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Filosofia babbana e Magia: la Cabala e il cammino della perfezione

MessaggioInviato: 12/10/2013, 18:39
da Logan
Martedì - Ore 17:00 - Aula di Babbanologia

Ultimamente stavo eseguendo lezioni sempre al limite della pesantezza e dovevo ammettere che un po' mi dispiaceva.
Non lo facevo apposta, ci tenevo che gli studenti seguissero la mia materia con interesse e spensieratezza, ma allo stesso tempo ogni volta che mi trovavo a riflettere sul successivo argomento di lezione mi accorgevo che desideravo spiegare cose importanti e non troppo frivole.
Ripromettendomi comunque che al prossimo appuntamento avrei insegnato qualcosa di divertente e leggero, mi presentai in classe pronto per affrontare uno dei passi più difficili della storia del mondo: le credenze riferite alla magia nell'antichità babbana.
Forse persone come la Vice Preside o la professoressa di Divinazione avrebbero apprezzato questo mio tentativo di acculturare gli studenti, la mia preoccupazione infatti era rivolta proprio a loro che temevo so gettassero in uno sbadiglio dietro l'altro.
Oltre a questo timore, per altro, c'era di mezzo anche la mia rottura con Celine che sicuramente non mi aveva concesso la libertà di pensare a degli argomenti frivoli allegri, non essendolo io in primis in quelle tristi e uggiose giornate di Marzo.
Anche il mio abbigliamento rispecchiava di molto il mio stato d'animo: formale, quasi elegante, alla Trigger style, per intenderci.
Un vero brutto colpo per la mia immagine allo specchio che quasi faceva fatica a riconoscersi per via del cambiamento radicale.
Un completo blu scuro e un dolcevita nero, una ventiquattrore di pelle scura e un orologio di platino al polso sinistro.
Una volta posata la valigetta sulla cattedra, mi volsi per sorridere leggermente ai ragazzi, notando nelle loro facce delle espressioni perplesse e in alcuni casi anche preoccupate... Il che era comprensibile, visti gli ultimi cambiamenti radicali della Vilvarin e della Bennet!

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Buongiorno ragazzi!
Come andiamo?


Tutto bene professor Sykes?
... Qualcosa non va?


Uhm?
No, O'Neill, non proprio, perché?


Sembra molto... Diverso dal solito, professore!

Aaaahhh capisco, l'abbigliamento!
Si, in effetti hai ragione Alvares, oggi volevo vestirmi seguendo il mio umore...


Di che umore si tratta professore?
Oh mi scusi, ho parlato a sproposito!


Ma no no, Ariel, scherzi? La curiosità non guasta mai ed io mica mi offendo!
Sto un po' giù perché ho da poco rotto con la mia fidanzata!


Ooooooo... Noooooooooo...

Eeeehhh lo so, più o meno mi sto ripetendo la stessa esclamazione da dieci giorni!

Mi dispiace professore, le auguro di trovare presto una persona più giusta di quella passata, per lei.

Oh... Sei molto gentile Melia, davvero!
Per certi versi me lo auguro anche io ma non voglio pensarci, direi che è meglio concentrarci sulla lezione, che ne dite?


Beh l'argomento gossip sembrava interessante!

Molto spiritosa Wollis... Oh ciao Glaedr, come va piccoletto?

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Professor Sykes, qual è allora l'argomento di oggi?

Mi fa piacere vederti interessata Elisabeth, dunque, l'argomento di oggi è la filosofia babbana del 1500 circa!

Le loro tristissime voci (non tutte comunque) raggiunsero le mie orecchie, non facendomi però desistere dal voler spiegare quella lezione.
La cultura filosofica era interessante ed anche molto importante per tutti i maghi che si volevano definire colti e di certo determinate chiacchierate non venivano fatte in istituti come la Cyprus, molto più attenta all'avanguardia della modernità che al prestigio dell'antichità.
Dalla valigetta nera presi dei fogli con sopra un disegno per il momento ancora sconosciuto e senza interpretazione, distribuendoli a tutti quanti.
Nel contempo mi avvicinai alla lavagna scura per scrivere sopra degli appunti e un nome: "Giovanni Pico della Mirandola" con relative date di nascita e morte, oltre che luogo di provenienza e parole chiave per ricordare la sua dottrina nel mondo babbano.
In realtà fare tutto quel preambolo scritto mi serviva per rimuovere dalla mente il ricordo del volto della mia ex ragazza.
Non era semplice venire lasciati, specie quando avveniva dall'oggi al domani, per quanto negli ultimi tempi ci eravamo molto allontanati.
Credevo fosse per il lavoro, niente di grave, in fondo anche Seal e Parker stavano messi come noi se non peggio, ed invece, c'era qualcos'altro che non andava come doveva e Celine lo aveva percepito e di conseguenza, aveva agito per il proprio bene e quello di entrambi, alla fine.
Seppure inizialmente avessi pensato che fosse soltanto una perdita di sentimento o abbassamento della passione, dovetti ricredermi nei giorni successivi, perché ipotizzare una cosa simile significava in un certo senso offendere una persona avuta accanto per molti mesi e con la quale avevo condiviso tantissime emozioni positive. Scelsi allora di racchiudere i bei ricordi della storia in un cassetto del cuore e provare ad andare avanti, per quanto vederla di tanto in tanto per i giardini della scuola quando andava a trovare la migliore amica ancora faceva un pessimo effetto doloroso.

Se girate il foglio evitando per ora di fissare l'immagine, potrete leggere un passo tratto da un mio personale libro di filosofia babbana... Mi raccomando fate attenzione e seguite la mia lettura...

"Il proposito di Pico, esplicitamente dichiarato ad esempio nel "De ente et uno", consiste infatti nel ricostruire i lineamenti di una filosofia universale, che nasca dalla concordia fra tutte le diverse correnti di pensiero sorte sin dall'antichità, accomunate dall'aspirazione al divino e alla sapienza, e culminanti nel messaggio della Rivelazione cristiana. In questo suo ecumenismo filosofico, oltre che religioso, vengono accolti non solo i teologi cristiani ed esoterici insieme a Platone, Aristotele, i neoplatonici e tutto il sapere gnostico ed ermetico proprio della filosofia greca, ma anche il pensiero islamico, quello ebraico e appunto cabbalistico, nonché dei mistici di ogni tempo e luogo."


Pico sta per Giovanni Pico della Mirandola, il tizio che ha scritto alla lavagna, giusto professore?

Esattamente Peter, sto parlando proprio di questo particolare filosofo babbano vissuto nel rinascimento italiano.
Egli aveva preso elementi di varie filosofie mondiali per cercare di rielaborarle ed unificarle, desiderando spiegare ogni concetto astratto o metafisico attraverso i principi di tantissimi Credo, da quelli di Aristotele a quelli di Platone fino alle dottrine ebraiche, islamiche e addirittura mitologiche, ipotizzando che anche nelle semplici leggende esistesse un fondo di verità.


Aristotele e Platone chi erano invece?

Altri due filosofi, Caroline, vissuti moltissimi secoli prima di Pico, nell'antica Grecia.
Purtroppo però non posso approfondire il discorso su questi due grandi luminari della sapienza babbana, poiché altrimenti non solo renderei la lezione molto più pesante ma uscirei anche dai binari dell'argomento!


Ah va bene professore, non c'è problema, al massimo posso trovare informazioni per conto mio!
Quindi cosa significa che per Pico nelle leggende esisteva la verità?


Stavo proprio per raggiungere questo punto.
Giovanni, a differenza di moltissimi altri pensatori contemporanei ormai troppo legati alla cristianità, era convinto che in alcune credenze antiche ipoteticamente prive di fondamento e sciocche, se non in molti casi eretiche, ci fosse una qualche piccola verità, supportata dal fatto che non era possibile cominciare a parlare di qualcosa senza averne avuta una minima prova o sentore...


In pratica se la credenza esisteva, seppur reputata sciocca, non era detto che fosse irreale perché comunque la prima persona che l'aveva ideata non doveva aver necessariamente avuto solo uno slancio di troppa fantasia, giusto?

Si Stevens, è esattamente così!
In particolare, tra tutte le credenze definite folli dalla maggior parte della popolazione del tempo, Pico pensava fosse reale proprio il concetto della magia, ma non la magia delle streghe, non stiamo parlando delle inquisizioni del 1300, bensì una magia metafisica, il raggiungimento di un potere già insito nell'uomo ma sopito, il quale se risvegliato avrebbe condotto la persona ad un livello spirituale ed essenziale più alto.
Infatti, il mago, per Pico, opererebbe attraverso simboli e metafore di una realtà assoluta che è oltre il visibile, e dunque, partendo dalla natura, può giungere a conoscere tale sfera invisibile, ossia metafisica, attraverso la conoscenza della struttura matematica che è il fondamento simbolico-metaforico della natura stessa.
Ebbene si, al tempo la maggior parte delle filosofie si basavano principalmente sulla matematica, sulla fisica e sull'astronomia.
Bene, adesso per comprendere meglio, girate il foglio e andiamo a guardare il disegno misterioso!


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Ammetto che mi sto un po' perdendo, professore...

In pratica, Jackqueline, Pico affermava che operando una ricerca sul conoscibile e visibile del mondo, partendo dalla natura, si potevano raggiungere dei traguardi di consapevolezza inconscia e congiunzione con un potere più grande, quello appunto dei maghi.
I maghi affrontavano quindi un cammino intenso e molto difficile, passando per degli stadi di avanzamento nella perfezione umana, assimilando in loro dei concetti astratti molto forti ed importanti come la pietà o il giudizio, arrivando ad imparare grazie ad una mente più aperta un ordine scientifico perfetto, con il quale basarsi per creare vere e proprie meraviglie, come ad esempio gli alchimisti che studiando le scienze unendole alla metafisica erano in grado di dar vita a delle creazioni strabilianti come le pietre filosofali o le panacee.


Già, non era per nulla semplice capire tutto quanto, ma sperai sul serio di essere stato il più chiaro possibile con la mia spiegazione.
Sapevo che il disegno era la parte meno preoccupante, in fondo dovevo soltanto informare cosa significasse ogni cerchio e la parola scritta all'interno. Quello che mi interessava era che almeno tutti si fossero appuntati per bene quella parte teorica, in fondo non mi ero mai tirato indietro davanti alla possibilità di far venire i ragazzi nel mio ufficio per chiedere delucidazioni, quindi la cosa migliore adesso era proseguire e terminare la lezione e poi eventualmente tranquillizzare chiunque che se avesse voluto mi avrebbe trovato disponibile nei giorni stabiliti.
Il disegno mostrava una struttura ad "albero" con dieci cerchi, i quali ognuno aveva un nome specifico in una lingua sconosciuta.

Questo viene chiamato "Albero della vita" ed è il fondamento della filosofia magica di Pico della Mirandola e della filosofia ebraica.
Partendo dal primo punto, il più basso, che rappresenta la realtà materiale, l'uomo passo passo raggiungeva un livello sempre più alto di perfezione interiore, scoprendo non solo le sue caratteristiche metafisiche più pure e positive, ma anche una consapevolezza del mondo che lo circondava, poiché per avanzare di stadio in stadio bisognava studiare, conoscere, capire, vivere l'esteriorità al pari dell'interiorità.


Kèter: corona o diadema regale (centro della volontà creatrice, ispirazione dell'universo)
Khokhmàh: sapienza (fonte dell'energia cosmica, per amore e saggezza)
Binàh: giudizio o saggezza (centro di cristallizzazione, della forma, e dunque polo femminile dell'universo)
Dàat: conoscenza (grande biblioteca cosmica che racchiude tutte le memorie dell'universo): è la cosiddetta "sephirà nascosta" e normalmente non entra nel computo delle dieci
Chèssed: pietà (centro dell'organizzazione e della concretizzazione, dell'abbondanza, del potere e dell'autonomia)
Ghevuràh: forza (dimora del "chirurgo celeste" che agisce perché le leggi cosmiche siano rispettate: si tratta del centro maschile dell'universo)
Tifèret: gloria, splendore o bellezza (legame tra i mondi dello spirito e le realtà materiali, questo centro impianta nell'uomo la coscienza)
Nèzakh: eternità (centro della bellezza che ispira, della materializzazione dell'amore)
Hod: maestà, splendore (centro che applica le leggi della sephirà di Binah a un livello vicino alla dimensione materiale: si tratta dello stadio finale dell'elaborazione del piano della vita)
Yessòd: fondamento(centro che produce la realtà materiale: trasmette le informazioni di provenienza della coscienza superiore di Tiferet verso il mondo fisico e viceversa)
Malkhùth: regno (centro che rappresenta la realtà fisica, associata al pianeta Terra).


Per Giovanni, il mago era colui che riusciva anche solo a superare il grado del Malkhùth, calcolando che al primo stadio, idealmente, si trovavano tutti quanti gli esseri umani, nessuno escluso, comprese anche le menti più brillanti del tempo.
Arrivare al secondo stadio già significava raggiungere un piano superiore a quello dell'uomo comune, osservando qualcosa di inconoscibile, seppur minima, e grazie ad essa dar vita a delle meraviglie, le cosiddette "magie".


La mia considerazione personale decisi di tenerla chiusa e nascosta nella mia mente, poiché la realtà che Pico non aveva calcolato era l'apparente normalità ed esistenza materiale dell'energia magica. I maghi non erano uomini migliori dei babbani, non avevano affrontato cammini diversi, più intensi o più trascendenti. Tra i maghi viveva il peggio e il meglio in circolazione come in ogni civiltà, come in ogni mondo conosciuto.
Certamente, trovavo bello idealizzare il mago come una forma di vita evoluta, ma tale doveva rimanere, una idealizzazione, perché proprio grazie a dei pensieri del genere divenuti quasi dei dogmi nel corso della storia si era dato luogo a veri e propri stermini di razza contro i natibabbani come me o anche nei confronti dei mezzosangue. La magia era un dono ancora difficile da decifrare e non era importante a chi andava, bensì come veniva usato. Il percorso di perfezione ideato dal caro Mirandola non era nient'altro, a mio avviso, che il cammino che ogni essere umano, mago e non, avrebbe dovuto intraprendere per migliorare sé stesso a prescindere, per rendere il mondo un mondo migliore, degno di essere vissuto.

Va bene ragazzi, per oggi direi che è tutto, vi ho annoiato anche abbastanza!
Vi prometto che la prossima volta faremo qualcosa di davvero divertente, parola di Logan Sykes!
Le domande le trovate scritte sulla lavagna, ricopiatele e consegnate l'elaborato entro e non oltre il 4 Aprile.
Buona giornata a tutti!


Feci un sorriso affabile ad ognuno, con annesso anche applauso per la resistenza, vista la pesantezza dell'argomento trattato.
Avevo cercato di non andare troppo sul sottile, dare solo una spiegazione di come era vista la magia da un esponente pensatore del passato e nulla di più. Almeno era una visione differente da quelle classiche del medioevo, in realtà molto più simili all'effettiva realtà.
Quando si chiuse la porta e non si sentì più una singola voce di studente, mi lasciai andare sulla poltrona comoda, sospirando e socchiudendo gli occhi, cercando di svuotare la mente, cercando di allontanare i brutti pensieri, ardua impresa, dovevo ammetterlo.
Ad un tratto però, la voce familiare del mio fraterno amico raggiunse le mie orecchie e non potei non incurvare le labbra all'insù un'altra volta.

Come stai?

Un vero schifo...

La mia futura consorte ha preparato una tisana apposta per te, dai, vieni a bertela alle Serre su!

Quella ragazza è un tesoro, posso sposarla io al posto tuo?

Spiacente, siamo innamorati!

Eeehhh va beh su, dettagli...

Cammina Corvetto!

Eccomi, eccomi... Grifoncino!



// OFF

Il compito va consegnato entro il giorno 4 Novembre alle ore 19:00





Risposta chiara, fluida ed interessantissima!
La profondità dimostrata in questo tuo pensiero, Jiménez, mi ha davvero sorpreso in positivo.
Scelta tra l'altro molto particolare e non propriamente tra gli schemi, ottimo!
17

Le metafore sono alcuni tra i trucchetti di spiegazione che preferisco.
Evidentemente piacciono molto anche a te, altrimenti non me ne avresti fornite ben otto!
Filosofia aperta e giusta la tua, con una chiara tendenza alla diplomazia... Ti piacerebbe come carriera?
18

punti 35 per Ariel




Sei cresciuta molto da quando ti conosco, O'Neill.
Sei diventata più adulta, matura, riflessiva, e non nego che anche la tragedia di tuo padre c'entri qualcosa con la risposta.
Ogni cosa ci aiuta a migliorare, non dimenticarlo mai!
Coraggio.
16

Le risposte di un non Puro sono sempre quelle che riservano commenti più interessanti, almeno molto spesso!
Questa non è stata affatto un'eccezione, complimenti, un pensiero davvero molto bello oltre che obiettivo.
Anche i babbani hanno le loro ricche qualità, giustissimo, e i motivi da te esposti sono decisamente adatti e coerenti.
15

punti 31 per Caroline Priscilla




Ok, credo di non aver mai letto una risposta più completa e complessa.
Davvero Kenway, sei allucinante!
In te la filosofia potente scorre, giovane Padawan! (Tono alla Maestro Yoda)
20

Complesso e allo stesso tempo pulito e pratico.
Onesto ed anche cinico, con qualche punta di eudemonismo.
Ti sei superato proprio in questo compito, Kenway, infatti ti meriti proprio il miglior compito!
20

punti 40 per Zephyr




Un'attenta analisi integrata con le spiegazioni sia precise che adeguate.
Il tutto poi ricollegato alla chiave di volta del tuo ipotetico futuro.
Un lavoro egregio, Alvares, te la cavi alla grande nella mia materia, spero continuerai a seguirla anche dopo i G.U.F.O.
18

Risposta corposa che non stanca la lettura.
Approfondita quanto serve e degna di un Natobabbano con la testa sulle spalle (da questo punto di vista almeno).
Optimus!
14

punti 32 per Jorge




Esattamente come per la signorina O'Neill, il fatto che più ti ha sconvolto ha preso le redini della tua mente e razionalità, portandoti a pensare e svolgere ragionamenti in termini filosofici ed empirici non solo complessi ma anche interessanti.
Benissimo Stevens, se ti andrà di venire a fare una chiacchierata col sottoscritto (anche da BG) passa pure, ok?
19

In questa risposta invece sei stata davvero molto sintetica, forse troppo per certi versi, ma è anche vero che il discorso in sé per sé non richiedeva eccessivo approfondimento, essendo semplice e lineare allo stesso tempo.
Osservare il mondo magico con i tuoi occhi ora come ora non è allegro, ma come già detto, tutto ci insegna a crescere e l'unico modo che hai per differenziarti da chi ti ha rovinato la vita, è crescere meglio di loro.
Fatti forza.
14

punti 33 per Miyabi