fredde del solito. Tutto il sangue pulsava alle tempie e al centro del petto.
Questa è la prima volta che vengo qui sinceramente. Stasera è la prima nella quale sono realmente privo di impegni improrogabili, quindi ne ho approfittato e ho deciso di concedermi un piccolo sguardo a quello che reputo il mio paradiso notturno... ... Per te invece camminare a piedi nudi nel lago la sera tarda è una routine?
Chiese con sincera curiosità, lanciando un'occhiata veloce e sfuggente proprio ai suoi piedi, per constatarne la forma e la cura, i particolari e i dettagli di quella parte del corpo, non potendo ancora soffermarsi sulle mani che dovendola reggere in equilibrio erano posate sul ramo nascoste da una vista precisa e casuale. Dovette comunque congratularsi ancora con lei mentalmente per le gambe toniche e robuste che possedeva. No, era chiaro non si trattava della sua prima scalata.
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da Lindë » 02/07/2012, 12:35
Che cosa strana. Interagire con gli altri, una novità per lei. Non era come parlare con le piante, silenziose ascoltatrici di tutti coloro che volevano confidarsi con esse. Irvyne parlava, anche molto. Forse ancora un po' troppo per lei, non si poteva mica cambiare da un giorno all'altro. ... non così tanto, almeno. Se non altro non provava l'impulso di andarsene. Si stava bene sull'albero a guardare il cielo. E la compagnia non era tanto male. Sarebbe anche potuta esser stata una serata piacevole. Diversa di sicuro. Gli aveva fatto una domanda, interrompendolo. Si era data della maleducata per questo. Lui sembrava non averci fatto caso.
Credo che non si possa mai dare per scontato qualcosa soltanto perché è inconcepibile o inconoscibile... Democrito venne preso per pazzo perché parlava di particelle piccolissime definite "atomi" circa tre millenni or sono... E guarda oggi? ... Mai pensare di essere certi su qualcosa... O su qualcuno... Potrebbe risultare sorprendente quanto ci stiamo sbagliando...
Annuì. Quant'erano vere le sue parole. Lei ne era la prova vivente, soprattutto per chi l'aveva conosciuta sia prima che dopo.
Nessuno può dire di conoscere a fondo qualcun'altro, indipendentemente dal tempo passato a contatto. Nemmeno noi, in fondo, conosciamo davvero noi stessi. Spesso ci illudiamo di farlo. Stolti presuntuosi... non si possono dare per scontate le scelte dell'anima.
Lindë aveva creduto di conoscere se stessa. Quando aveva perso la memoria, risvegliandosi in quello stato di quasi coma emotivo, per i primi mesi aveva creduto di riuscire a riprendersi col tempo. Così non era stato. Si era allora convinta che sarebbe rimasta così per sempre, che era quella la sua nuova normalità. Così non era stato. Lei per prima era stata ed era ancora, per se stessa, una sorpresa continua. Parlarono ancora delle costellazioni, di quella che presto forse sarebbe stata chiamata "Amaranta Illusoria". Come la pianta. La cosa colpì Lindë. In senso positivo, naturalmente. Così tanto che lo fece presente anche ad Irvyne.
E' vero, molto singolare ma allo stesso tempo anche molto bello, non è facile trovare un connubio simile, capita spesso che il singolare combaci con il troppo strano o il poco orecchiabile, ma il nome di quel fiore... riesce perfettamente nell'intento di avere un suono melodico e unico... Ma in fondo stessa cosa potrei dire del tuo nome...
Si volse a guardarlo, a quelle parole. Lo fissò intensamente, per capire se fosse serio. Sembrava esserlo davvero. Il suo nome. Molti l'avevano presa in giro per esso. Era particolare. Unico. Forse per questo soggetto a scherno. Lindë non vi aveva mai dato peso. Era il suo nome. Era lei. Fine della storia.
E' celtico. Significa "melodia". I miei genitori amano tutto ciò che possa richiamare Madre Natura, la Terra e lo splendore di esse. E visto che il mio cognome significa "farfalla", hanno trovato ci stesse bene.
In realtà la spiegazione era un po' diversa. Quando era appena nata e rideva, così le avevano detto i suoi, la risata di Lindë era così leggera da ricordare il battito delle ali di una farfalla. Per quello avevano scelto quel nome. "Melodia della Farfalla". Lindë Vilvarin. Forse un giorno gliel'avrebbe raccontata meglio. Irvyne intanto si era scusato per averle dato del "tu". Lei non ci vedeva nulla di male. Infatti l'aveva fatto a sua volta senza problemi. Glielo fece notare con una alzata di spalle.
Oh no, allora ti prego, dammi pure del "tu", se a te va bene, sono contento di poter essere più disinvolto in questo senso, credo sia un valido aiuto per aumentare la nostra affinità... Conoscenza...
Sembrava essere lui quello confuso, ora. Aggrottò la fronte, accigliata. Affinità? Conoscenza? Forse per Trigger un termine era giusto e l'altro no. Lindë non avrebbe saputo scegliere. Darsi del "tu" era più facile per parlare. Tutto lì.
Questa è la prima volta che vengo qui sinceramente. Stasera è la prima nella quale sono realmente privo di impegni improrogabili, quindi ne ho approfittato e ho deciso di concedermi un piccolo sguardo a quello che reputo il mio paradiso notturno... ... Per te invece camminare a piedi nudi nel lago la sera tarda è una routine?
Lo osservò alzare lo sguardo sulla Luna. Lei fece altrettanto. Si sentiva in difficoltà con lei? Molto solitamente sì. Però stavolta era stata diversa. Quasi umana, per i suoi standard. Sospirò appena.
Solitamente vengo per controllare le piante che nascono vicino al Lago. Sono riuscita da poco a far riprodurre proprio lì - gli indicò il punto col dito - un esemplare di "Nelumbo White Feather" ... è un fiore di loro grande, di colore bianco panna.
E forse aguzzando la vista, avrebbe anche visto ciò di cui Lindë parlava.
Ma stasera volevo solo godermi un po' il Lago Nero. L'acqua è fredda. Si sta bene. Dovresti provare.
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da Irvyne » 02/07/2012, 18:51
Che la ragazza possedesse un nome bellissimo e singolare lo sapeva già, non comprendendone ancora bene il significato ovviamente, ma era già un inizio, anche perché spesso era proprio la melodia racchiusa nei nomi a trasferire emozioni al prossimo. Quello che Irvyne non poteva di certo immaginare era che oltre alla bellezza fonica, il nome della docente Vilvarin possedesse anche un'innata bellezza nell'anima, nella sua radice e natura. Rimase difatti molto stupito nell'ascoltare la versione proposta da lei con la motivazione per la quale aveva scelto proprio di chiamarla Lindë.
E' celtico. Significa "melodia". I miei genitori amano tutto ciò che possa richiamare Madre Natura, la Terra e lo splendore di esse. E visto che il mio cognome significa "farfalla", hanno trovato ci stesse bene.
Indubbiamente l'accostamento è a dir poco perfetto. Devi avere allora dei genitori molto sensibili e delle brave persone, trovo che sia un'immensa fortuna... Hanno avuto un ottimo gusto, hai un nome davvero bello, rispecchia in pieno la persona che sei, sono certo che nascondi delle ali dai colori ineguagliabili...
Il riferimento alla farfalla era palese, una metafora per farle comprendere che immaginava pienamente che sotto la grande superficie di mistero e segreto, l'erbologa nascondesse un dono preziosissimo, impossibile da spiegare a parole e che avrebbe reso l'uomo al quale lei l'avesse concesso come il più fortunato esistente sulla faccia della terra. La notte pareva scorrere veloce, difatti la luna, giunta a metà del suo percorso indicava che la mezzanotte era ormai prossima o forse addirittura superata. Già, quando una compagnia piace il tempo non fa che volare così svelto che non ci si accorge nemmeno di quanto possa essere sfuggente. L'argomento che seguì successivamente fu legato al motivo per il quale la ragazza aveva scelto di passare per il Lago Nero quella notte.
Solitamente vengo per controllare le piante che nascono vicino al Lago. Sono riuscita da poco a far riprodurre proprio lì... un esemplare di "Nelumbo White Feather", è un fiore di loto grande, di colore bianco panna.
Non so quanto sia stata una cosa semplice ma ammetto che è comunque ammirevole il desiderio di far nascere altre vite naturali, è un po' come avere tanti figli amati, dico bene? Se potessi come te far nascere le stelle, penso non mi fermerei più, hai davvero una grande fortuna ad aver trovato il tuo vero amore in mezzo alla natura e alla spensieratezza di questo mondo...
Forse la dote migliore del ragazzo era saper trovare le parole giuste per esprimere i suoi reali pensieri. Era certo che per lei quella fosse una vera fortuna, un dono importante fornitole da chissà quale entità superiore e benevola, ma meglio così. La guardava negli occhi, la fissava con ammirazione e curiosità allo stesso tempo, una persona così particolare e ancora così giovane. 21 anni non erano nulla, eppure la profondità che traspariva dai suoi sguardi e dalle sue espressione era chiara, faceva risuonare nell'aria l'eco di una musica persa nel tempo o smarrita per strada. Che lei stesse cercando qualcosa di perduto?
Ma stasera volevo solo godermi un po' il Lago Nero. L'acqua è fredda. Si sta bene. Dovresti provare.
Un altro piccolo sguardo ai piedi della ragazza. Si, era chiaro che quella era una sorta di visita di piacere, sopratutto perché non c'erano arnesi del mestiere con lei, o sacchetti o semi vari. Desiderava soltanto venire a trovare quella piccola creatura che aveva scelto di far nascere e crescere nel suo ambiente naturale.
Ha dei piedi così fini, delicati, le unghie bianche, sembra quasi come se non avesse nemmeno camminato scalza... ... Come se la natura fosse intenta a non volerla sporcarla...
Quella comunque, era da considerarsi forse una proposta? Irvyne Trigger era un tipo piuttosto sagace e capace di interpretare le parole altrui, ma stranamente con lei sentiva come se ci fosse un sottile strato di vetro colorato ad impedirgli di vedere effettivamente tutto quello che la riguardava. Magari era una difesa, o forse no, fatto stava che in un primo momento rimase in silenzio, assottigliando lo sguardo pensando bene a cosa poterle rispondere, e infine, scelse una via molto insidiosa, quella intenta a vedere di far uscire un poco più allo scoperto la compagna di osservazione del cielo e alla possibilità di farla sporgere un poco oltre quel vetro colorato.
Dovrei, vero, ma quello è territorio del tuo Nelumbo, sono certo che mi guarderà storto se non avrò te accanto a rassicurarlo che cammino in pace...
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da Lindë » 02/07/2012, 20:27
Indubbiamente l'accostamento è a dir poco perfetto. Devi avere allora dei genitori molto sensibili e delle brave persone, trovo che sia un'immensa fortuna... Hanno avuto un ottimo gusto, hai un nome davvero bello, rispecchia in pieno la persona che sei, sono certo che nascondi delle ali dai colori ineguagliabili...
Loro sono... amanti della Natura. Per loro è una delle poche benedizioni che il mondo ci abbia donato.
Non c'era da stupirsi se era cresciuta con quell'amore per le piante. I genitori adoravano Madre Natura e tutte le sue creature. Lindë si era concentrata solo sulle piante. Le aveva sempre trovate affini a sé, senza un vero e proprio motivo. Qualcosa che sentiva a pelle, insomma. Irvyne, comunque, le aveva fatto un complimento. Impossibile non notarlo. Arrossì ancora - accidenti a lei - mentre lo guardava negli occhi. Ali colorate... non riusciva ad immaginarsi in quel modo. Come lui sembrava volerla immaginare. Piena di doti preziose, di sorprese positive. Fino a quel momento, per quanto valeva, non pensava nemmeno di poter interagire con qualcuno. E tuttavia, sentì le labbra incurvarsi verso l'alto. Questa volta spontaneamente. Stava sorridendo. Senza pensarci. Davanti a lui. ... per lui.
Piantala.
Si riprese da sola. Cambiò argomento, indicandogli il fior di loto che aveva riprodotto in quell'ambiente così diverso dal suo. Si sentiva orgogliosa in quel momento. Trigger sembrava comprendere la difficoltà del suo lavoro. A parte Seal - e forse Connor - era l'unico.
Non so quanto sia stata una cosa semplice ma ammetto che è comunque ammirevole il desiderio di far nascere altre vite naturali, è un po' come avere tanti figli amati, dico bene? Se potessi come te far nascere le stelle, penso non mi fermerei più, hai davvero una grande fortuna ad aver trovato il tuo vero amore in mezzo alla natura e alla spensieratezza di questo mondo...
Piuttosto difficile. Solitamente cresce in ambienti tropicali. E qui il clima non è proprio di quel tipo.
Rispose, alzando appena le spalle. Non tentava di farsi bella con lui. Diceva la verità. Ma per lei quelle sfide erano il pane quotidiano, il sale della vita... il motivo che la spingeva a studiare e sperimentare, sempre di più.
Sì, è esattamente così. Ed è anche molto di più. Ogni pianta, ogni fiore, ogni seme... è parte di me. Della mia anima. La Natura è tutto il mio mondo. E' l'unica cosa di cui mi fido. Una volta... non ero così.
Lo stava dicendo sul serio? Stava per confidarsi veramente con lui? Perchè?
Da piccola, da adolescente... non ero così chiusa. Così desiderosa di stare da sola. Poi, tutto è cambiato. Tre anni fa. Ho lavorato... da qualche parte, credo. Qualcosa d'importante. Ho fatto... credo di aver fatto... scoperte che avrebbero potuto cambiare il mondo dell'Erbologia Sperimentale Guaritativa. Ma qualcosa non doveva andare bene. Ricordo solo un incendio. Tanto fuoco e fumo. Le piante in fiamme. Distrutte.
Abbassò lo sguardo un momento. Sentì le lacrime salirle agli occhi. Strinse appena i pugni. Doveva farsi forza. Era passato.
Non so cosa sia successo dopo. Io... non ricordo nulla. Non ho più la mia memoria. Mi sono risvegliata nel giardino di casa dei miei. Ero in uno stato semi catatonico. Da allora non ho più provato niente.
L'aveva detto, alla fine. Si era sfogata. E si sentiva molto più leggera. Come se si fosse tolta un peso dallo stomaco. E dal cuore. Respirò a fondo, ricacciando indietro le lacrime. Cambiò subito argomento. Voleva parlare di altro. Voleva pensare ad altro.
Dovrei, vero, ma quello è territorio del tuo Nelumbo, sono certo che mi guarderà storto se non avrò te accanto a rassicurarlo che cammino in pace...
Alzò lo sguardo. Lo guardò intensamente. Una proposta. Una sfida, forse. E per quanto non sembrasse, lei era stata Dragargenteo in passato. Ce l'aveva ancora nel cuore. Era qualcosa che non si poteva estirpare.
... d'accordo. Andiamo.
Una scelta spontanea. Improvvisa. Saltò giù dall'albero, agile e veloce. Alzò lo sguardo su di lui. Una nuova luce negli occhi. Sfida. Attese che anche lui fosse sceso. Prese a camminare verso il Lago, i capelli al vento e quei piedi scalzi che leggiadri sfioravano l'erba. Si sentiva bene. E non era sola. Per la prima volta... c'era qualcuno con lei.
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da Irvyne » 02/07/2012, 22:06
Una volta... non ero così. Da piccola, da adolescente... non ero così chiusa. Così desiderosa di stare da sola. Poi, tutto è cambiato. Tre anni fa.
Tre anni fa... Allora hai un passato molto intenso da raccontare... A me poi? Perché mai, io chi sono per meritare un simile privilegio?
Non intendeva affatto interrompere quel discorso per lei probabilmente difficile e complesso. Spiegare qualcosa di così profondo ed intimo ad una persona sconosciuta, forse fidata semplicemente a pelle, meritava tutta l'attenzione possibile e che non si soffermasse su nessuna parola fino alla conclusione del pensiero e della storia. Che lei non fosse chiusa, da una parte lo immaginava, in fondo i suoi occhi brillavano di una luce molto intensa, molto forte, degna di una persona che di luce interiore ne aveva davvero molta, da vendere probabilmente, doveva solo scoprirlo.
Poi, tutto è cambiato. Tre anni fa. Ho lavorato... da qualche parte, credo. Qualcosa d'importante. Ho fatto... credo di aver fatto... scoperte che avrebbero potuto cambiare il mondo dell'Erbologia Sperimentale Guaritativa. Ma qualcosa non doveva andare bene. Ricordo solo un incendio. Tanto fuoco e fumo. Le piante in fiamme. Distrutte.
Non lo metterei affatto in dubbio, sei davvero molto brava con le piante... ... Magari eri anche estremamente famosa... Così tanto che qualcuno potrebbe averti voluto far dimenticare...
Soffriva, moriva dal dolore così tanto che reprimeva le lacrime solo per evitare di mostrarsi tanto debole davanti a lui, ma Irvyne era un tipo davvero sensibile e comprendeva subito quando una lucidità diversa bagnava gli occhi, sopratutto quelli di una tonalità chiara come quelli di Lindë. Il racconto comunque non era finito, e il ragazzo, immensamente rispettoso di quel momento fondamentale ed importante per lei, lasciò che proseguisse ancora, facendo presente l'ultima parte di quella spiegazione sulla propria vita resa un inferno da un mistero, da un segreto rimasto chiuso in chissà quale cassetto e con chissà quale lucchetto a difenderlo. Dietro c'era qualcosa di molto strano, molto losco e architettato, ma Trigger doveva ancora elaborare tutto con calma.
Non so cosa sia successo dopo. Io... non ricordo nulla. Non ho più la mia memoria. Mi sono risvegliata nel giardino di casa dei miei. Ero in uno stato semi catatonico. Da allora non ho più provato niente.
Fino ad oggi, o comunque... Non molto tempo fa...
Quell'ultima frase però, venne pronunciata ad alta voce, per quanto lui in realtà volesse solo pensarla. In effetti aveva osato tanto a parlare ed esprimere quel pensiero a parole, ma forse in parte fu anche merito del destino che, messosi in mezzo, lo aiutò ad esporsi maggiormente, un po' come stava facendo esattamente la Vilvarin quella notte, la stessa professoressa Vilvarin che poco dopo lo stupì ancora di più, accettando addirittura di accompagnarlo verso l'acqua e seguirlo in quel percorso non molto distante dalle piante cresciute da lei. Poco prima durante la loro conversazione aveva sorriso anche di spontanea e sincera serenità, quante cose che gli stava mostrando e lui prendeva ognuna come fosse un raro e prezioso tesoro, una gemma che già solo da grezza mostrava un lusso ed un prezzo altissimo da pagare. Una ragazza molto dolce, ma per fortuna quello fu in grado di tenerlo per se...
... d'accordo. Andiamo.
Per quanto meno agile di lei, anche il ragazzo ci mise poco a scendere nuovamente giù, sinceramente intenzionato a seguirla e dimostrarle che non era affatto sola, ma non era solo quello il suo modo per esprimerlo, altrimenti che uomo romantico sarebbe stato? Si tolse le scarpe ed anche le calze, rimanendo come lei a piedi nudi, assaporando l'emozione del fresco sotto i piedi, avvicinandosi poi alla ragazza, anch'essa molto alta e slanciata. Prima che potessero avvicinarsi all'acqua però, Irvyne tentò una cosa molto azzardata ma sentita dal più profondo del cuore: la abbracciò. Un abbraccio ricco di calore, non di pietà, ma solo di affetto, di consapevolezza di volerle essere vicino, per certi versi anche di protezione, per quanto immaginasse che l'orgoglio dell'erbologa la portasse a non pensare di dover essere protetta da niente e nessuno.
Anche se hai perso qualcosa indietro nel cammino... ... Sono convinto che è ancora lì, da qualche parte nel tuo cuore, non preoccuparti, lo ritroverai...
Non fece durare troppo quell'abbraccio, per paura di infastidirla in maniera esagerata, così, si staccò a distanza di circa cinque secondi dopo averle parlato in modo sussurrato e gentile, avvicinandosi alla superficie del lago, osservandola con aria estasiata e poetica, mentre la luna ancora progrediva il suo percorso e faceva capire quanto tempo stessero passando insieme, un tempo che voleva, un tempo che non si sentiva, un tempo che scivolava addosso come se la loro pelle fosse uno scivolo in sintonia. Si volse, guardando indietro, verso di lei rimasta ancora ferma magari e senza pensarci due volte, le tese la mano, sorridendole, invitandola a seguirlo e mostrargli la via del cammino per quella riva fresca ed estiva.
Andiamo?
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da Lindë » 02/07/2012, 22:47
L'aveva detto. Aveva confessato tutto. Il suo passato, il presunto incendio, la perdita di memoria. L'aveva raccontato... ad uno sconosciuto. Ad un collega. A qualcuno di cui poteva fidarsi? Non ne era sicura. Però aveva parlato e vuotato il sacco. A pelle quindi, si era fidata. Se fosse stato positivo, se fosse stata la scelta migliore... l'avrebbe scoperto in un secondo momento. Poteva solo fidarsi del suo istinto, per ora.
Fino ad oggi, o comunque... Non molto tempo fa...
Dall'incendio di qualche settimana fa. Ho visto le mie piante bruciare e morire. Di nuovo. E' stato uno spettacolo così raccapricciante che... mi ha scosso.
Ormai parlava che era una meraviglia. In realtà no, era sempre un tenuta. Ma rispetto a prima, era quasi logorroica. O forse lo era solo con lui. Irvyne la ispirava, in questo senso. Le dava quasi uno stimolo per parlare. Per raccontargli ciò che le era successo. Ciò che l'aveva rovinata e che la stava riportando alla vita. Scesero dall'albero poco dopo, decisi a mettere entrambi i piedi in acqua. Anche lui era scalzo, quasi volesse omaggiare la Natura. Apprezzò molto il suo gesto. Camminarono verso il Lago, in silenzio. Lindë guardava dritto davanti a sé. Non le dava fastidio che ci fosse anche Trigger. Era la prima volta. Stava ancora camminando, quando qualcosa cambiò. Due braccia che la stringevano. Un respiro sui suoi capelli. Un odore virile ad avvolgerla. La stava abbracciando. Irvyne Trigger la stava abbracciando. Assurdità. Follia. ... realtà.
Anche se hai perso qualcosa indietro nel cammino... ... Sono convinto che è ancora lì, da qualche parte nel tuo cuore, non preoccuparti, lo ritroverai...
Non disse nulla. Non rispose al suo abbraccio. Ma nemmeno si scostò. Non si divincolò dalla sua presa delicata, non cercò di scostarsi da lui. Semplicemente, lasciò che fosse lui a spostarsi. Lo fissò a lungo negli occhi, le guance decisamente rosse. Era arrossita. Era avvampata per l'imbarazzo. Per la prima volta dopo tre anni, qualcuno l'aveva abbracciata. Abbassò lo sguardo, annuendo appena.
... grazie.
Un mormorio. Un ringraziamento pronunciato sottovoce. Per lei valeva più di mille parole. Sperava solo che anche lui la vedesse nello stesso modo. Irvyne le tese la mano: lo fissò un'altra volta, a lungo. Passò gli occhi dal suo viso alla sua mano tesa. Alla fine, lentamente, allungò la propria e strinse la sua. La presa di Lindë era delicata, ma ferma. Di chi aveva preso una decisione, e non tornava indietro. In quel caso, la decisione era andare avanti con lui. Fece qualche passo verso l'acqua, immergendovi i piedi. Era fredda, bellissima. Si volse appena a guardarlo, ad osservare la sua espressione. Poi, prese il comando di quella "spedizione". Lo guidò fino alla sua pianta. Il Nelumbo era bellissimo sotto la luce della Luna. I petali risplendevano di un bianco perlaceo. Piccole gocce erano poggiate su di essi. Era uno spettacolo unico. Si abbassò, sfiorando il fiore di loto con le dita. Alzò lo sguardo su di lui. Anche gli occhi di Lindë brillavano sotto la luce della Luna. Forse non era mai stata così bella. Forse lei non l'avrebbe mai saputo. Forse lui non se ne sarebbe mai accorto.
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da Irvyne » 04/07/2012, 13:43
Dall'incendio di qualche settimana fa. Ho visto le mie piante bruciare e morire. Di nuovo. E' stato uno spettacolo così raccapricciante che... mi ha scosso.
Eventi, importanti, brutali, crudeli o molto felici che cambiavano radicalmente la nostra vita. Irvyne ne sapeva qualcosa, conosceva la sensazione di quando un determinato avvenimento modificava la tua percezione delle tue cose, il tuo umore e il tuo animo così tanto da non permetterti nemmeno di riconoscerti allo specchio da un giorno all'altro. Le piante, le sue piante. La docente parlava di loro come se fossero un vero e proprio amore, un vero e proprio componente pulsante e vivente del suo "io" interiore. Osservando il suo modo di lavorare, di vivere a contatto con esse e sentirsi in sintonia con ogni cosa regalata da madre natura, il ragazzo non poteva di certo non credere a quell'amore che lei ostentava con tanta importanza ed energia. Un dato che comunque lo affascinava davvero, perché anche per amare una cosa come le piante, bisognava possedere un cuore davvero immenso.
Forse lo spirito delle piante che hanno perso la vita sono volute forzatamente rinascere dentro di te, come se volessero aiutarti ad andare avanti e allo stesso tempo vivere in eterno a contatto con la persona che le ha amate per così a lungo e così intensamente...
Non cercava di certo un modo stupido per confortarla, semplicemente poneva davanti una teoria molto poetica e romantica. Lui era un sentimentale e credeva fermamente che alcune cose fossero totalmente inconoscibili all'uomo, che fossero per lui un mistero ancora non svelato e che forse non sarebbe mai stato reso possibile conoscere. Uno di questi era proprio la possibilità che l'anima fluisse via da un corpo e continuasse a vagare con o senza meta, lasciando quindi che quella vita non si spegnesse mai del tutto, ma potesse continuare ad esistere ancora sotto altre forme, sotto altri aspetti, o andando a completare l'anima di qualcun altro o qualcosa altro rendendoli maggiormente perfetti.
Appari ai miei occhi come più completa, o forse come se una parte che era morta di te ha ripreso a respirare... Mi sbaglierò forse, ma sento un calore più grande provenire dalle tue parole e dal tuo respiro...
Si mossero scendendo dall'albero e pochi istanti dopo il professore di Astronomia si avvicinò a Lindë per abbracciarla e stringerla a se, volendole donare qualcosa di prezioso come il suo affetto e la sua protezione. La donna non si scostò ma nemmeno rispose, non importava comunque, ad Irvyne andava bene anche così, non poteva certo pretendere che lei che alla fine non lo conosceva nemmeno, potesse corrispondere un gesto simile così intimo. In ogni caso lo ringraziò per quelle parole che pronunciò subito dopo e al ragazzo bastò quello per essere felice e sorriderle in risposta. Anche se forse la cosa che lo rese ancora più contento nel cuore fu quando scelse di prendere la sua mano che al tatto pareva molto delicata, fresca, con forse qualche leggero punto più duro e resistente nella parte superiore, dovuto probabilmente alla lavorazione di piante con particolari spine o rovi. Camminarono per un poco in quell'acqua fredda e piacevole, la Vilvarin si sentiva così a suo agio lì in mezzo, l'uomo la ammirava davvero. Raggiunto infine l'esemplare di fiore piantato dalla ragazza, ella gli chiese se era di gradimento del compagno di serata. In effetti a vedersi, con la luce riflessa della luna e le onde leggere e concentriche del lago, assumeva un tono assolutamente onirico, magico.
... ti piace?
Una delle cose più belle che abbia mai visto in vita mia oltre ai tuoi occhi, Lindë...
Lo disse con assoluta naturalezza, lasciandole lentamente la mano per poi inginocchiarsi, non preoccupandosi affatto che i vestiti si bagnassero o sporcassero, non era così schizzinoso, anzi, per lui non c'era alcun problema. Con le dita si avvicinò al fiore per fargli come delle carezze, fissandolo allo stesso modo di come si fissa un neonato, qualcosa di piccolo, di dolce, di delicato e molto, molto fragile. La vita di una pianta immersa nel blu infinito dell'acqua che placida eseguiva un suono grazie alle sue onde, dei più melodiosi mai ascoltati. Volse il capo a guardare la ragazza dal basso verso l'alto, sorridendole.
Cosa fai? Non vieni anche tu a guardare meglio la tua piccola creatura?
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da Lindë » 04/07/2012, 20:59
Gli aveva raccontato tutto. Non sapeva come né perché, ma l'aveva fatto. Aveva raccontato più cose di sé ad Irvyne nell'ultima mezz'ora che all'intero corpo docente in un anno. Il suo passato. Il suo presente. Tutto ciò che era stata e che era in quel momento. Lui ora lo sapeva. Aveva commesso una leggerezza? Aveva commesso un errore? Al momento era tutto incerto. E non avrebbe avuto risposta molto presto.
Forse lo spirito delle piante che hanno perso la vita sono volute forzatamente rinascere dentro di te, come se volessero aiutarti ad andare avanti e allo stesso tempo vivere in eterno a contatto con la persona che le ha amate per così a lungo e così intensamente...
Le mie piante... dentro di me? ... sarebbe un onore troppo grande, che non merito.
No, non stava scherzando. Ci credeva davvero. Per lei piante e fiori erano i massimi esponenti della Madre Terra. Elementi così puri, così perfetti, che per la donna era un grande onore poterli usare per le sue preparazioni. Pensare addirittura di poter avere dentro la sua anima una parte di loro... era troppo. Lindë scosse la testa, ma apprezzò le sue parole. Non le sembrava falso. Non le sembrava provasse pena per lei. Forse ci stava credendo davvero. Forse quell'uomo... era speciale. Si avvicinarono insieme al fior di loto. Era bellissimo, sotto la luce della Luna. Si era abbassata, ne aveva sfiorato i petali. Poteva quasi giurare di averla sentito vibrare sotto il suo tocco. Alzò lo sguardo su di lui, chiedendogli se a lui piacesse. Non si aspettava chissà quale risposta positiva. Non tutti potevano amare le piante come lei.
Una delle cose più belle che abbia mai visto in vita mia oltre ai tuoi occhi, Lindë...
Una risposta che la spiazzò. Schiuse le labbra, ma da esse non uscì alcun suono. Era senza parole. Sentì le guance avvampare vistosamente. Il suo nome... aveva un suono bello pronunciato da lui. Maledettamente bello. Lo osservò abbassarsi per accarezzare il Nelumbo a sua volta. Era delicato nel farlo. Sembrava che i petali apprezzassero. Non stava facendo loro del male. Era uno dei pochi.
Cosa fai? Non vieni anche tu a guardare meglio la tua piccola creatura?
... sì.
Mormorò solo. Si abbassò ancora di più, inginocchiandosi a terra. Anche lei si sarebbe sporcata così. Non le importava, ci era abituata. Avvicinò il viso al fiore di loto, inspirandone il profumo leggero. I capelli le ricadevano ai lati del viso, circondandolo. La sua pelle era pallida e risplendeva come i petali alla luce della Luna. Era bella, Lindë Vilvarin, in un modo tutto suo e particolare. Non sofisticata, non studiata, non schizzinosa. Sarebbe piaciuta anche a lui? La cosa certa per lei, era che Irvyne tirava fuori sfaccettature inaspettate del suo carattere. Risvegliava istinti che sembravano sopiti da tanto tempo. La spingeva a fare follie. Come in quel momento.
... vuoi fare il bagno nel Lago?
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