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Messaggioda Aryanne » 20/09/2012, 14:07

Di certo chi mi potrebbe aspettare non lo fa nel mio ufficio durante orario di lezioni.
Via di lì.


Subito prof...

Commentò la Ricciardi, scivolando giù dalla scrivania per andarsi a sedere sulla poltroncina di fronte ad essa, accavallando nuovamente le gambe ed incrociando le braccia al petto: la stessa posizione di prima insomma, però almeno stavolta era seduta su una normalissima sedia. Lo osservò aprire la lettera e lo fissò dritto in volto mentre la leggeva, chiedendosi cosa ci fosse scritto all'interno, se ciò che Sandyon voleva sapere era finalmente nelle sue mani.
Una volta finita la lettura, Vastnor gettò la lettera nel camino ed Arianna non seppe dire se quello fosse un gesto positivo o meno, con lui non ne era mai certa: la cosa sicura, fu che quando gli chiese come fossero andate le vacanze la sua risposta fu alquanto... esaustiva.

Da domani, dopo le lezioni, al giardino presso la riva del lago.
21:00 - 23:30.
Fai solo un minuto di ritardo e salti una settimana intera, chiaro?


... vittoria.

Un lento e soddisfattissimo sorriso si formò sulle labbra di Arianna, il capo che annuiva prima piano e poi con sempre maggiore decisione: sua allieva. Sua apprendista.
E lui sarebbe finalmente diventato il suo mentore. Ce l'aveva fatta.

Anche le mie vacanze sono andate bene, grazie.

Rispose a voce alta, caso mai qualcuno si fosse mai fermato ad origliare fuori dalla porta: paranoica? Forse, ma la prudenza non era mai troppa. Si alzò quindi in piedi, le labbra che non riuscivano a smettere di sorridere, gli occhi che continuavano imperterriti a brillare.

A domani allora... maestro.
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Messaggioda Sandyon » 20/09/2012, 14:55

Anche le mie vacanze sono andate bene, grazie.
A domani allora... maestro.


Non così presto.

Esclamò a voce bassa e seria, gelida, il professore, facendo in modo che lei comprendesse di doversi bloccare all'istante.
Qualora quindi lei avesse avuto il buon senso di non andare oltre e voltarsi per rimanere immobile ad ascoltarlo, Sandyon si sarebbe voltato del tutto, fissandola intensamente negli occhi, buttando fuori un poco di aria dal naso, avvicinandosi a lei di qualche passo facendo in modo che tra loro rimanesse una distanza di forse un metro.
Si tolse il cappello che aveva in testa, un poco consumato e ricco di anni alle spalle, e senza dire nulla lo posò lentamente sul capo di Arianna, sistemandoglielo in modo che combaciasse adeguatamente con la circonferenza della fronte di lei.

Immagine

Ad ogni allenamento ti presenterai con questo in testa.
Imparerai ad essere precisa e capace anche con un difetto di visuale dato dal cappello.
Mi ha accompagnato per otto lunghi anni, cerca di tenerci, chiaro?


Il suo tono era uguale a quello del normale professore conosciuto fino ad allora, ma i suoi occhi tenevano una luce diversa, una luce in un misto di ferrea volontà, severità, obbligo al rispetto e fiducia nei confronti di quella persona.
Per lui non era stato facile decidere, sopratutto dopo la pessima esperienza con un apprendista del genere quale era stato Asveras, ma da una parte quella sorta di missione incompiuta con Tyslion gli aveva lasciato un serio vuoto, quel vuoto che soltanto una vittoria sul destino, un giusto insegnamento e la creazione di una nuova figura forte, capace e tendenzialmente giusta avrebbero potuto colmare.

Da oggi in poi non accetto "se" o "ma".
Farai tutto ciò che ti dirò, anche se ti sembrerà assurdo o impossibile.
Da questo stesso giorno, ci prefissiamo due anni di tempo, al termine dei quali potrai scegliere cosa fare della tua vita, ma fino ad allora, rassegnati, perché non respirerai, non alzerai la bacchetta, non dormirai, non penserai se non te lo dico io.
Siamo intesi fino a questo punto?


Lanciò un'ultima occhiata al bracciale regalatole da Faith, anche perché era certo che fosse un suo regalo, conoscendo lo stile della persona.
Tornò subito a guardarla negli occhi, molto profondamente, mentre dentro di lui ardeva la solenne promessa di fare di lei una persona nuova, una persona in grado di mettere paura a molti e fornire speranza ad altrettanti altri.
Non sarebbe stato facile, ma era una pietra più facile da malleare rispetto all'apprendista di Monique, alimentato oltre che dal desiderio di migliorarsi, anche dalla pura vendetta.

Giusto, a proposito.

Ah, inoltre, in futuro potrebbe darsi che potrei farti allenare assieme ad un ragazzo, mio nipote.
Attualmente è allievo privato della tua Vice Preside ed è già maturo, non fa più parte della scuola da cinque anni ormai.
Quindi seda subito la tua metà e le sue uscite di gelosia perché che lui lo voglia o meno, se io e la professoressa Vireau riterremo propedeutico per entrambi essere a contatto, così avverrà.
Bene, ora puoi andare.


E no, ovviamente non aveva chiesto se ci fossero o meno delle domande da fare in merito.
Da quel momento in poi lei era divenuta a tutti gli effetti una sua apprendista quindi doveva imparare subito com'era avere Sandyon Vastnor come mentore e per certi versi anche quella come prova, sopportarlo, sarebbe stata importante e decisiva per fortificarla nello spirito e nel carattere.
L'uomo sperava soltanto che lei l'avesse capito, magari non subito, ma in breve tempo si.
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Messaggioda Aryanne » 20/09/2012, 15:25

Non così presto.

Stava già per andarsene, Arianna, per muoversi verso l'aula di lezione, quando la voce di Sandyon la bloccò facendole capire che c'era ancora qualcosa da dire, da chiarire in quel loro rapporto che aveva appena subito una svolta importante.
Lo osservò avvicinarsi a lei, e quando le posò il cappello in testa spalancò appena gli occhi in un gesto di assoluta sorpresa.

Ad ogni allenamento ti presenterai con questo in testa.
Imparerai ad essere precisa e capace anche con un difetto di visuale dato dal cappello.
Mi ha accompagnato per otto lunghi anni, cerca di tenerci, chiaro?


Rimase per qualche secondo in silenzio totale, non potendo credere alle sue orecchie: le stava davvero regalando/prestando il suo cappello? Alzò gli occhi e nell'incontrare i suoi, Arianna lesse una luce nuova, più decisa e seria, e capì che era davvero entrato nell'ottica del considerarla non più solo una semplice studentessa, bensì una sua apprendista in tutto e per tutto.
Annuì dunque alla sua domanda, un sorriso soddisfatto ed assolutamente felice sulle labbra.

Da oggi in poi non accetto "se" o "ma".
Farai tutto ciò che ti dirò, anche se ti sembrerà assurdo o impossibile.
Da questo stesso giorno, ci prefissiamo due anni di tempo, al termine dei quali potrai scegliere cosa fare della tua vita, ma fino ad allora, rassegnati, perché non respirerai, non alzerai la bacchetta, non dormirai, non penserai se non te lo dico io.
Siamo intesi fino a questo punto?


Annuì ancora una volta, chiedendosi se davvero sarebbe riuscita a malleare il suo carattere così tanto da essere perfetta per lui: quasi subito, però, si rispose mentalmente che solo il tempo le avrebbe dato determinate risposte e che per quanto Vastnor fosse duro e gelido aveva capito chi aveva di fronte e che carattere avesse, perciò di sicuro non si sarebbe aspettato una bambolina inerme pronta a servirlo come un cagnolino; ubbidiente sì, quindi, ma con un cervello pensante.

Ah, inoltre, in futuro potrebbe darsi che potrei farti allenare assieme ad un ragazzo, mio nipote.
Attualmente è allievo privato della tua Vice Preside ed è già maturo, non fa più parte della scuola da cinque anni ormai.
Quindi seda subito la tua metà e le sue uscite di gelosia perché che lui lo voglia o meno, se io e la professoressa Vireau riterremo propedeutico per entrambi essere a contatto, così avverrà.
Bene, ora puoi andare.


Allenarsi con qualcun altro.
Interessante, un po' preoccupante forse visto che a quanto sembrava il nipote di Vastnor era allenato dalla Vireau - e quindi non dalla prima che capitava - ed era anche più grande di lei, ma nulla di quei pensieri trapelò dallo sguardo di Arianna che semplicemente fece un sorrisetto malizioso e divertito.

Mai sentito il detto babbano "occhio non vede, cuore non duole"?
Per me non c'è problema comunque... basta che sia carino.


Perché la Ricciardi è la Ricciardi, sempre e comunque.
Si sistemò meglio il capello sulla testa e sorrise un'ultima volta, facendo anche un mezzo inchino nei confronti del suo nuovo mentore.

Filo a lezione, altrimenti la Vilvarin chi la sente?
A domani prof, buona giornata!


E con quell'ultima, irriverente esclamazione, Arianna prese passo ed uscì dall'ufficio di lui, chiudendosi la porta alle spalle e solo dopo averlo fatto lasciarsi andare ad un silenzioso urlo di gioia: finalmente Vastnor si era deciso...
Finalmente il suo sogno si sarebbe realizzato.


[Fine]
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Messaggioda Aryanne » 20/11/2012, 21:56

[Ore 08.24 - Il giorno dopo la sera di Halloween]


Incredibile che si fosse svegliata così presto?
Forse, ma c'era bisogno di parlargli urgentemente: solo lui poteva capirla, solo lui, paradossalmente, poteva starle vicino, per quanto probabilmente quella sarebbe stata l'ultima cosa che gli andava di fare; ma ad Arianna andava bene così, perché con tutto che per la maggior parte delle persone era come un orso - e anche con lei in realtà - la Ricciardi era comunque convinta dentro di sé che Sandyon le volesse bene, che tenesse a lei.
Per questo aveva deciso, prima dell'inizio delle lezioni, di passare dal suo ufficio: aveva bisogno di parlargli, di sentirsi... vicina a lui, ecco; era l'unico che poteva capirla, escluso Ty, ma anche lui aveva tante cose a cui pensare ed Arianna non voleva certo caricarlo di pensieri.
Attraversò velocemente il corridoio, lanciando sguardi distratti alle porte chiuse dei vari uffici degli insegnanti fino a che non trovò quello che le interessava: prese un gran respiro profondo, socchiuse gli occhi per calmarsi ed alla fine bussò con decisione alla porta, aspettando che il professor Vastnor le desse il permesso di entrare.
Quando ciò fosse avvenuto, Arianna avrebbe messo la mano sulla maniglia ed avrebbe così messo piede nell'ufficio del docente di Difesa, chiudendosi subito dopo la porta alle spalle.

Buongiorno, mentore.

No, quasi mai gli si rivolgeva in quel modo, segno che qualcosa non andava... e che era lì in veste di allieva del suo Maestro, non certo di studentessa di Hogwarts a colloquio col proprio professore.

Posso parlarle?

Gli domandò con faccia stanca e tono funereo, ma in effetti sarebbe bastato guardarla in viso per capire che qualcosa proprio non andava.


Immagine


Se Sandyon le avesse dato il permesso di parlare e magari di sedersi di fronte alla scrivania, la Dragargenteo si sarebbe fatta cadere sulla sedia davanti a lui, mentre un sospiro tremulo le sarebbe uscito dalle labbra.

Ho incontrato Faith, ieri sera... abbiamo fermato dei contrabbandieri, è stato facile - gli raccontò atona, senza fissare lui quanto piuttosto un punto imprecisato della scrivania - Ma poi ho scoperto che la roba illegale l'avrebbero dovuta mandare a Siena... e che a permettere il passaggio pulito alla dogana è stato mio...

Si fermò un momento, portandosi le mani al volto mentre sentiva tutta la rabbia, l'odio, il dolore ampliarsi all'inverosimile fino ad esplodere, facendo colare grosse lacrime amare lungo le guance di Arianna.

... padre...

Mormorò tra i singhiozzi, sapendo bene di risultare debole ma non riuscendo in alcun modo a frenare il pianto che le era nato spontaneo e che, d'altronde, si portava dietro fin dalla sera prima: sperava solo che lui la capisse, e che non la biasimasse per questo.
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Messaggioda Sandyon » 20/11/2012, 23:17

{ UFFICIO PROF. VASTNOR - 08:20 - GIORNO SUCCESSIVO AD HALLOWEEN }

Per fortuna quella pagliacciata è finita.

Ecco come iniziò quella meravigliosa giornata il maggiore dei Vastnor, con un commento eloquente inerente alla serata precedente.
Non adorava troppo le festività come Halloween o il peggiore di tutti: San Valentino, più che altro perché essendo sopratutto il secondo un rito babbano, lo infastidiva ancora di più che anche i maghi lo avessero adottato per fare in modo che tra coppiette ci si scmabiassero regali e stupidaggini simili, come se servisse anche un'occasione ufficiale per farlo.
Tralasciando però quei pensieri insulsi, Sandyon si era recato nel proprio ufficio per controllare l'orario delle lezioni che avrebbero preso inizio dalle 09:00, volendo osservare la sua disposizione nelle varie classi dei vari anni di studio.
Fortunatamente per lui, quel giorno era dedicato alle classi più grandi, quindi per fortuna avrebbe preso qualche argomento maggiormente interessante dei folletti dispettosi o delle arpie.
Quella mattina aveva indossato una camicia color blu elettrico metallizzata con sotto dei jeans neri sportivi, per la gioia anche di Monique che spesso e volentieri lo aveva "implorato" di mettere qualcosa di più allegro del solito nero o grigio scuro, per quanto lui odiasse cose tropo sgargianti, vedi appunto camicie blu elettrico.
Tutto sommato però doveva ammettere con lo specchio di non stare tanto male, sopratutto considerato il nuovo taglio di capelli, leggermente accorciati rispetto alla classica chioma lunga tenuta per tutti e tre gli anni precedenti.
Si, forse era venuto proprio il momento di dare un taglio al passato e in qualche maniera Sandyon lo stava facendo, non rinunciando comunque alle sue solite abitudini mattutine di silenzio tombale, qualche mugugno e minacce nei confronti degli studenti che osavano tentare di disturbarlo durante quelle prime ore del mattino, come ad esempio...

- TOC TOC -

Via.

Buongiorno, mentore.

Mmmhh...

Arianna Ricciardi, l'unica che forse poteva permettersi a quell'ora di solamente provare a spiccicare una parola, aveva solcato la porta dell'ufficio di Vastnor senza essere ridotta in polvere. L'unica tra gli studenti, si intendeva.
Anche se lui aveva fatto capire di voler essere lasciato in pace, lei comunque si azzardò per lo meno a far capire che fosse lei ed infatti il successivo verso dell'uomo le fece capire che poteva aprire la porta e farsi vedere, quanto meno per fargli capire cosa mai ci fosse stato di così grave da portarla a disturbare, visto che lei più di tutti conosceva quel sacro rito mattutino dell'ex mercenario.
Il volto della ragazza però, totalmente spento e a dir poco distrutto, spinse Sandyon a fissarla a lungo negli occhi, non parlando in un primo istante, decidendo semplicemente per farle un cenno col capo a mo' di invito a chiudere la porta per poi avvicinarsi.
L'allieva eseguì l'ordine e, una volta avvicinatasi alla scrivania dell'uomo e sedutasi composta, una novità per lei, parlò ancora, con una voce maggiormente strozzata da chissà quale sofferenza interiore.

Posso parlarle?

Nessuno sarebbe arrivato tanto lontano ad un orario simile se non ci fosse dietro il mio permesso intrinseco.

Seduto alla propria poltrona di pelle nera, Sandyon congiunse le mani, con i gomiti posati sulla superficie di legno, posando gli occhi in quelli della Ricciardi in modo da concentrarsi maggiormente su quello che avrebbe potuto dire poco dopo.
Era chiaro che in un primo momento l'uomo credesse che si trattasse di uno dei classici problemi giovanili, per i quali forse sarebbe stata molto meglio la presenza della futura moglie piuttosto che la sua, ma forse Arianna aveva deciso di puntare a lui perché la maggiore confidenza con un elemento adulto era solo ed esclusivamente con il suo mentore.
A confutare quelle ipotesi però, ci si misero le parole della ragazza, quel dì dai capelli scuri, che quando iniziò a parlare, fece inarcare il sopracciglio destro all'uomo prima, e a farlo abbassare e assottigliare assieme all'altro poi.

Ho incontrato Faith, ieri sera... abbiamo fermato dei contrabbandieri, è stato facile. Ma poi ho scoperto che la roba illegale l'avrebbero dovuta mandare a Siena... e che a permettere il passaggio pulito alla dogana è stato mio...

Siena, se la città era quello, non era quindi difficile ipotizzare che il motivo di tanto smarrimento e tensione della ragazza provenisse da...

... padre...

Due grandi lacrime appena tinte della luce del mattino, solcarono le guance di Arianna che adesso come una bambina si ritorvava a lasciare andare la tristezza ed il dolore davanti a lui, come se Sandyon fosse una persona della quale si fidava a tal punto e gli voleva bene a tal punto da pensare di potersi mostrare una volta ogni tanto vulnerabile.
L'uomo buttò fuori molta aria dal naso, cercando di contenere delle sensazioni e delle emozioni che di certo non provava da molto tempo.
Era stato padre, per pochissimo tempo, ed aveva anche sentito sulla pelle la sensazione di donare un sorriso ad una figlia o a sentire la propria mano sfiorargli il viso in un puro e semplice gesto d'affetto.
Allora, quando era ancora viva la sua bambina, lui sapeva dentro di se che il suo più grande desiderio era essere il padre migliore del mondo, in cambio dell'immensa gioia che la piccola gli aveva dato venendo al mondo.
Adesso invece, di fronte ai suoi occhi c'era una figlia che, seppur indirettamente, era stata trafitta al cuore proprio dal suo stesso padre, esattamente come Monique lo era stata dal proprio, una storia in comune quindi, con la sostanziale differenza che ormai la futura sposa aveva imparato a fortificarsi abbastanza da non farsi fare troppo male dai comportamenti scorretti e devastanti del proprio genitore, ma Arianna per quanto se ne volesse dire, era ancora una ragazzina di 17 anni, con pochissima esperienza alle spalle, tanta voglia di imparare si, ma punti deboli che dovevano essere eliminati nel tempo e di tempo per eliminarli ce ne voleva ancora molto.
La guardò ancora, attentamente, mentre ella proseguiva in quel pianto disperato, tirando su col naso ogni tanto, cominciando a percepire un forte bruciore al centro del petto, un bruciore di rabbia e odio per un padre che, con la fortuna che si era ritrovato, aveva preferito lasciarsi andare alla follia data dal potere che al bene della propria figlia, del suo stesso sangue, della speranza del suo futuro.
Proprio grazie a queste emozioni e grazie anche alla realtà di padre che lui stesso aveva provato sulla sua pelle, Sandyon in quel frangente, in quello sguardo, apparve come più umano, più compassionevole... Più padre.

Immagine

Si alzò in piedi dalla poltrona, aggirando la scrivania lentamente per poi avvicinarsi maggiormente a lei ed inizialmente guardarla dall'alto verso il basso, con intensità ma rimanendo ancora in silenzio.
La mano destra si allungò per avvicinarsi con l'indice fino alle guance della ragazza e raccogliere le sue lacrime per portarle via dal suo viso.
Sospirò, mentre adesso sentiva la consistenza di quelle lacrime dulla propria pelle, mentre tutto sommato ricordava quando la sua piccola, al tempo della sua vita, facendosi male cadendo o perché le aveva punto un insetto, piangeva buttando fuori grandi lacrimoni di sofferenza.
Così, proprio come accadeva sempre con un papà, Sandyon al tempo non si scostava molto dalla visione comune e, senza indugiare, si avvicinava a lei e la prendeva tra le braccia per coccolarla e farle passare le lacrime ed il pianto.
Proprio con quegli stessi ricordi ancora vivi nel suo pensiero, l'uomo aprì di poco le braccia, lasciandole la via libera per avvicinarsi a lui come non aveva mai fatto prima, come non si era mai potuta permettere, lasciando che nell'aria circolassero solo delle poche parole volte a darle il consenso per fare quello che probabilmente Arianna avrebbe voluto fare da tempo con una figura che reputava di riferimento.

Vieni qui, avanti...
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Messaggioda Aryanne » 20/11/2012, 23:46

L'aveva fatto davvero, si era messa a piangere di fronte a lui?
Sì, l'aveva fatto eccome. Aveva lasciato che le lacrime le solcassero il viso davanti a Sandyon, si era lasciata andare ad un pianto di cui, fin dalla sera prima, sentiva l'estremo bisogno per cacciare fuori tutto il dolore e la rabbia accumulati, visto che tenersi le cose dentro, era risaputo, faceva più male che bene.
Certo, c'era la possibilità che lui la sbattesse a calci fuori dal suo ufficio, che non avesse affatto voglia di stare lì a consolarla mentre lei piagnucolava come una bambina... ma era quello che le andava di fare, in realtà: piangere, fare la bambina, o forse semplicemente permettere a se stessa di lasciarsi andare come difficilmente faceva di solito, troppo impegnata a mantenere la sua maschera di fermezza e di forza che però, di crepe, ne aveva fin troppe.
Era così impegnata a sfogarsi, il più silenziosamente possibile per non dare fastidio al suo Maestro, che non si accorse dei movimenti di Vastnor fino a che non sentì la sua mano sul viso, a raccogliere quelle grosse lacrime salate che le stavano scivolando lungo le guance come un fiume in piena.
Spalancò gli occhi, incredula, ed alzò il viso in sua direzione con uno scatto, l'espressione di chi non sa bene cosa fare o cosa dire ma non può credere che stia succedendo davvero: lo sguardo dell'uomo era... come definirlo? Umano? Comprensivo? ... paterno?
Arianna non lo sapeva, non sapeva dare una risposta agli occhi di lui che la scrutavano in silenzio, ma dentro di sé si sentiva quasi protetta da quello sguardo, quasi confortata da esso... e quando Sandyon aprì le braccia, per quanto la Dragargenteo non potesse credere ai suoi occhi, quel gesto e le parole che ne seguirono non potevano essere fraintese.

Vieni qui, avanti...

Mentore...

Sussurrò Arianna con voce tremante, ma di sicuro non se lo fece ripetere due volte, alzandosi in piedi sulle gambe malferme, forse a causa del troppo dolore accumulato, per avvicinarsi a lui e poggiare la testa sul suo petto, mentre le lacrime, invece di fermarsi, aumentavano: come avrebbe voluto urlare, spaccare tutto, ma non riusciva a fare altro se non piangere e, ora, aggrapparsi alla camicia dell'uomo con quella poca forza che le era rimasta, come a cercare un appoggio in lui, un porto sicuro ma non solo... cercava anche qualcosa che andasse oltre al semplice rapporto tra un Mentore e una sua allieva, un rapporto umano che forse, anzi, di sicuro, mai come in quel momento era venuto fuori.

Come ha potuto...

Fu tutto ciò che riuscì a sussurrare, scuotendo il capo con rabbia ma continuando a piangere, senza accennare a scostarsi da lui: poteva sembrare strano, pensato di lei che era abituata tutto sommato a cavarsela da sola, ma in quel momento Sandyon era la figura più vicina ad un padre che Arianna avesse mai avuto.
E avrebbe voluto, per questo, che quel momento durasse in eterno.
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Messaggioda Sandyon » 25/11/2012, 15:38

Era successo tutto abbastanza velocemente, ma allo stesso tempo con una lentezza nell'elaborazione delle idee, dei ricordi e degli intenti, che Sandyon fece abbastanza fatica a credere a quella situazione come ad un qualcosa pensato prima, qualcosa di possibile, qualcosa che potesse anche essere definito premeditato.
Nonostante tutto, aveva per la prima volta posto davanti al suo cuore la possibilità di essersi esposto molto per qualcuno che non era una compagna, ma semplicemente una qualsiasi altra persona che lui un giorno avrebbe potuto reputare davvero di fiducia, una persona da poter "adottare" con l'intento di farle avere quello che probabilmente qualcuno di meno incline a comprendere i propri tesori della vita e la stava trattando uno schifo non le dava.
Aveva aperto le braccia permettendole di avvicinarsi abbastanza da attaccarsi al suo corpo, lei totalmente in lacrime adesso, straziata dal dolore e dalla disperazione per tutta quella sofferenza accumulata nel tempo che non la faceva stare bene, non la rendeva serena e sprizzante sarcasmo da tutti i pori.
Non era la stessa Arianna di sempre e da una parte questo per lui era un bene: almeno uno dei due, tra il Mentore e l'allieva, aveva la capacità di esternare in modo preciso i propri sentimenti.

Come ha potuto...

La mano dell'uomo si avvicinò alla lunga chioma di capelli della ragazza, facendole una carezza molto accennata, di certo non riconducibile ad un enorme gesto di affetto, ma per lui porca miseria se lo era, anzi, era davvero un qualcosa che se l'avesse vista Monique probabilmente sarebbe esplosa in lacrime di gioia... Subito prima di aver preso dei pop corn per sedersi e godersi la scena strappalacrime con Fire sulle gambe.
Tralasciando certe fantasie assurde, l'uomo sospirò, mentre era difficile saper rispondere a quella domanda posta senza interrogazione dalla Ricciardi.
Come aveva potuto... Beh, in tutta onestà non lo sapeva bene nemmeno lui visto che lui stesso non avrebbe mai potuto, ma non tutto il genere umano era uguale, anzi, nella maggior parte dei casi era così vario da spaventare anche una persona che di esperienza di vita ne aveva da vendere, esattamente come lui.
Lasciò che si sfogasse abbastanza da consumare quasi tutte le lacrime che aveva in corpo, in fondo solamente dopo aver pianto abbastanza avrebbe potuto trovare la calma necessaria per ascoltarlo, anche perché quello che stava per dire andava oltre ogni previsione, forse anche quella di una Divinante con l'Occhio Interiore più sviluppato esistente sulla faccia del pianeta.
La allontanò gentilmente dal suo corpo, posandole le mani sulle spalle e fissandola per bene negli occhi, lei ancora molto distrutta da quel dolore che le passava il cuore da parte a parte, ma a cosa servivano gli amici alleati se non in momenti simili?

Sai cosa fare.

Sigh... Si... Si capo... Sob...

Mmmhh...

Il piccolo Moguri, ovviamente invisibile, si avvicinò al corpo di Arianna iniziando ad utilizzare il proprio potere su di lei, trasmettendole una sensazione di carezza al cuore in grado di poterlo calmare e rendere più tranquillo, meno afflitto dalla paura, dalla disperazione e dal tremore.
Il suo compito si concludeva lì ed era quello più importante per far si che in quel momento la Ricciardi fosse molto più incline ad ascoltare lucidamente le sue parole, ora che Sandyon aveva tutto l'intento di parlarle per farsi ascoltare attentamente, poiché con tutta probabilità non si sarebbe ripetuto in futuro, non con quello che stava per farle presente.

Io non so come abbia potuto ma è evidente che il potere sa dare molto alla testa.
Non posso riportarti il padre che avevi una volta, ma posso prometterti... Che da adesso avrai qualcuno da considerare come tale.
Ovviamente non parlo riferito ai pettegolezzi sentimentali o gesti affettuosi, ma per tutto il resto, ci sarò.
D'accordo?
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Messaggioda Aryanne » 25/11/2012, 20:27

Quando gli aveva chiesto di farle da Mentore, non avrebbe mai immaginato che sarebbero arrivati ad un momento del genere: nella sua mente, Sandyon avrebbe dovuto aiutarla ad allenarsi, a diventare più forte, istruendola secondo le proprie esperienze e nulla di più; non aveva mai preteso da lui un rapporto umano, ben consapevole che forse l'unica persona a cui lo elargiva era la sua compagna, e le andava bene così perché la faceva allenare, la permetteva di fortificarsi, e non c'era niente di più importante.
In quel momento, era come se i confini tra loro si fossero improvvisamente sbriciolati, portando entrambi su un nuovo livello: la mano ruvida dell'uomo si posò sui capelli leggermente mossi di lei, che se ne stava ancora aggrappata a lui, il volto rigato dalle lacrime; ah, quanto avrebbe voluto che fosse stato suo padre ed abbracciarla in quel modo, almeno una volta... ma era da quando Arianna era piccolissima, 3 o 4 anni al massimo, che Giovanni Ricciardi non aveva più tempo per lei.
Pianse fino a terminare ogni lacrima possibile, pianse fino a che non si sentì sfinita, svuotata, ma anche più leggera e serena: era proprio vero che svuotarsi poteva far sentire le persone infintamente meglio; e non appena si fu calmata - grazie all'aiuto di Mog anche se lei non l'avrebbe mai saputo - com'era forse ipotizzabile, un senso d'imbarazzo l'assalì, perché si era lasciata andare ad un comportamento assurdo che forse Vastnor aveva assecondato per quel momento, ma che di lì a poco avrebbe rimproverato alla ragazza.
Fu per questo che, quando sentì le sue mani sulle spalle scostarla dolcemente, la Dragargenteo annuì lentamente come se già sapesse cosa lui volesse dirle: peccato che non corrispondesse minimamente a quello che sentì poco dopo.

Io non so come abbia potuto ma è evidente che il potere sa dare molto alla testa.
Non posso riportarti il padre che avevi una volta, ma posso prometterti... Che da adesso avrai qualcuno da considerare come tale.
Ovviamente non parlo riferito ai pettegolezzi sentimentali o gesti affettuosi, ma per tutto il resto, ci sarò.
D'accordo?


Professore...

Mormorò Arianna senza fiato, sbattendo le palpebre con aria incredula e fissando il docente con gli occhi, rossi per il pianto, totalmente spalancati: piano piano, le labbra riuscirono a distendersi verso l'alto ed un piccolo sorriso tremulo si palesò su di esse mentre il capo si muoveva su e giù, in un cenno di assenso.

... avrei voluto che ci fosse, che mi vedesse... sono riuscita ad incarcerare due tizi in una volta sola.
Certo, non erano potentissimi, però...


Non sapeva se fosse giusto o meno elogiare il proprio lavoro, in realtà non sapeva più niente ormai, ancora piuttosto sconvolta dalle sue parole, bellissime quanto totalmente inaspettate.
Il sorriso si spense e il labbro inferiore venne morso, in un chiaro segno d'incertezza su come comportarsi, su cosa dire o fare: in quel momento, solo Sandyon poteva sbloccare le cose.
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Messaggioda Sandyon » 27/11/2012, 0:27

Onestamente, non molti mesi prima, mai e poi mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione simile come una allieva.
Anche se al tempo aveva concesso alla Ricciardi di sperare di essere allenata da lui, di sicuro il pensiero di essere per lei un giorno una sorta di secondo padre, una seconda figura di rilievo per la sua vita, le sue scelte, il suo affetto, erano totalmente distanti dalla concretezza come anche dalla semplice e più fervida immaginazione.
Dovette quindi ricredersi, nell'averla adesso tra le braccia, con quelle grandi lacrime che le rigavano il viso e le permettevano di essere finalmente se stessa per una buona volta nella vita, lontano dal problema di mostrare una facciata forte e imperturbabile, sempre capace di non far trapelare alcun pensiero o sospetto di dolore, malessere, malinconia.
Sandyon, purtroppo per lei, conosceva bene quali erano i canali preferenziali per riuscire ad intendere subito qualcuno, forse l'avrebbe potuto chiamare sesto senso, ma forse era solamente una buona esperienza di vita, niente di più.
Una volta stretta abbastanza ed anche con l'aiuto segreto e silenzioso di Mog, Arianna si riprese un poco, tornando a distanziarlo e ad ascoltare le sue parole, venendo colta da un moto di sorpresa molto forte.
Non seppe rispondere molto a quella sua affermazione di essere per lei quel padre mai avuto nella sua vita e solo si limitò ad annuire con un sorriso via via sempre più acceso, luminoso e carico di speranza e gioia.
In cuor suo, Sandyon sentiva di volerle molto bene, anche se al momento mai l'avrebbe ammesso.

E per fortuna sei ancora in tempo per recuperare la tua adolescenza...

... avrei voluto che ci fosse, che mi vedesse... sono riuscita ad incarcerare due tizi in una volta sola.
Certo, non erano potentissimi, però...


Sei una studentessa che non ha mai affrontato apertamente la vita vera, se non qualche mese fa in America.
Per avere 17 anni, bloccare due maghi adulti è una grande conquista, non limitare i complimenti verso te stessa, non quando te li meriti.
Occhio però, non esagerare.


In quel tono c'era un forte senso di fierezza.
Sandyon, anche se non glielo disse apertamente, le stava facendo capire che doveva sentirsi soddisfatta della sua missione proprio perché lo era lui di lei, in poche parole era fiducioso che la ragazza stava crescendo e si stava allenando nel modo giusto.
La sua muscolatura era aumentata di prontezza ed energia a vista d'occhio, inoltre i suoi riflessi, la sua capacità tattica e la sua prontezza e forza di nervi la stavano lentamente trasformando, rendendola quella che un giorno sarebbe stata una grande... Una grande...

Dannazione, già ti vedo con il mio stesso destino, ma non posso desiderare che tu voglia così poco.

Perché semplicemente non glielo chiedi, Sandy...

No, non ce n'è bisogno.

Perché?

Perché...

Hai paura della sua risposta?
Cosa ti mette più in agitazione e ti spiacerebbe di più: che non voglia seguire le tue orme... O che lo voglia fare?


... Probabilmente entrambe.

Non puoi rimandare l'inevitabile... Tra poco uscirà da scuola, non è più una primina, sa già cosa vuole...

Mmmhh... Odio quando fai il saggio.

Ihihih, mi ha contaminato la mamma!

Preferì non rispondere a quell'affermazione, visto che probabilmente l'avrebbe mandato a quel paese negandogli chinotto per sei mesi.
Tutto sommato doveva però ammettere che la saggezza di Monique e in quel caso di Mog avessero ragione, non poteva ignorare i desideri di lei.
Arianna Ricciardi era una ragazza che di certo non perdeva tempo a credere che il mondo fosse a sua disposizione per sempre, lì sempre pronto ad accoglierla in qualsiasi istante, anche se avesse bighellonato per anni.
No, lei probabilmente già aveva riflettuto tra se sul suo futuro, su quello che avrebbe voluto fare ed essere un giorno, e dato che durante quel culminante periodo scolastico la sua vita era stata attraversata dalla forte ventata potente e sferzante di un uomo come Sandyon Vastnor, per l'ex mercenario non era facile credere che questo non l'avesse scossa nemmeno un po'.
Si limitò a fissarla negli occhi attentamente ancora per alcuni piccoli secondi, prima di sospirare con quel suo solito mugugno che significava ampia ed attenta riflessione, prima di farla indietreggiare con una lieve spinta e poi sedere nuovamente sulla poltroncina avanti alla scrivania, inginocchiandosi di fronte a lei, con un'aria molto seria e profonda.

Arianna... Tu hai già deciso il tuo percorso, uscita di qui?
Sai già qual'è la carriera che vuoi inseguire per sentirti realizzata?


Sandyon Vastnor interessato di una vita altrui che non fosse la compagna, quelle si che erano notizie in grado di shockare chiunque.
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Messaggioda Aryanne » 27/11/2012, 14:57

Aveva cercato di non calcare troppo la mano sulla sua bravura, un po' perché non voleva apparire arrogante o superba di fronte a Sandyon, ed un po' perché Faith le aveva detto come all'effettiva contrabbandieri di quel tipo non fossero esattamente il top della pericolosità: eppure, fu lo stesso docente di Difesa, poco dopo, a rendere giustizia all'operato della Draghessa, ovviamente sempre in un modo tutto suo.

Sei una studentessa che non ha mai affrontato apertamente la vita vera, se non qualche mese fa in America.
Per avere 17 anni, bloccare due maghi adulti è una grande conquista, non limitare i complimenti verso te stessa, non quando te li meriti.
Occhio però, non esagerare.


... grazie Mentore.

Mormorò la Ricciardi con un sorriso più deciso sulle labbra, sentendo un moto d'orgoglio gonfiarle il petto: sapere con se stessa di essere riuscita in quella missione era già di per sé una grande vittoria, ma sapere anche che per lui aveva fatto un ottimo lavoro e che probabilmente era fiero di lei... quella era una vittoria ancora più grande.
Gli occhi, luminosi per via del pianto, erano ora sicuramente molto più sereni e pacati, un po' per lo sfogo delle lacrime ed un po' perché, ora, sapeva di poter contare su una figura di riferimento come il suo Maestro non solo per gli allenamenti, ma anche per la vita in generale, e non era certo una cosa da poco.
Sandyon però sembrava alquanto indeciso agli occhi di Arianna, come se stesse riflettendo tra sé su qualcosa d'importante che però la ragazza non avrebbe saputo definire: poco dopo, fu lui stesso a darle una piccola spinta all'indietro, così da farle comprendere che doveva sedersi.
L'altra lo fece senza problemi, e quando se lo ritrovò inginocchiato davanti, alla loro stessa altezza, lo fissò con sguardo stranito e confuso.

Arianna... Tu hai già deciso il tuo percorso, uscita di qui?
Sai già qual'è la carriera che vuoi inseguire per sentirti realizzata?


Inutile dire che già solo il semplice sentirsi chiamare per nome da lui era qualcosa di sconvolgente... figuriamoci il fatto che le stesse facendo una domanda sul suo futuro, sulle sue ambizioni, su ciò che voleva dalla vita: si stava interessando a lei e la Dragargenteo ne era felice e spaventata al tempo stesso.

Io...

Mormorò in un primo momento, spaesata, prima di scuotere il capo con decisione ed intimarsi di riprendere un po' di contegno: se Sandyon stava facendo dei passi verso di lei, mica poteva fare la figura dell'imbecille! Anche perché, in cuor suo, sapeva già la risposta.

... voglio vivere l'avventura.
Voglio sfidare ogni giorno me stessa ed i miei limiti, scoprendo cosa sono capace di fare. Ho sempre pensato che un giorno avrei trovato la carriera che fa per me, e credo che grazie a lei ci sia riuscita...


Un piccolo sorriso sulle labbra di Arianna, quasi totalmente se stessa ora mentre si scostava i capelli dal viso con espressione fiera e furbetta al tempo stesso, da italiana DOC.

Io voglio seguire le sue orme, Mentore...
... voglio diventare una Mercenaria, una combattente che ha la libertà di scegliere quali lavori svolgere e la possibilità continua di sfidare se stessa per migliorarsi ogni giorno di più.
E' questo ciò che voglio per il mio futuro.
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