Provare ad andare d’accordo con
Jorge si stava rivelando un impresa disperata, non che la cosa significasse molto per me, ma, non ero disposta a perdere l’amicizia di Cappie per colpa di quel ragazzino, anche se la tassina a mio avviso era l’unica a trovare lo Spinnato simpatico, mentre io riuscivo a stento a sopportarlo e nemmeno tanto bene, figuriamoci dopo che aveva cercato di buttare del fango su mio padre come avrei reagito, non ero più la bimba pronta a stuzzicarlo per divertirsi un po’, volevo la mia vendetta e la volevo lì su quel campo da gioco, così da un semplice battibecco eravamo passati ad un vero e proprio duello con tanto di bacchette sfoderate.
Decisamente essere pazienti non faceva per me, questo era ovvio, e la cosa non mi preoccupava, io mi sentivo dalla parte della ragione non avevo iniziato io ad offendere, io volevo solo aiutare un bambino in difficoltà e cosa ci avevo guadagnato una marea di insulti rivolti verso di me, la mia casata e la mia famiglia e questo io non potevo permetterlo, niente mi avrebbe impedito di dargli una bella lezione, nemmeno “Miss Tornado Parlante” in persona mi avrebbe impedito di avere la mia rivincita e l’avevo assaporata per bene vedendo il portoghese venire colpito in pieno petto dal mio schiantesimo, avevo avuto l’opportunità di vendicarmi e l’avevo colta al volo proprio come mi aveva detto la mamma prima di partire per la Francia
Ricorda le parole della mamma, bambina mia,
devi prendere al volo ogni occasione che ti verrà offerta
anche quelle che credi non ti serviranno.
Un’occasione persa difficilmente si ripresenterà una seconda volta
Ed io ora stavo seguendo il consiglio della mia mamma alla lettera, avevo l’occasione di vendicarmi del portoghese e l’avevo presa al volo, sia che Cappie fosse stata d’accordo o meno, io avrei avuto la mia rivincita, ero riuscita a schivare l’attacco del portoghese e non prestai molta attenzione al fatto che frignasse nonostante cercasse di negarlo, ormai quel luogo non mi interessavano più
… Forse hai bisogno di occhiali e apparecchio acustico lingua argentata … sempre ammesso che tu sappia che cosa sia … Per sua sfortuna sapevo cosa erano entrambi gli oggetti che aveva menzionato, gli avevo visti per la prima volta durante l’estate a Creta in un villaggio prettamente babbano e li papà mi aveva spiegato cosa servissero gli appar … si quelle cose per sentire meglio che utilizzano i babbani, ma, la cosa che mi faceva morir dal ridere nonostante fossi furiosa ero lo sguardo da “duro” che sfoggiava il portoghese, peccato che a me faceva solo venir voglia di ridere
Che ricordavo essere piccolissimi detestavo più di chiunque altro quel bambino, avevo cercato più volte di essere gentile, ma, tutto mi si era rivolto contro, proprio come quel giorno e mi vennero in mente le parole del nonno
Elisabeth tu sei per metà una Dubois e noi non siamo gentile con nessuno
noi ordiniamo e gli altri eseguono, senza fare storie.
Non perdere tempo ad ottenere il rispetto con la gentilezza,
solo con la forza potrai essere rispettata
In quel momento per la prima volta mi resi conto che il nonno aveva ragione non ci avevo guadagnato niente ad essere gentile, non che mi fossi sforzata più di tanto nell’esserlo e quelle parole che mi erano tornate alla mente così all'improvviso mi spinsero a riflettere, dovevo decisamente cambiare il mio approccio con il mondo
Il ragazzino aveva cercato di canzonarmi con la storia degli occhiali e dell’auricolare ed io avrei usato le sue stesse parole contro di lui, perché dovevo sforzarmi di pensare qualcosa quando avevo tutti gli elementi per ripagarlo con la stessa moneta
E’ un modo bene educato per dirmi che il tuo apparecchio acustico si è rotto? Nessun problema, se vuoi posso aggiustartelo. Dissi sorridendo, ma, quello che avevo dipinto sul viso non era lo stesso sorriso che rivolgevo a Kayleen o Miyabi, il mio ero un sorriso che nel mondo babbano, da dove proveniva il portoghese, avrebbero definito strafottente ed irritante.
La cosa sconcertante era che nonostante tutti gli insegnamenti di mio padre mi stavo comportando proprio come una perfetta ragazzina purosangue orgogliosa e priva di scrupoli, la mamma ed i nonni francesi sarebbero stati orgogliosi della mia performance, ma, papà ed i nonni inglesi ne sarebbero stati delusi, decisamente ero messa male e per una bimba sentire idee così diverse non faceva sicuramente bene.
Feci un mezzo sorriso quando sentii l’incantesimo che il delfino mi aveva scagliato contro, per sua sfortuna l’incantesimo mi aveva mancata e lo presi in giro dicendogli che quell’incantesimo era passato alla storia perché nessuno sarebbe stato in grado di utilizzarlo contro una Serpe, avevo esagerato questo era ovvio, ma, stuzzicare il ragazzino stava cominciando a diventare uno dei miei passatempi preferiti.
Se qualcuno mi avesse chiesto di descrivere cosa stessi provando, non sarei riuscita a trovare le parole per descrivere la soddisfazione che provavo vedendo il ragazzino rimanerci male vedendomi schivare il suo incantesimo, probabilmente pensava che essendo lui un pesce e non un grifone avrebbe funzionato, ma, si era sbagliato e la cosa mi fece molto piacere.
Anche il mio secondo incantesimo non aveva avuto effetti sul bambino e questo non mi importava avevo ancora tempo per diventarmi a spese del Delfino e trasformarmi nel peggiore dei suoi incubi per gli anni avvenire non mi dispiaceva, anche se ero certa di rischiare di perdere l’amicizia di Cappie comportandomi a quel modo.
Non prestavo più nessuna attenzione al mio avversario ed anche la soddisfazione che provavo per avergli fatto assaggiare un po’ dell’ira dei Walker svanì quando comparve davanti a me il nonno che mi rimproverava, ero rimata pietrificata, dopo che mi era apparso davanti dal nulla e forse un po’ ingenuamente credevo davvero che il nonno fosse lì con me, riuscivo persino a sentire il profumo del suo dopobarba
Non mi interessa cosa pensi nonno, io non accetto di venire insultata senza reagire … si sono per metà una Dubois e ne sono orgogliosa urlai furiosa nella mia testa.
Forse era il senso di colpa ad avermi fatto tornare alla mente gli insulti che il nonno aveva rivolto ad un suo collaboratore, la mia coscienza mi stava rimproverando per bene al punto che non capii nemmeno che stavo rivivendo questa volta in prima persona un discorso che mio nonno aveva fatto ad un ragazzo poco più che ventenne durante il suo addestramento e visto che credevo davvero che mi stesse rimproverando abbassai lentamente la bacchetta, che ora giaceva inerte, ero talmente presa dal discorso del nonno che non mi accorsi nemmeno del piccolo bolide blu
che si avvicinava velocemente, non sapevo nemmeno cosa stesse succedendo intorno a me, era stato il mio istinto a guidarmi, impedendo che venissi colpita in pieno, ma, questo non aveva impedito che l’attacco del portoghese andasse a segno
[Resistenza Magica 2 + 8/d20 = 10] .
L’ultima cosa che ricordavo era il viso del nonno che mi rimproverava e dopo mi ero ritrovata in ginocchio, con la spalla sinistra dolorante, lentamente mi alzai in piedi e provai ad aprire e chiudere la mano diverse volte, riuscivo a farlo senza problemi, almeno sapevo di non aver nessun osso rotto anche se la spalla mi faceva molto male ed alzandomi in piedi minacciai il portoghese
Ti farò pentire di avermi incontrata, te l’assicuro Le parole del nonno mi bruciavano dentro più di quelle del Delfino ed inconsciamente stavo riversando tutta la mia frustrazione sul ragazzino, nessuno poteva dirmi offendere la mia famiglia senza che io cercassi di vendicarmi, ma, ora sapevo che ero in grado di poter affrontare un duello e questo per me significava già molto, non che fossi orgogliosa di quello che avevo fatto, ma, sapere di poter affrontare un nemico con la bacchetta era confortante.
Dopo i rimproveri del nonno ed il senso di colpa, venne il turno di papà, lo vedevo sorridente come sempre, forse un po’ deluso, ma, pur sempre sorridente
Angelo mio, segui il tuo cuore,
sei tu che devi decidere se mantenere o meno la promessa che mi hai fatto ....
Vedi piccola mia, le persone che si e ci detestano sono quelle più bisognose del nostro aiuto ...
prova ancora una volta ad offrirgli il tuo aiuto
se poi non lo vorrà almeno potrai dire di averci provato
in realtà nel volto di papà io leggevo quello che provavo in fondo al mio cuore, non ero fiera di quello che avevo fatto era stato un errore ricorrere alla magia contro il portoghese, ma, nonostante i sensi di colpa non riuscivo ad essere veramente dispiaciuta nel vederlo dolorante, quel giorno avevo dimostrato al Delfino e con molta probabilità a tutta Hogwarts, di cosa potevo essere capace ed una spalla dolorante era un effetto secondario che ero disposta a sopportare.
Questa volta niente avrebbe potuto distrarmi e spinta dalla promessa fatta a papà prima della partenza per la scuola o forse perché volevo rimediare a quello che avevo fatto al Delfino, cercai più o meno di essere gentile, cosa che non si sarebbe più ripetuta in futuro
Dovresti appellare qualche indumento sei uno spettacolo indecoroso Ottimo e volevi dimostrarti gentile mi rimproverai da sola, ma, era più forte di me non riuscivo a comportarmi con lo Spinnato come facevo con Miyabi, così provai ancora una volta, andai verso l’uscita dello stadio e presi il mio mantello che ora giaceva a terra, mi voltai verso il Delfino porgendoglielo
Se non sei in grado di appellare niente dal castello, puoi indossare questo … Questa sera lo rivoglio indietro pulito e senza strappi, puoi restituirmelo tramite Cappie o con chi ti pare Ma, visto che non mi andava di aspettare i comodi del Delfino l’appoggia in un cantuccio, sicura che con me presente non l’avrebbe mai preso e poco prima di andarmene gli dissi con lo stesso tono freddo di poco prima
Se vuoi che ti aiuti a rientrare al castello io sono qui fuori … E con queste parole mi incamminai verso l’uscita.