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Messaggioda Monique » 22/01/2013, 15:05

Cosa?

Aveva parlato senza pensare, senza dare peso alle parole, persa nel ricordo dolce di Rose e dei momenti felici passati con lei: questo aveva portato Monique a parlare anche del padre e di quale rapporto ci fosse tra loro, ma esso non era poi un mistero e se solo Brianna si fosse presa la briga di fare qualche ricerca e avesse voluto leggere qualche giornale scandalistico, la storia della famiglia Vireau si sarebbe aperta di fronte ai suoi occhi.
Considerata una delle famiglie magiche più antiche e prestigiose di tutta la Francia, i Vireau erano la famiglia perfetta... almeno all'apparenza:

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Nicholas, eccellente e potentissimo uomo d'affari, grande stratega e fine calcolatore, aveva amici potenti quanto lui sparsi per tutto il mondo, e nonostante possedesse anche un numero indefinito di nemici, la sua influenza, la sua freddezza e il suo denaro gli permettevano di sopravvivere a qualsiasi attacco contro la sua persona.

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Caroline, elegante donna di mondo, bella e sofisticata, i suoi party mondani venivano celebrati da tutto il mondo magico come i migliori a cui si potesse partecipare; e in effetti, ricevere un invito per uno di essi equivaleva ad un onore immenso, e portava la propria reputazione sociale alle stelle.

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E poi c'era lei... Monique, unica - almeno per quanto ne sapeva il mondo magico - erede dell'impero Vireau, ammirata per la sua bellezza ammaliatrice, per la sua preparazione magica, e soprattutto... per la sua voce angelica.
Già, una famiglia perfetta all'apparenza, ma la realtà era ben diversa: da quando una piccola Monique aveva iniziato a pensare con la propria testa, rifiutandosi di seguire i dettami del padre e di consegnargli il proprio dono così da diventare il suo burattino personale e permettergli di assoggettare chiunque al proprio volere, tutto era cambiato; e nonostante cercasse di mantenere ancora una parvenza di perfezione, tutti sapevano che la figlia del grande Vireau odiava sua padre e sua madre - lei, così debole e materialista, incapace di lasciare il marito solo per salvare le apparenze - e che sarebbe stata pronta a fronteggiarlo direttamente, se un giorno ce ne fosse stato il bisogno.

No, no niente… lasci stare.

Forse la Delfina aveva compreso di essersi lasciata andare ad un commento di troppo, e preferì tagliar corto il discorso senza approfondirlo: d'altronde, quella era una delle poche cose di cui Monique avrebbe parlato volentieri... perlomeno non davanti ad una bambina che sembrava felice e circondata dall'affetto dei genitori.
Perché rovinarle quella favola, quando l'incubo che la donna aveva vissuto era suo, e di nessun altro? Scosse appena il capo, come a voler lasciar perdere a sua volta, scusandosi poi però per essere stata forse troppo diretta, troppo cruda nel parlarle dell'immenso potere delle illusioni.

Non si deve scusare professoressa… penso di aver capito… lei ha permesso che io venissi a conoscenza del potere della musica, delle Illusioni e…. beh, come dice papà, la conoscenza è la chiave di tutto… ed io ora so.

Uomo saggio, tuo padre.

Mormorò la Vice Preside con un lieve sorriso, prima di chiederle se preferiva tornare indietro e annuendo alla sua risposta positiva: chiuse gli occhi, richiamò a sé la propria concentrazione e semplicemente, mettendo mano alla bacchetta per smuoverla una seconda volta tramite Incanto Non Verbale, pose fine all'illusione: il manto d'erba tornò ad essere pavimento, il cielo azzurro il soffitto della stanza, i tronchi degli alberi le pareti dell'ufficio, e le due si ritrovarono nuovamente sedute sulle poltroncine davanti e dietro la scrivania, l'una di fronte all'altra.
Quel ritorno alla normalità portò Monique ad essere più lucida, tanto che si mise più dritta con la schiena e si schiarì la voce, lo sguardo sempre amichevole ma più distaccato di prima.

Le sarei grata, signorina Wollis, se non facesse parola di ciò che ha visto e sentito oggi con nessuno, per nessun motivo: come avrà capito non si tratta di un argomento qualsiasi, e vorrei evitare di dover Obliviare le persone che ne verranno a conoscenza senza il mio esplicito permesso.

Probabilmente se si fosse trattato di Alvares si sarebbe preoccupata maggiormente, ma avendo davanti Brianna - alla quale aveva ripreso a rivolgersi come sempre - la donna sperò che quelle parole bastassero per farle capire che doveva davvero mantenere il segreto sempre, con chiunque, a qualunque costo.
Bacchetta ancora alla mano, riaprì la porta e pose fine all'incanto d'insonorizzazione della stanza: in fondo, non c'erano più ragioni per cui si dovessero barricare all'interno dell'ufficio.

Se non vuole chiedermi altro, allora può tornare alle sue faccende.
Mi aspetto di vederla puntuale alle prove del coro... mi raccomando.


E se la bambina non avesse davvero aggiunto altro, anche perché d'informazioni ne aveva probabilmente ricevute più di quante lei stessa si aspettasse, Monique l'avrebbe congedata con un sorriso ed un cenno del capo prima di tornare alle proprie scartoffie.
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Messaggioda Brianna » 22/01/2013, 19:30

Uomo saggio, tuo padre.

Un sorriso, tutto di orgoglio per il padre, illuminò il volto della bambina, felice che Alexander, il suo papà, venisse elogiato dalla Vireau.

Qualche istante più tardi Monique chiese alla bambina se voleva tornare nell’ufficio, e alla risposta affermativa di Brianna, aveva preso la sua bacchetta e aveva posto fine all’illusione.
Pur essendo, questa parte, una cosa che vedeva per la seconda volta – seppur stavolta con la consapevolezza di cosa fosse – non riuscì a rimanere indifferente alla cosa… sapeva cos’era, ma la mente della bambina avrebbe dovuto abituarsi ad una cosa del genere per rimanere indifferente, cosa che ovviamente non poteva essere successa, e che forse non sarebbe successa mai.

Una volta tornate nell’ufficio della Vireau, sedute una di fronte all’altra e non più su un manto d’erba, Monique fece un'altra raccomandazione alla bambina

Le sarei grata, signorina Wollis, se non facesse parola di ciò che ha visto e sentito oggi con nessuno, per nessun motivo: come avrà capito non si tratta di un argomento qualsiasi, e vorrei evitare di dover Obliviare le persone che ne verranno a conoscenza senza il mio esplicito permesso.

Il cambio di voce della donna, lo sguardo, seppur amichevole, ora più distaccato rispetto a prima, unito alle parole della stessa, fecero comprendere a Brianna quanto fosse importante anche quest’ultimo punto… No, non ne avrebbe parlato con nessuno – di questo era certa ora – Monique le aveva dato fiducia, le aveva insegnato una cosa che solo poche persone conoscevano, facendola sentire importante, degna di fiducia di Monique, della Vice Preside, di una delle poche persone al mondo in grado di creare Illusioni… e per niente al mondo avrebbe voluto perdere la fiducia che la donna, e ne era certa, riponeva in lei.

Si, professoressa… le illusioni rimarranno dentro questa stanza, promesso.

E sapeva che avrebbe mantenuto la sua promessa, che non ne avrebbe parlato nemmeno con Sayuri.

Se non vuole chiedermi altro, allora può tornare alle sue faccende.

Si… un’ ultima cosa professoressa… vorrei dirle grazie… grazie per avermi fatto scoprire il potere della musica!

Grazie… era solo una parola, che esprimeva solo in piccolissima parte il senso di gratitudine, di gioia, di profondo rispetto che provava la bambina per quella donna, Monique Vireau, che tanto aveva fatto – e continuava a fare – per lei.

Mi aspetto di vederla puntuale alle prove del coro... mi raccomando.

Ci conti! Come potrei non venire?

Arrivederci professoressa Vireau, buona serata.

E, con queste ultime parole di saluto la bambina uscì dall’ufficio della Vicepreside - non prima di aver salutato anche Fire con una lieve carezza - con un bagaglio culturale che era cresciuto a dismisura in quel poco tempo che aveva passato con lei… non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno, ma ci avrebbe pensato, al potere della musica, alle Illusioni… e se mai avesse sentito il bisogno di imparare, sapeva a chi rivolgersi, così come poteva essere certa che la donna non gliele avrebbe insegnate se ci fosse stato il rischio, anche minimo, che lei facesse del male a Sayuri, o a qualsiasi altra persona.

[FINE]
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Messaggioda Sandyon » 22/01/2013, 23:09

Per via dell'ottima qualità di gioco, conferisco 4 punti esperienza a Brianna.
Per via dell'ottima qualità di gioco, conferisco 4 punti esperienza a Monique.
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Messaggioda Zephyr » 21/05/2013, 23:45

[newsgoth]
Ore 18:35 § Ufficio Vice Preside Vireau § Sabato


Una convocazione di Sabato pomeriggio, alquanto assurdo visto che era un giorno di riposo per i docenti.
Molto del panorama scolastico se ne stava in casa propria, altrove, insomma, quale migliore occasione per combinare qualche guaio.
La sua amica però, Melia, gli disse che per il momento preferiva non cimentarsi in un rischio contro Monique, quindi niente piano ulteriore a parte l'incontro valido per sapere del possibile ingresso nel coro di Hogwarts.
Quando la Herbert gli chiese la motivazione di quel desiderio da parte sua, non seppe rispondere all'istante.
Preferì come al suo solito esprimere la volontà di non esporre i suoi affari al prossimo, ma dentro di se rivide il volto sorridente e felice di Ariel che gli diceva che le avrebbe fatto piacere se lui fosse entrato nel gruppo di canto.
A dir la verità aveva già inviato il messaggio prima di sapere una cosa simile, ma era comunque per essere più vicino al suo giocattolo.
La scelta del Sabato da parte della Vice poteva ricadere nel fatto che dopo il periodo in infermeria gli impegni scolastici erano aumentati ma non voleva precludersi nuove reclute a fronte del vicino arrivo della scuola americana ad Hogwarts per le amichevoli.
Vestito con una maglietta attillata nera a maniche corte e dei jeans bianchi con qualche piccolo strappo, il sedicenne Zephyr percorse tutto il corridoio della Torre Sud alla ricerca dell'ufficio della donna, quello personale, non di Incantesimi.
Non aveva alcuno spartito con se, non possedeva niente che lo potesse aiutare a produrre musica, proprio perché lui di strumenti non ne sapeva molto, sempre perennemente buttato dentro quell'oscuro laboratorio fino a nemmeno due anni prima.
Tutto ciò che voleva fare era parlare con lei, esporre le sue idee e i suoi pensieri e comprendere se ella fosse stata davvero in grado di dargli delle risposte, se fosse davvero così in grado di avere la musica nell'anima come molti studenti in giro per i corridoi affermavano avesse.

Musica nell'anima.
Se scoprisse che ne ho anch'io significherebbe una garanzia in più di possederne una.
Questa donna è un mistero, capisco perché la tengono sott'occhio.
Chissà come sarebbe...


Non terminò la frase, non perché la cosa gli dispiacesse, anzi, ma perché voleva evitare di essere sentito da presenze nascoste.
La prudenza non era mai troppa, questo la Setta glielo aveva insegnato nel corso degli insegnamenti, e se per Melia la scuola rappresentava un parco giochi dove poter cambiare giostra liberamente da un secondo a un altro, per lui era una gabbia ricca di insidie da aggirare per raggiungere ambiti tesori, vedi ad esempio il corpo della professore di Divinazione.
Aveva mandato la lettera a Marcus con la richiesta di informarsi a proposito della vita di Tisifone legata a quella della Vireau, perché quel modo di comportarsi durante l'attacco al Castello gli era apparso sospetto, ma doveva ancora ricevere risposta, semmai ne avesse ricevuta poi, dato che non erano tenuti quei maledetti carcerieri riduttori di libertà ad informarlo delle cose, nemmeno se li aveva aiutati lui.
Arrivato nei pressi dell'ufficio, si bloccò, attivando il proprio potere per odire prima qualunque discorso che la donna avrebbe potuto fare nel frattempo che lo aspettava, per poi alzare il braccio e bussare educatamente.

Kenway.
[/newsgoth]
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Messaggioda Monique » 22/05/2013, 0:14

[Sabato - ore 18.40]


Lavorare di Sabato.
Normalmente sarebbe parso inconcepibile a Monique, che almeno il weekend preferiva starsene un po' tranquilla e per i cavoli propri, ma da quando era uscita dall'Infermeria dopo lo scontro col Mezzo-Drago era stata sommersa di cose da fare, al punto da convocare Zephyr, suo malgrado, il primo giorno del weekend; doveva ammettere, comunque, che la richiesta di Kenway l'aveva spiazzata, e non poco. Non credeva che il Corvonero fosse interessato al coro, ed era soprattutto curiosa di sentire quale fosse il suo dono, se quello della voce o la bravura nel suonare uno strumento.
Lo stava aspettando in piedi, di spalle alla porta del suo ufficio, intenta a fissare fuori dalla finestra che dava sul giardino gli studenti della scuola, alcuni sotto gli alberi a studiare, altri invece decisi a rilassarsi un po'; e pensare che, se le cose contro il Mezzo-Drago e il fratello senz'ali fossero andate storte, nulla di tutto questo sarebbe potuto esistere ancora...
I colpi alla porta ridestarono la donna dai propri pensieri, costringendola a voltarsi verso l'uscio e a schiarirsi la voce prima di domandare chi avesse bussato.

Kenway.

Entri pure, signorino Kenway.

Gli disse allora Monique, aprendo le labbra ad un sorriso gentile e professionale che avrebbe accolto il ragazzo non appena questo fosse entrato nel suo ufficio.

Immagine


Prego, si accomodi.

Gli indicò la sedia di fronte alla scrivania in legno di ciliegio, quella dietro la quale la donna prese posto subito dopo averlo accolto: Fire sonnecchiava ai piedi della poltrona, sempre vicino alla padroncina del resto, e la Vice Preside non aveva motivo di farlo spostare, perciò semplicemente gli si sedette accanto, accavallando una gamba sopra l'altro e poggiando le mani sulle ginocchia.

Allora, signorino Kenway... come mai questa richiesta di colloquio?
Di cosa mi vuole parlare?


Dritta al sodo Monique, ma da quel poco che aveva capito del ragazzo si era fatta l'idea che i convenevoli gli piacessero poco, e allora perché perdere tempo?
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Messaggioda Zephyr » 22/05/2013, 0:39

[newsgoth]
Entri pure, signorino Kenway.


Non se lo fece ripetere due volte, non tanto per euforia quanto per finta educazione.
Aprì la porta ed entrò nell'ufficio della donna, osservandosi quasi subito intorno e portando infine l'attenzione sulla bionda docente.
I capelli di quel colore le donavano, la rendevano leggermente più giovane e conferivano un tocco allegro, quasi sereno al suo sorriso.
Gli occhi rubino di Zephyr si mossero poi a fissare l'esemplare ormai adulto di lupo bianco intento a dormire, tranquillo e beato.
Quell'animale delle nevi gli fece ricordare per un istante la gita ad Hogsmeade dell'anno prima e l'incontro con la Regina dei Ghiacci.
Una tale creatura animale così affine al mondo del freddo gli appariva adesso più simpatica, non indifferente come altri quadrupedi.
Elementi da riferire anche al famoso fiocco di neve che adesso in teoria risiedeva nel suo spirito? Forse... Forse.

Prego, si accomodi.

Se lo permette, Professoressa Vireau, vorrei rimanere in piedi.


Il tono di voce pacato, tranquillo, molto serio, fermo e sicuro di se.
Se quindi Monique avesse acconsentito alla propria richiesta, il giovane sarebbe rimasto lì in piedi, andando di fronte alla cattedra, osservando per appena un secondo le gambe sinuose e sensuali della Vice Preside, dimostrando di essere comunque un minimo sensibile al fascino di quella persona tanto curata quanto aristocratica.
Inspirando profondamente si sistemò le pieghe della maglietta che facevano denotare già una forma del corpo molto adulta, possente, massicia, muscolosa.
Evidentemente il ragazzo si sottoponeva spesso ad allenamenti in grado di temprare il proprio fisico, nella propria camera o nei giardini durante le ore libere, seguendo alcuni dei consigli dati dal docente Stone nelle sue tante lezioni teoriche di addestramento al Quidditch.
Mani congiunte dietro la schiena, labbra umettate da un filo di saliva passata dalla lingua.

Allora, signorino Kenway... come mai questa richiesta di colloquio?
Di cosa mi vuole parlare?


Innanzitutto volevo farle i complimenti per il colore dei capelli, le dona molto.


Leggera pausa.

Poi.
Desideravo porle un quesito: Se io pensassi di avere un talento ma non sapessi come scoprirlo, lei cosa mi consiglierebbe?
[/newsgoth]
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Messaggioda Monique » 22/05/2013, 16:07

Appena dato a Zephyr il permesso per entrare nel suo ufficio, subito la figura del Corvonero le si parò di fronte, in tutta la sua fredda educazione: un ragazzo a modo, il Prefetto nero-blu, sempre pacato nei modi e cortese con gli insegnanti... forse fin troppo; alcuni colleghi di Monique rimanevano spesso interdetti dal suo modo di fare, ma alla francese quel suo carattere, quel modo di porsi, non dava fastidio.

Se lo permette, Professoressa Vireau, vorrei rimanere in piedi.

Naturalmente, com'è più comodo signorino Kenway.

In fondo non le serviva certo alzarsi a sua volta per sentirsi sicura di sé di fronte uno studente, non c'era necessità di troneggiarlo per imporre il proprio ruolo agli altri: c'era chi lo faceva, al mondo, ma non doveva valere molto come figura di riferimento; si mise comoda, dunque, sorvolando sull'occhiata che Zephyr lanciò alle sue gambe, prontamente [Riflessi: 25] notata dalla donna, per concentrarsi sulla motivazione che l'aveva spinto a chiederle un incontro.

Innanzitutto volevo farle i complimenti per il colore dei capelli, le dona molto.

Oh... la ringrazio.

Già, i suoi capelli biondi.
In teoria la "penitenza" contro Celine era finita da un pezzo, ma non era ancora tornata al suo colore originale, chissà perché; in realtà non le dispiaceva troppo, essere una bionda come la sua migliore amica, anche se all'inizio era stato quasi un trauma, per lei, guardarsi allo specchio, soprattutto di prima mattina quando ancora il cervello non connetteva al meglio.

Poi.
Desideravo porle un quesito: Se io pensassi di avere un talento ma non sapessi come scoprirlo, lei cosa mi consiglierebbe?


Non era una domanda semplice.
Una volta, la Monique di due o tre anni prima, avrebbe alzato gli occhi al cielo, chiedendosi perché mai una domanda così complessa il ragazzo avesse deciso di porla proprio a lei: a distanza di tempo, le cose erano cambiate, lei stessa era mutata in una persona più saggia e ben disposta, soprattutto verso gli studenti; prese un respiro dunque, si umettò le labbra ed infine decise di parlare.

Credo dipenda dal talento: per alcuni, la via più veloce è mettersi alla prova, e verificare concretamente se questo talento c'è o meno; per altri, è una questione di semplice esercizio, di simulazione se vogliamo; per altri, ancora, bisogna anzitutto comprendere se ci sia la volontà di possedere un tale talento, quindi quanto la persona sia entusiasta al pensiero di possederlo.

Si fermò un momento, studiando il viso del ragazzo di fronte a lei: se voleva entrare nel coro, o se comunque il motivo della sua visita era legato ad esso, forse aveva talento nelle mani, per suonare, o nella voce, per cantare?

Se mi dicesse che tipo di talento lei pensa di avere, se è della sua persona che si sta parlando, potrei aiutarla molto più agevolmente, signorino Kenway...
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Messaggioda Zephyr » 22/05/2013, 23:55

[newsgoth]Alla donna non sfuggiva nulla, forse ormai pronta ed allenata nel fare attenzione a tutto quello che le accadeva, intorno, davanti, dietro, insomma, da qualunque angolazione, per questo non le sfuggì l'occhiata che Zephyr lanciò alle sue gambe ma sembrava proprio che non l'avesse infastidita troppo, forse perché dentro di se sapeva di essere una persona attraente ed inoltre, il ragazzo ormai apparteneva ad una età ormonale nella quale soffermarsi su certi dettagli estetici veniva quasi più forte del normale autocontrollo, o forse l'aveva fatto apposta senza nessun rimorso e completa sfacciataggine? Come al solito i suoi comportamenti non trovavano mai un riscontro con una spiegazione chiara.
A prescindere da quell'episodio, la conversazione andò avanti, spostandosi sul nocciolo della questione, sulla fonte primaria dei dubbi e delle apparenti richieste spontanee sorte nel pensiero e nelle intenzioni del Prefetto Corvonero.
Monique, apparentemente sorpresa dalle parole di Kenway, cercò di trovare in se la risposta adatta per aiutarlo a diradare alcune di quelle nebbie esposte dal giovane, aiutandosi con l'esperienza e la saggezza accumulata in quegli ultimi anni.

Credo dipenda dal talento: per alcuni, la via più veloce è mettersi alla prova, e verificare concretamente se questo talento c'è o meno; per altri, è una questione di semplice esercizio, di simulazione se vogliamo; per altri, ancora, bisogna anzitutto comprendere se ci sia la volontà di possedere un tale talento, quindi quanto la persona sia entusiasta al pensiero di possederlo.

Per il primo caso, non è detto che si possa essere capaci da subito.
Per il secondo, bisogna sapere da dove cominciare, avere un punto di partenza.
Per il terzo, un talento simile ci rende simili ad altri con uno identico, quindi facenti parti di un insieme...


... Quindi forse per una volta tanto, non completamente soli.

Se mi dicesse che tipo di talento lei pensa di avere, se è della sua persona che si sta parlando, potrei aiutarla molto più agevolmente, signorino Kenway...


Ancora una piccola occhiata verso l'animale dormiente, così beato, così tranquillo, sicuro che la padrona non avesse bisogno di lui, fiducioso.
La fiducia, un termine che Zephyr conosceva poco e al quale si affidava ancor meno, proprio per evitare dispiaceri e problemi.
Al momento tra lui e Melia più che un'amicizia vigeva una collaborazione, questo lo sapeva perfettamente, per questo non si sentiva nelle stesse condizioni di quel lupo con lei, perché non avrebbe potuto dormire sonni tranquilli sapendo che c'era lei a proteggerlo, perché una parte di lui gli suggeriva che non fosse ancora così... Per questo invidiava a prescindere quell'animale, anche se privo di tanti poteri o doni come li aveva lui.
Poteri, doni, capacità, non conferiscono amicizia, non conferiscono diritti sul prossimo, né onori.
Spostando la vista ancora una volta sulla Vice Preside, il Prefetto Kenway per un attimo la fissò con intensità, schiudendo le labbra come a voler parlare, dire qualcosa, ma percepì il fiato bloccarsi in gola, quindi per qualche secono non disse nulla, come se fosse intento a pensarci ulteriormente. Abbassò lo sguardo, sbatté le palpebre, ricercando nell'anima qualcosa che... Ah già, dove pensava di cercare?
Alzò di nuovo il capo, sempre rispetto, sempre educazione, sempre curata ed elegante finzione.

Io professo il silenzio, perché non sento il bisogno di esporre i miei pensieri, perché sono una mia proprietà.
Ma allo stesso tempo, sento una forte... Rabbia, emozione, caos dentro di me, che si tramuta in fiumi di parole, veloci e impetuose.
Capisce quello che intendo, Vice Preside Vireau?
[/newsgoth]
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Messaggioda Monique » 23/05/2013, 0:47

Per il primo caso, non è detto che si possa essere capaci da subito.
Per il secondo, bisogna sapere da dove cominciare, avere un punto di partenza.
Per il terzo, un talento simile ci rende simili ad altri con uno identico, quindi facenti parti di un insieme...


Non commentò quelle parole, non perché fossero sbagliate, assolutamente, ma perché le sembrava che quella di Zephyr fosse più una riflessione tra sé che non un pensiero da voler condividere con Monique, come se avesse assimilato le parole della donna e ci stesse riflettendo sopra: in quel caso, mettersi in mezzo sarebbe stato del tutto inopportuno, doveva lasciare al ragazzo il tempo necessario per analizzare ciò che aveva sentito e giungere alle proprie conclusioni.
Certo era, però, che senza delle indicazioni da parte del Prefetto Corvonero, difficilmente la donna avrebbe potuto aiutarlo a comprendere quale fosse il suo dono: per questo gli chiese di essere più specifico, di farle capire a cosa si stesse riferendo.

Io professo il silenzio, perché non sento il bisogno di esporre i miei pensieri, perché sono una mia proprietà.
Ma allo stesso tempo, sento una forte... Rabbia, emozione, caos dentro di me, che si tramuta in fiumi di parole, veloci e impetuose.


Ogni piccolo neurone presente nel cervello di Monique si scosse nel sentire quelle parole, facendole fare un ragionamento musicale e deduttivo che durò circa un millesimo di secondo: ora sapeva quale potesse essere il talento di Zephyr.

Capisce quello che intendo, Vice Preside Vireau?

Sì, signorino Kenway.

Rispose la francese, alzandosi in piedi per andare alla teca della libreria presente sulla destra rispetto alla scrivania, ed aprirla così da cercare in una cartellina tra diversi spartiti quello che le interessava: amava la musica, di qualunque tipo, e i babbani, in fatto di generi musicali, offrivano davvero una selezione ampia di possibilità a cui Monique, grazie a Rose, aveva attinto fin da piccola, diventando una piccola enciclopedia vivente sull'argomento.

Credo che lei abbia il rap, nel sangue.

Aggiunse la Vice Preside quand'ebbe trovato ciò che le interessava, prendendo uno spartito per tornare poi alla scrivania, posando sul tavolo, e dargli vita con un colpo di bacchetta dopo aver insonorizzato la stanza, così da permettere solo a loro due di ascoltare la musica da lei proposta.

Ascolti attentamente, signorino Kenway.

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=j5-yKhDd64s[/yt]


I'm not afraid to take a stand
Everybody come take my hand
Well walk this road together, through the storm
Whatever weather, cold or warm
Just let you know that, you're not alone
Hola if you feel that you've been down the same road

Non ho paura ad espormi
Tutti mi tenete la mano
Percorreremo la strada insieme sfidando la tempesta
In qualsiasi condizione, caldo o freddo
Voglio solo farvi sapere che non siete da soli
Bene se sentite questo aveve vissuto quello che ho vissuto io


You can try and read my lyrics off of this paper before I lay em
But you won't take this thing out these words before I say em
Cause ain't no way I'm let you stop me from causing may em
When I say em or do something I do it, I don't give a damn
What you think, I'm doing this for me, so fuck the world
Feed it beans, it's gassed up, if a things stopping me
Imma be what I set out to be, without a doubt undoubtedly
And all those who look down on me I'm tearing down your balcony

Leggi i testi da questo foglio prima che lo metta via
Ma riuscirai a capire solo quando lo spiegherò io
Perché non c'è modo, io mi farò fermare prima di causare un disastro
Quando dico o faccio qualcosa lo faccio, non me ne frega niente
Cosa credi, lo sto facendo per me stesso, a fanculo il mondo
Nutrilo, si espanderà, se una cosa mi fermerà
Io sarò quello che ho deciso di essere, senza dubbio
E tutti coloro che guardano in giù verso di me, sto abbattendo il vostro balcone


No if ands or buts don't try to ask him why or how can he
From Infinite down to the last Relapse album he's still shit and
Whether hes on salary, paid hourly
Until he bows out or he shits his bowels out of him
Whichever comes first, for better or worse
He's married to the game, like a fuck you for christmas
His gift is a curse, forget the earth he's got the urge
To pull his dick from the dirt and fuck the whole universe

Niente se e o senza, ma prova a chiedergli perché o come possa farlo
Da Infinite fino alll'ultimo album Relapse lui è ancora forte
Sia che abbia lo stipendio, o che sia pagato ogni ora
Fino a che non si inchina o espelle le sue viscere
Cosa arriva prima, nel bene e nel male
Lui è sposato con il gioco, come un vaffanculo per Natale
Il suo dono è una maledizione, dimentica la terra lui ha il desiderio
Per estrarre il suo cazzo dalla sporcizia e fottere tutto l'universo


I'm not afraid to take a stand
Everybody come take my hand
Well walk this road together, through the storm
Whatever weather, cold or warm
Just let you know that, you're not alone
Hola if you feel that you've been down the same road

Non ho paura ad espormi
Tutti mi tenete la mano
Percorreremo la strada insieme sfidando la tempesta
In qualsiasi condizione, caldo o freddo
Voglio solo farvi sapere che non siete da soli
Bene se sentite questo aveve vissuto quello che ho vissuto io


Ok quit playin' with the scissors and shit, and cut the crap
I shouldn't have to rhyme these words in the rhythm for you to know it's a rap
You said you was king, you lied through your teeth
For that fuck your feelings, instead of getting crowned you're getting capped
And to the fans, I'll never let you down again, I'm back
I promise to never go back on that promise, in fact
Let's be honest, that last Relapse CD was "ehhhh"
Perhaps I ran them accents into the ground
Relax, I ain't going back to that now

Ok basta giocare con le forbici e questa roba, e smettila con questa merda
Non dovrei rappare queste rime in modo che tu sappia che questo è rap
Hai detto di essere il re, ma hai mentito tra i denti
Per questo fotti i tuoi sentimenti, invece di essere incoronato tu verrai incappucciato
E per i fans, non vi ti deluderò ancora, sono tornato
Prometto di non recedere mai da questa promessa, di fatto
Siamo onesti, l'ultimo CD Relapse è stato ehhhh
Forse ho buttato a terra i loro accenti
Rilassatevi, non tornerò indietro a quello ora


All I'm tryna say is get back, click-clack BLAOW
Cause I ain't playin' around
There's a game called circle and I don't know how
I'm way too up to back down
But I think I'm still tryna figure this crap out
Thought I had it mapped out but I guess I didn't
This fucking black cloud's still follow's me around
But it's time to exercise these demons
These motherfuckers are doing jumping jacks now!

Tutto ciò che sto cercando di dire è torno indietro, click-clack blaow
Perché non sto più giocando
C'è un gioco chiamato cerchio ma io non so come farlo
Sono troppo in alto per scendere
Ma penso di essere ancora alla ricerca del senso di questa roba
Credevo di aver mappato tutto ma credo proprio di non esserci riuscito del tutto
Queste cazzo di nuvole nere mi seguono ancora
Ma è momento di esercitare questi demoni
Questi figli di puttana si stanno allenando ora!


I'm not afraid to take a stand
Everybody come take my hand
Well walk this road together, through the storm
Whatever weather, cold or warm
Just let you know that, you're not alone
Hola if you feel that you've been down the same road

Non ho paura ad espormi
Tutti mi tenete la mano
Percorreremo la strada insieme sfidando la tempesta
In qualsiasi condizione, caldo o freddo
Voglio solo farvi sapere che non siete da soli
Bene se sentite questo aveve vissuto quello che ho vissuto io


And I just can't keep living this way
So starting today, I'm breaking out of this cage
I'm standing up, Imma face my demons
I'm manning up, Imma hold my ground
I've had enough, now I'm so fed up
Time to put my life back together right now

E non posso continuare a vivere in questo modo
Quindi a partire da oggi, cercherò di uscire da questa gabbia
Sono in piedi, sconfiggerò i miei demoni
Mi sto equipaggiando, mi terrò stretto a terra
No ho avuto abbastanza, ora sono stufo
È ora di rimettere assieme la mia vita


It was my decision to get clean, I did it for me
Admittedly I probably did it subliminally for you
So I could come back a brand new me, you helped see me through
And don't even realise what you did, believe me you
I been through the ringer, but they can do little to the middle finger
I feel like I got a tear in my eye, I feel like the king of
My world, haters can make like bees with no stingers, and drop dead
No more beef flingers, no more drama from now on, I promise
To focus soley on handling my responsibility's as a father

E' stata una mia decisione qualla di ripulirmi, l'ho fatto per me
È vero che probabilmente l'ho fatto subliminale per voi
Così ho potuto far tornare un nuovo me, mi avete aiutato ad uscire dal tunnel
E non capite neppure quello che avete fatto, credetemi
Sono passato dalla suoneria, ma possono fare ben poco dopo un dito medio
Penso di aver una lacrima nell'occhio, mi sento come il re del
Mio mondo, gli haters ormai sono come le api senza pungiglione, possono morire
Niente più beef, niente più problemi d'ora in poi, lo prometto
Per concentrarmi esclusivamente sulla gestione delle mie responsabilità di padre


So I solemnly swear to treat this roof like my daughters and raise it
You couldn't lift a single shingle lonely
Cause the way I feel, I'm strong enough to go to the club
Or the corner pub and lift the whole liquor counter up
Cause I'm raising the bar, I shoot for the moon
But I'm too busy gazing at stars, I feel amazing and

Così giuro solennemente di trattare sempre questo tetto come le mie figlie e di risollevarlo
Non si può lasciare neanche una sola tegola per conto suo
Perché per la forma in cui sono, mi sento abbastanza forte per andare al club
E svuotare il contenitore degli alcolici
Perchè voglio alzare l'asticella, io punto alla luna
Ma sono troppo occupato a guardare stelle, mi sento benissimo e


I'm not afraid to take a stand
Everybody come take my hand
Well walk this road together, through the storm
Whatever weather, cold or warm
Just let you know that, you're not alone
Hola if you feel that you've been down the same road

Non ho paura ad espormi
Tutti mi tenete la mano
Percorreremo la strada insieme sfidando la tempesta
In qualsiasi condizione, caldo o freddo
Voglio solo farvi sapere che non siete da soli
Bene se sentite questo aveve vissuto quello che ho vissuto io


Ha sentito l'energia, Zephyr? - domandò Monique dopo alcuni istanti di silenzio, posando lo sguardo su di lui per studiarlo con un'occhiata penetrante - Ha sentito la forza, la rabbia che queste parole hanno trasmesso? - gli domandò ancora - E' questo che sente di avere dentro?

Sono riuscita a capirti, oppure no?
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Messaggioda Zephyr » 23/05/2013, 15:25

[newsgoth]
Credo che lei abbia il rap, nel sangue.


Il rap.
Una pratica musicale babbana molto in voga nel territorio americano, specializzata nel riprodurre basi musicali abbastanza ritmate e con poche variazioni di note e passaggi, accompagnandole con parole tra il cantato e il parlato velocemente.
Non sapeva molto altro al riguardo, poiché gli era stata data soltanto una leggera infarinatura della cultura di un mondo del quale lui in teoria ne doveva far parte fin da bambino.
Tuttavia non era facile riportare una teoria così vuota e povera di sensazioni verso un riferimento pratico o comunque immaginabile.
Zephyr fece un bel po' fatica a focalizzarsi sull'argomento di conversazione ma come al solito preferì non dimostrarlo apertamente, rimanendo soltanto in contemplazione di quella donna che adesso, alzatasi in piedi, stava cercando nella propria teca personale qualcosa per aiutare il Prefetto ad inquadrare meglio ciò del quale lei stava parlando con tanta esperienza e semplicità.

Ascolti attentamente, signorino Kenway.

Naturalmente.


La bacchetta di Monique rivolse la propria punta in direzione delle pareti della stanza, rendendole immuni alla trasmissione del suono, in modo tale da non permettere alla musica entro breve ascoltata di infastidire le persone all'esterno dell'ufficio della Vice Preside.
Ad un tratto, la voce di un ragazzo con il tipico slang d'oltre-oceano si materializzò, catturando tutta l'attenzione di Zephyr, il quale silenzioso e più concentrato che mai, socchiuse gli occhi inspirando profondamente, in modo da convogliare tutta l'energia del suono nei suoi pensieri, nei polmoni, nei muscoli, al cuore, ovunque.
In effetti quello che la donna aveva preso in esempio rappresentava quasi del tutto lo spirito che il Corvo cercava di spiegarle poco prima.
Tante parole, veloci, caotiche, di seguito, senza fermarsi, che esprimevano emozioni, solenni teorie e definitivi ragionamenti.
Tutto quello che lui non diceva normalmente in una conversazione prendeva piede e forma in quella musica, che non era un dialogo, non era uno scambio di battute, ma all'effettiva una forma d'arte, un qualcosa che non si può discutere ma solo ascoltare o al massimo affrontare allo stesso modo, ma senza mai perdere di vista il ritmo e la rabbia o l'emozione principale dominante della canzone.

... And I just can't keep living this way
So starting today, I'm breaking out of this cage
I'm standing up, Imma face my demons
I'm manning up, Imma hold my ground
I've had enough, now I'm so fed up
Time to put my life back together right now...


Ha sentito l'energia, Zephyr?


La voce della Vireau lo riportò con i piedi per terra e Zephyr aprì di improvviso gli occhi come svegliato durante un sogno intenso e profondo.
Musica finita, nessuna nota più nell'aria, eppure lui era convinto di poterla ancora ascoltare, ancora vivere in se come un tamburo che detta il tempo e un eco lontano che rincara la dose di magia e frenesia in un turbine adrenalinico costante e galoppante.

Ha sentito la forza, la rabbia che queste parole hanno trasmesso?

Più che rabbia direi... Consapevolezza di essere rabbiosi.
In tutto ciò è presente... Un enorme controllo delle emozioni imbrigliato in modo tale da creare un'energia estremamente potente.
Non è caos... Lo è per chi da fuori lo ascolta senza provare le stesse sensazioni, altrimenti, ha un ordine preciso e tutto suo.


E' questo che sente di avere dentro?


Era quello ciò che sentiva di avere dentro? Un caos ordinato e scalpitante?
Difficile rispondere, così, su due piedi, anche perché non riusciva ancora a togliersi dalla mente quella musica, quel ritmo, quelle parole.
Leccandosi le labbra, nuovamente il ragazzo si trovò di fronte alla consapevolezza di essere stato preso contro piede.
L'ultima volta vicino Hogsmeade, da quella assurda creatura ghiacciata, adesso dalla Vice Preside, con occhi altrettanto ghiacciati.
Forse qualcuno avrebbe potuto pensare che si stava stufando di ricevere sorprese non calcolate, ma il Kenway aveva un modo tutto suo di assimilare le novità e accorparle alle consapevolezze già ricevute.
Più lui scopriva qualcosa di nuovo, meno si sentiva apatico nei confronti della vita, in poche parole se la sua reason to live era scoprire tutto ciò che la sua mente ancora non concepiva a proposito delle emozioni umane, in questo senso sia la Regina che la Vice Preside stavano alimentando quella ragione, quel bisogno e quella realtà, un bisogno che lui non poteva saperlo, ma lo accomunava esattamente con la razza alla quale era stato fuso fin da piccolo... I Vampiri.

Si, penso di si.
Ma io non so fare tutto ciò.
[/newsgoth]
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