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Ufficio VicePreside

Messaggioda Monique » 17/06/2012, 22:51

Non ha una buona opinione della sua famiglia.

Perché, lei ce l'ha?

Domandò di rimando Monique con uno sbuffo sarcastico: per quanto la riguardava le uniche persone che potevano avere una buona opinione di Nicholas, forse, erano i suoi tirapiedi; e probabilmente anche in quel caso l'avevano solo per paura e timore di finire male se solo il loro capo avesse scoperto che non gli baciavano abbastanza il fondoschiena.
In ogni caso, aveva poca importanza quale fosse l'opinione che i due avevano di Vireau Senior, l'argomento principale era un altro e Monique aveva giocato la sua carta, rischiando parecchio certo ma dimostrando così forse all'altro che teneva davvero a Tisifone e che non era uguale al padre.

Credo che sia prematuro chiederle di prendere del Veritaserum…

E io che pensavo avrebbe colto la palla al balzo... è già qualcosa.

Si disse la donna, annuendo appena ma non scostando la boccetta dalla sua posizione, come a fargli comprendere che il suo non era stato un bel gesto "eroico" azzardato e che una volta lanciato il sasso ora avrebbe nascosto la mano... no, il Veritaserum sarebbe rimasto lì, a monito della promessa di Monique di voler agire concretamente per il meglio.

Forse è il caso di ricominciare da capo…

Monique osservò i suoi movimenti con fare attento, chiedendosi cosa l'uomo volesse dire con quelle parole: lo vide evocare due bicchieri d'acqua ed annuì appena a quel gesto; in effetti lei per prima era ancora provata da ciò che era successo alla Foresta Proibita, anche se certo questo l'uomo non lo poteva sapere.

Non so a lei, ma io credo di averne bisogno.

Allungò la mano e prese il bicchiere di destra, avvicinandoselo alle labbra nel mentre lo studiava con circospezione: incolore, inodore, apparentemente il liquido all'interno del bicchiere sembrava essere semplicemente...

E non si preoccupi è solo acqua.

Appunto.

Anche perché ci sono tanti altri modi in cui potrebbe farmi del male, no?

Un mezzo sorriso accompagnò quelle parole, un velo di sarcasmo che però non voleva essere di scherno quanto piuttosto di amara consapevolezza: già solo bevendo il Veritaserum l'uomo avrebbe potuto farle domande scomode che le avrebbero rovinato la vita, quindi non doveva nemmeno usare troppo la fantasia per distruggerla.

Ora potrei cortesemente conoscere il suo nome?

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Messaggioda Asher » 18/06/2012, 13:26

Perché, lei ce l'ha?

Risposta sarcastica ma sensata quella della VicePreside che però lasciò Demetri, per così dire, a bocca asciutta, non dandogli alcuna informazione aggiuntiva su Nicholas. Non che avesse nutrito serie speranze in proposito. La proposta successiva della donna di prendere il Veritaserum per dimostrargli la propria buona fede e l’essere diversa dal resto della sua famiglia tentò non poco il pozionista che, suo malgrado, si trovò costretto a rifiutare per diversi motivi: visto il soggetto delle domande che avrebbe volute porle avrebbe dovuto Oblivarla dopo e sarebbe stato troppo rischioso, per non parlare del fatto che Tissy non glielo avrebbe perdonato mai. Il suo rifiuto, però, poteva anche portargli dei vantaggi, tipo spingere Monique a abbassare la guardia in sua presenza, se non proprio a fidarsi, dandogli così la possibilità di somministrarle in maniera sicura la sua di pozione.

Donna… non mi tentare…

Imprecò tra sé Demetri quando la VicePreside, invece di riporre l’ampolla con il siero della verità la lasciò sulla scrivania in bella mostra, mettendo a dura prova il suo autocontrollo. Inutile dire che l’uomo non lesse nulla di eroico o di positivo in quell’ostentare la boccetta sotto i suoi occhi nonostante si fosse rifiutato di fargliela bere. Per distrarre se stesso e saggiare la diffidenza della ragazza nei proprio confronti, Demetri evocò due bicchieri d’acqua, li corresse di nascosto entrambi con la sua pozione Tracciante e poi li lasciò lì sulla scrivania, attendendo che l’altra decidesse cosa fare.

Almeno non è totalmente sprovveduta.

Commentò tra sé quando Monique annusò prima il bicchiere, ostentando calma e totale disinteresse nei confronti di quello che la ragazza faceva con il bicchiere, portandosi il suo alle labbra. Era certo che nessuno, nemmeno quella donna sorprendente che aveva incontrato in Infermeria, sarebbe mai riuscito a individuare tracce della sua pozione nel bicchiere d’acqua semplicemente in quanto incolore, insapore e inodore e soprattutto le sue molecole si combinava con quelle dell’acqua mescolandosi a esse in maniera del tutto naturale. Di sicuro una delle sue migliori invenzioni.

Anche perché ci sono tanti altri modi in cui potrebbe farmi del male, no?

E nessuno richiederebbe l’ausilio della bacchetta.

Esiste un qualche motivo per cui dovrei volerle fare del male?

Il primo fu solo un pensiero, il secondo invece una domanda espressa con voce perplessa e un tantino preoccupata, come se fosse stato preso in contropiede e accusato di qualche crimine orrendo pur essendo innocente. La capacità di recitazione di Demetri non aveva nulla da invidiare a un attore babbano.

Nostra!

Esultò tra sé non appena Monique bevve il primo sorso di acqua, pensando a quanti favori avrebbe potuto chiedere in cambio di quel piccolo regalo inaspettato a Tyslion. Ma quella piccola vittoria necessitava un prezzo da pagare che la donna volle esigere subito.

Ora potrei cortesemente conoscere il suo nome?

Demetri… - Sibilò a denti stretti, non nascondendo che le stava facendo quella concessione a malincuore. – Ma le sarei grato se non dicesse a nessuno di questa mia visita improvvisa. – Aggiunse, bevendo un sorso d’acqua e rigirandosi il bicchiere tra le mani con fare pensieroso – Mi rendo conto che probabilmente la cosa verrà fuori con Tisifone – e sollevò gli occhi per guardarla in viso come a volerle dire che sapeva perfettamente che glielo avrebbe detto e non voleva metterla nelle condizioni di dover nascondere qualcosa alla cugina, non ora che i loro rapporti erano ancora da definire – ma sono certo che converrà con me che sia più sicuro per tutti che la mia presenza qui oggi rimanga un segreto tra noi tre…

Sottolineò con forza la parola “sicuro” riprendendo in quel modo il discorso sulla sicurezza a cui la donna stessa aveva accennato precedentemente. Lasciò che dai suoi occhi trapelasse il dubbio, l’incertezza sulla capacità dell’altra di mantenere un segreto così innocuo, per cercare di spingerla a fare di tutto pur di mantenere la parola data, una sorta di piccola ricompensa che l’uomo si aspettava da lei per non averla costretta a bere il Veritaserum Ma dai suoi occhi traspariva anche un altro messaggio, qualcosa che sembrava dire: se lo dici a qualcuno lo verrò a sapere. Ed era vero perché di sicuro, una volta appreso che lui era rimasto da solo con la sua preziosa donna, Vastnor si sarebbe materializzato direttamente al Manor.

Per quanto riguarda il suo discorso di prima – riprese poi a parlare, con un tono colloquiale e quasi normale – sono certo che tutti noi faremo il possibile per tenere Tisifone al sicuro dalle grinfie di suo padre… e non si preoccupi… non cercheremo in alcun modo di ostacolare una vostra eventuale amicizia…

La volle rassicurare, spingerla a vedere in lui, in loro, un aiuto, un pezzo di quella famiglia che le mancava tanto e non un ostacolo. Carpirne la fiducia era il primo passo per poterne carpire l’anima. Anche se, in realtà, quello che gli fece cambiare idea fu la consapevolezza che Monique Vireau aveva qualcosa che di sicuro avrebbe attirato Tisifone verso di lei e quindi provare a tenerle lontano avrebbe semplicemente significato entrare in contrasto con la sua piccola. E questo era assolutamente da evitare soprattutto se voleva proteggerla da Nicholas Vireau.

Voleva parlarmi d’altro?

Chiese infine, cercando di non sembrare troppo ansioso di congedarsi da lei.
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Messaggioda Monique » 18/06/2012, 13:47

Esiste un qualche motivo per cui dovrei volerle fare del male?

Me lo dica lei.

Replicò Monique, un mezzo sorriso ironico che le fece sollevare l'angolo della bocca: qualcosa le diceva che quell'uomo nascondeva quasi tutto ciò che davvero pensava, quindi meglio fidarsi poco e tenere sempre la guardia alzata. In fondo, essendo lei la figlia di Nicholas Vireau e quindi una potenziale minaccia, chi le assicurava che l'uomo non decidesse di farle capitare qualcosa e simularlo come un incidente.

Paranoia forse, ma ultimamente spuntano nemici da tutte le parti.

Si disse la donna quasi con rassegnazione: a quanto pareva nemmeno il rapporto con la cugina sarebbe potuto essere... normale, o qualcosa del genere. Tanto per cambiare, comunque, almeno la sua vita manteneva una sorta di perversa e sadica coerenza di fondo.

Demetri…
Ma le sarei grato se non dicesse a nessuno di questa mia visita improvvisa.


Nessuno... compreso Sandyon. Chissà se voi due vi conoscete... mi ha detto di conoscere un padrino di Tisifone perché sono ancora grandi amici, ma mi riesce difficile pensare che possa essere tu.

Pensò Monique, annuendo lentamente alle parole dell'uomo: no, meglio non fare pubblicità in giro anche se certo, una persona sarebbe dovuta venirlo a sapere per forza...

Mi rendo conto che probabilmente la cosa verrà fuori con Tisifone ma sono certo che converrà con me che sia più sicuro per tutti che la mia presenza qui oggi rimanga un segreto tra noi tre…

Sicuro... per chi?

Si domandò spontaneamente la francese, perché le era sembrato di cogliere qualcosa di nascosto tra le righe di quelle parole: un uomo misterioso, forse fin troppo, ma anche Moni conveniva sul fatto che fosse meglio parlare il meno possibile di quella chiacchierata.

Sono d'accordo, in fondo non serve che qualcun altro lo sappia.

Per quanto riguarda il suo discorso di prima sono certo che tutti noi faremo il possibile per tenere Tisifone al sicuro dalle grinfie di suo padre… e non si preoccupi… non cercheremo in alcun modo di ostacolare una vostra eventuale amicizia…

Annuì a quelle parole, consapevole che, se Demetri non stesse mentendo, lei e la donna avrebbero davvero potuto approfondire la loro conoscenza: questo fece nascere un piccolo barlume di speranza in lei, che però celò al meglio agli occhi dell'altro; Tisifone era una donna adulta e prendeva da sola le sue scelte, ma Monique era comunque convinta che i suoi padrini avessero una grande influenza nella sua vita.

Voleva parlarmi d’altro?

Non al momento, ma non nascondo che mi piacerebbe rivederla, magari col suo compagno... - sì, sapeva che era gay nel caso non fosse chiaro che lei e Tisifone si erano fatte una bella chiacchierata intima - Per motivi di sicurezza personale eventuali incontri dovranno però avvenire sempre e comunque ad Hogwarts, spero mi possa capire.

E questa volta fu lei, gioco forza, a parlare di sicurezza visto che, con tutti i casini che c'erano - Mezzi-Draghi, suo padre, possibili sorellastre ed ex migliori amici del compagno in cerca di vendetta - l'ultima cosa che voleva era diventare un bersaglio facile, come avesse un'enorme scritta lampeggiante sopra la testa con su scritto "Colpire Qui".

Per il resto, almeno da parte mia, non c'è altro.
Le auguro buon rientro a casa, Signore.


E così dicendo allungò la mano verso di lui, per potergliela stringere in segno di rispetto: una chiacchierata non esattamente piacevole, ma se non altro a poco a poco ogni tassello di quel puzzle che era la sua vita si stava mettendo al suo posto.

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Messaggioda Asher » 18/06/2012, 14:18

Me lo dica lei.

Un centinaio… direi…

Fu questa la risposta non data che Demetri diede alla domanda ironica che Monique gli porse, anche se molti di quei motivi probabilmente sarebbero parsi futili ai più.

Non ne vedo alcuno… per ora.

Fu questa la frase che pronunciò ad alta voce, rassicurante e minacciosa allo stesso tempo. Una sorta di monito che voleva semplicemente dire una cosa: finchè non mi dai motivi per voler attentare alla tua vita farò il bravo, ma fa un solo errore e te la farò pagare cara. Peccato che quell’errore Monique l’avesse già commesso anche se inconsapevolmente.
C’era una cosa però che a Demetri premeva farsi promettere, sicura che l’altra avrebbe mantenuto la parola data, a differenza di lui, e cioè che nessun estraneo sarebbe venuto a conoscenza della sua presenza a Hogwarts quella sera.

Sono d'accordo, in fondo non serve che qualcun altro lo sappia.

Promessa che ottenne anche senza troppi sforzi e che, per l’uomo, decretava anche la fine di quell’incontro spiacevole ma fruttifero. Educazione però gli impediva di alzare e andarsene come se niente fosse così si abbassò a chiedere informalmente il permesso alla donna.

Non al momento, ma non nascondo che mi piacerebbe rivederla, magari col suo compagno...

Compagno. Allora sapeva più di quello che dava a intendere. Possibile che con Tissy fossero già in rapporti così stretti?

Improbabile… Sembra più qualcosa che Vastnor avrebbe sbandierato in giro senza pudore.

Per motivi di sicurezza personale eventuali incontri dovranno però avvenire sempre e comunque ad Hogwarts, spero mi possa capire.

Demetri stava già cercando il modo per declinare quell’invito in maniera perentoria ma educata quando fu la stessa Monique a offrirgli una motivazione su un piatto d’argento.

Mi spiace ma credo che questo sia… impossibile… Farsi vedere a Hogwarts, insieme, darebbe adito a troppe chiacchiere - disse quindi, cercando di simulare un aria dispiaciuta – Però se vuole può far visita al Manor con Tisifone quando crede. In sicurezza non siamo secondi a nessuno, mi creda.

Aggiunse poi, proseguendo con il suo piano di farsela amica per cercare di indurla ad abbassare la guardia. In realtà era certo che se con quell’invito formale avrebbe addolcito un po’ la VicePreside nei suoi confronti, questo non sarebbe mai stato raccolto perché Vastnor non le avrebbe mai permesso di andare da loro da sola e lui non poteva mettere piede a casa loro.

Per il resto, almeno da parte mia, non c'è altro.
Le auguro buon rientro a casa, Signore.


Benissimo - disse, alzandosi in piedi e facendo evanescere con un colpo di bacchetta i bicchieri che aveva evocato, come a voler lasciare in ordine la scrivania della donna e cancellare ogni traccia del suo passaggio – E’ stato un piacere Signorina Vireau…- e ricambiò la stretta di mano, peccando di maleducazione in quanto non si tolse i guanti che era solito indossare quando andava in giro. Troppi veleni per contatto esistevano al Mondo per poter andare in giro senza una adeguata protezione. - Le auguro una buona notte.

E così dicendo uscì dall’ufficio della VicePreside e una volta raggiunto l’esterno del Castello senza incorrere in altri disguidi si smaterializzò al Manor con un ghigno soddisfatto sul volto.

[Fine]
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Messaggioda Jorge » 24/06/2012, 17:13

[Mercoledì - ore 14.30 - Dopo l'incendio]


Non aveva seguito ciglia epilettiche Ricciardi nell’ufficio della VicePreside, l’aveva praticamente anticipata, trotterellando inquieto, troppo eccitato per poter mantenere un’espressione contrita per essere appena stato beccato a fare qualcosa che non doveva fare e aver fatto perdere dei punti alla sua Casata. Anzi, a essere del tutto sinceri, il livello della clessidra dei Delfini in quel momento si trovava all’ultimo posto dei suoi pensieri: il divario che li separava dai Grifondoro era tale che non sarebbe stata la sua punizione a decidere la sorte della Coppa delle Case.
L’unica cosa a cui riusciva a pensare Jorge, e che era la causa principale di tutta quella incomprensibile eccitazione, era che avevano scoperto qualcosa di importante lui e Kayleen quella mattina ai margini della Foresta Proibita. Qualcosa che avrebbe valso loro si una ramanzina ma anche, nella sua fantasia contorta di undicenne, una grossa lode per aver fatto una scoperta del genere in tutta sicurezza: c’era qualcosa che volava e urlava in maniera non umana non molto distante dal Castello e questo, era certo, che la VicePreside, così come la Preside, sarebbero state molto contente di sapere.
Che questa notizia avrebbe gettato scompiglio nel corpo insegnanti e forse spinto la Preside a irrigidire ancora di più le misure di sicurezza intorno alla scuola non gli passava per la testa.
Appena giunsero ai piedi delle scale, Jorge rallentò, lasciando che la Prefetta li precedesse non tanto per cortesia ma perché lui aveva un pessimo rapporto con le scale, che erano solite portarlo sempre dalla parte opposta rispetto dove doveva andare, e anche per poter rimanere un pochino in disparte con la Grifa.

Ti rendi conto che forse quello che abbiamo sentito è la cosa che ha incendiato la foresta? – le sussurrò il più vicino possibile per quanto Kayleen gli avrebbe permesso di avvicinarsi a lei – Sono certo che vorranno ascoltare quello che abbiamo da dire – e il tono era estasiato quasi, considerato che di solito i grandi non prestavano per nulla interesse a quello che diceva perché bollato come “piccolo e quindi stupido” – E’ la cosa più figa che mi sia capitata da quando sono a scuola… o quasi.

Certo la prima lezione di Incantesimi era stata spettacolare, vedere un Grifone in ali e ossa era stato bellissimo, scoprire di poter trasfigurare uno spillo in un fiammifero assurdo. Ma era tutte cose che aveva condiviso con centinaia di altri undicenni quell’anno e che miliardi di maghi sapevano o avrebbero scoperto una volta giunti a Hogwarts. Quel battito di ali e quell’urlo invece lo avevano sentito solo loro due, e questo, ai suoi occhi, li rendeva speciali.
Il Delfino riuscì a mantenere la sua aurea di eccitazione anche mentre la Ricciardi bussava nell’ufficio della VicePreside e le spiegava, secondo il suo punto di vista, quello che era accaduto per poi lasciarli lì a subire le conseguenze delle loro azioni.

Professoressa Vireau …

Iniziò a dire, esagitato, mentre saltellava da un piede all’altro, ma qualcosa nello sguardo della sua CapoCasa lo indusse a tacere: forse dopotutto non sarebbe stata proprio fiera di lui.

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Messaggioda Kayleen » 25/06/2012, 14:35

Rispetto a Jorge, che trotterellava per i corridoi con fare fin troppo entusiasta, lei non era troppo sicura del suo stato d'animo.
Da una parte, come il Delfino, anche lei sentiva dentro di sè di aver fatto una scoperta strabiliante, che valeva la pena di essere raccontata non solo alla Preside, alla VicePreside ed alla sua Capocasata, ma anche all'intero dormitorio Grifondoro. Si sarebbe potuta vantare per secoli, per quella loro avventura, ed era certa che tutti sarebbero rimasti a bocca aperta nel sentire quello che era loro capitato.
Dall'altra però, c'era il rovescio della medaglia. In qualche modo avevano infranto le regole, nonostante non ci fosse un esplicito divieto: la Foresta Proibita era off-limits dalle ore 17 in poi, mentre loro vi avevano messo piede all'ora di pranzo, sotto la luce del sole. Inoltre, non si erano allontanati troppo dalla zona "sicura" del parco. Non sapeva quale sarebbe stata la loro punizione, sempre che ne fosse arrivata un'altra dopo la strigliata della Ricciardi.
Un po' di paura in ogni caso l'aveva, soprattutto per la reazione che avrebbe potuto avere Tisifone. Conosceva la divinante in modo piuttosto superficiale e non aveva proprio idea di come si sarebbe potuta comportare davanti alla notizia. Ovviamente, sperava sarebbe stata magnanima.

Non si era cambiata, non ne aveva avuto il tempo. Era vestita quindi come prima: camicia bianca, cravattino giallo e oro, gonnellino grigio, e la una giacca in panno scuro, a cui aveva appuntato in precedenza una spilla smaltata a forma di ciliegia e che aveva sostituito durante la pausa pranzo il maglione, adesso se ne stava piegata ed appoggiata al suo braccio destro.
I capelli erano ancora assolutamente spettinati ed arruffati e le ricadevano sulle spalle informi e ribelli.

Davanti a loro camminava la Prefetta Dragargento. Li avrebbe condotti davanti all'ufficio di Monique e lì li avrebbe "mollati", lasciandoli al loro infame destino.
Vide il bambino affiancarsi e accettò il suo avvicinamento di buon grado: quello era l'unico modo, per loro, di poter chiacchierare senza essere uditi dalla ragazza.
Ti rendi conto che forse quello che abbiamo sentito è la cosa che ha incendiato la foresta?
Lo penso anche io, sai? -rispose, sempre sussurrando e con fare riflessivo- Prima credevo fosse stato un incidente ma da quello che ha detto lei.. -indicando appena, con l'indice, Arianna- Non ci sono più dubbi.

Sono certo che vorranno ascoltare quello che abbiamo da dire.
Mmmm.. Non ne sono troppo sicura. Forse loro già sanno, se no come faceva lei -di nuovo riferendosi ad Arianna- A saperlo?
Era stata la ragazza a dare loro quell'informazione in più, quella che aveva loro permesso di capire come erano andate realmente le cose. Ma chi l'aveva detto a lei se non i "superiori"?

E’ la cosa più figa che mi sia capitata da quando sono a scuola… o quasi.
Per un attimo, dovette abbandonare quell'atteggiamento serioso per concedersi un sorrisone soddisfatto.- Hai ragione. Tutti vorranno sapere cosa ci è successo! -già pregustandosi il momento in cui avrebbe tenuto banco raccontando come una creatura con le ali e dal ruggito imponente li aveva quasi uccisi. Bhe, ovviamente avrebbe colorito un po' il racconto.

Nel momento in cui la Ricciardi parlava con la Vice, loro tacquero, fermi e leggermente impauriti sull'uscio.
Professoressa Vireau …
Jorge iniziò a parlare per primo. Lei decise di stare zitta.
Per ora, di Tisifone, neppure l'ombra e questo già la faceva sperare in positivo.
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Messaggioda Monique » 25/06/2012, 17:42

Si era illusa, povera sciocca, di poter avere un pomeriggio tranquillo.
Subito dopo pranzo si era chiusa nel suo studio per rilassarsi un po', appoggiandosi allo schienale della poltrona dietro alla scrivania per socchiudere gli occhi e respirare lentamente, certa che se fosse rimasta così si sarebbe persino potuta addormentare.
Peccato che il sonno dovette esser rimandato a data da destinarsi, visto che poco dopo qualcuno bussò alla porta del suo ufficio: una volta dato il permesso di entrare, all'interno dello studio si presentarono Arianna Ricciardi, la Prefetta di Dragargenteo, e due studenti del primo anno, Jorge e Kayleen.

Perché ho le netta sensazione che non sarà una conversazione piacevole?

Si domandò Monique, ascoltando la versione dei fatti della ragazza con, comunque, attenzione e serietà, decidendo che si sarebbe riposata in un secondo momento: e mentre lo pensava, era anche sicura che Rose, dall'alto, fosse fiera di lei per quanto prendesse seriamente il suo dovere di Vice Preside.
Alla fine, con espressione molto più grave di quella che aveva all'inizio del monologo della Ricciardi, la francese congedò la prefetta, ringraziandola per il lavoro svolto, e rimase sola coi due studenti.

Professoressa Vireau…

Fossi in lei mi darei una calmata, signorino Alvares.

Disse lei gelidamente di fronte all'esagitazione di Jorge, prendendo la bacchetta per far comparire una poltrona accanto a quella già presente di fronte alla sua scrivania ed invitando i due a sedersi con un cenno della testa; abbassò gli occhi su Fire, accucciato accanto alla sua poltrona, il quale alzò gli occhi sulla padroncina in attesa d'istruzioni.

Potresti andare a chiamare la professoressa Samyliak? Grazie piccolo.

Osservò il lupo alzarsi sulle zampe ed uscire dalla porta dello studio lasciata aperta apposta per farlo passare, prima di tornare a posare lo sguardo sui suoi studenti; a breve sarebbe arrivata anche sua cugina Tisifone e si sarebbe occupata di punire la sua studentessa come meglio credeva, intanto avrebbe cominciato Monique anche senza la sua presenza.

Comincerò dicendo che in fondo, non è tutta colpa vostra... avevo detto alla Preside Bergman di circoscrivere l'area con degli incantesimi che impedissero a chiunque di entrare all'interno di essa, ma lei pensava non fosse necessario, credendo che a nessuno studente sarebbe venuto in mente di tornare nella Foresta dopo quello che era successo - scosse la testa, quasi sarcastica - Troppo ottimista per avere a che fare con dei bambini, decisamente.

E non c'erano tracce di scherno nelle sue parole per i due studenti, diceva semplicemente la verità e cioè che non si poteva certo pretendere che degli 11enni usassero il buon senso: proprio perché erano dei bambini erano spericolati e scriteriati, ai limiti dell'accettabile. In ogni caso quella non poteva essere certo una giustifcazione per il loro comportamento... e gliel'avrebbe fatto presente subito.

Detto questo, sono molto delusa. Da entrambi.
Primo, perché si deve portare rispetto agli studenti più grandi, soprattutto se sono Prefetti o Capiscuola, anche quando non ci piacciono
- e qui si riferiva alla parte del racconto di Arianna nel quale la ragazza aveva spiegato come i due avessero palesemente ignorato le sue direttive insistendo per rimanere lì, anzi, per addentrarsi ancora di più, e rifiutandosi di dire i loro nomi la prima volta che lei li aveva chiesti - perché se hanno raggiunto quella posizione è stato grazie all'impegno e alla costanza, partendo dall'essere studenti semplici come voi. Inoltre, conoscendo il tipo, siete stati fortunati che vi abbia tolto solo 10 punti a testa.

Fosse stata lei al posto della Dragargenteo, quand'era prefetta di Serpeverde, ne avrebbe tolti 50 a testa, di punti: ma era molto più stronza all'epoca di quanto si potesse immaginare.

Secondo, perché vi siete addentrati in un luogo pericoloso pur sapendo quali fossero le direttive date dalla scuola: certo, il coprifuoco è stato anticipato "solo" alle 17, ma questo perché non ci sembrava giusto chiudere tutti gli studenti tra le mura del Castello fino alla fine dell'anno scolastico; resta il fatto che, sapendo che quattro insegnanti erano finiti in Infermeria, non avreste dovuto lanciarvi in questa bella avventura confidando sul fatto che era l'ora di pranzo. Credevo che il professor Vastnor vi avesse fatto capire che nelle situazioni di pericolo i nemici sono sempre in agguato, o pensavate che io e gli altri docenti siamo finiti in degenza per giorni solo per prenderci un po' di riposo?

Ingenui sì, stupidi no.
Monique non riteneva nessuno dei due studenti talmente stupido da non comprendere che l'incendio non poteva esser stato accidentale se quattro adulti ed esperti maghi erano finiti in Infermeria: non pretendeva il buon senso che poteva avere un adolescente, certo, ma questo non voleva dire non poter usare un po' di sale in zucca prima di seguire l'istinto.

E terzo, perché invece di vedere tracce di pentimento sui vostri volti vi leggo espressioni entusiaste - e qui si fermò soprattutto a guardare Jorge con espressione gelida e grave, una di quelle che non usava quasi mai e che quindi faceva molta più paura - Credete che, essendo finita in Infermeria con altri tre miei colleghi, non sappia cosa si aggira intorno alla Foresta? Pensavate che vi avrei evitato un rimprovero perché siete venuti a dirmi che c'è qualcosa lì intorno, magari ringraziandovi anche dell'informazione? Lo so che cosa c'è, lo so bene. Una vostra insegnante ci ha anche quasi rimesso la vita, quindi ne sono ben consapevole.

Era molto, molto arrabbiata sì, perché sembrava che i due non si rendessero conto dello stato delle cose e se così non era sarebbe toccato a lei rimediare: era giusto imparare fin da bambini che ogni azione ha una conseguenza ed un impatto sugli altri e che quindi è meglio pensarci due volte prima di fare qualcosa.

Vi rendete conto del rischio che avete corso? Avete pensato per un momento che se ciò che ha attaccato i professori e la Foresta vi fosse comparso davanti, e credetemi, creature che combinano uno scempio del genere non vi avvisano prima né compaiono ad orari specifici per evitare vi spaventarvi, ora non sareste qui a parlarne? Avete provato ad immaginare cosa sarebbe successo se uno dei due, di fronte a quella creatura, fosse riuscito a scappare e l'altro no, e a come vi sareste sentiti sapendo che il vostro compagno o la vostra compagna sarebbe potuto o potuta morire per la vostra incoscienza? Avete riflettuto sul fatto che impuntandovi per rimanere lì invece che seguire le direttive di uno studente più maturo ed esperto di voi, avete potenzialmente messo in pericolo anche la sua vita?
Certo, non è accaduto nulla del genere, ma sarebbe potuto succedere e io non tollero che certi avvenimenti vengano presi sottogamba, senza pensare alle conseguenze, non quando ci sono studenti e professori che cercando di vigilare costantemente per la vostra incolumità.


Non aveva alzato la voce nemmeno una volta, non ce n'era stato bisogno: a volte, una voce calma e ferma era molto più spaventosa ed efficace di urla isteriche.

Scriverete entrambi una lettera alla Prefetta Ricciardi chiedendole scusa per non averle dato retta immediatamente, e per questa volta non toglierò altri punti alle vostre Casate. Spero che questo v'insegni che non si può fare sempre ciò che si vuole, e che nella vita tutto ha un peso ed una conseguenza, non solo per noi ma anche per chi ci sta intorno.

In quel momento, Fire tornò all'interno della stanza e, con esso, la professoressa Samyliak.

Professoressa prego, si accomodi.

Per quanto la riguardava non c'era altro da aggiungere, sperava solo che Jorge, per quanto abituato a cavarsela da solo e quindi ad essere indipendente e sfrontato, avesse capito il suo discorso.
Per quanto riguardava Kayleen, beh, ci avrebbe pensato la cugina.
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Messaggioda Tisifone » 25/06/2012, 22:11

[Mercoledì - ore 14.45 - Portico]


Riposo. Tanto, assoluto, completo, noioso riposo. Era questa la principale raccomandazione che la Vilvarin le aveva dato tre giorni prima, dimettendola dall’Infermeria, presentandola più come un ordine che un consiglio. Tisifone avrebbe tranquillamente ignorato entrambi, troppo orgogliosa per poter ammettere anche solo con sé stessa di aver davvero bisogno di riposo, troppo desiderosa di buttarsi quella dannata storia alle spalle e per farlo l’unico modo era tornare alla sua vita di sempre. Peccato che non era sola quando la Professoressa di Erbologia le aveva parlato e il suo compagno sembrava essersi fatto un punto d’onore il rispettare alla virgola quelle raccomandazioni, tenendola sotto controlla costantemente e impedendole quasi ogni minimo sforzo. Ma per fortuna della Divinante se lei era stata esentata dal tenere le lezioni per una settimana, Lucas era costretto a svolgerne il doppio visto che a turno tutti gli altri professori avrebbero dovuto coprire le sue ore e questo per lei voleva dire solo una cosa: poter lasciare le sue stanze indisturbata.
Stava quindi passeggiando lentamente sotto il portico del Castello, approfittando del sole pomeridiano per ricordare alle proprie gambe come si fa a camminare, quando sentì qualcosa o meglio qualcuno pungolarle una gamba.

Ma cosa???

Si chiese, facendo un piccolo saltello in avanti e guardandosi intorno, sicura che fosse stato lo scherzo di qualche studente. Accertatasi di essere praticamente da sola, fece un altro passo in avanti e quel qualcosa tornò alla carica. Perplessa abbassò il viso, trovando Fire, la lupa di Monique, che stava spingendo il suo muso contro le sue gambe, in un chiaro tentativo di attirare la sua attenzione.

Cosa vuoi da me, piccola?

Chiese con un tono dolce che con difficoltà chiunque fosse passato da lì, Lucas escluso probabilmente, avrebbe collegato a lei, rimanendo in piedi con le braccia incrociate sul petto. Una parte di lei voleva inginocchiarsi per accarezzare la lupa, ma un po’ per evitare di mettersi in imbarazzo da sola se non fosse stata capace di rialzarsi da sola, un po’ perché non sapeva esattamente come comportarsi con un animale che non fosse il proprio. Fire sollevò il muso verso di lei, leccandole la mano, per poi fare qualche passo indietro e puntare il portone del Castello.

HUmmm… vuoi che ti segua?

Mormorò tra il perplesso e il preoccupato. Doveva essere accaduto qualcosa di importante se Monique aveva deciso di mandare la sua lupa a cercarla, ma l’animale non le sembrava agiato quindi non doveva essere tecnicamente nulla di urgente.

Per fortuna perché se ti mettessi a correre non riuscirei a tenere il tuo passo.

Si prese in giro con autoironia, ma Fire sembrò comprendere le sue parole dato si mise a trotterellare al suo fianco, tenendo il suo passo poco spedito.

[Mercoledì - ore 14.45 - Ufficio VicePreside]


Una volta giunti di fronte all’ufficio della VicePreside, Tisifone comprese che il motivo dell’invito doveva essere una occasione, per così dire, ufficiale perché se fosse stato qualcosa di “personale” era certa che la cugina avrebbe scelto il più informale ufficio di Incantesimi. Posò la mano sulla porta lasciata semi aperta dalla lupa, quando era uscita, e fece per spingerla e entrare nella stanza, quando colse alcuni brandelli della conversazione che Monique stava tenendo con qualcuno.

Scriverete entrambi una lettera alla Prefetta Ricciardi chiedendole scusa per non averle dato retta immediatamente, e per questa volta non toglierò altri punti alle vostre Casate. Spero che questo v'insegni che non si può fare sempre ciò che si vuole, e che nella vita tutto ha un peso ed una conseguenza, non solo per noi ma anche per chi ci sta intorno.

La Ricciardi. Decisamente non una delle persone preferite da Tisifone e a quanto pareva aveva messo in punizione qualcuno che aveva provato a tenerle testa e quel qualcuno doveva essere per forza un Grifo. Nascosta dietro la porta la Divinante si concesse un piccolo sorriso di quasi soddisfazione al pensiero del Prefetto Dragargento che si trovava a combattere con un Grifondoro testardo. Quando dopo alcuni istanti varcò la porta, preceduta da Fire, il suo sorriso era sparito, sostituito dalla sua solita maschera di freddo ma civile distacco.

Professoressa prego, si accomodi.

Vice Preside… - salutò con un gesto del capo in maniera formale per poi osservare i due ragazzini seduti di fronte alla scrivania della donna – Signorino Alvares, Signorina Ward

Disse poi in direzione degli studenti, sollevando un sopracciglio in segno di contrarietà nel constatare che il Grifo coraggioso che si era scontrato contro la Ricciardi era una ragazzina a modo come Kayleen. Lo sguardo saettò dal volto spaventato dei due ragazzini a quello freddo e determinato della collega e in quel momento comprese che i due non si erano limitati a lanciare una CaccaBomba in biblioteca. Sollevò la bacchetta, guardando fissa negli occhi Monique e se lei non avesse detto nulla avrebbe evocato una poltrona per sé, riuscendo a sedersi in maniera posata, senza mostrare il sollievo che in effetti provò.

Signorina Ward – esordì quindi, rivolgendosi direttamente alla propria studentessa – Un resoconto sintetico della sua bravata e si risparmi le giustificazioni… non penso le serviranno.

Affermò con aria seria, sapendo già che qualsiasi cosa la ragazza le avrebbe detto non le sarebbe piaciuto per nulla.
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Messaggioda Jorge » 26/06/2012, 17:43

Era partito in quarta come al suo solito, convinto di essere nel giusto, di avere informazioni importati da riferire, e questo gli aveva impedito di rendersi conto che l’umore della VicePreside era andato via via peggiorando man mano che la Ricciardi le raccontava quello che avevano combinato.

Fossi in lei mi darei una calmata, signorino Alvares.

Se la donna gli avesse lanciato contro un Glacius avrebbe sortito praticamente lo stesso effetto. Non furono tanto le parole che usò, per quanto era strano sentire la sua CapCasa usare quello che secondo lui era un linguaggio giovanile, ma il suo tono a congelarlo sul posto, la bocca ancora aperta e gli occhi spalancati. Arretrò di un passo quando la vide estrarre la bacchetta, convinto che l’avrebbe trasfigurato in un qualche orrido animale e poi dato in pasto al suo lupo, e riprese a respirare solo quando vide l’altra poltrona apparire di fronte alla scrivania.

Adulti. Usano la magia per tutto e mi fanno prendere un colpo ogni volta.

Pensò il ragazzino, ricordando l’infarto che gli aveva fatto venire Vastnor quando era andato nel suo ufficio per il compito di Difesa.

Potresti andare a chiamare la professoressa Samyliak? Grazie piccolo.

Altro sospiro di sollievo da parte del ragazzino che, dopo aver atteso che Kayleen scegliesse la poltrona che preferiva, si sedette a sua volta, in pizzo alla sedia, in modo da poter tenere i piedini ben saldati a terra. Sua madre sarebbe stato molto orgogliosa di lui per quella sorta di accortezza nei confronti della ragazzina, ma in realtà il Delfino aveva tergiversato solo per essere certo che il lupo uscisse dall’ufficio e non gli saltasse addosso all’improvviso: si, i lupi non erano decisamente i suoi animali preferiti.


Comincerò dicendo che in fondo, non è tutta colpa vostra...

Appena la Professoressa iniziò a parlare, Jorge si tese, la schiena dritta e le mani posate sulle ginocchia, gli occhi attenti che conservavano ancora un briciolo di eccitazione. Forse dopo tutto se la donna non pensava che fosse tutta colpa loro c’era ancora una speranza di uscirne puliti o quasi.

… avevo detto alla Preside Bergman di circoscrivere l'area con degli incantesimi che impedissero a chiunque di entrare all'interno di essa, ma lei pensava non fosse necessario, credendo che a nessuno studente sarebbe venuto in mente di tornare nella Foresta dopo quello che era successo. Troppo ottimista per avere a che fare con dei bambini, decisamente.

Jorge strinse i pugnetti a graffiare la stoffa dei pantaloni della divisa a quel commento che alle sue orecchie di undicenne era suonato né più né meno che come un insulto. La sua CapoCasa credeva che lui fosse stupido e incosciente e che non comprendesse il senso di un divieto o che non si rendesse conto di quanto la Foresta era pericolosa. Anche se in effetti fino a quel momento non si era reso conto a pieno di quanto la Foresta fosse pericolosa. Aveva creduto e tutti si erano ben guardati dal fargli notare l’errore che l’incendio fosse stato qualcosa di casuale e che una volta domato non vi erano pericoli reali. Però… poi la Preside aveva anticipato il coprifuoco e quindi forse si, era un po’ stupido, perché doveva capire che andando lì avrebbe corso dei grossi rischi. Ma era solo l’ora di pranzo…
Istintivamente il Delfino si portò una mano alle tempie come a voler fermare il vortice senza senso di pensieri, accuse, giustificazioni che vi si stavano affollando, sovraccaricando il suo piccolo cervellino. Meglio staccare la spina e ascoltare con attenzione quello che la VicePreside stava dicendo loro.

Detto questo, sono molto delusa. Da entrambi.

Qualcosa, all’altezza del petto, iniziò a stringere, ma Jorge non seppe dire cosa fosse. Non era abituato a dover rendere conto a qualcuno di quello che faceva, i suoi genitori troppo occupati a mandare avanti la baracca per curarsi anche di tutti i guai che combinava e quindi non aveva mai pensato di poter influenzare con le proprie azioni le emozioni di un'altra persona. E, con suo sommo stupore, si accorse che aver deluso la sua Capo Casa gli creava dolore, anche se non riusciva a capirne il perché.

Primo, perché si deve portare rispetto agli studenti più grandi, soprattutto se sono Prefetti o Capiscuola, anche quando non ci piacciono perché se hanno raggiunto quella posizione è stato grazie all'impegno e alla costanza, partendo dall'essere studenti semplici come voi. Inoltre, conoscendo il tipo, siete stati fortunati che vi abbia tolto solo 10 punti a testa.

Trattenere lo sbuffo che sentiva nascere dentro di sé fu davvero uno sforzo titanico, ma per fortuna riuscì a evitare di emettere un suono anche se le sue guanciotte si gonfiarono d’aria che fece uscire piano piano senza dare nell’occhio. Per come la vedeva lui la Ricciardi aveva ottenuto la sua spilla come faceva di solito, sbattendo le ciglia. E no, lui non aveva nulla contro di lei sono che apparteneva a una tipologia di donne che a undici anni non riusciva a concepire: per lui le femmine o erano dolci e gentili come Miyabi, Cappie e in parte Elisabeth o combattive e acqua e sapone come Kayleen tutto il resto era un’incognita che non lo attirava per nulla.

Dieci punti sono pochi… Non mi picchieranno in Sala Comune.

Quel pensiero risollevò leggermente il morale del Delfino,ancora convinto di poter ottenere il suo quarto d’ora di celebrità tra i compagni raccontando l’accaduto visto che la sua bravata non aveva messo a repentaglio la Coppa delle Case che ormai era in mano loro.

Secondo, perché vi siete addentrati in un luogo pericoloso pur sapendo quali fossero le direttive date dalla scuola: certo, il coprifuoco è stato anticipato "solo" alle 17, ma questo perché non ci sembrava giusto chiudere tutti gli studenti tra le mura del Castello fino alla fine dell'anno scolastico; resta il fatto che, sapendo che quattro insegnanti erano finiti in Infermeria, non avreste dovuto lanciarvi in questa bella avventura confidando sul fatto che era l'ora di pranzo. Credevo che il professor Vastnor vi avesse fatto capire che nelle situazioni di pericolo i nemici sono sempre in agguato, o pensavate che io e gli altri docenti siamo finiti in degenza per giorni solo per prenderci un po' di riposo?

Scosse la testa con aria energica e convinzione. Aveva troppo rispetto per i suoi insegnanti perché quel pensiero avesse potuto anche solo sfiorare la sua testolina. Però anche loro. Non facevano prima a dire esplicitamente “ non andata nella Foresta per nessun motivo e a nessuna ora”? Non lo sapevano che dire “non dopo le 17” non equivaleva per un undicenne a “mai”?

E terzo, perché invece di vedere tracce di pentimento sui vostri volti vi leggo espressioni entusiaste

All’occhiata di Monique, Jorge desiderò poter sparire o al massimo diventare ancora più piccolo di quello che era, quel piccolo barlume di eccitazione che ancora gli rimaneva spazzato via dalle successive parole della donna.

Credete che, essendo finita in Infermeria con altri tre miei colleghi, non sappia cosa si aggira intorno alla Foresta? Pensavate che vi avrei evitato un rimprovero perché siete venuti a dirmi che c'è qualcosa lì intorno, magari ringraziandovi anche dell'informazione? Lo so che cosa c'è, lo so bene. Una vostra insegnante ci ha anche quasi rimesso la vita, quindi ne sono ben consapevole.
Vi rendete conto del rischio che avete corso? Avete pensato per un momento che se ciò che ha attaccato i professori e la Foresta vi fosse comparso davanti, e credetemi, creature che combinano uno scempio del genere non vi avvisano prima né compaiono ad orari specifici per evitare vi spaventarvi, ora non sareste qui a parlarne? Avete provato ad immaginare cosa sarebbe successo se uno dei due, di fronte a quella creatura, fosse riuscito a scappare e l'altro no, e a come vi sareste sentiti sapendo che il vostro compagno o la vostra compagna sarebbe potuto o potuta morire per la vostra incoscienza? Avete riflettuto sul fatto che impuntandovi per rimanere lì invece che seguire le direttive di uno studente più maturo ed esperto di voi, avete potenzialmente messo in pericolo anche la sua vita?
Certo, non è accaduto nulla del genere, ma sarebbe potuto succedere e io non tollero che certi avvenimenti vengano presi sottogamba, senza pensare alle conseguenze, non quando ci sono studenti e professori che cercando di vigilare costantemente per la vostra incolumità.


Alla fine del discorso di Monique Jorge aveva gli occhi spalancati e luccicosi, la bocca semiaperta come se avesse difficoltà a respirare e la stoffa dei suoi pantaloni era quasi lesionata per la forza con cui la stava stringendo tra i pugnetti. Visto da quel punto di vista, quello che aveva fatto, perché si sentiva l’unico colpevole lì dentro, era talmente grave e spericolato che il peso lo stava per schiacciare. Le lacrime premevano per uscire e lui premeva per tenerle dentro, non voleva piangere, non poteva. Gli avevano insegnato che era segno di debolezza, che perdevi il rispetto di chi avevi davanti se lo facevi e dopo averla delusa, non voleva perdere anche il rispetto della sua Capo Casa.

Scriverete entrambi una lettera alla Prefetta Ricciardi chiedendole scusa per non averle dato retta immediatamente, e per questa volta non toglierò altri punti alle vostre Casate. Spero che questo v'insegni che non si può fare sempre ciò che si vuole, e che nella vita tutto ha un peso ed una conseguenza, non solo per noi ma anche per chi ci sta intorno.

Va bene Professoressa Vireau…

Cercherò di essere convincente…


La voce uscì come un sussurro sommesso e anche un po’ incrinata e tesa, segno dello sforzo che il ragazzino stava facendo per mantenere la sua facciata da duro, fallendo ovviamente miseramente. Nel frattempo il lupo era tornato e Jorge sollevò istintivamente i piedini come se si stesse arrampicando su un albero per mettersi al riparo da una bestia feroce.

Professoressa prego, si accomodi.

Vice Preside… Signorino Alvares, Signorina Ward

Professoressa Samyliak.

Salutò educatamente la voce ancora incrinata anche se gli occhi non erano più così lucidi.

Signorina Ward. Un resoconto sintetico della sua bravata e si risparmi le giustificazioni… non penso le serviranno.

Se il tono della sua Capo Casa gli era sembrato di ghiaccio quello della CapoCasa dei Grifondoro sembrava intriso nell’acido e per un secondo Jorge ringraziò quel vecchio e logoro cappello per averlo smistato tra i DelfiniAzzurri. Non le andava però che la sua amica affrontasse da sola quel cerbero travestito da donna, così raddrizzate le spalle che si erano andate via via incurvandosi man mano che la ramanzina di Monique prendeva piede, decise di intervenire.

Mi scusi Professoressa Samyliak ma è tutta colpa mia… Sono stato io a insistere per andare a salvare quel Grifone ferito.

Disse quindi con un aria seria di chi era pronto ad affrontare il patibolo. E che non si dicesse che non era pronto a prendersi le responsabilità delle proprie azioni.
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Messaggioda Kayleen » 26/06/2012, 19:12

Erano entrati, nell’ufficio della Vice-Preside, subito dopo Arianna Ricciardi.
C’era già stata una volta, in quella stanza, ma la situazione in quel caso era stata completamente diversa e l’atmosfera molto più rilassata. Quella volta le erano stati offerti pasticcini, the e biscotti; attualmente, ad accoglierli, avevano trovato solo una donna dall’espressione che si faceva via via più cupa.
Dal canto suo, Kayleen non aveva neppure il coraggio di guardarla in volto troppo a lungo: sperava davvero che i loro occhi non si sarebbero incrociati mai e per questo li teneva per lo più bassi, fissi sulle punte dei suoi piedi. Li alzava appena solo per guardare Jorge.

Fossi in lei mi darei una calmata, signorino Alvares
Era il bambino ad essersi fatto avanti per primo, forse perché dei due era il più eccitato, e la sua emozione durò ben poco. Quelle poche parole di Monique bastarono a smorzare l’entusiasmo di lui ed anche quello, più celato, di lei.

Una poltrona apparve di fronte a loro ed ora due sedie erano poste proprio davanti alla scrivania della donna: due patiboli, due sedie elettriche.. In quel momento, nonostante la comodità ipotetica delle sedute, le veniva in mente tutto tranne che accomodarsi.
Potresti andare a chiamare la professoressa Samyliak? Grazie piccolo.
Manda il lupo a chiamare la Samyliak? Oh cacchio! -pensò, cominciando pian piano ad allarmarsi.
Sperava davvero che la questione si sarebbe potuta risolvere senza l’intervento di Tisifone, ma era chiaro che la sua era una speranza priva di basi.
Ora non poteva fare altro che attendere il suo arrivo.
Speriamo che Fire non la trovi.. –altra speranza che sarebbe risultata vana.

Comincerò dicendo che in fondo, non è tutta colpa vostra... avevo detto alla Preside Bergman di circoscrivere l'area con degli incantesimi che impedissero a chiunque di entrare all'interno di essa, ma lei pensava non fosse necessario, credendo che a nessuno studente sarebbe venuto in mente di tornare nella Foresta dopo quello che era successo.
Troppo ottimista per avere a che fare con dei bambini, decisamente.

L’incipit di quel discorso le era parso quasi positivo.
Non era tutta colpa loro in effetti, lei di questo ne era convinta: non c’era nessun divieto esplicito che vietasse di andare a curiosare nei pressi dell’incendio prima del coprifuoco.
Ancora non capiva davvero il motivo per cui si trovavano lì, a subire quella lavata di capo per lo più ingiustificata.
E dovette mordersi la lingua, più volte, per non controribattere: incosciente va bene, ma non così stupida da non capire che rispondendo la situazione sarebbe solo che peggiorata.

Detto questo, sono molto delusa. Da entrambi.
Primo, perché si deve portare rispetto agli studenti più grandi, soprattutto se sono Prefetti o Capiscuola, anche quando non ci piacciono perché se hanno raggiunto quella posizione è stato grazie all'impegno e alla costanza, partendo dall'essere studenti semplici come voi. Inoltre, conoscendo il tipo, siete stati fortunati che vi abbia tolto solo 10 punti a testa.

Di fronte a quell’accusa però non poteva davvero stare zitta. Attese quindi che la docente finisse di parlare, per intervenire.
Professoressa, non abbiamo mancato di rispetto alla Prefetta. Non le abbiamo detto i nostri nomi subito solo perché volevamo che ci aiutasse.. Non volevamo nascondere la nostra identità, infatti poi gliel’abbiamo comunicata!
Era andata esattamente così: avevano visto l’arrivo della Ricciardi come un aiuto dal cielo, erano convinti che lei li avrebbe potuti aiutare. La questione "nome" era solo passata in secondo piano, rispetto a quello che avevano sentito.
E poi, lei contro Arianna non aveva assolutamente nulla; a malapena la conosceva di vista, ma non ci aveva mai avuto niente a che fare, prima di quel momento.

Secondo, perché vi siete addentrati in un luogo pericoloso pur sapendo quali fossero le direttive date dalla scuola: certo, il coprifuoco è stato anticipato "solo" alle 17, ma questo perché non ci sembrava giusto chiudere tutti gli studenti tra le mura del Castello fino alla fine dell'anno scolastico; resta il fatto che, sapendo che quattro insegnanti erano finiti in Infermeria, non avreste dovuto lanciarvi in questa bella avventura confidando sul fatto che era l'ora di pranzo. Credevo che il professor Vastnor vi avesse fatto capire che nelle situazioni di pericolo i nemici sono sempre in agguato, o pensavate che io e gli altri docenti siamo finiti in degenza per giorni solo per prenderci un po' di riposo?
Il fatto era che loro non avevano proprio capito, fino a quel momento, che l’incendio fosse stato procurato da un “nemico”.
Si pensava, più che altro, che fosse stato di natura colposa.
Perché nessuno li aveva avvertiti del contrario?
Forse, sapendolo, le cose sarebbero andate in modo diverso. O forse no, ma era giusto avere il beneficio del dubbio.

E terzo, perché invece di vedere tracce di pentimento sui vostri volti vi leggo espressioni entusiaste?
Credete che, essendo finita in Infermeria con altri tre miei colleghi, non sappia cosa si aggira intorno alla Foresta? Pensavate che vi avrei evitato un rimprovero perché siete venuti a dirmi che c'è qualcosa lì intorno, magari ringraziandovi anche dell'informazione? Lo so che cosa c'è, lo so bene. Una vostra insegnante ci ha anche quasi rimesso la vita, quindi ne sono ben consapevole.

Cosa avrebbe potuto rispondere in quel caso?
Che sì, pensavano che le loro sarebbero state informazioni utili?
In questo forse erano stati un po’ ingenui, ma il desiderio di sentirsi apprezzati ed importanti aveva oscurato ogni loro buon senso.
Tacque, anche in quel caso, cercando di togliersi definitivamente dal volto l’espressione di chi ha fatto una gran scoperta e si sostituirla con un volto contrito e pentito.

Vi rendete conto del rischio che avete corso? Avete pensato per un momento che se ciò che ha attaccato i professori e la Foresta vi fosse comparso davanti, e credetemi, creature che combinano uno scempio del genere non vi avvisano prima né compaiono ad orari specifici per evitare vi spaventarvi, ora non sareste qui a parlarne? Avete provato ad immaginare cosa sarebbe successo se uno dei due, di fronte a quella creatura, fosse riuscito a scappare e l'altro no, e a come vi sareste sentiti sapendo che il vostro compagno o la vostra compagna sarebbe potuto o potuta morire per la vostra incoscienza? Avete riflettuto sul fatto che impuntandovi per rimanere lì invece che seguire le direttive di uno studente più maturo ed esperto di voi, avete potenzialmente messo in pericolo anche la sua vita?
Certo, non è accaduto nulla del genere, ma sarebbe potuto succedere e io non tollero che certi avvenimenti vengano presi sottogamba, senza pensare alle conseguenze, non quando ci sono studenti e professori che cercando di vigilare costantemente per la vostra incolumità.

Monique aveva ragione, non poteva certo sostenere il contrario.
Eppure, dentro di sé, credeva che tutti, Ricciardi e Vireu in questo caso, stessero un po’ esagerando. Forse era l’età, forse il carattere, ma dopotutto.. Non si erano addentrati così tanto, erano giusto sul limitare sulla foresta!
Li avevano colti in flagrante, questo è vero, forse se non li avessero beccati, sarebbero andati più avanti, ma non si poteva fare un processo alle intenzioni.
Il problema più grande, a questo punto, era: come spiegare le proprie ragioni senza aggravare la loro situazione?

Lanciò un’occhiata fugace a Jorge, lui si era zittito dal momento in cui la Vice aveva iniziato a parlare, e questo la faceva sentire tremendamente stupida anche solo a pensare di intervenire.
Eppure, se non avesse detto nulla, sarebbe uscita da quella stanza pensando di essere stata un filino codarda.
Professoressa, ha ragione. Pensavamo non ci fossero pericoli e siamo rimasti sul limitare della Foresta, non ci siamo inoltrati troppo..
Ormai l’aveva detta, nel modo più educato ed umile possibile.

Scriverete entrambi una lettera alla Prefetta Ricciardi chiedendole scusa per non averle dato retta immediatamente, e per questa volta non toglierò altri punti alle vostre Casate. Spero che questo v'insegni che non si può fare sempre ciò che si vuole, e che nella vita tutto ha un peso ed una conseguenza, non solo per noi ma anche per chi ci sta intorno.
Una lettera alla Ricciardi, quello poteva farlo tranquillamente. Non le sarebbe neppure pesato.
Va bene -accettò la punizione di buon grado, annuendo con il capo con fare convinto.

Professoressa prego, si accomodi.
Ecco, era arrivato il momento di fare i conti con la sua Capocasata.
L’ha trovata.. –pensò, quando il lupo si presentò in ufficio in compagnia di Tisifone.

Vice Preside… Signorino Alvares, Signorina Ward -La Samilyak salutò per prima.
Professoressa, buongiorno -Lei rispose al saluto, sentendo lo sguardo della donna su di sé.

Signorina Ward, Un resoconto sintetico della sua bravata e si risparmi le giustificazioni… non penso le serviranno.

Mi scusi Professoressa Samyliak ma è tutta colpa mia… Sono stato io a insistere per andare a salvare quel Grifone ferito.
L’intervento di Jorge le fece un enorme piacere. Non avrebbe di certo lasciato che il bambino si immolasse per lei e lei non era certo tipo da nascondersi dietro ad un principe azzurro, ma il suo tentativo le fece capire che non era sola, in quella stanza.
Stavano ancora combattendo fianco a fianco, anche se era una battaglia persa in partenza.

No, non è vero, non è colpa tua Jorge –ci tenne a precisare, prima di iniziare il suo racconto.
Un paio di ore fa, più o meno, abbiamo fatto qualche passo all’interno della Foresta Proibita. –questo era il fatto, ma andava spiegato più precisamente- Non siamo andati troppo avanti, solo qualche passo.
Abbiamo sentito uno strano battere d’ali ed un ruggito, pensavamo fosse un animale ferito e.. E’ arrivata Arianna Ricciardi, ci ha visto e.. Ci ha punito.
Ma noi davvero, non volevamo cacciarci nei guai, non saremmo mai andati troppo in fondo..

Ripetè di nuovo le sue giustificazioni, sperando sarebbero in qualche modo servite.
Non sapeva cosa avrebbe risposto Tisifone, sperava solo avrebbe capito, almeno in parte, quali erano state le loro reali intenzioni.

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