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da Luke » 09/06/2012, 13:59
Lei rise quando lui mandò giù la sua Gelatina e ciò lo fece sentir meglio, soprattutto perché l'espressione di tristezza sul viso infantile di Elisabeth era scomparso e la bambina si era distratta, fortunatamente: di certo lui non era lì per ricordarle quanto sentisse suo padre, tutt'altro, da buon amico (oramai credeva di potersi considerare tale) avrebbe dovuto farle tornare il sorriso e divertirla ogni volta che avrebbero trascorso del tempo insieme. Vediamo se sono più fortunata di te, altrimenti dopo ci rifacciamo con un paio di mouOsservò in sospeso la bambina infilare la caramella in bocca, ne assimilò il gusto e si accorse di non essere stata più fortunata di lui; Luke si lasciò andare in una sonora risata mentre la Serpeverde avvicina un fazzolettino alla bocca per buttare la caramella. Alzò il dito in un gesto di rimprovero verso di lei: Dovresti ingoiarla, è sleale!Concluse infine incorciando le braccia e alzando le sopraciglia, assumendo un atteggiamento da finto offeso che mantenne per qualche momento al solo fine di familiarizzare ancora di più con lei. Uova marce, che schifo. E’ meglio se cambiamo genere di caramelle, queste per oggi mi hanno leggermente disgustata, mi sa che non siamo tanto fortunatiAnnuì con il capo mentre la piccola rimetteva a posto le Gelatine Tutti i Gusti + 1 nel suo zainetto alla ricerca di altro, probabilmente delle Mou che aveva citato prima, caramelle che aveva assaggiato anche sull'Espresso per la scuola: ricordava di quanto le avesse trovate gustose e al pensiero gli venne un'acquolina che presto, gustando la caramella, sarebbe svanita. Mentre la ragazza cercava tra le sue cose estrasse anche un libro che non aveva mai visto e, seppur curioso di sapere cosa trattasse, stette zitto per non sembrare troppo impiccione. Ecco qui - disse poi estraendo infine un sacchetto probabilmente contenente le famose Mou - Ti posso garantire che qui dentro ci sono le caramelle più buone del mondo, su provaleAvvicinò la mano al piccolo sacchetto di stoffa e ne estrasse una caramella, la osservò e poi la riconobbe subito, come un sogno e ne ricordò vagamente anche il sapore, seppur non avesse ancora assaggiato il dolciume. Ne scartò la carta e tenne per qualche secondo la caramella sul palmo della piccola mano, la osservò due secondi e poi, senza pensarci di più, la mise in bocca e subito il sapore del latte fu evidente e sembrò di mangiare latte purò in quanto la caramella sembrava traboccarne. Il suo volto si aprì in un largo sorriso e la sensazione di disgusto di un attimo prima svanì dalle papille gustative in festa. Sono fantastiche!Poi chiuse gli occhi mentre la caramella continuava a sciogliersi e il sapore del latte dimorava sulla sua lingua. Non appena senti tua nonna dille da parte mia che le sue mani sono fatte di oro...poi il suo sguardo ritornò sul libro che aveva estratto poco prima; non riuscì a trattenersi... Cosa tratta quel libro?Disse indicandolo senza staccare lo sguardo da esso, presuaso dalla curiosità. Elisabeth doveva essere abbastanza volenterosa oltre che intelligente, non era da tutti leggere quotidianamente.
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da Elisabeth » 10/06/2012, 14:25
Dovresti ingoiarla, è sleale! Elisabeth sorrise all’amico e per giustificarsi gli disse - Hai ragione, ma, mai provato a mangiare una caramella che sa di uova marce? Non te lo consiglio, io l’ultima volta sono stata male per almeno un’ora, e tu non sei così cattivo da volere che mi senta male? chiese la bimba maliziosa, per poi rovistare nello zainetto ed offrire all’amico delle caramelle mou che il bambino accettò ben volentieri Sono fantastiche! - le rispose l’amico estasiato dal sapore delle caramelle - Non appena senti tua nonna dille da parte mia che le sue mani sono fatte di oro... La serpina sorrise felice di sapere che le caramelle di sua nonna aveva fatto colpo - Non mancherò puoi stare tranquillo e da parte della nonna “Merci très gentil”, o meglio “Grazie molto gentile” . Poco dopo Luke guardando il libro che la serpina aveva lasciato sul prato le chiese cosa stesse leggendo, la bimba lo prese fra le mani e lo fece vedere al suo nuovo simpatico amico Lo conosci sicuramente è un libro per bambini babbano me l’ha prestato Miyabi “Alice nel Paese delle Meraviglie”, ma, non ho ancora trovato il tempo per iniziare a leggerlo, e questo pomeriggio prima di incontrarti avevo proprio intenzione di fare questo, ma, sono contenta di averti conosciuto. - disse la serpina sorridendo.
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da Luke » 15/06/2012, 13:59
La piccola Elisabeth sorrise all'elogiazione del bimbo non appena aveva assaggiato le caramelle preparate dalla nonna della piccola. Non mancherò puoi stare tranquillo e da parte della nonna “Merci très gentil”, o meglio “Grazie molto gentile”Da quell'affermazione potè dedurre che la nonna doveva essere francese; molti maghi Serpeverde, a quanto lui aveva sentito, avevano origini Serpeverde, e la stessa Francia era piena di maghi da quanto gli aveva raccontato la sua domestica. Poi la piccola rispose alla sua domanda riguardo il libro che aveva estratto poco prima e prima che rispondesse lui capì subito di cosa si trattasse, anche se non lo aveva mai letto. Lo conosci sicuramente è un libro per bambini babbano me l’ha prestato Miyabi “Alice nel Paese delle Meraviglie”, ma, non ho ancora trovato il tempo per iniziare a leggerlo, e questo pomeriggio prima di incontrarti avevo proprio intenzione di fare questo, ma, sono contenta di averti conosciuto.Lui le rivolse un ampio sorriso, contento di quell'affermazione e soprattutto contento di aver trovato una nuova compagna e naturalmente convinto di poter affermare lo stesso. Oh si, ne ho sentito parlare! Sono contento anche io di averti conosciuta Elisabeth...Poi si rese conto che era da un po che parlavano oramai, circe un quarto d'ora o una ventina di minuti, ed era ora di ritornare al castello, in Sala Comune, per finire i compiti di Difesa Contro le Arti Oscure. Si rivolse nuovamente a lei con un sorriso più triste questa volta: Credo che si sia fatto tardi per me e dovrei ritornare al castello, rimani qui oppure torni a scuola con me?Sperò che la ragazza rispondesse con la seconda opzioni, in tutti i casi, con o senza lei, si sarebbe voltato e avrebbe risalito la radura, tutto contento di aver trovato una nuova amica. [Fine]
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da Elisabeth » 15/06/2012, 14:54
Elisabeth fece vedere il libro babbano che le aveva prestato Miyabi a Luke ribadendo al tempo stesso che era contenta di averlo conosciuto ed ottenendo la stessa risposta dal bambino
Oh si, ne ho sentito parlare! Sono contento anche io di averti conosciuta Elisabeth...
La bimba sorrise a quelle parole
Credo che si sia fatto tardi per me e dovrei ritornare al castello, rimani qui oppure torni a scuola con me?
le aveva chiesto il piccolo dragargenteo. La bimba ci pensò un attimo su e decise di tornare indietro insieme al suo nuovo amico
Si hai ragione si è fatto tardi ed ho parecchi compiti da fare.
disse la serpina riponendo nello zainetto il libro e la confezione di caramelle della nonna, per poi rivolgersi al bambino
Se hai un attimo di pazienza vengo anch’io
Disse la bimba, alzandosi in piedi e seguendo il bambino lungo la radura diretti al castello ed alle rispettive Sale Comuni, entrambi felici di aversi conosciuti.
[Fine per Elisabeth]
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da Irvyne » 01/07/2012, 15:43
{ SABATO NOTTE - 22:18 - RIVA DEL LAGO }
Che meraviglia che sei...
Si, esatto, stava proprio parlando alla luna, stava conversando con lei facendole i complimenti per la sua bellezza infinita. Nei suoi pensieri scorrevano mille emozioni e nella sua mente scorrevano milioni di pensieri, quindi era piuttosto semplice intuire quanto in quell'istante per Irvyne fosse tutto parte di una grande sensazione infinita di placida calma e allo stesso tempo naturale dinamicità. La natura quella notte danzava con lui, in un tripudio di colori e suoni, dal chiaroscuro degli alberi e delle piante da fiore al verso delle cicale che, adesso nel periodo estivo, davano il meglio di loro, reclamando il possesso del palco del giardino per il loro concerto personale. Il docente di Astronomia quella notte, memore del fatto che molti ragazzi si trovavano fuori per il weekend e ricevuto anche il permesso di libera uscita da parte della CapoScuola Tisifone, aveva deciso di prendersi un poco di tempo per lui, per inaugurare quella notte con un meraviglioso periodo di osservazione del cielo illuminato, ma senza l'ausilio troppo indiretto del telescopio dell'osservatorio. Desiderava che solo i suoi occhi fossero il mezzo per ammirare quella meraviglia e infatti così fu. Aveva individuato un albero robusto e molto resistente già da alcuni giorni, quello sul quale poter fare migliore affidamento e per il quale di certo la docente di Erbologia non si sarebbe arrabbiata se l'avesse scalato per prendervi posto e sentirsi così un po' più vicino al cielo. Quella notte indossava una canottiera bianca con una giacca di pelle nera leggera, sotto dei pantaloni neri e degli scarponcini in abbinato adatti per muoversi con maggiore elasticità sugli alberi, proprio come faceva molto spesso da ragazzino, quando non aveva telescopi o cose analoghe e doveva per forza accontentarsi di un ramo come trampolino verso il cielo.
D'accordo, è molto che non lo faccio, ma sono pur sempre ancora un ragazzo giusto? Forza!
Con un mínimo di aiuto da parte delle gambe ben salde, delle braccia possenti e della volontà ferrea di prender posto su quel trono naturale, Irvyne con poche semplici e veloci mosse scalò l'albero grande, secolare, distante pochi metri dal lago, e tutto quello per poter avere la certezza di uno spettacolo visivo e uditivo senza precedenti. Non solo il suono del vento che spirava nella notte, anche le placide onde del lago che si muovevano regalando attimi di puro relax e calma. E poi, quell'albero che pareva quasi nasconderlo tra le sue fronte, reggendolo bene, senza accennare nessun fastidio proprio per la gigantesca mole dei suoi rami, mentre gli occhi neri ed intensi del docente di Hogwarts attraversavano il fitto delle foglie per raggiungere con gli occhi l'incredibilità immensità del cielo.
Esiste cosa più bella e affascinante?
Sorrise, finalmente dopo molto tempo, facendo spazio tra compiti, lezioni, impegni nuovi e nuovi approcci coi ragazzi, tutte quelle mansioni che occupavano la sua vita giorno dopo giorno. Amava quella vita ma allo stesso tempo sentiva spesso il bisogno di isolarsi per recuperare quelle consapevolezze forti e magiche di quanto fosse bello il mondo, il vero mondo che prima di tutto aveva scelto, quello delle stelle e del firmamento. Le mani appoggiate su quel ramo, le gambe ferme e il vento che ogni tanto spostava le foglie come a permettergli di vedere meglio, di poter sentire il sussurro della vita di tutto il mondo che spirava poetica danzando e creando sogni e desideri. Quando si trovava avanti al cielo per lui era così, era solo la vera bellezza a scaturire, non c'era più posto per mondi inventati o per creature come sirene, ninfe, driadi, fate... La meraviglia era lì, proprio di fronte ai suoi occhi, a farlo partecipe di un miracolo che più esistente e reale non poteva essere.
Perché bisogna andare tanto lontano con la fantasia, quando c'è qualcosa di così fantastico a contemplare il nostro tempo che passa ogni giorno, sopra di noi, come a vegliare sul nostro destino, o indicarci la giusta strada da seguire...
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da Lindë » 01/07/2012, 16:27
L'aveva fatto davvero. Aveva deciso di prendere Typhon Seal come assistente. Ci stava ripensando? No, semplicemente doveva ancora metabolizzare la scelta che lei stessa aveva fatto. Lindë era sicura che, comunque, fosse un'ottima scelta: l'aveva visto al lavoro la notte dell'incendio, e dagli appunti che aveva preso sulle pozioni, si vedeva che il potenziale c'era. Ma non era per quello che gli aveva dato il lavoro. Qualcosa dentro di lei era cambiato, qualcosa si era sciolto. Forse parte del ghiaccio che copriva il suo cuore, chi poteva dirlo. Fatto stava che da settembre - anzi, fine agosto - avrebbero lavorato insieme: Lindë voleva essere sicura che Seal fosse in grado di starle dietro, e voleva questa certezza prima dell'inizio della scuola. L'ora di cena era passata da un pezzo, quando la donna aveva deciso di lasciare le Serre per fare una passeggiata al Lago. Non si concedeva mai momenti del genere. O meglio, da che ricordava non era mai successo. La serata però era così piacevole che non si poteva non avere voglia di camminare un po' immersa nel verde; inoltre le sue piante stavano riposando, quindi disturbare il loro sonno - sì, anche le piante dormivano - sarebbe stato molto maleducato e fuori luogo. Camminava dunque lungo la riva del lago, silenziosa e solitaria. I capelli sciolti al vento, un paio di pantaloni anonimi, verdi scuro, ed un maglioncino leggerissimo a maniche lunghe. I piedi? Scalzi. Le piaceva stare a contatto con la natura quando poteva.
Forse dovrei iniziare seriamente a pensare al mio passato.
Non le era mai importato di ricordare cosa le fosse successo. Fino a quel momento, dimenticare e non pensarci era stata la scelta migliore. Ora non era più di quell'idea. Tutta colpa (o merito) di Vastnor, se lo sentiva. Sospirò, mentre una voce raggiungeva le sue orecchie anche se non capiva le parole pronunciate. Si volse di scatto, cercando di capire chi fosse presente al Lago oltre a lei.
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da Irvyne » 01/07/2012, 17:09
Ancora qualche secondo a fissare il cielo, poi un leggero sguardo verso l'infinito orizzonte offerto dal lago. Irvyne non pensava sul serio di potersi concedere una simile libertà con quel lavoro e quegli impegni importanti, eppure forse in accordo con l'Estate o con il fato, era riuscito a permettersi quei piccoli istanti di sogno e magia che caratterizzavano la sua vita fin da quando aveva scoperto l'Astronomia e lo studio delle stelle, le luci più splendenti e naturali che possano esistere.
Mi chiedo se in passato, se avessi avuto accanto i miei veri genitori, avrei comunque amato la volta celeste...
Un pensiero fugace, forse triste, forse il pensiero di una persona che guardando indietro nel tempo si poneva delle domande alle quali non avrà risposta alcuna e per certi versi era meglio così. In fondo la sua vita gli piaceva e niente di quello che poteva essere avvenuto in un altro passato poteva scalfire quelle emozioni e quelle sensazioni bellissime che stava provando sulla pelle e a diretto contatto con l'anima. Quei suoni bellissimi ed eterni che caratterizzavano la notte ancora vivevano melodiosi nella sua mente, accompagnati da tutti gli accordi possibili. I grilli, il fruscio degli alberi, il fischio di zefiro... dei passi nell'acqua.
Mh?
Risvegliato da quel suo attimo di eterno pensiero e riflessione, il professore scosse il capo, voltandolo nella direzione dalla quale proveniva un suono nuovo, diverso dagli altri. Il primo pensiero andò alla possibilità che ci fosse qualche studente oltre il coprifuoco, ma la sagoma adulta, sensuale e longilinea della collega di Erbologia gli fece capire che non si trattava affatto di un allievo, ma di una bellissima docente. Non disse una parola in un primo momento, godendosi quel passaggio, quel viso di lei così assorto, chissà in cosa poi. Gli piaceva osservare le espressioni delle altre persone quando si sentivano nel pieno della loro interiorità, ma era anche ingiusto farle credere qualcosa di non vero come che fosse sola.
Di nero argento brilla la mia pelle, i miei capelli: pallida scia di stelle. Dal mio buio volto si pongono quesiti da cui non vi è risposta ma solo echi infiniti... Non è forse così, signorina Vilvarin?
Una piccola poesia, chissà se sentita oppure scritta se non addirittura inventata sul momento, poi la voce che da modulata ed impostata per professare un'opera d'arte passò ad una maggiormente colloquiale, mentre gli occhi cercavano quelli di lei, ed un sorriso gentile e naturale si dipingeva sul viso del ragazzo sinceramente felice di poter rivedere quella persona con la quale aveva avuto pochissimo modo di stringere un rapporto umano per via della grande maggioranza di presenza della ragazza presso le serre e non nelle aree destinate al corpo docente.
Chiedo scusa, non volevo spaventarla o sorprenderla, ma immagino che se mi fossi gettato dal ramo la avrei ancora più allarmata... Non è incantevole la luna? ... Per certi versi, stanotte le somiglia, se posso permettermi...
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da Lindë » 01/07/2012, 18:21
Non vide nessuno, in un primo momento. Immaginò di essersi sbagliata, magari per uno strano scherzo della sua mente. Si girò nuovamente, affondando un piede nell'acqua fredda. Solo allora la voce di un uomo la raggiunse, chiaramente, per la seconda volta.
Di nero argento brilla la mia pelle, i miei capelli: pallida scia di stelle. Dal mio buio volto si pongono quesiti da cui non vi è risposta ma solo echi infiniti... Non è forse così, signorina Vilvarin?
Alzò lo sguardo, così da incrociare quello di Trigger, docente di Astronomia. Ci aveva parlato una volta sola, quando entrambi erano stati presentati alla Vice Preside. A parte "buongiorno", "grazie" ed "arrivederci" non aveva detto altro. Un po' maleducata forse. Molto maleducata. Si sarebbe dovuta scusare. Incurvò le labbra verso l'altro. Ci mise un po', come se i muscoli della bocca fossero indolenziti. Comprensibile, dopo tutto quel tempo rimasti fermi. Alla fine riuscì ad esibire un piccolo sorriso, per quanto incerto.
Chiedo scusa, non volevo spaventarla o sorprenderla, ma immagino che se mi fossi gettato dal ramo la avrei ancora più allarmata... Non è incantevole la luna? ... Per certi versi, stanotte le somiglia, se posso permettermi...
Un complimento. Irvyne le sembrava il tipo che ne faceva a tutte le belle donne. O forse a tutte le donne e basta, che fossero belle o meno. E tuttavia non poté impedirsi di arrossire. Dannati cambiamenti. Poche settimane prima non le sarebbe mai successo. Dannato Vastnor.
E' una bella serata. E non si deve scusare, va tutto bene.
Dodici parole tutte di fila. Un record per lei, con lui.
Belle parole. Di chi sono?
Mostrava anche una punta di curiosità, caspita. Avrebbe sconvolto il collega, come minimo.
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da Irvyne » 01/07/2012, 20:28
La donna si volse in sua direzione, regalandogli qualcosa che somigliava lontanamente ad un sorriso. In quello stesso istante ad Irvyne sembrò correre velocemente il cuore, come se fosse impazzito. Non immaginava che lei gli avrebbe sorriso, non immaginava gli avrebbe dedicato un così prezioso regalo, un dono dell'anima e simbolo di felicità dell'essere... Gli stava dedicando la sua felicità o qualcosa di molto simile e questo per l'Astronomo era assai importante.
E' una bella serata. E non si deve scusare, va tutto bene.
Mi ero sbagliato l'ultima volta, eppure molti studenti risultavano essere timorosi di lei, mi chiedo perché... Come si fa ad aver timore di due occhi così scintillanti?
Il rumore dell'acqua del lago era così leggero ed impercettibile che accompagnava perfettamente il lieve silenzio che si palesò tra i due colleghi. Non era un silenzio di imbarazzo, forse quasi più di intesa, come se si fossero capiti tra loro istintivamente, mossi da un sentimento di natura calma e gentile comune e rara. Le nuvole oscuravano ogni tanto la luna, rendendo quel gioco di luci che permetteva di racchiudere nel mistero il viso pulito e limpido della ragazza che rimaneva ancora fissa verso di lui. Quella volta non aveva deciso di andare avanti, di proseguire oltre, questa volta lo stava ascoltando ed anzi, si stava interessando a lui e alle sue parole.
Belle parole. Di chi sono?
Sono nate dal momento, nulla di più, miss Vilvarin. Volevo dirle qualcosa che cogliesse la sua attenzione, che la facesse voltare senza spaventarsi e allo stesso tempo, che racchiudesse ciò che effettivamente pensavo guardandola in volto...
Era arrossita, comunque. Che dolcezza, che generosa delicatezza dell'essere. Aveva molto in comune con la Vice Preside, quel modo di imbarazzarsi leggero, leggiadro ed elegante, con la differenza che Lindë risultava essere più la principessa dei boschi mentre Monique la principessa del mondo civile. Due persone così contrastanti ma così simili allo stesso tempo. Poi quel lampo, quella sorta di idea strana e assurda che gli passò per la mente ma che era nata spontanea, come la poesia pronunciata poco prima, e allora perché non tentare? Perché mentire a se stessi precludendosi un sogno da condividere con gioia per quella notte?
Le piace guardare il cielo? Perché non mi raggiunge qui... Le mostrerò una costellazione che sono certo lei non abbia mai visto o sentito nominare...
Le dedicò un altro sorriso, incoraggiante, mentre portava avanti la mano destra come quasi a volerla invitare a seguirlo, rassicurandola che nel caso l'avrebbe aiutata a salire, per quanto dentro di se c'era qualcosa che gli suggeriva che l'erbologa era una ragazza dalle mille sorprese, compresa l'innata capacità di scalare alberi. Gli trasferiva un positivo e autentico senso di selvaggio, di istintivo, un impulso forse imbrigliato fino a qual momento, così, davanti ancora a quegli occhi felini dei quali era dotata la Vilvarin, Irvyne Trigger non poté fare a meno di chiedersi...
E se ti lasciassi andare all'istinto, cosa accadrebbe?
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da Lindë » 01/07/2012, 20:50
Aveva sorriso. Era arrossita. E gli aveva risposto. Non si comportava più così da almeno un anno. Era un bene? Era un male? Non avrebbe saputo dirlo ancora. Irvyne sembrava... scioccato. Non poteva dargli torto. Anche lei, dentro di sé, era scioccata. Aveva sorriso. Era arrossita. Gli aveva risposto. Ed ora gli aveva pure fatto una domanda. Non sembrava nemmeno se stessa. O forse non era mai stata più se stessa di quel momento.
Sono nate dal momento, nulla di più, miss Vilvarin. Volevo dirle qualcosa che cogliesse la sua attenzione, che la facesse voltare senza spaventarsi e allo stesso tempo, che racchiudesse ciò che effettivamente pensavo guardandola in volto...
Lei è... molto galante.
Ed ora anche un complimento. O almeno, normalmente sarebbe stato definito tale. La voce, comunque, non dava l'idea di un insulto. Rimase un secondo a guardarlo, mentre lui sembrava riflettere. Non avrebbe saputo dire su cosa. Lo scoprì poco dopo, in ogni caso.
Le piace guardare il cielo? Perché non mi raggiunge qui... Le mostrerò una costellazione che sono certo lei non abbia mai visto o sentito nominare...
Continuò a fissarlo per un lungo istante, alternando lo sguardo da lui all'albero. Poteva farlo davvero? Poteva essere così pazza e sfacciata da lasciarsi andare ad una cosa del genere? Si sentiva davvero così cambiata? Si avvicinò all'albero, sfiorandone la corteccia coi polpastrelli. Alzò lo sguardo sulla mano tesa di lui e scosse la testa lentamente. Stava rifiutando? In un certo senso. Forse Trigger avrebbe pensato che lei non volesse raggiungerlo. In fondo aveva detto di no. Peccato che, poco dopo, si issò da sola sul ramo sopra il quale era seduto lui. Si sistemò comodamente, scostandosi i capelli dal viso. Poi alzò gli occhi al cielo, guardandolo per alcuni istanti prima di sospirare.
C'è una bella vista, da qui.
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