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Messaggioda Alexis » 17/03/2012, 18:41

[Sala Grande - ore 12.46]


E quindi??

E quindi niente, se n'è andato...

Assurdo, e tu l'hai lasciato andare così, senza dire nulla?!

E che avrei dovuto fare? Fermarlo, per poi non dirgli nulla? Sarei stata egoista, Mary...

Immagine


Lo sguardo di Alexis si posò sulla compagna di Casata, che non seppe come rispondere: in effetti la Delfina non aveva tutti i torti, anche se secondo l'altra era fin troppo timida e razionale; insomma, Stone era un ragazzo bellissimo, gentile... e per di più famoso, il che non guastava mai! Ma Alexis Parker era tutta particolare, e sembrava che delle apparenze non le importasse nulla: lei cercava il Principe Azzurro, e probabilmente non l'avevano ancora trovato.
Erano in Sala Grande per il pranzo, sedute al loro tavolo assieme ai compagni di Casata, ma parlavano da sole perchè Alexis aveva sentito il bisogno di confidarsi con qualcuno sugli ultimi avvenimenti accaduti in giardino col prefetto Corvonero: gli occhi grigio-azzurri si abbassarono, tornando a fissare il piatto ancora semi pieno che aveva davanti; no, decisamente non aveva appetito.

Vuoi che saliamo subito in camera? Tanto ci dovremmo comunque andare per cambiarci...

Alexis annuì a quella proposta, alzandosi dal suo posto per seguire l'amica fino al dormitorio di Delfinazzurro: lì, si cambiarono velocemente per andare poi alle 14 a lezione di Storia della Magia, sperando - più Alexis in realtà - di riuscire a sgombrare un po' il cervello per concentrarsi su altro di più importante, come lo studio.

[Corridoio Uffici dei Professori - ore 18.40]


La aspetto oggi nel mio ufficio alle sette meno un quarto, ho un discorso da farle.
Buone lezioni e mi raccomando puntuale.

S. V.


Ci mancava solo quella.
Divisa perfettamente indossata, cravatta stretta intorno al collo, bacchetta riposta nella fodera e capelli raccolti ora in uno chignon ordinato, Alexis Parker era quasi arrivata alla porta dell'ufficio del professor Vastnor per un... "discorso", come l'aveva chiamato lui.
Inutile dire che non appena ricevuto il suo biglietto, la ragazza aveva fatto mente locale per capire cosa potesse esserci che non andava, eppure...

Non ho ricevuto alcuna ammonizione dai professori, i miei voti sono ottimi, partecipo a diverse attività extra-scolastiche... no, dubito di essere io il problema.

Si disse la Delfina, facendo un rapido riepilogo mentale sulle motivazioni che potevano aver spinto Sandyon a richiamarla nel suo ufficio, ed un comportamento errato non sembrava rientrare nella categoria: d'altronde era normale farsi un sacco di domande, era del professore di Difesa che stavavno parlando... lui, che si rifiutava persino di spiegare due volte un concetto in classe, l'aveva chiamata in privato nel suo ufficio.
Come non preoccuparsi?
Il pendolo per il corridoio intanto - proprio mentre Alexis arrivava di fronte alla porta dell'ufficio dell'uomo - scoccò l'ora: le 18.45.

Ci siamo...

Si disse Alexis, dando un paio di colpi alla porta ed attendendo il permesso di entrare prima di aprirla per richiudersela subito alle spalle e fare poi un passo in avanti, facendo un leggerissimo inchino col corpo alla figura che aveva davanti.

Professor Vastnor, buonasera.
Voleva vedermi?
Ultima modifica di Alexis il 18/03/2012, 15:05, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Sandyon » 18/03/2012, 0:18

La porta bussò perfettamente in orario.
Di certo non si poteva dire che non fosse una persona ritardataria, anzi, tutto il contrario.
L'uomo aveva finito da un po' di sistemare le cose ed aveva congedato Mog dato che preferiva essere solo con la studentessa, anche perché sapeva bene che il piccolo essere si sarebbe divertito un mondo nel vederlo in quella situazione e di sicuro non gli avrebbe dato, almeno per quel giorno, la soddisfazione di deriderlo, magari poi anche insieme alla compagna.

Avanti.

Affermò senza ulteriori aggiunte inutili.
La porta si aprì lentamente e da lì si fece avanti la ragazza che non molti giorni prima aveva incontrato vicino la capanna del centauro.
Divisa scolastica in ordine, totalmente stirata di tutto punto, accenno di cura nei confronti del viso e dei capelli, espressione tra il forzatamente naturale e l'incredibilmente preoccupato.
Ormai per Sandyon certe tipologie di visi erano come libri aperti, altrimenti che mercenario poteva definirsi senza queste semplici capacità innate di intuito e analisi?

Professor Vastnor, buonasera.
Voleva vedermi?


Annuì mentre ancora sistemava dei fogli in un cassetto, poi si alzò in piedi ma non certo per andare da lei a salutarla, più che altro il camino stava smettendo di emettere fuoco e cominciava sentirsi un po' troppa aria fredda lì dentro.
Si avvicinò al deposito sottostante al camino dove era presente la legna e ne cominciò a prendere qualche ciocco attento a non afferrare quelli troppo grandi che avrebbero compromesso la riuscita del fuoco, soffocandolo.
Si volse un istante a guardarla, poi, sospirando, tornò al suo lavoro.

Per farla breve.
Mi spiace per come ti ho liquidata l'altro giorno fuori dal castello, non era una giornata... adeguata.


Disse appena in tono tranquillo e piuttosto informale, visto che usò anche del "tu" senza crearsi alcun problema.
Una volta che il fuoco riprese a scoppiettare rendendo calore, fece cenno con la mano alla ragazza di avvicinarsi in maniera da non avere i brividi lì ferma a congelare, anche perché quella stanza non aveva nessun eccessivo accorgimento stilistico ed estetico, pure e semplici mura spesse e fredde che contribuivano alla distribuzione del freddo in tutti gli spazi.
Una volta che si fosse avvicinata, si sarebbe alzato in piedi voltandosi per guardarla dritto negli occhi con espressione seria.

In ogni caso, hai preso 36.
La risposta 3 era leggermente imperfetta e temo che tu abbia un poco sforato con l'argomento principale nella risposta 5.
Dimmi un po' Alexis, cos'è esattamente per te un nemico?
Cosa lo fa divenire tale ai tuoi occhi?
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Messaggioda Alexis » 18/03/2012, 15:03

Avendo dunque ottenuto il permesso di entrare, Alexis si era avvicinata alla scrivania dietro la quale era seduto il professor Vastnor, nell'attesa di sapere quale fosse il motivo della convocazione: se non altro, questo la Delfina lo sapeva bene, Sandyon non si poteva certo considerare un professore abituato ai convenevoli, quindi era piuttosto sicura che avrebbe saputo perchè si trovasse lì in un tempo relativamente breve.
Ed infatti...

Per farla breve.
Mi spiace per come ti ho liquidata l'altro giorno fuori dal castello, non era una giornata... adeguata.


Oh, non si preoccupi professore.
A tutti capita di avere una giornata storta.


Lo rassicurò Alexis con un piccolo sorriso, archiviando la questione: almeno aveva avuto la conferma che, primo, non era nei guai, e secondo, quella volta vicino all'abitazione del Guardiacaccia l'uomo se n'era andato via di colpo non per colpa sua o di qualcosa che lei aveva detto, ma per motivi personali.
Intanto l'uomo aveva acceso il camino dell'ufficio per combattere il freddo proveniente dalle pareti e dal pavimento della stanza, molto spartana, e quando fece cenno alla ragazza di avvicinarsi per scaldarsi un po' lei non se lo fece ripetere due volte.

In ogni caso, hai preso 36.
La risposta 3 era leggermente imperfetta e temo che tu abbia un poco sforato con l'argomento principale nella risposta 5.


Un voto assolutamente accettabile, considerato che il massimo era 40: poteva ritenersi soddisfatta, la sua media si manteneva stabile ai limiti dell'eccellenza; annuì leggermente con un leggero sorriso soddisfatto sulle labbra, pensando che di lì ad un istante il docente l'avrebbe congedata... ma così non fu.

Dimmi un po' Alexis, cos'è esattamente per te un nemico?
Cosa lo fa divenire tale ai tuoi occhi?


Una domanda improvvisa che non aveva apparente collegamenti col discorso fatto poco prima, ma già la prima volta che si erano incontrati fuori dal castello la ragazza aveva capito che l'uomo non sempre - anzi, quasi mai - seguiva percorsi logici comprensibili dagli altri. Abbassò per un momento lo sguardo, poi tornò a guardare l'altro sentendosi quasi sotto esame.

Per me un nemico... è qualcuno che vuole fare del male a me o alle persone a me care.
Qualcuno che non ha rispetto per ciò che io ritengo importante e che quindi tenta di ferirlo, rovinarlo o distruggerlo.


Rispose alla fine, considerando la domanda fin troppo generica e quindi non potendo non dare una risposta altrettanto generica, sperando che all'altro andasse bene lo stesso: d'altronde, se avesse voluto sapere altro, era sicura che l'avrebbe chiesto senza farsi troppi problemi.
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Messaggioda Sandyon » 18/03/2012, 18:09

Il fatto che la ragazza non l'avesse presa troppo male per il suo comportamento di qualche giorno fa non lo fece esultare più di tanto ma comunque lo fece sentire maggiormente sollevato.
Non tanto perché era stato "graziato" dalla giovane ma tanto perché per lui era inconcepibile scaricare le proprie frustrazioni sugli altri, dunque meglio così, meglio che avesse accettato e non avesse insistito sulla questione, anche perché forse il suo viso serio e imperioso non lasciava molto spazio alle curiosità.
In seguito, la domanda che le porse aveva una valenza specifica che però sul momento Alexis non comprese, visto che era arrivata a ciel sereno, così, apparentemente senza un motivo logico dietro.
Comunque, dopo qualche istante di smarrimento, la delfina trovò le parole adatte e quindi gli rispose sinceramente secondo il suo pensiero più profondo.

Per me un nemico... è qualcuno che vuole fare del male a me o alle persone a me care.
Qualcuno che non ha rispetto per ciò che io ritengo importante e che quindi tenta di ferirlo, rovinarlo o distruggerlo.


Rimase a fissare intensamente la ragazza per diversi secondi, cercando di vedere se avesse abbassato lo sguardo o meno; successivamente, si inginocchiò prendendo un ciocco di legno ulteriore e lo lanciò nel fuoco che prese a scoppiettare ancora di più, inneggiando alla gioia del calore e della luce.
Le fiamme creavano effetti di ombra su tutto il corpo del professore che quindi dividevano il suo viso in una zona illuminata ed una oscura.
Tornò a guardarla, nel mentre dalla tasca dietro del pantalone prendeva un foglio piegato in maniera un po' goffa, lo aprì lentamente e glielo mostrò: era il compito in classe della prefetta.
Dopo averglielo mostrato con tanto di voto scritto sopra, lo gettò nel fuoco come se nulla fosse, rimanendo imperterrito a guardarla, con ancora quei vari effetti di ombra e luce che si rispecchiavano nei suoi occhi facendo si che uno mostrasse la colorazione maggiormente azzurrina mentre l'altro quella dorata scura.

Immagine

Dentro di noi albergano l'ombra e la luce, Parker.
Esse fanno si che noi stessi possiamo mostrarci non solo agli altri ma anche allo specchio totalmente diversi in base a quale delle tue partizioni prevale nel nostro animo, ma la partizione non prende mai il sopravvento, siamo noi a concederle di farlo.


Si allontanò da quella postazione avvicinandosi alla propria libreria che conteneva dei tomi molto particolari, per lo più filosofici, teoretici, storici, tattici e biografici.
Non ebbe bisogno di cercare visto che il dito puntò immediatamente su quello che gli serviva e subito prese un testo abbastanza vecchio, osservandolo per qualche secondo prima di tornare nuovamente da Alexis e porgerglielo.
Il titolo del libro era "Il vero nemico che si cela dentro di noi: I Demoni Interiori".
All'incirca ad occhio avrà posseduto almeno 500 anni per un totale di 300 pagine scarse.

Immagine

Paura, Odio, Rabbia.
Questi sono i tre demoni interiori che ogni persona cova continuamente nel corso della sua vita.
Li affronta ogni giorno senza rendersene conto, li vive e ci vive a stretto contatto confrontandosi senza nemmeno accorgersene, sempre.
Prima di pensare e dilungare il proprio pensiero su cosa ci fa vedere il prossimo come un nemico, bisogna apprendere come riconoscere quando stiamo diventando noi nemici di noi stessi, dunque apprendere a riconoscere quando cediamo ai nostri Demoni Interiori.
Il nemico più pericoloso non è là fuori, Parker... E' lì.


E dicendo questo, puntò il dito toccando con energia il centro del petto della ragazza, fissandola seriamente, mentre il fuoco si alimentava ancora di più e adesso illuminava tutto il suo viso, come se la luce lo avesse raccolto del tutto e pervaso, come se non ci fosse più spazio nei suoi occhi per l'ombra.

Annullo la validità del tuo scritto.
I prossimi che vi darò saranno tra due settimane, quindi per la prossima settimana hai il compito di leggere questo libro e farmi un trattato secondo il tuo giudizio e il tuo pensiero riguardo ciò che leggerai tra quelle pagine.
Puoi andare, buona serata.
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Messaggioda Alexis » 18/03/2012, 18:53

Aveva risposto come al solito riflettendo prima di parlare, esponendo il suo pensiero in modo pulito, cristallino, senza alcuna sfrontatezza o arroganza ma con la semplice volontà di rispondere alla domanda dell'uomo secondo coscienza.
Sandyon non commentò le sue parole, limitandosi invece a prendere un foglio dalla tasca per mostrarglielo: era il suo compito corretto; Alexis fece per dire qualcosa, ma rimase totalmente basita quando lui lo appallottolò per gettarlo nel fuoco.

... ?!?!?!?

Dentro di noi albergano l'ombra e la luce, Parker.
Esse fanno sì che noi stessi possiamo mostrarci non solo agli altri ma anche allo specchio totalmente diversi in base a quale delle due partizioni prevale nel nostro animo, ma la partizione non prende mai il sopravvento, siamo noi a concederle di farlo.


Le aveva incenerito il compito: Alexis era sbalordita, non riusciva a crederci; non sgranò gli occhi né spalancò la bocca, rimase semplicemente impietrita di fronte a quel gesto assurdo ed improvviso, oltre che estremamente maleducato.
Il docente si era spostato per prendere qualcosa dalla libreria, ma la ragazza non lo seguì con lo sguardo, ancora incapace di realizzare la cosa: ore intere di studio, di sacrificio e concentrazione... scomparse così, per niente.
Se era vero che dentro ciascuno albergavano ombra e luce, come diceva l'insegnante, Alexis era abbastanza sicura che dentro il suo animo offeso di luce in quel momento ce ne fosse ben poca.
Lui tornò porgendole un libro, che lei prese come un riflesso automatico senza però dire nulla.

Paura, Odio, Rabbia.
Questi sono i tre demoni interiori che ogni persona cova continuamente nel corso della sua vita.
Li affronta ogni giorno senza rendersene conto, li vive e ci vive a stretto contatto confrontandosi senza nemmeno accorgersene, sempre.
Prima di pensare e dilungare il proprio pensiero su cosa ci fa vedere il prossimo come un nemico, bisogna apprendere come riconoscere quando stiamo diventando noi nemici di noi stessi, dunque apprendere a riconoscere quando cediamo ai nostri Demoni Interiori.
Il nemico più pericoloso non è là fuori, Parker... E' lì.


L'uomo fece per puntarle il dito contro il petto, ma Alexis fece un passo indietro: no, non era paura quella che si leggeva nei suoi occhi, ma non avrebbe parlato nemmeno di odio o rabbia; il suo era semplice disappunto per un gesto che l'aveva alquanto irritata ed intristita. E sinceramente non le andava in quel momento di fare domande o chiedere spiegazioni, per quanto fosse delusa dal docente per quel comportamento era convinta - voleva esserlo - che ci fosse stata una motivazione dietro: lei non la comprendeva certo, ma non era proprio dell'umore per chiederne delucidazioni.

Annullo la validità del tuo scritto.
I prossimi che vi darò saranno tra due settimane, quindi per la prossima settimana hai il compito di leggere questo libro e farmi un trattato secondo il tuo giudizio e il tuo pensiero riguardo ciò che leggerai tra quelle pagine.
Puoi andare, buona serata.


Chiedo scusa professore ma... non credo lo farò.

L'aveva detto veramente?!
Da dove le erano uscite quelle parole e come aveva potuto pronunciarle proprio lei, lei che non si rifiutava mai di fare nulla? Non sapeva darsi risposte Alexis, che però sembrava partita per la tangente: voce moderata, educata e rispettosa sempre, quello sì, ma molto decisa e perentoria.

Leggerò il libro perchè penso possa essere una lettura interessante e formativa e la ringrazio per la concessione che mi sta facendo di usare qualcosa di suo, ma... non svolgerò il compito che mi ha chiesto - aggiunse, una vocina dentro di sé che le suggeriva di tapparsi la bocca con risultati piuttosto scarsi - L'ultima volta che ci siamo visti, mi ha detto che eravamo noi a dover scegliere a chi portare rispetto o meno secondo il nostro giudizio e non a seconda delle gerarchie sociali, ricorda? Bene, allora mi dispiace ma mi trovo costretta a rifiutare la sua richiesta: perché con tutto il dovuto rispetto, professore, lei ha appena bruciato un mio lavoro; un lavoro per il quale mi sono impegnata, che mi è costato fatica, lavoro, tempo e concentrazione. E lei l'ha gettato nel fuoco come se non valesse niente, dimostrando un'assoluta mancanza di rispetto nei miei confronti. Perciò leggerò il libro che mi ha prestato, ne trarrò il massimo vantaggio per le mie conoscenze, e se non capirò qualcosa verrò a domandarle delucidazioni nella speranza di riceverle; ma non asseconderò la sua richiesta, perché ora come ora non mi riesce proprio di rispettarla come professore.

Uno sguardo veloce al fuoco scoppiettante del camino, poi riprese a parlare.

E' ovvio che a prescindere da ciò che io pensi in questo momento, lei è l'insegnante e può fare ciò che preferisce, ed è altresì naturale che io abbia appreso ciò che mi serviva durante lo svolgimento del compito... ma ciò non toglie che il suo sia stato un atto del tutto maleducato ed irrispettoso.
Ed io non posso proprio fare finta che la cosa non m'indisponga: non svolgerei il trattato a dovere, continuando a ripensare alla sua mancanza di rispetto; se voleva farmi capire qualcosa, le assicuro che c'erano tanti altri modi per farlo poiché l'avrei ascoltata molto volentieri, modi che forse non avrebbero necessitato un così spudorato menefreghismo nei confronti del lavoro altrui.


Una pausa piuttosto lungo quella che Alexis fece poco dopo, abbassando lo sguardo sul libro che teneva ora tra le mani: fare i compiti non le era mai pesato, anzi, l'aveva sempre resa orgogliosa di sé e l'aveva fatta sentire ripagata degli sforzi e dei sacrifici fatti; e per quanto fosse il suo insegnante, l'uomo non aveva il diritto di incenerirle tutto quel duro lavoro di fronte, come se non avesse avuto alcun valore.

Se deciderà di prendere dei provvedimenti per questo, sarò pronta a scontare la mia punizione.
Le restituirò il libro quanto prima.
Arrivederci.


E se lui non l'avesse fermata, Alexis avrebbe preso la porta e se ne sarebbe andata, una lacrima di impotenza e delusione a scorrerle lungo la guancia.
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Messaggioda Sandyon » 18/03/2012, 19:51

Quando tentò di toccarle il centro del petto con il dito lei si fece di qualche centimetro indietro, ma l'uomo non accennò nulla per fermarla o raggiungerla, semplicemente si limitò a continuare a fissarla, comprendendo buona parte delle sue emozioni.
Non si capacitava del perché di quel gesto, non riusciva a comprendere perché mai avesse dovuto buttare all'aria ore di lavoro e sudore sui libri.
Forse l'aveva sopravvalutata o semplicemente lei era ancora troppo giovane per riuscire a comprendere certe cose.
Le assegnò il compito, o almeno quello che sembrava essere tale, ma proprio come fino a poco prima aveva fatto silenzio di improvviso, improvvisamente riprese a parlare, questa volta abbastanza risoluta, cauta, calma e sicura delle sue considerazioni.
Sandyon Vastnor, ovviamente, la lasciò parlare senza problemi incrociando le braccia al petto.

Chiedo scusa professore ma... non credo lo farò.
[...]
mi dispiace ma mi trovo costretta a rifiutare la sua richiesta: perché con tutto il dovuto rispetto, professore, lei ha appena bruciato un mio lavoro.[...] E lei l'ha gettato nel fuoco come se non valesse niente, dimostrando un'assoluta mancanza di rispetto nei miei confronti. Perciò leggerò il libro che mi ha prestato, ne trarrò il massimo vantaggio per le mie conoscenze, e se non capirò qualcosa verrò a domandarle delucidazioni nella speranza di riceverle; ma non asseconderò la sua richiesta, perché ora come ora non mi riesce proprio di rispettarla come professore.
[...]
Se deciderà di prendere dei provvedimenti per questo, sarò pronta a scontare la mia punizione.
Le restituirò il libro quanto prima.
Arrivederci.


La osservò fare per andarsene, allontanandosi con molta "rabbia" in corpo, già, perché in fondo era quella che lei stava combattendo, che stava contrastando per fare in modo che prendesse il sopravvento su di lei.
Inoltre si sentiva delusa, amareggiata, triste, un caos di emozioni complesse ed emotivamente instabili che portavano spesso l'essere umano a fare delle scelte sbagliate.
Infatti per Sandyon quella fatta da Alexis fu senz'altro una scelta sbagliata, ma era il suo giudizio e non glielo avrebbe affatto imposto, per quanto la sua forza d'animo e la sua volontà di rendere giustizia al loro discorso della volta precedente con una tale capacitò giuridica gli fece comprendere che la delfine non era una ragazza come tutte le altre e in parte si rammaricò che non fosse giunta alla conclusione del suo ragionamento come avrebbe voluto lui o che quella stessa grinta e coraggio non li avesse usati per chiedergli il perché di quel gesto nei confronti del suo compito.
Ma non la fece andar via così, in fondo a quel punto, c'era qualcosa di importante da dire, "fondamentale" si poteva aggiungere.

Allora credo sia giusto e consono che da oggi in poi non mi chiami più con l'appellativo di "insegnante".
Non ho il tuo rispetto, non ho la tua stima e la tua fiducia e non rappresento al momento per te realmente la figura con la quale dovresti chiamarmi sempre, nei corridoi.
Da oggi in poi per te sarò semplicemente Sandyon e solo quando potrai dire di aver ritrovato il rispetto nei miei confronti che dici di aver perso, allora potrai tornare a chiamarmi "professore".
Se sarà necessario, darò io spiegazioni ai tuoi compagni alle lezioni se mi dovessi chiamare per nome, non preoccuparti.
Ovviamente, se avrai domande da fare su quel testo, torna pure quando vuoi.
Arrivederci.


Attese dunque che la ragazza si allontanasse dal suo ufficio per dare un ultimo sguardo alla porta chiusa ed infine al fuoco che adesso stava lentamente tornando ad una normale qualità di calore.
Scosse appena il capo, tornando al suo posto, alla scrivania, sedendosi e afferrando da dentro un cassettoni un grosso raccoglitore con dentro vari fogli.
Sul raccoglitore c'era scritto a caratteri cubitali "Compiti svolti: Difesa".
Aprì il raccoglitore sfogliando i vari compiti raggruppati in esso, ognuno in una fodera plastificata.
Mentre sfogliava, per caso l'occhio gli cadde su un compito particolare: Alexis Parker, votazione ottenuta 36.
L'uomo non disse nulla, si limitò solo ad osservarlo per diversi istanti prima di sospirare e andare al compito successivo.
Arianna Ricciardi, votazione ottenuta 37, a Sandyon venne spontaneo fare un leggerissimo ghigno quasi divertito.

Ha preso addirittura di più.
Quindi sarà ancora più difficile accettarlo.
Vedremo stasera lei come si comporterà.


E detto questo, prese il compito dalla fodera mettendolo sopra il banco estraendo nel contempo la bacchetta puntandola sopra il foglio di carta.
Un movimento del polso leggero e preciso e dalla bacchetta comparvero due scie luminose, una di colore azzurrino e l'altra di colore rosso chiaro, che avvolsero il pezzo di carta e cominciarono a farlo espandere, anche se propriamente di espansione non si trattava.

Geminio.

Appena un secondo dopo, il professore di Difesa, o come lo avrebbe potuto definire Alexis, Sandyon, poté trovarsi sul banco ben due compiti in classe di Arianna Ricciardi con votazione 37.
L'originale lo rimise nella fodera e poi nella cartella mentre il secondo lo piegò goffamente per poi metterselo nella tasca dei pantaloni senza ancora dire un fiato, in seguito prese ancora pergamena e calamaio e cominciò a scrivere velocemente.

Vieni nel mio ufficio appena finito di mangiare, niente scuse.
Voglio parlare con te.
S.V.


Fatto ciò, senza dire altro, si alzò dalla sedia avvicinandosi alla finestra, aprendola.
Lì, sul davanzale era presente un barbagianni di grandi dimensioni di colore grigio scuro e marrone sabbia.
Gli affidò la lettera e gli sussurrò a chi avrebbe dovuto consegnarla, infine, lasciò andare il pennuto confidando nella sua professionalità come postino magico e tornò al suo posto, prendendo dal cassetto più piccolo della scrivania due tramezzini incartati singolarmente con della pellicola trasparente, uno prosciutto e formaggio e l'altro tonno e pomodoro e fece apparire una bottiglia di birra, insomma, la sua cena, tanto Monique sapeva bene che lui era più propenso a mangiare in disparte piuttosto che con tutto il resto del corpo docente.
Adesso non gli rimaneva altro che attendere che la seconda cavia per la sua focalizzazione sugli elementi più promettenti del suo corso si facesse avanti e poi osservare quale sarebbero state le sue reazioni e se avesse capito o meno il significato di quel gesto, quello stesso gesto che aveva fatto scattare silenziosamente uno dei Demoni Interiori nel cuore della signorina Parker.

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Arianna
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Messaggioda Aryanne » 18/03/2012, 20:58

[Corridoio Ufficio degli Insegnanti - ore 19.56]


Vieni nel mio ufficio appena finito di mangiare, niente scuse.
Voglio parlare con te.

S.V.


E che palle, che cazzo ho fatto stavolta?!

Arianna ripassò mentalmente gli ultimi avvenimenti: d'accordo, aveva avuto un paio di mancanze come Prefetta, però niente di così grave da farla richiamare da un professore... da Sandyon poi, che se ne fregava assolutamente di tutti gli studenti e di cosa combinavano!

Bah, comunque ci siamo.
Vediamo un po' che cavolo deve venire fuori da questa bella chiacchierata, come se non avessi già abbastanza cose a cui pensare tsk!


Bussò un paio di volte alla porta dell'ufficio di Vastnor una volta che gli fu davanti e senza attendere altro la aprì per entrare all'interno della stanza: in fondo era stato proprio lui a chiamarla, no? Quindi doveva aspettarsi il suo arrivo.

'Sera prof, che succede?
Vuole già iniziare il nostro addestramento?


Domandò Arianna all'uomo con un mezzo sorrisetto ironico e sfrontato, incrociando le braccia all'altezza del petto in attesa di conoscere il motivo della sua convocazione.


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Messaggioda Sandyon » 18/03/2012, 22:07

Aveva finito di mangiare i tramezzini ma la birra era ancora a metà del suo percorso quando Arianna bussò alla sua porta, poco prima delle 20:00.
Doveva aver mangiato piuttosto in fretta ed esser stata leggermente preoccupata per affrettarsi in quel modo, poco male, almeno si sarebbe sbrigato.
La ragazza si affacciò alla porta aspettando un suo cenno per entrare, cenno che giunse abbastanza in fretta visto che eseguì un piccolo gesto con la mano invitandola a chiudersi la porta dietro e venire avanti.
Quando alzò gli occhi, notò il viso vispo e furbo della prefetta dei draghi, un volto decisamente in contrasto con quello della delfina incrociata poco prima nello stesso ufficio.

'Sera prof, che succede?
Vuole già iniziare il nostro addestramento?


Chiedilo ancora e aggiungerò la clausola "occhi chiusi" alla prova che dovresti sostenere, vieni avanti.

Lasciò che si avvicinasse ancora un poco, per poi alzarsi in piedi e aggirare la scrivania fino ad avvicinarsi nuovamente al fuoco che alimentò ulteriormente con i pochi ciocchi rimasti, pochi ma buoni viste le loro dimensioni.
Negli ultimi tempi aveva avuto segnalazione che la ragazza aveva infranto alcune regole durante la ronda, ma era poco interessato alla cosa, dato che spesso gli avevano chiesto, anzi, GLI aveva chiesto di essere un poco più polso duro coi ragazzi ma lui si era sempre rifiutato, quasi come fosse una presa di posizione, in realtà semplicemente si sentiva e vedeva professore quanto in quel momento probabilmente lo vedeva tale Alexis.

Non ti devo assegnare nessuna punizione, quindi rilassati.
Ti ho solo convocata qui per dirti il risultato del tuo compito. Hai preso 37.
Sicuramente nella domanda numero 2 potevi mostrarti più precisa e nella quattro il riferimento alle "zingare" è fin troppo palese.
Puoi finire la birra se vuoi, io ne ho bevuta abbastanza, se non ti infastidisce il fatto che ho bevuto nello stesso bicchiere.


Disse con tranquillità, mentre preparava delle pallette di carta e le imbeveva di alcol per alimentare il fuoco in altri modi, facendo si che la stanza tornasse ad essere bella calda, dato che durante le ore serali per ovvi motivi di calo della temperatura, quella stanza diveniva ancora di più simile ad una ghiacciaia. Fortuna che la Primavera era alle porte.

E adesso sentiamo cosa mi dici tu.

Ricciardi, cos'è per te un nemico?
Cosa te lo fa apparire come tale ai tuoi occhi?


Chiese allora alzando nuovamente lo sguardo su di lei, ponendosi eretto col busto, con la stessa identica domanda fatta poco prima anche alla prefetta dei delfini. Già, per quanto trovasse molta più confidenza con il carattere forte e sfrontato della draghessa, doveva comunque utilizzare le stesse identiche tecniche di valutazione, altrimenti sarebbe stato più che scorretto, e per quanto ne potesse pensare al riguardo in modo negativo la studentessa del quinto anno bianca e azzurra, lui di correttezza ne sapeva abbastanza, ma per il momento, a Sandyon stava bene che lei la pensasse in modo diverso.

Certi attriti consolidano un rapporto quando si concludono.
Se, si concludono.
Mi auguro un giorno possa capire il mio gesto... Mi auguro?
Tsk, andiamo bene.
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Messaggioda Aryanne » 18/03/2012, 22:25

No, decisamente non era lì per anticipare l'inizio del loro addestramento, ma perlomeno Arianna ci aveva provato: gli fece un gran sorriso ed alzò le spalle, come a dire "Pazienza, sarà per la prossima".

Non ti devo assegnare nessuna punizione, quindi rilassati.

Questa sì che è una novità...

Pensò la Ricciardi con un arricciamento divertito del naso, mentre Sandyon si accingeva a spiegare il motivo di quella convocazione improvvisa.

Ti ho solo convocata qui per dirti il risultato del tuo compito. Hai preso 37.
Sicuramente nella domanda numero 2 potevi mostrarti più precisa e nella quattro il riferimento alle "zingare" è fin troppo palese.
Puoi finire la birra se vuoi, io ne ho bevuta abbastanza, se non ti infastidisce il fatto che ho bevuto nello stesso bicchiere.


Non capisco davvero a cosa si stia differendo - replicò Arianna mentendo spudoratamente quando l'uomo parlò di quel riferimento alle "zingare", riferimento che però la fece sorridere particolarmente. Quando poi lui le offrì la birra, la ragazza alzò le spalle con indifferenza - E chi dice ch'io debba bere dal bicchiere?

Aggiunse l'italiana, prendendo la bottiglia per bere direttamente dal collo, "a canna" insomma, leccandosi poi le labbra con espressione soddisfatta: se era solo quello che Vastnor doveva dirle, avrebbe potuto andarsene, no? No, sembrava che l'uomo avesse altro da domandarle.

Ricciardi, cos'è per te un nemico?
Cosa te lo fa apparire come tale ai tuoi occhi?


Un nemico? E' qualcuno che mi mette i bastoni tra le ruote, qualcuno che fa del male al mio mondo.
E poi, beh, c'è il primo nemico di ciascun uomo... se stesso, non crede? Si dice che siamo noi i peggiori nemici di noi stessi, quindi immagino sia vero: insomma, a volte siamo dei veri masochisti, pazzi ed incapaci di dare il meglio per il nostro futuro, a volte ci freghiamo con le nostre mani senza nemmeno accorgercene...


Un altro lungo sorso di birra, la cui bottiglia venne posata vuota sulla cattedra del docente sopra la quale, poco dopo, sedette anche lei.

Sa come si dice in certi casi, prof?
Conosci te stesso prima di ogni altra cosa... e se lo dicono, ci sarà pure un motivo.
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Messaggioda Sandyon » 18/03/2012, 22:45

Un nemico? E' qualcuno che mi mette i bastoni tra le ruote, qualcuno che fa del male al mio mondo.
E poi, beh, c'è il primo nemico di ciascun uomo... se stesso, non crede? Si dice che siamo noi i peggiori nemici di noi stessi, quindi immagino sia vero: insomma, a volte siamo dei veri masochisti, pazzi ed incapaci di dare il meglio per il nostro futuro, a volte ci freghiamo con le nostre mani senza nemmeno accorgercene...
Sa come si dice in certi casi, prof?
Conosci te stesso prima di ogni altra cosa... e se lo dicono, ci sarà pure un motivo.


Ascoltò la risposta con molta attenzione.
La ragazza sembrava credere fermamente nelle sue parole, non voleva affatto fare bella figura, anche perchè comunque non poteva certo sapere che fosse quello ciò che l'uomo, almeno in buona parte, voleva sentirsi dire.
Aveva un modo di fare molto alla mano, molto sicuro e veloce nei pensieri e nei movimenti.
Di certo sarebbe stata un giorno un'ottima allieva nel caso fosse riuscita a portare a termine la prova da lui indicatole qualche mese prima.
Non era comunque il caso di pensarci ora, doveva quindi prendere delle decisioni in merito a quello che lei aveva espresso.
Attese qualche secondo, giusto per far si che lei si scolasse tutta la birra e doveva averne una gran voglia, forse anche data dal fatto che alla mensa non ne servivano, e poi prese a parlare con tranquillità.

Paura, Odio, Rabbia.
Questi sono i tre demoni interiori che ogni persona cova continuamente nel corso della sua vita.
Li affronta ogni giorno senza rendersene conto, li vive e ci vive a stretto contatto confrontandosi senza nemmeno accorgersene, sempre.
Prima di pensare e dilungare il proprio pensiero su cosa ci fa vedere il prossimo come un nemico, bisogna apprendere come riconoscere quando stiamo diventando noi nemici di noi stessi, dunque apprendere a riconoscere quando cediamo ai nostri Demoni Interiori.
Il nemico più pericoloso non è là fuori, Ricciardi... Come hai ben detto, è lì, dentro di noi.


Camminò in direzione della libreria, al momento non soffermandosi a guardarla.
Raggiunta, nuovamente senza esitazione prese un libro che appariva essere abbastanza vecchio, beh, in effetti era molto ma molto simile a quello già dato ad Alexis qualche ora prima.
Lo sfogliò un secondo, infine, si volse avvicinandosi nuovamente ad Arianna, porgendole quel libro senza nessuna esitazione, fissandola dritto negli occhi.

40, Ricciardi.
Hai risposto correttamente alla domanda facoltativa del compito, non era scritta perchè l'avrei riservata solo a persone... meritevoli.
In ogni caso, prendi questo libro con te e leggilo molto attentamente, all'interno si parla di ciò che ti ho accennato prima.
Semmai vorrai parlare dell'argomento una volta concluso di leggere, sai dove trovarmi.
Spero ti sia piaciuta la birra, puoi andare ora, buona serata.
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