Storia della Magia - Ufficio

[Kaname]

Una fetta di torta. Era questo che Monique aveva chiesto all'uomo. Per un caso fortuito, Kaname aveva con se una torta fatta con le sue stesse mani poche ore prima. Sperava solo fosse di suo gusto, mentre ne tagliava una fetta e la disponeva in un piattino di porcellana con delicati e fini ricami in oro zecchino, sul quale era posata anche una piccola forchetta. La porse alla sua nuova conoscente con un inchino e un gran sorriso, per poi tornare indietro a passi leggeri ed eleganti. Sembrava quasi fluttuare nell'aria quando tornò da lei con un calice di cioccolato caldo, mediamente zuccherato. Lo lasciò sul tavolino di fronte a lei, tagliando una fetta di torta anche per se, assieme ad un calice di cioccolato caldo, prima di accomodarsi accanto a lei, sussurrandole, prima di tirare una forchettata alla torta:

Spero sia di tuo gradimento, Monique. L'ho sfornata quasi due ore fa... è una Meringata. Dimenticavo, ho incantato i calici: terranno il cioccolato caldo tutto il tempo.

Le sorrise, poi, guardandola negli occhi per un lieve istante, prima di assaggiare un pò di quella torta, abbastanza soddisfatto.

[Monique]

Un piccolo rinfresco: qualcosa da mangiare, qualcosa da bere... il modo migliore per intrattenere piacevolmente il palato mentre si chiacchierava. Naturalmente Monique non si era azzardata a scendere nello specifico, chiedendo qualcosa di particolare all'uomo: al contrario, la sua era stata una richiesta molto semplice, ovvero qualcosa di dolce con cui poter soddisfare la propria golosità.
E Kaname fu quasi sorprendente nel suo modo di fare, ponendole davanti poco dopo una fetta di torta dall'aspetto assolutamente invitante ed un bicchiere di cioccolata calda da far venire l'acquolina in bocca al solo annusarne il profumo.

Spero sia di tuo gradimento, Monique. L'ho sfornata quasi due ore fa... è una Meringata. Dimenticavo, ho incantato i calici: terranno il cioccolato caldo tutto il tempo.

Le aveva dato del tu, ed ovviamente la cosa non poteva che far piacere alla Vice Preside, che dunque alzò il calice come a voler proporre un brindisi al proprio interlocutore, un sorriso lieve ma sincero sulle labbra.

Alla tua capacità di pasticcere.

Disse Moni, bevendo un sorso di cioccolata per poi leccarsi le labbra con gusto: il liquido aveva un gusto ottimo perchè possedeva quel retrogusto amaro che si sarebbe sposato bene con la dolcezza della meringata; ne ruppe un pezzetto con la forchettina e se lo portò alle labbra, lasciando che le si sciogliesse sulla lingua come un peccaminoso piacere. Era davvero deliziosa.
Il sorriso della donna si fece più ampio verso colui che aveva di fronte, oltre che ammirato.

I miei complimenti.
Quali altri talenti nascosti possiedi?

[Kaname]

Una lieve risata sfuggì dalle labbra di Kaname, mentre alzava il calice assieme a Monique, prima di bere un sorso di cioccolato, posando il calice sul tavolino e restare a guardare tutta la scena che ne seguiva: Monique sembrò apprezzare la torta. Un altro sorriso, più grande degli altri, in risposta a quello della donna che si trovava di fronte.

Ti ringrazio molto, sono contento che ti piaccia.

Poi rispose, in modo scherzoso, alla domanda che la sua collega gli porse, con un sorrisino.

Ballo in modo discreto, e canto... decentemente.

Poi guardò la sua collega, chiedendo:

E quali sono i tuoi talenti, Monique? Non mi hai neanche parlato di te...

[Monique]

Ballava e cantava.
Un uomo alquanto singolare, ma non si poteva dire che Monique non apprezzasse la cosa... al contrario, la trovava estremamente interessante, soprattutto visto che il suo lavoro nel coro comprendeva anche il trovare sempre nuovi talenti.
Forse Kaname si sarebbe opposto categoricamente alla proposta che aveva intenzione di fargli, ma comunque perchè non provare a chiedere? In fondo non costava nulla.

Se canti abbastanza bene, perchè non entri nel coro della scuola?
Vi partecipa anche la professoressa Moreau, e di sicuro un altro insegnante che partecipa a quest'attività mi farebbe molto comodo.

Gli domandò infatti, non sperando né pretendendo nulla: magari le sarebbe andata bene, chi poteva dirlo, in caso contrario se ne sarebbe semplicemente fatta una ragione.

E quali sono i tuoi talenti, Monique? Non mi hai neanche parlato di te...

Bella domanda, che poteva rispondergli?

Sono brava a scappare dalle grinfie di mio padre? A perdere tutte le persone che amo? Ad innamorarmi degli uomini più complicati del pianeta?
... no, meglio essere banali ma pratici.

Si disse infine, prendendo un pezzetto di torta per farsela sciogliere sul palato, fingendo di riflettere un poco sul quesito anche se, in realtà, non era un mistero in cosa fosse brava la donna.

Il canto e suonare il violino, principalmente.
Me la cavo bene anche con chitarra acustica e pianoforte anche se non li amo particolarmente.
Sono molto portata anche per le lingue, ed ovviamente sono una vera fuoriclasse nell'attirare l'attenzione dei media.

Rispose infine con un piccolo sorriso sarcastico, alzando le spalle come se volesse passare per modesta: in realtà Monique era ben consapevole di quanto la sua persona valesse, perciò cercava semplicemente di essere se stessa; l'arroganza ed il suo opposto - la falsa modestia - non erano atteggiamenti che facevano per lei.

E dimmi, se non sono indiscreta... hai una compagna?