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Messaggioda Jorge » 13/10/2012, 15:54

Signorino Alvares...signorina O'Neill...mi state forse contraddicendo?

La domanda della Professoressa lo colpì con la stessa violenza di uno schiaffo, facendolo fisicamente scattare indietro con la schiena, gli occhi leggermente sgranati. Certo la sua risposta non gli era piaciuta, ma non la stava contraddicendo, solo aveva posto dei dubbi che proprio lei gli aveva fatto sorgere. Fece un piccolo sospiro, afflosciando le spalle, sconfitto: se anche quando metteva tutto se stesso nel fare il bravo e rispettoso studente falliva, allora che si impegnava a fare?

Ovvio che l'arte delle Pozioni non può essere appresa solo leggendo un libro. Come ogni disciplina che si rispetti, per eccellere in essa c'è bisogno di costanza, arguzia, passione e -perché no?- anche di un pizzico di talento. Questo se si vuole fare delle Pozioni la propria vita. – Fare delle Pozioni la propria vita… Quella frase sembrò ridare un po’ di colorito al viso spento di Jorge che riprese ad ascoltare la Bennet con rinnovato interesse - Ma in questo caso, si sta parlando di una strega che ha in sé tutte le capacità che le possono servire al raggiungimento della sufficienza in una materia scolastica. Senza bisogno di esercitazioni extra. Ciò che lei non è in grado di fare, signorina O'Neill, è di concentrarsi appieno quando è in classe. I suoi errori non sono dovuti alla sua inadeguatezza come pozionista, ma alla distrazione.

Quindi non pensa che Cappie possa diventare una grande pozionista…

Rilfettè tra sé il delfino, probabilmente travisando il senso delle parole della donna ma cogliendone solo una parte e cioè che per raggiungere la sufficienza in Pozioni non bisognava essere per forza portati per esse, ma semplicemente applicarsi come in qualsiasi altra materia.


Diversa sarebbe la situazione se lei, signorina O'Neill -o anche lei signorino Alvares-, dimostraste una sorta di attitudine o di...affinità-se mi passate il termine- nei confronti della mia materia. Sarebbe un onore allora poter istruirvi ancora e meglio su ciò che ritengo una delle arti più affascinanti della magia. Ma non lo ritengo questo il vostro caso. Lei è in grado di farcela da sola e in più siete ancora troppo giovani.


Non pensa che io abbia un’attitudine verso la sua materia?

E questa volta Jorge non riuscì a impedirsi di pronunciare a voce alta quella domanda, facendo trasparire dal tono basso della voce quanto l’affermazione della docente l’avesse ferito. Era troppo piccolo, di sicuro, per pensare al proprio futuro, per sapere quale carriera avrebbe intrapreso una volta fuori dal Castello ma solo in quel momento si rendeva conto che aveva sempre dato per scontato che il suo calderone sarebbe stato lì a fargli compagni. Che la sua fosse solo una sorta di “infatuazione infantile”? Doveva saperlo, giusto per non impegnarsi in qualcosa in cui non avrebbe mai potuto eccellere, visto che per lui, la mediocrità non era un’opzione praticabile.


Inoltre, anche se vi concedessi l'uso dell'aula, non potrei mai e poi mai lasciarvi lì da soli. Per quanto lei, signorino Alvares, sia uno degli studenti più bravi del mio corso, dubito che sia in grado di elevarsi al rango diinsegnante...dovrei essere presente io e, credetemi, non sono proprio il tipo di persona che ha tutto questo tempo libero a disposizione.
Non ritengo la vostra ragione abbastanza valida da indurmi a concedervi quello che mi chiedete...quindi la mia risposta continua ad essere no.


Confusione. Ecco quello che si agitava dopo quell’ultima precisazione nell’animo del portoghese. Era uno dei più bravi del corso ma non aveva cosa? Il Dono in Pozioni, come quello di cui andava blaterando sempre la Samyliak?

Mi scusi Professoressa, credo di aver peccato di… superbia? – e il tono interrogativo dipendeva del fatto che quella era una parola nuova per lui, imparata a casa durante l’estate e temeva di averla usata a sproposito. Stava pensando di chiedere alla sua Prefetta Perfetta di supervisionarli ma qualcosa gli diceva che la Bennet non avrebbe lasciato a nessuno e nessun motivo la conduzione della sua aula in sua assenza – Con il suo permesso tornerò da lei tra due anni e spero che allora potrà dirmi se le Pozioni potranno occupare o meno un posto importante nella mia vita. – e così non avrebbe perso tempo a scegliere di conseguire i M.A.G.O. in una materia per cui, appunto, non era portato – Scusi ancora per il disturbo e grazie per averci ricevuti.

Concluse, voltando lo sguardo verso Caroline Priscilla e attendendo che anche lei dicesse qualcosa. Una volta che anche la tassetta si fosse congedata, Jorge si sarebbe alzato dalla poltrona e dopo aver saluto una seconda volta la Professoressa sarebbe uscito dall’ufficio con più dubbi e dilemmi di quelli che aveva quando era entrato.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 14/10/2012, 9:59

Rimase stupita dal discorso della professoressa Bennet, che in quel momento stava dimostrando a suo parere di avere molta fiducia nelle capacità di due ragazzini dodicenni, nonostante fosse evidente che si reputasse anche superiore a loro, essendo adulta e quindi "super impegnatissima". Ma ciò che la lasciò veramente stupefatta, fu la reazione di Jorge al discorso che fece loro Martha. L'amico sembrava infatti , cosa?, deluso, sfiduciato, rimasto male nel sentire quelle parole? La tassetta non riusciva a capirlo, sapeva solo che vederlo in quello stato non le faceva bene al cuore.

Mi scusi Professoressa, credo di aver peccato di… superbia? Con il suo permesso tornerò da lei tra due anni e spero che allora potrà dirmi se le Pozioni potranno occupare o meno un posto importante nella mia vita. Scusi ancora per il disturbo e grazie per averci ricevuti.

Lo guardò, gli occhi spalancati, non riuscendo a credere alle proprie orecchie: intendeva arrendersi così e mollare, dopo tutto quello che avevano detto e fatto per riuscire ad ottenere qualcosa? Forse il delfino ci teneva molto di più rispetto a lei ad eccellere in quella materia. Forse quelle ripetizioni non servivano tanto a sè stessa, quanto al fratellino. Tutti pensieri, questi, che sfrecciarono come fulmini nella mente della tassetta, sebbene non riuscisse ad afferrarne bene il concetto. Sapeva solo che in quel momento l'amico aveva molto più bisogno del suo sostegno di quanto lei immaginasse.

Professoressa...mi permetta di...contraddirla ancora una volta- "contraddirla", si era riuscita a pronunciarla bene -Non su di me, certo, ha pienamente ragione: io sono in grado di arrivare alla sufficienza senza l'aiuto di nessuno ed è quello che ho intenzione di fare- un moto di orgoglio nel pronunciare quelle parole, il discorso dell'insegnante era come una sfida per lei e aveva appena deciso di coglierla -Ma Jorge ha talento! Lo ha visto anche lei in classe no? Quanti ragazzi del secondo anno sono così bravi e capaci di preparare Pozioni? Insomma, deve ammettere che non è da tutti essere così brillanti nella sua materia...- stava cercando di imbastire un discorso che avesse senso e che ammorbidisse la docente. Aveva intuito che per Jorge fosse importante, anche se non capiva il perchè, ma in fondo era poi necessario saperlo? -Quindi, perchè non iniziare ora una sorta di...ehm..."Corso Avanzato" per i più bravi? Magari potrebbe farlo...una volta ogni tanto...e sicuramente Jorge le dimostrerebbe quanto vale...- pian piano la sua voce si incrinò nel guardare la donna: non riusciva a capire se avesse fatto meglio o peggio a parlare in quel modo, a macchinetta come al suo solito, nel cercare di convincerla a passare dalla loro causa (o per meglio dire a quella del defino) -La prego...ci pensi....- concluse infine, intrecciando le dita in grembo e rimanendo ostinatamente seduta, fino a quando l'insegnante non si fosse decisa a darle una risposta...
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Messaggioda Martha » 14/10/2012, 10:41

Non pensa che io abbia un’attitudine verso la sua materia?

La donna guardò Jorge accigliata: che cosa significava ora quell'uscita?

Mi scusi Professoressa, credo di aver peccato di… superbia? Con il suo permesso tornerò da lei tra due anni e spero che allora potrà dirmi se le Pozioni potranno occupare o meno un posto importante nella mia vita. Scusi ancora per il disturbo e grazie per averci ricevuti.

Odiava perdere troppo tempo dietro questioni a suo parere a dir poco inutili, perciò si sentì sollevata quando il ragazzino dimostrò finalmente l'intenzione di andare via. Tuttavia, non aveva fatto ancora i conti con Caroline Priscilla, che sembrò essere molto più caparbia del compagno di corso.

Professoressa...mi permetta di...contraddirla ancora una volta. Non su di me, certo, ha pienamente ragione: io sono in grado di arrivare alla sufficienza senza l'aiuto di nessuno ed è quello che ho intenzione di fare. Ma Jorge ha talento! Lo ha visto anche lei in classe no? Quanti ragazzi del secondo anno sono così bravi e capaci di preparare Pozioni? Insomma, deve ammettere che non è da tutti essere così brillanti nella sua materia...Quindi, perchè non iniziare ora una sorta di...ehm..."Corso Avanzato" per i più bravi? Magari potrebbe farlo...una volta ogni tanto...e sicuramente Jorge le dimostrerebbe quanto vale...La prego...ci pensi....

Caparbia, sfacciata e non solo: anche maleducata. Non si era fermata una sola volta da quando aveva iniziato a parlare, impedendo così alla docente di risponderle e questo la fece innervosire più del necessario. Tuttavia, intuì forse che la Tassorosso fosse così di carattere e non per una mancanza di educazione; oppure era semplicemente agitata. Fatto sta che la strega, prima di togliere punti alla loro Casata e metterli in punizione per mancanza di rispetto verso il corpo docenti, si armò di tutta la pazienza di questo mondo - e ne prese davvero tanta - e cercò di essere quanto più logica e razionale possibile. Una volta sicura del proprio equilibrio interiore, si rivolse nuovamente ai due ragazzi.

Signorino Alvares, si sieda

Avrebbe detto, se Jorge si fosse alzato in piedi per andarsene.

Odio ripetermi, è uno spreco di tempo e voi me ne state facendo perdere tanto. Ma cercherò di venirvi incontro, per l'ennesima volta.
Se il signorino Alvares ha talento, signorina O'Neill, non spetta a lei deciderlo. Devo essere io a valutarlo, ma soprattutto lui a dimostrarsi capace. Niente viene regalato a questo mondo e io non faccio eccezioni.
Io non inizierò nessun tipo di "Corso Avanzato", non ora, non qui e non per un ragazzino di secondo anno. Arrivati al sesto potrei anche decidere che si, è in grado di intraprendere una carriera come pozionista. Se di dimostra abbastanza talentuoso, potrei anticipare anche al quinto. Ma è una cosa che deve decidere lui: se le sue convinzioni non sono salde, può anche evitarsi il disturbo di ripresentarsi nel mio ufficio fra qualche anno.
Lo ripeto: il mio tempo è prezioso. E anche il vostro. Non vale la pena sprecarlo una volta ogni tanto.
La conversazione si chiude qui. Niente "se" e niente "ma". Ora andate, mi avete fatto perdere minuti preziosi.


Concluse burbera la donna. Li congedò in quel modo e questa volta non ammettendo repliche. Se il ragazzo dimostrava di avere una volontà così debole da arrendersi alla prima difficoltà, sicuramente lei non lo avrebbe mai accettato nel suo "Corso avanzato". Sorrise mentalmente a quelle parole, ma evitò di mostrarlo anche esternamente: ora voleva solo ritornare al proprio lavoro...
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Messaggioda Jorge » 14/10/2012, 14:41

Professoressa...mi permetta di...contraddirla ancora una volta.

Si era alzato in piedi, accogliendo l’invito della docente a lasciare il suo ufficio ma aveva commesso un piccolo errore, l’ennesimo da quando aveva deciso di imbarcarsi in quell’avventura per cercare di raggiungere il proprio scopo passando il più possibile per le vie ufficiali. Non aveva tenuto conto che per Caroline Priscilla sarebbe stato pressocchè impossibile non intervenire a dire la propria. Sapendo che non esisteva alcun modo per interrompere quel fiume in piena se non silenziarla con la magia o sbatterle contro il suo Prefetto, Jorge si mise pazientemente in attesa che giungesse al termine sperando solo che, vederlo lì in piedi come uno stoccafisso, potesse in qualche modo convincerla a essere sintetica.

Non su di me, certo, ha pienamente ragione: io sono in grado di arrivare alla sufficienza senza l'aiuto di nessuno ed è quello che ho intenzione di fare. Ma Jorge ha talento! Lo ha visto anche lei in classe no? Quanti ragazzi del secondo anno sono così bravi e capaci di preparare Pozioni? Insomma, deve ammettere che non è da tutti essere così brillanti nella sua materia...Quindi, perchè non iniziare ora una sorta di...ehm..."Corso Avanzato" per i più bravi? Magari potrebbe farlo...una volta ogni tanto...e sicuramente Jorge le dimostrerebbe quanto vale...La prego...ci pensi....


Mi sta difendendo?

Pensò sconvolto il Delfino non appena il succo del discorso che Cappie stava facendo, a rischio di far beccare a entrambi una colossale punizione, gli fu chiaro.


Signorino Alvares, si sieda

Rimasto attonito da quella rivelazione Jorge si lasciò cadere a peso morto sulla poltrona da cui si era appena alzato, rispondendo in automatico all’ordine della Professoressa.


Odio ripetermi, è uno spreco di tempo e voi me ne state facendo perdere tanto. Ma cercherò di venirvi incontro, per l'ennesima volta.
Se il signorino Alvares ha talento, signorina O'Neill, non spetta a lei deciderlo. Devo essere io a valutarlo, ma soprattutto lui a dimostrarsi capace. Niente viene regalato a questo mondo e io non faccio eccezioni.


Dimostrarmi capace? E che altro devo fare oltre a prendere voti alti ai suoi compiti?

Si chiese il portoghese, lo sconcerto di poco prima che veniva soppiantato da un senso di rabbia e impotenza che andava crescendo dentro di lui man mano che la Bennet parlava, travisandone, in gran parte, il senso del discorso che stava facendo.

Io non inizierò nessun tipo di "Corso Avanzato", non ora, non qui e non per un ragazzino di secondo anno. Arrivati al sesto potrei anche decidere che si, è in grado di intraprendere una carriera come pozionista. Se di dimostra abbastanza talentuoso, potrei anticipare anche al quinto. Ma è una cosa che deve decidere lui: se le sue convinzioni non sono salde, può anche evitarsi il disturbo di ripresentarsi nel mio ufficio fra qualche anno.
Lo ripeto: il mio tempo è prezioso. E anche il vostro. Non vale la pena sprecarlo una volta ogni tanto.


Quindi io sarei una perdita di tempo…

Sbottò tra sé il delfino, avendo abbastanza presenza di spirito da non urlarlo ad alta voce. Certo la donna aveva aggiunto che anche il loro di tempo era prezioso, ma il ragazzino era convinto che lo avesse fatto solo per mantenere una facciata di professionalità. Teneva lo sguardo basso fisso sulle proprie scarpe per non far vedere alla donna la rabbia che provava e le manine erano chiuse a pugno sulle ginocchia e stavano martoriando la stoffa dei pantaloni. Era stato educato, sommesso, si era scusato, aveva lasciato che la sua sorellina prendesse le sue difese e la professoressa cosa faceva? Lo prendeva in giro, avanzando l’ipotesi che il suo era solo un capriccio momentaneo e che quindi non valeva la pena perdere tempo con lui. E poi la sua Capa aveva anche il coraggio di dirgli che doveva fidarsi dei grandi, confidarsi con loro, che lui era prevenuto e che gli adulti non lo trattavano con sufficienza e superiorità solo perché era piccolo.

Seee… come no…

Commentò sarcastico tra sé azzardandosi a sollevare gli occhi sulla docente, convinto di essere riuscito a imbrigliare la rabbia che provava. Si alzò di nuovo in piedi e questa volta fece in modo di incrociare lo sguardo di Cappie e quello che la ragazzina, se lo avesse guardato, avrebbe letto nei suoi occhi era un “sta zitta e andiamo via” scritto a lettere gigantesche.

La conversazione si chiude qui. Niente "se" e niente "ma". Ora andate, mi avete fatto perdere minuti preziosi.

Già perchè scrivere chissà cosa è più importante che ascoltare gli studenti.

Altro pensiero negativo formulato all'indirizzo della Professoressa, stando però ben attento a non lasciar trasparire nulla dal suo viso.

Come ho già detto prima, ci vediamo tra due anni Professoressa.

Educato, come era stato fino a quel momento, per non dare a quella statua di ghiaccio una scusa per metterlo in punizione, anche se il tono era sottile, come se la stesse minacciando. Tese la mano verso Cappie, in un gesto secco, e se l’amica l’avesse presa Jorge sarebbe uscita da quell’ufficio insieme a lei, usando la sua mano come un’ancora per non esplodere in parole che avrebbero potuto costargli l’espulsione.
Una volta fuori dall’ufficio della Bennet Jorge avrebbe lasciato, eventualmente, la mano di Cappie, e se ne sarebbe andato per la sua strada, alla ricerca di qualcuno che lo avrebbe ascoltato e gli avrebbe dato un aiuto concreto a risolvere i suoi problemi. Di sicuro non si sarebbe trattato di un adulto.

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Messaggioda Caroline Priscilla » 14/10/2012, 15:50

Nulla. Il suo approccio finale non era servito a nulla. Sembrava che niente potesse smuovere quella donna dal suo lavoro, dai suoi pensieri, da sè stessa. Neanche due studenti bisognosi di aiuto. Quella spedizione era stata un completo disastro. La tassetta guardava di sottecchi Jorge, preoccupandosi dell'espressione che gli vide sul volto, mentre Martha continuava a parlare. Non le piaceva per niente. Quando la donna finì il suo discorso, congendadoli definitivamente, il delfino si alzò in piedi, porgendo poi la mano alla bambina, che la prese titubante.

Come ho già detto prima, ci vediamo tra due anni Professoressa

Buona giornata.

Riuscì a dire solo la giovane strega, mentre l'amico la trascinava fuori dall'ufficio, stringendo un po' troppo forte la sua mano con la propria. Non riusciva a capire, sembrava ancora più sconvolto di prima. Si aspettava che l'amico si sarebbe confidato con lei una volta usciti dall'ufficio della Bennet, ma così non fu: il ragazzino mollò semplicemente la presa e se ne andò, senza dire e fare nulla, lasciandola lì sola mentre lo guardava allontanarsi. La bambina ci rimase malissimo.

Jorge! Aspetta!

Lo chiamò e si mise a correre dietro di lui. Era la seconda volta che lo rincorreva, ma la piccola sapeva bene in cuor suo che finchè lui era il suo fratello di sangue, lo avrebbe raggiunto ovunque pur di sostenerlo nei momenti difficili...


[Fine]
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Messaggioda Paul » 12/02/2013, 18:34

[Mercoledì pomeriggio, ore 15:30]

Eccomi qua...finalmente.

Finalmente Paul era arrivato al Sesto piano. Erano passati 10 minuti da quando aveva lasciato la Torre Est per arrivare lì, ma le scale erano in vena di scherzi evidentemente.
Ma arrivato davanti alla porta dell'Aula Di Pozioni Paul non fu più così sicuro di volerlo fare. Entrare per scusarsi del ritardo, mah. Da come la professoressa Bennet lo aveva cacciato dalla lezione qualche giorno prima, poteva benissimo farlo ora. Ma ormai era arrivato, cosa doveva fare? Tornarsene indietro come se niente fosse? Non se ne parla.
Alzò il braccio destro, tremante, e lo appoggiò alla maniglia. In quel momento ricordò le parole di Cappie: L'aveva chiamata Statua-di-ghiaccio. Ma ora basta. Paul fece un lungo sospiro e con la mano libera bussò. Dopodichè abbassò la maniglia.

P-professoressa Bennet...p- posso entrare?


Paul balbettava quasi quanto il professor McDullan, ma entrò deciso nell'ufficio, scrutando l'ambiente con circospezione, mentre deglutiva. Notò un sacco di formule da tutte le parti, ma poi la professoressa iniziò a parlare.

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Messaggioda Martha » 13/02/2013, 18:23

[Ufficio di Pozioni - Ore 15:20]


Allora, concentriamoci di nuovo...

La donna stava china sulla propria scrivania, leggendo e rileggendo dei vecchi fogli di pergamena. Aperto sulla sua destra stava un enorme libro intitolato Enciclopedia Celtica dei riti Metereologici e in mano stringeva una piuma di un bel colore nero. Aveva letto e riletto quel libro un milione di volte per venire a capo dell'enigma che le aveva lasciato in eredità Norrel. La grafia di Pryce era chiara e leggibile, non piena di ghirigori come quella del suo defunto mentore.

Non defunto...assassinato...

La notizia che le aveva dato Ryan Angel era stata per lei un duro colpo da incassare. Non era ancora pronta per capire che cosa esattamente avrebbe dovuto fare: vendicarsi, indagare, punire coloro che avevano posto fine alla vita di Heathcliff. Tutte supposizioni che mandavano in corto circuito la mente della pozionista e alle quali, per la prima volta, non sapeva darsi una risposta.

Devo stare calma...



La musica di Chopin donava a quella stanza delle note dolci e armoniose, molto rilassanti per l'animo della donna che in quel momento aveva solo bisogno di stare un po' da sola a riflettere. Tuttavia così non fu, visto che un malcapitato studente, Paul Singelman di Grifondoro, bussò alla sua porta dopo circa dieci minuti, ignaro del malumore della docente.

P-professoressa Bennet...p- posso entrare?

Avanti!

disse con tono palesamente irritato. Aveva notato la leggera balbuzie nel parlato del piccolo Grifondoro, tuttavia il suo timore non servì ad addolcirla o rabbonirla: non aveva tempo da dedicargli e la sua presenza lì era solo una scocciatura.
Rimase a fissarlo da dietro la scrivania, togliendosi gli occhiali dal naso e attendendo che Paul parlasse. Tuttavia, nel vederlo interessato più ad osservare il suo ufficio che a svelare il motivo della sua visita, la donna lo squadrò indispettita, incrociando le braccia al petto.

Signorino Singelman, sarebbe così gentile da rendermi partecipe del motivo della sua visita?
Non ho molto tempo da dedicarle, quindi si sbrighi.


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Messaggioda Paul » 13/02/2013, 19:26

Avanti!

La voce della professoressa Bennet incitò il ragazzo ad entrare. Paul aveva cominciato a sudare e prima di entrare tirò un po' il colletto della divisa, come per prendere aria.
Appena entrato nell' ufficio, a Paul parve di trovarsi in un sogno. Delle note dolci e melodiose ravvivavano l' atmosfera, ma Paul non fece in tempo a capire da dove provenissero, o quantomeno a identificare la melodia e il compositore che una frase proveniente dalla scrivania al centro della stanza gli fece gelare il sangue nelle vene.

Signorino Singelman, sarebbe così gentile da rendermi partecipe del motivo della sua visita?
Non ho molto tempo da dedicarle, quindi si sbrighi.


Il Grifondoro cominciò a sentirsi a disagio, non era abituato a tanta indisposizione, la professoressa non sembrava di buon umore, anche se lo era molto molto raramente. Ripensò al fatto se fosse una buona idea o no aver azzardato una visita dalla professoressa per farsi perdonare, sicuramente lei lo avrebbe ritenuto un motivo futile ma dopo l'ultima lezione a Paul non andava proprio di lasciare le cose come erano.

Si professoressa, ora le spiego...

Subito dopo rimpianse la frase precedente - Niente giri di parole Paul, la fai solo arrabbiare! - Ripetè fra se, in effetti aveva preparato una vera e propria tattica per prepararsi al discorso con la professoressa.

Volevo scusarmi per essere arrivato in ritardo l' altro giorno, a lezione... non fraintenda non sono qui per trovare un pretesto o spiegarle il motivo per cui mi sono presentato a lezione iniziata, sono qui per farmi perdonare per esserle mancata di rispetto... non succederà più.


Disse il ragazzo quasi tutto di un fiato. Quasi rimase stupito, non pensava di riuscire a sostenere un discorso così lungo senza balbettare o andare in panico. Quindi rimase immobile, ed aspettò la risposta in silenzio, sulle note della melodia che rendeva speciale l'ufficio di Pozioni.

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Messaggioda Martha » 15/02/2013, 17:17

Si professoressa, ora le spiego...

Sono tutta orecchie...

Rispose sarcastica la donna, continuando a fissare il giovane Grifondoro che ora sembrava essere in difficoltà.
Martha alzò un sopracciglio, in attesa della risposta di Paul, la bocca serrata in una linea dura.

Volevo scusarmi per essere arrivato in ritardo l' altro giorno, a lezione... non fraintenda non sono qui per trovare un pretesto o spiegarle il motivo per cui mi sono presentato a lezione iniziata, sono qui per farmi perdonare per esserle mancata di rispetto... non succederà più.

La pozionista alzò gli occhi al cielo, nel sentire quelle parole uscire dalla bocca del mago. Era veramente venuto nel suo ufficio solo per dirle una cosa del genere? Il nervosismo accumulato in quei giorni rischiava di fuoriuscire in quel momento senza freni, investendo il piccolo Grifondoro.

Lei mi ha disturbata solo per dirmi questo?
Per la miseria! A volte dubito delle capacità intellettive di voi studenti.


Rispose in maniera esasperata, portando una mano a massaggiarsi le tempie. Sentiva la testa dolerle per la stanchezza e per la tensione che non l'aveva mai abbandonata da quell'incontro a King's Cross.
Con un sospiro si alzò dalla sedia, aggirando la scrivania e posizionandosi, sempre a braccia conserte, di fronte a Paul.

Sono lieta che lei abbia compreso l'enormità del suo errore.
Non voglio scansafatiche a lezione, quindi veda di rigare dritto la prossima volta o le assicuro che le sarà molto difficile superare gli esami.
E ora, se non ha altro da aggiungere, è pregato di andarsene. Ho molte cose di cui occuparmi.


Era stata troppo diretta col giovane mago? Si, ma non le importava molto. In quel momento voleva solo essere lasciata in pace e la presenza di Paul era troppo di disturbo per la donna per poter continuare con le proprie ricerche.
Non era l'insegnante più disponibile del mondo.
Ma Paul non era neanche lo studente più fortunato. Forse, se fosse andato da lei un altro giorno, avrebbe trovato una Martha poco disponibile, ma meno scorbutica di adesso...
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Messaggioda Paul » 16/02/2013, 11:41

Doveva essersi recato dalla professoressa Martha Bennet nel momento più sbagliato sulla faccia della terra. Quando cominciò a spiegare il motivo della sua visita la professoressa gli rispose rigida ma con tono divertito

Sono tutta orecchie...

E quando Paul finalmente riuscì a parlare e a scusarsi per la scorsa lezione la professoressa sembrò ancora più disperata di prima.

Lei mi ha disturbata solo per dirmi questo?
Per la miseria! A volte dubito delle capacità intellettive di voi studenti.


Mentre parlava si teneva la fronte, come se fosse delusa, ora Paul non era solo a disagio, ma anche abbastanza nervoso.

Perfetto, non potevo arrivare in un momento migliore!

Pensò sarcasticamente Paul, mentre faceva qualche passo indietro mentre la professoressa non poteva vederlo.


Sono lieta che lei abbia compreso l'enormità del suo errore.
Non voglio scansafatiche a lezione, quindi veda di rigare dritto la prossima volta o le assicuro che le sarà molto difficile superare gli esami.
E ora, se non ha altro da aggiungere, è pregato di andarsene. Ho molte cose di cui occuparmi.


...Lo stava cacciando era chiaro. Voleva chiaramente che lui se ne andasse via. Paul cominciò a voltarsi lentamente, e con un tono tra la delusione e l'indignazione emise un

Si professoressa...

Fece qualche passo verso la porta, il cuore gl batteva. Da una parte non vedeva l'ora di fuggire da quella situazione, dall'altra avrebbe voluto rimanere. Infati, arrivato all'altezza della maniglia si voltò lentamente - Ma prima... - Era sempre più preoccupato. Teneva la testa bassa.

Finirò in punizione, ma devo chiederglielo, devo farlo.

Alzò la testa di scatto e fece due lunghi passi in avanti. Con una voce quasi disperata esclamò

...Vorrei... vorrei sapere perchè lei mi ha trattato così male!

Fatto. Come al solito Paul non lasciava correre via le cose, era troppo testardo per farlo, ma quando si rese conto della sua domanda era troppo tardi, si ritrasse di nuovo, ma ormai il danno era fatto.
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