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Le giocate che si vogliono effettuare alle Serre che NON coinvolgono la prof.ssa Vilvarin devono essere concordate direttamente con questa o attraverso gli Admin poiché la PG vi è quasi sempre all'interno ed è necessario che sia lei a dare un orario in cui non sarebbe presente
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da Lindë » 25/11/2012, 14:33
Le parole di Lindë non fecero altro che alimentare il brusio intorno a lei. La fissavano scioccati, perplessi, increduli, rammaricati. Lei li fissava, senza poter fare nulla. Li conosceva? Era stata loro amica? Era al corrente delle loro storie, dei loro pensieri? Loro lo erano dei suoi? Quanto poteva fare male a quelle persone scoprire una verità del genere? E perché? Non sapeva rispondersi, l'Erbologa, che passava lo sguardo dal gruppetto compatto al singolo uomo di fronte a lei. Focalizzò l'attenzione su di lui, fissandolo. Affinità, ecco cosa sentiva con lui. Come con Irvyne, ma era una cosa diversa. Col docente di Astronomia era l'amore ad unirli. Con l'uomo era... la Terra. Non avrebbe saputo spiegare cosa provasse, cosa sentisse dentro. Era come se ciò che prima si agitava nel suo animo fosse ora proiettato verso l'altro. Come se lo riconoscesse, anche se non si ricordava di lui. Osservò il gruppo farsi indietro. Lui, nello stesso momento, si fece avanti. Lindë rimase imperturbabile, limitandosi ad osservarlo silenziosa.
Che Voi ci abbiate conosciuto è indubbio, mia Signora, ma temo che qualcosa abbia fatto in modo che Voi perdeste coscienza della Vostra reale identità e del Vostro ruolo all'interno del nostro ordine, ma andiamo per gradi, non Voglio spaventarVi.
Temete la cosa giusta. Qualcuno mi ha Obliviata, facendomi dimenticare gli ultimi tre anni della mia vita.
Mormorò Lindë in risposta. Lo studiava, fissandolo negli occhi che sembravano trasmettere solo calma. Il sorriso rivelava un animo buono, gentile. Almeno così lo percepiva lei. Avrebbe voluto sorridergli, ma non ci riusciva. Non perché non ne fosse capace. Con Irvyne ci era riuscita. Ma non sapeva ancora chi fossero, perché fossero lì. Sapere di averli conosciuti la metteva a disagio. Con Irvyne non era successo, perché l'aveva conosciuto ad Hogwarts. E a proposito di Hogwarts... la Preside sapeva della loro presenza lì? L'aveva acconsentito? Ne sarebbe stata d'accordo? Oppure era all'oscuro di tutto? Non sapeva se fosse il caso di dire loro di andarsene oppure no. Forse avrebbe dovuto, ma voleva sapere. Aveva bisogno che rimanessero lì. Ancora un po' almeno.
Tre anni fa veniste contattata a casa con una lettera fatta di foglie autunnali. All'interno di questa lettera c'era l'invito da parte di un nostro ex Confratello ad incontrarlo a Rio de Janeiro per parlare di un lavoro, una Vostra collaborazione importante che avrebbe garantito non solo un ottimo sostentamento economico per Voi ma anche per la Vostra famiglia, allora non nelle migliori acque a causa di debiti e problemi di crisi del paese. In realtà quella proposta di lavoro nascondeva anche il tentativo di avvicinarVi e chiederVi di entrare a far parte di una delle corporazioni reggenti della natura del nostro amato pianeta: la Gilda Terran.
... alla fine ho davvero 1200 anni, dopotutto.
Mormorò Lindë, riuscendo ad incurvare le labbra in un sorrisetto. Il primo, di fronte al Maestro. D'altronde ne aveva parlato proprio con Irvyne. La Gilda Terran, vecchissima e quasi leggendaria. Lei ne faceva parte. O almeno, era stata contattata per esserne parte. All'epoca, quando era ancora... umana. Probabile che fosse rimasta entusiasta della proposta. Adesso, non riusciva a sentire nulla se non un'ansia crescente al centro del petto.
L'uomo che incontraste in passato, nostro ex Confratello, non era altri che il defunto professor Cristopher Pryce, l'ex Capo della Gilda.
Pryce. Quel nome la colpì. Fece un passo indietro, la maschera d'imperturbabilità si ruppe. Dunque l'aveva conosciuto. Ci aveva parlato. Erano forse amici? Eppure, per quanto ci tenesse a sapere, a ricordare... non ci riusciva. Socchiuse gli occhi, cercando nei recessi della memoria il volto del professore. Un sorriso in direzione di Lindë che testimoniasse la loro conoscenza. La sua voce, anche, che si rivolgeva a lei. Niente. Strinse appena i pugni, abbassando lo sguardo. Era... frustrante. Le faceva una rabbia incredibile. Era impotente di fronte all'assenza di quelle informazioni racchiuse chissà dove nella sua memoria. Annuì, lentamente. Voleva che andasse avanti. Adesso era ancora più importante sapere.
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da Sandyon » 25/11/2012, 18:08
Temete la cosa giusta. Qualcuno mi ha Obliviata, facendomi dimenticare gli ultimi tre anni della mia vita.
Proprio gli ultimi tre anni, sembrava quasi fatto apposta. Rhaiden non rispose nulla a quella semplice affermazione che rendeva veritiere le ipotesi della Gilda, e nemmeno fece alcuna smorfia di rimando quando la donna espresse quella semplice battuta tra se, non potendo comprendere l'ironia che vi fosse dietro. Si limitò a proseguire nella sua spiegazione, cercando di essere il più calmo e lento possibile, così che la docente di Erbologia potesse accorpare tutte le informazioni e tentare così di non farsi sopraffare dalla rabbia o dall'agitazione, cosa che non le riusciva perfettamente, ma se non altro per essere una persona alla quale era stata cancellata la memoria, si stava comportando più che egregiamente. Lindë annuì col capo, stringendo i pugni, poiché desiderava che adesso il Maestro proseguisse nella sua storia, nella sua versione dei fatti, anche perché era l'unica alla quale al momento poteva dar credito non ricordandosi assolutamente niente del tempo trascorso negli ultimi tre anni.
Cercate di trattenere le ire mia Signora, in fondo grazie a noi potreste recuperare una parte di quelle memorie perdute. Non provate rancore con Voi stessa, ma verso chi Vi ha privato dei ricordi, Vi assicuro che troveremo vendetta anche verso costui.
L'uomo andò a cercare in una delle tasche interne della propria tunica, per rivelare un sacchetto con sopra scritta una frase che probabilmente avrebbe lasciato abbastanza di stucco la ragazza. Il sacchetto conteneva delle erbe secche e tritate dai colori verde e castano, dall'aspetto molto vecchio, di forse un anno o poco di più. Tale contenuto ricordava vagamente quello delle confezioni di tisane aromatiche volte ad avere vari effetti di ogni tipo, per quanto, riferendosi specificatamente a quel sacchetto, c'era da aspettarsi che l'infuso dato da quelle erbe fosse di natura straordinaria.
Credo che questo debba tornare a Voi, intanto. L'avete lasciato nel nostro covo, l'ultimo di una vasta serie di quelli che preparavate. Credo che ora sia giusto che torni a Voi, poiché il suo effetto potrebbe essere miracoloso per la Vostra attuale condizione. Era spesso usato da tutti noi per distendere nervi, creare pace e facilitare la concentrazione nel lavoro. Uno di quei pochissimi composti che anche il nostro caro ex Capo spesso non riusciva a ricreare e che per voi invece era una quotidianità.
Un modo come un altro dunque per cercare di farla riavvicinare a loro, con quei semplici gesti che la aiutassero ad accettare il ricordo di essere stata parte di una comunità e di esserlo ancora, in tutto e per tutto, anche perché c'era un piccolo particolare, facente parte del corpo della Vilvarin, che solamente chi fosse stato a stretto contatto con lei poteva conoscere, anche se probabilmente per tutto quel lungo periodo, la stessa professoressa aveva evitato di prendere in considerazione per non voler fare domande a se stessa alle quali non avrebbe saputo rispondere. Tale piccolo particolare, naturalmente, era conosciuto non solo da Rhaiden o da Pryce, ma anche da molti dei presenti quella mattina. Nel frattempo che proseguiva quella conversazione e stavano quindi venendo a galla molte nuove informazioni, l'occhio del Maestro si spostò per alcuni secondi su una figura non troppo lontana, alle spalle di Lindë. L'uomo anziché mostrare avversità o diffidenza, sorrise anche verso di lui e di seguito, riprendendo a guardare la docente, decise di farle presente quella presenza non molto distante, per invitarla a voltarsi e scegliere cosa fare.
E' qualcuno al quale state a cuore, mia Signora? Osserva tutti noi con molta ostilità e sarebbe pronto ad afferrare sul serio la bacchetta pur di difenderVi da una minaccia. A giudicare dall'età, deduco un Vostro studente...
Lo osservò con molta attenzione ancora una volta, assottigliando lo sguardo, scrutando nel suo essere, nel suo spirito, per cogliere tracce di natura, una natura che seppur inizialmente flebile, scorreva in lui, con qualche sottile velo di fermezza e decisione. Non c'erano molti dubbi, prometteva bene, ed era sorprendente che si fosse avvicinato alla Vilvarin mentre lei, ancora ignara della sua appartenenza, aveva scelto un lavoro così solitario e individuale. Il destino forse? Ogni cosa a suo tempo.
Riesco a percepire l'eco della Terra in lui, se Vi farete attenzione, lo comprenderete anche Voi. Ma è un eco instabile, temo si sia avvicinato a Voi molto, forse troppo tardi, per quanto, è il Capo a decidere se questa mia teoria sia valida o meno. In ogni caso, gradirebbe chiedergli di allontanarsi da noi e non presentare intenzioni guerrigliere, mia Signora?
E chi altri poteva trattarsi se non l'apprendista di Lindë, Typhon Seal, che non appena aveva osservato che la situazione era strana aveva già posato la mano sulla bacchetta fissando in maniera truce tutti coloro che incappucciati si trovavano così vicini alla sua mentore. Di certo essere vestiti a quella maniera non aiutava a definirli pacifici e tranquilli, ma adesso non era di sicuro il momento di dare spiegazioni a lui, sopratutto perché, non facendo parte della Gilda, non poteva conoscere nulla e non poteva possedere alcuna verità in merito. Una volta che la Vilvarin avesse acconsentito a mandare via Typhon nel modo che più preferiva, se ferreo o morbido, allora la loro conversazione sarebbe potuta proseguire, passando ad argomentazioni e informazioni più serie, importanti e sconvolgenti. Anche perché, era arrivato il momento anche di far presente quel piccolo particolare ignorato volutamente dalla ragazza e conosciuto perfettamente da Rhaiden.
Bene. Tornando a noi, nei due anni successivi diventaste ufficialmente un membro della Gilda Terran, cominciando gli studi delle arti naturali, delle ricerche volte al miglioramento dell'umanità e ricevendo insegnamenti direttamente dal dottor Pryce che vedeva in Voi una discepola tutt'altro che comune, anzi, davvero speciale. Vi prego di credere a queste mie parole, anche perché sono certo che se avete perso ogni ricordo, non potrete comunque aver ignorato quell'anello che portate al piede destro, all'anulare, di colore verde prato, simbolo di appartenenza alla Gilda e che non siete mai riuscita a togliere. Questo anello viene dato ad ogni membro che entra a far parte della corporazione, e, come potete vedere, ne abbiamo tutti uno uguale.
Così il Maestro mostrò la propria mano destra facendo osservare l'anello al dito medio, e assieme a lui, per riverenza, anche tutti gli altri mostrarono le proprie mani ornate da questi anelli luminosi di quello stesso identico colore dell'anello posseduto dalla Vilvarin.
Dopo quel lungo periodo all'interno del nostro covo e dopo aver appreso abbastanza tecniche magiche ed insegnamenti tanto da poter ricevere il titolo di "Giungla", decideste di allontanarVi per aiutare le ricerche presso un laboratorio sperimentale molto famoso, a Praga, affiancata da un allora iniziato della nostra Gilda, Rupert Giles. Successivamente all'inizio dei Vostri studi e ricerche lì, non avemmo più notizie al Vostro riguardo, e la Vostra successiva scomparsa lasciò in tutti noi un vuoto molto grande, calmato appena dalla fiducia del nostro ex Capo che diceva di essere certo che un giorno, quando la Terra l'avesse ritenuto necessario, allora l'avremmo trovata... Questo perché... Per lui, Voi eravate l'unica con le potenzialità e il quantitativo di energia naturale in corpo adatti per divenire un giorno... Il suo successore indiscusso, la nuova Terran Verdigris.
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da Lindë » 26/11/2012, 18:02
Cercate di trattenere le ire mia Signora, in fondo grazie a noi potreste recuperare una parte di quelle memorie perdute. Non provate rancore con Voi stessa, ma verso chi Vi ha privato dei ricordi, Vi assicuro che troveremo vendetta anche verso costui.
Furono le prime parole a colpire il suo animo. Recuperare una parte di quelle memorie. Da quando era ricomparsa a casa dei genitori, non si era più posta alcun problema. Non aveva voluto sapere, non aveva cercato, era andata avanti. Non avrebbe saputo come muoversi nemmeno volendo, perché non aveva indizi sul suo passato. Ora, di fronte a lei, c'erano persone che la conoscevano. Che aveva parlato con lei, discusso con lei, forse anche riso con lei. Erano una finestra sul passato, e sembravano pronti ad aiutarla. A permetterle di ricordare. Ma a quale prezzo?
Credo che questo debba tornare a Voi, intanto.
Prese tra le mani quel sacchetto pieno di erbe. Lo fissò, spalancando appena gli occhi sull'etichetta. Vilvarin. Il suo cognome. Era suo? L'aveva creato lei? Perché non riusciva a ricordarsene minimamente? Lo studiò a lungo, sperando che qualcosa potesse riaffiorarle alla mente... ma nulla. Quel sacchetto era per lei anonimo, sconosciuto. Eppure frutto dei suoi studi, del suo impegno, del suo lavoro. Era come assistere alla storia della propria persona ed esserne del tutto estranea. Era una sensazione orribile.
L'avete lasciato nel nostro covo, l'ultimo di una vasta serie di quelli che preparavate. Credo che ora sia giusto che torni a Voi, poiché il suo effetto potrebbe essere miracoloso per la Vostra attuale condizione. Era spesso usato da tutti noi per distendere nervi, creare pace e facilitare la concentrazione nel lavoro. Uno di quei pochissimi composti che anche il nostro caro ex Capo spesso non riusciva a ricreare e che per voi invece era una quotidianità.
Una quotidianità. Ciò che, allora, sapeva ricreare ancor meglio e più facilmente del capo della Gilda Terran, adesso era per lei un mistero. Non l'avrebbe permesso. Si sarebbe messa a studiare quel composto fino a che non avesse saputo crearlo ad occhi chiusi. Avrebbe recuperato quei ricordi riguardanti le sue ricerche. Era la sua vita, non era giusto che le venisse strappata così.
Grazie.
Mormorò Lindë, stringendo il sacchettino tra le dita con più forza. Sì, avrebbe avuto la sua vendetta. Qualcuno, alle sue spalle, catturò l'attenzione del Maestro.
E' qualcuno al quale state a cuore, mia Signora?
Quella domanda le fece aggrottare la fronte. Si volse. Typhon Seal era a poca distanza da loro, serio e pronto ad intervenire. Voleva proteggerla. Anche se lo trattava male e non lo faceva avvicinare alle piante. Uno spasmo strano le fece stringere il cuore. Quel ragazzo era forse più speciale di quanto avesse pensato.
Osserva tutti noi con molta ostilità e sarebbe pronto ad afferrare sul serio la bacchetta pur di difenderVi da una minaccia. A giudicare dall'età, deduco un Vostro studente...
E' il mio assistente personale.
Specificò Lindë, tornando a guardare il Maestro. Per la prima volta aveva chiamato Seal in quel modo. Per la prima volta aveva compreso quanto se lo meritasse.
Riesco a percepire l'eco della Terra in lui, se Vi farete attenzione, lo comprenderete anche Voi. Ma è un eco instabile, temo si sia avvicinato a Voi molto, forse troppo tardi, per quanto, è il Capo a decidere se questa mia teoria sia valida o meno. In ogni caso, gradirebbe chiedergli di allontanarsi da noi e non presentare intenzioni guerrigliere, mia Signora?
Annuì. Si volse verso il Dragargenteo. Lo fissò un lungo istante. Poi, le labbra si aprirono in un lievissimo sorriso.
Le piante hanno bisogno di bere. Pensaci tu.
Sì, gli avrebbe finalmente concesso di avvicinarsi ai suoi tesori più preziosi. Ora, forse, si fidava più del ragazzo rispetto a prima. Gli fece un cenno di andare, di essere veloce. Lo osservò allontanarsi e tornò a fissare l'uomo. Era lui che poteva far chiarezza in tutta la situazione, ne era certa. Doveva solo dargli modo di parlare. Non era una persona paziente, se non con le sue piante. Quel giorno avrebbe fatto un'eccezione. Quel giorno sembrava che la sua intera esistenza fosse destinata a cambiare.
Bene. Tornando a noi, nei due anni successivi diventaste ufficialmente un membro della Gilda Terran, cominciando gli studi delle arti naturali, delle ricerche volte al miglioramento dell'umanità e ricevendo insegnamenti direttamente dal dottor Pryce che vedeva in Voi una discepola tutt'altro che comune, anzi, davvero speciale. Vi prego di credere a queste mie parole, anche perché sono certo che se avete perso ogni ricordo, non potrete comunque aver ignorato quell'anello che portate al piede destro, all'anulare, di colore verde prato, simbolo di appartenenza alla Gilda e che non siete mai riuscita a togliere. Questo anello viene dato ad ogni membro che entra a far parte della corporazione, e, come potete vedere, ne abbiamo tutti uno uguale.
Rimase imperturbabile a quelle parole. Eppure, dentro di sé, un moto di sorpresa la invase. Sì, quell'anello c'era, e ce l'aveva da tempo. Almeno così aveva ipotizzato, quando si era ritrovata incapace di ricordare gli ultimi tre anni della sua vita. Aveva provato a toglierselo, senza risultato. Alla fine l'aveva lasciato dov'era, quasi dimenticandoselo. Probabilmente era una delle conseguenze di qualcosa fatta in quei tre anni. Qualcosa che non ricordava. Sperando che fosse tornato tutto a mente col tempo, non ci pensò più. Ma a quanto sembrava quella era la prova che la Gilda Terran l'aveva davvero conosciuta, che Lindë ne aveva davvero fatto parte. Quell'anello portato dal Maestro e dagli altri era uguale al suo. Annuì lentamente. Sentiva che erano quasi arrivati al punto centrale della questione.
Dopo quel lungo periodo all'interno del nostro covo e dopo aver appreso abbastanza tecniche magiche ed insegnamenti tanto da poter ricevere il titolo di "Giungla", decideste di allontanarVi per aiutare le ricerche presso un laboratorio sperimentale molto famoso, a Praga, affiancata da un allora iniziato della nostra Gilda, Rupert Giles.
Rupert Giles. Lui se lo ricordava. Aveva una vaga idea di chi fosse. Del suo viso, se non altro. Ci aveva lavorato insieme. Era il suo assistente. Avevano un bel rapporto. Vastnor lo sapeva. Troppe cose che non quadravano in quel puzzle scomposto. Troppe cose che Lindë non sapeva quanto fosse saggio tentare di scoprire.
Successivamente all'inizio dei Vostri studi e ricerche lì, non avemmo più notizie al Vostro riguardo, e la Vostra successiva scomparsa lasciò in tutti noi un vuoto molto grande, calmato appena dalla fiducia del nostro ex Capo che diceva di essere certo che un giorno, quando la Terra l'avesse ritenuto necessario, allora l'avremmo trovata... Questo perché... Per lui, Voi eravate l'unica con le potenzialità e il quantitativo di energia naturale in corpo adatti per divenire un giorno... Il suo successore indiscusso, la nuova Terran Verdigris.
La nuova Terran Verdigris. Il nuovo capo della Gilda Terran. Lei. Lindë Vilvarin. ... no. Non avrebbe mai potuto accettare. Scosse il capo, lentamente. Era la meno indicata per quel ruolo. Non voleva avere contatti con una persona per volta, figuriamoci tutte quelle. Guidarle, aiutarle, essere d'esempio... non faceva per lei.
Mi dispiace, ma non posso. Rifiuto l'offerta. Sono addolorata per la morte di Pryce, ma io non posso prendere il suo posto. E non ho intenzione di cambiare idea.
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da Sandyon » 26/11/2012, 22:35
Le piante hanno bisogno di bere. Pensaci tu.
Fu con queste parole semplici ed eloquenti che Lindë liquidò il suo assistente personale. Egli in un primo momento rimase abbastanza interdetto per quel comportamento insolito della ragazza, ma preferì evitare di fare domande al momento e con un cenno di assenso abbassò la mano che impugnava la bacchetta facendola tornare al proprio fianco, così da potersi allontanare e dirigere verso le serre dove delle piante assetate avevano bisogno di rifocillarsi. Nel modo di fare della professoressa, Rhaiden percepì una sensazione di affetto abbastanza sviluppata, anche se ancora non fortissima, fu per quello che non poté limitarsi dal sorridere ad ella non appena tornò a guardarlo per ascoltare le sue successive parole. C'era ancora molto da dire, ancora molte spiegazioni da dare e con onestà, la Gilda non poteva star fuori dal proprio covo per troppo tempo, rischiando qualche possibile individuazione esterna troppo curiosa e interessata. I percorsi per avvicinarsi a loro dovevano essere discreti, da sempre, era una regola importante da seguire che costituiva un intero credo fondato da diversi secoli, molti dei quali nemmeno conosciuti troppo bene a livello storico da alti membri della corporazione. Adesso però non era di sicuro il momento per parlare di storia, di ricordi, di esperienze e persone del passato, ma del presente, della situazione attuale, una situazione che prevedeva e richiedeva un nuovo leader che si ponesse al centro dell'organizzazione di Gilda, riprendendo in mano le redini abbandonate, non per sua volontà ovviamente, da Cristopher Pryce. Purtroppo, per quanto il Maestro volesse sperare o credere di avere vita semplice nel far presente le volontà del defunto Capo riguardo il suo successore legittimo, la Vilvarin dovette spezzare questi bei sogni, facendo presente la sua riluttanza e necessità di rifiutare il dono portatole.
Mi dispiace, ma non posso. Rifiuto l'offerta. Sono addolorata per la morte di Pryce, ma io non posso prendere il suo posto. E non ho intenzione di cambiare idea.
Per l'ennesima volta quello che si alzò fu un veloce brusio di persone che parlando tra loro mostravano molto disappunto, stupore. Chiunque all'interno di quella Gilda si sarebbe sentito incredibilmente onorato di essere anche solo preso in considerazione per ricevere il posto che invece alla professoressa si stava offrendo senza alcuno sforzo o ballottaggio, ed invece lei con altrettanta velocità lo stava rifiutando come si rifiutava una tazza di thé o un cioccolatino. Quindi ancora una volta la mano di Rhaiden dovette alzarsi per far segno a tutti quanti di fare silenzio e non infastidire la ragazza già di per se molto scossa. Una volta che il silenzio fu ristabilito completamente, fu il momento per tornare a parlare in serenità e pace.
Vi prego di scusarli, sono già molto scossi per la morte del nostro ex Capo, dunque il Vostro rifiuto li scuote più del dovuto. Sappiate da parte mia che comprendo il Vostro pensiero, il Vostro timore e le Vostre paure. Noto nell'equilibrio della Vostra Terra che adesso siete più chiusa, non più tranquilla, serena e sorridente come un tempo. So che avete detto che non cambierete idea, ma posso almeno chiederVi nuovamente di pensarci? Secondo le nostre regole interne, una volta ricevuto un rifiuto da parte di un possibile Capo, la Gilda deve attendere minimo una settimana prima di cominciare a decidere per il nuovo successore, dunque vorrei poter sperare che Vi prendiate questa settimana per rifletterci. Semmai doveste decidere diversamente da oggi, allora dovrete piantare un seme di margherita e così io capirò che vorrete di nuovo avere udienza con me e soltanto me... Se invece la Vostra decisione rimarrà tale, Vi basterà non fare nulla e comprenderò che dovremo riprendere attentamente la ricerca per un Vostro possibile sostituto.
Nel tono dell'uomo non c'era affatto oppressione, volontà di far sentire in colpa la ragazza o voler sperare per forza in qualcosa di definitivo. Egli le stava dando la possibilità di pensarci adeguatamente e solamente questo le chiedeva, di prendersi del tempo per rifletterci, magari semplicemente per parlarne con qualcuno di fidato per chiedergli un consiglio, chissà. Nonostante tutto, il sorriso morbido e gentile non si spense dal suo volto tranquillo e rilassato, e i suoi occhi brillavano come sempre di quel luccichio particolare che sembrava ricalcare nel suo movimento ondeggiante, le stesse spire del vento primaverile. Fece un leggerissimo inchino col capo verso la professoressa di Erbologia, cosa che di seguito fecero anche tutti gli altri, per poi proseguire nel discorso e far capire che oramai quel loro incontro stava volgendo al termine.
Ci tengo comunque a precisarVi e rassicurarVi che qualora anche non voleste prendere il posto di Pryce, per me e per tutti noi Voi farete ancora parte "ad honorem" di questa Gilda, poiché la Terra cresce rigogliosa in Voi. Sareste sempre la benvenuta tra noi qualora vogliate tornare al covo e non dovrete fare altro che scrivermi una lettera al sottoscritto ed io mi presenterò per accompagnarVi sul posto. Inoltre, i nostri ricordi riguardo la Vostra vita negli ultimi tre anni sono a Vostra completa disposizione. In qualità di Vostri confratelli, siamo ben felici di costituire un piccolo frammento di memoria per Voi utile ed importante.
Poi, per un istante, gli occhi dell'uomo si focalizzarono su quelli della ragazza, fissandoli per diversi secondi, quasi ammaliato ed estasiato. Sospirò e rimase qualche attimo in silenzio, come se la sua mente stesse ricordando qualcosa del passato che mai e poi mai avrebbe accennato ad andarsene, probabilmente perché molto preziosa e troppo importante per andare perduta nei meandri dei ricordi dimenticati. Nel frattempo, molte delle persone incappucciate presenti stavano iniziando ad indietreggiare ed ognuna prendeva una direzione diversa, questo sempre per evitare che chiunque potesse individuare un punto cardinale comune di direzione e quindi anche solo un lieve indizio sulla posizione del covo della Gilda. Non appena tutti quanti si furono totalmente dileguati, scomparendo, Rhaiden sentì che era arrivato anche il suo turno, così, prima di muoversi per raggiungere i suoi confratelli e lasciare di nuovo sola la ragazza, decise di rivelarle quel piccolo aneddoto che tanto lo aveva fatto sorridere di gioiosa emozione, un aneddoto chiaramente riferito a lei.
Pryce me lo disse spesso, quando Voi eravate appena una iniziata e Vi impegnavate duramente ogni giorno per migliorare i Vostri standard già molto alti per una ragazza della Vostra età. "Sai perché riconosco in lei la persona che mi succederà, Rhaiden? Sono i suoi occhi a dirmelo. Per molti quello sarebbe un colore indefinibile, ma per me è fin troppo chiaro... Il castano della terra che si mischia al verde del vento, assieme alla luce del sole che brilla e risplende su entrambi, filtrando attraverso l'aria e facendo crescere rigogliosa la terra. Nei suoi occhi c'è tutto ciò che noi veneriamo e ammiriamo della creazione... Lei ha tutto, per questo un giorno sarà Tutto." ... ... Ricordate, una margherita, altrimenti, buon cammino e che la Terra Vi protegga sempre.
E lasciandola con quelle parole, il Maestro si allontanò a piccoli passi, abbandonandosi alla mimetizzazione del proprio corpo e della propria ombra nei meandri, per molti pericolosi, per lui guardiani e difensori, della Foresta Proibita, un'altra delle tante testimoni di quanto fosse potente, bella e maestosa la loro incredibile Madre Terra.
{ CONCLUSA - PREMIO DI STILE: 6 px per Lindë - PUOI EFFETTUARE LA CHIUSURA }
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da Lindë » 26/11/2012, 23:06
Il brusio dopo la sua decisione fece spostare lo sguardo di Lindë sul gruppo di uomini dietro il Maestro. Li fissò a lungo, silenziosa. Sembravano increduli, ma non ci poteva fare niente. Non avrebbe mai potuto prendere il posto di Pryce. Essere a capo di una Gilda, lei? Lei, il cui unico mondo erano le piante? Lei, che al più poteva interagire con Irvyne perché lo amava e con Seal perché era il suo assistente? Lei, la cui vita ruotava nelle Serre al punto da non dormire nemmeno dentro Hogwarts? No, non era proprio possibile. Sarebbe stata una presa in giro per se stessa e coloro che l'avrebbero vista come Guida. Lindë voleva stare da sola. Al massimo con Irvyne. Non poteva cambiare idea. Li fissò ancora, poi tornò sul Maestro. Non le piacevano i loro sguardi, le loro parole. Si sentiva giudicata. Era una sensazione sgradevole. L'altro pensò una seconda volta a zittirli.
Vi prego di scusarli, sono già molto scossi per la morte del nostro ex Capo, dunque il Vostro rifiuto li scuote più del dovuto. Sappiate da parte mia che comprendo il Vostro pensiero, il Vostro timore e le Vostre paure. Noto nell'equilibrio della Vostra Terra che adesso siete più chiusa, non più tranquilla, serena e sorridente come un tempo. So che avete detto che non cambierete idea, ma posso almeno chiederVi nuovamente di pensarci? Secondo le nostre regole interne, una volta ricevuto un rifiuto da parte di un possibile Capo, la Gilda deve attendere minimo una settimana prima di cominciare a decidere per il nuovo successore, dunque vorrei poter sperare che Vi prendiate questa settimana per rifletterci. Semmai doveste decidere diversamente da oggi, allora dovrete piantare un seme di margherita e così io capirò che vorrete di nuovo avere udienza con me e soltanto me... Se invece la Vostra decisione rimarrà tale, Vi basterà non fare nulla e comprenderò che dovremo riprendere attentamente la ricerca per un Vostro possibile sostituto.
Non voglio darvi false speranze. Attendete pure la settimana, se queste sono le vostre regole. Ma non aspettatevi che le cose cambino.
Replicò Lindë. Non era tipo da cambiare idea, quando aveva preso una posizione. C'era sempre una prima volta, ma non era quello il caso. Questo era quello che pensava, almeno. Se però una settimana dovevano aspettare, allora che aspettassero. Era sicura che chiunque che non fosse lei sarebbe stato perfetto come capo della Gilda Terran. Augurava il meglio a quegli uomini. E lei non lo era di certo.
Ci tengo comunque a precisarVi e rassicurarVi che qualora anche non voleste prendere il posto di Pryce, per me e per tutti noi Voi farete ancora parte "ad honorem" di questa Gilda, poiché la Terra cresce rigogliosa in Voi. Sareste sempre la benvenuta tra noi qualora vogliate tornare al covo e non dovrete fare altro che scrivermi una lettera al sottoscritto ed io mi presenterò per accompagnarVi sul posto. Inoltre, i nostri ricordi riguardo la Vostra vita negli ultimi tre anni sono a Vostra completa disposizione. In qualità di Vostri confratelli, siamo ben felici di costituire un piccolo frammento di memoria per Voi utile ed importante.
Quelle parole la colpirono molto. Aveva rifiutato la loro carica, eppure erano comunque disposti ad aiutarla. A farla ricordare. Avrebbe potuto approfittare della loro gentilezza? Avrebbe dovuto approfittare di quella occasione? Erano delle domande a cui non poteva rispondere ora. Ci sarebbe stato tempo di pensarci, ma sicuramente non in quel momento. Osservò il gruppo allontanarsi prendendo strade diverse. Evidentemente dovevano mantenere la segretezza. D'altronde anche Irvyne l'aveva detto, le Gilde erano segrete. Quasi delle leggende. E lei, da quel momento, ne avrebbe fatto parte. Non ricordava quei tre anni, ma loro sì. E faceva parte di loro. Ne avrebbe sempre fatto parte. La differenza era che adesso lo sapeva. Rimasero soli, fissandosi a lungo. Lindë non sapeva che dire. Attese che fosse lui a parlare.
Pryce me lo disse spesso, quando Voi eravate appena una iniziata e Vi impegnavate duramente ogni giorno per migliorare i Vostri standard già molto alti per una ragazza della Vostra età. "Sai perché riconosco in lei la persona che mi succederà, Rhaiden? Sono i suoi occhi a dirmelo. Per molti quello sarebbe un colore indefinibile, ma per me è fin troppo chiaro... Il castano della terra che si mischia al verde del vento, assieme alla luce del sole che brilla e risplende su entrambi, filtrando attraverso l'aria e facendo crescere rigogliosa la terra. Nei suoi occhi c'è tutto ciò che noi veneriamo e ammiriamo della creazione... Lei ha tutto, per questo un giorno sarà Tutto."
Non seppe come replicare a quelle parole. Sentì gli occhi inumidirsi. Non sapeva nemmeno perché. Avrebbe voluto tanto, tanto ricordare. Annuì lentamente stringendo appena i pugni. Non di rabbia, ma di sofferenza stavolta. Eppure non fece altro, né disse alcunché. Lasciò che fosse il Maestro, ancora, a congedarsi per primo.
... Ricordate, una margherita, altrimenti, buon cammino e che la Terra Vi protegga sempre.
Lo salutò con un cenno silenzioso del capo. Lo guardò sparire lentamente. Abbassò il capo, e si passò una mano tra i capelli. Terran Verdigris, lei... assurdo. Una lacrima sfuggì al suo controllo e si librò nell'aria fino a cadere a terra, bagnando l'erba. Forse un giorno avrebbe ricordato. Anche grazie a loro. Per il momento, poteva solo circondarsi dell'amore delle piante. Erano loro la sua vera famiglia.
[END]
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da Eibhlin » 28/11/2012, 22:15
[A Nord di Reykjavík - Villaggio Acuan - Casa del Capo Gilda - Martedì - ore 12.45]
Non si aspettava un'immediata risposta da parte del Sole, poiché era un avvenimento raro che i due Capi Gilda riuscissero a comunicare civilmente e non era sicura che l'altro avrebbe apprezzato il suo modo diretto di fare; Eibhlin sapeva bene che c'era una precisa e rigida etichetta da seguire, ma al tempo stesso sapeva anche che perdere tempo non era qualcosa che ci si poteva permettere quando in gioco c'era il compito di preservare Conflux, l'Equilibrio. La titubanza dell'Oceano era anche giustificata dal fatto che non aveva mai incontrato Sole di persona, e questo poteva essere deleterio per un rapporto di futura collaborazione: tuttavia, non poteva fare altro che avere fede nell'Equilibrio delle forze naturali, confidando che potessero guidare i loro cuori verso la giusta direzione.
Haf... (Oceano...)
La voce della sua più fidata confidente fece voltare Eibhlin, in piedi di fronte alla finestra che dava sul villaggio Acuan, verso la porta che si era aperta, rivelando la figura di Chryvayle Kravenson, la moglie del precedessore a capo della Gilda Acuan.
Sjó... hvað gerist? (Mare... cosa succede?)
Ég held að það er fengið svar fyrir þig Sól, handhafi krafti Vatni. (Credo sia arrivata la risposta del Sole per Voi, detentrice del potere dell'Acqua.)
Eibhlin sorrise alla donna, prendendo dalla sua mano la pergamena che ella stringeva tra le dita per poi aprirla lentamente e leggerne il contenuto.
La sua espressione corrucciata non sfuggì a Chryvayle, che subito fece un passo in avanti con aria preoccupata: temeva per Eibhlin e si preoccupava forse più del necessario per lei; a dire il vero spesso le riusciva difficile scindere la bambina con cui era stata a contatto fin da quando l'islandese era piccola dall'Oceano saggio e forte a capo degli Acuan. La giovane donna, notando l'ansia dell'altra, scosse il capo e le sorrise dolcemente per rassicurarla, avvicinandosi di qualche passo a lei così da prenderle le mani e trasmettere la calma placida dell'Acqua presente nel suo animo a quello tormentato ed impetuoso dell'anziano Mare.
Ekki vera því miður fyrir mig, á Sjó ... Sól vill uppfylla nýjar Terran Verdigris er Jafnvægi er of dýrmætur til að hætta sem er brenglaður. (Non essere in pena per me, Mare... Sole vuole incontrare la nuova Terran Verdigris, l'Equilbrio è troppo prezioso per rischiare che venga stravolto.)
Le spiegò con la calma che caratterizzava per la maggior parte del tempo il suo Elemento, tempestoso solo nei momenti in cui ce n'era davvero bisogno: sapere che anche Sole era pronto a mettere da parte le vecchie ostilità per il bene di Conflux donava all'animo di Eibhlin una rinnovata serenità.
Við munum hittast í tvo daga í útjaðri skógarins sem umlykur Kópavogs þar Galdur og Seið Hogwarts, og saman munum við ná ný-Verdigris. Ég er viss um að Jafnvægi sé aftur í lokin. (C'incontreremo tra due giorni al limitare della Foresta che circonda la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e raggiungeremo insieme la neo-Verdigris. Sono sicura che l'Equilibrio verrà ristabilito, alla fine.)
Aggiunse, incurvando le labbra in un sorriso fiducioso che ebbe il potere di rasserenare anche l'anziana donna, la quale annuì in risposta a quelle parole pacate ma decise.
Vatn sem máttur að vernda þig, Haf. (Che il potere dell'Acqua vi protegga sempre, Oceano.)
Mormorò Chryvayle, inchinandosi di fronte ad Eibhlin prima di lasciarla sola, nuovamente immersa nei suoi pensieri: di lì a due giorni, avrebbe incontrato Sole. Di lì a due giorni, il Conflux si sarebbe riunito per la prima volta dopo secoli.
[Limitare Foresta Proibita dentro la Scuola di Hogwarts - Giovedì - ore 12.45]
Come deciso di comune accordo, o quasi, 48 ore dopo la ricezione del messaggio di Sole, Eibhlin si fece trovare ai confini della Foresta che faceva parte del complesso scolastico di Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria Europea; non capitava spesso che Oceano si spostasse così lontano dalla propria casa, tuttavia non ci sarebbe stato tempo per ammirare un paesaggio così diverso da quello islandese, né per conoscere in modo approfondito usi e costumi del posto. Eibhlin, in fondo, era avvantaggiata in questo, poiché aveva studiato per alcuni anni all'interno della scuola e, almeno esternamente, non sembrava essere cambiato nulla: tuttavia erano anni che la giovane Acuan non metteva piede in quei luoghi, e farlo le fece un certo effetto per quanto, esternamente, non lo desse minimamente a vedere.
Attendeva l'arrivo di Sole semi-nascosta tra gli alberi, poiché non voleva rivelare anticipatamente la sua presenza: chi minacciava l'Equilibrio, infatti, avrebbe potuto facilmente approfittare della presenza dell'Oceano lì e la giovane donna di sicuro non era intenzionata a dare un vantaggio del genere ai loro nemici. Se fosse stato puntuale, il Capo degli Ignis sarebbe arrivato di lì a momenti.
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da Yamato » 28/11/2012, 23:07
[tahoma] ) Limitare Foresta Proibita dentro Hogwarts - Giovedì - Ore 12.45 (Aveva alloggiato in una delle tante bettole presenti ad Hogsmeade, la piccola cittadina indicatagli dai propri consiglieri prima di partire. Non amava insinuarsi in dei luoghi e in delle culture differenti nello stesso momento di un discorso importante, per questo aveva scelto di essere preparato a quella realtà con qualche ora di anticipo, mangiando del brodo di pollo con del pane per cena e riposando su un letto che non fosse un futon classico giapponese. Gli era capitato altre volte, ma bisognava ammettere che era da molto che non usciva dai propri luoghi di origine e questo lo rendeva apparentemente nervoso, più che altro serio e con il calore nel proprio corpo che fiammeggiava molto più spesso del normale. Era così che lui reagiva alle avversità, scaldandosi, bruciando e ardendo così tanto da non poter fare altro che trovarsi a suo agio con se stesso, con quel calore che riscaldando anima e cuore gli donava quella parvenza di tranquillità utile per ingannare i poco attenti. L'appuntamento era al limitare della Foresta Proibita, una porzione di verde non troppo distante dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lui aveva studiato alla Musashi, ovvio, per questo tale luogo non gli ricordava nulla, non gli suggeriva emozioni, per lui era solo un ammasso di mattoni e stendardi di un tempo passato che non tornerà, poco altro da dire, poco altro da pensare. Dovrebbe trovarsi qui vicino, avverto le vibrazioni del mio fuoco che divengono vapore...Per Yamato ed Eibhlin non era una grossa difficoltà trovarsi, riconoscersi. Come esponenti di due elementi così poco affini, potevano percepire la presenza dell'altro semplicemente concentrandosi abbastanza da captare le vibrazioni negative del loro fuoco o acqua così da volgersi immediatamente dove l'ostilità per il loro essere aumentava. Proprio come molti altri esponenti delle Gilde prima di loro, avevano imparato come tenere a bada una simile ostilità, per il volere dell'equilibrio, per la riuscita e la gloria del Conflux, mostrando sempre rispetto e serietà, riconoscendo che per il benessere e la prosperità del mondo c'era bisogno sia dell'uno che dell'altro. Il cappotto pesante di finta pelle e pelliccia bianco e nero lo faceva apparire più ampio nel busto più di quanto non fosse in realtà. I pantaloni di cotone e velluto grigi si sposano egregiamente con la parte superiore e i capelli mediamente lunghi erano raccolti in modo da non essere infastiditi dal vento. Le iridi scure osservavano ogni cosa nel silenzio, volendo instaurare un legame sincero con ogni elemento naturale presente tra quelle radure, il primo degli intenti di un partecipante ad una Gilda. La natura si trovava in ogni cosa, anche nel più piccolo granello di sabbia e questo lo si apprendeva fin dai tempi delle semplici "Scintille". Gli scarponi di cuoio nero solcarono l'erba vivida e pulita del prato, la sua figura si fece più semplice da osservare alla luce di un pallido sole, così che l'Oceano finalmente si sarebbe potuto accorgere maggiormente di dove lui si trovasse rispetto a lui. Bastarono solo pochi secondi, solo un lieve voltarsi del capo e probabilmente gli occhi dei due Capi si sarebbero incontrati, dando il via alla prima vera conoscenza tra di loro. Non sembra una trentenne...Il suo primo pensiero, onesto. Non dimostrava affatto la propria età, come se il ghiaccio che doveva scorrerle in corpo aveva corrotto anche la corretta esecuzione della crescita. Capitava ad ogni Capo Gilda che il suo elemento lo rendesse più longevo e lento ad invecchiare, ma dei tre, l'Acuan Diluvium era stato da sempre quello più difficile al quale affibbiare un'età, sbagliando quasi sempre di cinque o dieci anni. Sbatté le palpebre appena un paio di volte, con un sospiro caldo che faceva fuoriuscire dalle narici un poco di consistente vapore. Quello non era un vulcano, lì per lui c'era freddo e forse anche per molti altri era così, sentendosi nell'aria al massimo otto o dieci gradi. Inutile dire che ipotizzava senza dubbi che invece la ragazza si sentisse completamente a suo agio, anzi. Attese che fosse lei a raggiungerlo, non dicendo ancora una parola, poi, come era di rigore nel saluto tra due appartenenti a Gilde diverse, portò il pugno a toccare tre punti del petto che insieme ricordassero un triangolo ed eseguì un lieve inchino. Poco meno di un secolo, dacché un Oceano ed un Sole non si incontravano. I miei omaggi a colei che sostiene le maree ed è Regina dei poli.[/tahoma]
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da Eibhlin » 28/11/2012, 23:42
Un clima caldo per lei, quello che si respirava lì ad Hogwarts: abituata ai ghiacci islandesi, a quelle temperature che raggiungevano sempre lo zero e spesso scendevano sotto di esso - nel villaggio Acuan anche d'estate - trovarsi lì per lei era come essere circondata da un'esplosione di calore; lo si poteva capire facilmente dal vestito che indossava, a maniche corte e di colore azzurro come l'Acqua che governava il suo animo, profondamente scollato e lungo fino alle ginocchia. Da sotto esse, un paio di stivali leggeri e bianchi nascondevano totalmente le gambe e i piedi di lei, mentre i capelli erano fermati in parte dietro la nuca da una mollettina del colore delle scarpe; l'unico abbellimento a quel corpo che trent'anni non li dimostrava proprio era una collana dorata, dono di Chryvayle alla sua piccola Eibhlin, che le adornava il collo sottile con grazia. Era ancora sola, l'Oceano, ma non lo sarebbe stato per molto: l'Acqua dentro di sé iniziò ad agitarsi, la burrasca prese ad imperversare nel suo animo ed il Ghiaccio scricchiolò pericolosamente dentro di lei, segno che il Fuoco si stava avvicinando; non esistevano forse, in natura, due Elementi meno affini dei loro, eppure quel giorno Conflux li avrebbe visti muoversi per un obiettivo comunque, il suo mantenimento. E quello era un obiettivo che andava oltre qualsiasi rivalità naturale.
Þetta er maðurinn sem er snillingur á Eldi og Eldingar... (Ecco colui che è padrone del Fuoco e dei Fulmini...)
Pensò Eibhlin non appena i suoi occhi incontrarono la figura di Yamato: fece qualche passo in avanti dunque, palesandosi alla sua vista; sentì il suo sguardo su di sé e lo sostenne con fierezza, riuscendo comunque ad ipotizzare piuttosto facilmente a cosa lui stesse pensando. No, non dimostrava affatto la sua vera età, merito del Ghiaccio dentro di sé e, secondo Chryvayle, anche della protezione di Ceres che aveva deciso di abbracciare col suo spirito la giovane Acuan Diluvium, per permetterle d'invecchiare - almeno all'esterno - ancora più lentamente del normale. Si avvicinò dunque al Sole, studiandolo silenziosamente: non aveva mai avuto occasione d'incontrarlo prima, lui che invece i suoi trent'anni li dimostrava ma li portava nel modo migliore, con forza e virilità.
það er gott. (E' bello.)
Pensò Eibhlin, che come riconosceva la bellezza della distesa d'Acqua placida di un Oceano o le onde impetuose di un Mare in tempesta sapeva anche riconoscere la bellezza dell'essere umano, quando se la sarebbe trovata davanti; e d'altronde era anche convinta che, in qualche modo, i Capi Gilda dovessero rispecchiare la bellezza degli Elementi che rappresentavano. Non si sarebbe aspettata niente di meno, insomma. Finalmente si ritrovarono l'uno di fronte all'altra, e mentre Sole la salutava a modo suo, anche lei si permetteva di farlo a modo proprio, con una lieve ma perfetta riverenza e la mano destra che andava a disegnare un'onda all'altezza del cuore, simbolo dell'Acqua e della sua volontà di collaborare col Fuoco, suo nemico per natura.
Poco meno di un secolo, dacché un Oceano ed un Sole non si incontravano. I miei omaggi a colei che sostiene le maree ed è Regina dei poli.
E' sempre un evento importante quando accade, e sono onorata di rappresentare il mio Elemento di fronte a Voi. Il mio saluto ed il mio rispetto vanno a Colui che controlla la forza del Fuoco e l'impetuosità del Fulmine.
Rispose Eibhlin, parlando un inglese pressocché perfetto visto che si trovavano in un luogo che richiedeva quella lingua come madre, senza contare che sarebbe stato il modo migliore per poter comunicare con lui essendo due persone di origini completamente diverse. Tornò eretta col busto, le braccia distese lungo i fianchi e l'espressione estremamente serena, placida, come l'Acqua dentro di sé.
Se siete d'accordo, credo che non dovremmo perdere altro tempo. Conflux è sempre più debole ad ogni minuto che passa.
Disse subito dopo l'Oceano, auspicando nella collaborazione di Sole per permettere alla neo Sempreverde di cambiare idea e di accettare il suo ruolo all'interno della Gilda Terran.
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da Yamato » 29/11/2012, 20:35
[tahoma]Senza dubbio più che audacia è adattamento...
Il modo di vestire della ragazza non aveva nulla a che fare con quello del Sole. L'abito leggero, corto, per altro intenzionato a mettere bene in mostra le forme acerbamente adulte dell'Oceano, fasciava il suo corpo con una eleganza degna di colei che poteva essere definita un vero e proprio Capo Gilda. Perché negare un'evidenza quando non costava niente ammettere il bell'aspetto di una persona, sopratutto se di femminil sesso? Yamato Kusanagi non aveva intenzione di celare i propri pensieri reali a se stesso, sopratutto perché non nascondevano falsa innocenza o attrattiva particolare, in fondo essere di due realtà così opposte non doveva significare necessariamente giudicare a prescindere l'altro in modo negativo. La riverenza che ella gli fece, diede modo all'uomo di rendersi conto che erano stati abituati nel corso del tempo ad usanze differenti, ma questo non lo infastidì poi molto, troppo occupato a infastidirsi dell'essere lì per "convincere" una stolta folle a prendere un posto per il quale molti altri avrebbero dato la vita senza pensarci due volte.
E' sempre un evento importante quando accade, e sono onorata di rappresentare il mio Elemento di fronte a Voi. Il mio saluto ed il mio rispetto vanno a Colui che controlla la forza del Fuoco e l'impetuosità del Fulmine.
In questo caso "importante" va di pari passo con "forzato", se mi permettete il termine, Oceano. Il mio Fuoco e i miei Fulmini ardono di rabbia al pensiero di esserci dovuti abbassare a muoverci in prima persona per parlare con codesta eletta. Decisamente noi non sappiamo controllare il flusso di pace come Voi, eredi dei ruscelli e del fluire marino.
Il tono duro ed aspro non si poteva accostare meglio alla sua espressione, ferrea e quanto mai feroce. Le caratteristiche delle varie gilde non erano state scelte in modo accurato per nulla e quella principale degli Ignis era avere l'animo selvaggio. Si poteva quindi comprendere benissimo quanta poca voglia avesse Yamato di essere lì e che solamente il suo alto impegno come capo e la necessità di non deludere il Conflux lo avevano spinto a muoversi. Non sapeva chi avrebbero trovato lì, a tutti gli effetti gli interessava molto poco, basta che fosse in grado di spiccicare parola, far comprendere il perché del suo rifiuto e la ferma volontà di cambiare idea.
Se siete d'accordo, credo che non dovremmo perdere altro tempo. Conflux è sempre più debole ad ogni minuto che passa.
Dopo di Voi, Oceano, l'irruenza di noi Fiamme non ci ha certo fatto dimenticare le buone maniere. Il luogo designato, secondo i miei Maestri, è quel complesso di serre laggiù. Avete qualche informazione riguardo il mancato Verdigris, per caso?
Lasciò quindi abbastanza spazio al suo fianco affinché la ragazza dai biondi capelli e la nivea pelle potesse passare ed iniziare con lui il cammino. Una volta trovatosi vicino Eibhlin, dovette in ogni modo frenare l'incedere del fuoco nel suo corpo che combatteva fortemente per ribellarsi all'eccessiva connessione chimica e naturale con quel grande potere acquatico che lei scaturiva senza nemmeno accorgersene. Grandi capacità celati da grande controllo, quelle degli Acuan, bisognava ammetterlo, e più proseguivano nel loro percorso, più la concentrazione dell'uomo lo portava a riflettere su certi aneddoti, ricordando più di una volta il modo con il quale i Maestri gli avevano insegnato a definire gli eterni acerrimi rivali: "Eccelse menti con con fiacco potere". Quanti appellativi, a volte negativi, altre leggermente positivi, che si dipingevano nella sua testa, come anche in quella della collega accanto forse, e quanta altrettanta volontà di mascherare il tutto nella normalità di un cammino, così importante e prezioso, quanti 97 anni di storia.[/tahoma]
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da Eibhlin » 29/11/2012, 22:04
Era la prima volta che Eibhlin si trovava di fronte all'Ignis Elios, eppure sembrava nata per quel ruolo, sembrava avesse imparato fin da piccola come comportarsi di fronte al Sole, come seguire perfettamente i rigidi schemi dell'etichetta e come parlare, rivolgersi a colui che, pur possedendo nel suo animo un Elemento opposto al proprio, rappresentava comunque il massimo esponente del Fuoco e dei Fulmini di fronte a Conflux. Per questo, mentre si rivolgeva a Yamato, la donna appariva del tutto pacata, serena, indifferente quasi: in realtà l'animo dentro di sé si ribellava, come quello di lui, alla presenza così vicina del Fuoco e sembrava quasi spingere per volerlo spegnere con l'impetuosità della propria Acqua... per fortuna ci pensava il Ghiaccio a stemperare tutto, congelando quei pensieri così poco in linea con l'imperturbabilità Acuan per permetterle di rimanere il più possibile serena.
In questo caso "importante" va di pari passo con "forzato", se mi permettete il termine, Oceano. Il mio Fuoco e i miei Fulmini ardono di rabbia al pensiero di esserci dovuti abbassare a muoverci in prima persona per parlare con codesta eletta. Decisamente noi non sappiamo controllare il flusso di pace come Voi, eredi dei ruscelli e del fluire marino.
A volte l'Equilibrio sceglie i propri rappresentanti per ragioni che noi non comprendiamo, è vero, ma è nostro dovere fare sì che si mantenga sempre forte e stabile. La nuova Sempreverde forse non capisce quanto ciò sia importante, ed è nostro compito aiutarla in questo difficile cammino di comprensione.
Replicò Eibhlin, il tono di voce neutro di chi non sta giudicando od opponendosi alle parole dell'altro ma che semplicemente esprime il proprio parere con la fermezza pacata del proprio Elemento: si scaldavano subito, gli Ignis, bruciando anche quando non ce n'era bisogno, mentre gli Acuan rimanevano imperturbabili e solo all'occorrenza scatenavano la loro forza impetuosa e devastante; due modi diversi di concepire il rapporto con gli altri, il rapporto con la natura, forse anche la vita stessa, ma era proprio questa diversità a permettere al Conflux di essere preservato. Era comunque era di andare, di conoscere finalmente la nuova Terran Verdigris ed accompagnarla nell'accettazione del suo nuovo compito.
Dopo di Voi, Oceano, l'irruenza di noi Fiamme non ci ha certo fatto dimenticare le buone maniere. Il luogo designato, secondo i miei Maestri, è quel complesso di serre laggiù. Avete qualche informazione riguardo il mancato Verdigris, per caso?
Lindë Vilvarin è il suo nome. Un'eccellente Erbologa a quanto ho scoperto, ma temo che... qualcuno abbia agito contro il Conflux prima ancora ch'ella potesse prenderne attivamente parte.
Rispose l'Oceano, scuotendo il capo mentre precedeva Sole verso l'entrata delle Serre, chiusa fino a quel momento: ciò poteva significare che la docente di Hogwarts non si trovava all'interno o che, viceversa, c'era ma preferiva non essere disturbata per nessun motivo.
Non ricorda nulla del periodo in cui ha fatto parte della Gilda Terran, delle persone che ha conosciuto e dell'importanza ch'essa ha avuto per lei, per la sua formazione. Temo che la cosa più difficile sarà proprio aiutarla ad abbracciare quel passato che ora non ricorda in funzione di una promessa fatta tempo addietro.
Perché per Eibhlin entrare in una Gilda era come fare una promessa all'Elemento, Acqua, Fuoco o Terra che fosse, una promessa di lealtà e di devozione che non doveva essere mai sciolta; probabilmente Lindë non ricordava nulla di tutto ciò, ma se Pryce l'aveva scelta doveva essere sicuro che fosse lei l'unica a poter mantenere insieme a loro l'Equilibrio, e nessuno dei due avrebbe mai potuto ignorare la volontà dell'ex Sempreverde. Conosceva molte cose dell'Erbologa, l'Oceano, perché a differenza degli Ignis, impulsivi e ben poco razionali, gli Acuan preferivano studiare con calma chi avevano davanti, scegliere la via migliore da intraprendere per ottenere ciò che volevano e solo alla fine, agire. Giunti davanti alla porta delle Serre, Eibhlin estrasse da uno spacco interno del vestito la Daga Ceres, una delle tre spade possedute dai Capi Gilda che incanalavano la potenza delle tre Fondatrici, e la posò sul terreno così da creare un contatto tra la Terra e la potenza degli Elementi all'interno di essa.
Terran Verdigris, Colei che è stata scelta dal Conflux per proteggerlo e preservarlo, è l'Acuan Diluvium, signora dell'Acqua e del Ghiaccio a chiederVi di comunicare con lei. Vi prego, mostrate la Vostra presenza al Capo Acuan, permettetele di conoscerVi e di agire insieme per il bene dell'Equilibrio.
Un appello, quello di Eibhlin, fatto naturalmente nel modo che per l'Acuan era più consono: al termine di esso, lo sguardo chiaro della donna si posò sull'Ignis Elios accanto a lei, come a fargli comprendere che toccava a lui ora richiamare la potenza dell'Elemento Terra all'interno della Sempreverde per spingerla a comunicare con loro.
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