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da Mark » 28/01/2013, 19:58
Beh, a me piacciono molto tutti i roditori, ma anche i conigli per esempio! Mi piacciono molti animali! E a te?Mark era felice di poter parlare con qualcuno degli animali e pensò che forse aveva trovato qualcuno con cui scambiare idee!!! Ah davvero, si, i roditori sono davvero belli ma io preferisco soprattutto i volatili, appunto i gufi...e guardò Soren ...Per me sono come una sorta di amici, infatti nei primi giorni ad Hogwarts stavo sempre in Guferia, perché ero solo. Ma non voglio raccontare gli aspetti più brutti di quello che vivo qui... ho sentito dire che tu dovresti essere al terzo o al secondo anno, quanto c'è di vero?Il ragazzino era curioso. Aveva sempre avuto questo difetto e aveva paura che a Paul desse fastidio questa cosa
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da Paul » 29/01/2013, 18:46
Paul aveva appena risposto alla domanda di Mark su quale fosse il suo tipo di animale preferito, dopodichè gli chiese quale fosse invece il suo.
Ah davvero, si, i roditori sono davvero belli ma io preferisco soprattutto i volatili, appunto i gufi...
Ah si? I gufi? Sei fortunato, qui ad Hogwarts vanno di voga gufi e civette, molto utili per la posta ma anche molto belli e amichevoli!
...Per me sono come una sorta di amici, infatti nei primi giorni ad Hogwarts stavo sempre in Guferia, perché ero solo.
Paul guardo Mark con un po' di tristezza, anche lui all'inizio non conosceva nessuno ed era sempre in disparte, ma poi ha conosciuto molti amici come Brianna, Elisabeth e la prefetta Arianna, che si era diplomata da poco tempo.
Ma non voglio raccontare gli aspetti più brutti di quello che vivo qui... ho sentito dire che tu dovresti essere al terzo o al secondo anno, quanto c'è di vero?
A quell'affermazione Paul si vergognò un po' di rispondere, e cominciò a grattarsi nervosamente la testa.
Beh... si dovrei essere al secondo anno, ma... non ho potuto sostenere l'esame. Quest'anno però dovrei riuscire ad arrivare all'esame e superarlo per essere promosso direttamente al terzo anno.... Per favore non entriamo nei dettagli...
A Paul non piaceva parlare dell'argomento quindi si avvicinò a Soren e lo accarezzò sulla guancia.
Sai è davvero bello il tuo Soren, che razza è esattamente?
Chiese Paul curioso.
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da Mark » 29/01/2013, 20:03
Beh... si dovrei essere al secondo anno, ma... non ho potuto sostenere l'esame. Quest'anno però dovrei riuscire ad arrivare all'esame e superarlo per essere promosso direttamente al terzo anno.... Per favore non entriamo nei dettagli...Ops... scusa non volevo offenderti, lasciamo stare l'argomento, almeno so che cosa devo evitare!Mark si sentì un po' in colpa, non voleva ferire Paul. ---- Poi lo studente di Grifondoro che amava i roditori chiese curioso al bambino Sai è davvero bello il tuo Soren, che razza è esattamente?Mark era davvero entusiasta di parlare del suo bellissimo Soren, almeno era bello per il ragazzino che rispose subito Oh... il mio Soren è un Barbagianni, razza davvero bella e intelligente, almeno penso, perché Soren riesce a distinguere la preda da un animaletto di un mio amico Poi Mark guardò l'orologio e solo allora capì che era passato molto tempo e che dovevano andare a pranzare in Sala Grande Oh no!Il bambino si mise a ridere Dobbiamo correre in Sala Grande per pranzare! Si è fatto tardi... allora, se vuoi andiamo insiemeAllora Mark rimase là ad aspettare una risposta, se Paul avesse detto di sì sarebbe andato con lui nel castello... se invece il ragazzo avesse detto di no sarebbe andato da solo... salutandolo con un Ciao[Fine per Mark]
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da Paul » 29/01/2013, 20:49
Oh... il mio Soren è un Barbagianni, razza davvero bella e intelligente, almeno penso, perché Soren riesce a distinguere la preda da un animaletto di un mio amico
Paul aveva chiesto a Markche razza fosse il suo gufo, e il ragazzo gli rispose che era uno splendido Barbagianni. Dopodichè Mark guardò di colpo l'orologio.
Oh no!
Mh? Che succede?
Paul era stato spaventato dall'affermazione di Mark e si aspettava qualcosa di brutto, ma guardando il grifondoro si accorse che stava solo guardando l'orologio.
Dobbiamo correre in Sala Grande per pranzare! Si è fatto tardi... allora, se vuoi andiamo insieme
...Ma certo, andiamo!
COsì i due si avviarono di nuovo verso la scuola, e mentre camminavano, Paul stava pensando che forse era giunto il momento di scrivere una lettera a suo padre per chiedergli di fare un salto a Diagon Alley, più precisamente al Serraglio Stregato, dopotutto aveva ancora un regalo di compleanno in sospeso...
[FINE]
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da Elbeth » 14/07/2013, 21:47
[Lunedì 10 Ottobre - pomeriggio alla fine delle lezioni, prima della cena] Cara Elbeth, come stai? Speriamo che ad Hogwarts tutto proceda bene e che la tua educazione magica stia procedendo per il meglio.
Elbeth scosse il capo per quell’inizio così assurdo! Erano quasi due mesi che non si facevano sentire e si preoccupavano della sua “educazione magica”. Sbuffò infastidita dalla premessa formale. Riprese a leggere con avidità il gufo che le era appena stato recapitato. L’animale ora aspettava con un’eleganza regale, appollaiato vicino a lei. Per essere un pennuto, aveva delle posture tipicamente umane! Sappiamo che ti avevamo promesso di passare insieme le prossime vacanze ma abbiamo ricevuto un incarico importante dal Primo Ministro Ungherese che non possiamo rifiutare.
Il sospiro di Elbeth fu vistoso! L’ abbiamo era riferito a suo padre ovviamente. Era il suo maledettissimo lavoro che veniva sempre prima di tutto. Ecco dove volevano andare a parare: sapeva che c’era la fregatura ed immaginava già le conseguenze di quello che aveva appena letto. Di solito non le scrivevano mai. Quindi, tesoro, devi essere comprensiva come al solito e accettare che...Scimmiottò nella sua testa la voce ed il tono della madre, perchè era lei a scrivere per entrambi. Suo padre, troppo codardo, non l’avrebbe ai fatto. Sapeva bene di infliggerle una delusione cocente. Quindi, tesoro, devi essere comprensiva come al solito e accettare il fatto che non potremmo adempiere ai nostri programmi iniziali. Ovviamente non ci sarà neanche Richard, dato che gli avevamo concesso il suo periodo di riposo e peraltro ha già programmato il suo solito giro dalla cugina in Francia.
Se lo sguardo di Elbeth avesse potuto fulminare, in quel momento i suoi due genitori si sarebbero trovati carbonizzati. Passata l’ira iniziale, fissò, crollando le spalle, con sguardo triste e vacuo di fronte a sè. Aveva fatto bene a scegliere il Boschetto Nascosto, all’interno del giardino. Era un pò fuori mano dai soliti percorsi degli studenti di Hogwarts ed era lieta che nessuno potesse vedere le lacrime che avevano preso a rigarle il volto. Non voleva farsi vedere così neanche da Jorge, anche se sapeva che il Delfino l’avrebbe sicuramente consolata, gentile com’era. Sapeva che non avrebbe reagito bene e non era ancora pronta a mostrare il suo lato debole al ragazzino. Sospirò, prima di leggere il commiato dei genitori. Ci dispiace tanto, cara, ci rifaremo alle prossime. Te lo promettiamo. Un abbraccio
Mamma e Papà
Richard non le aveva scritto. Se lo conosceva bene, avrebbe aspettato che lei sbollisse la rabbia, quindi avrebbe ricevuto un suo gufo rassicurante tra due giorni, in cui le avrebbe detto che avrebbe rinunciato volentieri alle sue vacanze per passarle con lei. Ma Elbeth non aveva cuore di rovinare anche le sue di feste! E gli avrebbe scritto che era felice, di non preoccuparsi e che avrebbe passato le vacanze ad Hogwarts... anche quell’anno! Puoi andare, non ho niente da dire loro.Il gufo fece uno strano buffo inchino, le sfiorò con il becco la mano che stringeva le ginocchia al petto e spiccò il volo verso Queen Castle. Pareva in qualche modo volerla consolare per l’ennesima delusione ricevuta. Le lacrime scendevano silenziose. Non singhiozzava. Piangeva di rado, solo in quelle occasioni in cui si sentiva particolarmente delusa. Ed era una di quelle volte. Avrebbe dovuto esserci abituata, ma non era così. Ogni volta che i suoi genitori mancavano un appuntamento (ed accadeva spesso!), lei si sentiva rifiutata. Ogni tanto si chiedeva come mai l’avessero messa al mondo, se si curavano così poco di lei... Sospirò, mentre chinava il capo sulle ginocchia e lasciava che le lacrime le bagnassero anche la gonna della divisa.
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da Simon » 15/07/2013, 15:27
Il passo era lento quello del professore all'interno del boschetto nascosto. Era quasi l'ora di cena. Lui però aveva delle cose da fare. Passo dopo passo superò quella che era la fitta boscaglia iniziale. Raramente faceva rumore in ambienti come quello. Addosso aveva un maglione ed una camicia, pantaloni scuri e scarpe del medesimo colore e nascondere i piedi. Simon si mosse lento verso il centro di quel boschetto. Amava quel posto, sempre isolato, sempre tranquillo, tranne alcune volte ovviamente. Si ricordava la prima volta che scoprì il posto. Ne fu davvero contento. Era un posto perfetto per rimanere da solo a riflettere. Restava spesso nascosto all'interno di quella selva per allontanarsi da tutti i problemi e le situazioni che non capiva. Era come tornare nella foresta di Stonehenge. Anche se in quella piccola copia non vi era la centaura Nyssa ad aspettarla. Le mancava tantissimo. Mancavano anche i momenti in cui lei lo rincorreva con un arco in mano per un qualcosa di sbagliato, o le mille ramanzine e lezioni. Si sentiva come un cucciolo che aveva lasciato il nido. I ricordi rimanevano impressi nella memoria. Continuò a camminare verso il suo punto prestabilito. I suoi occhi verdi notarono qualcosa di strano, una figura rannicchiata vicino a quell'albero. Chinò la testa di lato. Non emetteva suono, potrebbe essere uno studente addormentato.
"Se si fosse addormentato qui, figuriamoci quanto potesse essere stanco."
Ma poi, dopo averci riflettuto su, capì che era qualcosa di diverso (perspicacia = 32). Non sapeva ancora che cosa. Fece un mezzo sorriso e cominciò a camminare in direzione della figura di Elbeth. Ancora non l'aveva riconosciuta. Decise quindi di non dire una parola e di sedersi proprio accanto a lei. Sempre se lei glielo avesse permesso. Lo sguardo del professore era fisso davanti a se. Non sapeva cosa fosse successo, non sapeva cosa stava accadendo in quella foresta. Ma un Professore non era soltanto una persona che insegnava una materia. Era una figura di riferimento per gli studenti. Il rumore del vento e degli uccelli riempivano quel silenzio che si era creato in quell'istante all'interno del boschetto Nascosto.
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da Elbeth » 23/07/2013, 0:11
Con la testa ancora china, le lacrime iniziarono a rigarle il volto. Perché dovevano fare sempre così? Perché?Si chiese sussurrandolo, con amarezza. Se qualcuno dice di amare una persona, dovrebbe essere semplice dimostrare ciò che prova. Non dovrebbe essere complicato! Allora come mai i suoi genitori, pur affermandolo, non facevano mai qualcosa di concreto per dimostrarglielo? Era una domanda che ogni tanto le frullava per la testa. In realtà ogniqualvolta loro deludevano le sue aspettative, ovvero quasi sempre. Certo, la mantenevano agli studi, non le facevano mancare nulla, ogni desiderio materiale che poteva avere, veniva soddisfatto. Ma come spiegare il vuoto che le lasciavano dentro le parole non dette, i sentimenti mai dimostrati, la freddezza con cui le si rivolgevano? Anche Richard, con il suo tipico atteggiamento da compito maggiordomo inglese, era più caldo di loro! Non si accorse, presa dai suoi pensieri e dalle sue frustrazioni, di una figura che si era avvicinata a lei e che l’aveva fissata rispettosamente, per un po’, da lontano… Eppure ad un certo punto, un calore proveniente da destra (una presenza!), le fece alzare il capo dalle ginocchia. Gli occhi erano arrossati, le lacrime premevano ancora per scendere, la delusione era chiaramente visibile sul suo volto. Era così che la vide. Il timido e dolce professore di Cura. Un lampo di sorpresa le passò nello sguardo: non pensava di trovarselo accanto così. La meraviglia ebbe il potere di bloccarle le lacrime, che altrimenti avrebbero continuato a scorrere silenziose, così come avevano fatto finora. Sorrideva appena, guardando fisso davanti a sè ed Elbeth avrebbe scommesso che riluceva nei suoi occhi il suo solito sguardo sereno e rassicurante. Il pensiero le strappò un timido sorriso. Il professor McDullan le piaceva. La faceva sempre sentire a suo agio, oltre a sorprenderli sempre con le sue strane e interessanti creature a lezione. Poteva dire che Cura delle Creature Magiche era sorprendente al pari di Difesa, Trasfigurazione o Incantesimi! Per quanto tempo era rimasto in silenzio accanto a lei? Elbeth non lo sapeva, ma apprezzò il gesto. La sua natura diffidente gliene era grata! Ed altrettanto sorprendentemente la piccola grifa improvvisamente gli parlò. Professore… perché è così difficile per gli adulti dimostrare ciò che si prova? La sua era una domanda strana: non sapeva dire perché, era certa che il professor McDullan avesse la risposta.
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da Simon » 23/07/2013, 3:20
Quando la ragazza alzò il capo per vederlo, anche lui fece lo stesso. La vide con quei occhi rossi. Quel musetto imbronciato. Sicuramente era successo qualcosa. Le fece un limpido sorriso, non parlando ancora. Spostò alla fine il capo verso l'interno della foresta. Per Simon, a volte, la presenza era consolante più di mille parole. Così si sentiva uno come il Professore di Cura delle Creature Magiche. Si umettò le labbra. Stare così gli dava un momento per riflettere, un momento di pace.
Professore… perché è così difficile per gli adulti dimostrare ciò che si prova?
Quella domanda. Se la faceva tante volte anche Simon. Naturalmente riferito a se stesso. Abbassò lo sguardo verso il terreno. Una domanda davvero difficile. Trovare una risposta sarebbe come scoprire un nuovo lato dell'anima umana. Il professore fece un mezzo sorriso. Una piccola risata a labbra chiuse. Un cenno di diniego con la testa prima di cominciare a parlare.
Elbeth...
La chiamò per nome. Non era il professore ora, era un amico. Una persona con la quale confidarsi. Attese quindi che la ragazza fosse concentrata sulla sua voce. Cercò le parole giuste per farlo. Cercò il modo migliore per dirlo. Sorrise un poco di più mentre degli uccellini cantavano tranquilli all'interno del Boschetto nascosto.
Perchè non ne siamo più capaci. Quando le persone crescono, creano un muro intorno a loro. Non permettono ai loro sentimenti di prendere il sopravvento. Non danno possibilità all'anima di essere libera.
Cominciò a parlare Simon. Lui si sentiva in connessione con quelle stesse parole. In fondo era il primo a non riuscire a dimostrare ciò che provava. Dal divertimento all'odio, dalla rabbia alla gioia. Il professore si trovava dietro quel muro, sentiva ovattato, non percepiva ne il tatto ne la vista. Era come isolato. Si appoggiò sui palmi inarcando la schiena. Lo sguardo verde dello Scozzese andava oltre le fronde di quegli alberi.
Ma non è colpa nostra. A volte ce ne dimentichiamo, ma è vero che a volte non è possibile dimostrarlo. Per via delle regole comuni che noi adulti siamo obbligati a rispettare. Tu sei ancora libera di dimostrare ciò che provi senza conseguenze. Noi purtroppo, non possiamo.
Concluse per poter riprendere fiato. Lo sguardo tornò verso la grifa, sempre con quel sorriso stampato in volto, cercava di farla stare meglio. Il sorriso si ampliò solo per metà, riprendendo fiato. Il discorso che stava facendo sarebbe potuto durare fino a notte fonda. Si umettò le labbra. Simon riusciva ad essere se stesso non sono con gli animali, ma anche con i suoi stessi studenti. Da una parte li invidiava, perchè potevano essere come volevano. Dall'altra li ammirava per il loro coraggio di scegliere.
Guarda me ad esempio! Il mio muro è talmente alto che quando ho davanti degli adulti non faccio altro che balbettare. Non sono abituato a parlare con loro. Voglio dirti un segreto. Sono stato dodici anni in una foresta. L'unica mia amica è stata una Centaura. E ti posso assicurare che non dimostrava mai i suoi sentimenti! Non sapevo quando era felice o triste o arrabbiata. Non era nel suo carattere. Un po' come il professor Vastnor!
Cercò di farla ridere cercando di copiare il viso truce del professore di Difesa. In fondo Simon stava cercando di spiegare il suo punto di vista. Non pretendeva di avere ragione assoluta su quello che stava dicendo alla Grifa. Fece una piccola risata tirando fuori il suo fazzoletto dalla manica. Lentamente lo porse verso la ragazza.
Tieni, asciugati gli occhi dai...
Le disse con tranquillità. Era come se stesse parlando con Courtney, la sua sorella Maganò. Si ricordò di come lei piangeva e si infuriava perchè non poteva lanciare le magie. Forse aveva anche gli stessi anni di Elbeth quando faceva quelle scenate. Sua sorella era brava a dimostrare ciò che provava e pure bene! Si ricordò anche della promessa che le fece. Non avrebbe più fatto incantesimi davanti a lei, e l'avrebbe protetta senza l'uso della magia. Voleva dimostrarle quanto una persona possa essere forte senza bacchetta. Che essere Maghi non vuol dire necessariamente essere speciali. Che poteva esserlo anche lei. Ma ovviamente il professore stava divagando con i suoi pensieri.
Ma ti devo dire una cosa. Niente è più forte dell'amore di un genitore verso il proprio figlio. Sia che lo dimostri o no. Penso che i miei genitori mi vorrebbero bene anche se uccidessi qualcuno. Non che l'abbia fatto eh! Ma posso dire che è l'unica certezza che ho.
Strizzò un occhio verso la ragazzina. Non sapeva che fosse quello il motivo. Il professore cercò dei punti di riferimento per poter spiegare meglio la sua teoria. Molte volte, quando era piccolo si attaccò a questo pensiero per andare avanti. Soprattutto quando iniziò la sua vita ascetica all'interno della foresta vicino a Stonehenge. Ogni sera pensava ai suoi genitori. Ogni mattina gli dava il buongiorno sorridendo al sole. Era una delle poche cose che lo fecero resistere ed andare avanti.
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da Elbeth » 25/07/2013, 8:07
Perchè non ne siamo più capaci. Quando le persone crescono, creano un muro intorno a loro. Non permettono ai loro sentimenti di prendere il sopravvento. Non danno possibilità all'anima di essere libera.
Creare un muro…
La ragazzina ripetè le parole del professore. Non faceva così anche lei? Non ergeva dei muri intorno a sé? Voleva dire che stava diventando come loro?
Ma non è colpa nostra. A volte ce ne dimentichiamo, ma è vero che a volte non è possibile dimostrarlo. Per via delle regole comuni che noi adulti siamo obbligati a rispettare. Tu sei ancora libera di dimostrare ciò che provi senza conseguenze. Noi purtroppo, non possiamo.
Era veramente così libera come McDullan sosteneva? Ripensò alla sua uscita con Jorge, alla sua reazione al suo bacio. Era così difficile per lei lasciarsi andare, fidarsi delle persone. Era un dato di fatto. Solo Richard godeva della sua fiducia incondizionata e per quanto si trovasse bene ed in sintonia con Alvares, non riusciva a lasciarsi andare allo stesso modo. Aveva paura… questa era la verità. Paura di essere respinta, di essere lasciata da sola. Per lei era normale. A questo i suoi genitori l’avevano abituata, al fatto che non era detto che qualcuno le stesse vicino… sempre.
Guarda me ad esempio! Il mio muro è talmente alto che quando ho davanti degli adulti non faccio altro che balbettare. Non sono abituato a parlare con loro.
Elbeth sorrise dolcemente a Simon McDullan. Era così sincero e trasparente nel confessare le sue debolezze che improvvisamente la Grifa lo guardò con occhi differenti. Il coraggio non sempre si esprime con la forza fisica, alle volte l’integrità d’animo richiede più coraggio di un pugno ben assestato.
Voglio dirti un segreto. Sono stato dodici anni in una foresta. L'unica mia amica è stata una Centaura. E ti posso assicurare che non dimostrava mai i suoi sentimenti! Non sapevo quando era felice o triste o arrabbiata. Non era nel suo carattere. Un po' come il professor Vastnor!
Alla confessione del professore di Cura, la ragazzina spalancò la bocca meravigliata ed ammirata allo stesso tempo.
I Centauri non si fidano degli uomini, di solito... – poi riflettendoci su commentò - … e forse neanche il professor Vastnor!
Tieni, asciugati gli occhi dai...
Come ha fatto a meritare la sua fiducia?
Lo chiese mentre accettando l’aiuto del professore si asciugava le ultime lacrime. Forse, era lei a sbagliare...
Ma ti devo dire una cosa. Niente è più forte dell'amore di un genitore verso il proprio figlio. Sia che lo dimostri o no. Penso che i miei genitori mi vorrebbero bene anche se uccidessi qualcuno. Non che l'abbia fatto eh! Ma posso dire che è l'unica certezza che ho.
Elbeth lo fissò perplessa, lasciandosi sfuggire un sorriso mesto. Tenevano a lei come diceva lui?
Ogni tanto però l’amore va dimostrato… non basta supporlo… non basta…
Le ultime parole le sfuggirono, più lievi di un sussurro. Erano venate di vari sentimenti: di malinconia, di tristezza, di delusione, di una punta di rabbia ed in fondo, molto in fondo, di una dose cospicua di amore. E l’amore sarebbe stato sufficiente, anche se a senso unico?
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da Simon » 26/07/2013, 15:36
Come ha fatto a meritare la sua fiducia?
Rise a quella domanda. Certamente non per schernire la giovane Grifa. Fu una storia davvero paradossale. Il loro primo incontro. Il suo invito a rimanere in cambio di aiuto. Il suo abituarsi alla presenza di una creatura che si muoveva lenta e goffa su due sole zampe. Le differenze di priorità ed ideali. Il modo di porsi. Tutto faceva intuire che loro appartenevano a due Mondi completamente diversi. Due Mondi destinati a non incontrarsi mai. Ma Simon era diverso a quel tempo. Era cocciuto, determinato. Voleva ringraziarla, voleva ripagare il debito. Fece un respiro profondo. Si umettò le labbra annuendo poi ad alcuni suoi pensieri.
Tanto lavoro. Chiunque può ottenere la fiducia di chiunque. Nyssa è stata solo più...ostica. Non voleva avere a che fare con me. Mi misi davanti alla sua porta e stetti lì per tre giorni e tre notti. Al quarto giorno mi lanciò dalla finestra del cibo. Ovviamente non voleva farmi morire di fame nella sua foresta. Da quel giorno, ogni giorno mi dava da mangiare e da bere. Infine, mi fece entrare in casa.
Concluse quel sunto davvero striminzito. Non aveva parlato del fatto che Nyssa l'aveva cercato di colpire con il suo arco per farlo scappare. O che aizzò un orso contro di lui. Scene davvero molto divertenti viste da fuori. Il professore invece aveva pensato di morire per mano della centaura un centinaio di volte. Rimase in silenzio dunque osservando come lei si stesse asciugando le lacrime che erano rimaste sul suo viso.
Ogni tanto però l’amore va dimostrato… non basta supporlo… non basta…
Quelle parole. Simon poté sentire il risentimento, la delusione. Sapeva cosa significasse. Abbassò lo sguardo tornando eretto con la schiena. Attese qualche secondo. Il sole stava calando e con esso si stava avvicinando anche il momento di riportare la studentessa all'interno della sala grande. Non voleva certo farle subire una ramanzina da Tisifone. Anche lui ne subì una. Ricordava ancora lo sguardo arrabbiato quando si trasformò da Pastore scozzese in essere umano davanti ai suoi occhi. Ora invece? Gli aveva chiesto di diventarlo anche lei. Un Animagus. Un cenno di diniego con la testa.
Non serve dimostrarlo. Elbeth l'amore è come un'atto di fede. Dobbiamo crederci. Io...voglio credere! A volte è impossibile dimostrarlo a parole o con fatti concreti. Uno sguardo, una parola, un gesto. Questi sono segni dell'emozioni delle persone. L'amore è una di queste emozioni. Hai mai notato come alcune persone ti vedono con un determinato sguardo ed altri con uno completamente diverso? Quando sarà il tempo di dimostrarlo con i fatti, coloro che ti amano metteranno anche in pericolo loro stessi per te. Ma per il momento, bisogna credere ed esserne certi. Il dubbio ti attanaglia l'animo lo so, ma è quello che ti fa stare così male. Allora...vuoi dirmi chi ti fa soffrire?
Domanda piuttosto personale. Dal canto suo Simon poteva aiutare meglio la Grifa se avesse saputo le reali motivazioni del suo turbamento inferiore. Comunque non pretese subito una risposta. La osservò per qualche secondo prima di volgere di nuovo lo sguardo verso gli alberi. Si sentiva davvero in pace con se stesso in quella piccola parte del giardino. Sperava che potesse aiutare anche Elbeth in quel frangente.
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Simon
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Utente |
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Risultato |
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2012-11-12 22:37:42 |
Jorge |
d20 |
2 |
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2012-11-12 21:42:00 |
Paul |
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