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Messaggioda Tisifone » 16/10/2012, 21:47

Stentava a credere che le fosse accaduto di nuovo. Certo una premonizione non era come una profezia, ma in quel frangente le differenze erano così minimali da essere irrilevanti. Non sapeva cosa “stimolasse” tanto il suo Occhio Interiore, ma di certo non era mai stato così attivo come da quando era arrivata a Hogwarts. C’era stato, in realtà, un periodo, quando era più giovane, in cui sembrava che qualsiasi cosa o persona toccasse la facesse finire in trance ma in cuor suo sperava che non stesse accadendo la stessa cosa. Scosse la testa, come a voler scacciare quei pensieri nefasti, tornando a concentrarsi su Caroline Priscilla. Non voleva che la bimba andasse in giro per il Castello a raccontare quello che aveva fatto ma non poteva Oblivarla, per quanto il modo in cui teneva la sua bacchetta ben in vista poteva far pensare il contrario. L’unica alternativa che aveva era quindi di “invitarla caldamente” a tenere per sé quell’avvenimento, usando un tono di voce basso e vagamente minaccioso, sperando che l’altra comprendesse il messaggio.


Va bene, professoressa...

Tzsè… Tassorosso…

Pensò tra sé la donna, chiedendo anche scusa mentalmente al suo compagno per quel commento spontaneo che il comportamento della ragazzina aveva fatto sorgere in lei. Come poteva minimamente pensare che lei le avrebbe creduto se non solo non la guardava in faccia ma in più abbassava lo sguardo? Qualcuno avrebbe dovuto insegnarle qualche tecnica di sopravvivenza, ma per sua fortuna quello non era un suo compito. In ogni caso il problema permaneva e lei non sapeva come risolverlo forse perché non c’era una soluzione.

Con il suo permesso, io ora andrei...

Certo Signorina O’Neill vada pure e si ricordi che venir meno alla parola data ha sempre delle conseguenze sul karma delle persone…


Aggiunse, provando a metterle il dubbio che le sue doti di Veggente le avrebbero permesso di scoprire immediatamente che lei era venuta meno alla promessa parlando con qualcuno della premonizione fatta.

Buona serata e grazie della disponibilità

Lo sarebbe stato se non fosse venuta qui…

Pensò stizzita, limitandosi a rispondere a voce con un pacato

Buona serata anche a lei.

Una volta che la ragazzina fosse uscita dal suo ufficio, Tisifone avrebbe spento con un colpo deciso della bacchetta la musica di sottofondo e le fiamme nel camino, rimanendo seduta sul pouf a riflettere sulle parole della premonizione e su tutte le sue possibili implicazioni.

[FINE]
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Messaggioda Elbeth » 07/04/2013, 21:39

[Un pomeriggio di Aprile alla fine delle lezioni]


Elbeth fissava la punta degli stivali, mentre avanzava pensierosa per il corridoio del sesto piano.
Stringeva a sè i libri e continuava a tirare su la borsa con pergamene, piume, inchiostro e... ancora altri libri.
L'ultima lezione, quella di pozioni, era appena finita e neanche lì era riuscita a calmarsi.
Avvenimento strano questo, dato che Elbeth trovava il distillare pozioni molto rilassante: lo sforzo di concentrazione che le richiedeva quella materia, costituiva per lei uno spazio neutro, in cui placare la sua mente vivace e troppo curiosa.
La borsa pesava un pò e continuava a scivolarle dalla spalla. Eppure fu grazie ad essa che interruppe il flusso cupo dei suoi pensieri.
Quando rialzò il capo da terra, sospirando, la fronte corrucciata e lo sguardo grave erano ancora stampati sul suo piccolo viso.
La bambina non sorrideva sempre, ma da un paio di giorni a questa parte era particolarmente pensierosa.
La lezione di Divinazione prima e la strana escursione fatta al Ministero della Magia con il professore di Storia, poi, avevano lasciato molte domande aperte nella sua testa.
Dopo due giorni passati a rimuginare e tentennare, aveva deciso che l'unica persona che poteva in qualche modo darle risposte adeguate era la sua Capocasa, nonchè professoressa di Divinazione.
Gli occhi vivaci della bimba erano ora determinati. Sentiva che quella era una combinazione vincente.

Ormai ho deciso!

Quindi ora si trovava lì, a fissare con solennità la pesante porta di legno su cui campeggiava la scritta a chiare lettere, "Prof.ssa Tisifone Samyliak".
Alcuni studenti avevano soggezione di lei, ma Elbeth, pur diffidente di natura, si trovava rassicurata dalla gelida compostezza dell'insegnante di Divinazione: le ricordava in parte il carattere di sua madre e per quanto non andasse d'accordo con la sua genitrice, era d'altro canto abituata a quel tipo di comportamento fin dalla sua infanzia. Le era in un certo qual modo familiare...
La Samyliak, poi, era la sua Capocasa. Era una Grifondoro! Questo per la mente infantile di Elbeth contava molto. Voleva dire che erano entrambe animate dagli stessi principi, dagli stessi valori nella vita: quelli della loro Casata.
Ma quando bussò con decisione alla porta, il cuore iniziò a batterle più forte.
Non avrebbe saputo dire se era per timore di disturbare la professoressa o per le domande che era certa avrebbero trovato almeno in parte una risposta.
Quello che sapeva è che era stranamente ansiosa, anche perché sapeva che le risposte alle sue domande non si trovavano tutte lì, in quell'ufficio. Era in quei frangenti che le mancava Richard.
Lui avrebbe saputo cosa fare. Ma era troppo rischioso scrivergli, doveva parlargli di persona.
Ma aveva dubbi anche su quello... Ecco perché il colloquio con la divinante era necessario!
Almeno qualche dubbio sarebbe stato fugato. In un modo o nell'altro.
Era proprio durante la seconda ora di pozioni, proprio mentre stava versando il succo di sanguisuga nella sua pozione Restringente, che le era venuta l'idea di consultare la docente di Divinazione.
Era la sua materia!
Era lei che gliene aveva parlato per prima, quindi chi meglio di lei poteva avere le risposte alle sue domande?

Nessun'altro!

Più ci pensava, più le sembrava la cosa giusta da fare.
Si mordicchiò il labbro inferiore, gesto involontario quando era nervosa.
Mancava ancora un'ora all'ora di cena, avrebbe avuto il tempo sufficiente?
Infatti, nonostante il raziocinio le dicesse che era la cosa giusta da fare [intuito/perspicacia = 18], non era serena.
Lei, di solito così volitiva nonostante la giovane età, avrebbe potuto sembrare addirittura ...spaventata!

Professoressa Samyliak, sono Queen. Posso entrare?

Il tono leggermente più spedito del suo solito modo di parlare, tradì in parte la sua ansia e la sua fretta.
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Messaggioda Tisifone » 09/04/2013, 14:54

Aprile. Aria di primavera. E forse proprio grazie alla Primavera un po’ dell’aria fredda e arcigna di Tisifone si era sciolta, donando alla donna un’aria più serena anche se non per questo più morbida. O forse semplicemente dopo il gesto romantico di Lucas di farle trovare la loro nuova casa già arredata e pronta per accoglierle e custodire i loro week end di coppia la Divinante si sentiva più ben disposta verso il prossimo, come se la socievolezza del compagno l’avesse in qualche modo contagiata.
Seduta su uno dei pouf di fronte al caminetto spento, si stava affrettando per concludere la correzione dei compiti, per poi andare a cena in Sala Grande con il suo compagno, cosa quella che sapeva fargli molto piacere e per l’occasione aveva anche scelto un abito un po’ meno rigido del solito. Nessun colore stravagante, solo un leggero color panna con qualche impuntura d’oro che metteva in risalto il nero dei capelli lasciati sciolti sulle spalle e il blu dei suoi occhi che brillavano divertiti per qualcosa di cui solo lei era a conoscenza.
Il leggero bussare alla porta la lasciò interdetta per una manciata di secondi, mentre lo sguardo correva veloce all’orologio a pendolo sopra il camino. Mancava più di un’ora alla cena e quindi aveva tutto il tempo per poter accogliere uno studente, anche se quello avrebbe significato, immancabilmente, avere compiti da correggere quel week end.

Professoressa Samyliak, sono Queen. Posso entrare?

Tisifone inarcò un sopracciglio, perplessa per l’ansia che il tono della sua Grifa [Intuito (P)=26] lasciava trasparire.

Prego Signorina Queen entri pure e si accomodi.

Disse quindi, con il suo solito tono freddo e distaccato anche se Elbeth, avendo a che fare con la CapoCasa più degli altri studenti, avrebbe potuto notare una nota diversa, quasi di calore, nel modo in cui le aveva parlato, indicandole uno dei pouf accanto a lei. Stava troppo comoda accovacciata a terra per voler rinunciare a quella posizione e poi credeva che mettesse gli studenti più a loro agio rispetto all’imponente sedia in legno che si trovava di fronte alla sua scrivania.

A cosa devo l’onore di questa visita?

Chiese poi, una volta che la studentessa si fosse accomodata.
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Messaggioda Elbeth » 10/04/2013, 22:35

Prego Signorina Queen entri pure e si accomodi.

Anche se il tono poteva apparire freddo e distaccato, ad un orecchio più attento la voce di Tisifone sarebbe apparsa venata di una sfumatura più calda del suo solito.
Ma Elbeth, distratta dai suoi pensieri, non lo colse, tirò solo un sospiro di sollievo per il fatto che l'insegnante fosse nel suo ufficio.
Impaziente com'era, non ce l'avrebbe fatta ad attendere oltre.
Le mille domande, che si stavano affastellando nella sua testa, iniziavano a renderla più nervosa del previsto.
Non aveva neanche pensato a cosa avrebbe detto alla Divinante, aveva solo agito d'impulso.
Varcò la soglia, facendo leva sul pesante battente di legno antico e si ritrovò nell'ufficio della Samyliak.
Non aveva ancora avuto modo di entrare lì, d'altronde vedeva Tisifone molto spesso sulla Torre dei Grifi.
Quindi, lasciò vagare lo sguardo con curiosità.
Elbeth esitò un istante. Nonostante il turbamento del suo animo, non potè che rimanere colpita dall’estro di quel luogo.
Eppure, quel luogo era l’esatto specchio di ciò che era Tisifone Samyliak.
La donna in abito chiaro era seduta vicino al camino, su un pouf basso.
Dovette trattenere un ulteriore moto di sorpresa, in quanto era vestita in modo meno stravagante del solito. Era come sempre molto affascinante. Capiva perché il professor Turner la trovasse così bella! Ovviamente, nonostante fosse una bambina al suo primo anno ad Hogwarts, le notizie giravano con una certa celerità all’interno del castello, figurarsi quelle sulla sua Capo Casa! Ed Elbeth era per sua natura molto curiosa.

A cosa devo l’onore di questa visita?

Non fu solo l’accoglienza della stanza o l’abbigliamento della divinante che la colpì: fu il suo tono.
Era formale e composto, come al solito, ma aveva una nota di calore in più, a cui sulle prime non aveva fatto caso.
Era un’inezia, ma ebbe il potere di sciogliere un po’ del peso che gravava sul suo cuore e a farla sorridere appena: il primo sorriso dopo giorni di ansia ed angoscia.
Non aveva osato parlarne con nessuno. Era una persona abbastanza riservata e nonostante iniziasse ad abituarsi alla vita comunitaria del castello, Elbeth era inizialmente diffidente di natura ed era stata educata ad esternare il meno possibile.
Era uno dei motivi dei continui battibecchi con sua madre. L’educazione rigida che aveva ricevuto, stridendo con il suo carattere esuberante, spesso creava dentro di lei un caos emotivo, che non riusciva a gestire bene.
Da un lato la fredda educazione materna che le imponeva di non esternare mai ciò che provava, nascondendo ogni cosa dietro una maschera ben costruita, dall’altra il suo carattere curioso ed impulsivo, che istintivamente non riusciva a contenere!

Si avvicinò al camino e al pouf che la professoressa le stava indicando per accomodarsi ed Elbeth ci si lasciò andare con un sospiro, facendo scivolare accanto a sé la borsa con i libri. La posa di solito fiera ed eretta, era leggermente dimessa, con le spalle crollate un po’ verso il basso.
Ed anche il suo sguardo si fissò in basso, su un punto indefinito del tappeto con quei colori caldi.
Quei colori caldi, tuttavia, le strapparono un accenno di sorriso..
Rialzò il capo decisa ed incrociò lo sguardo penetrante di Tisifone, cosa che la fece deglutire un attimo prima di fare la sua prima domanda.

Ho bisogno di chiederle alcuni approfondimenti sulle profezie e le sfere che le contengono al Ministero, professoressa.

La bambina non tergiversava quasi mai. Andava dritta al punto, alle volte anche senza molto tatto. In quello, l’educazione materna non era riuscita a frenare l’impulsività della bimba. Ma fissare gli occhi scuri della divinante che in quel momento sentiva come l’unico appiglio al quale aggrapparsi, le fece abbassare lo sguardo, colpevole.

Sa… per il compito di Divinazione che c’ha dato…

Era una bugia. O meglio, era interessata alla risposta anche a fini didattici, ma ciò che aveva fatto scaturire la domanda era stato ben altro. E lei lo sapeva!
La sua bravata durante la gita con il professore di Storia della Magia aveva avuto molte più conseguenze di quello che immaginava ed improvvisamente si ricordò che, forse, la sua Capo Casa era stata informata del fatto.
Era vivace, ma finora non era stata mai ripresa per quello.
Rialzò gli occhi, fissando un pò titubante la donna.
Doveva andare avanti! Doveva chiederglielo!

Mi chiedevo se i diretti interessati vengono informati dal Ministero, sul fatto che esiste una profezia che li riguarda.

Di nuovo, il tono di Elbeth risultò un po’ concitato, come se da quella prima risposta dipendesse parte del suo futuro.
Ed in un certo senso, nell’animo della bimba, era proprio così.
Al di là della risposta in sé, questo avrebbe comportato per lei il rivedere tutta una serie di priorità e di certezze che aveva sulla sua vita.
Richard era stato una di quelle certezze, forse l’unica, data la scarsa presenza dei genitori.
Soprattutto era stato sincero con lei ed era una delle cose che apprezzava di più in lui.
E se, invece, si fosse sempre sbagliata?
Si mosse quasi impercettibilmente sul pouf, come se avesse difficoltà a trovare una posizione comoda.
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Messaggioda Tisifone » 11/04/2013, 16:12

All'accenno di sorriso che comparve sul viso della Grifa, Tisifone sollevò impercettibilmente un sopracciglio per più di un motivo. Non si rendeva conto, la donna, che la vicinanza del compagno l'aveva resa molto più "calorosa" nei modi di porsi nei confronti degli studenti, sopratutto perchè nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di farglielo presente. In più, abituata com'era a tenere costantemente sotto controllo i suoi Grifi per evitare sorprese sgradevoli, era da un paio di giorni che aveva notato come in Elbeth ci fosse qualcosa di diverso, anche se fino a quel momento non si era resa conto di cosa fosse.

Credo che lo scoprirò a breve.

Pensò tra sè mentre osservava la studentessa ad accomodarsi su uno dei pouf accanto a sè e restare in silenzio per una manciata di secondi. Per quanto non amasse particolarmente le perdite di tempo e i preamboli inutili, quel comportamento la lasciò alquanto stranita, così decise di concederne all'altra tutto quello che le serviva per organizzarsi le idee o forse prendere il coraggio per tirare fuori quello che la stava angustiando. Senza proferir parola, con un colpo di bacchetta trasferì i compiti che stava correggendo sulla scrivania e, una volta fatta sparire la bacchetta tra le falde del vestito, si limitò a puntare i propri occhi blu sul viso della ragazzina in quello che sperava fosse un muto incoraggiamento a parlare.

Ho bisogno di chiederle alcuni approfondimenti sulle profezie e le sfere che le contengono al Ministero, professoressa. Sa… per il compito di Divinazione che c’ha dato…

Può chiedermi quello che vuole Signorina Queen, lo sa bene, anche se dubito che io possa darle qualche nozione in più rispetto a ciò che ho già spiegato a lezione.

Affermò seria, senza alcuna inflessione nella voce che avrebbe potuto spaventare la ragazzina. Era solita preparare in maniera scrupolosa le sue lezioni in modo da dare tutte le informazioni necessarie e ridurre al minimo l'esigenza di consultare diversi libri in Biblioteca perchè sapeva bene come, per chi non ne avesse gli strumenti, l'approfondimento di alcune tematiche divinatorie avrebbe comportato più danno che profitto. Dal linguaggio del corpo della studentessa, così diverso dal suo solito modo di porsi, Tisifone comprese [Intuito (P)=26] che la stessa stava solo tergiversando ma decise di darle ancora un po' di tempo, limitandosi a tamburellare con le dita di una mano sulla superficie liscia del tavolino di fronte a loro. Forse quel comportamento poteva anche innervosire la ragazzina ma di sicuro era preferibile a un richiamo verbale diretto che però sarebbe venuto lo stesso di lì a poco.

Mi chiedevo se i diretti interessati vengono informati dal Ministero, sul fatto che esiste una profezia che li riguarda.

No Signorina Queen, la politica del Ministero è molto rigida sulla gestione delle profezie, così come dei Veggenti - e storse il naso mentre la mente andava automaticamente a rinvangare ricordi non proprio piacevoli - Questo vuol dire che le Profezie vengono tenute il più possibile nascoste in base alla credenza, secondo me errata, che se tutto rimarrà immutato allora essa non si avvererà.

Spiegò quindi, cercando di semplificare il più possibile un discorso complesso che a volte sfociava nella filosofia babbana ma lasciando intendere che era pronta a chiarire ogni dubbio in proposito della studentessa, nel caso ne avesse altri. Qualcosa però le diceva che non era esattamente quello il motivo per cui Elbeth si trovava in quel momento a contorcersi sul suo pouf, forse per il nervosismo o forse semplicemente perchè lo trovava scomodo.

Signorina Queen la prego non abusi della mia pazienza e venga direttamente al punto. - sbottò quindi alla fine, dimostrando quanto, in realtà, la succitata pazienza fosse esaurita - Cosa ha combinato in realtà con il Signorino Alvares durante la recente visita al Ministero?

Era un azzardo il suo, dovuto più a una sensazione [Intuito (S)=36] che a una prova concreta. Dopotutto il collega di Storia della Magia non aveva fatto alcun cenno a disastri verificartisi o sventati duranti la gita al Ministero, limitandosi a lamentarsi con lei in maniera informale per la scarsa educazione del Delfino e della Grifa rei di essersi allontanati dal gruppo per esigenze fisiologiche senza avvertirlo.
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Messaggioda Elbeth » 12/04/2013, 21:02

No Signorina Queen, la politica del Ministero è molto rigida sulla gestione delle profezie, così come dei Veggenti. Questo vuol dire che le Profezie vengono tenute il più possibile nascoste in base alla credenza, secondo me errata, che se tutto rimarrà immutato allora essa non si avvererà.

Fin quando Tisifone non finì di parlare, Elbeth non si rese conto di aver trattenuto il fiato. La risposta la liberò di un peso: neanche Richard poteva sapere. Poi alla seconda frase della divinante la bambina aggrottò perplessa le sopracciglia, in un moto di stizza e stupore allo stesso tempo. Non bastava la politica retrograda del Ministero sui Veggenti, anche la popolazione magica ne subiva le conseguenze! A cosa serviva una profezia, se non veniva usata?

Non è giusto! Pensò per un attimo la piccola Grifa, recuperando improvvisamente il suo cipiglio combattivo.

Signorina Queen la prego non abusi della mia pazienza e venga direttamente al punto. Cosa ha combinato in realtà con il Signorino Alvares durante la recente visita al Ministero?

Si accorse con disappunto di aver tergiversato fin troppo. Per quanto tempo ancora sarebbe rimasta in quell’incertezza? Ormai era lì. Aveva scelto la Samyliak proprio per il suo carattere riservato, alcuni lo avrebbero definito brusco, oltre che per la sua competenza in materia. Ed anche perché, in fondo, era l’unico adulto in quella scuola di cui si fidava! Le stava dedicando del tempo prezioso, non poteva sprecare quel dono. Il cuore si calmò e la bimba indossò la sua maschera di compostezza.

Mi scusi, professoressa Samyliak, ha ragione. Alvares non ha combinato proprio nulla – ci tenne a precisare: il Delfino l’aveva solo chiamata prima che il professore di Storia della Magia si alterasse per la sua assenza - Io, invece… Sonoentratanell’UfficioMisteri!

Lo disse tutto d’uno fiato e molto più velocemente del dovuto!
Deglutì. Non era facile confessare alla sua Capo Casa di essersi intrufolata in uno degli uffici del Ministero, senza autorizzazione e per di più durante una innocua gita scolastica.

… e sono capitata nella Stanza delle Profezie!

Le confessioni non erano ancora terminate. Ok, non era proprio per caso che c’era finita! Ma quello la Samyliak l’avrebbe compreso benissimo da sola. Elbeth aveva optato, forse a torto, per essere diretta. Ormai, il danno l’aveva già fatto, ne avrebbe pagato anche le conseguenze, ma in gioco c’era il suo futuro. E quello di Richard!
Improvvisamente, la bimba si fece molto seria e fissò i suoi occhi scuri in quelli blu della divinante.

Erano tante, tutte perfettamente ordinate… è stato facile trovare la mia… [intuito/perspicacia= 18]

Terminò la frase in un sussurro. Non voleva farle perdere altro tempo, quindi prima che Tisifone potesse farle qualsiasi altra domanda, aggiunse ciò che le sembrava importante che sapesse.

Non sono riuscita ad ascoltarla. Non ne ho avuto il tempo. Ma è da quel giorno che ci penso…

Nuovamente sembrò essere a disagio seduta su quel pouf, agitandosi nervosamente. Era una bambina: non riusciva a trattenersi e continuò ad esternare le sue domande, gesticolando un po’.

E ho mille domande. Perché una profezia?

Il suo tono divenne più accorato. Era una insignificante bambina, d’altronde. Il Fato come sceglieva a chi comunicare e cosa? Un altro pensiero si insinuò pericolosamente nella sua testa, qualcosa a cui finora aveva pensato solo come una probabilità: se il Ministero non voleva farle avverare allora voleva dire che…

…Sarà una cosa brutta? E Richard? Che ne sarà di Richard?

Nella concitazione del momento e della ridda di emozioni che nuovamente il timore dell’incertezza aveva riportato a galla, l’irruenza di Elbeth venne tutta fuori, facendo emergere anche argomenti che la Samyliak non poteva conoscere, come l’esistenza di Richard. Niente più formalità o compostezza. Era uno solo il sentimento che gravava sul suo cuore e sul suo animo: la paura.

Non c’è modo di conoscerla?

Il tono era quasi di sfida. Aveva passato giorni a rimuginare su quanto aveva visto, a preoccuparsi delle ipotesi che si erano formulate nella sua testa, ad avere paura anche di trovare una risposta alle sue domande! Ma era una Grifondoro! E conosceva un solo modo di affrontare la paura: sfidarla a viso aperto.
Il Ministero non riteneva opportuno che i comuni cittadini conoscessero la verità?
Beh, per lei la verità sarebbe stata tutto! Tutto!
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Messaggioda Tisifone » 13/04/2013, 18:31

Mi scusi, professoressa Samyliak, ha ragione.

Un unico cenno d’assenso a indicare che le scuse erano state accettate, mentre in cuor suo sperava che il richiamo avrebbe sortito un qualche effetto e Elbeth finalmente si fosse decisa a dirle cosa l’aveva spinta esattamente nel suo ufficio.

Alvares non ha combinato proprio nulla

Il sopracciglio sinistro si sollevò a quella affermazione in un chiaro gesto di incredulità, ma nessun commento venne pronunciato dall’Insegnante che preferì continuare a rimanere in silenzio in attesa.

Io, invece… Sonoentratanell’UfficioMisteri!

Il sopracciglio destro scattò in alto a fare compagnia la gemello, dipingendo sul volto di Tisifone un’espressione di stupore così anomala che sarebbe potuta apparire divertente se non fosse stato per la serietà della situazione.

… e sono capitata nella Stanza delle Profezie!

Signorina Queen mi sta dicendo che ha deliberatamente eluso il controllo del Professor Amstrong per recarsi in una zona del Ministero preclusa a chiunque non sia un Indicibile e mettersi a girovagare nella Stanza delle Profezie e questo solo per – cosa? – curiosità infantile?

Tutto il buon umore e la disponibilità della donna erano evaporati all’istante mentre le implicazioni di quello che la Grifa aveva fatto si andavano concretizzando davanti ai suoi occhi. Il Ministero teneva gelosamente sotto chiave le profezie per paura che potesse accadere qualcosa di simile a quello che aveva sconvolto il Mondo Magico durante la Seconda Guerra Magica e quindi non vedeva di buon occhio quelli che tentavano di infrangere il loro ferreo controllo.

Erano tante, tutte perfettamente ordinate… è stato facile trovare la mia… Non sono riuscita ad ascoltarla. Non ne ho avuto il tempo. Ma è da quel giorno che ci penso…

Signorina Queen la prossima volta che decide di tentare di uccidermi potrebbe per cortesia limitarsi a lanciarmi contro un innocuo Avada? – commentò Tisifone quasi ironica, i battiti del cuore accelerati per la tensione e le varie implicazioni che sottostavano a quel comportamento inopportuno. – E’ inutile che le dica che quello che ha fatto è stupido e pericoloso. Il Custode delle Profezie solitamente non è un tipo molto disponibile verso il prossimo e gli Indicibili hanno il potere di fare qualsiasi cosa loro reputino necessaria per evitare che il frutto del loro lavoro venga divulgato… anche Oblivare una ragazzina di undici anni.


Si, la voleva spaventare, senza però per quello mentirle, per evitare che in futuro potesse avere nuovamente la tentazione di avventurarsi in quel Livello del Ministero.

E ho mille domande. Perché una profezia?

Signorina Queen dovrebbe aver compreso che le vie del Fato sono misteriose e pressoché infinite. Molte Profezie vengono fatte ancor prima che i destinatari nascano e in passato per paura dell’ignoto si faceva il possibile affinchè non nascessero mai…

No, certamente le parole della donna non erano rassicuranti, ma purtroppo era così. Non c’era modo di comprendere come mai il Fato decideva di avvertire una data persona al posto di un’altra, anche se alcuni studiosi erano giunti alla conclusione che ci doveva essere o che ci sarebbe stato un qualche legame tra il Veggente e almeno uno dei destinatari.

…Sarà una cosa brutta? E Richard? Che ne sarà di Richard?

Vedere una ragazzina solitamente così compita e padrona di se stessa nonostante la giovane età in preda a quella che a tutti gli effetti poteva essere considerato un attacco di panico non lasciò indifferente Tisifone che istintivamente, venendo meno al suo proposito di non entrare in contatto con l’aurea magica di nessuno, posò una mano sulla spalla della giovane ragazzina per calmarla e infonderle un po’ di coraggio. In un attimo una scarica simile a quella che i babbani chiamano elettricità la investì e davanti ai suoi occhi iniziarono a scorrere veloci delle immagini: no, non era una previsione o una profezia, ma qualcosa di più semplice e complicato allo stesso tempo. Ricordi. Tisifone stava ricordando brandelli della sua vita passata che aveva relegato in un angolo remoto della sua mente, una lei più giovane che camminava avanti e indietro a una finestra sbarrata magicamente come una fiera in gabbia, la lite con un Auror di pochi anni più giovane di lei, le braccia calde e sicure di Asher e una Profezia, la prima che faceva in libertà sotto lo sguardo duro e perplesso di Demetri nella sua stanza al Manor.

Non c’è modo di conoscerla?

Sbattè velocemente le palpebre, tornando al presente, un sguardo vuoto che si posava su quelli vispi e determinati di Elbeth.

Per quale motivo vorrebbe conoscere il contenuto della sua Profezia, Signorina Queen? E di grazia chi sarebbe questo Richard di cui ha tanto a cuore le sorti?

Le chiese quindi, ritirando la mano e portandosela al petto come se si fosse scottata, con un tono di voce serio che lasciava ben intendere che la sua non era una domanda oziosa e che forse, dalla risposta che avrebbe ottenuto sarebbe dipeso la possibilità della Grifa di venire a conoscenza della sua Profezia.
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Messaggioda Elbeth » 15/04/2013, 21:25

Ad ogni ulteriore parola ed informazione di Tisifone, il volto di Elbeth si faceva sempre più serio e corrucciato. Abbassò lo sguardo sulla ramanzina per essersi introdotta irregolarmente nell’Ufficio Misteri e rimase in silenzio per tutto il tempo in cui la sua insegnante parlò. Cosa aggiungere d’altronde? Sapeva bene di essere stata molto imprudente e troppo curiosa…
Per sua fortuna, il Guardiano delle Profezie non era nei paraggi (probabilmente ad espletare un qualche bisogno fisiologico!) e la permanenza della bambina nella Stanza delle Sfere troppo veloce, perché venisse scoperta. Avrebbe dovuto ringraziare doppiamente Alvares per quello!

Signorina Queen la prossima volta che decide di tentare di uccidermi potrebbe per cortesia limitarsi a lanciarmi contro un innocuo Avada? E’ inutile che le dica che quello che ha fatto è stupido e pericoloso.

Non potè trattenere il rossore che le imporporò le guance per la vergogna ed anche un po’ per rabbia verso se stessa.

Il Custode delle Profezie solitamente non è un tipo molto disponibile verso il prossimo e gli Indicibili hanno il potere di fare qualsiasi cosa loro reputino necessaria per evitare che il frutto del loro lavoro venga divulgato… anche Oblivare una ragazzina di undici anni.

La Samyliak aveva un tono alterato ora, molto diverso da quello di poco prima. Rabbrividì pensando che, forse, se avesse toccato la sfera che conteneva la sua profezia, ora non sarebbe stata lì con la sua Capo Casa a parlarne, perché molto probabilmente non se lo sarebbe ricordata! Nonostante la preoccupazione sul futuro suo e di Richard, aveva scartato l’idea di intrufolarsi ancora nell’Ufficio incriminato. Non ne avrebbe avuto la possibilità: era solo grazie ad una serie di eventi fortunati ed accidentali che si era ritrovata lì. E, a quanto pareva, senza subirne conseguenze!

Signorina Queen dovrebbe aver compreso che le vie del Fato sono misteriose e pressoché infinite. Molte Profezie vengono fatte ancor prima che i destinatari nascano e in passato per paura dell’ignoto si faceva il possibile affinchè non nascessero mai…

Altri brividi, molto più accentuati, le corsero lungo la schiena.
Non nascere mai…
Sarebbe potuto accadere sul serio? I suoi genitori potevano anche non volerla, se avessero saputo?
L’ipotesi le velò gli occhi di tristezza.
Non che i suoi fossero il massimo della presenza in quanto a genitori, ma entrambi erano sempre stati affettuosi con lei.
Ok… più suo padre che non sua madre! Ma non perché la mamma non le volesse bene, solo non era una persona che esternava con piacere le sue emozioni. Forse la lasciavano sola un po’ più del dovuto ed ogni tanto si chiedeva perché, ma aveva sempre avuto Richard a compensare le assenze dei genitori. Era ovvio che per Elbeth fosse una figura di riferimento forte, molto più forte dei suoi stessi genitori. In realtà la bimba non aveva mai fatto delle valutazioni in quei termini: era molto spontanea, quindi semplicemente voleva bene al vecchio maggiordomo come se fosse un parente intimo e sapeva che di qualunque cosa avesse avuto bisogno, lui ci sarebbe stato sempre.
Il tocco lieve della sua insegnante la riscosse dai suoi pensieri e un ultima domanda sorse spontanea.
Ma ciò che aveva chiesto a Tisifone non trovò una risposta, ma un’ulteriore domanda!

Per quale motivo vorrebbe conoscere il contenuto della sua Profezia, Signorina Queen? E di grazia chi sarebbe questo Richard di cui ha tanto a cuore le sorti?

Richard è il mio maggiordomo!

Rispose di getto la bambina con un tono tra lo stupito e l’altezzoso, come se tutti avessero un maggiordomo in casa!
La bimba era sempre stata a Queen Castle e nelle ambasciate sparse per il mondo che aveva avuto l’opportunità di girare grazie al lavoro del padre. Pertanto, nel suo ambiente, era normale che si avesse della servitù alle dipendenze. Spesso erano elfi domestici, nel suo caso era un Magonò: Richard Attenbourgh.
Poi, ripensando ai commenti della mamma molto più altezzosi, sul dare troppa importanza alla servitù, si sentì in dovere di spiegare meglio il suo rapporto con lui.

Però… - si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore - …non è un maggiordomo normale! Cioè il suo lavoro lo fa benissimo!

Si corresse immediatamente: non voleva che la professoressa pensasse che Richard non facesse il suo mestiere e la cosa giungesse all’orecchio dei suoi! Si agitò nervosa sul pouf.

Insomma…. Volevo dire…Mi ha cresciuta lui, da quando sono nata!

Disse accorata cercando di far capire alla donna il suo rapporto con il maggiordomo.

…Ed anche se la mamma non vuole che lo dica, io gli voglio bene!

Aggiunse con una punta di orgoglio e di sfida nella voce. I suoi occhi scuri fiammeggiarono un attimo: aveva avuto molte discussioni con la madre sull’argomento “Richard”. Era il motivo per cui lui non la chiamava mai per nome, ma sempre con l’appellativo di “miss” e le dava del lei (tranne rarissime eccezioni, che di solito contemplavano il fatto che lei avesse combinato qualche guaio!). Quella formalità era il prezzo che entrambi avevano dovuto pagare, per poter stare insieme: su quello la madre era stata irremovibile. E dato che la signora Queen era capricciosa anche più della figlia, tutti si erano dovuti adeguare.

Non voglio che gli accada qualcosa di male… e la profezia… insomma… se non vogliono neanche che nascano… cioè… non deve contenere cose belle, no?

Nella sua mente di bambina non esistevano molte sfumature: o bene o male. Una cosa o era bella o era brutta. E visto tutte quelle protezioni e tutto quel dire sui Veggenti, insomma, era evidente che le profezie non erano una cosa bella!

I nostri nomi erano insieme… - sussurrò appena - Se gli succede qualcosa, io voglio saperlo!

Affermò la bambina determinata. Nuovamente i suoi occhi scuri fissarono decisi quelli blu della sua insegnante.
Tisifone avrebbe capito? Elbeth decise di osare ancora di più.

Se lei avesse qualcuno a cui tiene tanto, non vorrebbe saperlo, non farebbe di tutto per proteggerlo?
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Messaggioda Tisifone » 17/04/2013, 21:18

L’idea che qualcuno potesse avvicinarsi non invitato alla Sala delle Profezie e cadere nelle grinfie degli Auror di guardia, del Custode delle Profezie o di un Indicibile appariva di per sé terribile agli occhi di Tisifone. Sapere poi che quel rischio era stato corso da una studentessa, da una sua Grifa, era qualcosa di terrificante. Forse era esagerata, forse i suoi ricordi pessimi offuscavano la sua capacità di giudizio, fatto sta che la docente non potè esimersi di far notare, e probabilmente pesare, a Elbeth quanto le sue azioni fossero state avventate e come le conseguenze sarebbe potute essere tragiche. Interpretando [Intuito (S)= 36] il rossore sulle guance della ragazzina come segno di vergogna, Tisifone rinfrescò la memoria della sua studentessa ricordandole che non era possibile sapere il perché esisteva una Profezia su una determinata persona o perché il Fato aveva dato importanza proprio a quell’evento piuttosto per poi venire bombardata da una serie di flash. Ricordi di una vita che ormai non le apparteneva più iniziarono a fluire in maniera disordinata nella sua mente e le resero chiaro, senza possibilità di errore, che era stata lei, in giovane età, a formulare la Profezia che riguardava la Signorina Queen e un tale Richard. Quella scoperta la rese leggermente più morbida nei confronti della ragazzina, che però forse non se ne accorse, impegnata com’era a cercare di spiegare in maniera chiara e convincente chi fosse Richiard e perché voleva a tutti i costi conoscere il contenuto di quella piccola sfera che si era trovata per una frazione di secondo a brevissima distanza dalle sue manine di undicenne.

Richard è il mio maggiordomo!

Il sopracciglio sinistro di Tisifone volò in alto, conferendo al viso della donna un’espressione perplessa e contrariata per il tono altezzoso usato dall’altra. Perché darsi tanta pena per conoscere quello che il Fato riservava alla servitù quando questa veniva considerata all’interno delle famiglie purosangue come quella di Elbeth e di Demetri venivano considerati meno che niente?

Però…non è un maggiordomo normale! Cioè il suo lavoro lo fa benissimo!

Se fa benissimo il suo lavoro allora è un maggiordomo normale.

Commentò ironica, il tono della voce leggermente stanco a indicare che la conversazione non aveva preso per nulla la piega che si era aspettata.

Insomma…. Volevo dire…Mi ha cresciuta lui, da quando sono nata!

Un’altra ovvietà, almeno così suonavano alle orecchie di Tisifone le frasi smozzicate che uscivano a tratti dalle labbra della ragazzina. Non era per nulla strana che nelle famiglie Purosangue si affidasse in tutto o in parte la custodia dei pargoli alla servitù perché i genitori erano troppo presi da altro. Monique, per esempio, aveva avuto Rose e l’elfa Sophie e lei stessa, una volta giunta al Manor in Inghilterra, aveva trovato Yuma ad attenderla. C’era però un particolare non del tutto trascurabile che rendeva la sua storia e quella della cugina diverse da quelle della maggior parte dei loro pari e quindi, per Tisifone, anche di quella della Grifa lì con lei. Yuma e Sophie occupavano un posto speciale nel cuore delle due donne anche ora, a distanza di anni, e mai nessuna delle due li aveva considerati qualcosa di meno che degli amici e confidenti.

E dal tono altezzoso che ha usato poco prima non si può dire lo stesso sul rapporto che lega Queen al suo maggiordomo.

Pensò stizzita la docente, per poi essere smentita dalla sua studentessa subito dopo.

…Ed anche se la mamma non vuole che lo dica, io gli voglio bene!

Signorina Queen per quanto non sia mia abitudine sobillare i figli contro i propri genitori le voglio dire una cosa che, a quanto sembra, ha già capito da sola: non permetta alle convinzioni sociali di governare i suoi sentimenti verso il prossimo ma si fidi solo del suo giudizio. Meglio sbagliare con la propria testa che avere un inutile capro espiatorio.

Non sapeva quanto di quel discorso una ragazzina di undici anni sarebbe riuscita a comprendere, ma era un consiglio che si era sentita in dovere di elargire anche se forse un tantino inutile visto quello che Elbeth aggiunse subito dopo.

Non voglio che gli accada qualcosa di male… e la profezia… insomma… se non vogliono neanche che nascano… cioè… non deve contenere cose belle, no? I nostri nomi erano insieme… Se gli succede qualcosa, io voglio saperlo!

Signorina Queen non sempre le Profezie preannunciano morti, guerre o cataclismi… ci sono state occasioni in cui parlavano di matrimoni, nascite inattese, o anche solo di eventi di per sé innocui come l’incontro o il mancato incontro di due persone in un dato momento. – sospirò appena, cercando le parole più semplici per spiegare quello che spesso veniva considerato un concetto complesso – Non sono le parole che vorticano nella sfera a spaventare gli uomini ma i molteplici significati che vi possono essere attributi, gli infiniti atti che possono essere posti in essere nel tentativo di scongiurarla o di farla avverare. Cosa c’è di più innocuo di lei e il Signorino Alvares che un dato sabato tra due anni andate a visitare Mielandia insieme? – chiese per poi tacere una manciata di secondi per dare il tempo all’altra di riflettere sulla domanda – Ma se lei quel pomeriggio fosse indisposta, non farebbe di tutto per andare lo stesso all’appuntamento? Forse anche solo per curiosità di sapere cosa accadrà? E se il semplice malore aggiungendosi allo stress del pomeriggio si trasformasse in qualcosa di più grave? O se, al contrario, lei decidesse di non andarci perché teme che la Profezia nasconda altro e il Signorino Alvares si mettesse nei guai girovagando da solo a Hogsmeade?

Un’altra pausa, questa volta più lunga dall’altra per dare il senso delle infinite possibilità che si dipanavano quando si veniva a conoscenza del contenuto di una Profezia, prima di chiedere alla studentessa quale fosse il motivo reale per cui voleva conoscere la sua di Profezia.

Se lei avesse qualcuno a cui tiene tanto, non vorrebbe saperlo, non farebbe di tutto per proteggerlo?

Senza saperlo o forse a ragion veduta, Elbeth aveva appena toccato un tasto sensibile per Tisifone: lei avrebbe fatto di tutto pur di proteggere le persone a lei care, non solo intrufolarsi in una delle aree più segrete del Ministero della Magia. Però per quanto potesse comprendere il punto di vista della Grifa e in parte condividerlo, non poteva accontentarla, non in quel momento, non in quelle condizioni. Per quanto lei sapesse dove trovare una copia della Profezia senza allontanarsi da Hogwarts o meglio senza uscire dal suo ufficio, non poteva permettersi che qualcuno venisse a conoscenza del fatto che lei avesse predetto qualcosa dopo essere sfuggita alle maglie del Ministero.

Conoscere la Profezia non la aiuterebbe a proteggere nessuno non più di quanto può fare rimanendone all’oscuro – affermò quindi, sospirando sonoramente – Mi spiace Signorina Queen ma non posso esserle d’aiuto – non in quel momento almeno – e sono costretta a farle promettere che mai, in nessun caso e per nessun motivo, tenterà in futuro di entrare in possesso della sua sfera. Non mi costringa a negarle il permesso di partecipare alle prossime gite scolastiche o peggio a mettere in guardia i suoi genitori sulle sue intenzioni.
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Messaggioda Elbeth » 18/04/2013, 19:42

Elbeth fissava seria e ancora un po’ tesa Tisifone. La donna le stava spiegando molte delle cose che le mancava sapere sull’argomento “profezia” ed era felice che nonostante il disappunto iniziale per l’incoscienza che aveva dimostrato all’Ufficio Misteri, la donna stesse comunque in parte rispondendo alle sue tante domande. E quando infine l’insegnante le diede ragione su Richard, Elbeth non potè evitare di annuire decisa con un accenno di sorriso al suo indirizzo. Lei, la capiva!

Signorina Queen per quanto non sia mia abitudine sobillare i figli contro i propri genitori le voglio dire una cosa che, a quanto sembra, ha già capito da sola: non permetta alle convinzioni sociali di governare i suoi sentimenti verso il prossimo ma si fidi solo del suo giudizio. Meglio sbagliare con la propria testa che avere un inutile capro espiatorio.

Sospirando soddisfatta, i suoi occhi finora un po’ smarriti ed impauriti, iniziavano a recuperare il loro guizzo curioso. Dopo quest’ultima affermazione Elbeth era sempre più convinta di aver fatto bene a rivolgersi alla Samyliak e nonostante la ramanzina, che in effetti non avrebbe potuto evitare, sentiva di potersi fidare di lei. Certo, non immaginava che di lì a poco, la divinante avrebbe messo a dura prova quella sua convinzione.
La spiegazione sulle profezie continuò. L’attenzione di Elbeth era di nuovo tutta per le parole della donna.

Signorina Queen non sempre le Profezie preannunciano morti, guerre o cataclismi… ci sono state occasioni in cui parlavano di matrimoni, nascite inattese, o anche solo di eventi di per sé innocui come l’incontro o il mancato incontro di due persone in un dato momento. Non sono le parole che vorticano nella sfera a spaventare gli uomini ma i molteplici significati che vi possono essere attributi, gli infiniti atti che possono essere posti in essere nel tentativo di scongiurarla o di farla avverare.

La postura della bambina si drizzò un poco. Le spalle non erano più chine e l’interesse, che guizzò dentro le sue iridi scure, era segnale che le argomentazioni di Tisifone l’avevano catturata. Riflettè un poco sulle sue parole.
La deduzione che aveva fatto sull’esito esclusivamente nefasto delle profezie, a quanto pareva, era errata. Questa era un’ottima notizia per Elbeth.In fondo, forse, non sarebbe stata una disgrazia a colpire lei o Richard o entrambi!
La bimba di sistemò meglio sul pouf, protendendosi impercettibilmente verso la professoressa, che continuava a spiegare meglio il concetto.

Cosa c’è di più innocuo di lei e il Signorino Alvares che un dato sabato tra due anni andate a visitare Mielandia insieme?

Elbeth fece spallucce.

Sì, in effetti…

Le sembrava un accadimento normale. O meglio, non proprio normale: non è che andasse con Alvares in giro per Hogsmeade ogni giorno! Però sicuramente poteva accadere. Ne avevano parlato solo qualche giorno prima, ad esempio… Ma alle successive parole della professoressa, aggrottò lievemente la fronte.

Ma se lei quel pomeriggio fosse indisposta, non farebbe di tutto per andare lo stesso all’appuntamento? Forse anche solo per curiosità di sapere cosa accadrà? E se il semplice malore aggiungendosi allo stress del pomeriggio si trasformasse in qualcosa di più grave? O se, al contrario, lei decidesse di non andarci perché teme che la Profezia nasconda altro e il Signorino Alvares si mettesse nei guai girovagando da solo a Hogsmeade?

Gli occhi della bimba ora erano molto molto concentrati. Capiva cosa voleva farle intendere Tisifone e annuì lentamente, come a trovare un filo conduttore, mentre nella sua testa andavano formulandosi tutte le varie ipotesi contemplate dal ragionamento della divinante. La fronte aggrottata alla fine di quel ragionamento interiore si distese.

Capisco. I possibili o probabili futuri sono molti e non tutti necessariamente dannosi o nefasti per i soggetti della profezia.

Era una ragazzina studiosa ed essendo cresciuta in un ambiente nobile ed accademico, dato il lavoro del padre, era abituata ad una certa proprietà di linguaggio.

Questo è molto interessante…

Disse quasi tra sé. La notizia che le aveva appena dato la Ginfondoro significava che non necessariamente la vita di Richard o la sua erano in pericolo e giustificava anche in parte il perché i loro nomi fossero insieme: d’altronde le loro vite erano state sempre in un certo qual modo legate. Lo erano state da quando Elbeth era nata e lo sarebbero state anche in futuro. Di questo, Elbeth ne era certa!
Finalmente dopo giorni di ansia, le sembrava di vedere uno spiraglio di luce, in fondo al tunnel della preoccupazione che l’aveva attanagliata.
Ed era altrettanto ovvio che agli occhi della bambina, anche il voler conoscere a tutti i costi il loro futuro, cominciasse ad essere una richiesta da ridimensionare…

Conoscere la Profezia non la aiuterebbe a proteggere nessuno non più di quanto può fare rimanendone all’oscuro.

Ancora una volta si trovò ad annuire con il ragionamento della sua insegnante.

Ha ragione lei.

Ne convenne, parlando dentro di sé, eppure sospirò. Le risposte che aveva ricevuto avevano placato la sua ansia. Non altrettanto poteva dire della sua irrefrenabile curiosità!

Mi spiace Signorina Queen ma non posso esserle d’aiuto e sono costretta a farle promettere che mai, in nessun caso e per nessun motivo, tenterà in futuro di entrare in possesso della sua sfera.

Un lampo di delusione passò per i suoi occhi. Ma fu solo un attimo.
Poi, fissò nuovamente seria la sua Capocasa. La parola data per lei era legge. Era stato sempre così: così era stata educata, sia dai genitori, sia da Richard. La sincerità per lei era un dogma, difficilmente avrebbe stimato chi non si atteneva ad essa e altrettanto difficilmente sarebbe venuta meno alla parola data.
Quindi, la promessa che le richiedeva Tisifone, era per lei impegnativa.

Non mi costringa a negarle il permesso di partecipare alle prossime gite scolastiche o peggio a mettere in guardia i suoi genitori sulle sue intenzioni.

Incalzò la Samyliak: la sua richiesta era semplice e precisa. La risposta di Elbeth non lo era altrettanto…
Non aveva timore dei suoi genitori o di quello che avrebbero potuto dirle. Solitamente le sue moine ed i suoi ragionamenti, li convincevano sempre, soprattutto il padre, anche se fosse stato un professore di Hogwarts a reclamare. E anche se le sarebbe dispiaciuto non poter partecipare a gite esterne, anche quello non era per lei un deterrente sufficiente. Prima di approdare ad Hogwarts, era sempre vissuta da sola ed i continui viaggi al seguito dei genitori soddisfacevano ampiamente la sua sete di conoscenza. Non aveva bisogno di una gita ad Hogsmeade o a Londra per divertirsi!
Era altro, piuttosto, che l’aveva convinta…
Lo sguardo serio e preoccupato di Tisifone quando le aveva confessato la sua “scappatella”, le argomentazioni che aveva prodotto finora e le risposte che non le aveva mai negato! Tutto, l’aveva convinta a prometterle quanto solo qualche minuto prima le sarebbe parso irrinunciabile.

Le prometto che non cercherò di entrare in possesso della profezia che mi riguarda. Non farò nulla di mia spontanea volontà, perché questo accada…

Era molto seria mentre esternava la sua determinazione ad acconsentire alla richiesta della divinante ed in quel momento sembrava anche un po’ più grande e responsabile dell’età che effettivamente aveva.

…ma….

Quella semplice parola raggelò per un attimo il clima di calore che le pareva di aver sentito con la sua Capocasa.

… non posso prometterle che se il Fato decidesse di portare a me la profezia, con altri mezzi, indipendenti da me – ci tenne ancora a sottolineare, scandendo bene le parole, che non sarebbe stata lei a provocare gli eventi – io la rifiuterei.

Abbassò un attimo il capo, fissandosi le mani che ora erano giunte nel suo grembo, prima di rialzarlo dopo un respiro profondo, di nuovo. Era curiosa, non poteva negarlo. Era la sua natura e, pur volendo, a volte non riusciva a tenerla a bada.

Questo, professoressa, non sono in grado di prometterglielo. Mentirei. – ammise con molta onestà.

D’altronde, quell’unica eccezione sarebbe stata un’ipotesi molto improbabile...
Sperava che l’assicurazione che aveva appena dato fosse sufficiente a convincere la Samyliak.
Elbeth le sorrise appena. Non era usuale per lei sorridere così apertamente a qualcuno: era il suo modo per comunicare che l’insegnante, la sua Capocasa, la sua insegnante di Divinazione, era una persona in cui lei riponeva la sua fiducia.
E se Tisifone l’avesse risposta in lei, lei avrebbe onorato quella fiducia.
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