Gli Incantesimi Elementali Offensivi - Prima Parte (4° - 6° anno)
Inviato: 06/11/2012, 14:32
Nuovo anno, nuovo programma: da quando la Foresta Proibita era stata ridotta ad un cumulo di cenere ed io stessa ero stata quasi sul punto di rimetterci la pelle, mi ero resa conto che bisognava cambiare qualcosa all’interno della scuola: il Male si stava preparando ad uscire lo scoperto ed io me lo sentivo dentro, come uno spasmo continuo che mi attanagliava l’anima; e se davvero così stavano le cose, non potevo certo rimanermene inerme senza fare nulla.
Combattere senza conoscere il mio nemico sarebbe stato alquanto inutile, ma forse avrei potuto perlomeno preparare i miei studenti, e metterli in grado di difendersi da eventuali attacchi nemici: Tisifone mi aveva passato la sua paranoia? Forse, ma cominciavo a pensare che certe volte fosse l’atteggiamento più giusto.
Buongiorno.
Arrivai di fronte alla mia aula di lezione situata al secondo piano, come sempre chiusa poiché l’Incantesimo contenuto al suo interno, che la faceva trasformare in un bosco silenzioso, si attivava soltanto quand’ero io ad aprirla: inutile dire che le nuove matricole erano quasi svenute dallo stupore la prima volta che l’avevano vista, mentre gli studenti più veterani ci avevano ormai fatto il callo.
Aprii così la porta con un colpo della mia “Rose”, la bacchetta tutta speciale che, dopo la conferenza sui Draghi dell’anno precedente, molti avrebbero potuto riconoscere come costruita con corda di cuore di Dragone di Cristallo.
Prego, accomodatevi.
Lasciai che gli studenti entrassero all’interno della classe e mi chiusi la porta alle spalle, attendendo che tutti prendessero posto sull’erba, sotto gli alberi, dove volevano: con me le regole da seguire erano poche, in primis quello di fare le cose velocemente ed in silenzio.
Ad accompagnarmi, come sempre, il mio fedele compagno Fire, che si aggirava intorno agli alunni annusandone qualcuno qua e là senza però ringhiare o mostrarsi minaccioso: non ce n’era bisogno, per sua – e mia – fortuna gli studenti avevano capito presto che conveniva seguirle davvero le mie lezioni, se si voleva imparare qualcosa.
Benvenuti ad una nuova lezione di Incantesimi.
Per chi avesse la memoria corta, vi ricordo quali sono i requisiti fondamentali per partecipare alle mie lezioni: concentrazione, rispetto, educazione.
Se non vi sentite in grado di rispondere a queste richieste, la porta è quella: potete andarvene quando volete.
Aspettai uno, due, tre minuti, fino a che fu chiaro che nessuno si sarebbe alzato per andarsene: qualcuno si ricordava ancora di come, all’epoca nella quale ero una studentessa, venissi soprannominata “la Regina di Ghiaccio” … beh, nell’aula di lezione non ero affatto cambiata ed ero ancora fredda e pragmatica, pronta a rispondere alle domande degli studenti solo se non erano poste tanto per dire una qualche stupidaggine.
Fuori dalla classe sapevo essere molto più accomodante, con qualche studente riuscivo anche a scherzare, ma al suo interno non c’erano storie, non si poteva aprire bocca per parlare a sproposito; era il mio regno, e tutti lo sapevano.
Bene, direi che possiamo cominciare.
Mormorai, muovendo la bacchetta per creare una poltrona d’erba sulla quale sedermi: accavallai le gambe e mantenni la bacchetta ben stretta nella mano destra, tanto sapevo che mi sarebbe servita di lì a poco.
Quest’oggi ho deciso di proporvi una lezione un po’ diversa dal solito, anche ripensando all’episodio avvenuto l’anno scorso nella Foresta Proibita – e mi fermai un momento, fissandoli uno per uno per leggere nei loro occhi la consapevolezza e sì, in alcuni anche la paura – Voglio che siate preparati ad affrontare il vostro nemico anche se siete ancora studenti, perché non si potrà mai sapere quando vi troverete a doverlo affrontare.
Vidi uno scintillio accendersi negli occhi dei ragazzi, che sembravano ora molto più interessati rispetto all’inizio della lezione: evidentemente ero riuscita a catturare la loro attenzione, ed in fondo era quello l’importante.
Per questo oggi ho deciso di parlarvi di alcuni Incantesimi Elementali Offensivi.
Un momento di pausa, giusto per permettere alla classe di assaporare quelle parole, poi ripresi a parlare.
Questi Incantesimi vengono chiamati così perché coinvolgono gli Elementi naturali, quali acqua, aria, ghiaccio, fuoco ed elettricità e rientrano tutti nella categoria degli “Incantesimi di Evocazione”. Solitamente questi tipi di Incanti generano delle sfere offensive che si abbattono sul nemico in cui è racchiuso l’elemento naturale corrispondente, e che possono avere degli effetti collaterali quali congelamento o paralisi.
Scusi professoressa…
Una mano si alzò in aria, facendomi posare lo sguardo sulla studentessa di Dragargenteo che aveva parlato.
Sì, signorina Dartov.
Mi chiedevo in quale percentuale questi effetti collaterali si possano presentare nel momento in cui lanciamo un Incantesimo.
Domanda intelligente, signorina Dartov – commentai io, facendo nascere nella Draghessa un gran sorriso soddisfatto – Ovviamente la percentuale varia in base alla bravura ed alla capacità magica del mago, ma volendo fare una stima possiamo dire che si passa da un minimo di 5% di probabilità nei maghi più giovani ed inesperti ad un massimo di 75% nei maghi adulti.
La studentessa annuì e riabbassò il capo, riportando le mie parole sulla sua pergamena e spingendomi così a proseguire nella spiegazione.
La prima sfera che prenderemo in considerazione è quella dell’Elemento Acqua: la formula per crearla è “Aguamenti”, e l’Incanto si attiva facendo muovere il polso in tre quarti di giro in senso antiorario; come sempre vi consiglio di aiutare la vostra concentrazione immaginando nella vostra mente una sfera d’acqua che fluttua o che si abbatte sul nemico.
Non mi sarei mai stancata di ripeterlo, poiché la concentrazione era l’ingrediente fondamentale per seguire le mie lezioni: la magia scorreva in tutti i maghi e le streghe, certo, ma era necessario veicolarla nel modo giusto per darle un senso ed imparare a controllarla, e la concentrazione serviva proprio a quello.
Se avrete eseguito correttamente l’Incantesimo, ecco quale sarà il risultato - aggiunsi, allungando la bacchetta verso un albero poco distante da me per poi muoverla nel senso descritto prima – Aguamenti!
Dalla punta della mia bacchetta partì una scia azzurra e si formò, come avevo descritto, una sfera d’acqua di medie dimensioni, che si staccò dal catalizzatore per poi andare ad infrangersi contro la corteccia dell’albero senza recargli alcun danno.
Sapevo bene che quella sfera era molto, molto più piccola di quella che avrei potuto creare, ma era solo a titolo dimostrativo e quindi gli studenti avrebbero fatto meglio ad accontentarsi.
Il primo mago a perfezionare questo Incantesimo fu Duffle Forbs, un Nato Babbano vissuto in New England nel 1865: fino a quel momento si era sempre usato il semplice Incanto “Acqua Eructo” per far scaturire dell’acqua dalla bacchetta, ma nessuno aveva mai pensato di darle una forma e di plasmare quindi questo Elemento per renderlo più veloce e pratico da lanciare contro un nemico; inoltre, Forbs scoprì che la forma definita di questa sfera non aumentava solo la velocità con la quale l’Incantesimo veniva lanciato, ma anche la sua potenza offensiva e dunque il danno che esso procurava.
Non volevo certo tediarli con resoconti dettagliati sulla creazione e sul perfezionamento di ogni singolo Incantesimo, ma fornire loro qualche breve accenno storico non avrebbe di certo ucciso nessuno.
Professoressa mi scusi – disse a quel punto un Serpeverde, alzando la mano – Ma se l’Aguamenti provoca più danno dell’Acqua Eructo, perché il primo lo impariamo già a partire dal secondo anno mentre l’altro solo al quarto?
Una domanda legittima quella del ragazzo, che mi fece per un momento sorridere.
Ma bene bene, sembra che questa lezione abbia proprio catturato l’attenzione di tutti, mh? – commentai con ancora quell’espressione sorridente sulle labbra, facendo forse imbarazzare la Serpe che alzò le spalle senza guardarmi negli occhi, sorridendo però come se fosse divertito da quelle parole – La sua è una domanda legittima, signor Suffolk, per quanto la spiegazione sia piuttosto semplice.
Alcuni Incantesimi hanno spesso due varianti, una base ed una più complessa: pensiamo ad esempio all’Incanto Patronus, e a come inizialmente l’animale da voi evocato sia semplice ed incorporeo, una proiezione che poi col tempo si perfeziona rendendo il Patronus più tangibile.
Aspettai qualche secondo, lasciando il tempo alla classe di visualizzare ciò di cui stavo parlando affinché potesse seguirmi nella spiegazione, poi ripresi a parlare.
Allo stesso modo anche la prima parte degli Incantesimi Elementali, quella che ho intenzione di presentarvi oggi, possiede due versioni: una base, che s’impara solitamente tra il secondo e il terzo anno, ed una invece più complessa che si apprende a partire dal sesto.
Le differenze tra le due varianti riguardano la velocità, le dimensioni e la potenza distruttiva delle due sfere; per quanto riguarda i loro effetti collaterali, invece, essi possono essere presenti solo negli Incanti di grado complesso nelle percentuali minime e massime presentate prima.
Attesi nuovamente un paio di minuti, osservando gli studenti prendere appunti: mi ricordavano molto me stessa, quand’ero ancora una Serpeverde ignara di cosa ci fosse ad aspettarmi fuori dal Castello; all’epoca tutto sembrava in equilibrio ed armonia perfetti, perciò non c’era motivo di preparare noi ragazzi a difenderci da chissà quale nemico… ora i tempi erano cambiati, e che mi piacesse o meno non potevo proprio farci niente.
Passiamo ora al prossimo Elemento: il Vento.
La formula per creare una sfera di questo Elemento è “Ventus”, e si deve pronunciare mentre il polso ruota di mezzo giro verso destra e di un quarto di giro verso sinistra – e mentre lo dicevo, mi misi a far muovere il polso lentamente come indicato nella spiegazione, cosicché i ragazzi ne cogliessero bene il movimento – Per aiutarvi nella concentrazione potete pensare ad esempio alle foglie degli alberi che si muovono, anche se per molti è più semplice ed efficace figurarsi un tornado che si abbatte su tutto ciò che incontra.
Io per prima trovavo quell’immagine la più esplicativa di quello che volevo fosse il risultato del mio Incanto, ma ogni persona era diversa e la scelta della visione da associarvi era soggettiva.
Anche in questo caso avremo una versione di base ed una più complessa: la prima vi permetterà di creare sfere di vento di piccole/medie dimensioni, mentre con la seconda potrete anche arrivare ad abbattere arbusti di medie proporzioni. Questo Elemento è considerato uno dei più difficili da controllare nel mondo degli Incantesimi, quindi se vi volete allenare ad usarlo correttamente vi suggerisco di farlo in modo cauto e molto graduale – giusto perché non volevo orde di studenti in Infermeria, dubitavo che Lindë lo avrebbe apprezzato – Molte sono le leggende legate a questo Elemento e all’Incantesimo che ne deriva: si parte dall’antica Grecia, nella cui mitologia si raccontava che Eolo, il Dio dei Venti, usasse proprio il Vento per abbattere le navi nemiche di coloro che lo veneravano ed in lui avevano fede; nel filone norreno, invece, viene introdotto il Re Kàri, figlio di Fornjótr e presentato come la personificazione del vento, che si diceva avesse sedotto la Strega Göndul, letteralmente “figlia della bacchetta”, per generare un figlio dalla stirpe reale e dai grandi poteri magici associati al Vento.
E riuscì nel suo intento?
Mi domandò una Tassorosso, col busto leggermente sporto in avanti quasi non volesse perdersi una parola del mio racconto.
Sì e no, signorina Evans.
Dalla loro unione nacque un figlio, è vero, ma in quanto a poteri magici, beh… ne era completamente privo.
E quasi mi sembrò di scorgere delusione negli occhi della ragazza, come se avesse voluto che la storia avesse un seguito ben diverso.
Esistono poi molte leggende legate ai popoli africani e al Vento, come quella di Cukumba, il Guerriero che intrappolò Makaw’eh, il Signore del Soffio, in una prigione composta da quattro mura chiuse attraverso le quali non sarebbe mai potuto scappare, per favorire la caccia degli Ashfery, le bestie sacre proprio a Makaw’eh che si diceva donassero l’immortalità a chi ne mangiava il cuore, e che erano quasi impossibili da prendere proprio perché il Dio usava il Vento per farli volare così velocemente che nessuno sarebbe riuscito a fermarli.
Avrei potuto passare tutta la giornata a raccontare miti e leggende legate agli Elementi, ma dovevo stare attenta a non dilungarmi troppo o avrei finito per perdere la cognizione del tempo che, lento ed inesorabile, continuava a scorrere intorno a me.
Non siamo quindi in grado di stabilire chi abbia inventato l’Incanto Ventus, ma sappiamo grazie alle ricostruzioni storiche che esso è stato introdotto nel mondo magico a partire dal 1434. Si tratta quindi di un Incanto molto antico, creato più di 400 anni prima dell’Aguamenti.
E per quanto riguardava i cenni storici avevo finito, per quanto la classe ne sembrasse quasi dispiaciuta.
Tornando a noi, se il vostro Incantesimo fosse lanciato correttamente, il risultato sarebbe una sfera incorporea di colore verde, come questa.
Ancora una volta orientai la mia bacchetta contro l’albero usato per l’esempio precedente, muovendo velocemente il polso nei versi indicati prima.
Ventus!
Dalla punta del mio catalizzatore partì una scia di colore verde, impalpabile, che vorticò su se stessa fino a formare una sfera di dimensioni piuttosto consistenti che si lanciò contro l’albero e su di esso si abbatté, facendone scuotere con forza la corteccia e determinando così la caduta di un buon numero di foglie.
Rimasi silenziosa per diversi istanti, lasciando che i ragazzi fissassero la scena – chi ammirato, chi stupito, chi indifferente – e se la imprimessero per bene in mente prima di riprendere il discorso e presentare loro l’ultimo Elemento di quella lezione: avrei voluto avere più tempo ma così non era stato possibile, quindi la classe si sarebbe dovuta “accontentare”, per quella volta.
L’ultimo Incantesimo che vi voglio presentare oggi – dissi quindi, accogliendo con un sorriso quasi soddisfatto i mugolii di dissenso che si sparsero tra la classe: almeno consideravano la lezione interessante, era già qualcosa – è quello legato all’Elemento Fuoco. La sua formula è “Incendio”, e si può lanciare ruotando il polso di un giro e mezzo in senso orario; per aiutare la vostra concentrazione potete usare un’immagine del fuoco a vostro piacimento, da quello che vedete ardere tutte le sere nei camini delle vostre sale comuni a quello che illumina le torce disseminate per la Scuola.
Come sempre la scelta era soggettiva, e dipendeva dalla mente del singolo mago che ricercava l’immagine più adatta a sé.
Se il vostro Incantesimo verrà effettuato nel modo corretto, dalla bacchetta si genererà una scia di colore rosso che andrà poi a formare una sfera, in questo modo.
Incendio!
Ruotai il polso come descritto e pronunciai la formula con la bacchetta, questa volta, puntata verso l’alto in modo tale da scagliarsi nel cielo e perdersi poi in esso, senza fare alcun danno.
Come per i suoi colleghi, anche questo Incantesimo Elementale presenta due versioni: quella più complessa differisce dalla prima per velocità, potenza, e per l’effetto collaterale di poter ustionare le proprie vittime… le percentuali le conoscete – proseguii, notando più teste annuire in contemporanea per quella mia ultima affermazione – L’Incanto Incendio è forse il più vecchio tra gli Elementali, poiché le sue origini risiedono nell’antica Grecia, con la figura di Prometeo.
Il Dio?
Volsi lo sguardo verso la Corvonero che mi aveva interrotto, la quale abbassò subito gli occhi borbottando un “Mi perdoni professoressa” totalmente imbarazzato.
Nonostante l’interruzione non mi sia piaciuta, mi riferisco proprio a quel Prometeo, signorina Clobert.
La leggenda racconta che Prometeo, uno dei due Titani, donò il fuoco agli uomini: un tempo, infatti, regnava sulla terra un'età d'oro in cui tutti gli uomini vivevano felici; a causa dell'ira di Zeus, però, gli uomini furono costretti a faticare e a lavorare per continuare a vivere.
Prometeo allora, per aiutarli, rubò il fuoco dall'officina del Dio Efesto e lo nascose in una canna, donandolo agli uomini: quando Zeus seppe dell'accaduto, s’infuriò ed incaricò Efesto di forgiare una donna molto bella, di nome Pandora, fornita di un vaso contenente ogni tipo di male e malattie; quando Pandora si presentò ad Epimeteo, fratello di Prometeo, egli, nonostante gli avvertimenti del fratello, accolse la donna, la quale liberò così tutti i mali del suo vaso sulla terra.
Zeus incatenò poi Prometeo ad una rupe, dove ogni giorno un'aquila andava a divorargli le viscere che poi ricrescevano; fu liberato successivamente da Eracle, in segno di riconoscimento per ciò che aveva compiuto per gli uomini.
Raccontai, avendo intuito come alla classe – soprattutto ai ragazzi Purosangue che quindi di leggende babbane non conoscevano quasi nulla – piacesse ascoltare quelle storie particolari.
Alcuni studiosi di magia antica affermano che Prometeo altri non era che uno Stregone, e che fu proprio lui ad inventare questo Incantesimo col quale aiutò i Nati Babbani ad evolversi, altri dicono che queste sono solo leggende, che non c’è nulla di vero, ma una cosa è certa: si hanno testimonianze dell’uso di questo Incanto già a partire dal 129 a.C., e questo credo basti per far comprendere quanto sia antico.
Il tempo era quasi giunto al suo termine, la lezione era stata ricca ed intensa e mi aveva dato modo di unire teoria, pratica e storia in una cosa sola: di sicuro non mi potevo lamentare.
Bene, abbiamo ancora un po’ di tempo: dividetevi a gruppi di tre e provate alternativamente ad usare questi Incantesimi, ovviamente nella loro forma semplice; non serve lanciare le sfere, basta che riusciate e ricreare le sfere sulla punta delle vostre bacchette. Provatene uno a testa, e dopo averlo fatto passate a quello successivo, alternandovi.
Non c’era bisogno di aggiungere altro, era chiaro cosa stessi chiedendo loro e mi aspettavo lo facessero al meglio.
In effetti i ragazzi si alzarono subito, dividendosi come avevo indicato ed iniziando subito a provare a turno i tre Incanti spiegati a lezione: come sempre c’era chi riusciva al primo colpo, chi arrancava e chi invece sembra essere proprio negato, ma sapevo bene che era tutta questione di pratica; se erano stati scelti per entrare ad Hogwarts, ciò significava che il potenziale magico era presente in ciascuno di loro… si trattava solo di tirarlo fuori.
D’accordo, basta così per questa volta.
Mettete via le bacchette e raccogliete le vostre cose, la lezione è finita. Questi – e subito apparvero dei fogli di pergamena di fronte a ciascuno di loro – sono i compiti per la prossima volta. Avete tempo fino al 14 di Dicembre alle ore 23.59 per consegnarli, dopodiché tutti gli elaborati inviati oltre questo orario verranno considerati nulli.
Non serve che vi dica che se vedo compiti copiati il Troll è assicurato, sapete tutti usare le parole per esprimere un concetto in modo personale quindi è questo quello che mi aspetto da voi.
Se avete bisogno di farmi qualche domanda, se avete dei dubbi sulla lezione, vi aspetto nel mio ufficio per mettervi a vostra disposizione.
Detto questo, buona giornata a tutti.
Una risposta che, nonostante il tocco personale, mi è parsa banale non tanto per la scelta che è soggettiva, ma per le motivazioni che hai usato per spiegarla.
Nonostante tutto, è molto ben eseguita.
5
Un GdR davvero perfetto: mi piace molto il modo in cui fai pensare il tuo PG in ogni sfumatura del racconto, e rimani sempre coerente non solo col suo carattere, ma anche con l'ambiente dentro al quale l'hai inserita.
Davvero davvero brava.
11
Bella la scelta dei due Elementi, soprattutto perché hai amalgamato le informazioni su di essi in modo davvero magistrale, creando quasi una sorta di continuità nella tua spiegazione.
Complimenti, occhio agli errori di battitura!
10
Non male davvero.
Forse in alcuni punti ho trovato la storia un po' debole, come se - rispetto magari a qualche riga prima - fossi meno sicura di cosa il PG provi/pensi/senta.
Ciò nonostante è comunque una risposta molto buona.
9
punti 35 per Ariel
Buona argomentazione della risposta, soprattutto sulla seconda parte della domanda, la cui argomentazione ho trovato molto originale.
Brava.
7
Buon GdR, non c'è alcun errore sintattico, lessicale o grammaticale... però ammetto di aver trovato il PG un po' troppo freddo, impersonale, al di là del carattere che può avere Melia.
Comunque una buona risposta.
8
Una buona ricerca, anche se in qualche punto ho notato che ti sei un po' persa, ad esempio scambiando alcune informazioni o spiegandole male.
Ciò nonostante hai saputo fornire molte informazioni, e questo ti ha permesso di non essere eccessivamente penalizzata: fai attenzione la prossima volta.
7
In questo GdR, invece, sei stata davvero bravissima: ti sei immedesimata totalmente nel personaggio, e sei riuscita a farmi provare sulla pelle cos'è successo all'eroe.
Davvero complimenti.
11
punti 33 per Melia
Come posso commentare questa risposta?
Sei stata davvero eccellente non solo per tutte le motivazioni che hai addotto per la tua scelta, ma anche per il taglio estremamente personale.
Orgogliosissima di te.
7
Anche in questo caso, un GdR su cui non ho nulla da dire: lungo, esauriente, coerente col PG e con l'ambiente, è stato un piacere leggerlo.
Bravissima, è sempre fonte di soddisfazione leggere i tuoi racconti.
11
Sapevo che ti era stata data la nomina di "ricercatrice DOC", e ne ho avuto la riprova: quasi una tesi di laurea babbana oserei dire, eppure resa sempre scorrevole e piacevole da leggere grazie al tuo modo di scrivere.
Devo dire altro?
11
Avevo quasi le lacrime agli occhi alla fine: sicura di non essere stata l'eroe del tuo mito preferito, in un'altra vita?
Esemplare, davvero.
Non so che altro aggiungere.
11
punti 40 per Alexis
Per quanto non credo di essere del tutto d'accordo sulla risposta alla tua seconda domanda, devo dire che hai argomentato tutto in modo davvero eccellente e quindi mi ritrovo nell'impossibilità di muoverti una qualsiasi critica.
Bravo!
7
Come nel caso della tua collega di Delfinazzurro, anche qui mi ritrovo davanti ad un GdR perfetto: il tuo PG, come quello della signorina Herbert, è molto freddo, eppure il tuo racconto mi ha avvolto e mi ha fatto sentire dentro la storia, al posto del tuo personaggio.
Bravissimo.
11
Non ero sicura di darti il massimo anche in questa risposta poiché hai aggiunto informazioni non richieste nella domanda anche sul terzo Elemento, ma visto che i primi due che hai scelto sono stati presentati in modo esemplare, ho deciso alla fine di premiare il tuo essere prolisso.
Occhio però, la prossima volta potrei non essere così gentile.
11
Devo dire che questo GdR ha dato al mito un tocco sicuramente originale: hai presentato il tuo eroe preferito in modo singolare, eppure non posso non ammettere che l'hai reso assolutamente credibile.
Un compito perfetto, non il migliore ma poco ci manca.
Complimenti davvero!
11
punti 40 per Zephyr
Una risposta davvero molto, molto completa.
Le hai dato un tocco personale, hai spiegato perfettamente il tuo punto di vista e hai reso credibile la tua scelta. Molto bravo.
7
Il GdR è fatto molto bene, per quanto non sia troppo lungo: questo però non lo penalizza, semmai lo fanno i piccoli errorini di battitura qua e là.
Tolto questo, sei stato coerente nel modo di fare del PG, e ammetto che Vergil riesce, ogni volta, a farmi sorridere.
10
Questa invece è una risposta che mi è piaciuta tantissimo: hai fatto una ricerca completa, ben eseguita, approfondita e soprattutto ben spiegata; ho apprezzato anche molto il tuo aver usato uno schema per i due Elementi, che hanno reso la risposta molto più comprensibile.
11
Un GdR che, pur essendo ben fatto, pecca un po' d'impersonalità: l'ho trovato freddo, come se non fossi veramente convinto di quello che hai fatto provare/pensare/sentire al tuo eroe, cosa che in fondo può anche essere comprensibile.
In ogni caso, è una buona risposta, magari la prossima volta prenditi un po' più di tempo per risponderle.
8
punti 36 per Vergil
Combattere senza conoscere il mio nemico sarebbe stato alquanto inutile, ma forse avrei potuto perlomeno preparare i miei studenti, e metterli in grado di difendersi da eventuali attacchi nemici: Tisifone mi aveva passato la sua paranoia? Forse, ma cominciavo a pensare che certe volte fosse l’atteggiamento più giusto.
Buongiorno.
Arrivai di fronte alla mia aula di lezione situata al secondo piano, come sempre chiusa poiché l’Incantesimo contenuto al suo interno, che la faceva trasformare in un bosco silenzioso, si attivava soltanto quand’ero io ad aprirla: inutile dire che le nuove matricole erano quasi svenute dallo stupore la prima volta che l’avevano vista, mentre gli studenti più veterani ci avevano ormai fatto il callo.
Aprii così la porta con un colpo della mia “Rose”, la bacchetta tutta speciale che, dopo la conferenza sui Draghi dell’anno precedente, molti avrebbero potuto riconoscere come costruita con corda di cuore di Dragone di Cristallo.
Prego, accomodatevi.
Lasciai che gli studenti entrassero all’interno della classe e mi chiusi la porta alle spalle, attendendo che tutti prendessero posto sull’erba, sotto gli alberi, dove volevano: con me le regole da seguire erano poche, in primis quello di fare le cose velocemente ed in silenzio.
Ad accompagnarmi, come sempre, il mio fedele compagno Fire, che si aggirava intorno agli alunni annusandone qualcuno qua e là senza però ringhiare o mostrarsi minaccioso: non ce n’era bisogno, per sua – e mia – fortuna gli studenti avevano capito presto che conveniva seguirle davvero le mie lezioni, se si voleva imparare qualcosa.
Benvenuti ad una nuova lezione di Incantesimi.
Per chi avesse la memoria corta, vi ricordo quali sono i requisiti fondamentali per partecipare alle mie lezioni: concentrazione, rispetto, educazione.
Se non vi sentite in grado di rispondere a queste richieste, la porta è quella: potete andarvene quando volete.
Aspettai uno, due, tre minuti, fino a che fu chiaro che nessuno si sarebbe alzato per andarsene: qualcuno si ricordava ancora di come, all’epoca nella quale ero una studentessa, venissi soprannominata “la Regina di Ghiaccio” … beh, nell’aula di lezione non ero affatto cambiata ed ero ancora fredda e pragmatica, pronta a rispondere alle domande degli studenti solo se non erano poste tanto per dire una qualche stupidaggine.
Fuori dalla classe sapevo essere molto più accomodante, con qualche studente riuscivo anche a scherzare, ma al suo interno non c’erano storie, non si poteva aprire bocca per parlare a sproposito; era il mio regno, e tutti lo sapevano.
Bene, direi che possiamo cominciare.
Mormorai, muovendo la bacchetta per creare una poltrona d’erba sulla quale sedermi: accavallai le gambe e mantenni la bacchetta ben stretta nella mano destra, tanto sapevo che mi sarebbe servita di lì a poco.
Quest’oggi ho deciso di proporvi una lezione un po’ diversa dal solito, anche ripensando all’episodio avvenuto l’anno scorso nella Foresta Proibita – e mi fermai un momento, fissandoli uno per uno per leggere nei loro occhi la consapevolezza e sì, in alcuni anche la paura – Voglio che siate preparati ad affrontare il vostro nemico anche se siete ancora studenti, perché non si potrà mai sapere quando vi troverete a doverlo affrontare.
Vidi uno scintillio accendersi negli occhi dei ragazzi, che sembravano ora molto più interessati rispetto all’inizio della lezione: evidentemente ero riuscita a catturare la loro attenzione, ed in fondo era quello l’importante.
Per questo oggi ho deciso di parlarvi di alcuni Incantesimi Elementali Offensivi.
Un momento di pausa, giusto per permettere alla classe di assaporare quelle parole, poi ripresi a parlare.
Questi Incantesimi vengono chiamati così perché coinvolgono gli Elementi naturali, quali acqua, aria, ghiaccio, fuoco ed elettricità e rientrano tutti nella categoria degli “Incantesimi di Evocazione”. Solitamente questi tipi di Incanti generano delle sfere offensive che si abbattono sul nemico in cui è racchiuso l’elemento naturale corrispondente, e che possono avere degli effetti collaterali quali congelamento o paralisi.
Scusi professoressa…
Una mano si alzò in aria, facendomi posare lo sguardo sulla studentessa di Dragargenteo che aveva parlato.
Sì, signorina Dartov.
Mi chiedevo in quale percentuale questi effetti collaterali si possano presentare nel momento in cui lanciamo un Incantesimo.
Domanda intelligente, signorina Dartov – commentai io, facendo nascere nella Draghessa un gran sorriso soddisfatto – Ovviamente la percentuale varia in base alla bravura ed alla capacità magica del mago, ma volendo fare una stima possiamo dire che si passa da un minimo di 5% di probabilità nei maghi più giovani ed inesperti ad un massimo di 75% nei maghi adulti.
La studentessa annuì e riabbassò il capo, riportando le mie parole sulla sua pergamena e spingendomi così a proseguire nella spiegazione.
La prima sfera che prenderemo in considerazione è quella dell’Elemento Acqua: la formula per crearla è “Aguamenti”, e l’Incanto si attiva facendo muovere il polso in tre quarti di giro in senso antiorario; come sempre vi consiglio di aiutare la vostra concentrazione immaginando nella vostra mente una sfera d’acqua che fluttua o che si abbatte sul nemico.
Non mi sarei mai stancata di ripeterlo, poiché la concentrazione era l’ingrediente fondamentale per seguire le mie lezioni: la magia scorreva in tutti i maghi e le streghe, certo, ma era necessario veicolarla nel modo giusto per darle un senso ed imparare a controllarla, e la concentrazione serviva proprio a quello.
Se avrete eseguito correttamente l’Incantesimo, ecco quale sarà il risultato - aggiunsi, allungando la bacchetta verso un albero poco distante da me per poi muoverla nel senso descritto prima – Aguamenti!
Dalla punta della mia bacchetta partì una scia azzurra e si formò, come avevo descritto, una sfera d’acqua di medie dimensioni, che si staccò dal catalizzatore per poi andare ad infrangersi contro la corteccia dell’albero senza recargli alcun danno.
Sapevo bene che quella sfera era molto, molto più piccola di quella che avrei potuto creare, ma era solo a titolo dimostrativo e quindi gli studenti avrebbero fatto meglio ad accontentarsi.
Il primo mago a perfezionare questo Incantesimo fu Duffle Forbs, un Nato Babbano vissuto in New England nel 1865: fino a quel momento si era sempre usato il semplice Incanto “Acqua Eructo” per far scaturire dell’acqua dalla bacchetta, ma nessuno aveva mai pensato di darle una forma e di plasmare quindi questo Elemento per renderlo più veloce e pratico da lanciare contro un nemico; inoltre, Forbs scoprì che la forma definita di questa sfera non aumentava solo la velocità con la quale l’Incantesimo veniva lanciato, ma anche la sua potenza offensiva e dunque il danno che esso procurava.
Non volevo certo tediarli con resoconti dettagliati sulla creazione e sul perfezionamento di ogni singolo Incantesimo, ma fornire loro qualche breve accenno storico non avrebbe di certo ucciso nessuno.
Professoressa mi scusi – disse a quel punto un Serpeverde, alzando la mano – Ma se l’Aguamenti provoca più danno dell’Acqua Eructo, perché il primo lo impariamo già a partire dal secondo anno mentre l’altro solo al quarto?
Una domanda legittima quella del ragazzo, che mi fece per un momento sorridere.
Ma bene bene, sembra che questa lezione abbia proprio catturato l’attenzione di tutti, mh? – commentai con ancora quell’espressione sorridente sulle labbra, facendo forse imbarazzare la Serpe che alzò le spalle senza guardarmi negli occhi, sorridendo però come se fosse divertito da quelle parole – La sua è una domanda legittima, signor Suffolk, per quanto la spiegazione sia piuttosto semplice.
Alcuni Incantesimi hanno spesso due varianti, una base ed una più complessa: pensiamo ad esempio all’Incanto Patronus, e a come inizialmente l’animale da voi evocato sia semplice ed incorporeo, una proiezione che poi col tempo si perfeziona rendendo il Patronus più tangibile.
Aspettai qualche secondo, lasciando il tempo alla classe di visualizzare ciò di cui stavo parlando affinché potesse seguirmi nella spiegazione, poi ripresi a parlare.
Allo stesso modo anche la prima parte degli Incantesimi Elementali, quella che ho intenzione di presentarvi oggi, possiede due versioni: una base, che s’impara solitamente tra il secondo e il terzo anno, ed una invece più complessa che si apprende a partire dal sesto.
Le differenze tra le due varianti riguardano la velocità, le dimensioni e la potenza distruttiva delle due sfere; per quanto riguarda i loro effetti collaterali, invece, essi possono essere presenti solo negli Incanti di grado complesso nelle percentuali minime e massime presentate prima.
Attesi nuovamente un paio di minuti, osservando gli studenti prendere appunti: mi ricordavano molto me stessa, quand’ero ancora una Serpeverde ignara di cosa ci fosse ad aspettarmi fuori dal Castello; all’epoca tutto sembrava in equilibrio ed armonia perfetti, perciò non c’era motivo di preparare noi ragazzi a difenderci da chissà quale nemico… ora i tempi erano cambiati, e che mi piacesse o meno non potevo proprio farci niente.
Passiamo ora al prossimo Elemento: il Vento.
La formula per creare una sfera di questo Elemento è “Ventus”, e si deve pronunciare mentre il polso ruota di mezzo giro verso destra e di un quarto di giro verso sinistra – e mentre lo dicevo, mi misi a far muovere il polso lentamente come indicato nella spiegazione, cosicché i ragazzi ne cogliessero bene il movimento – Per aiutarvi nella concentrazione potete pensare ad esempio alle foglie degli alberi che si muovono, anche se per molti è più semplice ed efficace figurarsi un tornado che si abbatte su tutto ciò che incontra.
Io per prima trovavo quell’immagine la più esplicativa di quello che volevo fosse il risultato del mio Incanto, ma ogni persona era diversa e la scelta della visione da associarvi era soggettiva.
Anche in questo caso avremo una versione di base ed una più complessa: la prima vi permetterà di creare sfere di vento di piccole/medie dimensioni, mentre con la seconda potrete anche arrivare ad abbattere arbusti di medie proporzioni. Questo Elemento è considerato uno dei più difficili da controllare nel mondo degli Incantesimi, quindi se vi volete allenare ad usarlo correttamente vi suggerisco di farlo in modo cauto e molto graduale – giusto perché non volevo orde di studenti in Infermeria, dubitavo che Lindë lo avrebbe apprezzato – Molte sono le leggende legate a questo Elemento e all’Incantesimo che ne deriva: si parte dall’antica Grecia, nella cui mitologia si raccontava che Eolo, il Dio dei Venti, usasse proprio il Vento per abbattere le navi nemiche di coloro che lo veneravano ed in lui avevano fede; nel filone norreno, invece, viene introdotto il Re Kàri, figlio di Fornjótr e presentato come la personificazione del vento, che si diceva avesse sedotto la Strega Göndul, letteralmente “figlia della bacchetta”, per generare un figlio dalla stirpe reale e dai grandi poteri magici associati al Vento.
E riuscì nel suo intento?
Mi domandò una Tassorosso, col busto leggermente sporto in avanti quasi non volesse perdersi una parola del mio racconto.
Sì e no, signorina Evans.
Dalla loro unione nacque un figlio, è vero, ma in quanto a poteri magici, beh… ne era completamente privo.
E quasi mi sembrò di scorgere delusione negli occhi della ragazza, come se avesse voluto che la storia avesse un seguito ben diverso.
Esistono poi molte leggende legate ai popoli africani e al Vento, come quella di Cukumba, il Guerriero che intrappolò Makaw’eh, il Signore del Soffio, in una prigione composta da quattro mura chiuse attraverso le quali non sarebbe mai potuto scappare, per favorire la caccia degli Ashfery, le bestie sacre proprio a Makaw’eh che si diceva donassero l’immortalità a chi ne mangiava il cuore, e che erano quasi impossibili da prendere proprio perché il Dio usava il Vento per farli volare così velocemente che nessuno sarebbe riuscito a fermarli.
Avrei potuto passare tutta la giornata a raccontare miti e leggende legate agli Elementi, ma dovevo stare attenta a non dilungarmi troppo o avrei finito per perdere la cognizione del tempo che, lento ed inesorabile, continuava a scorrere intorno a me.
Non siamo quindi in grado di stabilire chi abbia inventato l’Incanto Ventus, ma sappiamo grazie alle ricostruzioni storiche che esso è stato introdotto nel mondo magico a partire dal 1434. Si tratta quindi di un Incanto molto antico, creato più di 400 anni prima dell’Aguamenti.
E per quanto riguardava i cenni storici avevo finito, per quanto la classe ne sembrasse quasi dispiaciuta.
Tornando a noi, se il vostro Incantesimo fosse lanciato correttamente, il risultato sarebbe una sfera incorporea di colore verde, come questa.
Ancora una volta orientai la mia bacchetta contro l’albero usato per l’esempio precedente, muovendo velocemente il polso nei versi indicati prima.
Ventus!
Dalla punta del mio catalizzatore partì una scia di colore verde, impalpabile, che vorticò su se stessa fino a formare una sfera di dimensioni piuttosto consistenti che si lanciò contro l’albero e su di esso si abbatté, facendone scuotere con forza la corteccia e determinando così la caduta di un buon numero di foglie.
Rimasi silenziosa per diversi istanti, lasciando che i ragazzi fissassero la scena – chi ammirato, chi stupito, chi indifferente – e se la imprimessero per bene in mente prima di riprendere il discorso e presentare loro l’ultimo Elemento di quella lezione: avrei voluto avere più tempo ma così non era stato possibile, quindi la classe si sarebbe dovuta “accontentare”, per quella volta.
L’ultimo Incantesimo che vi voglio presentare oggi – dissi quindi, accogliendo con un sorriso quasi soddisfatto i mugolii di dissenso che si sparsero tra la classe: almeno consideravano la lezione interessante, era già qualcosa – è quello legato all’Elemento Fuoco. La sua formula è “Incendio”, e si può lanciare ruotando il polso di un giro e mezzo in senso orario; per aiutare la vostra concentrazione potete usare un’immagine del fuoco a vostro piacimento, da quello che vedete ardere tutte le sere nei camini delle vostre sale comuni a quello che illumina le torce disseminate per la Scuola.
Come sempre la scelta era soggettiva, e dipendeva dalla mente del singolo mago che ricercava l’immagine più adatta a sé.
Se il vostro Incantesimo verrà effettuato nel modo corretto, dalla bacchetta si genererà una scia di colore rosso che andrà poi a formare una sfera, in questo modo.
Incendio!
Ruotai il polso come descritto e pronunciai la formula con la bacchetta, questa volta, puntata verso l’alto in modo tale da scagliarsi nel cielo e perdersi poi in esso, senza fare alcun danno.
Come per i suoi colleghi, anche questo Incantesimo Elementale presenta due versioni: quella più complessa differisce dalla prima per velocità, potenza, e per l’effetto collaterale di poter ustionare le proprie vittime… le percentuali le conoscete – proseguii, notando più teste annuire in contemporanea per quella mia ultima affermazione – L’Incanto Incendio è forse il più vecchio tra gli Elementali, poiché le sue origini risiedono nell’antica Grecia, con la figura di Prometeo.
Il Dio?
Volsi lo sguardo verso la Corvonero che mi aveva interrotto, la quale abbassò subito gli occhi borbottando un “Mi perdoni professoressa” totalmente imbarazzato.
Nonostante l’interruzione non mi sia piaciuta, mi riferisco proprio a quel Prometeo, signorina Clobert.
La leggenda racconta che Prometeo, uno dei due Titani, donò il fuoco agli uomini: un tempo, infatti, regnava sulla terra un'età d'oro in cui tutti gli uomini vivevano felici; a causa dell'ira di Zeus, però, gli uomini furono costretti a faticare e a lavorare per continuare a vivere.
Prometeo allora, per aiutarli, rubò il fuoco dall'officina del Dio Efesto e lo nascose in una canna, donandolo agli uomini: quando Zeus seppe dell'accaduto, s’infuriò ed incaricò Efesto di forgiare una donna molto bella, di nome Pandora, fornita di un vaso contenente ogni tipo di male e malattie; quando Pandora si presentò ad Epimeteo, fratello di Prometeo, egli, nonostante gli avvertimenti del fratello, accolse la donna, la quale liberò così tutti i mali del suo vaso sulla terra.
Zeus incatenò poi Prometeo ad una rupe, dove ogni giorno un'aquila andava a divorargli le viscere che poi ricrescevano; fu liberato successivamente da Eracle, in segno di riconoscimento per ciò che aveva compiuto per gli uomini.
Raccontai, avendo intuito come alla classe – soprattutto ai ragazzi Purosangue che quindi di leggende babbane non conoscevano quasi nulla – piacesse ascoltare quelle storie particolari.
Alcuni studiosi di magia antica affermano che Prometeo altri non era che uno Stregone, e che fu proprio lui ad inventare questo Incantesimo col quale aiutò i Nati Babbani ad evolversi, altri dicono che queste sono solo leggende, che non c’è nulla di vero, ma una cosa è certa: si hanno testimonianze dell’uso di questo Incanto già a partire dal 129 a.C., e questo credo basti per far comprendere quanto sia antico.
Il tempo era quasi giunto al suo termine, la lezione era stata ricca ed intensa e mi aveva dato modo di unire teoria, pratica e storia in una cosa sola: di sicuro non mi potevo lamentare.
Bene, abbiamo ancora un po’ di tempo: dividetevi a gruppi di tre e provate alternativamente ad usare questi Incantesimi, ovviamente nella loro forma semplice; non serve lanciare le sfere, basta che riusciate e ricreare le sfere sulla punta delle vostre bacchette. Provatene uno a testa, e dopo averlo fatto passate a quello successivo, alternandovi.
Non c’era bisogno di aggiungere altro, era chiaro cosa stessi chiedendo loro e mi aspettavo lo facessero al meglio.
In effetti i ragazzi si alzarono subito, dividendosi come avevo indicato ed iniziando subito a provare a turno i tre Incanti spiegati a lezione: come sempre c’era chi riusciva al primo colpo, chi arrancava e chi invece sembra essere proprio negato, ma sapevo bene che era tutta questione di pratica; se erano stati scelti per entrare ad Hogwarts, ciò significava che il potenziale magico era presente in ciascuno di loro… si trattava solo di tirarlo fuori.
D’accordo, basta così per questa volta.
Mettete via le bacchette e raccogliete le vostre cose, la lezione è finita. Questi – e subito apparvero dei fogli di pergamena di fronte a ciascuno di loro – sono i compiti per la prossima volta. Avete tempo fino al 14 di Dicembre alle ore 23.59 per consegnarli, dopodiché tutti gli elaborati inviati oltre questo orario verranno considerati nulli.
Non serve che vi dica che se vedo compiti copiati il Troll è assicurato, sapete tutti usare le parole per esprimere un concetto in modo personale quindi è questo quello che mi aspetto da voi.
Se avete bisogno di farmi qualche domanda, se avete dei dubbi sulla lezione, vi aspetto nel mio ufficio per mettervi a vostra disposizione.
Detto questo, buona giornata a tutti.
||NOTE OFF||
• La maggior parte delle leggende citate a lezione sono frutto della fantasia della sottoscritta, quindi non tentate di cercarle online perché non troverete niente.
• Quando chiedo di scrivere un racconto in formato GdR, valgono le stesse regole di una giocata normale: si ruola al passato e in terza persona. Mi raccomando, concentratevi sull'ambiente che circonda il vostro PG, sulle sensazioni/emozioni che prova, sui pensieri che lo fanno ragionare e sul suo modo d'interagire con gli altri.
• La prima domanda vale 7 punti: ricordo che per questo quesito non esistono risposte giuste o sbagliate, voglio conoscere il vostro pensiero e i motivi che vi spingono a pensarla in questo modo, nient'altro.
• La seconda domanda vale 11 punti: valgono le regole per il GdR scritte sopra.
• La terza domanda vale 11 punti: potete prendere da Internet tutto il materiale che volete, potete inserire link di immagini se ne trovate, l'unica regola è rielaborare quanto più possibile le informazioni trovate. I copia-incolla da Wikipedia et simila non saranno accettati.
• La quarta domanda vale 11 punti: in questo caso il modo corretto di scrivere il racconto in GdR è in prima persona al passato; si lascia allo studente la libera interpretazione del protagonista del mito scelto, ma gli si chiede di rimanere fedele alla storia (se quindi il protagonista, per esempio, alla fine muore, nella risposta non si può scrivere che sopravvive).
• La maggior parte delle leggende citate a lezione sono frutto della fantasia della sottoscritta, quindi non tentate di cercarle online perché non troverete niente.
• Quando chiedo di scrivere un racconto in formato GdR, valgono le stesse regole di una giocata normale: si ruola al passato e in terza persona. Mi raccomando, concentratevi sull'ambiente che circonda il vostro PG, sulle sensazioni/emozioni che prova, sui pensieri che lo fanno ragionare e sul suo modo d'interagire con gli altri.
• La prima domanda vale 7 punti: ricordo che per questo quesito non esistono risposte giuste o sbagliate, voglio conoscere il vostro pensiero e i motivi che vi spingono a pensarla in questo modo, nient'altro.
• La seconda domanda vale 11 punti: valgono le regole per il GdR scritte sopra.
• La terza domanda vale 11 punti: potete prendere da Internet tutto il materiale che volete, potete inserire link di immagini se ne trovate, l'unica regola è rielaborare quanto più possibile le informazioni trovate. I copia-incolla da Wikipedia et simila non saranno accettati.
• La quarta domanda vale 11 punti: in questo caso il modo corretto di scrivere il racconto in GdR è in prima persona al passato; si lascia allo studente la libera interpretazione del protagonista del mito scelto, ma gli si chiede di rimanere fedele alla storia (se quindi il protagonista, per esempio, alla fine muore, nella risposta non si può scrivere che sopravvive).
Una risposta che, nonostante il tocco personale, mi è parsa banale non tanto per la scelta che è soggettiva, ma per le motivazioni che hai usato per spiegarla.
Nonostante tutto, è molto ben eseguita.
5
Un GdR davvero perfetto: mi piace molto il modo in cui fai pensare il tuo PG in ogni sfumatura del racconto, e rimani sempre coerente non solo col suo carattere, ma anche con l'ambiente dentro al quale l'hai inserita.
Davvero davvero brava.
11
Bella la scelta dei due Elementi, soprattutto perché hai amalgamato le informazioni su di essi in modo davvero magistrale, creando quasi una sorta di continuità nella tua spiegazione.
Complimenti, occhio agli errori di battitura!
10
Non male davvero.
Forse in alcuni punti ho trovato la storia un po' debole, come se - rispetto magari a qualche riga prima - fossi meno sicura di cosa il PG provi/pensi/senta.
Ciò nonostante è comunque una risposta molto buona.
9
punti 35 per Ariel
Buona argomentazione della risposta, soprattutto sulla seconda parte della domanda, la cui argomentazione ho trovato molto originale.
Brava.
7
Buon GdR, non c'è alcun errore sintattico, lessicale o grammaticale... però ammetto di aver trovato il PG un po' troppo freddo, impersonale, al di là del carattere che può avere Melia.
Comunque una buona risposta.
8
Una buona ricerca, anche se in qualche punto ho notato che ti sei un po' persa, ad esempio scambiando alcune informazioni o spiegandole male.
Ciò nonostante hai saputo fornire molte informazioni, e questo ti ha permesso di non essere eccessivamente penalizzata: fai attenzione la prossima volta.
7
In questo GdR, invece, sei stata davvero bravissima: ti sei immedesimata totalmente nel personaggio, e sei riuscita a farmi provare sulla pelle cos'è successo all'eroe.
Davvero complimenti.
11
punti 33 per Melia
Come posso commentare questa risposta?
Sei stata davvero eccellente non solo per tutte le motivazioni che hai addotto per la tua scelta, ma anche per il taglio estremamente personale.
Orgogliosissima di te.
7
Anche in questo caso, un GdR su cui non ho nulla da dire: lungo, esauriente, coerente col PG e con l'ambiente, è stato un piacere leggerlo.
Bravissima, è sempre fonte di soddisfazione leggere i tuoi racconti.
11
Sapevo che ti era stata data la nomina di "ricercatrice DOC", e ne ho avuto la riprova: quasi una tesi di laurea babbana oserei dire, eppure resa sempre scorrevole e piacevole da leggere grazie al tuo modo di scrivere.
Devo dire altro?
11
Avevo quasi le lacrime agli occhi alla fine: sicura di non essere stata l'eroe del tuo mito preferito, in un'altra vita?
Esemplare, davvero.
Non so che altro aggiungere.
11
punti 40 per Alexis
Per quanto non credo di essere del tutto d'accordo sulla risposta alla tua seconda domanda, devo dire che hai argomentato tutto in modo davvero eccellente e quindi mi ritrovo nell'impossibilità di muoverti una qualsiasi critica.
Bravo!
7
Come nel caso della tua collega di Delfinazzurro, anche qui mi ritrovo davanti ad un GdR perfetto: il tuo PG, come quello della signorina Herbert, è molto freddo, eppure il tuo racconto mi ha avvolto e mi ha fatto sentire dentro la storia, al posto del tuo personaggio.
Bravissimo.
11
Non ero sicura di darti il massimo anche in questa risposta poiché hai aggiunto informazioni non richieste nella domanda anche sul terzo Elemento, ma visto che i primi due che hai scelto sono stati presentati in modo esemplare, ho deciso alla fine di premiare il tuo essere prolisso.
Occhio però, la prossima volta potrei non essere così gentile.
11
Devo dire che questo GdR ha dato al mito un tocco sicuramente originale: hai presentato il tuo eroe preferito in modo singolare, eppure non posso non ammettere che l'hai reso assolutamente credibile.
Un compito perfetto, non il migliore ma poco ci manca.
Complimenti davvero!
11
punti 40 per Zephyr
Una risposta davvero molto, molto completa.
Le hai dato un tocco personale, hai spiegato perfettamente il tuo punto di vista e hai reso credibile la tua scelta. Molto bravo.
7
Il GdR è fatto molto bene, per quanto non sia troppo lungo: questo però non lo penalizza, semmai lo fanno i piccoli errorini di battitura qua e là.
Tolto questo, sei stato coerente nel modo di fare del PG, e ammetto che Vergil riesce, ogni volta, a farmi sorridere.
10
Questa invece è una risposta che mi è piaciuta tantissimo: hai fatto una ricerca completa, ben eseguita, approfondita e soprattutto ben spiegata; ho apprezzato anche molto il tuo aver usato uno schema per i due Elementi, che hanno reso la risposta molto più comprensibile.
11
Un GdR che, pur essendo ben fatto, pecca un po' d'impersonalità: l'ho trovato freddo, come se non fossi veramente convinto di quello che hai fatto provare/pensare/sentire al tuo eroe, cosa che in fondo può anche essere comprensibile.
In ogni caso, è una buona risposta, magari la prossima volta prenditi un po' più di tempo per risponderle.
8
punti 36 per Vergil