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da Monique » 20/05/2012, 13:44
Jaden sembrava molto colpito dalle potenzialità musicali della donna, ma Monique sapeva bene che la vera sorpresa, al massimo, il giovane uomo l'avrebbe avuta nel sentirla suonare dal vivo di fronte a lui, sempre ammesso che l'idea gli fosse piaciuta naturalmente.
Ero certo che tenesse sorprese come queste in serbo, una luce simile nello sguardo è indice di doti meravigliose! Sarò sempre libero per ascoltare dell'ottima musica, e sono certo che lei ne sa creare davvero tanta!
Se ne è convinto, posso farle sapere quando si svolgerà la prossima riunione del coro, allora: ho intenzione di accogliere i miei studenti proprio con una piccola sonata di violino, magari le farà piacere assistervi.
Commentò la donna con un sorriso, pensando che in fondo non c'era nulla di male ad invitare il professore di Alchimia alle prove: anzi, magari avrebbe anche potuto sfruttare il suo estro artistico per creare un bel dipinto del coro o qualcosa di simile. E in fondo, ultima considerazione ma non per questo meno importante, Monique era ben consapevole che Alexis - sua assistente durante le prove - si annoiava un poco a seguire il tutto senza mai far niente... magari la presenza di Jaden le avrebbe permesso di scambiare due parole con qualcuno.
Mi preoccupo davvero troppo per quella ragazza.
Si rimproverò la donna mentre l'uomo di fronte a sé la rassicurava sul fatto che Fire non avrebbe mai visto in lui una minaccia, e che presto la Vice Preside avrebbe ricevuto in dono i dolcetti da lei preferiti. Alexis era stata mandata a chiamare, si doveva solo aspettare il suo arrivo e nell'attesa Moni s'informò se per caso il neo docente di Alchimia avesse qualcosa da chiederle.
In verità avrei qualcosa da regalarle, signorina Vireau...
Regalarmi?
Ripetè Monique con espressione confusa mentre l'uomo prendeva due dipinti di dimensioni diverse dalla sua valigetta nera per poi guardare la donna con sguardo forse speranzoso ed emozionato.
Ammetto che inizialmente decisi di effettuare questi due lavori proprio per ringraziarla di aver deciso per la mia ammissione qui. E' anche vero però, che dopo che mi disse che non aveva assolutamente contato in quella decisione ero ugualmente intenzionato a farle questi due presenti per semplice apprezzamento della splendida persona quale lei è... Adesso semplicemente mi trovo a dirle che questi due... Ritratti che ho fatto di lei, uno più serio e l'altro più simpatico e stravagante sempre con lo stesso soggetto visivo, sono per commemorare una simile bellezza di persona ed anche a questo punto per ringraziarla della possibilità di essere il nuovo prefetto della mia casata del passato... Grazie ancora Monique, quindi ecco, questo è il primo... E questo è il secondo!
Così dicendo, spiegandole prima le motivazioni che lo avevano spinto a volerle regalare due ritratti del genere, le porse i due lavori da lui creati appositamente per la sua persona: il primo ritratto era più simile al reale, in bianco e nero, e la cosa che a Moni piacque di più fu la capacità di lui di catturare l'intensità del suo sguardo; il secondo ritratto invece ricordava di più una vignetta o un cartone babbano, era a colori e ciò che più colpiva era la sensualità del suo viso. Monique li studiò entrambi a lungo, inizialmente con espressione impassibile: poi, con la bacchetta - una bacchetta particolare che forse lui avrebbe trovato stravagante visto il colore insolito - fece fluttuare il primo ritratto fino alla parete a sinistra della sua scrivania, e lì lo appese.
Credo che quello stia bene qui nel mio studio, mentre questo - ed indicò con un cenno della mano il secondo ritratto - lo appenderò nella mia villa a Londra. Sono davvero bellissimi, mi complimento con lei professor Connor... peccato non venga insegnata l'arte qui a Hogwarts, credo sarebbe stata la persona più adatta allo scopo.
Quelle parole furono accompagnate da un sorriso sincero della donna, che subito dopo sentì due colpi alla porta secchi ma non troppo forti: Alexis Parker era arrivata.
Sono sicura che troverà nella signorina Parker un'ottima spalla su cui fare affidamento, almeno all'inizio... ... avanti!
Con quelle parole rivolte a Jaden, Monique diede poi il permesso alla ragazza di entrare all'interno dello studio, e farle così conoscere non solo il suo nuovo professore di Alchimia, ma soprattutto il nuovo Prefetto di Delfinazzurro.
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da Alexis » 20/05/2012, 15:08
[Mercoledì - ore 18.50]
La sua lettura in sala comune aveva subito una brusca interruzione quando Fire, il lupo della professoressa Vireau, le era arrivato vicino, fissandola silenzioso sicuro che lei avrebbe capito: da quando aveva stabilito un minimo di confidenza professionale con la Vice Preside, infatti, questa aveva preso a chiamarla nel suo studio tramite l'animale invece che con un semplice gufo, cosa che ad Alexis non dispiaceva affatto, anzi. Per questo era scattata in piedi nel vedere l'animale avvicinarsi a lei, facendogli cenno di attendere qualche istante: era corsa in camera sua, si era data una sciacquata al viso e si era raccolta i capelli in uno chignon scomposto che le lasciava cadere un paio di ciocche mosse ai lati del viso; una rapida sistemata alla divisa, ed ecco che finalmente era pronta per seguire Fire dalla sala comune Delfinazzurro fino all'ufficio di Monique, abbastanza curiosa di scoprire il motivo di quella convocazione.
Forse ha deciso quando organizzare la prossima riunione del coro...
Si disse Alexis, non trovando nessun altro motivo per cui la donna, a così poca distanza dalla cena, si sarebbe dovuta prender la briga di farla venire nel suo ufficio; quali che fossero le sue ragioni, comunque, per la Delfina non c'erano problemi e anzi, era sempre piacevole poter conversare anche un poco con la Vice Preside che, per quanto sempre distaccata e piuttosto formale, non mancava mai di chiederle come stava e d'informarsi sui suoi progressi scolastici. Arrivata di fronte al suo studio, la ragazza diede due colpi alla porta senza troppa forza nelle nocche, attendendo a seguito di sentire la voce dell'altra per aprire poi l'uscio con un sorriso cordiale ma umile sulle labbra.
Vice Preside Vireau, buonasera. Voleva vedermi?
Domandò Alexis una volta chiusasi la porta alle spalle - con Fire che era entrato appena prima di lei, sgusciando tra le sue gambe - rivolgendo un veloce sguardo alla poltrona di fronte alla scrivania: su di essa, infatti, era seduto un ragazzo sicuramente più grande di lei ma non di molto, o almeno così le sembrava, vicino al quale Fire si era accucciato. La ragazza gli donò un sorriso amichevole e dolce dei suoi, chiedendosi chi mai potesse essere quella persona.
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da Dylan » 21/05/2012, 18:41
Monique non solo accettò di suonare per fargli ascoltare la propria musica e la propria arte attraverso uno strumento meraviglioso e prezioso come lo "Stradivari", ma inoltre si azzardò anche ad invitarlo presso la sede del coro scolastico per far si di metterlo vicino anche ad altre menti con l'inclinazione artistica e l'estro musicale. Dylan non poteva essere più felice di un'opportunità simile, già, dico sul serio, gli occhi del giovane trasmettevano allegria e gioia a non finire, quelli probabilmente erano alcuni tra i momenti migliori della sua vita.
Se ne è convinto, posso farle sapere quando si svolgerà la prossima riunione del coro, allora: ho intenzione di accogliere i miei studenti proprio con una piccola sonata di violino, magari le farà piacere assistervi.
Piacere? Solo? Oh signorina Vireau non soltanto piacere, è un onore, si un vero e assoluto onore! Se non le spiace porterò con me anche i miei arnesi da disegno, vorrei poterla ritrarre mentre si lascia trasportare dalle onde fluide e sognatrici della musica, la stessa che le vedo scorrere per tutto il corpo ogni volta che parla della sua arte!
Nessuna lusinga, nessuna bugia, ogni cosa che il nostro Dylan diceva era intesa nel vero senso di mostrare il suo reale pensiero al prossimo. Monique sapeva stupire non solo con gli occhi ma anche con la convinzione che si stagliava in essi, come se in mezzo a quel ghiacciaio intriso nel suo sguardo ci fossero fiamme azzurre in grado di bruciare solo chi lei decideva di osservare e non il paesaggio freddamente perfetto intorno a se. Nella sua immaginazione fervida e incredibile, Connor junior già si immaginava il paesaggio che si sarebbe potuto scoprire andando a vivere dentro gli occhi della vice preside, difatti solo per qualche breve secondo decise di socchiudere i propri e sorridere lievemente a quel pensiero aulico e magnificente. Così freddo, ma che con la sua bellezza ti riscalda l'anima, quasi impossibile da creder vero...
Quel ragazzo però dovette cedere alla realtà molto più spazio in breve tempo, visto che la curiosità della donna veniva molto prima. I disegni che aveva preparato per lei le vennero consegnati quasi subito e con sommo stupore per la parigina la ritraevano perfettamente nel suo essere così sensuale e affascinante allo stesso stesso tempo. Dylan la guardava estasiato ed emozionato, incrociando le dita nella speranza che fossero entrambi di suo gradimento e così per fortuna fu. Monique affermò che uno di quelli lo avrebbe portato con se nella sua villa londinese mentre l'altro lo stava già facendo fluttuare per apprenderlo all'interno del suo ufficio. Tutto questo mentre Fire, l'esemplare di lupo bianco della signorina si era diretto verso il luogo dove presumibilmente era presente la prefetta Alexis Parker per chiamarla e farla arrivare fin lì a conoscere il suo futuro collega.
Credo che quello stia bene qui nel mio studio, mentre questo lo appenderò nella mia villa a Londra. Sono davvero bellissimi, mi complimento con lei professor Connor... peccato non venga insegnata l'arte qui a Hogwarts, credo sarebbe stata la persona più adatta allo scopo. Sono sicura che troverà nella signorina Parker un'ottima spalla su cui fare affidamento, almeno all'inizio...
Farò in modo che i miei studenti possano essere in grado di percepire l'arte sempre e comunque, a prescindere che possa esser loro insegnata o meno... Sono certo che menti brillanti e aperte alla fantasia sapranno ascoltare il mio richiamo, ma prima forse è meglio se mi assicuro di saper trasmettere loro a dovere l'alchimia! Se è stata scelta da lei personalmente per ricoprire il ruolo di prefetta sono sicuro che sarà ben più che all'altezza, spero io invece di essere abbastanza ricettivo per afferrare adeguatamente tutti i consigli che la mia futura alleata mi esporrà! Ha detto che si chiama Al...
"Toc - Toc"
... avanti!
Dylan decise che forse la cosa migliore adesso era semplicemente attendere l'arrivo della prefetta di Delfinazzurro. In fondo probabilmente si sarebbero presentati a vicenda quindi la certezza sull'esattezza del suo nome sarebbe giunta abbastanza presto. La voce della ragazza infatti si fece sentire forte, chiara, professionale e decisa dopo che la porta si aprì e Monique Vireau l'aveva invitata ad entrare e far presenza con loro.
Vice Preside Vireau, buonasera. Voleva vedermi?
Che bellissima voce! ... Come la persona alla quale appartiene, non mi aspettavo una ragazza così dolcemente aggraziata!
Alexis Parker si presentò silenziosamente al nostro D.C. con un sorriso molto armonioso e due occhi azzurri luminosi che lasciavano davvero poco spazio alle parole, piuttosto facevano regnare un silenzio di contemplazione assoluta pari a quella che si riservava quando si ammirava una famosa opera d'arte in un museo. Ebbe solo qualche altro attimo di esitazione, rimanendo a guardarla con un sorriso altrettanto cordiale, sbattendo le palpebre il più lentamente possibile per rimanere in contatto visivo con lei, prima di decidersi quasi come un istinto impacciato ad alzarsi subito in piedi accorgendosi che per presentarsi la cosa migliore era che fossero alla stessa altezza. Attese che Monique facesse presente alla prefetta chi fosse lui e quale sarebbe stato il suo ruolo ad Hogwarts da quel momento in poi e subito dopo le tese la mano amichevolmente proseguendo quanto già accennato dalla vice preside.
Sono Dylan... Oh si, questo già lo hai saputo... E' davvero un piacere conoscerti, ti assicuro che cercherò di essere il meno possibile un peso per te, ah giusto, potevo darti del "tu"? Diamine che maleducato, le chiedo scusa!
Imbarazzato, impacciato, senza molta capacità ancora di sapersi relazionare lavorativamente con qualcuno, Dylan Connor concluse quella piccola e un po' penosa presentazione con due guance color rosso pomodoro, impossibili da non notare.
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da Monique » 21/05/2012, 20:32
Piacere? Solo? Oh signorina Vireau non soltanto piacere, è un onore, si un vero e assoluto onore! Se non le spiace porterò con me anche i miei arnesi da disegno, vorrei poterla ritrarre mentre si lascia trasportare dalle onde fluide e sognatrici della musica, la stessa che le vedo scorrere per tutto il corpo ogni volta che parla della sua arte!
Un sorriso ed un cenno del capo furono la migliore risposta che Monique potesse dare a seguito delle parole di Dylan: in fondo lei per prima aveva sperato di poter in qualche modo usufruire delle sue doti artistiche per il coro, ed anzi aveva già in mente una bella idea per coinvolgerlo direttamente ed in modo attivo nel lavoro del gruppo artistico della scuola... ma ci sarebbero stati tempo e modo per pensare a tutto questo. Tornò a parlare poco dopo, esprimendo il suo dispiacere nel non poter vedere l'arte insegnata come materia vera e propria all'interno del programma scolastico, e la risposta che ricevette dall'uomo fu molto positiva ed incoraggiante.
Farò in modo che i miei studenti possano essere in grado di percepire l'arte sempre e comunque, a prescindere che possa esser loro insegnata o meno... Sono certo che menti brillanti e aperte alla fantasia sapranno ascoltare il mio richiamo, ma prima forse è meglio se mi assicuro di saper trasmettere loro a dovere l'alchimia!
Uno spirito positivo ed ottimista... mi auguro che la vita non debba mai modificare un carattere così solare.
Pensò Monique osservando non solo le parole ma anche le espressioni sul viso del giovane uomo: si vedeva in tutto ciò che componeva il suo essere un'ingenuità ancora totale nei confronti del "mondo degli adulti", e per quanto alla donna piacesse molto questa sua genuinità, da un lato sperò che l'altro imparasse in fretta a modularlo e ridurlo quando serviva, altrimenti sarebbe potuto essere facile vittima di persone come suo padre, che miravano a distruggere tutto ciò che di bello c'era intorno agli altri. Parlarono poi di Alexis Parker, la Prefetta di Delfinazzurro che Moni aveva mandato a chiamare poco prima, ed anche qui Dylan si espresse in modo positivo ed entusiasta.
Se è stata scelta da lei personalmente per ricoprire il ruolo di prefetta sono sicuro che sarà ben più che all'altezza, spero io invece di essere abbastanza ricettivo per afferrare adeguatamente tutti i consigli che la mia futura alleata mi esporrà!
Ne sono sicura.
Furono le uniche parole pronunciate dalla Vice Preside prima dell'arrivo della ragazza poco prima citata, che diede due colpi alla porta ed attese il permesso della donna prima di aprirla.
Vice Preside Vireau, buonasera. Voleva vedermi?
Buonasera a te, Alexis. Sì, ti ho fatta chiamare perchè ci tenevo a presentarti una persona: questo è Dylan Connor, il nuovo professore di Alchimia. Naturalmente stasera verrà presentato ufficialmente a tutti gli studenti, ma ho pensato di farvi conoscere prima perchè, da oggi, egli coprirà anche la carica di Prefetto di Delfinazzurro, affiancandoti quindi nel tuo lavoro di gestione della Casata.
Precisa ed esplicativa al massimo, come sempre, ma osservandola meglio forse l'uomo che ora si era alzato per presentarsi alla Prefetta avrebbe potuto notare come, nello sguardo di Monique, ci fosse un maggiore calore verso Alexis, come se in qualche modo la ragazza fosse speciale per lei. La Vice Preside ascoltò la sua presentazione con un sorriso sulle labbra piuttosto ironico, ed attese un'eventuale risposta della Parker prima d'intervenire.
In quanto professore, signor Connor, lei è libero di chiamare i suoi studenti come preferisce, che sia per nome o per cognome. Allo stesso modo può dare loro del "tu" o del "lei", ma ci tengo sempre a ricordare che, per quanto vicini possiamo sentirci ai nostri studenti, è sempre meglio lasciare un certo distacco professionale tra noi e loro.
No, non voleva risultare antipatica, ma credeva fermamente che ciascun ruolo dovesse essere delimitato da regole comportamentali precise, per quanto avesse seri dubbi sul fatto che una ragazza come Alexis non riuscisse a distinguerle.
Alexis, il professor Connor ha accettato la carica di Prefetto ben consapevole di non saper bene cosa fare: conto su di te per spiegargli al meglio tutto ciò che dovrà fare per eseguire al meglio i suoi doveri. Delfinazzurro quest'anno sta vincendo la Coppa delle Case, e vorrei che l'eccellenza che abbiamo mostrato in questi mesi continuasse ancora a lungo.
Lo sguardo della donna passò dall'uno all'altra, così da comprendere se per entrambi fosse chiaro quali fossero gli obiettivi che stava ponendo: non avrebbe tollerato un abbassamento dello standard, nemmeno considerato che Dylan non era abituato a lavorare in quel senso; per entrambi ciò presupponeva un gran lavoro di squadra, una grande decisione ed una grande capacità di far fronte alle responsabilità date, ma se ci fossero riusciti i Delfini avrebbero potuto contare su due guide d'eccellenza.
Se non avete altro da chiedermi, potete andare. Sono certa che la signorina Parker sarà felice di mostrarle la sala comune prima di cena.
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da Alexis » 21/05/2012, 21:10
Buonasera a te, Alexis. Sì, ti ho fatta chiamare perchè ci tenevo a presentarti una persona: questo è Dylan Connor, il nuovo professore di Alchimia. Naturalmente stasera verrà presentato ufficialmente a tutti gli studenti, ma ho pensato di farvi conoscere prima perchè, da oggi, egli coprirà anche la carica di Prefetto di Delfinazzurro, affiancandoti quindi nel tuo lavoro di gestione della Casata.
A quelle parole lo sguardo di Alexis si accese per lo stupore, gli occhi appena spalancati per qualche istante prima di farli risplendere di felicità ed accompagnare con un sorriso amichevole e solare in direzione di Dylan: si era abituata a lavorare da sola per la Casata, ma questo non voleva dire che non fosse piacevole l'idea di poter dividere a metà il carico con qualcuno, anzi; avendo sempre mille cose da fare tra compiti, attività extra scolastiche, la co-direzione del coro e sì, anche degli amici ed un ragazzo con cui voler passare del tempo, Alexis ogni tanto si sentiva come se non avesse mai del tempo per se stessa. Probabilmente ora, con l'avvento di Dylan, molte cose sarebbero potute cambiare.
Sono Dylan... Oh si, questo già lo hai saputo... E' davvero un piacere conoscerti, ti assicuro che cercherò di essere il meno possibile un peso per te, ah giusto, potevo darti del "tu"? Diamine che maleducato, le chiedo scusa!
L'atteggiamento dell'uomo prese totalmente in contropiede Alexis, abituata ad avere a che fare con persone che, per quanto amichevoli, tenevano sempre un certo distacco da lei; Monique per prima, per quanto fosse con la Delfina - e lei stessa se ne rendeva conto - molto più amichevole e premurosa con altri, non aveva mai varcato quella sorta di confine che c'era tra professore ed allievo.
Piacere mio, professor Connor... può rivolgersi a me come meglio crede. Sarò lieta di spiegarle tutto il lavoro che si svolge per seguire la Casata, e se avesse qualche dubbio le prometto che tenterò di risolverlo al meglio delle mie capacità.
Rispose quindi la ragazza, facendo prima un lieve inchino in segno di rispetto e poi, vedendo la mano tesa di lui, allungando la propria per stringerla anche se un po' debolmente e con sguardo spaesato: per lei quel modo di fare era talmente strano da richiedere il supporto visivo della Vice Preside, che difatti intervenne subito dopo.
In quanto professore, signor Connor, lei è libero di chiamare i suoi studenti come preferisce, che sia per nome o per cognome. Allo stesso modo può dare loro del "tu" o del "lei", ma ci tengo sempre a ricordare che, per quanto vicini possiamo sentirci ai nostri studenti, è sempre meglio lasciare un certo distacco professionale tra noi e loro.
Alexis tornò a guardare Dylan con un sorriso un poco imbarazzato ma sempre e comunque amichevole sulle labbra: fosse stato semplicemente un suo collega studente, magari del 7° anno, avrebbero anche potuto familiarizzare in modo diverso, ma essendo lui un professore era tutto diverso.
Alexis, il professor Connor ha accettato la carica di Prefetto ben consapevole di non saper bene cosa fare: conto su di te per spiegargli al meglio tutto ciò che dovrà fare per eseguire al meglio i suoi doveri. Delfinazzurro quest'anno sta vincendo la Coppa delle Case, e vorrei che l'eccellenza che abbiamo mostrato in questi mesi continuasse ancora a lungo.
Le assicuro che non rimarrà delusa, Vice Preside.
Promise Alexis con voce decisa: era fiera del suo lavoro, fiera della propria Casata e avrebbe fatto di tutto per continuare su quella strada e non deludere la donna di fronte a lei, i suoi compagni Delfini, e se stessa in primis.
Se non avete altro da chiedermi, potete andare. Sono certa che la signorina Parker sarà felice di mostrarle la sala comune prima di cena.
Assolutamente professor Connor, possiamo andare anche subito se per lei va bene.
Disse la ragazza con un sorriso, spostando lo sguardo sull'uomo in attesa di una sua risposta: nel caso fosse stata positiva, la Delfina si sarebbe così congedata dalla Vice Preside e, insieme a Dylan, avrebbe lasciato il suo studio alla volta della sala comune bianca-azzurra.
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da Dylan » 21/05/2012, 21:45
Formalità, posizione, ruolo, lavoro, tutte parole che rappresentavano per lui ancora un viaggio tutto da iniziare e senza nemmeno un libretto di istruzioni. Per l'ennesima volta si era sentito un po' spaesato il nostro Dylan, incapace di essere se stesso con Alexis quanto avrebbe voluto, sopratutto dopo aver sentito anche le parole di Monique che sottolineavano il fatto che lui non era più uno studente, anzi, a dirla tutta lui rappresentava una figura molto importante e molto di rilievo all'interno del sistema scolastico. Quanto imbarazzo, quanto impaccio, altra brutta figura, e le guance di Connor junior tornarono arrossate mentre si portava una mano dietro la nuca non riuscendo i primi momenti a sostenere lo sguardo autoritario non solo della vice preside ma anche della sua collega che con le sue parole gli fece subito capire che, almeno lei tra i due, aveva ben chiara la reale situazione lavorativa che intercorreva tra loro.
Piacere mio, professor Connor... può rivolgersi a me come meglio crede. Sarò lieta di spiegarle tutto il lavoro che si svolge per seguire la Casata, e se avesse qualche dubbio le prometto che tenterò di risolverlo al meglio delle mie capacità.
In quanto professore, signor Connor, lei è libero di chiamare i suoi studenti come preferisce, che sia per nome o per cognome. Allo stesso modo può dare loro del "tu" o del "lei", ma ci tengo sempre a ricordare che, per quanto vicini possiamo sentirci ai nostri studenti, è sempre meglio lasciare un certo distacco professionale tra noi e loro.
Ecco, colpito e affondato... Due volte!
Alexis, il professor Connor ha accettato la carica di Prefetto ben consapevole di non saper bene cosa fare: conto su di te per spiegargli al meglio tutto ciò che dovrà fare per eseguire al meglio i suoi doveri. Delfinazzurro quest'anno sta vincendo la Coppa delle Case, e vorrei che l'eccellenza che abbiamo mostrato in questi mesi continuasse ancora a lungo.
Le ultime parole della superiore comunque, fecero riaccendere in Dylan la fiamma dell'attenzione e della determinazione. Il suo compito prima di tutto era cercare di aiutare quanto più possibile a fare in modo che la casata azzurra fosse sempre ben controllata e tenuta, oltre al fatto che la maggior parte degli studenti avrebbero preso loro due prefetti come esempio, o più che altro il problema reale era che avrebbero preso lui come esempio, bel guaio! Però non poteva demordere così, facendo intendere che stesse già mollando solo per qualche difficoltà. A casa i suoi genitori credevano in lui e cosa più importante, come sarebbe mai cresciuto senza assorbire qualche colpo basso da parte della vita?
Eccellenza sarà il secondo nome della coppia Parker-Connor vice preside, promesso!
Tanta era la forza nel tono e nella postura effettuata per pronunciare quelle parole che se Monique e Alexis si fossero attese anche un saluto militare con colpo di tacchi probabilmente non avrebbero avuto così tanti torti. Fortunatamente questo non avvenne e il risultato forse fu una sorta di via di mezzo tra il divertente e l'ammirevole. Poco dopo, la donna più grande dei tre fece capire che se non avevano altre questioni da sollevare, per quello che la riguardava potevano anche andare e avviarsi in direzione della loro sala comune e Dylan non ebbe obiezioni in merito.
Assolutamente professor Connor, possiamo andare anche subito se per lei va bene.
Professor... Connor... Wow!
...... Oh, oh si si, certamente, fammi pure strada Al....
Occhiata in direzione di Monique, annuì appena inspirando prima di riprendere a parlare.
... Fammi pure strada signorina Parker, la seguo! Signorina Vireau, buona serata e ci vediamo tra poco per la cena!
Sperando di esser riuscito a guadagnarsi un sorriso amichevole e compiaciuto da parte della superiore, il ragazzo attese di allontanarsi con Alexis fino all'uscita non dimenticandosi la propria valigetta di pelle nera, e una volta chiusa la porta, con tutto che era ancora vicina a se la prefetta, socchiuse gli occhi prendendo un gran respiro di sollievo.
Uff, bene, adesso calmiamoci e cominciamo a lavorare come si deve!
Ok, allora Al... Uff, beh diciamo che per i primi tempi ti chiamerò per nome e fallo anche tu per cortesia, al momento non riesco ad essere distaccato, quando avrò imparato allora vorrà dire che cambieremo abitudini va bene?
Chiese retoricamente alla collega, mentre prendevano a camminare per il lungo corridoio. Il ragazzo ancora si guardava ancora attorno di tanto in tanto, sorpreso di vedere le cose sotto un aspetto diverso, più maturo, più grande, differente da quando il corridoio diretto verso l'ufficio della vice preside era il più brutto del mondo perchè significava che c'erano delle punizioni in arrivo per qualche comportamento scorretto, anche se effettivamente lui di punizioni durante il suo percorso scolastico non ne aveva mai ricevute. Camminava ancora al fianco della prefetta, guardandola di tanto in tanto per ammirare i tratti distintivi del suo viso, delle labbra, delle ciglia e del collo, ben proporzionato e dalla pelle chiaramente molto liscia che emanava assieme a tutto il resto del corpo un profumo piacevolmente leggero. Per poco non inciampava durante la prima scalinata incontrata, troppo intento a guardarla e si riprese all'ultimo per chissà quale benedizione.
Oh, accidenti! Che sbadato che sono, ancora un altro po' a guardare i tuoi tratti perfetti e finivo la mia carriera scolastica al San Mungo! Grazie davvero per tutto quello che fai e farai per me, ti devo molto, anzi a pensarci bene...
Si fermò, in mezzo alla scalinata con la ragazza che probabilmente si sarebbe bloccata vedendolo interrompere il passo, per dedicare ancora qualche secondo all'osservazione del viso bello e delicato di lei. Due occhi scintillanti, labbra carnose e nasino ottimamente sistemato su un volto dalla curvatura eccellente, per non parlare poi della chioma di capelli che come onde marine placide carezzavano le spalle e ricadevano un po' più in giù. Il soggetto ideale per alimentare ancor di più la sua sete infinita di arte e creatività.
... Sappi che presto, ti farò un ritratto! Ed ovviamente te lo regalerò, questo per ringraziarti di tutto lo sforzo che farai per istruire un professore e prefetto tra le nuvole come me!
Già, avete capito bene, per Dylan ogni scusa era buona per prendere il pennello ed iniziare a creare meraviglia e arte, e quale occasione migliore che ringraziare un viso angelico per tutto l'estenuante lavoro che avrebbe svolto per aiutarlo a crescere e apprendere il suo mestiere? Non sapeva se effettivamente Alexis sarebbe stata d'accordo, se avesse accettato o meno di rendersi musa ispiratrice per un ritratto del nuovo insegnante di alchimia, ma per Dylan un concetto era sempre rimasto certo e impossibile da smentire:
Non importa se mi guarderai o meno, perché a prescindere dalla tua volontà, quando sarai destinata a diventare eterna, eterna diventerai grazie a me, servo della tua infinita bellezza. - CONCLUSIONE -
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da Monique » 17/06/2012, 19:15
[Mercoledì - ore 23.50]
Prego, si accomodi.
Avevano camminato in silenzio dall'Infermeria fino al suo ufficio, senza emettere un fiato: c'erano così tante cose che Monique avrebbe voluto sapere, capire... ad esempio che tipi erano i suoi zii. Sì, magari era la domanda più stupida da fare, ma per una persona costantemente sola come lei sarebbe stato bello - come stava pensando poco prima - avere dei familiari su cui contare. Lasciò che fosse lui a chiudersi la porta alle spalle, mentre Moni si dirigeva alla scrivania e vi si sedeva dietro, accavallando le gambe e passandosi una mano tra i capelli con aria stanca.
Innanzitutto, gradirei perlomeno conoscere il suo nome. Insomma, lei è il padrino di Tisifone, di mia... - s'interruppe, sospirando un momento - ... beh, spero vorrà concedermi di sapere almeno questo. Detto ciò, ci tengo ad informarla che la cosa che ci ha attaccati nella Foresta causando l'incendio non è stata uccisa, quindi le sconsiglio una passeggiata nei dintorni caso mai ci stesse pensando.
Nessun sarcasmo nella voce, lo stava solo avvisando che il pericolo c'era e rimaneva tale, quindi meglio non stuzzicare troppo la fortuna. Lo fissò per un lungo istante, prima di riprendere a parlare.
Sua figlia è stata davvero brava, ha combattuto bene. Purtroppo eravamo totalmente impreparati, e questo ci ha penalizzato. Non succederà una seconda volta.
E quella era una promessa che Monique stava facendo in primis a se stessa: ma ora basta parlare di quello che era successo col Mezzo-Drago... avevano questioni più importanti da risolvere.
Se le ho chiesto di venire qui, comunque, non è certo per parlarle di ciò che è successo nella Foresta, a meno che lei non voglia dettagli aggiuntivi... io voglio parlare di Tisifone, e... del rapporto che ci lega - eccola, la parte più difficile di tutte. Ce l'avrebbe fatta? Beh, doveva farcela, doveva essere sicura che lei non corresse alcun pericolo - Abbiamo recentemente scoperto di... essere cugine - un altro respiro, la voce appena tremula nel pronunciare quella parola -Io non ne avevo idea, e dubito che mio padre lo sappia. Ecco, vorrei che le cose rimanessero così. Nicholas è bravo a far del male a chi mi sta intorno, e non voglio che succeda niente a Tisifone, soprattutto per colpa mia: so che non potete controllarla ogni momento, ma è giusto che io vi metta in guardia cosicché possiate proteggerla al meglio delle vostre forze.
Si fermò ancora una volta, chiedendosi se e quanto quella notizia avrebbe potuto coinvolgere l'uomo.
Voi siete la famiglia di Tisifone, e lei... è la mia, in un certo senso. Vorrei poter andare d'accordo con voi, vorrei che potessimo... collaborare. E sono disposta a tutto, qualsiasi cosa, per farlo.
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da Asher » 17/06/2012, 21:04
L’aveva seguita in silenzio, tenendosi un passo indietro rispetto a lei non tanto per rispetto, ma quanto per poter risolvere in pace e senza essere notato un piccolo dettaglio che non aveva curato precedentemente, non per incuria, ma perché non credeva che ne avrebbe avuto bisogno. Nascondere i propri lineamenti nel buio di un corridoio era una cosa semplice da fare, bastava giocare con le ombre e la copertura del suo cappuccio, in un ufficio illuminato sarebbe diventato leggermente problematico. La sua paranoia gli impediva di mostrare alla donna il suo vero volto, ma allestire qualcosa di perfetto in così breve tempo e senza dare nell’occhio non era una cosa semplice. Così Demetri dovette accontentarsi di farsi crescere lunghi capelli castani i cui boccoli andavano a mescolarsi con una barba folta: una mise quella che non si sarebbe mai sognato di portare normalmente. Prego, si accomodi.Richiuse piano la porta dietro alle sue spalle e si abbassò il cappuccio del mantello, mostrando così a Monique il suo “nuovo” volto. La seguì fino alla sua scrivania, prendendo posto sulla sedia di fronte a lei, le mani nascoste tra le pieghe del mantello, esattamente dove erano state per tutto il tragitto: una intorno alla bacchetta, l’altra intorno all’ampolla. Innanzitutto, gradirei perlomeno conoscere il suo nome.Inarcò un sopracciglio per quella sua sfacciataggine che la maggior parte delle persone avrebbero considerato semplice cortesia e buona educazione: presentarsi. Dopotutto lei lo aveva fatto prima in corridoio, anche se lui non le aveva chiesto nulla. Probabilmente la donna considerò il suo silenzio quello che realmente era e cioè un diniego silenzioso. Insomma, lei è il padrino di Tisifone, di mia...Quella esitazione bastò a far comprendere a Demetri che lei sapeva che tipo di legame esisteva con Tisifone, la domanda che ora premeva nella mente del pozionista era se quella conoscenza era o meno reciproca. … beh, spero vorrà concedermi di sapere almeno questo. Mi spiace ma non sono il tipo che fa concessioni…Rispose con un tono di voce pacato e un cenno della testa che ricordava tanto quello che facevano gli uomini di fine ottocento quando si volevano scusare con la donzella di turno per un loro comportamento inopportuno. Sembrava quindi dispiaciuto anche se solo chi lo conosceva bene si sarebbe accorto che invece era sarcastico. Detto ciò, ci tengo ad informarla che la cosa che ci ha attaccati nella Foresta causando l'incendio non è stata uccisa, quindi le sconsiglio una passeggiata nei dintorni caso mai ci stesse pensando.Grazie per l’avvertimento ma non avevo in programma una passeggiata al chiaro di luna.Commentò, cercando di modulare la voce in modo da essere il meno scortese possibile. Se voleva delle informazioni da quella donna forse avrebbe dovuto comportarsi più da bravo Grifondoro, anche se ormai la gaffe per eccellenza l’aveva già fatta. Sua figlia è stata davvero brava, ha combattuto bene. Purtroppo eravamo totalmente impreparati, e questo ci ha penalizzato. Non succederà una seconda volta.Se avesse combattuto bene non si troverebbe in Infermeria.Era questo quello che avrebbe voluto rispondere, sottolineando come non aveva cresciuto Tisifone per farsi trovare impreparata da una qualsiasi creatura esistente. Sono certo che farete del vostro meglio per far tornare Hogwarts un luogo sicuro per gli studenti per il prossimo anno.Disse invece, cercando di essere accondiscendente e gentile, anche se non riuscì a impedire a una lieve nota di sarcasmo di scivolare fuori dalla sua bocca. Poteva solo sperare che l’altra non se ne fosse accorta o che non ci desse troppo peso. Se le ho chiesto di venire qui, comunque, non è certo per parlarle di ciò che è successo nella Foresta, a meno che lei non voglia dettagli aggiuntivi... io voglio parlare di Tisifone, e... del rapporto che ci lega Fortunatamente sembrava che non si fosse offesa, visto che aveva toccato l’argomento che gli interessava principalmente e cioè il rapporto tra lei e Tissy. Si mise comodo sulla poltrona su cui era seduto, ascoltando in silenzio tutto quello che Monique aveva intenzione di dirgli, senza confermare né negare nulla. Abbiamo recentemente scoperto di... essere cugine non ne avevo idea, e dubito che mio padre lo sappia. Non lo sapeva nessuno piccola impicciona… solo noi quattro.. o meglio dovrei dire due… visto che gli altri sono stati uccisi.La rabbia velava i suoi pensieri ma non tanto da fargli perdere il controllo di sé, continuando a sembrare esternamente impassibile e attento. Ecco, vorrei che le cose rimanessero così. Nicholas è bravo a far del male a chi mi sta intorno, e non voglio che succeda niente a Tisifone, soprattutto per colpa mia: so che non potete controllarla ogni momento, ma è giusto che io vi metta in guardia cosicché possiate proteggerla al meglio delle vostre forze. Lei è l’unica persona da cui suo padre potrebbe attingere questa informazione.Si lasciò sfuggire con un tono neutro, la posa delle spalle rilassata, come se stessero facendo una normale conversazione e all’interno del suo animo non si stesse combattendo una furiosa battaglia per sopprimere il folle desiderio di schiantare quella insulsa ragazzina. Non gli piaceva il senso che credeva di cogliere in quelle parole, come se loro non facessero abbastanza per proteggere la loro piccola, quando invece vi avevano dedicato tutta la loro vita. Voi siete la famiglia di Tisifone, e lei... è la mia, in un certo senso.Oh no… questo non accadrà mai… non fino a quando sarò vivo.Aveva promesso a Lucifer che avrebbe tenuto Tisifone lontano dai guai e i Vireau erano sinonimo di guai grossi, enormi, per non parlare del fatto che erano stati la causa del trasferimento dei suoi amici in Russia. Vorrei poter andare d'accordo con voi, vorrei che potessimo... collaborare. E sono disposta a tutto, qualsiasi cosa, per farlo.Questi erano i discorsi pregni di amore e buone intenzioni che di solito facevano sciogliere Asher, facendogli perdere obiettività e lucidità e che davano sui nervi a Demetri perché li considerava una raffinata espressione di ipocrisia. Vorreste collaborare con noi per… cosa? Qual è il suo obiettivo? – chiese invece, cercando di comportarsi come avrebbe fatto il compagno – Oltre che tenere Tissy al sicuro, ovviamente.
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Asher
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da Monique » 17/06/2012, 21:28
Aveva deliberatamente evitato di dare peso a tutti i commenti sarcastici, concentrandosi su ciò di cui davvero le premeva parlare: Tisifone. Aveva capito che quell'uomo, che si era rifiutato persino di presentarsi, non sarebbe stato un tipo facile e che avrebbe dovuto ricorrere a tutta la pazienza che aveva in corpo per evitare di urlare e prenderlo a male parole.
Lei è l’unica persona da cui suo padre potrebbe attingere questa informazione.
Allora non conosce così bene mio padre.
Replicò Monique con una lieve alzata di spalle: figuriamoci, quanto ci avevano messo lei e Tisifone a scoprire la verità? E, di conseguenza, quanto ci avrebbe messo Nicholas Vireau se solo gli fosse venuto il sospetto che qualcosa non quadrava?
Vorreste collaborare con noi per… cosa? Qual è il suo obiettivo? Oltre che tenere Tissy al sicuro, ovviamente.
Tissy...
Mormorò la donna, perdendo il filo del discorso per un momento: era un bel soprannome, quello... rendeva più dolce la figura della cugina, le piaceva. Chissà se avrebbe potuto chiamarla così, un giorno. Prese un gran respiro, abbassando per un momento lo sguardo prima di tornare a fissare l'uomo con un'aria seria e decisa in volto.
Mi ascolti. So cosa sta pensando: "E' figlia di Nicholas Vireau, non ci si può fidare" ... l'ho già sentito mille volte. Il punto è che Tisifone è un bersaglio, meno conosciuto di altri ma pur sempre un bersaglio. Io la considero un'amica, forse la prima che ho, e non voglio rischiare di metterla in pericolo: tuttavia non la costringerò ad evitarmi, perciò a meno che non lo facciate voi, temo dovrete accettare che io e lei siamo cugine. Siamo legate, signore, e per quanto mi dispiaccia da una parte dall'altra sono felice di sapere che non tutti i componenti della mia famiglia meriterebbero di morire.
Si alzò in piedi, avvicinandosi ad una teca per aprirla e prendere qualcosa all'interno di essa, tornando poi a sedersi di fronte a lui con la mano destra al momento nascosta sotto la scrivania.
Ci sono fin troppe persone che mi vogliono morta... o peggio - e qui il suo pensiero volò a Tyslion - Magari alcune rappresentano una minaccia per Tisifone, altre invece magari no... ma mi piacerebbe pensare di poter andare d'accordo con voi perché siete la cosa più preziosa che ha, qualcosa che io non ho avuto la fortuna di avere. Io non permetterò a mio padre di arrivare a Tisifone, vi sto solo chiedendo un po' di fiducia.
Possibile che fosse così difficile? Quante altre volte si sarebbe dovuta umiliare per provare di non essere come il padre? Perché nessuno riusciva a capire che lei teneva davvero a quella donna, che la considerava davvero l'unica nota positiva nella sua famiglia? Perché l'uomo che aveva di fronte non riusciva a pensare che forse anche Tisifone, dopo lo sconcerto iniziale, avrebbe potuto essere... felice di saperla sua cugina? Scosse la testa, mentre ciò che teneva stretto nella mano destra venne rivelato e posato sulla scrivania: una boccetta di vetro colma di liquido trasparente.
Sembra che fare Vireau di cognome sia una maledizione, perciò... - mormorò Moni, allungando la boccetta all'uomo - Veritaserum, controllate se non mi credete. Sono disposta ad assumerlo di fronte a voi, per provarvi che non sono una pedina di mio padre, che non voglio fare del male a Tisifone e che, Merlino mi è testimone, voglio solo avere un rapporto normale, amichevole... con lei e con voi.
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Monique
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da Asher » 17/06/2012, 22:28
Allora non conosce così bene mio padre.
Oh certo che lo conosceva e lo conosceva benissimo, fin troppo per i suoi gusti e per questo aveva, insieme ad Asher, cancellato ogni traccia che collegava Tisifone non solo ai Vireau ma a chiunque altro. Per il Mondo Magico europeo Catherine Townley e Lucifer Saintfall erano morti avvelenati subito dopo i M.A.G.O. ad opera di ignoti mentre il Mondo Magico russo aveva pianto e seppellito Cassiopea e Sirius Samyliak in un cimitero al di fuori di un villaggio a Ekaterimburg insieme alla loro unica figlia di dodici anni. L’unico motivo per cui non avevano alterato i ricordi della ragazza, facendole credere di avere un altro nome era semplicemente che Tisifone Samyliak in quella parte di mondo era un nome comune, come dire Mario Rossi in Italia. Queste erano le premesse su cui Demetri basava la sua sicurezza, quindi l’unico modo per cui qualcuno poteva venire a conoscenza del fatto che Monique e Tisifone erano cugine era solo ed esclusivamente da parte della donna che aveva di fronte.
O di quel dannato di Vastnor.
Il pensiero lo invase con una forza inaudita tanto che fu costretto a stringere con più forza la mano intorno alla bacchetta per evitare di digrignare i denti. Ecco l’altra falla nel loro piano perfetto, l’uomo di cui Asher si fidava ciecamente e che non era conosciuto come la persona più affidabile del pianeta, visto quello che aveva fatto a Tyslion. Che anche Asveras fosse a conoscenza del segreto di Tisifone non preoccupava Demetri più di tanto perché sapeva che di lui ci si poteva fidare. Scosse la testa, come a voler liberare gli occhi da un ricciolo ribelle, ma in realtà era per schiarirsi la testa da tutti quegli inutili pensieri. Doveva essere lucido per poter leggere tra le righe del discorso che la VicePreside stava per fargli.
Tissy...
Sorrise interiormente a quel mormorio, disgustato di come le donne in generale fossero così prevedibili. Bastava un soprannome detto con affetto per farle squagliare e abbassare la guardia e Monique Vireau a quanto sembrava non era da meno.
Mi ascolti. So cosa sta pensando: "E' figlia di Nicholas Vireau, non ci si può fidare" ... l'ho già sentito mille volte. Il punto è che Tisifone è un bersaglio, meno conosciuto di altri ma pur sempre un bersaglio. Io la considero un'amica, forse la prima che ho, e non voglio rischiare di metterla in pericolo: tuttavia non la costringerò ad evitarmi, perciò a meno che non lo facciate voi, temo dovrete accettare che io e lei siamo cugine. Siamo legate, signore, e per quanto mi dispiaccia da una parte dall'altra sono felice di sapere che non tutti i componenti della mia famiglia meriterebbero di morire.
Non ha una buona opinione della sua famiglia.
Si limitò a commentare, per cercare di invogliarla a sbottonarsi ed eventualmente vomitare qualche cattiveria di cui non era a conoscenza su Nicholas Vireau. Dopotutto lui non aveva risposto apertamente al suo precedente interrogativo e quindi forse la donna pensava che la sua conoscenza con quel verme fosse solo superficiale.
Dubito che potrebbe dirmi qualcosa che non so già, però…
Si disse, giocando quindi quella carta. Non appena la francese si alzò in piedi, Demetri arretrò sulla poltrona, la punta della sua bacchetta che seguiva ogni movimento della giovane, pronto a reagire nel caso volesse tirargli qualche brutto scherzo. Si tese per cercare di vedere cosa avesse preso dalla teca che aveva aperto, senza alcun successo, e dovette fare uno sforzo immane per evitare di fissarle la mano chiusa a pugno, dimostrando così palesemente la sua totale mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Ci sono fin troppe persone che mi vogliono morta... o peggio. Magari alcune rappresentano una minaccia per Tisifone, altre invece magari no... ma mi piacerebbe pensare di poter andare d'accordo con voi perché siete la cosa più preziosa che ha, qualcosa che io non ho avuto la fortuna di avere. Io non permetterò a mio padre di arrivare a Tisifone, vi sto solo chiedendo un po' di fiducia.
La fiducia non è una merce che si compra a poco prezzo.
Commentò serio, mandando alle ortiche il suo intento di sembrare più docile, più remissivo, più disponibile verso gli altri, più Grifondoro in una sola parola.
Sembra che fare Vireau di cognome sia una maledizione, perciò...- Veritaserum, controllate se non mi credete. Sono disposta ad assumerlo di fronte a voi, per provarvi che non sono una pedina di mio padre, che non voglio fare del male a Tisifone e che, Merlino mi è testimone, voglio solo avere un rapporto normale, amichevole... con lei e con voi.
Cercò di dissimulare il suo interessa quando la ragazza aprì la mano a rivelare una boccettina contenente un liquido trasparente.
Veritaserum…
Il suo istinto da pozionista gli aveva rivelato il contenuto di quella ampolla ancor prima che la donna avesse parlato e un barlume di qualcosa simile a cupidigia attraversò in un lampo i suoi occhi. In un attimo gli passarono per la mente mille domande che avrebbe potuto farle, non su Tisifone o sui suoi genitori, ma su Vastnor, il rapporto che avevano, i suoi punti deboli, insomma qualsiasi cosa che gli potesse essere utile per aiutare Tyslion a compiere la sua vendetta. Perché di sicuro, offrendosi di bere del Veritaserum Monique non aveva guadagnato punti in credibilità o fiducia agli occhi di Demetri. Stava per accettare, quando l’immagine del viso di Tisifone, stesa sul letto dell’Infermeria gli balenò in mente. Di sicuro la sua piccola non avrebbe preso granchè bene la notizia di lui che somministrava il siero della verità a sua cugina e con tutte le cose di cui avrebbero dovuto discutere quella passava decisamente in secondo piano.
Credo che sia prematuro chiederle di prendere del Veritaserum…
Si rifiutò a malincuore, ma riservandosi in quel modo il diritto di chiederglielo in futuro.
Forse è il caso di ricominciare da capo…
Mormorò poi, stappando in silenzio la boccettina che teneva nella tasca del mantello. Poi evocò due bicchieri d’acqua e mostrando la mano che impugnava la bacchetta prese con l’altra entrambi i bicchieri, facendoli tintinnare e ondeggiare il liquido in esso contenuto. In questo modo voleva mascherare il cadere delle gocce della pozione tracciante, pozione inodore, incolore e insapore che aveva versato in entrambi i bicchieri e i cui effetti erano pressocchè innocui.
Non so a lei, ma io credo di averne bisogno.
Affermò quindi, facendo scomparire la bacchetta tra le pieghe del mantello e lasciando a lei la scelta di quale bicchiere prendere. Certo poteva anche decidere di non bere nulla,ma qualcosa gli diceva che non avrebbe mai commesso una scortesia simile, nonostante lui non si fosse dimostrato questo fulgido esempio di buona educazione.
E non si preoccupi è solo acqua.
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Asher
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