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Bagno Prefetti

Messaggioda Miyabi » 10/11/2011, 21:12

[Venerdì - 17.34]


Si era persa. Eh sì, proprio persa.
Non sapeva nemmeno come avesse fatto, ma si sapeva che lei era sbadata all'inverosimile... e ne aveva combinata un'altra delle sue: ora si guardava intorno, mordendosi il labbro con fare mezzo spaventato.

Shikashi, dono yō ni watashi wa totemo orokadearu ka?
(Ma come ho fatto ad essere così stupida?)

Mormorò Miyabi scuotendo il capo, girando su se stessa per capire dove cavolo fosse finita: l'ambiente sembrava un bagno, con le vetrate colorate ed adornate da una sirena che si muoveva sinuosa, pettinandosi i capelli con fare annoiato; certo, se avesse letto fino alla fine "Storia di Hogwarts" o se avesse avuto almeno un genitore mago che aveva studiato lì avrebbe saputo che quello era il bagno dei Prefetti e che l'accesso agli studenti era proibito... ma tutte quelle informazioni, per Miyabi, erano assolutamente inaccessibili.

Gomen... Anata wa, watashi ga doko o oshiete moraemasu ka?
(Scusa... puoi dirmi dove mi trovo?)

Domandò la giapponesina alla sirena riprodotta sulla vetrata, che si limitò ad esibirsi in una risatina divertita prima di riprendere a pettinarsi i capelli: Miyabi si morse nuovamente il labbro ed abbassò la testa con un piccolo sospiro, chiedendosi come tornare indietro; anche ammesso che fosse uscita da quel bagno per tornare sulle scale, col fatto che esse si muovevano in continuazione, come avrebbe fatto a tornare indietro?

Zan'nen'nagara watashiniha subete ni natte ki...
(Capitano sempre tutte a me...)


Pensò la bambina, alzando la testa di scatto nel sentire un leggero ma distinto rumore di passi in avvicinamento? Qualcuno che stava per entrare forse? In quel caso si sarebbe potuta far accompagnare al proprio dormitorio, però...

Immagine

Soshite karera ga tsukutta koto no tame no watashi o bassuru baai wa, kochira o goran kudasai?
(E se mi puniranno per essermi fatta trovare qui?)


Si chiese Miyabi con un misto di angoscia e timore nel cuore, fissando la porta in attesa.

Spoiler:
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Messaggioda Tisifone » 12/11/2011, 12:17

[Venerdì - 17.34]



Finalmente era giunto il fine settimana e con esso la prospettiva, per Tisifone, di quasi tre giorni pieni di libertà assoluta, lontano dal rumore assordante della Sala Comune e dai mille domande degli studenti. Certo non avrebbe mai negato udienza né aiuto a chiunque si fosse presentato da lei con un qualche problema, ma già il fatto di doverli attendere nel suo ufficio o, più difficilmente, nei suoi alloggi, era un enorme passo avanti rispetto al doverli avere intorno per tutto il giorno.
La donna infatti, ligia ai suoi doveri di Capo Casa e Insegnante, si era imposta una rigida routine durante la settimana, dividendo il suo tempo tra la Torre di Divinazione, l’ufficio e la Sala Comune dei Grifondoro, tornando nei propri alloggi solo la sera dopo il coprifuoco, in modo da poter essere sempre reperibile sia per i suoi studenti che per i suoi Grifi. Anche se, probabilmente, questi ultimi avrebbero preferito di gran lunga che lei fosse meno presente.

Sembri una vecchia strega misogena… Ma quando imparerai a stare in mezzo agli altri esseri umani?

Le chiese beffarda la sua coscienza, a cui la donna rispose con una scrollata di spalle. Anche i suoi padrini glielo rimproveravano sempre ma purtroppo ad oggi non era ancora riuscita a trovare una soluzione decente, forse perché stava troppo bene nel bozzolo che si era creato.

Adesso pensiamo solo a rilassarci un po’.

Mormorò, avviandosi decisa verso il bagno dei Prefetti. Certo avrebbe potuto usare il bagno dei suoi alloggi, ma cosa ci poteva essere di più rilassante che immergersi in un’enorme vasca da bagno piena di schiuma profumata? Nulla appunto.

Hummm… come mai questa è aperta?

Si chiese dubbiosa Tisifone notando come la porta del Bagno dei Prefetti fosse appunta socchiusa invece che chiusa con tanto di parola d’ordine come avrebbe dovuto essere. Accigliata, pensò di fare un incantesimo per vedere quale dei prefetti avesse utilizzato per l’ultimo la stanza e fargli una ramanzina con i fiocchi, ma non fece in tempo a tirare fuori la bacchetta che da dentro sentì un mormorio e un accenno di risata. Quindi l’incuria non era nell’essersi dimentichi di chiudere andando via, ma entrando.

Peggio per loro. Invece che una ramanzina si beccheranno una bella punizione.

Decise la donna, spalancando la porta e entrando nella stanza a passo di marcia, cipiglio irato sul viso, le braccia incrociate all’altezza del petto.

Di qualunque Casata tu sia il Prefetto, sei nei guai.

Esclamò con aria resa ancora minacciosa dall’inusuale abito che indossava, nero, lungo, senza un accenno di colore né di ammennicoli tintinnanti.

Signorina Stevens… cosa ci fa lei qui?

Aggiunse subito dopo, con un tono di voce leggermente meno minaccioso e autoritario, trovandosi di fronte una Miyabiatterrita e spaesata invece che due Prefetti intenti a gozzovigliare. Anche i lineamenti del viso di ammorbidirono un pochino, giusto per cercare di non terrorizzare troppo la piccola Grifoncina.
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Messaggioda Miyabi » 12/11/2011, 16:42

I passi si facevano sempre più vicini e, a specchio, lei diventava sempre più piccola, tanto che probabilmente se solo avesse potuto usare la forza del pensiero sarebbe diventata di sicuro invisibile: sfortunatamente per Miyabi, la sua figura per quanto piccola e minuta era ben visibile agli occhi di colei che era appena entrata all'interno del bagno.

Di qualunque Casata tu sia il Prefetto, sei nei guai.

La voce minacciosa e severa della professoressa Samyliak la fece trasalire e rabbrividire al tempo stesso: oh, addirittura la propria Caposcuola aveva dovuto incontrare, così non solo si sarebbe beccata una punizione, ma in aggiunta anche l'umiliazione di deludere la propria capo Casata... non sarebbe potuto andare peggio di così.

Signorina Stevens… cosa ci fa lei qui?

Ecco, appunto. Miyabi si avvicinò a lei e le fece un piccolo inchino tremante, mordicchiandosi il labbro con espressione sinceramente contrita e dispiaciuta: le avrebbe detto la verità e poco importava se fosse passata per stupida agli occhi di Tisifone, almeno la donna avrebbe saputo che non era finita lì intenzionalmente.

Kon'ich-- ... cioè, buon pomeriggio Samiliak-Sensei.

Iniziò la giapponesina, salutandola con rispetto ed educazione come la sua educazione le imponeva: si passò nervosa una mano tra i capelli e poi riprese a parlare con quella vocina bassa bassa, tanto che probabilmente Tisifone si sarebbe dovuta avvicinare un pochino per riuscire ad ascoltarla.

Io... so che non dovrei essere qui. Mi sono... mi sono p-persa per il castello e sono finita qui... la porta era aperta, e così sono entrata, ma non volevo fare nulla di male... davvero...

Proseguì, abbassando lo sguardo con gli occhi che le si riempivano di lacrime: fragile, sicuramente, ma anche timida ed imbarazzata, e niente di tutto ciò giocava a suo favore... anzi.

Ho provato a chiedere a lei... - continuò la bambina, indicando la sirena presente sulla vetrata che si esibì in un altro dei suoi risolini divertiti - ... ma non mi ha dato risposta, e... e non sapevo come tornare indietro.

Ancora un piccolo sospiro con gli occhi fissi a terra, la prima lacrima che le solcava il viso per la convinzione di aver deluso la propria Capocasa ed insegnante.

La prego, non punisca tutta la Casata per un mio errore. Sono disposta a fare tutto ma per favore... per favore, non tolga punti ai Grifondoro...

La pregò, alzando gli occhi sulla donna per fissarla dritta nei suoi, senza vergognarsi delle proprie lacrime in quel momento perchè voleva solo che nessuno dovesse pagare per un errore commesso da lei.
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Messaggioda Tisifone » 13/11/2011, 11:49

Non mi ci abituerò mai.

Pensò Tisifone, guardando con una sorta di rassegnazione Miyabirivolgerle un piccolo inchino. Sapeva, dai suoi viaggi, che quello era il modo in cui in Giappone gli studenti erano soliti rivolgersi ai Professori e, in generale, alle persone più grandi di loro, ma ogni volta che la giovane Grifa si esibiva in quell’eccesso di educazione e rispetto la donna non poteva fare altro che rimanerne infastidita. Dal suo punto di vista, quel gesto alla fine non rifletteva un reale rispetto nei confronti dell’altro ma un semplice gesto automatico, visto che andava fatto indistintamente nei confronti di tutti. Inutile dire che Tisifone preferiva di gran lunga il modo di fare degli occidentali, che ti permetteva di comprendere immediatamente i reali sentimenti che le persone nutrivano gli uni per gli altri, indipendentemente da quanto cercassero di dissimularli.

Almeno lei sembra sincera. Un piccolo pettirosso sperduto e spaventato.

Si disse, osservando con attenzione la mimica del suo viso e i suoi gesti al di là dell’inchino formale che le aveva rivolto. Fortunatamente, dato che la ragazzina apparteneva alla sua Casata, aveva avuto il tempo di studiarla per bene ed era in parte riuscita a capirla un po’ e non invidiava per nulla i suoi colleghi che, vedendola solo a lezione, si trovavano ad avere a che fare con lei.


Kon'ich-- ... cioè, buon pomeriggio Samiliak-Sensei.


Buon pomeriggio a lei, Signorina Stevens. Sono sicura che lei abbia un’ottima spiegazione per il fatto di essere qui. Basta che non abbia a che fare con la curiosità nata dopo aver letto “Storia di Hogwarts”.


Rispose, con un cenno del capo e un leggero sorriso, disperando però che la giovane comprendesse l’ironia insita nella sua voce e nelle sue parole, ironia questa che in teoria doveva solo servire a distendere un po’ l’aria. E infatti l’effetto non fu quello desiderato, visto il sussurro con cui la ragazzina rispose e che costrinse la donna a fare alcuni passi per poterne coglierne il senso.

Spero proprio che si integri in fretta e che i suoi compagni di scuola e di dormitorio le insegnino al più presto almeno un po’ di cultura occidentale.


Io... so che non dovrei essere qui. Mi sono... mi sono p-persa per il castello e sono finita qui... la porta era aperta, e così sono entrata, ma non volevo fare nulla di male... davvero...


Temendo che se l’avesse interrotta Miyabi non avrebbe più aperto bocca, Tisifone annuì in silenzio, constatando come la sua prima intuizione fosse corretta: in giro per il Castello c’erano uno o due Prefetti a cui spettava una bella ramanzina.

Ho provato a chiedere a lei... ma non mi ha dato risposta, e... e non sapevo come tornare indietro.

Voltando la testa nella direzione indicata dalla bambina, Tisifone vide una delle sirene ritratte sulla vetrata che ridacchiava e continuava ad accarezzarsi i capelli.

Per fortuna non hai incontrato Mirtilla Malcontenta. Se no a quest’ora chissà in quale bagno in disuso di Hogwarts ti saresti trovata.

Esclamò ad alta voce, quasi senza rendersene conto. Ma ormai il danno, per così dire era fatto, così la donna decise di continuare la sua piccola spiegazione.

Non tutto ciò che è animato, quadri, fantasmi, armature, sono ben disposti nei confronti dei, per così dire, vivi. Anzi alcuni sono così dispettosi che fingono di volerti aiutare e invece di mettono ancora più nei guai.

E il suo pensiero volò immediatamente a Pixie.

Se ti perdi chiedi consiglio ai fantasmi delle varie Casate, solo loro hanno la saggezza e il buon cuore di non danneggiare gli studenti, oppure torna verso le scale, qualcuno di vivo che passa lo trovi di sicuro.

Aggiunse, sperando che la ragazzina non incappi in uno studente di Serpeverde.

La prego, non punisca tutta la Casata per un mio errore. Sono disposta a fare tutto ma per favore... per favore, non tolga punti ai Grifondoro...

Se la porta era aperta tu non hai fatto nulla di male. Certo sei entrata in un posto riservato ai soli Prefetti, ma l’hai fatto in buona fede e non posso certo punirti perché non hai un buon senso dell’orientamento. Dopotutto sono molti i primini nelle tue stesse condizioni.

Affermò, con l’intento di far sentire un pochino normale la ragazzina, per poi far apparire un fazzoletto e porlo a Miyabi. Vedere quegli occhi lucidi di lacrime non le faceva tenerezza ma solo un leggero fastidio, oltre a spingerla a chiedersi come mai il Cappello Parlante avesse deciso di smistarla a Grifondoro. Vedendola in quel momento sembrava tanto una tassetta spaurita.

Mi vuoi dire dove volevi andare?

Le chiese quindi, con il tono più tranquillizzante che avesse nel suo repertorio.
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Messaggioda Miyabi » 13/11/2011, 15:32

La professoressa Samyliak, a prima vista, incuteva un certo... timore. Aveva come un'aura fredda ed impenetrabile che l'avvolgeva e questo le fece subito pensare al professor Vastnor che aveva per caso incrociato in giardino qualche tempo prima: i due si somigliavano caratterialmente almeno da quel punto di vista, tanto che Miyabi si chiese se uno dei requisiti per diventare insegnante non fosse proprio quela severità che traspariva solo dalla semplice presenza.

Per fortuna non hai incontrato Mirtilla Malcontenta. Se no a quest’ora chissà in quale bagno in disuso di Hogwarts ti saresti trovata.

Disse Tisifone, facendo aggrottare la fronte a Miyabi che, onestamente, non aveva capito molto bene cosa la donna intendesse dire: fortunatamente la professoressa non le diede il tempo di fare domande, procedendo subito con la spiegazione.

Non tutto ciò che è animato, quadri, fantasmi, armature, sono ben disposti nei confronti dei, per così dire, vivi. Anzi alcuni sono così dispettosi che fingono di volerti aiutare e invece di mettono ancora più nei guai.
Se ti perdi chiedi consiglio ai fantasmi delle varie Casate, solo loro hanno la saggezza e il buon cuore di non danneggiare gli studenti, oppure torna verso le scale, qualcuno di vivo che passa lo trovi di sicuro.


Ho... ho capito Samyliak-Sensei. Cercherò di non ascoltare più i fantasmi o... figure come quelle.

Mormorò la bambina, indicando con un piccolo cenno della mano la sirena che continuava imperterrita il suo lavoro di spazzolamento dei capelli con un piccolo broncio: ma perchè non darle una mano, visto che era stata gentile e rispettosa nel fare domande? Certe cose ancora proprio non le concepiva. Ma adesso la cosa importante era convincere la donna a non punire tutta la Casata, obiettivo che fortunatamente non sembrava manco troppo difficile da raggiungere.

Se la porta era aperta tu non hai fatto nulla di male. Certo sei entrata in un posto riservato ai soli Prefetti, ma l’hai fatto in buona fede e non posso certo punirti perché non hai un buon senso dell’orientamento. Dopotutto sono molti i primini nelle tue stesse condizioni.

Rispose l'insegnante facendo fare a Miyabi un mentale sospiro di sollievo mentre prendeva il fazzoletto che la donna le porgeva e la ringraziava con un mezzo sussurro per poi asciugarsi lievemente le lacrime e restituirlo all'altra con un ulteriore inchino di ringraziamento.

Arigatou Sensei.
Non avrei mai voluto che la Casata pagasse per la mia incapacità ad orientarmi.


Mormorò la bambina con aria di gratitudine, facendo anche un piccolo sorriso verso l'insegnante ora molto più sereno e leggero: in fondo la donna non era cattiva... severa, molto, ma di sicuro non cattiva.

Mi vuoi dire dove volevi andare?

Io... volevo andare in biblioteca, ma devo aver sbagliato rampa di scale... volevo documentarmi su Hermione Granger, perchè... beh, perchè un mio amico la adora e volevo saperne di più su di lei.

Rispose, arrossendo sulle guance in modo vistoso: si morse appena il labbro e poi fece un piccolo sorriso imbarazzato, mentre il pensiero volava all'unica persona che la definiva una Principessa.
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Messaggioda Tisifone » 13/11/2011, 22:46

Ho... ho capito Samyliak-Sensei. Cercherò di non ascoltare più i fantasmi o... figure come quelle.


A quella sorta di promessa, Tisifone si limitò ad annuire, sicura che Miyabiavrebbe fatto di tutto pur di mantenere quella sorta di promessa che le aveva fatto. Almeno qualcosa di buono ce l’aveva il sistema di educazione giapponese: gli studenti tendevano a seguire ciecamente le indicazioni degli Insegnanti.

Arigatou Sensei.
Non avrei mai voluto che la Casata pagasse per la mia incapacità ad orientarmi.


E’ dolce quanto timida.

Pensò Tisifone, avvertendo una strana fitta all’altezza del cuore quando la ragazzina la ringraziò con un sorriso piccolo ma sincero. La cosa la turbò leggermente, soprattutto perchè, nonostante l’età non particolarmente giovane, non aveva mai avuto uno spiccato senso materno.

Io... volevo andare in biblioteca, ma devo aver sbagliato rampa di scale...

Biblioteca? Bè hai sbagliato di poco. Questo è il quarto piano mentre la Biblioteca è al terzo. Probabilmente i vari giri che fanno le scale ti hanno fatto perdere il conto.

Rispose quindi, cercando di minimizzare la cosa e riflettendo se fosse il caso o meno di consigliare alla Vice Preside di distribuire ai primini delle mappe che li aiuti ad orientarsi per il Castello.

...volevo documentarmi su Hermione Granger, perchè... beh, perchè un mio amico la adora e volevo saperne di più su di lei.

Hermione Granger?

Ripetè la donna, senza riuscire a dissimulare il suo stupore. A sua memoria quella doveva essere la prima e unica persona vivente nel Mondo Magico a non sapere chi fosse la Granger e con molte probabilità non aveva mai sentito parlare neanche del Trio delle Meraviglie, di Harry Potter o della Battaglia di Hogwarts.

Chissà se almeno sa chi è Voldemort…

Si chiese sconsolata la donna, trattenendosi a fatica dal lanciare alla ragazza uno sguardo di biasimo e non invidiando di nulla il Professore di Storia della Magia.

Bè allora ti converrà leggere la versione aggiornata di “Storie di Hogwarts” e poi setacciare il reparto di Storia della Magia.

Si limitò quindi a dire, chiedendosi di sfuggita chi fosse questo ragazzo così importante da spingere la giapponesina a studiare la storia della Granger.

Forse è meglio se ti accompagno. Ma prima devo fare una cosa.

Propose la donna, estraendo la bacchetta e puntandola contro la porta del bagno dei Prefetti. Subito dopo che Tisifone eseguì l’incantesimo non verbale, la porta fu avvolta da una nube nera da cui uscì un enorme drago che volò loro incontro, a fauci aperte.
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Messaggioda Miyabi » 14/11/2011, 0:22

Immaginavo di aver sbagliato rampa, ma queste scale cambiano così velocemente che poi non sapevo più tornare indietro... che stupidina.

Commentò Miyabi a bassa voce, scuotendo il capo con aria contrita e dispiaciuta, ma anche irritata con se stessa per essersi persa ed aver dovuto comunque disturbare Tisifone che, altrimenti, avrebbe semplicemente potuto chiudere la porta del Bagno dei Prefetti ed andarsene per la propria strada.

Dōsa suru yō ni watashi no betsu no sokumen....
(Un'altro aspetto di me su cui lavorare...)


Si disse la bambina, con tanta voglia di migliorare per se stessa principalmente, ma anche per gli altri: sapeva di essere solo all'inizio del proprio percorso, e le cose su cui lavorare sembravano aumentare ogni giorno di più.

Hermione Granger?

H-hai... vede Samyliak-Sensei, io sono babbana di nascita, non avevo mai sentito parlare di Hogwarts o della magia prima di arrivare qui, e non ho avuto troppo tempo per informarmi... perciò adesso devo proprio recuperare.

Spiegò Miyabi alla donna, accompagnando quelle parole con un cenno di assenso del capo: i suoi occhi brillavano ora per la determinazione di voler studiare ed apprendere, sicuramente perché così avrebbe potuto comprendere di più parte del pensiero di Ethan, ed in parte perché... beh, voleva smetterla di non sapere neanche da che parte fosse girata.

Bè allora ti converrà leggere la versione aggiornata di “Storia di Hogwarts” e poi setacciare il reparto di Storia della Magia.

Ha ragione Sensei, difatti avevo iniziato a leggere la storia di Hogwarts ed oggi stavo appunto tornando in biblioteca per proseguire con la lettura...

Disse la bambina annuendo ancora più vigorosamente: Tisifone le sembrava ora meno inquietante, o forse era lei che, ogni secondo in più passato lì dentro, lasciava spazio alla parte occidentale di sé, rimasta sopita per anni.

Forse è meglio se ti accompagno. Ma prima devo fare una cosa.

Ah?

La bambina spalancò gli occhioni con aria curiosa, fissando i movimenti dell'insegnante che forse stava tentando di chiudere con un incantesimo la porta del Bagno: la bocca della giapponesina si lasciò però scappare un mezzo urlo e i suoi occhi si chiusero quando dal nulla un drago le volò addosso.

Are!
(Ma che cav--!!)

Miyabi si fece piccola piccola su se stessa, terrorizzata: se e quando il drago fosse scomparso, allora avrebbe alzato gli occhi sulla propria insegnante come a chiederle spiegazioni per quel mezzo infarto che si era appena presa.
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Messaggioda Tisifone » 14/11/2011, 14:19

Che Miyabifosse una nata babbana era ormai del tutto chiaro a Tisifone e non solo perché la ragazza non conosceva Hermione Granger, ma proprio per il suo modo di muoversi all’interno del Castello e più in generale per il Mondo Magico. Non poteva dimenticare, la donna, lo sguardo impaurito della bambina quando sul treno, di fronte al salto fatto dalla cioccorana di un compagno di viaggio sul treno che li aveva portati a Hogwarts.

Anche Hermione Granger era una nata babbana e ha fatto cose mirabolanti, grazie soprattutto alla sua enorme sete di sapere.

Commentò quindi la donna, in un certo senso alimentando quel desiderio di conoscenza che la ragazzina aveva appena espresso, prima di voltarle le spalle ed eseguire un piccolo incanto di rivelazione sulla porta del Bagno dei Prefetti.

Chjort![Diavolo!]

Imprecò la donna quando dalla nube nera uscì un drago a fauci spalancate, il volto indurito in una espressione di rabbia e delusione, le mani stese lungo i fianchi strette a pugno. Una parte di lei avrebbe quasi preferito veder apparire un Grifone, ci sarebbe rimasta meno male.

Ma quanto è cambiata la Casata in tutti questi anni?

Si chiese Tisifone, dimenticandosi per un attimo della presenza di Miyabi tanto che alla sua di esclamazione di timore per poco non sussultò, voltandosi indietro con la bacchetta ancora stretta in mano.

Are!
(Ma che cav--!!)


Vedere la piccolina rannicchiata su se stessa, visibilmente terrorizzata, invece di intenerire la donna, la fece snervare ancora di più.

Come è possibile aver paura di una nuvola inconsistente?

Pensò stizzita, meravigliandosi lei per prima di come la vicinanza con la giapponesina scatenasse in lei una serie di sentimenti altamente contrastanti tra di loro. Fatto un profondo respiro, Tisifone fece sparire sia il drago che la sua bacchetta, per poi avvicinarsi lentamente alla ragazzina e posarle le mani sulle spalle in un gesto leggero, finalizzato più che a scuoterla a tranquillizzarla.

Signorina Stevens non c’è nulla di cui aver paura. Il drago è fatto di fumo, non può farle alcun male, oltre al fatto che è già sparito. Tra un paio di anni anche lei sarà in grado di compiere tale sortilegio e sono sicura che le verrà da sorridere al ricordo dello spavento che si è presa oggi.

Affermò con sicurezza, un sorriso tirato in volto che non coinvolgeva i suoi occhi, duri e irati per la visione di poco prima.

Comunque qui non abbiamo più nulla da fare, né lei né io. Quindi possiamo andare in Biblioteca dove lei potrà riprendere le sue ricerche.

E così dicendo spinse delicatamente la ragazzina fuori dal Bagno e la accompagnò in Biblioteca, cercando di indicarle dei punti di riferimento tra le migliaia di quadri appesi alle pareti, per non perdersi mai più.


[Role Finita]
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Messaggioda Aryanne » 15/11/2011, 16:34

[Martedì - ore 00.27]


D'accordo, era altamente sleale: ma si erano promessi di giocare, no? E lei stava semplicemente seguendo le regole di quel gioco; magari a modo suo, ma erano sempre regole.
Insomma, si erano promessi di farsi morire vicendevolmente, no? Solo che da quel pomeriggio al lago non avevano più combinato niente: per carità, le loro solite battutine non mancavano mai, però... però mica era la stessa cosa. Dopo quel bacio, la voglia di averlo era aumentata in Arianna - e sperava ardentemente che lui provasse le stesse cose - tanto da spingerla là dove prima non avrebbe mai osato arrivare.

E' la prima volta che sono così nervosa ed è tutta colpa tua, f*****o!

Pensò la ragazza mentre percorreva i corridoi che l'avrebbero portata al Bagno dei Prefetti: sì, questa volta era meglio ricordarsi di chiuderlo a chiave, o una punizione coi fiocchi dalla Samyliak o magari dalla Preside stessa non gliel'avrebbe tolta nessuno. Camminava senza fretta, sicura che l'avrebbe trovato lì, nel luogo nel quale l'aveva visto entrare circa una mezz'oretta prima: stava finendo il suo giro di ronda per i corridoi della scuola la bella Prefetta, quando aveva notato una figura muoversi per quello stesso corridoio nel quale ora si stava dirigendo; curiosa, aveva seguito quella figura fino al Bagno, scoprendo mentre lui apriva la porta che il Prefetto notturno in cerca di relax altri non era che Typhon.
Quale miglior occasione, si era detta, per provocarlo un pochino? Per questo era tornata velocemente in camera, e si era preparata adeguatamente per la nottata: i capelli, grazie all'anello "Metamorfosis", erano castani quella sera, lunghi fino alle spalle e leggermente mossi, e ad essi Arianna aveva deciso di abbinare un costume a due pezzi, un bel bikini di colore giallo sole.


Immagine


Perfetta... e adesso fingi che non t'importi nulla di vedermi così...

Si disse Arianna, lanciandosi un sorriso soddisfatto allo specchio prima di mettersi addosso una vestaglia bianca, indossare delle ciabattine coordinate ed uscire dalla sua sala comune in direzione del Bagno, al quale arrivò una decina di minuti dopo: posò la mano sul pomello e lo girò spingendo l'uscio in avanti, così da entrare nel Bagno dei Prefetti.

C'è nessuno?

Domandò, fingendo di non sapere che Typhon fosse già nel luogo e spogliandosi intanto della vestaglia e delle ciabattine, così da rimanere solo col costume da bagno.

E ora... sbava...
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Messaggioda Typhon » 15/11/2011, 22:42

Dopo una giornata appresso a primini rompiscatole, punizioni, file su file, revisioni delle stanze, problemi tecnici, informative con la Capo Scuola e per concludere, un bel battibecco con uno del settimo che si sentiva più grande di lui al quale aveva dovuto chiudere la bocca nel club interno con un paio di schiantesimi, l'olandese non ce la faceva proprio a rientrare nel suo dormitorio per riposare normalmente.
Si doveva sfogare, ne aveva bisogno e per quanto uno dei suoi sfoghi preferiti si trovasse proprio nella stanza di fronte alla sua, sapeva bene che dopo gli ultimi accadimenti era meglio dosare le vicinanze con quella peste per i suoi ormoni, anche perchè da quando era iniziata la scuola non aveva notato nessun'altra in giro degna così di nota da distrarlo almeno con i bollenti spiriti. Gran bella sfiga a detta sua che proprio per quello, pur avendola come collega non è che ci stava poi così tanto a contatto.

E qualcosa mi dice che di sicuro se ne è anche accorta... ma fa niente, che me ne frega in fondo?

Così, in sostanza, per trovare ugualmente un modo valido di risoluzione allo stress e al nervosismo decise che l'idea migliore sarebbe potuta essere un bel allenamento al bagno seguito da un'immersione nell'acqua calda, rilassante e quanto mai risanante per le ossa e per i muscoli.
Era da molto che non faceva un po' di attività fisica, ed infatti sentiva che si stava infiacchendo, doveva riprendere il ritmo e darsi una mossa altrimenti già dalle prime partite di Quidditch la differenza si sarebbe notata in qualche modo e sia mai che Arianna potesse risultare più prestante di lui nel ruolo che l'aveva visto come titolare fin dal terzo anno.

Eh no, superato da faccia d'angelo a gambe larghe proprio no!

Un altro dei solito nomi con il quale era solito chiamarla, con dolcezza e affetto ovviamente.
Asciugamano, sapone da bagno con effetto "millebolle", solitudine più assoluta ed orario tardo per evitare che venisse nessuno a rompere i beneamati, insomma, tutto perfettamente in equilibrio per donargli una nottata assolutamente per se all'insegna del relax, peccato che non sapeva affatto che qualcun altro aveva avuto modo di spiarlo e trovare la maniera per entrare nel suo angolo di paradiso e trasformarlo in un inferno.
Ty entrò nel bagno, facendo attenzione a chiudere la porta, appoggiò poi l'asciugamano sopra un armadietto e inserì all'interno della grande vasca idromassaggio al centro della stanza il sapone profumato, lasciando che intanto cominciasse a riempirsi.

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Fatto ciò, si avvicino all'asta di ferro che di solito era utilizzata per reggere gli accappatoi alti e la osservò attentamente. Era da almeno due anni che la utilizzava in un modo un po' alternativo, difatti ci faceva su le trazioni per i dorsali, di certo allo scuro di tutti. Non che fosse una cosa vietata o fuori legge ma di certo strana per chiunque, ma lui si sentiva bene sapendo di fare un bel po' di attività fisica ogni tanto quindi, decise che quella notte era pronto per battezzare di nuovo dopo l'estate quel pezzo di metallo che lo avrebbe aiutato a rimettersi un po' in forma per almeno venti minuti buoni.
Si posizionò davanti ad essa e la afferrò saldamente con le mani cominciando a tirarsi su con il busto, facendo di seguito una quarantina di trazioni a velocità lenta e calcolata assieme al respiro, per la serie, meglio di così non poteva andare visto che nel frattempo la vasca si stava riempiendo lentamente e si faceva abbastanza schiumosa senza esagerare.
Con se portava un calzoncino a boxer utilizzabile sia da allenamento che come costume, di colore nero a strisce bianche e sopra ovviamente aveva tolto la canottiera nera rimanendo a petto nudo.
Stava raggiungendo la trentacinquesima trazione quando di improvviso, un suono fastidioso, un rumore ancora più fastidioso ed una voce... una voce insopportabile si fecero presenti in quel luogo e così Typhon Seal rimase fisso, in tensione muscolare a fissare l'ingresso dal quale era appena entrata l'ultima persona che avrebbe voluto vedere e non certo per motivi personali, ma per motivi ormonali...

C'è nessuno?

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... Lei... quella faccia... lo sapeva benissimo che c'era qualcuno...

Finalmente Ary si pose a poca distanza da lui, incrociandone lo sguardo e fu allora, solo allora che ella potè chiaramente notare gli occhi del ragazzo percorrere tutto il suo corpo dalla testa ai piedi, con un'evidente movimento di deglutizione lento e inesorabilmente simbolo di eccitazione pura per quello che stava vedendo.
Inspirò profondamente, doveva calmarsi e contenere tutti gli spiriti selvaggi che gli consigliavano tanti modi e pratiche per violentarla sul momento e si limitò a fare pressione sui tricipiti per tornare a terra, a distanza di circa tre metri da lei.

Cosa non ti farei... Merlino che corpo...

I suoi occhi adesso si trovavano fissi nei suoi, e l'espressione era assolutamente poco amichevole, ma probabilmente questo per lei sarebbe stato soltanto motivo di godimento e piacere e quindi non gliela poteva dar vinta così.
I muscoli del petto ancora tesi e i pugni chiusi con qualche piccolo callo formatosi per via della forte presa sull'asta di ferro, i capelli un po' arruffati di quel biondo ossigenato che nascondeva sotto qualche ciocca nero pece, esattamente come gli occhi suoi che lentamente rilassarono la presa su quelli di lei e cercarono nei limiti del possibile di ritornare ancora tranquilli e pacati, come al solito, per farle capire che il suo punto l'aveva fatto in pieno, su ogni fronte, ma non ne avrebbe fatti ulteriori, non di fila, almeno.

A quanto pare si, ci sono io, rompic*******... Un bel bagno purificante dopo aver, chessò, tolto la verginità ad un primino? Non mi meraviglierei...

Detto questo, con un sorriso finto, divertito e un po' scocciato, incrociò le braccia al petto ancora gonfio e riprese semplicemente a guardarla, per poi aggirarle intorno ed andare verso la vasca per chinarsi di poco e sentire con la mano se l'acqua non fosse troppo calda e difatti la temperatura era perfetta, già, e probabilmente lo sarebbe stata anche per lei visto che ci scommetteva quanto possibile che avrebbe voluto mettersi lì dentro con lui.
Voltò il capo per darle ancora quel minimo di attenzione alla risposta acida che di certo avrebbe tirato fuori in contrasto, incontrando per sua enorme sfortuna del basso ventre, la visione del fondoschiena di Arianna, fasciato appena da quel costume a perizoma dannato esattamente come lei.

Sta volta mi son dato la zappata sui piedi da solo, anzi, da qualche altra parte, mannaggia a me e quando le do' anche attenzione, f******!
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