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Messaggioda Monique » 04/02/2012, 20:14

A quanto sembrava si erano conosciute più in quella mezz'ora che in tutte le settimane e i mesi precedenti: Tisifone aveva definito Monique una delle poche - se non la sola - a poter capire come si sentisse, ma per la donna non era così difficile visto che, in quanto a passati orribili, le due si potevano sfidare a chi l'aveva peggiore.
Ma la domanda rimaneva nella mente della VicePreside: perchè la docente di Divinazione era tornata ad Hogwarts?

Voglio trovare gli assassini dei miei genitori, scoprire il perché, e ottenere giustizia.

Pareggiare i conti, ricordi?

Commentò Moni con un lieve sorriso sarcastico, ricordando la loro precedente conversazione al Lago, quando aveva iniziato a capire che nelle loro vite c'erano parecchi punti misteriosamente in comune.

Ma non è questa la mia priorità. Il motivo per cui sono a Hogwarts è scoprire chi erano realmente Cassiopea e Sirius Samyliak prima di auto esiliarsi nel cuore della Russia.

La VicePreside annuì lentamente, sentendo una strana fitta al petto nel sentire quei nomi senza però capirne il motivo: non riusciva a collegarli a niente del suo passato, eppure in qualche modo le sembravano... familiari. Scosse appena la testa, decisa a non pensarci, e per questo allungò la mano verso la sua tazza di té per berne un lunghissimo sorso, come a volersi tranquillizzare.

Non ci sono foto o... non lo so, indizi che puoi raccogliere qui a Hogwarts?
Se hanno studiato qui magari sono ricordati negli annali scolastici, no?


Le chiese non riuscendo a capire quale fosse il problema: i registri di Hogwarts contenevano infatti tutte le informazioni di tutti gli studenti che avevano studiato lì, quindi l'impresa non sembrava poi così impossibile.

Che tu sappia hanno vinto qualche premio qui a scuola, o si sono distinti per qualcosa in particolare?
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Messaggioda Tisifone » 07/02/2012, 22:37

Pareggiare i conti, ricordi?

Il sorriso sarcastico sul viso di Monique rispecchiava quello che era comparso sul volto di Tisifone. Già, pareggiare i conti, stanare, torturare e alla fine uccidere molto lentamente chi aveva distrutto la sua adolescenza. Probabilmente quel giorno sarebbe stato il più bello della sua vita e non era per nulla d’accordo con Asher, secondo cui macchiarsi le mani con il sangue di qualcuno, chiunque esso sia, l’avrebbe perseguitato per sempre.

Mai come l’essersi risvegliata immersa nel sangue dei propri genitori.

Ribatteva Tissy, seria, e neanche in quel momento riuscì a reprimere il brivido di terrore che era solito invaderle le membra.

Non ci sono foto o... non lo so, indizi che puoi raccogliere qui a Hogwarts?
Se hanno studiato qui magari sono ricordati negli annali scolastici, no?


Si e no… e ti giuro che mi sono stancata di dare e darmi questa risposta ogni volta che penso ai miei genitori.

Sbottò, cercando in ogni caso di mantenere sotto controllo l’ira che le stava montando dentro, perché voleva evitare non tanto di dare in escandescenza di fronte alla VicePreside, quanto di mandare in frantumi ogni oggetto fragile della stanza, cosa che accadeva regolarmente ogni volta che perdeva il controllo della propria magia innata.

Probabilmente ci saranno un sacco di foto dei miei genitori in giro per la scuola o negli annali, ma non è possibile fare una ricerca visiva. Senza i nomi diventa impossibile fare alcunché.

Nella voce di Tisifone però si avvertiva un certo tentennamento. Una ricerca visiva non si poteva fare ma questo non voleva dire che non c’era nulla da fare. Certo ci sarebbe voluta un’eternità, strappare piccole informazioni ai padrini con l’inganno, per collocare i genitori in un arco di tempo ben stabilito, una fatica enorme, in poche parole. Ma non c’era nulla che la spaventava quando il risultato poteva essere scoprire finalmente un po’ di verità.

Che tu sappia hanno vinto qualche premio qui a scuola, o si sono distinti per qualcosa in particolare?

Non lo so. Però a casa ho trovato una divisa di Quidditch e un boccino dei Serpeverde e non so se apparteneva a mia madre o a mio padre. Sai i miei padrini quando si mettono in testa di tenere nascosto qualcosa sono meglio degli Indicibili. L’unica cosa che so è che mio padre era una sorta di attaccabrighe e mia madre un’ottima duellante.

Mentre pronunciava quelle parole, a Tisifone venne un’illuminazione, un’idea che i babbani di solito definiscono come “lo scoprire l’acqua calda”. Esistevano dei registri che riportavano i resoconti dei migliori duelli combattuti nella scuola, con tanto di foto dei partecipanti.

Devo fare un salto in Biblioteca al più presto.

Mormorò quindi, prendendo un altro biscotto e mangiandolo voracemente: ora che aveva un punto da cui partire si sentiva molto meglio e quindi le era tornato l’appetito.

E tu invece? Cosa hai intenzione di fare pareggiare i conti?

Chiese quindi, spostando l’attenzione su Monique. Avrebbe voluto chiederle anche qualcosa sulla tata assassinata ma credeva che fosse meglio prendere il discorso alla larga.
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Messaggioda Monique » 07/02/2012, 23:06

Si e no… e ti giuro che mi sono stancata di dare e darmi questa risposta ogni volta che penso ai miei genitori. Probabilmente ci saranno un sacco di foto dei miei genitori in giro per la scuola o negli annali, ma non è possibile fare una ricerca visiva. Senza i nomi diventa impossibile fare alcunché.

Perciò i nomi erano falsi: questo significava che anche Tisifone, in realtà, era nata con un'identità diversa? Monique immaginò per un momento che effetto avrebbe potuto farle scoprire, dopo quasi 30 anni di vita, di chiamarsi in modo diverso, di essere qualcuno di completamente estraneo a colei che aveva visto allo specchio ogni giorno da quando era nata... ed un piccolo brivido le passò spontaneo lungo la schiena, messo fortunatamente da parte per ascoltare le successive parole della donna.

Non lo so. Però a casa ho trovato una divisa di Quidditch e un boccino dei Serpeverde e non so se apparteneva a mia madre o a mio padre. Sai i miei padrini quando si mettono in testa di tenere nascosto qualcosa sono meglio degli Indicibili. L’unica cosa che so è che mio padre era una sorta di attaccabrighe e mia madre un’ottima duellante.

Quelle parole fecero riflettere Moni che corrugò la fronte con aria pensierosa: c'era qualcosa che le ronzava nel cervello, ma che lei non riusciva a cogliere; solo qualche minuto dopo - passato nel completo silenzio mentre beveva quel che restava del suo tè al gelsomino - alla donna arrivò un'illuminazione improvvisa.

Un'ottima duellante... Hogwarts non possiede in biblioteca dei registri fotografici degli studenti che si sono distinti in qualcosa nel corso della loro carriera scolastica?

Devo fare un salto in Biblioteca al più presto.

E chissà che non avessero avuto gli stessi pensieri, visto che anche la donna parlò di una visitina in biblioteca: le fece un piccolo sorriso divertito e quasi complice, pensando a quanto fosse assurda la situazione in quel momento visto come erano partite loro due... cioè decisamente col piede sbagliato.

E tu invece? Cosa hai intenzione di fare pareggiare i conti?

Trovare chi ha ucciso Rose - e per mia fortuna so già di chi si tratta - e fargliela pagare in modo lento, atroce e sadico, così tanto da farmi chiedere pietà.

Rispose Monique con aria assolutamente tranquilla, in netto contrasto in realtà con le parole appena pronunciate: ma Tyslion Asveras l'avrebbe pagata, eccome se l'avrebbe pagata.

Ma lasciamo perdere per il momento, è meglio.
Sei stanca? Non voglio annoiarti con questi discorsi.
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Messaggioda Tisifone » 11/02/2012, 22:59

Sorseggiando la seconda tazza di tisana, Tisifone si guardava intorno nell’ufficio di Monique, assente, riflettendo su come diavolo erano passate dal salutarsi gelidamente per i corridoi a confidarsi l’un l’altro bevendo te e mangiando biscotti.

Chissà cos’altro ha in serbo per noi il destino…

Si chiese, aggrottando leggermente le sopracciglia: una delle cose che le piaceva di quel cambiamento era il non dover stare ogni secondo sulle sue, con la sua maschera ben piantata sul viso. Lei non credeva nel caso, ogni cosa accadeva per una ragione ben precisa e il solo fatto che l’uomo comune non la capisse non voleva dire che non esisteva. Sapeva però anche che il destino era solito essere beffardo e avere un’ironia pungente poco condivisibile ed era per questo che una parte di lei temeva il punto in cui tutto quello le avrebbe portate.

Secondo Demetri l’unica cosa che devo temere è la famiglia, e visto che sono rimasta solo io non ho nulla da temere.

Era quel pensiero tranquillizzante che le permetteva di affrontare le novità e quelle che i pagani definivano “coincidenze” in maniera serena.

Trovare chi ha ucciso Rose - e per mia fortuna so già di chi si tratta - e fargliela pagare in modo lento, atroce e sadico, così tanto da farmi chiedere pietà.

Mi sembra un gran bel piano e vista la tua aurea magica non dovresti neanche avere troppe difficoltà nel metterlo in atto.

Commentò, inclinando la testa per sottolineare il complimento.

Se sai già chi è sei a metà dell’opera come si suol dire, sempre ammesso che la notizia sia vera. Ti puoi fidare della fonte?

Chiese, con un tono di voce neutro, per non sembrare né curiosa né invadente. Semplicemente voleva spingere Monique a riflettere bene su come aveva ottenuto quel nome. ad essere obiettiva, per evitare che scatenasse la sua ira su un innocente.

In ogni caso se si tratta di un assassino professionista forse so chi potrebbe aiutarci a trovarlo o darci qualche indizio in merito. Conosco qualcuno che ha al suo attivo delle conoscenze molto poco raccomandabili.

Aggiunse, con un sorriso ironico dovuto all’eufemismo delle sue parole. Non essendo a conoscenza dell’hobby di Asher di fare il mercenario, Tissy si riferiva a Demetri il quale non aveva mai fatto mistero di aver bazzicato e bazzicare a volte anche ora i cosiddetti bassifondi della società magica.

Ma lasciamo perdere per il momento, è meglio.
Sei stanca? Non voglio annoiarti con questi discorsi.


I discorsi che stiamo facendo non sono per nulla noiosi, anzi posso affermare con sicurezza che da quando sono a Hogwarts questa è una delle serate più interessanti che abbia passato. Però hai ragione, l’ora è tarda e domani ho lezione, quindi è il caso che io mi ritiri nei miei alloggi.

Confermò, posando la tazza sul tavolino e alzandosi dal pavimento su cui si era accomodata.

Buona notte e nel frattempo cerca di non andare a caccia di assassini da sola.

Si congedò, con un mezzo sorriso sul viso, visto che alla fine la sua non era del tutto una battuta, ma più che altro un consiglio.
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Messaggioda Monique » 12/02/2012, 17:04

Mi sembra un gran bel piano e vista la tua aurea magica non dovresti neanche avere troppe difficoltà nel metterlo in atto.

Ti ringrazio per la fiducia, ma sembra che chi abbia ucciso Rose sia estremamente pericoloso, forse addirittura più di me. O forse semplicemente si fa meno scrupoli nel togliere la vita a qualcuno.

Replicò Monique, sorridendo per le parole della donna così da farle capire che apprezzava il complimento, ma che la questione era molto più problematica di quanto non sembrasse a prima vista: l'affermazione di Tisifone, però, la portò anche a chiedersi quanto effettivamente fosse diventata forte nel tempo; lei aveva smesso di farci caso, ma se la collega aveva notato la sua aura magica definendola notevole, forse era migliorata senza accorgersene.

Se sai già chi è sei a metà dell’opera come si suol dire, sempre ammesso che la notizia sia vera. Ti puoi fidare della fonte?
In ogni caso se si tratta di un assassino professionista forse so chi potrebbe aiutarci a trovarlo o darci qualche indizio in merito. Conosco qualcuno che ha al suo attivo delle conoscenze molto poco raccomandabili.


Visto che si tratta della migliore amica di Rose, direi proprio di sì.
Il tizio è un mercenario professionista, si chiama Tyslion Asveras: ti chiedo solo, se decidi di effettuare delle ricerche su di lui, di essere molto discreta nel farlo. Non voglio che si alzino dei polveroni intorno a questa storia, sono già fin troppo sotto i riflettori per i miei gusti.


Rispose Monique, fidandosi della saggezza della professoressa di Divinazione ma preferendo ribadire il concetto di privacy: non aveva parlato con nessuno, Sandyon a parte, dell'assassino che le aveva portato via la madre, e non ci teneva a far diventare la notizia di dominio pubblico.
Il tempo era trascorso, forse più in fretta di quanto preventivato, e così la VicePreside si sentì in dovere di sincerarsi della stanchezza dell'altra, visti i discorsi non proprio leggeri.

I discorsi che stiamo facendo non sono per nulla noiosi, anzi posso affermare con sicurezza che da quando sono a Hogwarts questa è una delle serate più interessanti che abbia passato. Però hai ragione, l’ora è tarda e domani ho lezione, quindi è il caso che io mi ritiri nei miei alloggi.

Ci credi se ti dico che per me è lo stesso?
E dire che abbiamo parlato solo di cose spiacevoli...


Commentò Moni in risposta con un sorriso mezzo divertito, come a far notare che probabilmente con argomenti più frivoli e forse allegri avrebbero potuto passare delle serate ancora più piacevoli. Ma Tisifone aveva ragione, si era fatto tardi ed era giusto che lei andasse a dormire.

Buona notte e nel frattempo cerca di non andare a caccia di assassini da sola.

Vedrò che posso fare, nel caso ti faccio venire con me, che dici?
Buonanotte Tisifone... la prossima volta che ci vediamo ti porterò qualche foto interessante... e ti troverò anche un soprannome, sì.


Un modo di salutarla particolare quello, ma Moni era fatta così... trovava modi di chiamare le persone assolutamente personali a differenza degli altri, perchè facevano capire che quella persona era particolari per lei.
La osservò andare via, e quando si chiuse la porta alle spalle sospirò e si lasciò andare sul divano, decisa a rilassarsi un po' prima di andare a dormire: almeno per quella sera, un po' di relax era assolutamente d'obbligo.

[Fine]
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Messaggioda Monique » 20/02/2012, 21:36

[Sabato - ore 14.38]


Gentile sig.na Ward,
sarei lieta di incontrarla domani pomeriggio nel mio ufficio alle 15 per una chiacchierata informale. Sperando che lei accetti l'invito, le auguro una buona serata.

La VicePreside
Monique Vireau


Non capitava spesso che Monique cercasse un colloquio coi nuovi studenti - solitamente era compito della Preside quello - ma essendo Madeline fuori per alcuni affari della scuola la donna sentiva che era in qualche modo suo dovere accertarsi che i neo-maghi che entravano al Castello si sentissero a loro agio ed iniziassero subito ad ambientarsi.
Se la Grifondoro del primo anno avesse accettato il suo invito, sarebbe comparsa di lì ad una ventina di minuti: per rendere più piacevole l'incontro, la donna aveva preparato un piccolo rinfresco fatto di stuzzichini salati e dolci, che la studentessa avrebbe potuto eventualmente accompagnare con del succo di zucca o con della cioccolata calda.

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E' tutto pronto direi, manca solo la mia ospite.

Pensò Monique con un mezzo sorriso soddisfatto nel notare tutta la roba presente sulla sua scrivania, un banchetto sicuramente piuttosto invitante: la VicePreside si appoggiò così allo schienale della poltrona ed attese tranquilla il passare dei minuti.

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Spoiler:
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Messaggioda Kayleen » 20/02/2012, 23:28

Sabato - ore 14e58


Il messaggio che le era giunto la sera prima, direttamente dalla vice-preside, la colse ovviamente di sorpresa. Una sorpresa dai risvolti negativi, non quel tipo di sorpresa che si prova quando è il tuo compleanno e devi aprire i regali.

Che ho combinato?

Fu la prima domanda che si pose, un secondo dopo aver letto la pergamena con l’invito.
Sì, perché doveva aver combinato sicuramente qualcosa, se la professoressa Vireau aveva deciso di convocarla.
Si era scervellata per tutta la sera prima ed anche durante la mattinata del sabato, ma non era giunta a nessuna conclusione. Non ricordava di aver fatto nulla, per lo meno in questi suoi primi giorni di scuola.
Forse era anche per l’agitazione che venerdì notte non era neppure riuscita a dormire bene.

Fatto sta che il giorno del giudizio giunse inesorabile. Era sabato, erano le 14e58, quindi era perfettamente in orario. In realtà, si era presentata nei pressi dell’ufficio della Vice con un anticipo molto maggiore, più o meno alle 14e35, ma non aveva osato bussare alla porta né palesarsi alla donna. Poteva essere impegnata. E poi, non è carino presentarsi agli appuntamenti in anticipo, è una cosa che mette sempre in imbarazzo. Forse è addirittura meglio arrivare in ritardo di qualche minuto, in qualche situazione particolare.

Ad ogni modo, ormai era lì ed anche l’orario era quello richiesto.
Indossava la divisa invernale di Hogwarts, formata da una gonna grigia, a pieghe, un maglioncino dello stesso colore, bordato con i colori della sua casata, il cravattino giallo e rosso e la camicia bianca. I capelli biondi più pettinati del solito, raccolti in uno chignon non troppo dritto.

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Un sospiro a pieno polmoni, prima di provare a bussare alla porta dell’ufficio della Professoressa.
Un paio di colpi, con le nocche della mano destra, non di più.

E’ permesso? Professoressa Vireu?

La sua voce era leggermente tremolante, colpa dell’agitazione. Non era neppure più la tipa spavalda che solitamente è, con i suoi coetanei. Stavolta no, si parlava di una carica importante.
E dire che aveva parlato di lei, con Mi, proprio qualche giorno fa! In quel momento stava per avere la conferma o la smentita di quello che le aveva detto la compagna di stanza.

Mosse un paio di passi, all’interno della stanza, ma si bloccò sull’uscio, in attesa di un cenno da parte di Monique, che scorse al di là della scrivania, seduta su una delle poltrone.
Una donna bellissima ed inaspettatamente giovane l’attendeva seduta, ma la sorpresa più grande era data dai variegati stuzzichini presenti sul tavolo.
Inarcò un sopracciglio e sul suo viso si dipinse un’espressione confusa.

Mi.. Mi aveva chiamato?

No, tutte quelle prelibatezze non potevano essere per lei.
E, nel caso lo fossero state, ci doveva essere sicuramente qualcosa sotto.
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Messaggioda Monique » 21/02/2012, 15:42

Un paio di minuti prima delle 15: sarebbe stata puntuale o ritardataria? Fondamentalmente qualche minuto di ritardo non poteva certo uccidere qualcuno, ma Monique amava la puntualità, forse perchè era sempre stata abituata a non far mai aspettare nessuno. Si chiese anche come Kayleen avesse reagito al suo invito: lei, al posto suo, che avrebbe pensato?

Probabilmente che sono riuscita a combinare qualche casino appena arrivata.

Si rispose la donna con un leggero sorriso divertito: era cresciuta davvero così in fretta?
Due colpi alla porta, secchi ed improvvisi, la distolsero dai propri pensieri.

E’ permesso? Professoressa Vireau?

Avanti.

A Monique non sfuggì il tremolio della sua voce, e quel piccolo particolare la fece sorridere dolcemente: era lei come VicePreside ad incutere timore, o il fatto che la VicePreside fosse una Vireau?

No, improbabile.
Da quello che so la signorina Ward è una NataBabbana, dubito possa conoscere chi siano i Vireau... probabilmente è solo nervosa all'idea di incontrare la seconda carica più importante del Castello.


Si rispose Moni storcendo appena il naso - no, decisamente ancora non si era abituata a ricoprire quel ruolo - mentre la bambina entrava: la donna puntò gli occhi su di lei, studiandola silenziosa da capo a piedi come le stesse facendo una sorta di radiografia; alla fine, i suoi occhi ghiacciati si posarono in quelli di lei.

Mi.. Mi aveva chiamato?

Esattamente.
Vedo che è stata puntuale. Prego, si accomodi.


Le disse Monique con un sorriso formale, indicandole la poltroncina di fronte alla propria scrivania: se e quando la ragazzina si fosse seduta, dalla sua destra sarebbe sbucato un animale, un cucciolo di lupo dal pelo bianco che la fissò a debita distanza con assoluta curiosità prima di avvicinarsi alla porta per assicurarsi che fosse chiusa.

Lui è Fire, il mio animale.
Spero non le dia fastidio la sua presenza, solitamente non muovo un passo senza di lui: ma può stare tranquilla, non le si avvicinerà a meno che non sia lei a volerlo.


Aggiunse, cosicché la bambina potesse stare serena di non ritrovarsi all'improvviso con Fire addosso o comunque nei dintorni, nel caso ne avesse avuto paura: lo sguardo di Kayleen sembrava comunque ancora piuttosto spaventato, e questo portò Moni a fare una piccola e morbida risata, scuotendo appena il capo ed indicando ciò che era posato sulla scrivania.

Sì, questo piccolo rinfresco è per lei.
E no, non c'è niente di strano, né ha fatto qualcosa di male.
Incuto davvero così tanto terrore?


E pose alla bambina quell'ultima domanda con occhi luminosi e divertiti: accavallò le gambe e si scostò i capelli dalla spalla, allungando la mano per prendere un pasticcino al cioccolato ed alzarlo verso di lei a mo' di brindisi prima di farselo sparire tra le labbra.

Mi dispiace se ha pensato che ci fosse qualcosa dietro, o che la volessi rimproverare.
In tutta onestà, signorina Ward, vorrei solo fare quattro chiacchiere con lei per sapere che ne pensa del Castello e della vita magica in generale. Sempre se la cosa le risulta piacevole e gradita, ovviamente.


Concluse infine, dopo aver mangiato di gusto quel piccolo dessert peccaminoso, invitando la bambina a servirsi con un cenno della mano e sperando che la sua paura si fosse un po' attenuata.
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Messaggioda Kayleen » 21/02/2012, 23:30

Era lì dunque, ad un paio di passi dalla porta di ingresso dell’ufficio della Professoressa.
Le braccia stese lungo i fianchi, ma assolutamente rigide, così come il resto del suo corpo. Era letteralmente un fascio di nervi e sicuramente la sera si sarebbe ritrovata un gran mal di testa. Era sempre così, quando doveva affrontare una prova importante. E quell’incontro, per lei, era decisamente rilevante, oltre che del tutto ignoto.
Guardava in direzione di Monique, ma non la fissava direttamente. I suoi occhi azzurri si soffermavano su i più svariati particolari, dal legno della scrivania, al colore dell’abito della donna, fino all’acconciatura dei suoi capelli. Le uniche cose che evitava di osservare erano i suoi occhi azzurri, manco temesse che la Professoressa avrebbe potuto pietrificarla come Medusa. In realtà, non era ancora abbastanza matura, né sicura di sé da poter sostenere il suo sguardo, ma ad undici anni è più che normale.

Avanti.

Quella semplice parola le diede la forza di procedere all’interno della stanza, ma non di dire qualcosa. Si limitò ad annuire, a muovere qualche passo verso la scrivania, ma le gambe erano legnose ed i movimenti piuttosto meccanici.

Oh, insomma. Sei veramente una cagasotto! Datti una svegliata!

Questi erano i suoi pensieri. Si stava letteralmente auto-incitando a darsi una mossa, quantomeno per dar l’impressione di non essere una completa frana.
Sentiva lo sguardo della vice-preside su di lei, ma provò a fingersi indifferente. Provò, esattamente, perché il risultato non cambiò minimamente: l’espressione impaurita era sempre ben stampata sul suo volto pallido.

Esattamente.
Vedo che è stata puntuale. Prego, si accomodi.


Sì, io.. Sì, ho cercato di non far tardi.

Constatazione assolutamente inutile, visto l’ora in cui si era presentata, ma si stava davvero sforzando di dire qualcosa.
Pian piano si sarebbe sciolta e la timidezza mista alla paura sarebbe iniziata a sparire. Lo sperava.

Grazie.

Di fronte all’invito di sedersi sulla poltroncina davanti alla sua scrivania. Provò quindi a scostare la seduta, con la mano sinistra, giusto lo spazio necessario per infilarcisi. Tentò pure di non fare troppo rumore, ma quello, quando si trascina qualcosa sul pavimento, era assolutamente inevitabile.
Si sedette. Le mani poggiate sulle cosce, le gambe unite, la schiena ritta. Fu qualche istante dopo che scorse il cucciolo di lupo albino che la fissava a debita distanza. Un cucciolo, ma sempre di lupo si trattava. Per fortuna, degli animali non aveva mai avuto paura.

Lui è Fire, il mio animale.
Spero non le dia fastidio la sua presenza, solitamente non muovo un passo senza di lui: ma può stare tranquilla, non le si avvicinerà a meno che non sia lei a volerlo.


No, no, assolutamente! Mi piacciono gli animali.
E’ come se fosse la sua guardia del corpo?


Sì, stava riuscendo a dire qualcosa in più. Stava pure riuscendo ad esprimere concetti più articolati, che non si limitassero a singole parole o a monosillabi.
Una fugace occhiata al lupacchiotto, prima di tornare a guardare dritta di fronte a sé, sempre evitando accuratamente gli occhi glaciali di Monique.
La sentì ridere, una risata appena accennata, che comunque ebbe il benevolo effetto di farla sorridere a sua volta. Le cose erano due: o stava cercando di tranquillizzarla, oppure quella era una risata malefica, prima di qualcosa di terribile. Sperava ovviamente nella prima opzione.

Sì, questo piccolo rinfresco è per lei.
E no, non c'è niente di strano, né ha fatto qualcosa di male.
Incuto davvero così tanto terrore?


E’ per me? Grazie! Posso prendere un pasticcino?

Ed anche se la Professoressa aveva specificato che quel mini-banchetto era stato preparato proprio per lei, attese un ulteriore permesso prima di allungare il braccio destro per prendere effettivamente qualcosa. Forse la donna voleva aspettare, un po’ come ai rinfreschi: spesso è apparecchiato, ma si può iniziare a mangiare solo quando lo dicono i padroni di casa.
Poi, manco le avesse letto nel pensiero, le arrivarono le risposte che tanto aspettava: no, non aveva fatto nulla di male. Nessuna punizione nell’aria.

Lo sapevo, lo sapevo! Troppo presto!

E questi pensieri la portarono a mantenersi sorridente ancora qualche istante, soddisfatta da quella rivelazione.

Ehm.. In realtà.. Ho saputo che lei è molto severa.
Quindi sì, incute un po’ di timore..


Risposta sincera, forse troppo, ma lei era sempre stata un tipo piuttosto spontaneo. Non aveva mai avuto un filtro tra il cervello e la bocca, ma la cosa peggiore era che spesso e volentieri manco si rendeva conto che quello che diceva non era troppo diplomatico.

Certo.
Non mi aspettavo mi sarebbe arrivata la lettera da Hogwarts. Cioè, insomma.. Nessuno se lo aspettava! La mia famiglia non sa neppure cosa sia la magia..
Qui è tutto meraviglioso. Il cibo, le stanze, le lezioni.. Le lezioni! Ho visto un Pegaso! Non sapevo esistessero davvero!!


Era bastata la rivelazione che non aveva nulla da temere per sboccarla? Probabilmente sì. Ora che sapeva che poteva stare tranquilla, si sentiva libera di parlare senza remore.
Mancava davvero solo il permesso di avventarsi sui dolcetti.
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Messaggioda Monique » 22/02/2012, 14:16

No, no, assolutamente! Mi piacciono gli animali.
E’ come se fosse la sua guardia del corpo?


Kayleen sembrò sciogliersi un pochino all'arrivo di Fire e questo fece molto piacere a Monique che fece un mezzo sorriso ed annuì leggermente, osservando il proprio lupacchiotto trotterellarle vicino ed accovacciarsi ai suoi piedi con la coda che si muoveva come se stesse scodinzolando.

Una specie, sì.
E' con me da quando è nato, essendo il cucciolo della lupa che mi ha accompagnato nei miei anni ad Hogwarts.


Raccontò la donna con lo sguardo un momento perso nel vuoto prima di scuotersi dai propri pensieri e tornare a fissare la bambina, tranquillizzandola sul fatto che non aveva commesso alcuna infrazione del regolamento e che sì, quel rinfresco era stato organizzato per lei.

E’ per me? Grazie! Posso prendere un pasticcino?

Certo che può.
Non so se preferisce succo di zucca o cioccolata calda, quindi mi sono permessa di presentargliele entrambe.


Rispose Monique, indicando poi i due liquido l'uno vicino all'altro, da un lato il bicchiere col succo color arancione e dell'altro la tazza calda con la cioccolata scura e fumante all'interno.
La sua successiva domanda fu comprendere effettivamente quale fosse il pensiero degli studenti, ed in generale del castello, su di lei, e la risposta della Grifetta fu alquanto eloquente.

Ehm.. In realtà.. Ho saputo che lei è molto severa.
Quindi sì, incute un po’ di timore..


Severa, eh?
Credo che se la sentissero i miei professori di un tempo, come minimo prenderebbe loro un infarto...


Commentò la VicePreside passandosi una mano tra i capelli e concedendosi uno sbuffo divertito: quando era studentessa, quando era la Serpe per eccellenza, se le avessero detto che un giorno sarebbe diventata una persona severa e ligia alle regole con tutta probabilità sarebbe scoppiata a ridere; lei all'epoca odiava le regole ed era sempre pronta ad infrangerle... tutt'altra cosa quindi rispetto alla figura che ora parlava con la bambina, o perlomeno tutt'altra cosa rispetto all'immagine che gli altri avevano di lei.

Certo.
Non mi aspettavo mi sarebbe arrivata la lettera da Hogwarts. Cioè, insomma.. Nessuno se lo aspettava! La mia famiglia non sa neppure cosa sia la magia..
Qui è tutto meraviglioso. Il cibo, le stanze, le lezioni.. Le lezioni! Ho visto un Pegaso! Non sapevo esistessero davvero!!


Immagino sia stata una grandissima sorpresa, nelle famiglie babbane si è spesso convinti che la magia sia solo un'invenzione fantastica per poter sognare un mondo migliore... - convenne Monique, allungando la mano su una tartina al salmone per mangiucchiarla lentamente; sì, non badava molto al miscuglio dolce-salato in quei casi - Ma mi fa piacere notare che l'atmosfera del Castello l'ha presa fin da subito, molti suoi colleghi ci mettono mesi ad abituarsi e ad accettare la loro nuova scuola. Sono molto curiosa di scoprire quale sia il suo talento nella mia materia.

Aggiunse la donna, fissandola per un momento con uno sguardo più penetrante del solito prima di tornare al rinfresco che avevano di fronte, prendendo un altro pasticcino ma passandolo questa volta a Fire che lo divorò di gusto.

Non so se le hanno detto che dirigo anche il coro di Hogwarts, perciò se fosse interessata a farne parte la prego di farmelo sapere: sono sempre alla ricerca di nuovi cantanti e musicisti con cui lavorare.

Disse poi la VicePreside con un sorriso piuttosto amichevole, sperando in cuor suo che la bambina possedesse qualche talento artistico così da poterla inserire nel gruppo: a prescindere dalla risposta, in ogni caso, avrebbe poi studiato nuovamente la Grifetta con interesse, forse perchè era la prima volta che azzardava un colloquio con una studentessa del primo anno.

A che lezioni ha partecipato fino ad ora?
Ha già una materia preferita?
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Monique
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