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Messaggioda Lucas » 19/06/2013, 20:53

Non amava Demetri, ma quella non era certo una novità: non si fidava del padrino di Tisifone, o meglio, era sicuro che sarebbe stato sempre pronto a proteggerla con ogni mezzo... ma era proprio quello il problema. Sarebbe stato pronto a ricorrere anche a mezzi illegali per ottenere ciò che voleva, a calpestare le persone e a giocare con loro, e questo a Lucas non piaceva affatto; l'aveva sempre accettato fino a quel momento e anche in futuro avrebbe continuato a farlo, ma questo non voleva dire che apprezzasse o rispettasse l'uomo. La cosa sicura, almeno, era che si sarebbe mosso subito per la sua figlioccia, cercando di aiutarla in ogni modo possibile - e questa forse era la parte meno positiva.

No, perchè crede che siano stati i suoi pregiudizi a rendermi debole.
Ma credo che sia un errore a cui rimedierà presto.


Non comprese appieno quelle parole della donna, ma si fidava abbastanza di lei da sapere che di certo non era tipo da parlare a sproposito; anche quel momento, però, passò velocemente, perché l'urgenza era ben altra, e cioè visionare i ricordi di Lucas per comprendere se almeno lui ricordasse qualcosa dell'uomo con cui la Divinante aveva... insomma, con cui si era intrattenuta alcune notti precedenti.
Ma prima di osservare i suoi ricordi nel Pensatoio, i due colleghi si misero d'accordo sulla strategia da attuare per fare una prima cernita dei possibili colpevoli: chiaramente si escludevano - a torto, ma come avrebbero mai potuto immaginarlo? - gli studenti, incapaci a loro avviso non solo di effettuare, ma anche di concepire un piano come quello.

Meno male. Mi sarei sentita alquanto a disagio nel suddividere le nostre conoscenze in natibabbani, mezzosangue e purosangue.

In effetti dovremmo saperlo bene che non è il sangue a fare il mago nella sua potenza...

Mormorò Lucas: due tra i grandi maghi che avevano fatto la storia del mondo magico, Lord Voldemort ed Harry Potter, avevano del sangue babbano nelle loro vene, quindi pensare che solo un Purosangue avesse la capacità di un simile gesto sarebbe stato stupido; più che altro le conoscenze, forse, ma Tisifone aveva fatto bene a sottolineare come non potessero sottovalutare alcun fattore, perché chiunque poteva celare agli altri, sgradite o meno, sorprese.

Mi vuoi dire che con tutti i locali magici e babbani che esistono a Londra tu sei finito per caso nel suo pub preferito?

Si erano messi a parlare di Julie perché era stata lei ad incontrare Lucas la sera stessa dell'accaduto, e naturalmente la sua ingenuità gli aveva impedito di pensare male di quell'avvenimento, a differenza della Divinante che forse, invece, era molto più disincantata di lui.

Lo so che non conosco Julie e quindi che dovrei fidarmi del tuo giudizio ma tu stesso mi hai detto che non ha morale, che sarebbe capace di far del male anche a un bambino per raggiungere i suoi scopi ed è ovvio che quello che vuole sei tu.
Si è trasferita a Londra da tempo ormai e se avesse voluto non avrebbe avuto problemi a scoprire dove poter assoldare qualcuno che facesse il lavoro sporco per lei, per non parlare del fatto che ci ha già dimostrato di avere libero accesso a Hogwarts.


Forse, ma non ha conoscenze di materie babbane, di questo sono certo, e non credo sarebbe potuta andare in giro per Notturn Alley a chiedere "ehi, per caso qualcuno qui sa come ipnotizzare il prossimo?" ... non è così stupida.
A volte troppo sicura di sé e avventata, forse, ma non stupida
- replicò Turner, accarezzandosi il mento con fare pensieroso - Però non posso negare che sia strano, surreale averla incontrata proprio in quel pub... è che sentivo una gran voglia di andarci...

Mormorò ancora, corrugando appena la fronte.

Se lei ci avesse provato spudoratamente con te, quella sera, cosa sarebbe accaduto? Non solo nell'immediato...

Sarei finito a letto con lei, probabilmente - ammise senza mezzi termini, ma fare il buonista ipocrita gli sembrava alquanto inutile in quel frangente - Ma non so cosa sarebbe successo dopo. E' questo che mi sembra strano, in lei... non avrebbe mai perso un'occasione del genere, perché non poteva essere sicura che le cose tra noi non si sarebbero sistemate; e non cogliendo l'attimo in quel momento, avrebbe potuto perderlo per sempre.

Aggiunse il giovane uomo, piuttosto sicuro di quello che stava dicendo: sentiva di conoscere Julie abbastanza bene da ipotizzare almeno quello, per questo espresse quei pensieri con voce ferma e decisa.
Poi, però, si lasciò andare a quell'attimo di passione, baciando Tisifone con un calore nuovo, quasi rude, oltre al fatto che un bacio come quello, in altri tempi, non sarebbe mai avvenuto, non prima di aver sistemato le cose tra loro... e questo persino lei riuscì a capirlo.

Sei cambiato...

Nemmeno t'immagini quanto.

Replicò Lucas sottovoce, leccandosi le labbra in un gesto quasi a specchio di quello di lei: poi fu il momento di osservare i ricordi di lui nel Pensatoio che Tisifone teneva nascosto nel suo ufficio, e così fecero, insieme; vedere quella macchia scura, quel nulla su cui lei si muoveva, fu la prova per entrambi che non era stata lei l'unica ad essere manipolata quel giorno, o quelli successivi, non potevano esserne sicuri.
Strinse la mano della Divinante in un gesto spontaneo, quasi fosse una sorta di richiesta di perdono per non averle creduto, e quando la mano si posò sulla sua guancia, Lucas non riuscì né volle spostarla da lì.

Preferirei morire piuttosto che deluderti o ferirti.
La nostra storia è... era la cosa più importante che avevo e non l'avrei mai distrutta per un inutile capriccio. E a dispetto di tutto quello che è accaduto in questi giorni, ti amo esattamente come prima.


Anche io ti amo, Tissi - sussurrò lui, senza nascondere quel sentimento che ancora gli batteva nel cuore - E nonostante ciò che avevo visto, una parte di me continuava ad urlare che eri innocente, che non avresti mai potuto fare una cosa simile.

Aggiunse con un sospiro, andando a prenderle la mano per portarsela alle labbra e baciarne il palmo, prima di scostarla e riprendere a parlare.

... ma qualcosa è cambiato.
E prima che tu possa anche solo pensarlo no, non è per Indigo. Ci siamo baciati, ieri sera, ma non è successo altro, né mi sono innamorato di lei o cose del genere
- e ci teneva a metterlo in chiaro, comunque - Ma parlare con lei mi ha fatto comprendere che c'è una parte di me che si è modificata in modo irreparabile... e quella parte non si fida più. Non di te, ma del fatto che non riaccadrà una cosa simile in futuro, perché è una certezza che, come abbiamo visto, né tu né io possiamo dare all'altro.

Scosse il capo, ed ora negli occhi si leggeva dolore per quelle parole che venivano pronunciate lentamente, quasi a fatica.

Non posso chiederti di aspettarmi nella speranza che un giorno tutto torni come prima, come potrei fare una cosa del genere? Come potrei tenerti ancorata ad una speranza che potrebbe rivelarsi vana, e che comunque finirebbe per dilaniarti lentamente?

Si fermò per riprendere fiato, e si passò nuovamente la mano sul viso, quasi tentando di mettere freno ai mille sentimenti contrastanti che sembravano aprirgli il cuore per scheggiarlo in mille pezzi diversi, prima di tornare a guardarla, perché doveva almeno avere il coraggio di farlo, di guardarla dritta negli occhi mentre pronunciava quelle parole dolorose per lui, ma probabilmente molto più per lei.

Ti amo, ma non riesco a stare con te, non me la sento.
E non posso prometterti che in futuro questo mio pensiero cambierà.
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Messaggioda Tisifone » 21/06/2013, 8:32

Forse, ma non ha conoscenze di materie babbane, di questo sono certo, e non credo sarebbe potuta andare in giro per Notturn Alley a chiedere "ehi, per caso qualcuno qui sa come ipnotizzare il prossimo?" ... non è così stupida. A volte troppo sicura di sé e avventata, forse, ma non stupida.

Di tutte le cose che Tisifone potesse pensare di Julie, sicuramente stupida non rientrava tra quelle. Riprese a tamburellare con le dita sul tavolo, pensierosa, riflettendo sulle obiezioni di Lucas ma tenendo per sè le proprie. Non aveva senso accanirsi su un'idea, solo perchè le appariva come l'unica soluzione possibile. Dopotutto Julie o chi per lei poteva aver semplicemente assoldato qualcuno per far sì che si lasciassero e che non fosse a conoscenza del metodo utilizzato. Ma, appunto, troppe erano le variabili in gioco e loro non avevano i mezzi per poterle sviscerare tutte, non in quel momento.

Però non posso negare che sia strano, surreale averla incontrata proprio in quel pub... è che sentivo una gran voglia di andarci...

E questo rafforza ancora di più la mia idea che qualcuno abbia voluto che tu andassi lì da lei.

Commentò Tisifone, convenendo in parte con Lucas di quanto però fosse stato strano il comportamento dell'americana: l'aveva lì, ferito e incazzato, a disposizione e invece che provarci con lui l'aveva solo invitato a ballare. Forse faceva parte di una strategia, fare breccia nelle difese di Turner e rientrare nelle sue grazie nelle vesti di amica confidente per poi infilarsi tra le sue lenzuola. Altre ipotesi che spinsero però la donna a porre all'altro una domanda ben precisa su cosa sarebbe potuto accadere nel caso in cui Julie ci avrebbe provato davvero con lui.

Sarei finito a letto con lei, probabilmente. - una contrazione del cuore, una fitta dolorosa durata un secondo e un'ondata di rabbia che salì a colorarle le guance. Il solo pensiero che quella sgualdrina potesse rimettere le mani su Turner la faceva vedere nero e in quel momento Tisifone comprese che, anche se loro non stavano più insieme, mai avrebbe potuto accettare una relazione tra i due - Ma non so cosa sarebbe successo dopo. E' questo che mi sembra strano, in lei... non avrebbe mai perso un'occasione del genere, perché non poteva essere sicura che le cose tra noi non si sarebbero sistemate; e non cogliendo l'attimo in quel momento, avrebbe potuto perderlo per sempre.

O forse ti conosce meglio di come credi e non ha voluto sacrificare per una notte di passione la probabilità di avere di più.

Non le piacque il riferimento dell'altro "all'attimo" le ricordava troppo la conversazione che lei stessa aveva avuto con Indigo e la sensazione [Intuito (S)=36] che l'incontro tra i due avesse fatto più danni di quelli che lei poteva immaginare si rafforzò dolorosamente in lei e di certo il bacio carico di passione e desiderio ma privo di qualsiasi sentimento che si scambiarono subito dopo non la aiutò a mitigare il senso di angoscia che la stava attanagliando. Con ancora il sapore di Lucas sulle labbra, la donna diede vita a quel pensiero e la risposta che ottenne non fu per nulla tranquillizzante.

Nemmeno t'immagini quanto.

Quanto vorrei non scoprirlo mai.

Fu questo il pensiero che attraversò la mente della donna, mentre il velo di lussuria si dissolveva dal suo sguardo, rendendola di nuovo lucida per poter affrontare i ricordi del ragazzo che si dimostrarono essere esattamente come i suoi, cioè avvolti da una inquietante macchia nera. Sollevata da quella visione e incoraggiata dal modo in cui Lucas le aveva stretto la mano, Tisifone si voltò verso di lui e con un tono dolce e innamorato gli fece una sorta di dichiarazione d'amore.

Anche io ti amo, Tissi. E nonostante ciò che avevo visto, una parte di me continuava ad urlare che eri innocente, che non avresti mai potuto fare una cosa simile.

Un sorriso spontaneo comparve sul viso della Divinante e il macigno che le aveva schiacciato il cuore fino a quel momento andava via via sgretolandosi a ogni bacio che l'altro lasciava sul suo palmo. Avevano ancora cosa di cui parlare, piani da organizzare, ma fino a quando si amavano allora nessun ostacolo le appariva insormontabile.


... ma qualcosa è cambiato.

Si irrigidì a quella precisazione, l'eco dell'ansia di prima che tornava a farsi sentire prepotentemente. Non ci dovevano essere "ma" in quel momento, nulla avrebbe dovuto rovinare la loro riconciliazione, neanche la conversazione illuminante che lui aveva avuto la sera prima con Indigo, perchè quello era uno degli argomenti che si erano ripromessi di trattare dopo aver sciolto il nodo del tradimento.

E prima che tu possa anche solo pensarlo no, non è per Indigo. Ci siamo baciati, ieri sera, ma non è successo altro, né mi sono innamorato di lei o cose del genere.

Sollevò l'altra mano, restia a porre fine alla presa dell'ex Tassorosso, e provò a posargliele sulle labbra per dirgli che in quel momento non le interessava sapere nulla.

Lo so che vi siete baciati... vi ho Visto... ma se è stato solo un bacio allora posso sopravvivere...

Mormorò decisa, anche se forse se avesse in futuro incontrato la Druida una seconda volta avrebbe faticato a trattenersi dallo strozzarla. Altre però erano le cose che l'uomo voleva dirle, cose che Tisifone si rese conto di non volere ascoltare.

Ma parlare con lei mi ha fatto comprendere che c'è una parte di me che si è modificata in modo irreparabile... e quella parte non si fida più. Non di te, ma del fatto che non riaccadrà una cosa simile in futuro, perché è una certezza che, come abbiamo visto, né tu né io possiamo dare all'altro.
Non posso chiederti di aspettarmi nella speranza che un giorno tutto torni come prima, come potrei fare una cosa del genere? Come potrei tenerti ancorata ad una speranza che potrebbe rivelarsi vana, e che comunque finirebbe per dilaniarti lentamente?



Mi ami… ma non ti fidi di quello che potrebbe accadere… in futuro? – cercò di condensare le parole che Lucas le stava dicendo mentre un dolore al petto le ricordava che il suo cuore era ancora lì, vivo e pulsante e sanguinante e che per quanto distacco e consapevolezza potesse aver racimolato in quelle ore non le servivano a nulla in quel momento. Entrambe le mani le scivolarono lungo i fianchi come private della forza necessaria di essere mantenute in alto – Nessuno può prevedere con certezza cosa accadrà domani – e detto da lei poteva sembrare un controsenso ma non faceva altro che sottolineare come le linee del destino fossero imperscrutabili – Ma non è una cosa di adesso… la certezza matematica non la si può avere mai. Sarei potuta morire durante lo scontro con il MezzoDrago, Hogwarts stessa avrebbe potuto non esistere più, avresti potuto renderti conto di amare ancora Julie o svegliarti una mattina e scoprire che non ero io la donna della tua vita… - si sentiva confusa, incapace di comprendere il senso logico, se mai ce ne fosse stato uno, delle parole di Lucas. – Una relazione si costruisce giorno per giorno, si basa sull’amore, il rispetto e la fiducia e se queste tre componenti esistono e sono forti allora insieme si può superare qualsiasi ostacolo. Come puoi pensare di privarti di qualcosa che ti da gioia solo per paura di quello che potrebbe accadere in futuro.

Parlava con un tono di voce distaccato, come se prendere la distanza da quella situazione potesse aiutarla a non cadere a pezzi, ma intriso di dolore per la perdita che ormai sentiva inesorabile. E leggere negli occhi dell'altro la stessa sofferenza che provava lei non fu di nessun aiuto.

Non voglio che le cose tornino come prima, non voglio far finta che non sia accaduto nulla. Voglio rincominciare con te, adesso, scrivere un nuovo capitolo della nostra storia partendo dall’amore che proviamo l’uno per l’altro.

Sentiva il cuore batterle furioso nel petto e gli occhi ormai lucidi bruciarle per lo sforzo che stava facendo per trattenere le lacrime. Sperava che le sue parole potessero fare breccia in quella sua assurda convinzione e farlo tornare sui suoi passi, farlo tornare da lei ma il dolore che vide riflesso negli occhi di Lucas quando la guardò di nuovo negli occhi le fece comprendere che ormai non c’era più nulla da fare.

Ti amo, ma non riesco a stare con te, non me la sento.
E non posso prometterti che in futuro questo mio pensiero cambierà.


Quindi … è finita… invece di preservare e proteggere il nostro amore hai deciso di gettarlo via… quindi … hanno vinto loro. – mormorò stanca facendo un passo indietro. Quanto avrebbe voluto avere il coraggio di scappare via da lui, ma il suo corpo traditore non le permetteva di allontanarsi di più, come se volesse sfruttare tutto il poco tempo a sua disposizione per assorbire tutto il calore possibile dal corpo dell’altro in cui avvolgersi per proteggersi dal freddo inverno che sa calerà sul suo cuore. – Hai ragione a non fidarti… ma non di me o del futuro, ma di questo sentimento assurdo che è l’amore. Il dolore e la sofferenza che arreca riesce a spazzare via anche i ricordi più belli.

Affermò con voce statica, la mano destra che andava istintiva ad accarezzarle il braccio sinistro dove lui sapeva perfettamente che sotto quella pelle perfetta si celava la cicatrice che le aveva fatto Pablo. Aveva amato due uomini con tutta se stessa, aveva dato loro il proprio cuore e loro glielo avevano restituito a pezzi. E se il braccio le bruciava ancora per la sensazione del freddo metallo che squarciava la pelle, per quanto tempo in futuro avrebbe sofferto al ricordo di tutte le risate, i tocchi, i progetti che avevano fatto fino a pochi giorni prima quando vi era la consapevolezza che non si sarebbero mai realizzati? Il desiderio di dimenticare che già l'aveva sfiorata a casa dei suoi padrini, tornò prepotente e per un attimo le sembrò che potesse essere l'unica soluzione percorribile per poter riempire il vuoto che sentiva dentro.

E se... - iniziò a dire, mordendosi il labbro inferiore, titubante, gli occhi che saettavano ovunque tranne che sul viso del ragazzo, come a voler cercare la forza di fargli quella proposta assurda che stava prendendo sempre più consistenza dentro di lei - ... dimenticassimo tutto?

La proposta era chiara: Oblivare entrambi per cancellare il ricordo del tradimento e riprendere la loro vita di prima.
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Messaggioda Lucas » 21/06/2013, 11:21

Che qualcuno li avesse manipolati entrambi, ormai era assodato: questo, però, non cambiava ciò che Lucas provava nei confronti di Tisifone; l'amava, era indubbio, e probabilmente avrebbe continuato a farlo per molto tempo... ma non riusciva a scacciare il pensiero che sarebbe potuto accadere un episodio analogo in futuro, e per quanto in quella paura non ci fosse alcuna logica, e lui se ne rendeva perfettamente conto, era qualcosa che gli attanagliava l'anima e gli impediva di andare avanti.

Mi ami… ma non ti fidi di quello che potrebbe accadere… in futuro?

Annuì in silenzio, sentendosi molto stupido per quell'ammissione non verbale che, lo sapeva, aveva l'immenso potere di ferirla a morte.

Nessuno può prevedere con certezza cosa accadrà domani.
Ma non è una cosa di adesso… la certezza matematica non la si può avere mai. Sarei potuta morire durante lo scontro con il MezzoDrago, Hogwarts stessa avrebbe potuto non esistere più, avresti potuto renderti conto di amare ancora Julie o svegliarti una mattina e scoprire che non ero io la donna della tua vita…


E come replicare? Era vero, tutto questo sarebbe potuto succedere e non avrebbero potuto farci niente, quindi non aveva senso precludersi un rapporto solo per la paura che un giorno sarebbe potuto finire... ma come spiegarle che il tradimento, per lui, non era qualcosa di accettabile, in nessun caso?
Che era stato educato e cresciuto in un certo modo, e che anche l'esperienza con Julie l'aveva segnato al punto da impedirgli di ritentare ancora, sapendo che sarebbe potuto nuovamente accadere? Che era così codardo, perché quello era, da nascondersi per non tentare più ed evitare così di soffrire?

Una relazione si costruisce giorno per giorno, si basa sull’amore, il rispetto e la fiducia e se queste tre componenti esistono e sono forti allora insieme si può superare qualsiasi ostacolo. Come puoi pensare di privarti di qualcosa che ti da gioia solo per paura di quello che potrebbe accadere in futuro.
Non voglio che le cose tornino come prima, non voglio far finta che non sia accaduto nulla. Voglio rincominciare con te, adesso, scrivere un nuovo capitolo della nostra storia partendo dall’amore che proviamo l’uno per l’altro.


Dolore.
Un dolore forte, fortissimo, all'altezza del petto.
Lo percepiva, intenso e chiaro, dilaniargli l'animo: eppure non era abbastanza, non era sufficiente per fargli cambiare idea; forse a posteriori si sarebbe dato dello stupido testardo, ma quella era la sua volontà e come le aveva già detto una volta, quando faceva qualcosa se ne assumeva anche le responsabilità, consapevole di non poter tornare indietro o fingere di non aver fatto nulla.

Quindi … è finita… invece di preservare e proteggere il nostro amore hai deciso di gettarlo via… quindi … hanno vinto loro. Hai ragione a non fidarti… ma non di me o del futuro, ma di questo sentimento assurdo che è l’amore. Il dolore e la sofferenza che arreca riesce a spazzare via anche i ricordi più belli.

Osservò la sua mano scendere ad accarezzarsi il braccio, all'altezza della cicatrice, e per qualche istante si chiese se, nella sua mente, Tisifone lo stesse paragonando al bastardo che le aveva inferto quel segno indelebile sulla pelle: certo, lui non aveva usato un coltello, ma l'aveva comunque ferita anche se il sangue non era visibile esternamente, né all'esterno sarebbero rimasti segni tangibili di quanto successo.

E se... dimenticassimo tutto?

La fissò a lungo, dopo quella proposta, soppesandola silenziosamente, valutandone pro e contro: certo, ricorrendo all'Oblivion avrebbero potuto dimenticare ciò che era successo loro, ricominciare da capo... ma quali sarebbero state le conseguenze? Che sarebbe successo se, ad esempio, un giorno uno dei due avesse preso a ricordare?
Ed era giusto, poi, scappare in quel modo da un avvenimento reale, per quanto ottenuto con una manipolazione? Forse no, ma chi era lui, in fondo, per giudicare se fosse giusto o meno rifuggire da qualcosa?

Quando quel babbano ti ha ferita non hai voluto dimenticare... - iniziò a dire a bassa voce, allungando una mano per accarezzarle il viso ma fermandosi a metà percorso col braccio, come se avesse cambiato idea, come se avesse capito che sarebbe stato come infliggerle gratuitamente altro dolore - Non l'hai fatto nemmeno quando sono morti i tuoi genitori, né contro il Mezzo-Drago... tutti questi avvenimenti, per quanto orribili e dolorosi, ti hanno reso la persona meravigliosa che sei, ti hanno reso profonda e speciale... e so che anche quello che ci è successo servirà a questo scopo.

A modificarla, ma in meglio, perché Tisifone, per Lucas, non sarebbe potuta peggiorare, non sarebbe potuta essere meno amabile nemmeno se ci si fosse impegnata con tutte le sue forze.

Inoltre, anche se ti sembrerà assurdo quello che sto per dire... ricordare sarà la mia punizione per il dolore che ti ho inflitto non fidandomi di te, ed è una punizione che sento di dover scontare.

Perché non le aveva creduto subito e nemmeno ora riusciva ad andare avanti, e non voleva dimenticare quella sua codardia, voleva ricordarsela e pagarne le conseguenze, com'era giusto che fosse.

Spero che un giorno riuscirò a guardarti negli occhi senza odiare me stesso... ma se nel tuo, di sguardo, leggerò rabbia e disgusto... beh, non potrò biasimarti per questo.

Concluse, abbassando definitivamente il braccio e, con esso, anche il capo: era meglio per lui andarsene da lì, perché rimanere dopo quanto detto sarebbe stato come continuare a farsi del male e a farne anche a lei, e non c'era motivo perché questo avvenisse.

Mi dispiace...

Sussurrò solo Lucas, e furono le ultime parole che le rivolse prima di congedarsi definitivamente da lei, allungando la mano in un gesto repentino ed istintivo per stringerla qualche secondo e lasciare il suo ufficio.
Lasciare lei.
Forse per sempre.


[FINE]
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Messaggioda Zephyr » 04/07/2013, 22:56

[newsgoth]
Lunedì 19 Ottobre - 08:30 - 60 Minuti all'inizio della lezione


Nessuna fatica ad ascoltare distintamente i programmi della Maestra.
Circa venti minuti prima, a colazione, la folla di gente era ancora molto esigua per pensare di avere problemi a sfruttare i suoi poteri.
Comunicando con la Vice Preside Vireau, Tisifone le aveva detto che sarebbe andata nel proprio ufficio per sistemare alcune cose prima dell'inizio effettivo della lezione odierna alla Torre Nord; ottimo motivo per Zephyr di anticipare la richiesta che le avrebbe voluto fare nel tardo pomeriggio.
Finito il pasto e salutata prima Melia, poi Ariel e nessun altro, il Corvonero, valutando l'ipotesi di poter risultare sospetto, si prese circa 15 minuti di ritardo rispetto all'ingresso della donna nel proprio ufficio, avvicinandosi alla porta facendo prima attenzione ad ascoltare eventuali discorsi che ella avesse potuto fare tra sè o con il proprio famiglio e solo dopo, portando la nocca destra vicina alla superficie di legno massiccio per bussare.

Kenway.


Nessuna strana inflessione nel tono, rispondendo ad un ipotetico "Chi è?" da parte della divinante, la quale di certo non poteva aspettarsi visite proprio lì, in quel momento, ma non era la prima volta che loro due si dedicavano agli esercizi la mattina presto in un luogo simile, quindi il tutto poteva essere scambiato solamente per un totale caso di fortuna.
Spinse avanti la porta, non ponendo particolare inflessione nella forza e controllando i movimenti, educato, come sempre, in quel finto teatro ben strutturato e povero di sfaccettature, difficile da calcolare, prevedere, interpretare, fin da quando era bambino, fin da quando era vampiro.
Inquadrata l'immagine della Maestra, accennò un inchino con la testa, chiudendo l'ingresso alle proprie spalle, in un suono leggero e secco.
L'abbigliamento del giovane era in linea con i suoi modi, sostanzialmente elegante per trovarsi davanti a lei, appena poco casual per non discostare con il suo essere appartenente alla generazione adolescenziale della sua vita.
Pantalone di jeans nero, camicia bianca perfettamente dentro ad esso, cinta di cuoio scuro, giacca nera primaverile, per via delle temperature ancora abbastanza contenute ed anche perché, a dirla tutta, lui il freddo non lo soffriva poi così tanto.

Buongiorno Maestra.
Speravo veramente di incontrarla qui.
Ha mangiato bene?
Mi chiedevo: sarebbe possibile avere uno scambio di battute con lei prima dell'inizio della lezione?


Ultimamente lei gli appariva più... Serena, forse.
Sicuramente meno colpita e raffreddata come quando erano passati pochi giorni dall'atto carnale con il semi-vampiro.
Evidentemente la forza di volontà, d'animo di Tisifone, le aveva permesso di controllare il dolore e racchiuderlo in qualche angolo spirituale, cosa che per certi versi a lui non dispiaceva.
Nessun dispiacere nemmeno nell'esser stato colui che aveva partecipato al diabolico piano architettato dall'amica, permettendosi quindi di osservare la professoressa con un occhio ben diverso, attraverso sensazioni ben diverse, ma guardandola ora, con quello sguardo fiero, tagliente, non poteva che reputarsi fortunato a ricevere insegnamenti direttamente da una mente e da un'essenza così forte e resistente.

In verità avrei bisogno sia di farle una domanda, sia di riferirle una mia presa di coscienza.
Ha preferenze sull'argomento di inizio?
[/newsgoth]
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Messaggioda Tisifone » 05/07/2013, 13:26

[Lunedì 19 Ottobre - ore 7.20 - Sala Grande]


Atarassia. Era così che gli antichi Greci chiamavano quello stato mentale in cui Tisifone voleva sprofondare, qualcosa di più appetibile dell'apatia che l'aveva avvinta dopo "l'incidente" con Pablo e che l'aveva portata ad avvizzire lentamente. Certo era ancora lontana dalla perfezione, come le ricordava il suo cuore traditore ogni volta che si soffermava un po' troppo su qualche dettaglio che le riportava alla mente la sua storia con Lucas, ma nonostante tutto stava facendo grossi passi avanti. Fu proprio per mettere alla prova quel senso di indifferente serenità che si stava lentamente diffondendo nel suo animo, permettendole di dominare il dolore e tornare lentamente a fare qualcosa di più che sopravvivere, che quella mattina decise di scendere in Sala Grande per fare colazione. Fu solo quanto vide Monique seduta al tavolo dei professori che sorseggiava del tè che si rese conto che una parte di lei aveva cercato di barare, scegliendo un orario abbastanza mattiniero da essere certa di trovare la Sala praticamente vuota in modo da non dover affrontare nessuno. Stringendosi nel mantello leggero che aveva indossato più per proteggersi dal freddo che sentiva dentro di sè che dagli spifferi del Castello, si era data della stupida per non avere il coraggio di affrontare la cugina e le si era seduta accanto, consumando in silenzio la sua colazione.

Vuoi farmi compagnia in giardino prima di andare a lezione?

Le aveva mormorato la VicePreside in modo discreto ma senza celare la preoccupazione nella sua voce, sicura forse che nessun altro avrebbe potuta sentirla, visto che il tavolo dei docenti era deserto, a parte loro due, e i pochi studenti in Sala non sembravano prestare loro alcuna attenzione.

Devo finire di preparare la lezione di oggi ma vorrei passare da te oggi pomeriggio.

Aveva risposto con quel tono sereno e pacato che probabilmente risuonava agghiacciante alle orecchie di quelle poche persone che la conoscevano davvero e sapevano cosa stesse passando, abbozzando un piccolo sorriso di scuse. Per quanto non volesse che l'altra si preoccupasse per lei, sapeva che averla tenuta a distanza per tutto quel tempo senza spiegarle cosa fosse accaduto tra lei e Lucas non era stata la cosa più saggia o più gentile da fare, ma aveva sentito di non avere altra scelta. La vendetta, il dolore, l'odio, così come il bisogno di essere confortata, supportata, compresa, erano tutte passate in secondo piano di fronte alla necessità di rimettere insieme i pezzi del proprio animo, di poter recuperare uno straccio di equilibrio mentale che le avrebbe impedito di crollare emotivamente di nuovo - o almeno lo sperava - e di acquisire la lucidità necessaria per andare avanti.

Sempre che per te vada bene.

Aggiunse titubante posando lo sguardo sul volto della cugina. Non aveva esperienza nè di dinamiche familiari nè di rapporti amicali e una parte di lei temeva di aver tirato troppo la corda con la francese e di certo non avrebbe potuto fargliene una colpa se avesse deciso che no, non le andava bene per nulla sprecare del tempo con lei. Un lieve cenno del capo fu tutto quello che ottenne in risposta e decise di farselo bastare, interpretandolo come un assenso, prima di alzarsi da tavola e recarsi nel suo ufficio.

[Lunedì 19 Ottobre - ore 8.15 - Sala Grande]


Ustala?
(Stanca?)


Ochen' ... dazhe ne mogu khorosho spat'
(Molto... non riesco ancora a dormire bene)


Nonostante stesse sibilando con Idra e quindi fosse certa che nessuno avrebbe mai compreso quello che si stavano dicendo, la voce di Tisifone era bassa e guardinga. Non le piaceva dover ammettere le proprie debolezze e il non riuscire a dormire senza le Pozioni Calmanti di Demetri rappresentava un grosso colpo per la sua autostima, motivo per cui, passata la prima settimana, si era categoricamente rifiutata di prenderne ancora. Questo però non aveva determinato un rapporto idilliaco tra lei e Morfeo così spesso si trovava a stare in piedi solo grazie alla sua immensa testardaggine e forza di volontà e a dover nascondere le occhiaie sotto un leggero strano di trucco. Aveva posato il mantello sulla spalliera della sedia , rimanendo con indosso un abito lungo fino ai piedi con un leggero scollo e le maniche a balza privo di ninnoli e pendagli e tutto rigorosamente bianco su cui spiccava la sua carnagione rosata e i lunghi capelli neri lasciati sciolti sulla schiena. Prima di recarsi a lezione li avrebbe raccolti in un severo chignon e avrebbe trasfigurato l'abito in qualcosa di più austero e allo stesso tempo colorato, che le avrebbe fatto sparire quell'aria da ragazzina che si concedeva in quei rari momenti di solitudine.

Toc Toc...

Un lieve bussare alla porta del suo ufficio le fece increspare le sopracciglia, contrariata, mentre prendeva un libro dalla piccola libreria a destra della porta, in parte nascosta dalla fronda dell'albero su cui era distesa Idra.

Chi è?

Domandò, lasciando che l'irritazione per quell'arrivo improvviso scivolasse fuori dalle sua labbra insieme alle parole in modo da far desistere chiunque si trovasse al di là della porta ancora chiusa dall'oltrepassarla.

Kenway.

Avanti.

Borbottò senza fare nulla per dissimulare il proprio disappunto per quell'arrivo imprevisto, rimanendo al riparto dietro l'albero per portare a termine la lettura veloce a cui si stava dedicando e senza prendersi la briga di modificare il proprio aspetto. Di sicuro Zephyr non sarebbe andato in giro a diffondere pettegolezzi su di lei, sopratutto se aveva intenzione di continuare a essere il suo Apprendista.

Buongiorno Maestra.
Speravo veramente di incontrarla qui. Ha mangiato bene
?

Signorino Kenway buon giorno. La colazione è stata equilibra come sempre anche se consumarla all'alba non mi ha dato i benefici che speravo - rispose quindi con un tono di voce pacato, ammantato di una sottile ironia. No, non avrebbe finto che era contenta di vederlo quando ciò non corrispondeva al vero: essere un Insegnante voleva dire essere disponibili nei confronti degli studenti non anche di essere felici di esserlo - Poteva anche investire un paio di minuti in più indossando la sua divisa scolastica. La nostra lezione non inizia prima delle 9.30

Aggiunse facendo un passo in avanti, il tomo ancora aperto tra le mani, lo sguardo che scivolava su tutta la sua figura, gli occhi viola che per un attimo sembravano accendersi di una luce viva anche se solo per riflettere contrarietà. La serenità d'animo infatti che aveva raggiunto non riusciva ancora a contagiarne lo sguardo che era per la maggior parte del tempo freddo e tagliente, tranne in rare occasioni, come il suo Master Teacher aveva avuto modo di appurare.

Immagine


Mi chiedevo: sarebbe possibile avere uno scambio di battute con lei prima dell'inizio della lezione?

Avrei preferito che me lo chiedesse prima, in Sala Grande, così avrei potuto negarle più facilmente il permesso di venire nel mio ufficio.

Commentò con un leggero sospiro e scuotendo la testa mentre si avvicinava a lui o meglio al tavolino basso che si trovava al lato del ragazzo. Non si faceva molti scrupoli a parlare in quel modo a uno studente o meglio a quello studente perchè fin da subito era stato chiaro a entrambi che l'unico modo affinchè quella strana collaborazione potesse dare effettivamente dei frutti era permettere alla donna di mettere da parte il "protocolla insegnante" ed essere se stessa o meglio quello che l'istinto le diceva di essere.
Il Prefetto dei Corvi quindi non avrebbe dovuto sentirsi offeso da quel comportamento, tanto più che, una volta superatolo, Tisifone gli fece cenno con una mano di accomodarsi dove meglio credeva se sulla poltrona di fronte la sua scrivania o su uno dei pouf a terra. Lei, ovviamente, con un movimento aggraziato ed elegante prese posto su uno dei pouf, l'ampia gonna bianca che si apriva intorno a lei, come una pozza di latte.

In verità avrei bisogno sia di farle una domanda, sia di riferirle una mia presa di coscienza.
Ha preferenze sull'argomento di inizio?


Dovrebbe passare meno tempo a riflettere su se stesso e più tempo a dormire Signorino Kenway o a fare una qualsiasi altra cosa più consona alla sua età - lo redarguì bonariamente, posando il tomo aperto sul tavolino basso mentre in un angolo della sua mente si chiedeva alla fine a quale delle due donne della sua visione il Corvo avesse deciso di concedere le sue attenzioni - In ogni caso no, non ho alcuna preferenza quindi gradirei ascoltare per primo l'argomento che per lei è più importante.
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Messaggioda Zephyr » 11/07/2013, 15:32

[newsgoth]
Poteva anche investire un paio di minuti in più indossando la sua divisa scolastica.
La nostra lezione non inizia prima delle 9.30


Trovo più naturale mostrarmi a lei sotto una luce diversa.
La divisa scolastica potrebbe figurare come un accostamento ad ogni altro studente, invece mi auguravo che tra noi sussistesse un rapporto più stretto, mi scuso immensamente qualora avessi inteso male.
Tuttavia avrei messo la divisa poco prima di cominciare il percorso di lezioni, non si preoccupi.


Gentile nel tono, cordiale seppur con una espressione totalmente seria e tanto fredda e distaccata quanto era quella della Maestra.
Zephyr era sempre stato così: una persona molto sincera, fin troppo, capace di ostentare una educazione particolare, incomprensibile al 100%.
Sbatteva le palpebre lentamente, sostenendo lo sguardo della Divinante senza mostrare alcun segno di debolezza.
Non risentiva della figura austera di Tisifone e non perché non la rispettasse, ma perché lui osservava oltre il velo dello spirito umano, osservava ogni sfaccettatura, incuriosito e placido a virtù del sangue di vampiro che gli scorreva nelle vene.
Più che spaventato si sentiva affascinato da lei e da quel modo di fare sempre impostato, memore poi del modo in cui si era comportata nell'intimità, in netto contrasto con quella facciata che amava (o forse odiava) mostrare agli alunni.
Evidentemente il tempo non aveva ancora permesso alle ferite del suo cuore di porre una barriera netta tra il ricordo e la malinconia, quegli occhi spenti e illuminati solo da brevi lampi di risentimento ne erano la prova chiara e precisa.

Avrei preferito che me lo chiedesse prima, in Sala Grande, così avrei potuto negarle più facilmente il permesso di venire nel mio ufficio.

Ricordo perfettamente che accettai in passato di averla come Maestra al costo di accettare ogni sua indicazione, accettando e reputandola inappellabile.
Non esiste facile o difficile nel rapportarsi a me, professoressa.
Lei mi dice ed io eseguo.
Se non gradisce ora come ora la mia presenza, mi allontanerò immediatamente, attendendo una sua successiva disponibilità.


Accondiscendente in tutto, nella più completa calma e senza alcun affronto nel tono o nel modo di esprimere il concetto.
Tutto reale e vero: se lei avesse voluto mandarlo via, non era necessario che dovesse dirglielo prima o sullo stesso luogo.
Non esistevano imbarazzi di alcun genere, non con lui, non con il proprio apprendista, altrimenti il rapporto sarebbe funzionato malissimo.
In effetti, quando la donna gli disse molto tempo prima di non farsi vedere nel proprio ufficio per due settimane, Zephyr non fece nulla per cercare di farle cambiare idea, anzi, le dimostrò la completa dedizione al compito continuando con le esercitazioni per tutti i 14 i giorni, volendole dimostrare di esser migliorato un poco anche nel tempo distante da lei, a conferma del suo impegno costante in ciò che molti altri studenti reputavano un gioco, mentre per lui si trattava di una realtà ed una materia non solo seria, ma anche fondamentale.
Ella avanzò con quel libro aperto tra le mani, ma Z non si permise un solo secondo di tentare lontanamente di sbirciarne il contenuto.
Conscio che certe cose non le piacevano, evitava di comportarsi in modi ostili e pericolosi, volti a ledere il rapporto "strano" vigente tra loro.

Dovrebbe passare meno tempo a riflettere su se stesso e più tempo a dormire Signorino Kenway o a fare una qualsiasi altra cosa più consona alla sua età.

Lei ci riusciva, Maestra?


Non aveva certezze su come fosse la donna ai tempi dell'adolescenza, ma a giudicarla da ora, da come si presentava adesso, forse non si differenziava molto da lui, a parte il fatto che lei non era un'Aberrazione.
Riflessiva, incredibilmente razionale, in un costante impegno nella ricerca di se stessa, impossibilitata ad avvicinarsi troppo al prossimo.
Diffidente, dura con se e con gli altri, capace di dispensare pochi comportamenti gentili e solo ai pochi e pregiati eletti.
Non troppa attenzione al giudizio altrui, non troppa attenzione al modo in cui la vedevano e la osservavano, convinta nel suo proseguire a vestire con degli abiti eccentrici perché in essi lei si trovava bene, adeguata, sé stessa.
Dormire, una pratica che lui svolgeva con una pessima costanza e chissà se anche la stessa signorina Samyliak ai suoi tempi non passasse molte delle ore notturne a guardare il soffitto facendosi tante di quelle domanda da affollare il cervello, da star male, da non riuscire a chiudere un occhio senza evocare immagini mnemoniche nitide e in alcuni casi, dolorose.
Magari poteva apparire inopportuno, ma quelle domande taglienti e secche, per Zephyr Kenway, erano il modo con cui lui dimostrava di essere davvero interessato ad una persona, e sicuramente non si aspettava che tutti lo capissero al primo caso.

In ogni caso no, non ho alcuna preferenza quindi gradirei ascoltare per primo l'argomento che per lei è più importante.


... La Chiarudenzia.
Credo che essa sia la pratica che fa per me, Maestra.
Ovviamente non ho tentato o sperimentato minimamente da solo.
... Mi troverei sicuro di una riuscita in positivo solo con la sua presenza al mio fianco.
[/newsgoth]
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Messaggioda Tisifone » 11/07/2013, 22:09

Trovo più naturale mostrarmi a lei sotto una luce diversa.
La divisa scolastica potrebbe figurare come un accostamento ad ogni altro studente, invece mi auguravo che tra noi sussistesse un rapporto più stretto, mi scuso immensamente qualora avessi inteso male.
Tuttavia avrei messo la divisa poco prima di cominciare il percorso di lezioni, non si preoccupi.



Non è ciò che indossa a determinare la natura del nostro rapporto ma la libertà con cui può rivolgersi a me la maggior parte delle volte - precisò sempre con quel tono pacato che stava diventando quasi naturale per lei. Dopotutto lei stessa non aveva ravvisato la necessità di modificare il proprio di abbigliamento, per nulla consono da esibire di fronte a uno studente secondo i suoi canoni, quando aveva appreso che la persona fuori dal suo ufficio era ZephyrCredevo fosse chiaro che lei non è più un normale studente per me così come fosse palese quanto apprezzi i formalismi all’interno della scuola… In ogni caso se lei si sente più a suo agio in questo modo ben venga, le costrizioni mal si coniugano con l’esplorazione del sé e dell’ignoto.

Non era una concessione la sua, non era il tipo da farne perché non ne ravvisava la necessità, ma solo una semplice constatazione. Dopotutto quando gli aveva comunicato via gufo la sua decisione di prenderlo come Apprendista era stata chiara: doveva apparire impeccabile agli occhi della scuola ed essere se stesso con lei durante i loro incontri pomeridiani. Questo però implicava che anche la docente si comportasse con il Prefetto secondo istinto anche se a volte la spingeva a essere scostante quasi ai limiti della buona educazione.


Ricordo perfettamente che accettai in passato di averla come Maestra al costo di accettare ogni sua indicazione, accettando e reputandola inappellabile.
Non esiste facile o difficile nel rapportarsi a me, professoressa.
Lei mi dice ed io eseguo.
Se non gradisce ora come ora la mia presenza, mi allontanerò immediatamente, attendendo una sua successiva disponibilità.


Non ho intenzione di abusare della mia posizione, costringendola a sottostare a quelli che potrebbero essere definiti dei capricci – aveva apprezzato e anche molto il suo aver scontato in silenzio e senza farglielo pesare la punizione che gli aveva assegnato durante una delle ultime lezioni. Ma allora “l’incidente” era ancora troppo fresco, il suo equilibrio troppo poco stabile, e non aveva intenzione di farsi vedere da nessuno,men che meno da uno studente, in quelle condizioni. Adesso invece si sarebbe trattato solo di un capriccio, appunto, e lei era abbastanza matura da rendersene conto e agire di conseguenza - Che mi piaccia o meno ho delle responsabilità nei suoi confronti a cui non intendo venir meno. E devo anche ammettere che conversare con lei a volte riserva dei risvolti interessanti.

Non poteva non apprezzare infatti l’intelligenza fuori del comune del ragazzo che a volte le dava la sensazione di confrontarsi con qualcuno di più maturo del quindicenne che aveva di fronte, per non parlare dei suoi modi garbati ed educati che non le sembravano per nulla affettati. Fu così che lo invitò non solo a rimanere nel suo ufficio ma anche a prendere posto dove più gradiva, mentre lei si sedeva su uno dei pouf a terra per poi posare il tomo che stava consultando sul tavolino basso lì davanti. Ascoltò quindi quello che l’altro aveva da dire, non riuscendosi a impedire di fare una battuta sarcastica a cui lo studente ribattè con quel suo modo di fare educato e per nulla invasivo che gli permetteva di porre domande scomode senza però indispettirla più di tanto.

Lei ci riusciva, Maestra?


A volte credo di non aver avuto mai la sua età Signorino Kenway.

Rispose quindi, criptica, con un tono di voce che denotava una stanchezza di anni e forse anche un po’ di malinconia. La morte dei suoi genitori, il trasferimento forzato a Londra, il dover frequentare una scuola che per un anno intero le avevano insegnato a odiare aveva eroso tutta la sua allegria e la sua vitalità lasciando solo la riservatezza tipica della sua famiglia e un enorme risentimento verso il resto del mondo che si era andato via via trasformando in paranoia e che l’avevano portata a prendere le distanze da tutti, fatta esclusione per poche, selezionate persone. Era cresciuta essenzialmente da sola, senza amici fidati su cui fare affidamento, forte delle proprie convinzioni e delle proprie opinioni che ben presto imparò a tenere per sé, visto il trattamento pessimo che aveva ricevuto durante la permanenza al Ministero sotto lo stretto controllo dell’Auror Kyttys e che aveva contribuito non poco a renderla la persona burbera e introversa che era. Certo aver avuto accanto a sé Asher e Demetri aveva significato molto, ma purtroppo i suoi padrini non erano con lei nel dormitorio dei Draghi la sera quando cercava con tutte le sue forze di non abbandonarsi al sonno per paura di sentire di nuovo il freddo dei corpi dei genitori sopra di lei e l’odore ramato del loro sangue che le impregnava la pelle. Scosse leggermente la testa per cercare di cancellare quei brutti ricordi e concentrarsi solo ed esclusivamente sul suo Apprendista e sui motivi che l’avevano spinto a presentarsi da lei così presto, invogliandolo ad affrontare per primo l’argomento che più gli stava a cuore.


... La Chiarudenzia.
Credo che essa sia la pratica che fa per me, Maestra.


Tisifone inarcò un sopracciglio a quella precisazione, perplessa. L’unico motivo per cui aveva deciso di trattare a lezione quella mantica era perché fosse una delle poche che non necessitava una parte pratica e che le avrebbe permesso, come era stato, di non dover interagire con la classe se non in minima parte. Non avrebbe mai immaginato che il Prefetto dei Corvi potesse sentirsi attratto da essa, non dopo i fallimenti che aveva collezionato con mantiche molto più tradizionale.

O forse è proprio a causa di essi?

Si chiese, scrutando con i suoi occhi di un blu intenso in quelli rosso sangue del ragazzo, come se cercasse di scrutarli nell’animo per cercare di comprendere cosa si celasse dietro quel desiderio. Purtroppo però usare la Legillimanzia sui propri studenti non era una pratica ben vista a Hogwarts e così la Divinante dovette decidersi di porre una domanda diretta al ragazzo.

E mi dica Signorino Kenway cosa le fa credere di essere portato per la Chiarudenzia? E soprattutto basa questa sua supposizione solo sulle scarse notizie presenti sul suo libro di testo?

Aggiunse con un tono tanto mellifluo quanto pericoloso, quasi volesse sfidare Zephyr a confessare di aver curiosati in qualche testo babbano alla ricerca di qualche esercizio da porre in essere per cercare di ridestare Kundalini. Sfida che il ragazzo però non colse, viste le parole che pronunciò subito dopo.

Ovviamente non ho tentato o sperimentato minimamente da solo.
... Mi troverei sicuro di una riuscita in positivo solo con la sua presenza al mio fianco.


Il buon senso è una dote così rara nei ragazzi della sua età ed è una delle caratteristiche che più apprezzo in lei, Signorino Kenway – fu quello il modo che Tisifone scelse per complimentarsi con il suo Apprendista, un complimento sincero che di certo non voleva essere una scusa per la mancanza di fiducia espressa poco prima. Aveva imparato a proprie spese quanto i giovani potessero essere irruenti ed essere portati ad agire prima di pensare. – Mi rincresce però dirle che la mantica che ha deciso di approcciare è una delle più complesse che esistano. Le possibilità di riuscita sono infinitesimali e il processo di apprendimento oltre a essere lungo e difficile è anche abbastanza invasivo soprattutto all’inizio. Come ricorderà dalla lezione il primo passo per avvicinarsi alla Chiarudenzia è l’Auditizzazione e per seguirla nello sviluppo di questa tecnica dovrò insinuarmi dentro di lei.

Pessima scelta di parole, considerato quanto a fondo Zephyr si era insinuato in Tisifone, ma per buona pace di tutti, la Divinante non era a conoscenza di quel dettaglio e quello era l’unico modo che aveva per cercare di far comprendere all’altro cosa intendesse dire, mettendosi ovviamente a disposizione dello studente qualora avesse avuto bisogno che lei si spiegasse meglio.
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Messaggioda Zephyr » 15/07/2013, 20:24

[newsgoth]
Non ho intenzione di abusare della mia posizione, costringendola a sottostare a quelli che potrebbero essere definiti dei capricci. Che mi piaccia o meno ho delle responsabilità nei suoi confronti a cui non intendo venir meno.
E devo anche ammettere che conversare con lei a volte riserva dei risvolti interessanti.


Finché non saranno capricci per lei, Maestra, lungi da me dal definirli tali.
Se non si sentirà libera di chiedermi i suoi spazi, come potremo mai affinare il nostro legame di reciproca fiducia?


Naturalmente la frase poteva apparire molto contorta e falsa, considerando che Zephyr qualche tempo prima aveva goduto carnalmente proprio assieme alla professoressa di divinazione, ma erano due concetti distinti e diversi nella mente del Corvonero.
Allora fu lavoro, piacevole costrizione, dettami della Setta dei 12: lui e Melia dovevano creare scompiglio e l'unica coppia disponibile e più a portata di mano di Sandyon e Monique era senza dubbio la donna con il docente di Trasfigurazione.
Adesso invece, Zephyr le stava facendo presente che poteva senza remore concedersi il tempo che necessitava per riprendersi dai malesseri tanto fisici quanto psicologici, proprio perché egli non aveva mai considerato quel sesso del puro divertimento, ma un dovere da rispettare.
Ragionamente contorto, si, ma lui era o non era Zephyr Kenway?
Avanzò di alcuni passi, lanciando un'occhiata nel punto dove in teoria doveva trovarsi il pitone della Samyliak, prendendo posto su un altro dei pouf disponibili che non trovava scomodi e nella loro singolarità, adatti all'ambiente circostante.
La domanda a bruciapelo successiva, venne attentamente commentata da Tisifone nel modo che sapeva gestire meglio: svicolante e criptico.

A volte credo di non aver avuto mai la sua età Signorino Kenway.


L'età è un concetto molto relativo.
Si può fare ciò che si faceva a 20 anni anche a 30 e viceversa, basta valutarne le conseguenze.
A volte credo che il tempo sia una convenzione.
Lei professoressa, quando arriva l'ora del pranzo... Ha fame perché è mezzogiorno o è mezzogiorno perché ha fame?
Se il corpo e la mente stanno bene, le esigenze eludono il tempo e lo spazio, come anche i desideri, ma forse queste sono solo delle stolte considerazioni di un adolescente che ha ancora molto da imparare.

A pensarci bene, forse quella era la prima volta che Zephyr parlava così tanto all'interno di una conversazione.
Aveva sempre dato risposte molto veloci, corte, pratiche e spiegabili si, ma con poco spazio alla interpretazione.
In quel frangente invece, aveva deciso di mostrare un poco di più di se stesso a quella donna, fissandola negli occhi con aria mansueta.
Dentro il corpo, la mente e forse, se esisteva davvero, lo spirito del semi-vampiro, albergavano circa dieci anni.
Poteva assumere velocemente le sembianze di un quasi trentenne senza sforzo e replicarne la mentalità e i pensieri.
Ma non era un atto che si applicava solo nella trasformazione: quella maturità rimaneva concentrata in lui sempre, ogni momento.
Il suo star male continuo e giornaliero era perché normalmente manteneva il corpo naturale di un quindicenne ma la sua mente si sforzava di fare ragionamenti nello stesso quantitativo di un adolescente ma della stessa intensità e profondità di un trentenne, ragionamenti che il cervello di un ragazzino faceva fatica a contenere, elaborare, ordinare e sopportare.
Difatti, spesso nella sua camera da solo, la notte, assumeva le sembianze di un 25enne per dare un poco di pace e sollievo al suo cerebro, rimanendoci per tutto il tempo disponibile e possibile, tornando normale solo al momento di quel breve riposo di appena 180 minuti.
Una volta sentita la considerazione della Maestra sul tempo e l'età, egli si decise ad esporle il primo dei due grandi argomenti che aveva portato con se in quell'ufficio, incontrando i primi dubbi e richieste di accertamento da parte sua.

E mi dica Signorino Kenway cosa le fa credere di essere portato per la Chiarudenzia?
E soprattutto basa questa sua supposizione solo sulle scarse notizie presenti sul suo libro di testo?


Baso le mie supposizioni su ciò che ho avvertito in me quando le ho sentito spiegarla a lezione.
Sono portato per non cedere mai davanti agli sforzi volti a raggiungere un obiettivo, glielo dissi già al nostro primo incontro.
Mi auguro tutto ciò non risulti troppo poco alla sua analisi.


Pur rimanendo diversi istanti con gli occhi fissi in quelli della divinante, Z si deciso in seguito ad abbassare il capo, osservando il pavimento.
Apparentemente spento e perso, non emise un singolo fiato, forse valutando dentro di se il caso di parlare ancora, far presente un altro particolare elemento che lo aveva convinto ad avvicinarsi a quella pratica e per quanto Melia avrebbe potuto pensare che il motivo fosse la sua speciale caratteristica di udito oltremodo sviluppato, ciò che convinse Zephyr riguardo la Chiarudenzia appariva in totale contrasto con quei suoi utili ed innestati poteri.
Deglutì, leccandosi le labbra, alzando il capo, osservando di nuovo Tisifone, sbattendo le palpebre un paio di volte.

In realtà... Ho pensato di avvicinarmi a questa tecnica per una doppia valenza.
Solitamente capita che non riesca a fermare l'incedere di parole e nebbia che offuscano la mia mente.
L'infinita necessità di risposte a dubbi esistenziali di ogni genere non mi lascia pace.
Per avvicinarmi alla Chiarudenzia però, c'è bisogno di sviluppare innanzitutto il silenzio interiore.
Se riuscissi in un intento simile, potrei non solo reputarmi più degno dei suoi insegnamenti ma inoltre aiuterei il mio benessere psichico.
... Ci sono momenti nei quali preferirei ascoltare più di mille voci insieme estranee ed urlanti, che la mia, di continuo, implacabile.


Una volta detto ciò, pensando anche di essersi esposto leggermente troppo per il suo solito, tornò nel completo silenzio.
Sostenne lo sguardo della donna, convinto delle proprie parole che, a giudicare dalla situazione, potevano quasi risultare come una sorta di supplica inconscia di quel poco di umano rimasto in Z che le chiedeva di aiutarlo ad imparare a gestire la voce continua che infestava la sua mente, facendo domande, pretendendo risposte, inneggiando dubbi e dilemmi sulla sua esistenza e sul suo ruolo nel mondo.
Prima di tutto però, c'era un importante iter da seguire per accedere all'allenamento in una mantica simile e la Maestra lo mise subito in chiaro.

Mi rincresce però dirle che la mantica che ha deciso di approcciare è una delle più complesse che esistano. Le possibilità di riuscita sono infinitesimali e il processo di apprendimento oltre a essere lungo e difficile è anche abbastanza invasivo soprattutto all’inizio. Come ricorderà dalla lezione il primo passo per avvicinarsi alla Chiarudenzia è l’Auditizzazione e per seguirla nello sviluppo di questa tecnica dovrò insinuarmi dentro di lei.


Insinuarsi in lui: questo voleva dire anche osservarne i ricordi del passato.
Quando lo lasciarono andar via dal laboratorio si preoccuparono di chiedergli di informarli subito qualora qualcuno volesse spiare nella sua testa attraverso la legilimanzia, in modo da fornirgli un metodo per evitare spiacevoli conseguenze.
Adesso evidentemente era giunto quel momento e Zephyr quindi stava tranquillo, intuendo con piena sicurezza che al momento che avesse mandato la comunicazione all'esterno della scuola, la risposta sarebbe arrivata quasi istantaneamente con la relativa soluzione.
Rilassato e per nulla preoccupato, attese qualche secondo per poi parlare ancora, senza troppi giri di parole e alla sua maniera solita.

... Quando?
[/newsgoth]
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Messaggioda Tisifone » 16/07/2013, 11:22

Finché non saranno capricci per lei, Maestra, lungi da me dal definirli tali.
Se non si sentirà libera di chiedermi i suoi spazi, come potremo mai affinare il nostro legame di reciproca fiducia?


Stava avanzando verso il tavolino basso, pronta a sedersi su uno dei suoi pouf, quando le parole di Zephyr la costrinsero a fermarsi e a voltarsi per fronteggiarlo, gli occhi di un blu così intenso da sembrare viola fissi in quelli rossi dello studente come se volessero scavargli dentro l’anima, mettere a nudo il mistero che quel giovane – troppo maturo, troppo controllato, troppo educato - rappresentava per lei.

Quello che esiste tra noi è un legame di reciproco rispetto non di fiducia, Signorino Kenway perché lei semplicemente non si fida di me come donna, come persona ma si affida a me perché io la aiuti a scoprire quale dono si cela in lei. – parlava con un tono di voce pacato e sincero privo di inflessioni non perché volesse celargli i suoi sentimenti ma perché effettivamente non ne aveva. La sua era una semplice constatazione, quella che per lei era un dato di fatto che lui avrebbe potuto confutare in ogni momento avesse voluto – Lei mi ascolta ma non mi parla, esegue ma raramente esprime giudizi, assorbe ma non filtra e se questi comportamenti possono essere in parte considerati dei pregi per un buon Apprendista non aiutano a creare una base di fiducia. Lei ha i suoi segreti e io sono la prima a rispettarli – anche se in realtà avrebbe pagato fior di galeoni per sapere che c’erano lui e Melia dietro ai suoi recenti problemi - perché pretendo che vengano rispettati i miei, ma questo ci impedisce di essere totalmente sinceri l’uno l’altro a trecentosessanta gradi e senza sincerità non c’è fiducia.

Per Tisifone la sincerità era l’elemento essenziale per la buona riuscita di un qualsiasi rapporto che andasse al di là della formalità e ovviamente non era qualcosa che, secondo la sua visione schematica della vita, potesse sussistere tra un Insegnante e un alunno, indipendentemente da quanti segreti potessero celare. Forse se dopo i M.A.G.O. Zephyr avesse deciso di continuare la strada della Divinazione e le loro strade avessero continuato a camminare in parallelo, le cose sarebbero potute cambiare ma per il momento le cose stavano in quel modo secondo Tisifone e non vedeva alcun motivo per non dirlo apertamente, lasciando all’altro la possibilità di dissentire ed eventuale avanzare le sue ragioni.
Una volta che il Prefetto dei Corvi si fu seduto, quella strana conversazione fatta di convenevoli anticonvenzionali proseguì in un botta e risposta che non faceva altro che sottolineare quanto il Corvonero fosse più maturo e profondo della maggior parte dei suoi coetanei.

L'età è un concetto molto relativo.
Si può fare ciò che si faceva a 20 anni anche a 30 e viceversa, basta valutarne le conseguenze.


Sospirò a quel commento, muovendo leggermente il capo affinchè la chioma libera da ogni costrizione le scivolasse come una tendina sul viso a nasconderne i lineamenti. Valutare le conseguenze era qualcosa che le era sempre venuto naturale, come respirare o mantenere alzati i suoi scudi occlumantici. Una sorta di protezione in più nei confronti degli scherzi del Fato. Ogni sua azione da quando si era liberata dalle maglie del Ministero e prima di finirvici, era stata attentamente pianificata, mettendo sulla classica bilancia babbana pro e contro, preferendo affidarsi all’astuzia calcolatrice della Serpe che era in lei rispetto all’istinto cieco e scavezzacollo della sua parte rosso – oro. E questo dove l’aveva portata? A decidere a 35 anni e passa di sconvolgere i propri ideali, godendosi la vita senza impegni come una ventenne con conseguenze disastrosi per il suo equilibrio emotivo e l’opinione che aveva di sé.

A volte credo che il tempo sia una convenzione.
Lei professoressa, quando arriva l'ora del pranzo... Ha fame perché è mezzogiorno o è mezzogiorno perché ha fame?
Se il corpo e la mente stanno bene, le esigenze eludono il tempo e lo spazio, come anche i desideri, ma forse queste sono solo delle stolte considerazioni di un adolescente che ha ancora molto da imparare.


Rimase colpita non solo per quello che Zephyr aveva detto ma anche perchè sembrava che il ragazzo avesse deciso di essere più "attivo" nelle loro conversazioni, forse spontaneamente o forse in virtù di quello che lei aveva detto prima, mostrandole un parte piccola di sè. Il minimo che potesse fare Tisifone era quindi dimostrare il proprio apprezzamento per quella apertura, dando a sua volta una risposta articolata e non troppo criptica.

Teoricamente il passare del tempo spinge una persona ad evolvere - non riusciva a usare il verbo "maturare" perchè non sempre quello che si diventava era necessariamente una versione migliore di sè - ad avere altri desideri, altre prospettive, altri interessi e a considerare "immaturi" i comportamenti tenuti in precedenza. In pratica credo che lei abbia ragione, non è il tempo che passa a determinare in noi i cambiamenti ma le esperienze che viviamo. Quello che accade in un unico istante può incidere sul nostro modo di essere più di quanto possano fare anni.

E la sua, di vita, aveva preso quella strada nell'arco di tempo che bastava per pronunciare due Avada. C'era però ancora qualcosa che Tisifone si sentiva di dire prima di ascoltare quali fossero i motivi, probabilmente legati alla sua materia, che avevano spinto il ragazzo nel suo ufficio così presto.

Mi dovrebbe fare un favore Signorino Kenway, anzi no lo prenda come un ordine, un'imposizione, probabilmente l'unica che le darò mai. Non si sminuisca mai, per nessuno e per nessun motivo. Può mostrarsi al mondo umile, dimesso, persino stolto se lo reputa utile o necessario, basta che ricordi sempre qui e qui - indicando con un dito prima la tempia del ragazzo e poi il petto, che in passato spinta da un desiderio non proprio aveva graffiato, all'altezza del cuore sfiorandolo appena - che le sue convinzioni e considerazioni sono giuste e ugualmente valide rispetto a quelle di chiunque altro. Almeno fino a quando non sarà lei stesso a reputarle obsolete o errate.

Lo stava esortando, con un tono di voce duro come lo sguardo che gli stava rivolgendo, a credere in se stesso e a difendere le proprie idee, per quanto impopolari potessero rivelarsi, in qualsiasi circostanza, alimentata in quello sdegno all'apparenza immotivato dall'aggettivo "stolto" che il ragazzo aveva utilizzato poco prima. Un sospiro profondo, per svuotare la mente da pensieri poco fruttuosi e sentimenti negativi, e Tisifone riacquistò la sua compostezza, i lineamenti del viso di nuovo sereni ed inespressivi come gli occhi che avevano perso quel barlume di fuoco che li aveva illuminati pochi secondi prima, e potè ascoltare l'attenzione dovuta la prima richiesta del Corvonero.

Baso le mie supposizioni su ciò che ho avvertito in me quando le ho sentito spiegarla a lezione.
Sono portato per non cedere mai davanti agli sforzi volti a raggiungere un obiettivo, glielo dissi già al nostro primo incontro.
Mi auguro tutto ciò non risulti troppo poco alla sua analisi.


Coerente con quanto detto poco prima, Tisifone stava per rassicurare il ragazzo sulla validità delle motivazioni addotte perchè non ci poteva essere nulla di più indicativo di una "sensazione" di affinità per individuare la propria mantica elettiva, ma vedere Zephyr abbassare il capo, come in preda a un profondo processo riflessivo, la spinse a tacere. E quella decisione si rivelò essere stata saggia visto che da lì a pochi minuti il ragazzo riprese a parlare con in viso quello che alla Divinante apparve - a torto o a ragione - un'espressione titubante, quasi tormentata che le fece sorgere in petto un assurdo senso di tenerezza.

In realtà... Ho pensato di avvicinarmi a questa tecnica per una doppia valenza.
Solitamente capita che non riesca a fermare l'incedere di parole e nebbia che offuscano la mia mente.
L'infinita necessità di risposte a dubbi esistenziali di ogni genere non mi lascia pace.
Per avvicinarmi alla Chiarudenzia però, c'è bisogno di sviluppare innanzitutto il silenzio interiore.
Se riuscissi in un intento simile, potrei non solo reputami più degno dei suoi insegnamenti ma inoltre aiuterei il mio benessere psichico.
... Ci sono momenti nei quali preferirei ascoltare più di mille voci insieme estranee ed urlanti, che la mia, di continuo, implacabile.


Come dotata di vita propria la mano destra di Tisifone scattò in avanti per cercare di posarsi su quella del ragazzo e, se ci fosse riuscita, sarebbe rimasta lì presenza non invadente, perchè non poggiava in maniera decisa sull'altra, ma teoricamente rassicurante, calda in contrasto con il freddo che proveniva dal corpo del ragazzo e su cui la donna non si era mai soffermata più di tanto.

La Chiarudienza è una mantica non un modo di essere. Non può pensare di mantenere uno stato di silenzio interiore ab eternum perchè questo la porterebbe a isolarsi completamente dal mondo che la circonda e per quanto questo possa apparire spesso come un'idea allettante le assicuro che non è una strada percorribile. Non si lasci tentare dalla pace dell'Oblio perchè ogni volta tornare indietro è sempre più difficoltoso, mi creda.- e un sorriso amaro e triste allo stesso tempo comparve sul viso della donna mentre confidava una parte di sè al ragazzo, qualcosa che nessuno sapeva e che in pochi aveva forse ipotizzato - L'unico modo che ha per smorzare la sua voce interiore è sciogliere i suoi dubbi mediante il confronto perchè provare a farlo da solo è come cadere in un Uroboro senza fine.

Si stava proponendo di essere quel qualcuno con cui confrontarsi ed esporre i dubbi che lo attanagliavano? Forse. In realtà neanche Tisifone conosceva il fine ultimo per cui gli stava dicendo quelle cose se non per avvertirlo e spronarlo a non compiere i suoi stessi errori. Di certo la Divinante non avrebbe fatto domande scomode nè lo avrebbe giudicato, ma si sarebbe limitata ad ascoltare, ribattere e controbattere secondo logica e istinto. Ma compiere un passo del genere voleva dire riporre fiducia in lei come persona e probabilmente l'altro non si sentiva pronto per compiere un passo del genere. Terminato quel momento di confronto, Tisifone ritrasse la mano, nel caso in cui il gesto precedente fosse andato a buon fine, tornando con la schiena dritta e spiegò al suo Apprendista quali fossero i primi passi da porre in essere per poter approcciare alla mantica prescelta e sopratutto cosa questo avrebbe comportato: avere libero accesso alla mente di Zephyr per poterne monitorare in tempo reale i progressi e correggere eventuali errori.

... Quando?


Non appena avrò quello che mi serve.

Sempre che riesca a convincere McDullan a collaborare.


Il secondo pensiero lo tenne per sè e nulla nel suo comportamento lasciava intendere che non avesse la situazione sotto controllo, cosa che invece non era. Uno dei motivi per cui la Chiarudienza fosse una mantica poco conosciuta e poco praticata consisteva proprio nelle difficoltà oggettive che si incontravano nell'insegnarlo, considerato che ad ora non esisteva un incantesimo che permettesse a un mago di "leggere" in tempo reale la mente di qualcuno. La stessa Legillimanzia aveva un raggio d'azione limitato a un ricordo vecchio di 24 ore, un lasso di tempo troppo ampio per poter essere davvero utile, anche se non avrebbe disdegnato di utilizzarla se ne avesse ravvisato la necessità. Questo voleva dire che la Divinante avrebbe trovare il modo di convincere Simon a prestarle il cucciolo di Pseudodrago nato durante la sua ultima lezione. Il suo pensiero volò alla scacchiera che il collega le aveva dato e alla dedica che vi era incisa e un sorriso predatorio e molto poco rassicurante fece capolino sul suo viso per una manciata di secondi, prima di tornare inespressivo mentre si rivolgeva di nuovo allo studente.

Qual era la seconda cosa che voleva chiedermi?

Spoiler:
Il ricorso al cucciolo di Pseudodrago allevato da Simon è approvato dall'Amministrazione. Seguirà role ad hoc con il docente di Cure.
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Messaggioda Zephyr » 19/07/2013, 21:38

[newsgoth]
Quello che esiste tra noi è un legame di reciproco rispetto non di fiducia, Signorino Kenway perché lei semplicemente non si fida di me come donna, come persona ma si affida a me perché io la aiuti a scoprire quale dono si cela in lei.
Lei mi ascolta ma non mi parla, esegue ma raramente esprime giudizi, assorbe ma non filtra e se questi comportamenti possono essere in parte considerati dei pregi per un buon Apprendista non aiutano a creare una base di fiducia. Lei ha i suoi segreti e io sono la prima a rispettarli perché pretendo che vengano rispettati i miei, ma questo ci impedisce di essere totalmente sinceri l’uno l’altro a trecentosessanta gradi e senza sincerità non c’è fiducia.


Le parole della donna non sembrarono colpirlo particolarmente, o forse era quello che lui desiderava che si vedesse all'esterno.
Però strinse lo sguardo, fissandola con un interesse diverso da qualche minuto prima, scendendo infine con gli occhi rossi sul grembo del vestito, poi al terreno, alzando e abbassando le spalle ritmicamente mentre il respiro silenzioso non accennava a velocizzarsi, anzi, rallentava, segno inequivocabile che qualcosa gli stava passando per la mente e stava riflettendo con attenzione su ciò che aveva appena sentito.
Prima di tornare eretto del tutto con il busto, disse la frase iniziale, la domanda iniziale, esprimendo il proprio parere al riguardo concentrandosi affinché il tono non risultasse altezzoso o provocatorio ma soltanto obiettivo e colloquiale, anche perché il suo intento era apparire proprio così.

Lei dunque non ha fiducia nella Preside Bergman o nella Vice Preside Vireau?


Fu molto attento a menzionare anche la Coordinatrice del coro nel suo dubbio, pur avendo saputo da Marcus l'effettivo rapporto vigente e il legame di parentela tra le due donne. La Maestra doveva pensare che lui fosse completamente allo scuro della faccenda, che Zephyr non avesse sentito nulla il giorno dello scontro con i due mostri fuori dal giardino di Hogwarts, questo perché il ragazzo portava avanti un piano e lo faceva in maniera pulita, precisa, calcolata in ogni minimo dettaglio, altrimenti perché mai lo avrebbero scelto per spiare lì dentro? In quel covo di energie positive e persone che volevano tutto meno che la supremazia della Setta dei 12.
Kenway riprese a guardare negli occhi la propria interlocutrice, rispettoso, esattamente come aveva detto lei poco prima, umettandosi le labbra piano, quasi sensuale, ma come avrebbe mai potuto un ragazzo della sua età risultare sensuale per una donna come la divinante?

Non credo lei sappia molto della Preside o della Vice, ma ugualmente credo abbia fiducia nel loro operato e nella loro bravura per i ruoli che svolgono e come li svolgono.
La fiducia può essere di vari tipi, esattamente come l'amore, per esempio.
C'è quello per i genitori, quello per un animale e quello per un compagno o una compagna.
Anche la fiducia penso abbia vari stadi e vari livelli.
Io parlavo di fiducia reciproca, oltre che rispetto, come un allievo che si fida delle capacità e dell'onestà della propria Maestra, e volevo lei si fidasse di me come una Maestra che si fida dell'impegno e della costanza del suo allievo.
In tale impegno e costanza c'è anche la volontà di continuare gli addestramenti quando la Maestra è indaffarata o stanca o non in salute.
Oppure la sua fiducia nel sapere che non rimarrò male o contrariato se preferisce non avermi nel suo ufficio in un dato momento.
Forse prima devo essermi spiegato male, in quel caso, mi dispiace molto, professoressa Samyliak.


Non si espresse in alcun sorriso, ma la scintilla di vita in più che si lesse nei suoi occhi nell'ultimo sguardo poteva lasciar intendere che aveva tenuto a cuore quella spiegazione, come un motivo in più per farsi considerare di fiducia a lei in qualità di allievo e non di persona.
Era consapevole che non potevano fidarsi ciecamente l'uno dell'altra perché di mezzo i segreti c'erano e l'impossibilità di parlare, almeno da parte sua, era palese e concreta, ma cominciare con quel tipo di fiducia avrebbe reso la donna meno soggetta alle occhiate del duo della Setta entro i confini della scuola, un duo che ormai presto sarebbe divenuto un trio.
Nessun senso di colpa per il passato che ormai era trascorso e mai più sarebbe tornato, nessun pensiero negativo nei confronti di se stesso perché per Kenway una persona cominciava ad essere importante e "protetta" da parte sua solo quando iniziava a meritarselo o ad apparire ai suoi occhi come preziosa, ma a causa proprio di quella visione del semi-vampiro, Tisifone si stava pian piano immunizzando dall'influenza del male insito nel Castello, e tutto ciò senza nemmeno accorgersene.

Teoricamente il passare del tempo spinge una persona ad evolvere,ad avere altri desideri, altre prospettive, altri interessi e a considerare "immaturi" i comportamenti tenuti in precedenza.
In pratica credo che lei abbia ragione, non è il tempo che passa a determinare in noi i cambiamenti ma le esperienze che viviamo.
Quello che accade in un unico istante può incidere sul nostro modo di essere più di quanto possano fare anni.


...

Mi dovrebbe fare un favore Signorino Kenway, anzi no lo prenda come un ordine, un'imposizione, probabilmente l'unica che le darò mai. Non si sminuisca mai, per nessuno e per nessun motivo. Può mostrarsi al mondo umile, dimesso, persino stolto se lo reputa utile o necessario, basta che ricordi sempre qui e qui, che le sue convinzioni e considerazioni sono giuste e ugualmente valide rispetto a quelle di chiunque altro. Almeno fino a quando non sarà lei stesso a reputarle obsolete o errate.

E se fossi io obsoleto ed errato?


Ebbe quel pensiero ma non lo manifestò apertamente, no, troppo prezioso, ancora troppo privato e poi la donna non avrebbe potuto capire.
Non la odiava per quel consiglio, anzi, quella imposizione, infatti annuì soltanto sincerando ad ella di aver capito alla perfezione il concetto, ma sicuramente la sera, nel proprio letto, prendendo momentaneamente le sembianze di un adulto, avrebbe riflettuto a lungo su quella nuova domanda che forte e ustionante si era impressa nel suo cuore come un marchio a fuoco, attenuato solo dal fresco che il ghiaccio che aveva pervaso la sua anima a tal punto da proteggerlo ogni tanto dal dolore che lui stesso si infliggeva inconsciamente, ad ogni notte in più trascorsa nei meandri del pensiero e del ragionamento, mai sconfitto nemmeno dal sonno, l'ultimo dei suoi problemi, il primo dei suoi bisogni mai soddisfatti appieno.
Per fortuna l'argomento di conversazione mutò pochi minuti dopo, trasportandolo in un'altra dimensione, dai dubbi emozionali e interiori su sé stesso alla mantica che, proprio per un suo benessere personale, aveva scelto di provare a perseguire.

La Chiarudienza è una mantica non un modo di essere. Non può pensare di mantenere uno stato di silenzio interiore ab eternum perchè questo la porterebbe a isolarsi completamente dal mondo che la circonda e per quanto questo possa apparire spesso come un'idea allettante le assicuro che non è una strada percorribile. Non si lasci tentare dalla pace dell'Oblio perchè ogni volta tornare indietro è sempre più difficoltoso, mi creda. L'unico modo che ha per smorzare la sua voce interiore è sciogliere i suoi dubbi mediante il confronto perchè provare a farlo da solo è come cadere in un Uroboro senza fine.


Mentre parlava, spinta da un moto emozionale di esperienza vitale mista a lungimiranza etica, la professoressa di divinazione allungò una mano per toccare quella del ragazzo, ed egli si lasciò tranquillamente sfiorare, pur sapendo che ella l'avrebbe percepita più fredda del normale.
A fronte di questo, emise un leggero brivido a giustificare la stranezza, sottolineando forse un lieve freddo che aveva ipotermizzato la pelle.
Anche quella volta annuì soltanto, perché sapeva che non c'era bisogno di spendere parole inutili nei confronti di un'altra lezione ascoltata ed una proposta sentita. Non le poteva certo rispondere ora e immaginava che lei non lo pretendesse, infatti ritrasse poco dopo la mano tornando di nuovo su con la schiena probabilmente per non infastidirlo o farlo sentire costretto a corrispondere in qualche maniera quell'atto di gentilezza venuto spontaneo come abbracciare qualcuno che piange. In un certo senso quello era un pianto, ma dell'anima, quella sulla quale lui aveva ancora dubbi.

... Grazie.


Ma si, una piccola parola inutile per lui, fondamentale magari per lei, quindi se la lasciò scappare senza remore, fissandola sempre con intensità.
Ora davanti all'Aberrazione non c'era più il corpo caldo e voglioso "provato" e goduto la notte di qualche mese prima, per quanto l'immaginario legato alla bellezza innegabile della donna non si poteva mettere a tacere come se fosse una voce spenta, ma c'era soprattutto una Maestra in grado di ascoltare oltre che parlare, in grado di mettere a fuoco un problema e fornirvi una risoluzione ipotetica.
Quando il giorno dello scontro e del ritrovo in Sala Grande, la Preside distribuì i compiti e non la scelse per andare lì fuori a combattere in caso di perdita dei sensi di uno dei duellanti contro le bestie, Zephyr soffermandosi captò nel suo sguardo una nota di dispiacere, pensando che ella si stesse reputando meno abile o meno forte magicamente di altri membri del corpo docente, colleghi come lei, alcuni anche più giovani.
Per lui invece si trattava solo della valutazione di un compito differente, di una capacità diversa, quella di pensare, quella di elaborare e riflettere.
In questo la donna in fronte al Corvonero eccelleva ma non si sarebbe certo esposto lui per farglielo capire: presumere ed ipotizzare troppo l'avrebbe messa in una posizione di sospetto ed eccessiva vicinanza nei suoi confronti e certo questo non se lo poteva proprio permettere.
Ora c'era solo da sapere quando avrebbero iniziato gli addestramenti per la Chiarudenzia, per quanto pareva che la donna necessitasse prima di un'altra risorsa, prima di poter dare il via libera agli allenamenti mentali dell'allievo.

Non appena avrò quello che mi serve.

Nel frattempo si senta libera di darmi tutti gli esercizi che pensa possano essermi utili.

Qual era la seconda cosa che voleva chiedermi?

Vorrei chiederle la possibilità di essere nominato suo Assistente, Maestra.


Fluido, veloce, sintetico e premeditato, quasi un androide babbano, ma quella era naturale determinazione.
In più, senza aspettare che lei glielo chiedesse, Z avanzò subito le motivazioni che l'avevano spinto ad una tale domanda ufficiale.

Standole accanto anche nelle normali ore di lezione senza dover aspettare la loro conclusione penso possa aumentare ulteriormente il mio bagaglio di conoscenza, oltre che l'affinità con le tecniche da lei spiegate.
Inoltre posso aiutarla nella correzione degli elaborati o nella stesura delle domande di verifica, qualora lei sia impegnata o stanca fisicamente.
Lei ha stabilito dei prerequisiti per poter sperare in questa assunzione?
[/newsgoth]
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