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E' la casa più infestata di spiriti della Gran Bretagna
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da Sandyon » 23/03/2012, 11:59
Non stava chiedendo di sicuro un perdono immediato da parte dell'amico. Sapeva bene che si era macchiato di un peccato molto grande, molto grave e molto pesante. Per quanto Re Artù non fosse stato in molti casi il marito perfetto, Lancillotto non avrebbe mai dovuto turbare quel grande legame di amicizia che li teneva stretti in un rapporto coltivato da anni e Ginevra non avrebbe mai dovuta accettare. Quella non era null'altro che una situazione analoga e per quanto Asher lo potesse aver guardato male in quei brevi secondi prima della buona e affettuosa comprensione, Sandyon aveva già passato lo maggior parte dei suoi anni davanti allo specchio a fissarsi con occhi ancor peggio, schifati, straziati dal dolore del tradimento, e ulteriormente resi spenti dal rimpianto della morte della persona dalla quale tutto quello era avvenuto. Egoisticamente in molti casi Vastnor aveva ammesso a se stesso che se Rachel fosse rimasta in vita, forse avrebbe saputo reggere meglio il peso di quell'affronto effettuato nei confronti di Tyslion, forse perchè avrebbe provato a se stesso che sarebbe stato un marito migliore di lui, ma quelle erano soltanto scuse su scuse per giustificare qualcosa che appunto, non poteva essere lavato via con qualche anno di matrimonio. La sua anima sarebbe rimasta macchiata per sempre, non c'erano scusanti. Asher poteva capirlo, perdonarlo dalla sua parte e fidarsi ancora di lui ma era certo che la persona unica che avrebbe potuto assolverlo, ora era il suo più acerrimo nemico, rivale e possibilmente anche sicario.
Sei una grandissima testa di c***o e lo sai benissimo. Ti sei macchiato di un crimine orrendo… ma ti ci hanno costretto… quindi è inutile che continui a tormentarti per questo.
La costrizione è quanto ti dicono sotto Imperio di fare qualcosa, Ash, quella non fu una costrizione, quello fu un libero arbitrio, forse dettato da intenzioni costrittive e pesanti, dolorose... Ma comunque un libero arbitrio. Non credo mi tormenterò mai abbastanza; confesso che ci sono istanti in cui penso che la morte di Rachel sia una sorta di punizione divina, ma tanto fino a quando non morirò non potrò interpellare le alte sfere per questa confidenza e non intendo morire molto presto.
Asher non sapeva molto di Tyslion e probabilmente a quanto pareva anche Demetri era piuttosto allo scuro di tutto e della situazione del vecchio amico. Non era una situazione idilliaca perchè il tempo stringeva e i rapporti con Monique non erano facili da gestire con tutte quelle novità alle porte. Parlarle e dirle la verità adesso sembrava divenire l'unica soluzione plausibile per toglierla da quel pasticcio di ingenuità e mistero, ma allo stesso modo Sandyon non riusciva ad essere così certo che fosse la soluzione migliore, non immediatamente almeno. Il giorno dopo le avrebbe parlato in definitiva del motivo del suo arrivo nella scuola, forse quello era un argomento "più leggero" rispetto a tutti il resto, riguardava solo loro due per certi versi e la verità che doveva scorrere nel loro rapporto. In seguito, forse nel weekend si sarebbe occupato di spiegarle con esattezza la valenza di Tisifone nella sua vita e nella sua dinastia, forse in quel modo avrebbe potuto chiederle di arginarla come persone importante e valente per il suo migliore amico da quella storia,e sentiva dentro di se che non avrebbe mai e poi mai voluto deludere le aspettative e la fiducia di qualcuno di così importante come il padrino della docente di Divinazione.
Amico aug… Almeno è già un suo bersaglio…
Alzò appena l'angolo delle labbra come a far intendere lontanamente un sorriso per quella mezza battuta sarcastica e amara che si era permesso Asher, ma alla fine non aveva tutti i torti a scherzarci sopra, d'altronde era la verità che stando vicino a lui oramai era si e no alla stregua di una preda da cacciare e poi se la collaborazione tra Tyslion e il padre di lei era ben fondata, allora tanto sarebbe risultata essere sempre e comunque un nemico da abbattere o al massimo da far unire alla loro causa.
Voglio che Tisifone stia il più lontano possibile da questa storia. Questa Monique è un doppio bersaglio e tu non sei abbastanza lucido per proteggerla, figuriamoci per poter tenere al sicuro anche la mia figlioccia. Non voglio che Tissy ci vada di mezzo in alcun modo. Io ti trovo Tyslion e tu trovi il modo di tenere Tissy lontano da loro.
Conosci bene il mio concetto di onore e fiducia: Semmai dovessi trovarmi a rischiare la vita per tua figlia, per affetto tuo lo farei, cercando di difendere entrambe. Questo stesso Sabato informerò Monique Vireau della situazione attuale spiegandole per filo e per segno il suo legame con Tisifone. Trovo sia l'unica maniera per avere un'ulteriore collaborazione a fare in modo che ne rimanga fuori. Monique è una donna di sani principi, giudiziosa e caparbia, non avrà alcun problema ad aiutarci in questo senso. Non è realmente una "Vireau", Asher, puoi credere alle mie parole. Inoltre... Nicholas Vireau probabilmente ha degli alleati in tutto il mondo a sostenere la sua causa e temo proprio che uno di loro sia un'esponente molto alto della mafia magica russa. Cerca di recepire qualche informazione da qualche persona che... "ci deve un favore" e fammi sapere se hai novità in merito.
Sospirò appena, sbattendo le palpebre lentamente per cercare di canalizzare tutta la calma e focalizzare l'attenzione su tutta la faccenda in un solo ed unico istante. Doveva fare un punto ed un piano della questione in breve, dato che il tempo stringeva ogni ora di più e quello a loro disposizione, purtroppo, sembrava essersi concluso da un pezzo e furono le prime luci dell'alba a segnare quel limite invalicabile. Sandyon comprese bene che se non voleva far si che l'amico si dovesse trovare ad avere una brandina nel suo ufficio ancor prima di parlare a Demetri di lui e del problema, era meglio se lo lasciasse andare e tornare a casa, in fondo, doveva essere anche abbastanza stanco visto il lavoro del giorno prima e l'ora attuale. Si alzò in piedi, scrocchiando il collo e avvicinandosi presso l'uscita della stamberga, affacciandosi solo un secondo per essere sicuro che fossero ancora soli in mezzo a quella selvaggia vegetazione.
Un'ultima cosa, prima di lasciarci ad un aggiornamento non troppo futuro. Hai detto che tua figlia è sveglia ed è una persona perspicace e dalla testa celatamente calda... Nel caso dovesse scoprire qualcosa prima che io possa parlare con Monique, te lo chiedo di nuovo... Vuoi che le faccia dimenticare? Comprendo la paura che hai nei confronti di una sua possibile presa di coscienza, per questo nel caso si creassero problemi, potrei tentare il tutto per tutto... sarei tentato anche di farle dimenticare la presenza nella sua vita di quell'oca che ti tieni in casa, ma ti giuro che mi tratterrò dalla tentazione!
Un'altra leggera battuta, mentre l'uomo si voltava ancora per incontrare gli occhi dell'amico e fargli osservare la più totale e intensa determinazione a far si che il suo patto stretto con Ash fosse completamente rispettato, ad ogni costo, anche quello di morire, se fosse stato necessario. Un leggero attimo di attesa, osservando le reazioni nel viso dell'uomo davanti a lui, poi, l'ultima e decisiva domanda, da quella in poi si sarebbe attenuto alle disposizioni ottenute, aspettando di risentirsi.
... Allora?
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da Tisifone » 27/03/2012, 10:34
Asher non poteva immaginare quanto pesante fosse il senso di colpa che in tutti quegli anni avesse soffocato l’animo di per se non incline alla gioia dell’amico e in quale misura, la morte di Rachel, l’aveva incrementato. Lui la sua battaglia l’aveva combattuta a carte scoperte, da vero Grifondoro, anche se questo aveva significato dover affrontare apertamente il suo rivale e lasciarlo in fin di vita su un campetto da calcio babbano abbandonato, terreno neutro su cui avevano deciso di affrontarsi. Ma erano altri tempi, altre situazioni e probabilmente Sandyon gli avrebbe dato del pazzo se avesse saputo che per conquistare Demetri aveva quasi ucciso un ragazzo, anche se fu proprio quello l’evento che lo convinse che forse, la sola carriera di medimago non faceva per lui.
La costrizione è quanto ti dicono sotto Imperio di fare qualcosa, Ash, quella non fu una costrizione, quello fu un libero arbitrio, forse dettato da intenzioni costrittive e pesanti, dolorose... Ma comunque un libero arbitrio. Non credo mi tormenterò mai abbastanza; confesso che ci sono istanti in cui penso che la morte di Rachel sia una sorta di punizione divina, ma tanto fino a quando non morirò non potrò interpellare le alte sfere per questa confidenza e non intendo morire molto presto.
Compiere un’azione deplorevole per una giusta causa è la peggiore delle costrizioni esistenti – mormorò Asher, con quel tono criptico che ricordava molto Tisifone – Hai usato il tuo libero arbitrio per liberare la donna che amavi da una vita terribile, fatte di mille sofferenze e pochi sprazzi di gioia. Poni le domande a chi di dovere quando verrà il tuo giorno ma fino ad allora tormentarti mi sembra un’inutile perdita di tempo.
Aggiunse poi, parlando con cognizione di causa. Sapeva perfettamente che la vita da mercenario, soprattutto se condotta con la ferocia e la determinazione di Tyslion non portava a nulla di buono, ma solo missioni sempre più pericolose, settimane intere lontano da casa senza dare notizie, ritorni insanguinati e con ferite quasi mortali. Non era vita per una donna quella, soprattutto per lo stillicidio che le ore passate ad aspettare potevano significare non un presto ritorno ma una morte di cui non si avrebbe mai avuto certezza.
Conosci bene il mio concetto di onore e fiducia: Semmai dovessi trovarmi a rischiare la vita per tua figlia, per affetto tuo lo farei, cercando di difendere entrambe.
Annuì alle parole dell’altro, serio, consapevole che avrebbe fatto di tutto pur di difendere Tisifone in caso di pericolo, il problema forse era se la ragazza si sarebbe lasciata difendere da lui. E la presenza di Monique Vireau nell’equazione rendeva il tutto ancora più complicato. Il motivo per cui una pattuglia di Auror non era mai composta da persone legate tra loro da vincoli affettivi era semplice: il vincolo offusca la capacità di giudizio e mette in pericolo tutta l’operazione, anche se entrambi sono dei valenti maghi. Serviva un’abilità fuori dalla norma per riuscire a mantenersi freddi e distaccati in circostanze di pericolo, fidando che l’altro sarebbe stato capace di cavarsela da solo, e per quanto Sandyon fosse uno dei maghi più forti che avesse mai incontrato, non possedeva quella forza d’animo, soprattutto non ora che la VicePreside stava piano piano riempiendo il vuoto che la morte di Rachel aveva creato nel suo cuore.
Questo stesso Sabato informerò Monique Vireau della situazione attuale spiegandole per filo e per segno il suo legame con Tisifone. Trovo sia l'unica maniera per avere un'ulteriore collaborazione a fare in modo che ne rimanga fuori. Monique è una donna di sani principi, giudiziosa e caparbia, non avrà alcun problema ad aiutarci in questo senso. Non è realmente una "Vireau", Asher, puoi credere alle mie parole. Inoltre... Nicholas Vireau probabilmente ha degli alleati in tutto il mondo a sostenere la sua causa e temo proprio che uno di loro sia un'esponente molto alto della mafia magica russa. Cerca di recepire qualche informazione da qualche persona che... "ci deve un favore" e fammi sapere se hai novità in merito.
Si fidava del giudizio del collega e quindi probabilmente poteva anche fidarsi di questa donna, anche se il cognome che portava era per lui sinonimo di grossi, grossissimi guai. L’accenno alla mafia magica russa lo innervosì parecchio, non solo per il potenziale pericolo che rappresentava, ma anche perché qualche soffiata sulla sopravvivenza di Tisifone alla morte dei genitori poteva essere filtrata nei circoli magici di Ekaterimburg. La notizia all’epoca non fece poi così scalpore, disordini sanguinari scoppiavano in qualunque angolo del Mondo Magico, ma andando a stimolare le memorie giuste probabilmente qualche dettaglio particolare che fino a quel momento era stato tenuto nascosto poteva tornare a galla.
Sapevamo che prima o poi il Castello di menzogne e sotterfugi che avevamo messo in piedi sarebbe crollato…
Si disse Asher, ormai rassegnato all’evidenza dei fatti, alzandosi lentamente dalla poltrona, come se quella conversazione avesse aggiunto una decina di anni alle sue spalle non più giovani. Sollevò le braccia verso l’alto per stirare i muscoli indolenziti per il troppo star seduti e si accorse in quel modo che il tempo trascorso era stato tanto e che l’alba doveva essere ormai vicina. Fortuna che il giorno dopo non doveva andare al San Mungo, anche se avrebbe di gran lunga preferito affrontare un turno di diciotto ore piuttosto della conversazione con Demetri.
Un'ultima cosa, prima di lasciarci ad un aggiornamento non troppo futuro. Hai detto che tua figlia è sveglia ed è una persona perspicace e dalla testa celatamente calda... Nel caso dovesse scoprire qualcosa prima che io possa parlare con Monique, te lo chiedo di nuovo... Vuoi che le faccia dimenticare? Comprendo la paura che hai nei confronti di una sua possibile presa di coscienza, per questo nel caso si creassero problemi, potrei tentare il tutto per tutto... sarei tentato anche di farle dimenticare la presenza nella sua vita di quell'oca che ti tieni in casa, ma ti giuro che mi tratterrò dalla tentazione!
Questa volta fu il turno di Asher di sollevare l’angolo della bocca in un piccolo ghigno di fronte alla battuta dell’amico, perché l’uomo non aveva più neanche la forza di sorridere. Apprezzava il tentativo fatto da Sandyon di alleggerire un po’ la situazione ma purtroppo ormai c’era poco da fare.
... Allora?
Vorresti Oblivare lei, la tua fidanzata e metà Hogwarts? Perché lo sai vero, che il Castello ha orecchie ovunque?
Rispose alla domanda con un'altra domanda, consapevole che se Tisifone sapeva già la verità allora le persone da mettere a tacere sarebbero state tante, Di sicuro questa Monique non le sarebbe mai andata a dire nulla di propria volontà ma i nemici contro combattevano avevano armi subdoli e non si potevano permettere di lasciare andare in giro qualcuno che conoscesse la verità.
Sarebbe troppo tardi e oblivarla le farebbe solo più danno. Credo che Demetri abbia ragione, ormai Tisifone ha un’età in cui non sapere la mette più a rischio della verità. Se conosce la sua storia, o anche solo una parte di essa, sarà in grado di proteggersi meglio. Un nemico noto si affronta meglio di uno ignoto, anche se spero che altri dettagli non vengano a galla.
E con questo si riferiva al chi e al perché aveva ucciso i suoi genitori.
Per me è ora di andare. In ogni caso ti farò avere al più presto notizie fresche su Tyslion.
E così dicendo fece un cenno veloce del capo all’amico e si smaterializzò direttamente a casa, trovandosi di fronte un Demetri ben sveglio e un cipiglio poco amichevole sul volto.
Due ore fa è esplosa una fabbrica di giochi magici nel Surrey e il San Mungo vuole che ti precipiti in Ospedale. Strano, non dovevi essere lì?
Gli chiese con quel tono beffardo che lasciava prevedere grossi guai, sventolando in una mano il biglietto che gli aveva lasciato prima di andare alla Stamberga Strillante.
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da Jorge » 10/07/2013, 20:45
[ Sabato 8 Ottobre - Prima della Gara con la Cyprus - ore 11.30 – Verso la Stamberga Strillante] Come primo appuntamento in assoluto della sua carriera di adolescente maschio in piena rivoluzione ormonale Jorge non poteva che essere più soddisfatto. Era in compagnia di una ragazzina molto bella, arguta, divertente che invece di trascinarlo per i negozi magici di Hogsmeade e poi da Madame Piediburro, gli aveva chiesto di visitare quello che veniva definito il luogo più infestato di tutta l’Inghilterra. Chiedergli di non gongolare per quello sarebbe stato impossibile e infatti il Delfino camminava con un’aria sorniona tipica del gatto che aveva appena mangiato un’intera voliera, sfiorando a tratti la mano che Elbeth aveva posato sul suo braccio come se si volesse sincerare che fosse reale e non tutto frutto della sua immaginazione. Ultima possibilità – disse con fare serio senza però perdere la luce di divertimento che gli illuminava gli occhi una volta che giunsero in prossimità del bivio non segnalato del sentiero che da Hogwarts portava a Hogsmeade – In fondo a questa strada si apre il villaggio con le sue vetrine scintillanti mentre da questa parte – e con il braccio libero indicò quello che aveva tutta l’aria di un sentiero artigianale, tracciato cioè dai piedi delle migliaia di studenti che negli anni vi avevano camminato, che si perdeva in un boschetto ma che doveva ricomparire un po’ più a valle per poi risalire visto che sullo sfondo in cima a una collinetta si stagliava contro il cielo limpido di Ottobre la Stamberga – c’è una vecchia, semibuia, di sicuro umida e probabilmente infestata catapecchia… Dove vuole andare Signorina Queen?Le chiese usando quello che sperava fosse un modo di fare galante e gentile che non lo facesse sembrare né un damerino né un villano. E se Elbeth non avesse cambiato idea e quindi avesse optato per il sentiero poco battuto, Jorge avrebbe girato a sinistra e si sarebbe inoltrato con lei in quel piccolo bosco, facendo liberando il braccio dalla presa della Grifa solo per tentare di prenderle la mano. Sia che ci riesca o meno, il portoghese si avviò lungo il pendio precedendo di un passo la compagna per evitare che potesse inciampare in una radice o simili. Quasi quasi mi dispiace non aver letto con più attenzione Storia di Hogwarts - disse a un certo punto, mentre camminavano evitando rami sporgenti e pietre aguzze - A quest'ora avrei potuto impressionarti con un sacco di aneddoti divertenti o paurosi sulla Stamberga come per esempio che è il nascondiglio di qualche creatura rara o che McDullan la usa come stalla per gli Ippogrifo quando piove. Raccontò con un'aria tra il serio e il faceto come se volesse far credere all'altra di stare parlando seriamente. In ogni caso non capisco perché quel libro sia così bistrattato dagli studenti, ci sono scritte un sacco di cose interessanti e proibite.
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da Elbeth » 12/07/2013, 11:23
Tu non sei reale
Le parole di Jorge le risuonavano ancora nella testa. Decisamente Alvares era su di giri quel giorno! Lo aveva già pensato, mentre la alzava da terra e la faceva girare in aria. Non pensava che la Stamberga Strillante potesse provocare in lui una tale reazione. Non era riuscita a pronunciare nulla, né a bloccare l’impeto del portoghese, ma quando lui aveva riso, aveva riso anche lei. Era stata una bella sensazione volteggiare per aria… Quando l’aveva posata per terra, era rimasta per un po’ in imbarazzo: non era abituata a tanta confidenza. Ma ora, mentre si avvicinavano alla meta della loro gita, Elbeth era molto più tranquilla e a suo agio con lui. La spontaneità del Delfino era contagiosa! Certo, si prendeva un po’ troppa confidenza con lei, ma Elbeth sapeva bene che era lei quella strana in tal senso, non certo Jorge. Era quasi certa che il suo sfiorarle la mano poggiata sul braccio, ogni tanto, non fosse per nulla casuale, anche se lui faceva finta di niente. Ogni tanto gli occhi scuri della ragazzina lo sbirciavano non visti: Alvares era perennemente sorridente, con quel suo sorriso furbo e la sua faccia da schiaffi. E questo, in fondo, le faceva piacere. Nello stesso tempo però non sapeva bene come comportarsi con lui. Si era già fidata una volta, di altri occhi azzurri, molto diversi dai suoi. Distolse lo sguardo, diventato improvvisamente triste. Si sarebbe fidata di nuovo? Non voleva perdere anche lui… Strinse un po’ di più la sua mano sul suo braccio.
Ultima possibilità In fondo a questa strada si apre il villaggio con le sue vetrine scintillanti mentre da questa parte… Un sentiero poco battuto si biforcava davanti a loro, segnato dai passi che avevano più volte percorso quella medesima strada, e sembrava condurre in una piccola radura, per giungere, infine, alla tanto agognata meta spiritata.
…c’è una vecchia, semibuia, di sicuro umida e probabilmente infestata catapecchia… Dove vuole andare Signorina Queen?
Elbeth inarcò un sopracciglio e lo fissò con aria ironica.
Che domande mi fai, Alvares?
E senza rispondergli esplicitamente, si scostò dal suo fianco, lasciando scivolare la mano sul suo braccio, fino quasi a sfiorargli la mano e si posizionò di fronte a lui.
Andiamo!
Disse, tirandolo impaziente ormai per la mano. Jorge non se lo fece ripetere due volte e si portò di un passo davanti a lei, a condurla lungo il sentiero che si snodava all’interno del boschetto. La strada era per quanto battuta, un po’ accidentata, quasi che preparasse il visitatore a ciò che lo avrebbe atteso di lì a poco nella Stamberga. C’erano rami che spuntavano improvvisi, alle volte quasi sembravano dotati di vita propria per quanto, inopportuni, se li trovavano di fronte alle loro facce, e c’erano anche sassi che intralciavano il passo nei posti più improbabili. Non c’erano i rumori sinistri degli animali che popolavano il bosco, come nella Foresta Proibita, ma quello strano silenzio irreale permeava il breve tratto accidentato, che li avrebbe condotti nel luogo più infestato dagli spiriti di tutta la Gran Bretagna!
Quasi quasi mi dispiace non aver letto con più attenzione Storia di Hogwarts . A quest'ora avrei potuto impressionarti con un sacco di aneddoti divertenti o paurosi sulla Stamberga come per esempio che è il nascondiglio di qualche creatura rara o che McDullan la usa come stalla per gli Ippogrifo quando piove. In ogni caso non capisco perché quel libro sia così bistrattato dagli studenti, ci sono scritte un sacco di cose interessanti e proibite.
La mano di Jorge era calda e sicura, mentre la conduceva verso la Stamberga Strillante. Elbeth si stava quasi abituando a quella strana confidenza con il ragazzino, decisamente più intraprendente di quanto si sarebbe immaginata. Ogni tanto aveva ancora qualche timore, ma le parole del Delfino arrivavano sempre al momento giusto, ad interrompere i brutti pensieri ed i dubbi che la ragazzina, data la sua diffidenza, spesso provava.
Storia di Hogwarts è molto sottovalutata! – lo disse convinta: spesso molte delle idee che aveva sul castello erano scattate proprio leggendo quel libro ed una in particolare le frullava da un po’ per la testa – Ci sono almeno un paio di posti che dovremmo esplorare… e studiare. Sono certa che ancora non sono stati scoperti…
L’ultima parte fu mormorata con tono circospetto, parlando più a se stessa, che non al ragazzino. Se Alvares avesse voluto, avrebbe anche potuto confidargli le sue idee. Anzi, era da un po’ che gliene voleva parlare, ma la prolungata assenza di Jorge e Cappie le aveva forzatamente impedito di parlarne. Fu lei questa volta ad accorgersi di un ramo che quasi finì in faccia al portoghese, forse distratto dai suoi discorsi! Elbeth lo strattonò per la mano, bloccandolo in tempo.
Non ti pare che anche questo boschetto risenta degli influssi degli spiriti della Stamberga? E’ un po’ troppo… vivo!
Si avvicinò un po’ di più a lui, poggiando l’altra mano, quella libera, sul suo braccio, lo stesso con il quale Jorge le stringeva l’altra mano, in modo da accostarsi ancora (il ragazzino era un bel po’ più alto di lei!) e per poi mormorargli all’orecchio con tono sommesso e complice i suoi sospetti. Mentre lo faceva, lasciò vagare lo sguardo e fissò la catapecchia che si scorgeva ormai nitidamente dietro gli ultimi alberi davanti a loro.
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da Jorge » 12/07/2013, 17:43
Da quando aveva deciso di comportarsi in maniera spontanea con Elbeth, non pensando a quella loro uscita come a un vero e proprio appuntamento ma solo come a un'altra occasione per passare del tempo con lei, le cose dal punto di vista di Jorge erano andate decisamente meglio. L'aveva sollevata in aria e fatta girare perchè era contento del luogo che aveva scelto per trascorrere quella limpida mattinata di Ottobre, le aveva offerto il braccio con fare galante e si era preso la libertà per tutto il tragitto di accarezzarle la mano e lei non solo non si era ritratta ma a volte aveva rafforzato la presa su di lui. Che anche la Grifa temesse che lui potesse dissolversi? Quello non era una domanda a cui il portoghese poteva rispondere e in fondo non gli interessava neanche più di tanto, non finchè la Menina avesse continuato a camminare al suo fianco e a sorriderle e scherzare con lui. Giunti al bivio, Jorge mise alla prova la volontà della ragazzina, chiedendole dove effettivamente volesse andare se al villaggio o alla Stamberga Strillante.
Che domande mi fai, Alvares? Andiamo!
Agli ordini.
Esclamò soddisfatto, stringendo la presa sulla mano che Elbeth aveva fatto scivolare nella sua e lasciandosi trascinare per un paio di passi, prima di portarsi in testa a quella mini carovana e iniziare a chiacchierare sul luogo dove si stavano recando. Era strana la sensazione di avere una mano piccola e delicata come quella della ragazzina stretta tra la sua e cercando di essere il più casuale possibile mosse il pollice sul dorso della mano di lei per togliersi il primo di una serie di dubbi che assillavano la sua mente di quattordicenne in piena crisi ormonale: se la pelle della Menina era davvero morbida come sembrava.
Storia di Hogwarts è molto sottovalutata! - Jorge inarcò un sopraciglio a quella affermazione piacevolmente sorpreso. Dagli sbuffi che si erano levati nella sua Sala Comune la prima e unica volta che si era azzardo a portare su il libro aveva pensato che fosse una cosa da babbani sfigati leggerlo. Questo non lo aveva fatto desistere solo che da quel giorno non lo aveva più preso in prestito dalla Biblioteca. Sentire quindi una Purosangue come Elbeth dire una cosa del genere non poteva che inorgolirlo - Ci sono almeno un paio di posti che dovremmo esplorare e studiare. Sono certa che ancora non sono stati scoperti.
Dubito che esista un solo anfratto di Hogwarts che non sia stato rivoltato come un calzino - commentò il delfino usando un linguaggio tipicamente babbano senza badare al fatto se potesse essere comprensibile o meno all'altra. Non era una mancanza di rispetto la sua, solo una ulteriore prova di quanto si sentisse a proprio agio con lei, certo che la ragazza non si sarebbe fatta scrupoli a chiedergli eventualmente spiegazioni. Dopotutto erano amici no? - Però sono curioso di sentire quali sono questi posti misteriosi che ti incuriosiscono. Chissà che non li conosca.
Aggiunse facendole l'occhiolino e perdendo in quel modo di vista la strada di fronte a loro, o meglio il ramo che per poco non lo colpì in faccia. Menina mi hai salvato la vita, te ne sarò debitore a vita.
Se dovessi rimettere piede in Infermeria anche solo per un minuto credo impazzirei.
Affermò serio. Per quanto l'essere medicato dalla sorella di Alya avesse un certo fascino del proibito per il portoghese, non aveva ancora dimenticato il dolore delle medicazioni dopo lo scontro con i minidraghi e tutto quello che ne era seguito. Qualsiasi pensiero negativo venne spazzato via nel momento in cui la ragazza gli si fece più vicina, appoggiandosi quasi completamente a lui, solleticando il suo naso con un odore dolce che per qualche strano motivo gli fece venire l'acquolina in bocca. Istintivamente Jorge districò la mano dalla stretta della Grifa per cercare di far scivolare il braccio intorno alla sua vita. Se ci fosse riuscito avrebbe accolto la ragazza in un abbraccio lento, per non farla sentire in trappola, chinando la testa in modo da permetterle più facilmente di sussurrargli in un orecchio. In quel modo alcune ciocche di lei gli avrebbero sfiorato la guancia facendolo ridacchiare. Non ti pare che anche questo boschetto risenta degli influssi degli spiriti della Stamberga? E un po troppo…
vivo!
Hummm… spero solo che gli animali che lo popolano siano tutte di piccola stazza e innocui, da una X massimo ecco – commentò serio lasciando spaziare a sua volta lo sguardo alla ricerca di eventuali visitatori a quattro o a due zampe – In ogni caso un bosco senza animali deve essere qualcosa di veramente inquietante… più di una casa stregata anche se mi pare di ricordare che non ci siamo fantasmi nella Stamberga.
Disse aggrottando le sopracciglia in un palese sforzo di ricordare quello che aveva letto su Storia di Hogwarts. Nel suo vagare con gli occhi intorno a loro, il delfino si rese conto che ormai erano quasi arrivati e la strada fino alla vecchia casa era libera da alberi e cespugli.
Dai facciamo una corsa… chi arriva ultimo paga pegno.
Propose quindi, rivolgendo a Elbeth un sorriso divertito con gli occhi che gli luccicavano dalla felicità, liberandola contro voglia dal suo abbraccio, sempre ammesso che il tentativo di prima fosse andato a buon fine, in modo tale che se l’altra avesse accettato non avrebbe avuto problemi a partire per quella piccola pazza corsa. Il percorso non era complicato, altri cinquanta metri in discesa, poi avrebbero dovuto scavalcare la recinzione e infine risalire per altri cento metri.
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da Elbeth » 14/07/2013, 17:27
La strana sensazione di trovarsi a suo agio con Jorge, stava sciogliendo con decisione ogni imbarazzo che avrebbe potuto avere nei suoi confronti.
Dubito che esista un solo anfratto di Hogwarts che non sia stato rivoltato come un calzino.
Dici? - ironizzò misteriosamente lei.
Però sono curioso di sentire quali sono questi posti misteriosi che ti incuriosiscono. Chissà che non li conosca.
Elbeth ne dubitava, ma mentre lo ascoltava parlare, constatò come fossero compatibili e si divertissero insieme, in modo molto naturale. Era sconcertata, però, di esserlo così tanto! Così tanto da lasciarsi andare anche a manifestazioni fin troppo tranquille con lui. Stava per dare spiegazioni sulle sue bizzarre idee sugli anfratti dal castello, quando se ne accorse presto! Infatti, avvicinatasi a lui per confidargli i suoi dubbi sul bosco che circondava la Stamberga Strillante, il Delfino liberò la presa sulla sua mano, lasciandola per un attimo perplessa. Quello che non si aspettava era di ritrovarsi abbracciata a lui, in una posa che era decisamente troppo intima per lei! Si irrigidì immediatamente, ma non potè ritrarsi da lui. Quindi rimase dov’era, come un’ebete, a fissare davanti a lei ed arrossendo come poche volte le era capitato nella sua vita! Certo è che non riusciva neanche più a controllare il suo corpo, dato che il suo cuore aveva improvvisamente accelerato i battiti e il respiro le si era quasi mozzato in gola. Per Morgana! Cosa diavolo le stava succedendo? Finora, fatta eccezione per Steve, non aveva mai avuto altri contatti con l’altro sesso e pur essendo consapevole che quello con Jorge era un appuntamento, non aveva mai guardato al portoghese con quegli occhi! Beh... diciamo che si era sforzata di non pensarci... Quegli occhi di solito li vedeva soprattutto nelle ragazze più grandi e in un certo qual modo le guardava con superiorità e distacco, pensando di esserne immune. Ok, ok, aveva anche lei, come tutte, espresso le sue preferenze, ad esempio sugli insegnanti più affascinanti di Hogwarts (il professor Turner o Connor ad esempio), ma quei commenti non si erano mai estesi anche ai compagni di scuola! Non fino ad ora, almeno!
Dopo l’iniziale imbarazzo, la ragazzina notò che era piacevole essere sorretta e sostenuta da un ragazzo. Non erano gli abbracci che le dava Richard, nè provava la calda rassicurazione di quelle poche volte che l’aveva fatto suo padre. Era qualcosa di diverso... Profondamente diverso. Era come se qualcosa, di molto nascosto e fragile, si sciogliesse dentro di lei e andasse protetto. E trovasse riparo e cura nella presa salda del ragazzino. Quel luogo nascosto sembrava svelarsi a lei per la prima volta...
Così presa da quelle strane sensazioni che si accavallavano alla velocità della luce e nello stesso tempo le facevano vivere quegli istanti come al rallentatore, non riuscì neanche a comprendere ciò che Jorge le stava dicendo. Anche perchè il modo in cui lo fece, la confuse ancor di più.
Hummm…
Sentire il sussurro del portoghese sfiorarle l’orecchio, quasi appoggiandosi a lei, la fece irrigidire ancora, mentre il suo cuore non accennava a rallentare il battito!
...spero solo che gli animali che lo popolano siano tutte di piccola stazza e innocui, da una X massimo ecco. In ogni caso un bosco senza animali deve essere qualcosa di veramente inquietante… più di una casa stregata anche se mi pare di ricordare che non ci siamo fantasmi nella Stamberga.
Rimase in silenzio. Non riusciva a spiccicare parola. C’erano cosa nella Stamberga...? Fantasmi...? Sembrava aver perso anche l’uso della ragione. Troppa confusione. Troppe sensazioni sconosciute. Troppi pensieri che si accavallavano uno dietro l’altro. E, su tutti, un’emozione nuova...
L’aveva già provata, per un attimo, durante la lezione di pozioni sull’Amortentia, ma allora non aveva idea di cosa fosse e così come era venuta se ne era presto andata. Ma ora? - si trovò a pensare, leggermente agitata. Ancora in silenzio cercò di respirare normalmente e riprendere un pò il controllo del suo corpo. Cos’era quella dolcezza che il ragazzino le ispirava? E mentre cercava di dare un senso a tutto ciò che stava provando, Jorge, l’irrefrenabile e sempre imprevedibile Delfino, la liberò improvvisamente dall’abbraccio.
Dai facciamo una corsa… chi arriva ultimo paga pegno.
Non fu abbastanza pronta da ribattere in quelle condizioni. Jorge era già scattato. Lei era rimasta lì, a fissarlo correre, l’espressione ancora sconcertata sul suo giovane viso. Aveva barcollato impercettibilmente quando la presa sul suo fianco era venuta meno e... Aggrottò un attimo la fronte. ...era stato strano non sentirla più. Poi, il cuore era tornato regolare, il respiro tranquillo, le sue gambe finalmente dopo degli attimi eterni (in realtà era durato solo qualche istante in quella percezione distorta del tempo che stava vivendo!) erano scattate ad inseguire Jorge. Non amava le attività fisiche in genere, non vi era molto portata [talento/fisico=6], quindi si ritrovò alla fine del sentiero che Jorge aveva percorso in un lampo, con un fiatone tremendo. Per di più le toccò scavalcare anche la recinzione, mostrando tutta la sua incapacità in quel genere di attività. E come se non bastasse, dovette correre ancora! Alla fine era sfinita. Poggiò le mani sulle ginocchia e cercò di portare quanto più ossigeno possibile ai suoi polmoni. Dopo, rialzò lo sguardo furente su Alvares!
Non farmi più di questi scherzi, se non vuoi vedermi morta!
Gli disse puntandogli contro un dito minacciosa.
Preferisco affrontare animali di pericolosità XXX, piuttosto che correre!
Poi si rialzò, cercando di darsi un contegno, e lo fissò, ironica, con i suoi occhi scuri in quelli azzurri di lui.
...e puoi anche scordarti che pago pegno!
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da Jorge » 14/07/2013, 19:42
Il fatto che Elbeth non gli avesse spiegato quali fossero questi fantomatici luoghi di Hogwarts che secondo lei necessitavano una ricerca approfondita lo fece rimanere male, come se la Menina non si fidasse abbastanza di lui per fargli certe confessioni. E come poteva mai biasimarla quando aveva messo a rischio l’incolumità di Cappie per il suo maledetto e smisurato orgoglio per non parlare della battaglia epica che era stata combattuta a Hogwarts subito dopo? Certo la Grifa, così come il resto della scuola, non erano a conoscenza del ruolo cruciale svolto dai due ragazzini, ma il portoghese aveva la classica coda di paglia che gli impediva di ragionare lucidamente, per non parlare del fatto che essersi guadagnato 3 mesi di sospensione non fungeva proprio come una grande garanzia di affidabilità. Deglutì con forza, stringendo un pochino di più la mano di Elbeth nella propria per cercare di inghiottire quel rospo e impedire che quella delusione momentanea ed effimera potesse rovinare quella che aveva le potenzialità per essere una giornata indimenticabile. E infatti poco dopo Jorge ebbe la possibilità, o meglio se la costruì ad arte, di avvolgere la ragazzina in un abbraccio dolce e confortevole che gli fece accelerare i battiti del cuore e defluire il sangue in parte che ancora non sapeva bene come gestire. Di certo l’odore inebriante di Elbeth che gli rimase addosso non gli permettevano di recuperare velocemente la padronanza di sé e neanche i suoi capelli che gli stavano solleticando la guancia. Fu tentato di sollevare una mano, farla scorrere lungo la schiena della Grifa e accarezzarle i capelli per vedere se erano morbidi al tatto come sembravano ma alla fine decise di soprassedere, preferendo invece coinvolgere la ragazzina in quello che reputava essere un gioco divertente, una sfida a chi riusciva ad arrivare prima alla Stamberga e per rendere il tutto più stimolante propose che chi fosse arrivato per ultimo avrebbe pagato pegno. Quale pegno, lo avrebbero scelto poi insieme successivamente. Fatta la proposta allora e scambiando il silenzio dell’altra come una sorta di assenso, Jorge l’aveva a malincuore liberata ed era scattato a correre giù lungo il pendio, scartando a destra e a sinistra [Talento (F)=12] per evitare qualche sasso più grande che avrebbe finito per fargli non poco male. Rideva mentre correva, perché si sentiva bene come ogni volta che si trovava a fare dell’esercizio fisico, e socchiuse gli occhi con il vento che gli scompigliava i capelli tanto che poteva quasi immaginare di trovarsi a cavallo di una scopa, nonostante le botte che riceveva su un fianco dalla borsa che vi rimbalzava contro. Non si volse indietro, convinto che la Menina fosse a un passo, massimo due da lui e quando arrivò alla recinzione frenò bruscamente per poi passare tra le due assi di legno e riprendere a correre, adesso che si trovava in salita con meno sprint di prima ma nonostante quello riuscì a giungere per primo. Si godette quindi l’arrivo di Elbeth, rossa in viso e con i capelli scarmigliati, più bella di quello che le era sempre sembrata forse perché per un ragionamento contorto da uomo o solo da Jorge vederla in quella situazione non impostata e sotto controllo le dava la sensazione che fosse davvero lei.
Non farmi più di questi scherzi, se non vuoi vedermi morta!
Su dai per una piccola e innocua gara.
Ribattè, ansimando un po’ per lo sforzo appena compiuto, il sorriso ancora che permaneva sulle sue labbra.
Preferisco affrontare animali di pericolosità XXX, piuttosto che correre!
Esagerata. E guarda che se hai intenzione di entrare nella squadra di Quidditch dei Grifondoro dovrai farti piacere anche la corsa. Stone dice che per cavalcare bene la scopa si deve avere un fisico ben allenato. Anzi se vuoi possiamo allenarci insieme uno di questi pomeriggi.
Propose, dando per scontato che Elbeth volesse giocare a Quidditch o che almeno ci volesse provare.
...e puoi anche scordarti che pago pegno!
Ma come Menina. – disse quindi, avvicinandosi a lei lentamente con una luce di sfida negli occhi – Una Grifa come te che viene meno alla parola data e si tira indietro di fronte a un piccolo e innocuo pegno? Cosa mai di così terribile pensi potrei mai chiederti per tirarti indietro in questo modo?
E se Elbeth non si fosse in qualche modo allontanata o lo avesse fermato in qualche modo, Jorge sarebbe giunto di fronte a lei a non più di un passo e, sollevata la mano destra, avrebbe tentato di attorcigliare una ciocca dei suoi capelli intorno a un dito, fregandola tra i polpastrelli per un secondo o due, prima di portarla dietro l’orecchio della ragazza come se avesse solo voluto liberare il suo viso da quell’ostacolo.
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da Elbeth » 14/07/2013, 22:27
Esagerata. E guarda che se hai intenzione di entrare nella squadra di Quidditch dei Grifondoro dovrai farti piacere anche la corsa. Stone dice che per cavalcare bene la scopa si deve avere un fisico ben allenato. Anzi se vuoi possiamo allenarci insieme uno di questi pomeriggi.
E chi ti dice che vorrei entrare nella squadra di Quidditch?
L’espressione allibita di Elbeth la diceva lunga su quanto amasse il Quidditch. Non che non le piacessero le partite, ma volare, insomma... le causava qualche problema. Si mordicchiò il labbro inferiore nervosamente. Ovviamente Jorge come tutti i maschi di estrazione magica adorava lo sport magico nazionale! Era evidente dal tono che aveva usato. Come dirgli che soffriva di vertigini e che stare sulla scopa era più un supplizio che non un piacere? Quindi, cercando di eludere la domanda, proseguì il discorso su Hogwarts che aveva lasciato in sospeso.
Piuttosto, dovrai venire con me in esplorazione, quando torneremo al castello. Ma dobbiamo farlo in modo... discreto - incrociò le braccia sul petto, prima di proseguire - Non trovi strano che non ci siano più passaggi segreti attivi ad Hogwarts? Eppure ce ne erano tanti...
Fece un passo verso di lui, sciogliendo la posizione e gesticolando un pò per spiegargli la sua teoria ispirata appunto all’appendice che “Storia di Hogwarts” aveva dedicato alla Seconda Guerra Magica. Lo fissò con sguardo furbo.
E se non tutti i passaggi segreti fossero stati scoperti? Possibile che non ce ne sia uno nei sotterranei? Dai... sarebbe il primo posto dove crearlo, no? Anche più d’uno. Anche i Babbani lo facevano!
Jorge non lo poteva sapere, ma essendo il padre di Elbeth un esperto di reperti medievali, era ovvio che la ragazzina conoscesse bene quel periodo storico e non solo dal punto di vista della storia magica. Quando poi rincarò la dose dicendo che non avrebbe pagato pegno...
Ma come Menina. Una Grifa come te che viene meno alla parola data e si tira indietro di fronte a un piccolo e innocuo impegno?
Lo fissò con aria scettica, ancora con le braccia conserte.
Sei pericoloso, Alvares...
Soprattutto quando faceva quelle affermazioni e con quello sguardo, con quella luce particolare negli occhi. Era attratta dalle sfide, ovvio. Come tutti i Grifondoro. E il portoghese lo sapeva bene. Infatti la sua affermazione successiva lo confermò.
Cosa mai di così terribile pensi potrei mai chiederti per tirarti indietro in questo modo?
Stava per rispondere a tono alla provocazione del Delfino, quando le si avvicinò ancora. Abbastanza da essere ormai ad un passo da lei. Sempre con quella luce di sfida negli occhi che la incatenavano. Rimase in silenzio. Ancora una volta. Sembrava che il ragazzino ci stesse provando gusto a sconcertarla ogni volta. Ed ogni volta osava un pò di più...
Le prese una ciocca di capelli tra le dita e delicatamente e molto lentamente gliela sistemò dietro l’orecchio. I suoi occhi scuri non avevano smesso neanche per un attimo di fissare quelli azzurri del ragazzino. Da quando era così sicuro di sè in quelle cose? D’altronde era normale. Era più grande di lei... Però, non lo aveva mai visto in quegli atteggiamenti nè con Cappie, nè con altre ragazzine. Ancora una volta il suo cuore aveva deciso di battere per conto suo!
Jorge...
Sussurrò sorpresa. In realtà non sapeva bene cosa dirgli. Ma il suo nome, pronunciato dolcemente, uscì lo stesso dalla sua bocca.
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da Jorge » 15/07/2013, 12:24
E chi ti dice che vorrei entrare nella squadra di Quidditch?Il tono di voce usato da Elbeth per pronunciare quella semplice domanda smontò in un istante tutta l'euforia di Jorge sul Quidditch e sulla possibilità di allenarsi insieme. Le rivolse quindi un'occhiata perplessa e valutativa, inclinando la testa di lato in un gesto infantile che aveva acquisito da bambino, quando si trovava a sbirciare le conversazioni degli adulti da dietro la balaustra della scala e che non l'aveva ancora abbandonato, probabilmente perchè non si accorgeva di farlo. Credevo che per voi Purosangue giocare a Quidditch fosse una sorta di punto d'onore, un po' come per tutti i giovani babbani il giocare a calcio ... Pensa che prima di ricevere la lettera da Hogwarts pensavo che sarei diventato un ottimo giocatore di calcio - precisò con una nota strana nella voce come se in un angolo della sua mente fosse ancora dispiaciuto di non potersi dedicare a quello sport anche se di sicuro avrebbe sofferto maggiormente se si fosse trovato costretto a rinunciare al Quidditch - in più il campionato femminile ha un forte seguito ed è importante quanto quello maschile - cosa che invece non si poteva dire del calcio femminile babbano. Incrociò le braccia e il suo sguardo divenne sospettoso [Intuito (S)=10] mentre osservava la Menina mordicchiarsi il labbro inferiore come se fosse nervosa o se ci fosse qualcosa che non gli stava dicendo - Perchè non vuoi entrare nella squadra di Quidditch?Chiese quindi alla fine, diretto e impertinente come era il suo solito, perchè non voleva che la cotta che provava nei confronti della Grifa lo spingessero a comportarsi con lei in maniera differente, neanche durante il loro primo appuntamento. Si conosceva troppo bene per illudersi di poter mantenere una facciata diversa, più dolce e delicata del solito, a lungo e non voleva neanche che lei lo accettasse per qualcosa che non era. La Grifa però non sembrava essere intenzionata a rispondere a quella domanda diretta, preferendo riprendere il discorso sui "segreti" di Hogwarts. Piuttosto, dovrai venire con me in esplorazione, quando torneremo al castello. Ma dobbiamo farlo in modo... discreto.Discrezione è il mio secondo nome... anche se lo uso poco.Una battuta autoironica e irriverente, visto il numero di punizioni che aveva alle spalle, ma era un modo come un altro per assicurare alla Grifa la sua disponibilità per fare qualsiasi cosa avesse voluto e non solo per farle piacere ma perchè l'idea di "esplorare" il Castello lo solleticava non poco. Non trovi strano che non ci siano più passaggi segreti attivi ad Hogwarts? Eppure ce ne erano tanti... E se non tutti i passaggi segreti fossero stati scoperti? Possibile che non ce ne sia uno nei sotterranei? Dai... sarebbe il primo posto dove crearlo, no? Anche più d’uno. Anche i Babbani lo facevano!Passaggi segreti. Gli occhi di Jorge si illuminarono di eccitazione a quelle due semplici parole mentre la sua mente febbrilmente iniziava a lavorare per cercare di ricordare il più possibile di quello che aveva letto su Storie di Hogwarts e delle storie di cavalieri medievali che la madre era solita raccontargli quando era piccolo per farlo addormentare. Dopo la seconda guerra, con i Mangiamorte dentro e fuori le mura credo che sia ovvio che abbiano cercato di impedire qualsiasi accesso al Castello non autorizzato, per non parlare della guerra tra le scuole - Non aveva letto molto di quell'avvenimento ma era certo che con un nuovo pericolo che incombeva su Hogwarts la Preside avesse rivoltato il Castello alla ricerca di eventuali punti deboli che potessero essere sfuggiti in passato. - Però si, un'incursione nei sotterranei non può far male al massimo possiamo ripiegare sulle cucine.Mormorò sornione con un'aria soddisfatta. Ricordava ancora il giorno in cui si era recato in Biblioteca e dopo un'incontro poco piacevole con Lingua Argentata aveva scovato quella preziosa informazione proprio nel tomo di Storie di Hogwarts* anche se non aveva mai avuto la necessità di andarle a visitare, non dopo che Turner aveva convinto la Preside a istituire la merenda delle cinque in Sala Grande. Intanto Elbeth aveva ripreso fiato dopo la corsa a cui l'aveva, per così dire costretta, e lo aveva usato per mettere in chiaro che non aveva alcuna intenzione di pagare pegno nonostante avesse perso la gara. Pur non avendo la minima idea di cosa chiederle, Jorge non poteva accettare che la ragazzina si tirasse indietro così decise di fare leva sulle sue doti di Grifondoro per spronarla ad accettare con coraggio le conseguenze del suo scarso allenamento. Sei pericoloso, Alvares...Un ghigno predatore, o almeno un'ombra di esso visto che alla fine il portoghese aveva solo quattordici anni, si dipinse sul volto del ragazzino a quella precisazione, facendolo stranamente sentire soddisfatto di sè e incoraggiandolo ad andare avanti a pungolare la compagna di scuola. Prima che però questa potesse in qualche modo rispondergli, Jorge le si avvicinò fino a fermarsi a pochi passi da lei per sistemarle una ciocca di capelli dietro le orecchie un po' perchè gli piaceva guardare il suo viso senza troppi ostacoli un po' perchè così avrebbe potuto saggiarne la morbidezza. Si resa conto che qualcosa tra loro era cambiata - o forse era cambiata solo per lui - nell'istante in cui Elbeth non si sottrasse a quel suo gesto ma rimase ferma e immobile a sostenerle lo sguardo con una luce negli occhi che il delfino non sapeva come interpretare. Portato a termine il gesto stava per ritirarsi indietro quando accadde qualcosa di inaspettato: la Menina che lo chiamava per nome per la prima volta a memoria sua da quando si erano conosciuti. Jorge...Non notò la nota di sorpresa nella sua voce, troppo concentrato su quanto suonava dolce e giusto il suo nome pronunciato da lei. Voleva sentirglielo ripetere più spesso, mentre chiacchierava, mentre ridevano insieme e perchè no anche mentre studiavano, con lui che la aiutava a fare i compiti o anche a volare sulla scopa. Non si spingeva oltre la fantasia del Delfino, cresciuto troppo lontano dalle strade di Alfama anche solo per immaginare di poter fare altro, ma nonostante questo il suo istinto gli diceva che quello era il momento giusto per un assaggio di gelato, per scoprire di cosa sapesse Elbeth. Così invece di ritirare la mano la fece scendere delicatamente sulla guancia della ragazza, tracciando dei cerchi concentrici su di essa, piccole carezze leggere, e continuandola a guardare dritta negli occhi abbassò il viso lentamente, per non spaventarla e darle il tempo di ritrarsi se avesse voluto. Ma se Elbeth non si fosse mossa allora Jorge le avrebbe sfiorato le labbra con le proprie in un bacio casto e per nulla irruento, non proprio un bacio a stampo, visto che le labbra del ragazzino avrebbero indugiato un paio di secondi su quelle della ragazza, ma neanche invasivo solo un po' impacciato. Subito dopo le avrebbe baciato una guancia, quella opposta a dove si sarebbe trovata ancora la sua mano, per poi sussurrarle in un orecchio. Anche tu sei pericolosa Menina.Prima di staccarsi del tutto da lei e indietreggiando di un paio di passi, lo sguardo fisso in quello dell'altra e la mano tesa verso di lei in attesa che la prendesse o lo mandasse a quel paese.
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da Elbeth » 16/07/2013, 12:14
Perché si sentiva così strana? Perché non riusciva a staccare gli occhi da lui? Perché non si era allontanata, quando lui le aveva sfiorato lentamente la guancia?
Perché la sensazione che provava era così particolare da lasciarla stordita. Perché stare con lui le piaceva, le piaceva molto! Perché gli piaceva, in fondo, essere accarezzata così dolcemente da lui. Nessuno lo aveva mai fatto prima… Era tutto troppo, tanto nuovo! Quasi non si accorse di quanto il ragazzino si stesse avvicinando a lei, persa nel comprendere tutte quelle emozioni confuse ed improvvise che riguardavano lei e il portoghese. Quindi, quando sentì le sue labbra, esitanti, sulle sue...
ALVARES!
Sgranò gli occhi e si allontanò di scatto. La sua mano era corsa a toccarsi le labbra, quelle che il ragazzino aveva appena sfiorato con le sue. Era stato solo un attimo ma sufficiente a farla arrossire per la vergogna! Era sfuggita anche alla carezza che aveva cercato di farle dopo, arretrando di qualche passo. Ma anche in questo caso non era stata troppo veloce e le dita del ragazzino le avevano lasciato una scia calda lungo la gota.
Il cuore le pulsava freneticamente. Il respiro prima mozzato, ora era alterato. Per la vergogna, per l’imbarazzo, per la rabbia!
....e per quello strano sentimento che si agitava in fondo al suo cuore...
Si allontanò ancora, quasi spaventata. Il ragazzino non le aveva fatto alcun male, ma l’aveva presa alla sprovvista! Non se lo immaginava, non se lo aspettava… Gli occhi le si riempirono di lacrime. Non piangeva quasi mai, tranne quando era nervosa. Ed era MOLTO nervosa!
Io...
Cosa dirgli? Che non lo aveva mai fatto? Era ovvio! Che non gli era piaciuto? Non era la verità… Ma… Era troppo presto per lei. Troppo. Era ancora tanto confusa, tanto …piccola! Aveva già subito una delusione con Steve ed aveva sofferto per molto meno. Chi le diceva che anche Jorge non avrebbe fatto altrettanto?
Non dovevi!
Trattenne le lacrime ma era infuriata! Era il suo primo bacio! Il primo! Non ci aveva ancora manco mai pensato! Ed è già arrivato...
Perché...?
Lo fissò con lo sguardo ferito. Lui le piaceva, ma il suo carattere schivo faceva ancora fatica ad abituarsi all’irruenza del portoghese, così aperto e diretto. Lei non ci era semplicemente abituata: cresciuta in un ambiente quasi asettico di sentimenti (ad eccezione di Richard), non aveva idea di ciò che le stesse capitando.
Anche tu sei pericolosa, Menina…
Elbeth rimase a fissarlo, con aria interrogativa, mentre le tendeva la mano. Non capiva quella affermazione. Lei non gli avrebbe mai fatto del male. Perché diceva che era pericolosa…? La fissò a lungo, quella mano che finora aveva stretto senza problemi, quasi naturalmente. Il cuore le batteva forte. Ancora. Alzò i suoi occhi scuri e fissò quelli azzurri e stranamente dolci di Jorge e...
...sentì ancora la calda sensazione delle loro labbra che si sfioravano e di nuovo quella strana sensazione, che investiva anche il suo stomaco, oltre che il suo cuore e la sua mente, era lì. Come se Alvares l’avesse baciata di nuovo… E arrossì. Ancora! Passava dalla rabbia alla dolcezza allo stupore con una velocità sconcertante! Un turbine di emozioni nuove. Istintivamente chiuse le braccia davanti a sé, a proteggersi da tutto quel mondo troppo sconosciuto per lei, rimanendo in silenzio con il capo chino.
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