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da Zephyr » 18/07/2013, 0:32
[newsgoth] Esterno Biblioteca / Ore 00:15 Aveva cercato di consolarla per almeno tre quarti d'ora, da quando era iniziata la solita ronda notturna in giro per il Castello. Dylan Connor era tornato e con lui tutte le sensazioni particolari di Melia nei suoi confronti, quali il batticuore, il respiro corto e gli occhi lucidi. Quel ragazzo aveva fatto davvero uno strano effetto in lei e per quanto anche Z stesso di quei tempi percepisse delle sensazioni strane nei confronti della Grifondoro Jiménez, non poteva paragonarle minimamente a quei comportamenti che invece la Herbert ostentava così tanto ora con lui. Camminando per i corridoi, sorprendendo pochissimi studenti e mandandoli di corsa nelle proprie sale comuni senza nemmeno la voglia di pensare ad una punizione qualunque, Zephyr l'aveva tenuta per mano, soffermandosi qualche attimo per darle un bacio sulle labbra, che lei aveva con molto trasporto ricambiato così da riempire il corpo di quel calore che la aiutasse a mandare via i brutti pensieri, ma non era bastato, non era servito del tutto ad allontanarla dai propri dilemmi e dalle proprie paure, i propri timori... Da lui. Arrivati presso la biblioteca, le aveva detto di dare un'occhiata all'interno risparmiandogli la necessità di entrare anche lui, tanto probabilmente non ci sarebbe stato nessuno così folle da farsi trovare lì dentro ad un orario simile, anche se a quanto sembrava i suoi calcoli si rivelarono errati. Non potendo attivare il proprio potere per intercettare il respiro della nuova Aberrazione in campo, Zephyr fu tranquillo nel lasciarla andare da sola, rimanendo ugualmente attento poiché, anche sentendo soltanto un velato e fastidioso ronzio, avrebbe preso coscienza che ella stava conversando con qualcuno e quindi, aveva trovato l'ennesimo studente alle prese con qualche ricerca proibita notturna. Quando però, a distanza di circa due minuti da quando la ragazza era entrata, le sue orecchie percepirono non un ronzio ma due, le pupille scure avvolte dalle iridi rosse sangue del semi-vampiro si dilatarono all'istante, comprendendo quale fosse la verità. Che il professore fosse diventato come loro non era una novità: già a cena quando aveva provato a sentire la sua conversazione con gli altri docenti si era accorto che non riusciva a captare la sua voce e quindi ci aveva messo una pietra sopra, ma sapere che adesso si trovava lì dentro con la Herbert lo metteva abbastanza in agitazione, anche se all'esterno, come sempre, non faceva trapelare alcuna emozione. La conversazione tra loro andò avanti per almeno un'altra ventina di minuti e seppur in alcuni casi Z ebbe l'impressione che la Serpeverde avesse fatto delle specie di urli o esclamazioni nervose, poi tornava tutto sotto controllo e di per se il Corvonero non se la sentiva di entrare di improvviso con il rischio di rovinare un momento delicato ed importante per tutti e due. Fortunatamente, la porta si aprì quando ormai si stava avviando l'ultima parte del coprifuoco sotto la loro responsabilità e la Melia che uscì dalla biblioteca era un contrasto di emozioni indescrivibile, con gli occhi gonfi dopo quello che presumibilmente era stato un pianto, ed un sorriso dolce, felice e sereno stampato sul viso diafano che contagiava anche la lucentezza degli occhi dorati. Non vi furono molte parole tra loro, in quel momento, anzi, lei gli disse soltanto che andava in camera sua a farsi una piacevole dormita e gli augurava una buonanotte, promettendogli di spiegare tutto l'indomani, troppo euforica e gioiosa per parlare in quel momento. Un respiro più lento, una interdizione al dialogo che lo fece rimanere lì, fermo, immobile, fissandola mentre di spalle fuggiva via alleggerita. Nemmeno un bacio sulle labbra, non una carezza fugace... No, nulla di tutto ciò, e questo perché... Aveva già avuto tutto dall'altro. Chiaro che non l'amasse, chiaro che non provasse sentimenti strani per lei, ma fino a quel giorno lui era sempre stato l'unico in grado di risvegliare al 100% i suoi sensi e lei aveva sempre fatto lo stesso nei suoi confronti, completandosi seppur non volendosi con il cuore. Adesso invece, erano due le persone in grado di creare una cosa simile in lei, e una di queste per altro era l'uomo della quale lei si era innamorata. A quel punto, lui, che necessità aveva di esisterle vicino in tal senso? Se tanto Dylan poteva darle le stesse cose con in più, annesso sentimento? A livello obiettivamente e puramente perverso avrebbe potuto chiedere forse un "menàge a trois", proprio per raggiungere il 200% di soddisfazione fisica e carnale, ma oltre a ciò, parlando in termini meno improbabili (e neanche tanto)... Zephyr non le era più utile da quel punto di vista. Perché gliene sarebbe dovuto importare qualcosa? Perché era necessario che si infastidisse a quel livello? Perché perché perché? Ecco di nuovo quelle miriadi di domande che gli infestavano il cervello, esattamente come quando si era confidato con Tisifone, ma di una cosa del genere sicuramente non avrebbe potuto parlargliene, nemmeno per semplice sfogo. Nonostante questo, l'occhio puntò sulla porta ancora aperta della biblioteca: Dylan non era ancora uscito. Fece qualche passo avanti, avanzando all'interno della grande stanza, trovandolo lì, seduto, tranquillo e rilassato a fissare un punto vuoto. Era molto serio, perso nei suoi pensieri oppure completamente libero da ogni viaggio mentale, questo non avrebbe saputo definirlo. La luce della Luna filtrava dai vetri di una finestra alta ed ovale, illuminando il pavimento ove era disposta la sedia del professore. Gli scarponi neri di cuoio del Prefetto Nero-Blu fecero quel tanto di rumore da far intendere al nuovo arrivato in famiglia di non essere solo. Se egli dunque si fosse voltato, avrebbe trovato Zephyr a circa un metro e mezzo da quella sedia, in piedi, con le braccia lungo il corpo, intento a fissarlo, enigmatico e glaciale. Mi auguro che davvero i tuoi sentimenti per lei siano rimasti intatti. [/newsgoth]
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Zephyr
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da Dylan » 18/07/2013, 16:05
Dylan...
Finalmente mi riconosci...
Non ci fu il tempo di dire altro, nemmeno un respiro o un gesto, neanche un altro sorriso pari a quello precedente, che Melia gli saltò al collo. Il bacio che si diedero fu qualcosa di incredibilmente caldo, passionale, innamorato, sentito, che non poteva in alcun modo essere paragonato al primo che lui aveva provato a darle qualche attimo prima, ad una Melia spaesata e non così sicura di volerlo ancora. Invece adesso, contro ogni ostacolo ed ogni timore, la ragazza non faceva altro che starsene avvinghiata al suo fidanzato esattamente come quando era sotto l'influsso della sua ipnosi, con la differenza che non era più necessario utilizzare i poteri per mantenerselo vicino. Quando quel tenero sipario di amore e perdizione ebbe fine, Dylan sentì la necessità di vincolarla ulteriormente a se e afferrandola per le gambe la tirò su, posandola seduta su uno dei tanti tavoli, riprendendo a baciarla; mai l'avrebbe fatto nell'altra vita, troppo timido e preoccupato di farla sentire in imbarazzo, mentre invece adesso la conosceva, sapeva quanto potesse essere in realtà non solo vogliosa, ma anche disinibita, verità che gli era stata celata e nascosta per troppo, troppo tempo. Non appena il loro tempò stette per concludersi, giunto ormai alla fine per quella ronda mai stata così veloce e fulminea, Melia scelse di dettare le proprie condizioni, subito dopo averlo nuovamente salutato come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio dell'incontro.
Ti amo... Bentornato a casa. Ah, sia chiaro fin da ora... voglio essere io la sua assistente, professore. Non potrei sopportare l'idea di un'altra ragazza che le ronza intorno.
Guarda guarda, sbaglio o questa è proprio gelosia? Potrei dire lo stesso anche io e a proposito di minacce ben peggiori delle studentesse che scorazzano per il Castello... Sai a chi mi riferisco. Ma ne parleremo in un altro momento, non voglio certo rovinare il bel momento...
Ovvio che parlasse di Zephyr Kenway, l'altra Aberrazione facente parte dell'adesso nuovo trio del male. Hogwarts doveva fare attenzione a tutti e tre, ma il nostro Dylan sentiva che non poteva essere completamente al sicuro nella sua relazione con la Herbert fino a quando il Corvonero non avesse capito che i tempi fossero cambiati. Avrebbero preso una simile conversazione in un secondo momento, ora era meglio che lei tornasse ai propri alloggi per non destare sopspetti di alcun genere, specie considerando che quella notte il turno di ronda Dylan non l'aveva ed era uscito lo stesso, non dando particolari motivazione ma ammettendo solamente un più che falso desiderio di rivedere Hogwarts di notte dopo così tanta assenza.
Ho già comunicato alla Preside la mia volontà di averti come assistente, amore mio. Domani ti porterò in classe la spilla e lo comunicherò a tutti gli altri, in modo ufficiale. Adesso va'... Avremo ancora tanto altro tempo da condividere.
Allora io vado... ci vediamo domani a colazione. Buonanotte...
Buonanotte Mel, sognami e bagnati, ma non ti toccare... Quello lo farò io molto presto. Ti amo...
Un ultimo sorriso, ammiccante, ma con tono dolce e innamorato, ora tutt'uno con il male ed il bene che si bilanciavano quasi alla perfezione. Ricevette quel bacio sulla guancia così casto e imbarazzato da sembrare quasi che non fosse davvero la Herbert ad averglielo dato. Ora che non aveva difese, protezioni, schermi, che si doveva mostrare per quello che era davanti ad un uomo e non più a un giocattolo, ella si rivelava con quelle sfaccettature segrete che nessun altro avrebbe mai potuto intuire in lei, nemmeno Kenway stesso. Quella gelosia poi, dannatamente eccitante, pensare a quanti ragazzi in giro per Hogwarts la guardavano da lontano sentendo stretti i calzoni di improvviso mentre lei, lei pensava solamente al suo professore, e per di più in modo possessivo, incapace di guardare chiunque altro, o forse soltanto uno, già, l'unico problema che si frapponeva alla loro serenità completa. Quando non sentì più traccia della presenza di lei, il nostro artista ed alchimista prese di nuovo la stessa sedia sulla quale si era fatto trovare all'inizio di questa ruolata. Sistemata al centro di un fascio di luce lunare pulito e candido, sedette con aria assorta e pensierosa. La serietà che traspariva dai suoi occhi scuri era pari soltanto allo stesso grado di cattiveria che era tornato a pervadere il suo spirito. Tutto avrebbe voluto in quell'istante, meno ricevere visite inaspettate, come invece fu, e ad opera dell'ultima persona nella scala delle preferenze.
Mi auguro che davvero i tuoi sentimenti per lei siano rimasti intatti.
Sorrise sadico e quasi divertito.
Te lo auguri davvero o c'è una parte di te che vorrebbe fosse così, Kenway?
Volse lentamente il capo e i loro sguardi si incrociarono, tanto calmi quanto furiosi, probabilmente, o almeno, da parte sua era così. Si alzò in piedi una seconda volta, camminando fino a lui, sovrastandolo con la propria altezza e guardandolo dall'alto in basso. Il Corvo sembrava così calmo e fermo da risultare irreale, ed anche se inizialmente Dylan aveva pensato che una volta modificato avrebbe potuto interpretare meglio quegli sguardi vacui e criptici, si accorse in quell'istante che invece non era così, che quel mistero non faceva parte dei poteri di Zephyr, del suo essere una Aberrazione della Setta dei 12, ma che lo contraddistingueva attraverso un tratto del tutto caratteriale e personale, forse accentuato dal sangue di vampiro che scorreva nelle sue vene, ma non scaturito solo da esso. Il fatto di non poter capire perfettamente cosa gli girava per la mente, lo rendeva ulteriormente più agitato.
Amo davvero Melia, spiacente ragazzino. Immagino avrai compreso che da ora, le alte sfere si augurano una nostra perfetta collaborazione, e me lo auguro anche io. Dunque patti chiari e amicizia lunga, batman: tu smetti di farti strane idee sulla mia ragazza ed io sarò il tuo migliore amico. Tu continui ad avere atteggiamenti ambigui nei suoi confronti e puoi giurarci che ti farò passare ogni maledetto giorno nell'incubo di morire. Sono stato chiaro o c'è qualcosa che il professore deve rispiegarti, allievo?
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da Zephyr » 19/07/2013, 23:08
[newsgoth] Te lo auguri davvero o c'è una parte di te che vorrebbe fosse così, Kenway? Colpito e affondato? No, soltanto colpito, per affondarlo ci voleva ben altro che una semplice insinuazione gelosa e possessiva. Più lo guardava e più si accorgeva che no, non era più il docente di un tempo, aveva perso molto della sua integrità morale ed etica, ma in fondo, non era questo che veniva chiesto alle spie della Setta dentro Hogwarts? Se il loro intento era mettere nel Castello l'ennesimo elemento né uomo né bestia capace solo di creare scompiglio e caos, allora ci erano riusciti in pieno, sicuramente anche meglio che con lui, il quale non rappresentava di certo la perfezione malvagia come invece poteva apparire l'alchimista davanti a se, seduto in maniera poco elegante sulla sedia al chiarore della Luna, il quale si alzò in piedi fissandolo con aria minacciosa e di sfida, arrivandogli a poco meno di una cinquantina di centimetri, fissandolo come si fissava una nullità. Da parte sua, Zephyr non necessitava dimostrarsi migliore di lui, nemmeno sentircisi, perché aveva già troppi problemi più seri che stare a riflettere sull'ipotetica uguaglianza del suo potere o della sua essenza rispetto a quella del compagno della Herbert. Amo davvero Melia, spiacente ragazzino.
Spiacente per Melia.
Immagino avrai compreso che da ora, le alte sfere si augurano una nostra perfetta collaborazione, e me lo auguro anche io. Se lo augurava davvero oppure era tutta una finzione? Z fissava il nuovo collega come una incognita e non sapeva spiegarsi perché, adesso come adesso, non gli ispirasse la minima fiducia. Era davvero spiacente per la ragazza, perché vicino a se aveva qualcuno pronto a minacciare il prossimo senza garanzie, senza prove, senza nulla. D'un tratto, gli venne anche da pensare che forse lui qualche sospetto faceva bene ad averlo, altrimenti perché prima il Corvonero si era sentito colpito dalle sue parole? Dal fatto che insinuasse che una parte del Prefetto giovane sperasse che fosse tornato con tante bugie e poca sostanza? Gli occhi rosso scuro di Kenway permasero in quelli bui, bluastri della nuova Aberrazione, attendendo solamente che proseguisse, mentre nel contempo, come spesso accadeva, continuava a dilungarsi nei propri pensieri e discorsi mentali, riuscendo perfettamente a gestire due cose in contemporanea, grazie ad una mente resa artificialmente più sviluppata dai laboratori e medici della Setta dei 12. Dunque patti chiari e amicizia lunga, batman: tu smetti di farti strane idee sulla mia ragazza ed io sarò il tuo migliore amico. Tu continui ad avere atteggiamenti ambigui nei suoi confronti e puoi giurarci che ti farò passare ogni maledetto giorno nell'incubo di morire. Sono stato chiaro o c'è qualcosa che il professore deve rispiegarti, allievo? Non solo lo stava minacciando ma continuava a rincarare la dose del "io sono più grande e forte di te" con una tale insistenza da risultare corrosivo per i nervi, di disturbo per la quiete dello spirito, una quiete raggiunta pochissime volte e aiutata solo dalla neve che cadeva a piccoli fiocchi al suo interno rinfrescando il bruciare incessante del dolore e della ferita del non essere né una cosa né l'altra, un Ibrido forgiato e non nato come tutti. Le pupille si dilatarono leggermente, mentre il collo, ancora inclinato verso l'alto per mantenere il contatto visivo, piano piano tornava invece ad essere più dritto, in virtù dell'altezza del semi-vampiro che aumentava di improvviso a dismisura, raggiungendo quella di Dylan ed anche superandola anche di 3-4 centimetri buoni. Adesso era Kenway a guardare dall'alto verso il basso il professore e lo sguardo pur rimanendo impassibile e serio, glaciale come il suo nuovo animo, adesso appariva anche più irato, un'ira, una feroce contenuta e mantenuta ai minimi livelli, esposta con delle iridi, per via dell'età avanzata ed accelerata, molto più scintillanti e scarlatte del solito. Eccolo attivato definitivamente e dopo molto tempo il suo potere, tramutandolo nello Z che sarebbe dovuto essere circa dieci anni dopo. La voce che uscì successivamente dalle labbra appena serrate infatti, era naturalmente più roca, bassa, graffiante e adulta. Primo: non è detto che ti voglia come mio migliore amico.
Secondo: ciò che esiste tra me e Melia è lo stesso magnetismo che sussiste tra te e lei, con la differenza che tra me e la tua fidanzata è qualcosa di meno recente. Puoi chiedermi di non avvicinarmi intenzionalmente, ma non puoi impormi di non essere ciò che sono, di non sentire ciò che sento obbligatoriamente, se ancora non l'hai capito, non siamo più umani e non funzioniamo come loro.
Terzo: quando non è lezione e cala la notte, io non sono un tuo allievo e tu non un mio insegnante. Che ti piaccia o no, siamo sullo stesso piano. Dopo aver esposto i tre punti scandendo ogni parola ed ogni frase con fluidità e uniformità perfetti, non perse ulteriori energie e lentamente tornò a scendere di statura, riprendendo le sembianze a lui più congeniali e reali, almeno nell'età anagrafica, quelle di un sedicenne dagli occhi di rubino. Sbatté le palpebre un paio di volte, reprimendo del tutto l'accennata rabbia chiarita poco prima, ed anche il pugno destro stretto fino a qualche istante in precedenza, si sciolse in un palmo semi-aperto con ancora i segni dell'accumulo di sangue sulle falangi e sui lati della mano. Sono stato chiaro o c'è qualcosa che devo rispiegarti, collega? [/newsgoth]
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da Dylan » 24/07/2013, 23:02
Andiamo, credeva davvero di avere vita lunga e facile con lui, se avesse tentato di contrastarlo? Dylan non era più il maleabile professore di un tempo ed ora che il male faceva parte di lui, niente e nessuno gli impediva di comportarsi seguendo un istinto selvaggio, malvagio, egoista e sfrontato, perché sapeva per altro che poteva permetterselo, avendo raggiunto una forza ed una mente inimmaginabili, impossibili da non temere con il dovuto riguardo... Ma forse questo a Zephyr Kenway non interessava, forse non lo aveva calcolato ancora; bene, gli avrebbe fatto capire il professore cosa poteva e cosa non poteva osare in sua presenza, esprimendo concetti chiari e precisi, senza filtri, giochi di parole o metafore: il Corvonero doveva stare fuori dalla portata della SUA Melia, pena, atroci dolori e sofferenze indicibili, a prescindere dall'essere colleghi o meno, perché la Herbert, per Dylan, veniva molto prima della Setta dei 12. Di tutta risposta, il nostro caro neo-assistente della Samyliak non solo osò rispondere, ma per di più lo fece assumendo le fattezze adulte, ben più massicce e alte rispetto al "rivale" Connor, anche se in realtà la possenza muscolare stava ancora dalla parte del docente, concentrata in quel corpo e pronta ed esplodere da un momento all'altro.
Primo: non è detto che ti voglia come mio migliore amico.
E' vero, potremmo anche semplicemente sopportarci.
Secondo: ciò che esiste tra me e Melia è lo stesso magnetismo che sussiste tra te e lei, con la differenza che tra me e la tua fidanzata è qualcosa di meno recente. Puoi chiedermi di non avvicinarmi intenzionalmente, ma non puoi impormi di non essere ciò che sono, di non sentire ciò che sento obbligatoriamente, se ancora non l'hai capito, non siamo più umani e non funzioniamo come loro.
... So molte cose di noi di quante ne possa sapere tu, mi hanno istruito bene, cosa credi?
Terzo: quando non è lezione e cala la notte, io non sono un tuo allievo e tu non un mio insegnante. Che ti piaccia o no, siamo sullo stesso piano.
Per il momento si limitò a non dire nulla, guardandolo con aria minacciosa mentre piano ritornava alla sua forma originaria. Il ragazzino aveva deciso di non collaborare per niente ed inoltre lo stava fronteggiando apertamente, come se ne fosse in grado, tra l'altro. Quel gioco col fuoro che stava facendo Zephyr divertiva e allo stesso tempo spazientiva Dylan, il quale voleva soltanto svolgere il suo sporco lavoro di difensore godendosi finalmente a pieno la sua relazione con la Serpeverde senza dover avere più paura dei suoi giochetti ipnotici. Invece no, il pipistrello rompiscatole doveva per forza mettersi in testa di svolazzare intorno al suo amato e prezioso tesoro, la SUA Veela. Di improvviso, un moto di risata leggera e di scherno venne spontanea al nostro Dylan, che alzando le spalle facendole ondeggiare si prese qualche secondo per scuotere la testa quasi come se lo studente avesse appena fatto qualche specie di battuta di spirito. La realtà era che rideva sapendo che poteva schiacciarlo in qualsiasi istante; lo vedeva come un moscerino, una stupida piccola mosca intenta a fare la gradassa con un ragno come lui, dopo che già era finita nella sua ragnatela mortale. Estrema affinità con l'animale che ora albergava in lui e lo rendeva così velenoso e spietato. Forse, come sempre, Zephyr non avrebbe emesso un fiato vedendolo ridere a quel modo, ma Connor preferì ugualmente andare avanti e parlare, esporgli in ultima analisi la sua idea ed il suo concetto.
Che io te siamo sullo stesso piano, caro il mio succhiasangue, levatelo dalla testa una volta per tutte... Sai chi è al mio stesso livello? Chi è forte quanto me, chi è capace allo stesso mio modo di affrontare un nemico e vincerlo. Se per esempio la Setta ordinasse di farci fuori dall'oggi al domani e mandasse Azhad a compiere il lavoretto, chi pensi che avrebbe maggiori chance di sopravvivere in uno scontro diretto con lui, mh? Tu no di certo, io... Forse. In ogni caso, un "forse" è più di un "no di certo" e Melia anche grazie alle sue doti ipnotiche potrebbe provare a sopravvivere. Vuoi che sia il più esplicito possibile? ... Sei l'anello debole Kenway, e per questo io e te non saremo mai sullo stesso piano!
Nel terminare la frase sfruttò un tono molto più cattivo e cruciale rispetto la risata palesemente str***a di qualche secondo prima. Credeva ciecamente in quelle parole, in quei pensieri, sapeva che poteva cavarsela più di lui, altrimenti perché avevano sistemato Connor come guardia del corpo e non Kenway? Gli dava fastidio avere una mansione così noiosa e poco attiva nel piano, ma d'altra parte gli forniva una ulteriore prova che per loro, lui era in grado di fare parecchio, di difendere come un baluardo di potenza e terrore indotto, e ciò bastava a farlo sentire calmo, soddisfatto dei suoi onori e dei suoi oneri, convinto che comunque una buona porzione di divertimento la SUA ragazza gliel'avrebbe fornita da lì ad altri due lunghi anni di amore, sesso, follie e caos. Assottigliò le palpebre, guardando intensamente le ridi rossastre del Corvonero, la spia della Setta dentro Hogwarts. Strinse maggiormente il pugno, convinto che era giunto il momento di chiudere la questione in maniera definitiva, soprattutto perché non aveva motivo di conversare ancora con lui ed era irritato già abbastanza per sopportarne oltre la presenza.
Fattene una ragione e col tempo andrà meglio, dammi retta ragazzino. Poter diventare più grande può servire a fare un poco di scena, ma la sostanza non cambia poi tanto da uno Zephyr all'altro. Ci puoi impressionare le bambine che si bagnano a guardarti per strada, ma in me provochi solo ancora più nervoso. Te lo ripeto per l'ultima volta: sta' al tuo posto, perché io e te non siamo uguali... E se non lo vuoi capire con le buone...
Tentativo di Attacco: Cazzotto alla bocca dello stomaco - Montante dal basso all'alto Talento Fisico di Dylan: 28 Tiro con il dado da 20, con risultato: 18 Totale prova di attacco: 46
... Magari lo capirai con le cattive!
Mossa improvvisa, di sorpresa, violenta e poco incline al Dylan Connor di un tempo, anzi, diciamocela proprio tutta, un tempo avrebbe preferito di gran lunga morire piuttosto che ferire, a tutti gli effetti, un suo studente o anche un collega in qualunque senso. Ma lì si andava a toccare una sua proprietà adesso che non possedeva più la bellezza di un ricco 60% di ciò che era un tempo e forse non gli si poteva fare la colpa di risultare troppo cattivo, manesco o bastardo. Difatti nel corso del loro tempo lì ad Hogwarts, Melia e Zephyr avevano fatto cose ben peggiori che del mero male fisico, c'era da riconoscerlo, per questo lui non solo non si sentiva minimamente in colpa verso il ragazzo, ma nemmeno sentiva di aver fatto un torto alla SUA fidanzata, reputando Zephyr come colui intento ad attraversare un confine diventato da quella notte invalicabile. Un predatore, un maschio "alfa" che metteva a tacere con la forza bruta un "beta" per dargli modo di ricordarsi che la femmina del branco era la sua, ed anzi, nell'ottica dell'artista oscuro, il Corvonero non arrivava nemmeno al grado "beta", forse "gamma", per grazia concessa.
Lei è la MIA donna, Kenway. Tu sei sotto di me, sei inferiore a me, l'hai capito o no? O preferisci qualche osso spezzato per avvalorare ulteriormente la tesi? Ricordati che sono un Alchimista, questo vuol dire che solitamente le mie tesi sono piuttosto esatte, e questa non fa eccezione...
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da Zephyr » 05/08/2013, 23:43
[newsgoth] Che io te siamo sullo stesso piano, caro il mio succhiasangue, levatelo dalla testa una volta per tutte... Assottigliò con molta leggerezza le palpebre, non smettendo di fissarlo con aria molto calma, totalmente irreale ed inumana. Era molto arrogante, il suo nuovo comportamento rasentava la strafottenza e per di più era un fiume in piena di parole. Davvero Melia si stava facendo piacere quel tipo, anche così cambiato? Così diverso e così ottuso? Sai chi è al mio stesso livello? Chi è forte quanto me, chi è capace allo stesso mio modo di affrontare un nemico e vincerlo. Seguendo questo ragionamento, loro possedevano una grossa disparità, almeno secondo la teoria del professore di Alchimia. Qualcosa gli dava la certezza, la sicurezza di essere più forte e capace di Zephyr in combattimento e non avendo il Corvonero ancora visto all'opera il nuovo collega, poteva tranquillamente rimanere nel suo dubbio iniziale, analizzando le parole altrui prendendole con le pinze. Se per esempio la Setta ordinasse di farci fuori dall'oggi al domani e mandasse Azhad a compiere il lavoretto, chi pensi che avrebbe maggiori chance di sopravvivere in uno scontro diretto con lui, mh? Tu no di certo, io... Forse.
Perché mai modificarti e donarti un tale potere? Forse ti stai sopravvalutando.
In ogni caso, un "forse" è più di un "no di certo" e Melia anche grazie alle sue doti ipnotiche potrebbe provare a sopravvivere. Vuoi che sia il più esplicito possibile? ... Sei l'anello debole Kenway, e per questo io e te non saremo mai sullo stesso piano! Per un solo, impercettibile, millesimo di secondo, Zephyr distolse lo sguardo, fissando da un'altra parte, prima di tornare su Dylan, per non smettere di ascoltare silenziosamente le sue parole. Aveva detto un qualcosa di molto offensivo, ma in qualche maniera, il Corvonero dentro di se sapeva che non era nulla di così sbagliato, di così assurdo da pensare, se si andava a riflettere effettivamente sulle capacità speciali di ognuno dei tre. Melia possedeva l'ipnosi, con la quale poteva assoggettare al suo volere chiunque, Dylan evidentemente possedeva una forza molto alta ed un'agilità esemplari, questo a giustificazione del suo impiego come loro guardia del corpo. Mentre invece lui, Zephyr, lui aveva un ottimo udito sopraffino, poteva nascondersi bene nell'ombra e quindi fungere da spia, e allora? Niente che lo rendesse in grado di affrontare un nemico faccia a faccia, come un ipotetico Marcus, ad esempio. In quell'istante il ragazzo si sentì colpito profondamente, lacerato nell'autostima e nella sua capacità di difendersi, di essere uguale a loro. Forse senza il suo aiuto sarebbe stato più difficile svolgere le attività caotiche all'interno di Hogwarts, ma non impossibile. Presto forse avrebbero imparato a fare a meno di lui, e in quel momento lui cosa avrebbe fatto? Sarebbe stato scartato, considerato obsoleto? In fondo non era altro che una creazione, una macchina vivente e come tale... Poteva essere buttata via una volta divenuta superata. Fattene una ragione e col tempo andrà meglio, dammi retta ragazzino. Poter diventare più grande può servire a fare un poco di scena, ma la sostanza non cambia poi tanto da uno Zephyr all'altro. La sostanza cambiava eccome, ma non abbastanza da impressionare Dylan. La verità era che quando assumeva la forma più adulta, Z prendeva dei bonus per via di uno sviluppo accelerato che lo rinforzava, ma i suoi muscoli erano meno "duri" rispetto quelli del fidanzato della collega, la sua aura di potere era minore rispetto a quella ostentata dal Prefetto bianco-azzurro, come se in un certo senso quel cambiamento per il "rivale" non cambiasse proprio nulla, se non qualche centimetro di altezza. Parole ferme, aggressive e sfrontate, sostenute da uno sguardo altrettanto fermo e malefico, superiore, inquisitore. E come se già quel suo modo di fare non bastasse, Connor non esitò a rincarare la dose, passando in ultimo anche alle maniere forti. Ci puoi impressionare le bambine che si bagnano a guardarti per strada, ma in me provochi solo ancora più nervoso. Te lo ripeto per l'ultima volta: sta' al tuo posto, perché io e te non siamo uguali... E se non lo vuoi capire con le buone...
) STUMP (
Hhhhhh!!
... Magari lo capirai con le cattive! Non lo vide nemmeno, non fece in tempo a calcolare la traiettoria del pugno, l'angolazione del braccio, niente di niente. Un fulmine a ciel sereno quel colpo improvviso che gli prese la bocca dello stomaco e gli fece emettere un verso strozzato, smorzato nel fiato. Impossibilitato a rimanere impassibile davanti ad una dimostrazione di tale forza ed agilità, Z dovette inginocchiarsi portando la mano all'addome, sentendo le viscere scuotersi all'interno e la rabbia crescere a livelli esorbitanti. Il capo chino, denti stretti, la mano, quella non vincolata agli addominali, posata al terreno a palmo aperto, appena tremante di nervosismo. Gli occhi lucidi tra la sofferenza, l'incapacità di reagire e la tristezza di sapere dentro di se, grazie al suo alto senso tattico e di valutazione, di non poter tentare di rispondere a quell'attacco per via dell'eccessiva disparità di caratteristiche fisiche. In tutto questo, la voce dell'uomo avanti a lui che gli rimbombava nella testa, come fosse un'eco fastidioso e perentorio. Lei è la MIA donna, Kenway. Tu sei sotto di me, sei inferiore a me, l'hai capito o no? O preferisci qualche osso spezzato per avvalorare ulteriormente la tesi? Ricordati che sono un Alchimista, questo vuol dire che solitamente le mie tesi sono piuttosto esatte, e questa non fa eccezione... Facendosi forza più che mai, provò a rimettersi in piedi, sempre che l'avversario improvvisato non avesse cercato di infierire ulteriormente. Deglutì e quello che sentì in gola fu quasi certo si trattasse di sangue, evidentemente il colpo gli aveva danneggiato pesantemente lo stomaco. Il giorno dopo non sarebbe potuto scendere a lezione quasi sicuramente, ed una parte di lui ringraziava davvero che non era prevista Divinazione. Un respiro lento, pesante, sofferto, ed ancora quell'immane sapore ematico tra i denti e sulla lingua. La sua donna, Melia era la sua donna, ma Z non voleva capirlo, accettarlo, perché per troppo tempo lui e la Herbert erano stati qualcosa di diverso, differente da due amanti, da due amici, e Dylan invece era a capo di un mondo a parte, parallelo, per Zephyr ininfluente. Adesso quello assomigliava più ad un incubo che ad una vera e propria novità, senza contare che adesso era vincolato a collaborare con lui, lavorare in sua compagnia per proseguire il compito già iniziato in coppia con la Serpeverde. Sentirsi inferiore a lui poi. A livello muscolare, magari. Il suo corpo poteva essere danneggiato forse, ma non la sua integrità, la sua volontà, il suo "Io". Come ancora imbattuto, fissò nuovamente negli occhi il professore, caricando quello sguardo di intenso confronto e nessuna pietà. Non si definisce inferiore qualcuno soltanto in base a quanto sappia dare forte un cazzotto. Né io né tu, nessuno potrà mai colpire duro come fa la vita. Perciò andando avanti, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... Solo così sei un vincente. Sei pieno di te, gonfio, sicuro, irreprensibile... Perché pensi che mai e poi mai qualcuno ti manderà a terra come sono andato io adesso. Ma quando ciò accadrà, e posso assicurarti che sarà così, vedremo davvero chi è il vincente tra noi, chi è il migliore, chi è il più forte. Gli venne un conato di vomito ma riuscì a reprimerlo, tossendo e sputando sangue al terreno, divenendo ancora più bianco di quanto già non fosse. Il cuore batteva lentissimo e Zephyr sentiva freddo, ma non il freddo della debolezza, bensì quello suo, ormai solito e tipico che lo avvolgeva completamente; era proprio quello, evidentemente, ad averlo convinto ancora di più a rialzarsi, ad incassare ma non rimanere a terra. Connor possedeva muscoli di acciaio e imponeva sé stesso come una furia omicida, ma a contrastarlo doveva capire che c'era un ragazzo che d'acciaio aveva la volontà, un qualcosa che non si può spezzare come un qualsiasi osso del corpo. Indietreggiò di un paio di passi, posando la destra ad un banco per sostenersi ed infine, pur combattendo contro l'istinto irrefrenabile di piegarsi nuovamente, si mise del tutto eretto col busto, guardando Dylan più fiero che mai, sempre con quell'ombra inumana e vampiresca che lo contraddistingueva da qualunque altro vivente del pianeta. Tu sei un Alchimista e ti affidi alle tue tesi... ... Io sono un Divinante e mi affido al "karma". I teoremi potranno anche essere esatti su tutte le carte, ma il fato e l'ignoto governano ogni cosa, poiché il destino dell'umanità è inconoscibile. Quando meno ce lo aspettiamo, l'esistenza ci pone davanti a delle scelte, facendoci molto più male di quanto tu possa aver fatto prima a me, e ricapiterà altre volte in futuro, ad entrambi, che sia voluto o meno. La differenza tra te e me, è che io sono anni che mi alleno a tirarmi su e rimettermi in piedi... Tu non hai ancora nemmeno cominciato. Socchiuse gli occhi, decisamente stanco, ma non sconfitto, non abbattuto. Si volse piano, camminando in direzione dell'ombra nella quale lui poteva vedere benissimo, indirizzato alla porta della biblioteca. Aprendo il palmo della mano sinistra lasciò cadere una sfera di oscurità, sapendo perfettamente che in tal modo, le immunità del Prefetto delfinazzurro avrebbero trapassato quella patina di buio per scorgere appena nelle tenebre la figura del Kenway. Il passò si arrestò, il collo si mosse di 120° gradi, per l'ultima volta, quella notte, prima di scomparire da quel luogo definitivamente. Il pericolo non ha la stessa consistenza del mio corpo. Continua così e se cercherai di prenderlo, lo mancherai... E lui... Ti ucciderà.
... Notte... "Superiore".Conclusione per Z [/newsgoth]
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da Caroline Priscilla » 10/09/2013, 1:05
[Lunedì, dopo qualche giorno dall'incontro con Tisifone - Biblioteca - Ore 18:35]
Le lezioni del Lunedì si erano concluse senza alcun intoppo e dopo tanto studiare la Tassorosso si era diretta verso la Biblioteca, apparentemente per svolgere i propri compiti e portarsi avanti con le ricerche. In realtà, l'unica ricerca che aveva assillato la mente della tassetta durante tutta la giornata era quella che le aveva consgliato di fare Tisifone sul garofano bianco, per ottenere le informazioni che la docente di Divinazione non era riuscita a darle. Cappie era rimasta scossa da quello che era successo nell'ufficio della divinante e sebbene vi fosse in lei il desiderio di ritornare dalla docente per poter avere delle spiegazioni, esso si intrecciava spesso con la paura che lo sguardo gelido di Monique aveva contribuito ad alimentare: si, perchè non era sicura la giovane stega che chiedere ad un insegnante di farle vivere una sua visione fosse qualcosa di propriamente legale. Tuttavia quell'idea era arrivata quasi immediatamente nella mente della ragazza e aveva messo delle radici talmente forti, che erano ormai giorni che ella ci pensava giorno e notte, senza riuscire a sradicarla dalla testa. Come darle torto, in fondo, se la visione che voleva vivere sulla propria pelle riguardava probabilmente gli ultimi istanti di vita di suo padre? In essa Cappie vedeva molteplici possibilità: in primo luogo, poter stare vicino a suo padre nel momento peggiore della sua vita, mettendo a tacere il senso di colpa per essersi congedata da lui con astio e odio; la speranza di poterlo rivedere, almeno un'ultima volta, anche se questo significava conservare nella propria mente il ricordo del suo sguardo terrorizzato, quando la consapevolezza di stare per morire lo colpì in pieno petto come l'Avada Kedavra che lo aveva raggiunto; e in ultimo la speranza di scoprire chi era stato l'assassino che lo aveva ucciso. Quella consapevolezza era nata come una piccola scintilla, raggiungendo una grandezza esorbitante fino a diventare un faro fisso nella mente della Tassorosso, che non poteva fare a meno di scervellarsi sul chi, il come e il perchè suo padre era morto. La verità era stata dura da accettare e anche se a tratti la speranza di ritrovarlo vivo e vegeto si facesse sentire prepotente in lei, ormai i giorni scorrevano nella rassegnazione più totale, in attesa che il tempo riuscisse a guarire tutte le ferite che laceravano il suo animo. Se da un lato la tassetta aveva accettato la morte di suo padre, dall'altro però era nata in lei la volontà di far luce su quel mistero. Nella sua mente da ragazzina infatti, la giovane strega si immaginava mentre riusciva a trovare l'assassino dell'uomo e, in preda alla rabbia, lo torturava per sapere il perchè della sua morte. Quel sentimento di rabbia a volte le bruciava l'anima talmente tanto che la Tassorosso era costretta a sedersi in un luogo tranquillo e riparato, cercando di respirare a pieni e polmoni e stringendosi la mano sul petto, per impedirsi di urlare e di far esplodere quacosa a causa della magia che usciva incontrollata dal suo corpo. Controllo che la ragazza non sempre riusciva a mantenere, visto che aveva dovuto raccogliere molto spesso i cocci degli oggetti che le sue emozioni instabili avevano fatto saltare in aria, sotto lo sguardo attonito spesso delle sue compagne di stanza. Per sua fortuna, in quel momento la mente di Cappie era intenta a scrutare i vari libri esposti in Biblioteca, aiutandosi con le indicazioni che Madame Bereforth le aveva dato, e lasciando per un attimo da parte tutto l'astio che covava dentro di sè.
Aveva deciso non solo di concentrare la propria ricerca sul libro che le aveva consigliato Tisifone, ma di prendere in considerazione altri tomi di Divinazione che parlassero dei cattivi presagi legati al linguaggio dei fiori. La mano passava sugli scaffali impolverati, alla ricerca delle lettere giuste e, ogni qualvolta il suo sguardo incontrava un titolo suggerito dalla bibliotecaria o che la ispirasse, la Tassorosso lo prendeva in mano, trattandolo sempre con la maggior cura possibile per evitare di essere cacciata fuori a pedate da quel luogo. Alla fine della sua ricerca, la tassetta reggeva con entrambe le braccia una pila di libri più alta di lei e molto pesante, in cui in cima svettava La voce segreta di Madre Natura. Con un po' di fatica quindi e con qualche occhiata severa da parte di Madame Bereforth, Cappie riuscì a trovare un tavolo libero dove appoggiare tutti quei tomi e iniziò a sfogliarli uno ad uno, cercando le informazioni che le servivano [Elaborazione: 4]. Era partita proprio da quello della Samyliak, leggendolo con una certa velocità fino a quando il suo occhio non cadde sul titolo di un capitolo che parlava in maniera specifica dei presagi legati ai fiori. La sua ricerca, una volta concluso quel libro, si spostò poi sugli altri, spizzicando informazioni da una parte e dall'altra che la Tassorosso prontamente segnava come note sulla propria pergamena. L'orologio da polso ticchettava nel silenzio assoluto della Biblioteca, scandendo lo scorrere del tempo ad un ritmo estremamente veloce. Quando la ragazza alzò lo sguardo per controllare l'ora, erano ormai le otto passate. L'ora di cena era arrivata da un pezzo e se non si fosse sbrigata a raggiungere la Sala Grande non sarebbe riuscita a mettere nel suo stomaco qualcosa da mangiare. Prima però, la tassetta rimise a posto tutti i libri che aveva preso, sapendo bene che lasciarli sparpagliati in giro non era il modo migliore per farsi ben volere dalla bibliotecaria. Portò con sè, riponendolo nella borsa, solo La voce segreta di Madre Natura, volendo usare quel libro come pretesto per poter andare dalla docente di Divinazione e parlarle ancora del presagio che aveva avuto.
Buonasera Madame Bereforth.
Salutando educatamente la donna, Cappie si congedò da essa, uscendo dalla Biblioteca e dirigendosi verso la Sala Grande. La borsa pesava per tutti i libri di scuola che quel giorno era stata costretta a portarsi dietro, aggravato in più dal tomo preso in prestito e dalla quantità di appunti che aveva acquisito. Era stanca e sfinita, come ogni sera, e riusciva a trascinarsi a stento camminando un passo alla volta. Ma la sua stanchezza, più che fisica, era una stanchezza mentale che impediva al suo splendido sorriso di sorgere di nuovo come era solito fare molto tempo fa. Un sorriso che stava aspettando l'alba di un nuovo giorno per poter risplendere.
[Fine - Autoconclusiva]
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da Sandyon » 11/09/2013, 14:41
Caroline Priscilla deve tirare un d20 aggiungendo Elaborazione, poi seguirà questo schema in base al risultato:
Tra 5 e 10 = Il garofano bianco è un fiore comune nelle cerimonie funebri orientali, specie in India e in Cina
Tra 11 e 16 = Il garofano bianco è un fiore comune nelle cerimonie funebri orientali, molto usato in Cina rispetto che in India
Tra 17 e 20 = Il garofano bianco, oltre a quanto detto prima, era il simbolo di Chen Xiao Ping, chiamata nel 1050 d.C. "La regina Drago"
Tra 21 e 24 = Il garofano bianco, oltre quanto detto prima, si dice che cresca nei giardini delle persone che hanno perso qualcuno di caro e il quale ultimo pensiero prima della morte sono state loro
Nel caso della prima fascia, tiro d20 aggiungendo Perspicacia facendo almeno 17:
La ragazza può fare il collegamento col fatto che il padre evidentemente è stato ucciso mentre lavorava in quel determinato ranch di Draghi da pulire, poiché il giorno prima parlava di doversi occupare di un Petardo Cinese.
Nel caso della seconda fascia, tiro d20 aggiungendo Perspicacia facendo almeno 15:
La ragazza può fare il collegamento col fatto che il padre evidentemente è stato ucciso mentre lavorava in quel determinato ranch di Draghi da pulire, poiché il giorno prima parlava di doversi occupare di un Petardo Cinese. Ricorderà anche il nome del ranch, "Wash and Drygon".
Nel caso della terza fascia, nessun tiro da effettuare, collegamento automatico.
Nel caso della quarta fascia, nessun tiro da effettuare, collegamento automatico.
In ogni caso, conferisco 3 PX alla pg per il buon gioco Autoconclusivo.
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da Jorge » 25/05/2014, 18:07
[ Metà Aprile 2108 – Biblioteca] Erano passati più di dieci giorni da quando aveva fatto quella pessima figura con la Bennet nell’aula di Pozioni e Jorge aveva la sensazione di averli passati tutti lì, nella zona più remota e scarsamente frequentata della Biblioteca della scuola, seduto a un tavolino d’angolo sotto la finestra e trincerato dietro un’enorme pila di libri. Aveva dato fondo a tutto il suo orgoglio e alla sua fantasia per convincere, o meglio impietosire, Madama Berforth e poter prendere in prestito qualsiasi tomo potesse essergli utile per poter giungere alla soluzione di quella sorta di enigma da cui dipendeva tutto il suo futuro. Quasi qualsiasi…Gli ricordò la sua coscienza mentre lanciava sguardi furtivi verso il Reparto Proibito dove, ovviamente, gli era stato tassativamente vietato avvicinarsi a meno di dieci metri, giusto per evitare che castasse accidentalmente un qualche incantesimo di appello verso uno dei libri che vi erano custoditi. Non che pensasse che bastasse così poco per eludere il ferreo controllo della Bibliotecaria ma visto lo stato di disperazione in cui versare non poteva negare almeno a se stesso che non ci avrebbe provato se ne avesse avuto la possibilità. Per quanto si mostrasse alla sua sorellina sicuro di sé e fiducioso dei risultati che stava ottenendo con le proprie ricerche, la sensazione di star girando a vuoto e di non essere ancora riuscito a formulare nessuna ipotesi credibile gli strisciava sotto pelle, avvolgendo le proprie spire intorno alla sua gola nei momenti più impensati, stringendo fino a quasi soffocarlo. Aveva iniziato a dormire male e faceva fatica a concentrarsi su qualsiasi cosa non fosse il compito che le aveva assegnato la Bennet: comprendere dove aveva sbagliato e trovare il rimedio corretto. Certo alla fine avrebbe anche dovuto tornare da lei e tradurre le sue teorie in pratica ma in quel momento l’ansia da prestazione che lo coglieva ogni qualvolta si doveva mettere alla prova davanti a un docente era decisamente l’ultimo dei suoi problemi. Non avrebbe dovuto preparare alcuna Pozione potenziata se prima non scopriva da quale degli ingredienti che aveva utilizzato dipendeva l’elevato livello di tossicità raggiunto dal suo composto e qual era quell’ elemento aggiuntivo di cui gli aveva parlando la docente capace di annullare tale effetto e fungere da legante per il tutto. Una cosa per volta – si ammonì, scuotendo la testa per impedire alla sua mente di soffermarsi nuovamente sulla parte finale del discorso che la Bennet gli aveva fatto e sull’accenno alla sua scarsa memoria, come se la soluzione, in tutto o in parte, si trovasse nel suo bagaglio culturale scolastico degli ultimi sei anni e lui dovesse solo trovare la giusta chiava d’accesso a quel ricordo. – Prima le proprietà degli ingredienti poi il resto…Mormorò semi disperato, picchiettando ritmicamente il dito indice sulla pergamena su cui aveva appuntato, accanto agli ingredienti utilizzati, alcune annotazioni che aveva estrapolato in quei giorni e che fino a quel momento non avevano fatto altro che confonderlo maggiormente. Ingredienti:
Uova di Doxy – Velenosi ma non mortali Cavallucci marini volanti essiccati – Teoricamente innocui Ali di fata – Teoricamente innocui Toraci di libellula tostati – Teoricamente innocui Polvere di Capperuncolo ????? – Allergenico da contatto o anche velenoso se ingerito? Tentacoli essiccati di Murtlap ??? – L’essicazione ne altera le proprietà? Va ingerito solo in salamoia? Timo – Teoricamente innocuo Maggiorana – Teoricamente innocuo Erica ??? – I fiori sono tossici Lavanda – Teoricamente innocuo
A ben vedere l’unico elemento di cui aveva potuto accertarne l’assoluta e incontrovertibile velenosità erano le uova di Doxy, notizia quella, peraltro, di cui era già a conoscenza ma su cui non si era soffermato a riflettere più di tanto in quanto il suo utilizzo era già previsto nella Pozione Base. Il fatto poi che dalle sue ricerche fosse emerso che il veleno di Doxy veniva utilizzato in tutta sicurezza in prodotti commerciali come le Merendine Marinate e che uno studente, un tale McLaggen, in passato, era sopravvissuto dopo averne ingerito più di un chilo per scommessa, lo rendeva ancora più dubbioso sull’effettiva pericolosità di tale ingrediente. Tszè… Grifondoro…Sbuffò incredulo, scorrendo con il dito gli altri ingredienti senza molto entusiasmo. Conosceva ormai a memoria ciò che vi era scritto e la maggior parte degli appunti che aveva preso non l’avevano sorpreso più tanto. Certo non avrebbe mai immaginato fosse possibile staccare le ali alle fate senza ucciderle o che negli anni 90 a Hogwarts andasse di moda un gioco chiamato “Pesca del Cavalluccio Marino Volante”, ma non bisognava essere stato benedetto dalla Trama per sapere che queste Creature, così come le libellule, fossero totalmente innocue e prive di qualsiasi meccanismo biologico difensivo. Anche far crescere nelle orecchie dei peli viola non mi sembra poi così nocivo!E soprattutto lo considerava uno scotto davvero misero da pagare in confronto alla possibilità di aumentare la resistenza alle maledizioni e incantesimi. Aveva però dovuto porre ben tre punti interrogativi accanto ai tentacoli di Murtlap perché si era reso conto che per ottenere quell’effetto, così come per creare l’Essenza di Murtlap contro tagli e abrasioni, essi venivano trattati in salamoia mentre lui li aveva utilizzati essiccati e poi fatti “rinvenire” in un decotto. Che in quel modo ne avesse alterato le proprietà rendendolo tossico? Difficile ma non impossibile e quindi era stato costretto ad annotarlo. Purtroppo non si trovava nella condizione di poter trascurare alcun dettaglio, per quanto insignificante potesse essere, cosa quella che lo aveva costretto a leggersi tutte le proprietà delle singole piante che aveva utilizzato per preparare il decotto e a porre un’attenzione particolare sulla spiegazione di cosa fosse un olio essenziale e come lo si ottenesse. Al di là dell’erica, i cui fiori, aveva scoperto, contenevano delle particolari tossine che potevano causare nausea, vomito e persino problemi cardiaci, il timo, la maggiorana e la lavanda non presentavano particolari criticità a meno di non assumere elevate quantità di olio essenziale. La maggior parte degli oli essenziali viene estratta per distillazione in corrente di vapore: il materiale vegetale viene permeato dal vapore, i tessuti vegetali si rompono rilasciando l'olio essenziale, il vapore trascina l'olio essenziale, insieme vengono raffreddati in uno scambiatore e quindi facilmente separati.
Rilesse a bassa voce dal libro di Erbologia, giusto per confermarsi che no, facendo macerare le piante in acqua distillata e poi mettendole a bollire, non poteva in alcun modo estrarre l’olio essenziale da esse. Cinque di punti interrogativi, invece, si era guadagnata la polvere di Capperuncolo a causa della sua componente allergenica che faceva comparire una crosta dura e spessa sulla pelle di chi vi veniva a contatto. Non aveva ancora trovato appuntato in nessun libro qualcosa come “tossico se ingerito”, motivo quello che lo aveva spinto tempo prima a sceglierla per il suo potenziamento, oltre ovviamente al fatto che essa veniva regolarmente impiegata nella preparazione della Pozione per la Protezione contro il Fuoco, ma adesso che sapeva che c’era qualcosa di sbagliato nelle decisioni prese in precedenza si era ritrovato ad osservare quella sostanza con un occhio diverso, cosa quella che gli aveva fatto sorgere un brutto, bruttissimo dubbio. E se fosse la presenza del sangue di salamandra o dei funghi esplosivi a neutralizzarne l’effetto allergenico?Non appena aveva finito di formulare quel pensiero aveva spalancato gli occhi e per poco non aveva iniziato a sbattere la testa sul libro – in realtà l’unica cosa che lo aveva trattenuto dal farlo era stata la paura di venir sbattuto fuori dalla Biblioteca – imprecando sottovoce in portoghese. Ecco cosa si era dimenticato, mentre sceglieva gli ingredienti per il suo potenziamento: non bastava che una sostanza fosse utilizzabile all’interno di una qualsiasi Pozione per essere automaticamente classificata come innocua per l’uomo semplicemente perché non era l’unica a finire all’interno del calderone. Da quel momento le variabili da vagliare si erano improvvisamente moltiplicate, costringendolo a estendere il raggio di azione delle sue ricerche anche ai possibili effetti collaterali derivanti dall’interazione tra loro degli ingredienti della Pozione base con quelli che lui aveva aggiunto per il potenziamento. Forse anche quella strada si sarebbe rivelata un buco nell’acqua ma non voleva lasciare nulla di intentato, non quando vi era così tanto in ballo. Ti prego ditemi che i Doxy a contatto con la polvere di Capperuncolo diventano ancora più velenosi oppure che le fate sono allergiche ai tentacoli di Murtlap…Mormorò disperato spostando lo sguardo dal libro di Cure delle Creature Magiche Avanzato a quello di Pozioni Avanzate alla ricerca di una qualche annotazione scritta in piccolo che avrebbe potuto dargli la giusta indicazione su quale fosse l’ingrediente incriminato e poter così, successivamente, mettersi alla ricerca dell’elemento che lo avrebbe neutralizzato. Fine Autoconclusiva
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da Sandyon » 29/05/2014, 17:02
Dopo una attenta e accurata ricerca sul libro di Cura e sul libro di Pozioni, Jorge arriva alla conclusione che non sembra esserci alcun collegamento ipotetico tra le sostanze presenti nella sua lista e le parti delle creature utilizzate nel composto, come non sembrano nemmeno sussistere rapporti di intolleranza tra un essere magico e un altro, non dopo la morte almeno, quindi sembra trovarsi di nuovo verso un vicolo cieco. Non gli rimarrà quindi che vagliare altre due possibilità ipotetiche, ovvero consultare il proprio libro di Erbologia e quello di Alchimia (non quelli di livello avanzato, perché di certo la professoressa Martha Bennet non sarebbe stata così folle da dargli una ricerca simile, dal punto di vista erbologico e alchemico, sapendo che il ragazzo non avrebbe trovato quello che gli serviva nei testi scolastici) e ricercare qualche ingrediente che, nelle controindicazioni o nei particolari di somministrazione potesse far riscontrare un effetto di eliminazione della tossicità nel liquido finale. Una volta conclusa anche quella lunga analisi, lo studente arriverà alla conclusione che esistono due tipologie di piante e due tipologie di minerali che sarebbero in grado, forse, di dare il risultato sperato alla pozione. Questi sono:
- Arnica - Verbena - Sale rosa - Magnesio
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