I° Lezione di Antiche Rune (VI°- VII° anno)
Inviato: 01/05/2012, 19:33
I LEZIONE DI ANTICHE RUNE: LA STORIA DELLE RUNE E IL FUÞARK
Finii di prepararmi con cura e uscii celermente dalla mia camera. Con me portavo il libro di Antiche Rune che era stato affidato alla classe, e quindi, di conseguenza, anche a me, un taccuino di larghe dimensioni e il mio personale sacchetto di Rune. Per quella lezione non mi sarebbero servite più di tanto, ma avevo intenzione di mostrarle agli studenti per far capire loro che non si trattava solo di un paio di dozzinali sassolini decorati. Incredibilmente, nonostante le Antiche Rune fossero un argomento di mia grande competenza e il cui studio mi aveva portato via molti anni, mi sentivo nervosa, tesa, incredibilmente agitata, nonostante non lo dessi a vedere. In questo ero assolutamente brava. Magari era perché si trattava della sua prima lezione, e non voleva mostrare di essere una cattiva insegnante, nonostante non avesse mai trasmesso a nessuno il suo sapere. M’incamminai verso la sua aula ed entrai, vigile e tesa.
Trovai i banchi di legno pieni di ragazzini e marmocchi intenti a fare baldoria. A quanto vedevo dalle divise erano presenti studenti di tutte le casate, e questo era un bene, perché non avrei dovuto fare lezioni separate. Posai delicatamente ciò che mi ero portata dietro sulla cattedra e mi misi a sedere sulla sedia dietro di essa. Nonostante fossi entrata, gli studenti continuarono quel logorante chiacchiericcio. Decisi allora di zittirli a modo mio. Con la mia fedele bacchetta feci volare un asse di legno sulla cattedra, che feci battere con vigore sul pavimento producendo uno schianto sordo che echeggiò per diversi secondi. Il silenzio fu immediato. Tutti si voltarono a guardarmi con gli occhi spalancati, le mani alle orecchie e gli sguardi pietrificati. Con gli occhi adirati sorrisi soddisfatta e li guardai uno per uno.
Bene, ora che ho ottenuto la vostra completa attenzione, permettetemi di presentarmi. Il mio nome è Saana Leyla Ayed, vostra nuova insegnante di Antiche Rune. Spero che quello accaduto oggi non si ripeta più, o mi troverò costretta ad utilizzare metodi molto meno…gentili per mettervi a tacere.
Presi un profondo respiro prima di proseguire, scrutando tutti gli studenti per essere sicura di essere stata abbastanza chiara da non far ripetere il fatto una seconda volta.
Le nostre lezioni si svolgeranno principalmente in due fasi: quella iniziale sarà prettamente teorica, in cui imparerete la storia delle Rune, la classificazione di esse e il metodo di lettura. La parte pratica invece consisterà in un utilizzo vero e proprio delle Rune per leggere ed interpretare determinate situazioni.
Uno studente, dalla divisa notò che era un Tassorosso, dagli occhi vispi alzò la mano, e scossi la testa in senso affermativo, segno che poteva parlare.
Quindi la Runa può essere considerato un sistema Divinatorio?
Ottima domanda. Siete pregati di prendere appunti, perché la lezione sta per cominciare, e la domanda appena fatta è un ottimo punto di partenza. Come il vostro compagno ha giustamente chiesto, la Runa può essere utilizzata anche a scopo Divinatorio, in effetti. Le leggende narrate dallo storico latino Tacito ci dicono che nelle zone della Germania sciamani e stregoni praticavano sortilegi proprio seguendo le direttive avute dalla lettura delle Rune, incise su piccoli pezzi di legno o pietra e gettati su un tessuto bianco, come ad esempio la tela o il lino. Molte volte erano incise su grandi pezzi di legno, che venivano utilizzati per costruire navi o archi, in modo da dare loro un potere sovrannaturale. Ma le Rune non servono a questo, almeno non solo, e soprattutto non è questo il nostro campo. Se volete maggiori informazioni chiedete alla vostra insegnante di Divinazione nella prossima lezione. Proseguendo nella mia spiegazione del programma, ragazzi, voglio avvisarvi di una piccola cosa: la Runa in sé è un mistero, un arcano, qualcosa di molto potente, e come tale va rispettato e mai, dico mai, usato per scopi futili o superficiali. L’energia contenuta in questi che voi probabilmente vedrete solo come “sassolini decorati” è immensa, e se non usata nel modo più corretto può scappare al vostro controllo e creare danni di una certa misura. Per questo, fino a quando non sarete in grado di controllare il vostro potere su di esse, non le utilizzeremo, per nessun motivo. Bene, chiarito questo, proseguiremo oggi la nostra prima lezione con alcune informazioni sulla nascita delle Rune e sulla loro storia. Molte sono le leggende narrate a questo proposito, ma noi ne prenderemo una in particolare, quella del dio nordico Odino.
Con un gesto della bacchetta feci apparire il nome sulla lavagna nera, insieme ad un piccolo testo poetico scritto in alfabeto runico.
Odino è un dio appartenente alla tradizione nordico-scandinava, ed è considerato il dominatore delle Rune, poiché proprio grazie a lui si dice che esse siano state donate all’umanità, come simbolo di conoscenza e di sapere. Per mezzo di un sacrificio, che lo vide appeso per nove giorni e nove notti ad un ramo di frassino senza cibo né acqua ed infilzato dalla sua stessa lancia, Odino riuscì ad ottenere questa sorgente magica di incredibile potere. Quello che vedete alla lavagna e un pezzo del poema Havàmàl, che narra per l’appunto la “scoperta” ed il sacrificio del dio. Non vi chiederò di copiarlo, né di tradurlo, almeno per il momento. Esso rappresenta l’unico documento scritto che testimonia l’origine delle Rune, perciò va tenuta di gran conto la sua importanza nel campo che andrete a studiare. Tutto questo risale a molte migliaia di anni fa, addirittura dodicimila, a quanto scoperto sui recenti ritrovamenti effettuati in Italia. Inizialmente esse vennero utilizzate come forma primitiva di scrittura, e da lì nacque l’alfabeto Runico che andremo a studiare. Ci sono altre domande?
Chiesi infine, dopo quella lunga spiegazione. Gli studenti fecero cenno di no, segno che la lezione stava andando molto bene, e di questo ero soddisfatta, decisamente soddisfatta. Con un altro magistrale colpo di bacchetta feci sparire ciò che avevo scritto e feci comparire una sola parola in bianco. Guardai nuovamente gli studenti e ripresi a parlare, stavolta più lentamente perché i concetti rimanessero ancora più chiari nelle loro menti.
La parola scritta si traduce con fuÞark, ed è il primo sistema di scrittura segnico utilizzato dalle popolazioni germaniche. Esso era rappresentato inizialmente da sei rune: Fehu, Uruz, Þurisaz, Ansuz, Raido e Kaunan, al quale se ne aggiunsero altre diciotto nel corso dei decenni.
Aggiunsi questi nomi alla lavagna, in modo che gli studenti potessero trascriverli nel modo corretto e che non avessi bisogno di correggerle in seguito. Proseguii dolcemente, senza fretta, nonostante non mancasse molto alla fine della lezione. Tutto stava procedendo in maniera regolare, ed ero davvero compiaciuta. Le Rune erano il mio campo, l'argomento sul quale avrei avuto mille cose da dire e da far capire agli altri. L'argomento che rappresentava tutta la mia vita fino a quel momento.
La scrittura delle singole Rune del fuÞark è molto importante, poiché successivamente ad esso vi furono delle modifiche sia nella pronuncia sia appunto nella scrittura. Ogni singola Runa è composta da tre aspetti fondamentali, l’uno indispensabile per gli altri due, e di cui bisogna sempre tener conto quando si parla di traduzione o interpretazione delle Rune. Essi sono il suono della Runa, ovvero la sua pronuncia, il glifo della Runa, ovvero la sua forma, e il contenuto simbolico, ovvero il suo significato. Ma di questo parleremo nella prossima lezione.
Con un colpo di bacchetta feci comparire delle pergamene con i compiti per la lezione successiva e mi schiarii la voce per dare le ultime direttive. Ero riuscita a mantenere attiva l'attenzione di tutti gli studenti, in particola modo di uno, il ragazzo Tassorosso che inizialmente aveva fatto quella domanda sulla Divinazione e le Rune. Sarebbe sicuramente stato un elemento interessante nelle mie lezioni, se avesse continuato ad avere quella vorace curiosità che aveva già dimostrato. Davvero un ottimo allievo.
Per la prossima lezione studiate da pagina quattro a pagina nove del vostro manuale, e mi raccomando a voi, voglio che tutti facciano i compiti, punizioni severe assegnate a coloro che non li consegneranno in tempo e che si azzarderanno a scopiazzare parola per parola i miei discorsi. Grazie a tutti.
Li squadrai ad uno ad uno con sguardo severo e radunò le sue cose. Tutto sommato ero veramente soddisfatta della lezione appena fatta. Con passo elegante uscii dall’aula, lasciando che i miei alunni si chiedessero chi fosse quella stronza. E questo mi fece sorridere.