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Infermeria del Castello

Messaggioda Monique » 27/05/2013, 16:20

Poiché la Quest è finita, qui di seguito riporto le disposizioni per permettere una giocata coerente a tutti i giocatori:


- Nel momento in cui i professori arrivano in Infermeria e la parte in fondo viene strutturata per la loro degenza, questa diventa interdetta a qualsiasi studente per cinque giorni, salvo nel caso in cui il suddetto studente stia male e necessiti di cure.

- Jorge Alvares e Caroline Priscilla O'Neill si svegliano sei ore dopo la fine della Quest, ma nessuno dice loro cosa sia successo: tutto ciò che vedono è un via vai continuo di persone, in particolare Lindë e Typhon.

- Al primo risveglio dei due studenti, ci saranno il Medimago Asher Brightless e Typhon Seal ad occuparsi dei feriti.

- Lindë dovrà passare in Infermeria un giorno, poi potrà occuparsi dei colleghi in degenza.

- Monique dovrà passare in Infermeria 3 giorni.

- Sandyon dovrà passare in Infermeria 4 giorni.

- Logan dovrà passare in Infermeria 18 giorni, poi sotto richiesta dell'amico Irvyne Trigger verrà trasferito all'ospedale di Reykjavik per altri 11 giorni.

- Madeline dovrà passare in Infermeria 2 giorni.

- Passati i cinque giorni, sarà possibile per gli studenti andare a trovare Alvares ed O'Neill, rispettando però gli orari di visita, dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30, e calcolando che in Infermeria sarà ancora presente in degenza in un'area riservata il professor Sykes.

- Jorge dovrà passare in Infermeria 6 giorni.

- Caroline Priscilla dovrà passare in Infermeria 8 giorni.

- Gli studenti possono aggiornare Cappie e Jorge su ciò che è successo in base a quello che hanno visto in Sala Grande (seguendo le direttive della ruolata ivi svolta), ma non sanno quali provvedimenti la Preside e la Vice Preside hanno intenzione di prendere per loro.

Per ulteriori informazioni sono disponibile come sempre via chat e/o mp.

La Vice Preside
Monique Vireau



Spoiler:
Ethan Travis, Miyabi, Typhon, Tisifone, Zephyr, Arianna, Ariel, Alexis, Zhalia, Nadal, Emelyne, Sean, Ferdy, Martha, Kaname, Simon, Astrjd, Adam, Steve, Melia, Lilia, Dylan, Irvyne, Vergil, Lucas, Orion, Cedric, Vilandra, Peter, Matthew, Cassidy, Jorge, Flavienne Evelyne, Howl, Anne, Maximilian, Kayleen, Seth, Hans, Justin, Castalja, Abigail, Howard, Syria, Chaty, Jennifer, Elisabeth, Kathleen Abigayle, Reese, Caroline Priscilla, Heather, Ali, JaneYue, Michi, Gregory, Sorceress, Liling, Ginevra Rosalie, Ermione Mina, Paul, Leaena Selene, Orion, Gaia, Emma Kathrine, Edmund, Kevi, Lindë, Brianna, Sandyon, Monique, Edgar, Manuela, Gwendolyn, Unicor, Nereide, Sledwaya, Andrea Roxas, Allan, Julia, Leonard, Bonnie, Free, Elbeth, Crystal, Mark, Ferobecca, Gabriele, Kora, Jackqueline, Amadeo, Arthur, Elios Americio Curio, Alisya, Artemisia, Virginia, Claudia, Saana Leyla, Veronique, Marcus, Julie, Lyra, Celine, Logan, Robyn, Ryan Angel, Tyslion, Asher, James W., Ryan, Castiel, Alexandra, Jocelyn Eveline, Indigo, Alistair, Cleopatra, Jamie, Jane, Keirass, Demetri
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Messaggioda Caroline Priscilla » 29/05/2013, 19:10

[Infermeria - Sabato mattina - Ore 10:30]


Era viva. Quella semplice consapevolezza aveva accompagnato la giovane Tassorosso fin dal suo primo risveglio all'interno del castello di Hogwarts, martellandole la mente con quel semplice pensiero. I suoi occhi avevano fatto fatica a mettere a fuoco ciò che stava succedendo dentro l'Infermeria, sotto la direzione del prefetto dei Dragargenteo. Un uomo alto, dai capelli neri aveva sovrastato più volte la sua figura, senza però darle apparentemente attenzione. La cosa più strana, aveva pensato, era rendersi conto di non conoscerlo minimamente.
Era viva e vegeta, avrebbe aggiunto in seguito. Le cure di Typhon Seal prima e quelle di Lindë Vilvarin poi avevano sanato quasi completamente le ferite che aveva riportato nello scontro con i due cuccioli di mezzodrago. E di questo la giovane strega era loro grata. Il ricordo del dolore che aveva sofferto e patito, l'odore di carne bruciata e l'impossibilità di muovere la gamba come avrebbe voluto, era ormai tutto quanto passato o quasi. Rammentava ancora di essersi voltata più volte verso il letto accanto al suo, dove giaceva il fratellino, per sincerarsi che anche lui stesse bene. Gli aveva sorriso per rassicurarlo e lui aveva fatto lo stesso con lei.
Era viva, vegeta e nei guai fino al collo. Non aveva ancora visto la Vicepreside di Hogwarts, Monique Vireau, nè la Preside Bergman. Eppure vi era stato un via vai di professori all'interno dell'Infermeria da allarmare la tredicenne. Anche perchè, una parte di questa era stata oscurata alla loro vista, come se dietro alle tendine bianche che avevano installato verso la fine della stanza fossero nascosti altri malati. Era stato strano non vedere nessuno dei loro compagni di scuola, ma solo professori, con sguardi più o meno preoccupati, e uno sconosciuto. Che cosa voleva dire tutta quella riservatezza? Domanda che la Tassorosso si era posta man mano nel corso delle giornate e alla quale non aveva saputo trovare risposta. In compeso, altre domande erano sorte ad incasinarle ancora di più la mente con ipotesi catastrofiche e ansie incontrollate. Ma soprattutto uno strano senso di colpa, che le attanagliava lo stomaco e che le aveva impedito, in quei giorni di "assoluto relax", di nutrirsi come avrebbe fatto di solito.

Psss...Jorge...sei sveglio?

Chiese a bassa voce, voltando lo sguardo verso il mago che stava steso nel lettino alla sua sinistra e cercando di attirare la sua attenzione. Da quando era stata ricoverata là dentro, aveva preso l'abitudine di parlare con sussurri e bisbigli, sia per rispetto nei confronti degli "studenti" che riposavano dall'altra parte della stanza, sia per evitare che la Vilvarin la cacciasse fuori dall'Infermeria senza prima averla curata a dovere e con metodi poco eleganti. E anche perchè orecchie indiscrete non ascoltassero le loro conversazioni.

Come ti senti oggi?

Avrebbe quindi chiesto al migliore amico, se lui le avesse dato segno di essere già sveglio. Aveva notato [Intuito (P): 8] che il giovane mago sembrava essersi ripreso molto in fretta dalle ferite che aveva riportato. Ferite che, ricordò con una certa vergogna, non gli erano state inflitte solo dalle due creature. Avevano accantonato, almeno per il momento, il motivo che li aveva spinti entrambi ad entrare all'interno della Foresta e a rimanerci. Ma il dispiacere di aver preso a pugni il ragazzo per rabbia rimaneva ancora dentro di lei come un groppo in gola, che si sarebbe sciolto solo quando gli avrebbe chiesto scusa per il suo comportamento.

Continuo a pensare allo strano comportamento che hanno tutti...nessuno è venuto a trovarci, la Vireau non ci ha rivolto la parola...be', forse è comprensibile, credo che finirà lei il lavoro al posto di quelle lucertole dagli occhi a palla...- disse con tono sarcastico, cercando di nascondere l'ansia che invece le pervadeva il cuore al pensiero delle reali conseguenze che avrebbe causato la loro bravata- Bisogna vedere se mi ammazzerà prima lei oppure mio padre...uhm...hai qualche tecnica di sopravvivenza anti-genitori? Credo di averne bisogno...

Scherzare e ironizzare era l'unica arma difensiva della quale disponesse la tassetta per non lasciarsi prendere dal panico e urlare ai quattro venti centomila volte scusa e perdono. Complice forse la vicinanza del fratellino, che riusciva con la sua sola presenza a darle il coraggio di sperare che tutto si sarebbe risolto per il meglio e che avrebbero saputo affrontare anche quella battaglia.

Ah...so di essere in ritardo di...cinque giorni circa, però volevo dirti...ecco...grazie per avermi difesa e...scusa se ti ho picchiato...

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Messaggioda Jorge » 30/05/2013, 12:09

Vivi. Erano vivi e in grossi, grossissimi guai. Era queste le uniche due cose a cui Jorge riusciva a pensare da quando lui e Caroline Priscilla aveva seguito, zoppicando e sorreggendosi a vicenda, la Vilvarin fuori dalla Foresta Proibita e poi la VicePreside fino all’Infermeria. Certo, vi erano stati momenti di black out totale, come quando era svenuto non appena toccato il lettino a lui assegnato, o quando il dolore per le prime medicazioni aveva superato la sua soglia di tollerabilità, ma per il resto del tempo non aveva fatto altro che arrovellarsi il cervello su quei due piccoli, essenziali concetti. Il secondo poi era andato a dilatarsi a dismisura nel momento in cui aveva aperto gli occhi la prima volta e piegato su di lui non aveva visto il viso inespressivo della Vilvarin ma quello pensieroso e leggermente preoccupato di un uomo di mezza età che non aveva mai visto. Se non ci fosse stato Seal a muoversi in sottofondo, facendo da spola dal suo letto a alla fine stanza dove era stata eretta una barriera magica a lui sconosciuta che impediva loro di sbirciarci attraverso, avrebbe pensato che non si trovavano più a Hogwarts. La presenza di altri degenti, il via vai dei Professori, lo sguardo ancora più freddo del solito con cui la docente di Erbologia aveva preso in mano le redini della loro degenza, il fatto che nessun studente fosse andato in quei cinque giorni a trovarli, fosse anche un Prefetto per consegnare loro i compiti arretrati, tutti quelli poi erano dettagli che non avevano fatto altro che alimentare in lui il sospetto che fosse accaduto qualcosa di importante e che i guai in cui si erano cacciati erano di proporzioni bibliche. Il suo cervello quindi non faceva altro che lavorare alacremente, dividendosi tra le ipotesi su quello che era accaduto al Castello nel frattempo e il ricordo di quella terribile mattinata e dei motivi che li avevano condotti lì al Covo dei Centauri. Sapeva che il silenzio gelido con cui Monique li aveva accolti al limitare della Foresta Proibita non lasciava presagire nulla di buono, un po’ come la classica calma prima della tempesta e temeva che, quella volta, non se la sarebbe cavata con una semplice ramanzina, e il fatto che non si fosse ancora presentata da loro non lasciava presagire nulla di buono. Rischiavano grosso, punizioni su punizioni, la sospensione, l’espulsione addirittura ed era tutta colpa sua o meglio di chi lo aveva messo contro la sua sorellina. Una fitta di senso di colpa lo assalì all’improvviso al ricordo di com’era ridotta la sua spalla, l’odore di carne bruciata che lo avrebbe perseguitato a vita, e di come, a differenza sua, non sembrava guarire alla stessa velocità segno che le sue, di ferite, erano più lievi rispetto a quelle riportate dalla Tassetta. Strinse i pugni con forza, digrignando i denti per un accesso di rabbia. La Vilvarin li aveva ripresi per aver attaccato alle spalle quelle due creature e lui, in silenzio, si era preso il rimprovero, fingendosi pentito mentre dentro di sé si malediceva solo per non aver saputo produrre un incantesimo più doloroso, qualcosa capace di tagliarli in due. Erano stati vigliacchi? Forse. Ma era certo che se i raggi del minidrago rosso avessero bruciato le sue dannatissime e preziosissime piante al posto della spalla di Cappie, Lindë non ci avrebbe pensato due volte a sezionarlo a mani nude.

Insensibile e senza cuore. Ecco cos’è. Le piante prima di tutto… e non si rende conto che le piante si posso riprodurre anche in serra mentre le persone no, sono uniche e insostituibili.

Pensieri da grande forse, pensieri che fino a pochi giorni prima non avrebbe mai formulato ma correre il rischio di morire combina di questi scherzi, fa maturare in fretta, anche se forse non nel modo corretto.

Psss...Jorge...sei sveglio?

Certo che era sveglio, anche se si trovava coricato su un fianco con le spalle alla finestra e quindi alla Tassetta, il lenzuolo tirato fin sopra la testa, come se stesse effettivamente dormendo. Per un attimo valutò la possibilità di ignorarla e fingere di essere ancora in quello stato di dormiveglia dovuto alle cure in cui aveva galleggiato i primi giorni e che gli aveva permesso di rispondere a monosillabi ai suoi sussurri senza apparire maleducato o altro. No, non ce l’aveva ancora con lei, nulla come rischiare di diventare il pranzo di due minidraghi appianava meglio qualsiasi divergenza, solo non aveva la più pallida idea di cosa dirle e stava cercando in tutti i modi di rinviare il confronto.

Vigliacco! Non ti basta quello che le hai fatto?

Lo rimproverò aspramente la sua coscienza, spingendolo a voltarsi lentamente sull’altro lato in modo da poter guardare Cappi in faccia o meglio di profilo, rivolgendole uno sguardo stanco e triste.

Come ti senti oggi?

Respiro, mangio, muovi gli arti inferiori e quelli superiori senza sussultare dal dolore e quasi non sento più niente quando mi medico quindi si, direi proprio che mi sento bene - rispose quindi cercando di essere ironico ma probabilmente fallendo miseramente – La tua spalla invece come va? Meglio o peggio della tua gamba?

Si informò a sua volta, sollevandosi su un gomito per sbirciare lungo tutta la figura della ragazzina per cercare di farsi da solo un’idea di come stessero davvero le cose, il senso di colpa che si acuiva.

Continuo a pensare allo strano comportamento che hanno tutti...nessuno è venuto a trovarci, la Vireau non ci ha rivolto la parola...be', forse è comprensibile, credo che finirà lei il lavoro al posto di quelle lucertole dagli occhi a palla...

No la mia Capa – deglutì a pronunciare quella parola, un nodo che gli stringeva la gola al pensiero che forse non l’avrebbe pronunciata mai più - non sarà mai così volgare da lanciarci contro palle di fuoco e fulmini elettrici, lei si limiterà a pronunciare due semplici parole… - siete espulsi, è questo quello che stava per dire ma in quel modo avrebbe vanificato lo sforzo di entrambi di apparire ironici per tirare su di morale l’altro – Avada Kedavra!

Terminò quindi, sollevando il braccio di poco per mimare quello che, secondo lui, doveva essere il movimento giusto della bacchetta, fallendo ovviamente miseramente.

Bisogna vedere se mi ammazzerà prima lei oppure mio padre...uhm...hai qualche tecnica di sopravvivenza anti-genitori? Credo di averne bisogno...

Nessuna purtroppo… Non credo che ne avrò bisogno.

Sospirò, rimettendosi supino, la sguardo fisso sul soffitto, il nodo di angoscia che si faceva sempre più stretto al pensiero della delusione che avrebbe visto dipinto sul viso della madre e della soddisfazione del padre nel constatare che aveva avuto ragione fin dall’inizio e che lontano da casa non sarebbe mai maturato ma al massimo si sarebbe messo in guai più pericolosi.

Ah...so di essere in ritardo di...cinque giorni circa, però volevo dirti...ecco...grazie per avermi difesa e...scusa se ti ho picchiato...

Ecco, di sicuro quelle non erano le parole migliori che Cappi avrebbe potuto rivolgere a Jorge in quel momento, parole che lo fecero sprofondare maggiormente nel letto, digrignare i denti e stringere le lenzuola con forza tale da fargli temere di poterle strappare.

Stupida. Sei una stupida. - esclamò quindi con la voce ridotta un sibilo non per paura che qualcuno potesse sentirlo ma perché temeva che sarebbe scoppiato a piangere, visto il dolore pungente che avvertiva agli occhi ancora ostinatamente fissi sul soffitto. – Con che coraggio mi chiedi scusa? Sono io che dovrei scusarmi, che dovrei implorare il tuo perdono per averti trascinata in quel posto, per aver messo a repentaglio la mia vita. Ti scusi per qualche cazzotto? E io cosa dovrei fare quando a causa del mio stupido orgoglio ferito per poco non ci hai rimesso una spalla?

Aveva parlato veloce, senza fermarsi a riflettere su quello che diceva per paura di non riuscire a dirlo, e alla fine ansimava come se avesse corso a perdifiato.

Mi spiace – aggiunse subito dopo, con un tono di voce calmo e triste, costringendosi a voltare di nuovo la testa verso di lei e guardarla negli occhi – Non dovevo reagire in quel modo, non dovevo trascinarti lì, non dovevo organizzare quello stupido scherzo per vendicarmi, non dovevo credere a tutto il Dormitorio maschile dei Delfiniazzurri…- e non c’era traccia di ironia nel tono della sua voce. Era una semplice constatazione. Nessuno dei suoi compagni di Casata era degno di fiducia neanche un millesimo di quanto lo era Cappie. – E non dovevo sbottare così adesso…

Concluse abbozzando un sorriso mesto.

Cosa credi che accadrà quando finalmente di dimetteranno?

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Messaggioda Caroline Priscilla » 31/05/2013, 0:42

Quando il Delfino si voltò nella sua direzione, rispondendo al suo richiamo, il cuore di Cappie si strinse nel vedere quello sguardo cupo e la totale assenza di un sorriso. Forse era ancora arrabbiato con lei? No, non lo credeva capace di tenerle il broncio per così tanto tempo. Certo, i precedenti rivelavano tutto il contrario, ma la tassetta preferì non badarci. Era una situazione particolare e lei lo sapeva. Magari stava ancora male per le ferite riportate! Eppure aveva un colorito roseo e sano. Piacevole a guardarsi. No, no, sicuramente ci doveva essere qualcosaltro. Probabilmente anche lui, come lei, provava una sorta di malessere interiore per tutto quello che era successo. Cappie annuì mentalmente a quell'affermazione, rispondendo al broncio dell'amico con un sorriso ancora più radioso, sistemandosi quanto meglio possibile sull'enorme cuscino che le sorreggeva la testa.

Respiro, mangio, muovi gli arti inferiori e quelli superiori senza sussultare dal dolore e quasi non sento più niente quando mi medico quindi si, direi proprio che mi sento bene

Rispose alla domanda che le aveva rivolto la ragazza, strappandole un sospiro di sollievo nel constatare che le sue supposizioni sulla buona salute del mago si fossero rivelate esatte.

La tua spalla invece come va? Meglio o peggio della tua gamba?

La mia spalla sta divinamente! Vedi? Riesco aaaaaah....ecco, si...quasi a muovermi- rispose, cercando di fare forse qualche movimento di troppo con il braccio che le procurò un po' di dolore alla spalla fasciata- Anche la gamba sta bene! E' da quando ho ripreso conoscenza che continuo a pizzicarla e ogni volta mi fa un male cane! Questo perchè una volta un tizio mi disse che quando si rimane congelati si perde la sensibilità del corpo, ma a quanto pare a me non è successo..- continuò allegramente, prendendo a parlare a macchinetta per coinvolgere meglio Jorge nel discorso e farlo sentire meno teso e più rilassato. Se lei era capace di trarre da lui tutto il suo buonumore e la sua energia, perchè il Delfino non poteva fare lo stesso con la Tassorosso?
Subito dopo, il discorso si spostò su un campo minato, voluto in parte dalla giovane strega che non ce la faceva più a sopportate quel silenzio fra di loro. Voleva affrontare l'argomento e allo stesso tempo cecava di rifuggirlo. Per questo, il risultato fu un tentativo di definire come sarebbero sopravvissuti alle ire della loro Vicepreside, ma buttandola su un tono ironico e scherzoso.

No la mia Capa non sarà mai così volgare da lanciarci contro palle di fuoco e fulmini elettrici, lei si limiterà a pronunciare due semplici parole… Avada Kedavra!

Dovrà prima passare sul mio cadavere...gentilmente offerto da mio padre, ovviamente!

Rise della sua battuta, cercando di rispondere a sua volta con una simile. La verità è che Cappie sapeva perfettamente che il padre non l'avrebbe nè uccisa, nè scuoiata viva. Non l'avrebbe schiaffeggiata, non aveva mai alzato le mani sulla sua bambina. Ma i suoi occhi, delusi, tristi, forse arrabbiati...quelli si, quelli riusciva ad immaginarli perfettamente. E per quanto si sforzasse di pensare e ripensare, non riusciva a trovare nessun modo per poterli fronteggiare a testa alta. Per non parlare poi di quello che avrebbe detto sua madre.
La Tassorosso scosse la testa infastidita, cercando di scacciare quei brutti pensieri dalla sua mente. Avrebbe dovuto pensarci solo quando il momento sarebbe arrivato. Ora, invece, c'era qualcosa di più importante da fare. C'erano delle scuse da fare al proprio migliore amico, per il comportamento sleale tenuto nella Foresta e per aver voluto fargli male. Per questo, Cappie gli chiese scusa per ciò che aveva fatto. La ragazzina si aspettava un "Non ti preoccupare, sorellina, è tutto a posto!" o anche un "Ma dai, la colpa è stata di entrambi, mettiamoci una pietra sopra!". Ma nulla l'aveva preparata ad accogliere uno sfogo in piena regola da parte del fratellino, che l'avrebbe lasciata a bocca aperta e con gli occhi spalancati.

Stupida. Sei una stupida. Con che coraggio mi chiedi scusa? Sono io che dovrei scusarmi, che dovrei implorare il tuo perdono per averti trascinata in quel posto, per aver messo a repentaglio la mia vita. Ti scusi per qualche cazzotto? E io cosa dovrei fare quando a causa del mio stupido orgoglio ferito per poco non ci hai rimesso una spalla?
Mi spiace. Non dovevo reagire in quel modo, non dovevo trascinarti lì, non dovevo organizzare quello stupido scherzo per vendicarmi, non dovevo credere a tutto il Dormitorio maschile dei Delfiniazzurri… E non dovevo sbottare così adesso…


La giovane strega non emise un fiato, mentre Jorge parlava velocemente e senza sosta, quasi a voler imitare lo stesso modo di parlare dell'amica. Attese invece che terminasse il suo discorso, ricordandosi di chiudere la bocca per non sembrare una stupida e sistemandosi meglio nel letto. Lo guardò più volte, sbattendo le palpebre e mordendosi le labbra, cercando le parole adatte per sdrammatizzare quel momento e per tranquillizzare il Delfino di tutte le sue preoccupazioni. Alla fine, dopo essersi issata più indietro sul cuscino, in maniera da stare comodamente seduta, gli sorrise semplicemente, incrociando le mani in grembo.

Figurati! Io sbotto costantemente con te dalla mattina alla sera! Per una volta che lo fai tu...- alla fine, il carattere ironico e incline al divertimento aveva prevalso in lei, tentando in quel modo di alleggerire la conversazione fra i due ragazzini e allo stesso tempo di rassicurare l'amico- Certo che ti chiedo scusa! Tu altrimenti non avresti mai iniziato! E poi...non ci ho rimesso una spalla! Io sto bene, tu stai bene, tutti stiamo bene! Quel che finisce bene è bene! Insomma, non stare a scervellarti sul fatto che è stata colpa tua se siamo finiti in questo pasticcio, perchè sono stata ferita e bla bla bla...la colpa non è tua, ma di chi è stato così stronzo da metterci uno contro l'altro.- uno sfogo in piena regola anche per la tassetta, che ora stava cercando di riprendere fiato per continuare il suo discorso.-La colpa non è tua....ma nostra.- aggiunse con tono più calmo, scuotendo appena la testa e sorridendo mesta-Siamo uniti dal sangue, nel bene e nel male, ricordi? Io accetto le tue scuse e tu accetti le mie...e basta così...
Continuò a sorridere, aspettando che il Delfino confermasse le sue parole, prima di spostare la conversazione su altri argomenti.

Cosa credi che accadrà quando finalmente di dimetteranno?

Le ipotesi sono tante e varie:
Morte per decapitazione.
Scuoiamento.
Verremo cruciati e spediti ad Azkaban.
Appesi al soffitto per i capelli. Tu a testa in giù.
Verremo dati in pasto a qualche strana creatura.
La Bennet ci scioglierà in una delle sue pozioni velenose.
Decapimento l'ho già detto?


Iniziò ad elencare sulla punta delle dita la tassetta, prevedendo le morti più astruse e variate. Era meglio prepararsi al peggio per saper fronteggiare quello che li stava aspettando. Ma la tredicenne continuò ad elencare tutti modi più crudeli con i quali i professori potessero mettere fine alle loro vite, piuttosto che condividere quel pensiero col fratellino.

Tu quale preferiresti?

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Ragazze, scusate se non ho aspettato, ma visti i tempi ristretti intanto andiamo avanti così e poi quando volete potete inserirvi nella giocata ^.^
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Messaggioda Elbeth » 31/05/2013, 11:15

[Infermeria - Sabato mattina - Ore 10:35 minuto più, minuto meno…]


Si guardò intorno furtivamente.
Il corridoio che portava all’infermeria era deserto. Dopo tutto quello che era successo solo qualche giorno prima, era piuttosto restia a incrociare la Vilavarin o Seal. Erano stati drastici nel non permettere l’ingresso in Infermeria agli studenti, nonostante alcuni di loro ci avessero provato a varie riprese. Erano stati irremovibili! Prima di cinque giorni i feriti non potevano ricevere visite. Ora i cinque lunghissimi giorni erano passati.

I feriti…

Era preoccupata. Si era preoccupata tanto. Solo dopo la fine dello scontro tra i mostri ed i professori, aveva saputo (Sir Nicholas aveva chiesto al Frate Grasso che aveva chiesto al fantasma dei Delfini) che fine avessero fatto Jorge Alvares e Caroline Priscilla O'Neil. Ed aveva finalmente capito perché nella folla che aveva assistito allo scontro di cinque giorni prima, loro non c’erano. Aveva pensato ingenuamente che nella marea di studenti che affollavano la Sala Grande non fosse stata in grado di scorgerli.

Invece…

Quei giorni al castello c’era un misto di euforia e di preoccupazione. I due strani esseri (e la loro prole!) erano stati sconfitti, ma a caro prezzo.
Presa dai suoi pensieri e con aria preoccupata e meditabonda, si ritrovò di fronte alla porta dell’Infermeria.
Era schizzata lì alla prima pausa che aveva avuto tra le lezioni della mattina. Si era stupita quasi di se stessa. Ma d’altronde la sua riservatezza, era pari alla sua impulsività. Erano le due anime che convivevano in lei: quella rigida, fornita dall’educazione ricevuta, e quella più profonda, propria della sua indole focosa. Quindi, era grazie alla seconda, che si trovava lì e sperava ardentemente che quella porta finalmente le venisse aperta! Non avrebbe sopportato un altro diniego della Vilvarin o di Seal! Il cipiglio della ragazzina si fece più deciso, mentre stringeva un sacchetto tra le mani.
Mosse la mano verso la maniglia ed impresse una leggera pressione per abbassarla. Con un sospiro la maniglia andò a fondo e la porta si aprì. La varcò con l’accenno di un sorriso soddisfatto: dopotutto alla fine quei due erano stati di parola...

L’odore pungente di decotti e medicamenti impregnava l’aria dell’enorme stanza.
Elbeth un po’ intimorita, ma decisa lasciò vagare lo sguardo per tutta la sua ampiezza, ma vedere i due ragazzini sdraiati nei loro letti, ebbe l’effetto di farla sussultare un attimo.
Notò con una veloce occhiata che la spalla di Cappie era vistosamente fasciata e anche se il delfino non sembrava avere alcun segno esteriore di ferita o di malattia, erano i loro volti che l’avevano fatta preoccupare. Tutte quelle informazioni vennero registrate velocemente dalla sua mente vivace [intuito/perspicacia = 18].
Erano un po' sofferenti, come se non dormissero da giorni ed entrambi ancora un pò pallidi (in questo Jorge lo era forse ancor più di Cappie).
La sua educazione le impose di non fissarli troppo a lungo: non sarebbe stato educato. Il ragazzino era girato verso la sua migliore amica ed Elbeth non sapeva se l’avesse scorta o meno.
Comunque avanzò decisa verso di loro.
Un’ultima sbirciata al fondo dell’infermeria le fece aggrottare le sopracciglia. Per Merlino, ma i professori dov’erano? In teoria, dopo lo scontro con i due Mezzi Draghi, almeno alcuni di loro avrebbero dovuto trovarsi lì! Sykes sicuramente, visto che si era accasciato al suolo alla fine del duello! Invece i letti accanto ai due ragazzini erano vuoti.

Cosa credi che accadrà quando finalmente ci dimetteranno?

Fu l’ultimo brandello della conversazione di Alvares che la distrasse da quel pensiero...

Le ipotesi sono tante e varie:
Morte per decapitazione.
Scuoiamento.
Verremo cruciati e spediti ad Azkaban.
Appesi al soffitto per i capelli. Tu a testa in giù.
Verremo dati in pasto a qualche strana creatura.
La Bennet ci scioglierà in una delle sue pozioni velenose.
Decapimento l'ho già detto?
Tu quale preferiresti?


Sorrise un pò ascoltando il buffo elenco di Cappie. Ormai si trovava quasi ai piedi dei loro letti.

E soprattutto cosa diavolo avete fatto per finire qui e perdervi lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?

Regalò ad entrambi uno dei suoi rari sorrisi, mentre li fissava con uno sguardo furbo e ironico.
Era felice sul serio, nonostante tutto, di vederli sani e salvi!
Mentre si avvicinava continuava a fissarli, cercando di scorgere qualche segnale del loro stato di salute sul loro incarnato e per un attimo il suo volto si era adombrato.
Era abituata a vederli sempre allegri e pimpanti e le faceva un certo effetto osservarli sdraiati su quei letti …e non proprio entusiasti!
Cosa avevano fatto per ridursi in quello stato? Erano scapestrati, a volte, e molto esuberanti, ma non era mai accaduto che si fossero fatti del male.

Ho portato generi di conforto! – disse, cambiando totalmente argomento, quasi questo potesse aiutarli a guarire più in fretta. Pose in grembo a Cappie le cioccorane e lanciò a volo a Jorge dei lecca lecca al sangue – Non penso che servano il dolce in infermeria, giusto? Le figurine che mi mancano le voglio, però!

Disse puntando l’indice contro la Tassetta. Notò che anche la gamba di Cappie doveva aver qualcosa che non andava, mentre il ragazzino stava apparentemente abbastanza bene.
Quindi, si sedette sul bordo del letto di Jorge e li fissò alternativamente con aria grave, scartando una cioccorana. Fissò con aria delusa la figurina, prima di ficcare in bocca la cioccolata.

Silente! Uff! Ce l’ho! – poi con tono noncurante e fissando i suoi occhi penetranti su Jorge chiese - Insomma a quale delle tre versioni che girano a scuola devo credere? – spostò lo sguardo incuriosito anche su Cappie.

Non riuscì a trattenere un leggero broncio che le si dipinse sul volto: era contrariata per aver dovuto aspettare ben cinque giorni prima di vederli e di sapere cosa era successo loro!

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Messaggioda Jorge » 31/05/2013, 14:22

Alla fine si era deciso a rispondere al mormorio della sua sorellina e dopo averle confermato di sentirsi tutto sommato abbastanza bene, Jorge si informò sulle reali condizioni fisiche dell’altra, non fidandosi per nulla dei propri occhi. Certo all’apparenza sembrava in forma, forse un tantino pallida, ma dopotutto stando tutto il giorno a letto per cinque giorni di fila era normale che il corpo si fosse un po’ ripreso. Quello che preoccupava Jorge, infatti, erano le articolazioni, come stava se muoveva gli arti, considerando che quando si era lussato la spalla da piccolo prima di riuscire a muoverla perfettamente erano passati secoli.

La mia spalla sta divinamente! Vedi? Riesco aaaaaah....ecco, si...quasi a muovermi.

Ehi non devi mica farti male per convincermi che è migliorata. Sta un po’ ferma va…

La redarguì, il senso di colpa che si acuiva a dismisura. Quel minidrago aveva colpito la spalla della bacchetta e questo voleva dire che fino a quando Caroline Priscilla non fosse guarita alla perfezione non avrebbe potuto usare perfettamente la sua bacchetta considerato che lei, a differenza sua, non era ambidestra. O forse dopotutto ne sarebbe stata capace lo stesso? Non era un esperto nel campo magico, medico o medimagico quindi non riusciva a darsi da solo una risposta e fu per questo che subito dopo aggiunse un po’ soprapensiero.

Forse però dovremo chiedere a Seal se ti fa provare a usare la bacchetta …

Anche la gamba sta bene! E' da quando ho ripreso conoscenza che continuo a pizzicarla e ogni volta mi fa un male cane! Questo perchè una volta un tizio mi disse che quando si rimane congelati si perde la sensibilità del corpo, ma a quanto pare a me non è successo…

Sono passati cinque giorni quindi l’effetto intorpidente del congelamento dovrebbe essere finito da un po’. L’importante è che tu riesca a muoverla senza sentire dolore e che lei regga il tuo peso.


C’era una nota interrogativa nell’ultima frase perché effettivamente Jorge non aveva ancora mia visto la Tassetta in piedi, complice la perenne sonnolenza che l’aveva colto negli ultimi tempi, quindi non sapeva se le avevano già dato il permesso di andare in bagno da sola e, nel caso, con quali conseguenze.
Una volta che entrambi si furono rassicurati sulle condizioni di salute dell’altro, dovettero affrontare, per vie traverse ancora, le conseguenze del gesto che li aveva condotti lì e per quanto al delfino non andava per nulla di scherzarci sopra, non se la sentì di virare sul serio e drammatico, preferendo dare corda alla sua sorellina e ribattere alle sue battute con altre battute che però, a un ascoltatore attento, sarebbero risuonate false come l’oro dei leprecauni.

Dovrà prima passare sul mio cadavere...gentilmente offerto da mio padre, ovviamente!

Almeno il tuo restituirà qualcosa a Hogwarts.

Mormorò senza alcuna ironia, ma cercando allo stesso tempo di abbozzare un sorriso che però sapeva di malinconico più che di divertito. Era pronto ad assumersi le responsabilità di quello che era accaduto anche di fronte all’intero Mondo Magico se fosse servito a qualcosa, l’importante era che suo padre non lo venisse a sapere mai perché se no avrebbe potuto benissimo dire addio al Castello, ai gufi e anche alla sua sorellina perché lo avrebbe costretto a tagliare i ponti con tutto e tutti. Per fortuna o sfortuna che dir si voglia, Jorge non ebbe il tempo di indugiare su quei pensieri nefasti perché Cappie decise di porgergli le sue scuse in quell’esatto momento, prendendolo in contropiede e facendolo sbottare di rabbia e frustrazione repressa. Incapace a gestire sentimenti complessi e forse un po’ troppo maturi per un tipo come lui, unito alla consapevolezza che ormai quel tornado parlante svolgeva un ruolo sorprendentemente importante nella sua vita, Jorge esplose, urlando in faccia all’altra le proprie di colpe e anche di scuse, in una maniera molto poco ortodossa ma di sicuro efficace. Il silenzio che calò tra di loro dopo quella tirata fece sentire il portoghese ancora più in colpa e ancora più stupido di quanto non si fosse sentito fino in quel momento. Sbuffò quindi irritato verso se stesso e si sistemò pancia sotto, abbracciando il cuscino con entrambe le braccia e sprofondandoci dentro il viso nell’infantile tentativo di sparire all’istante da quel posto, mentre allo stesso tempo cercava di tirarne un lembo per coprirsi le orecchie e non dover sentire le invettive che di sicuro l’altra gli avrebbe lanciato contro.

Figurati! Io sbotto costantemente con te dalla mattina alla sera! Per una volta che lo fai tu… Certo che ti chiedo scusa! Tu altrimenti non avresti mai iniziato!

Humpf?!?

Bonfocchiò nel cuscino, sollevando la testa di quel poco che gli avrebbe dato la possibilità di vedere l’espressione rilassata e sorridente con cui Cappie lo stava osservando.

E poi...non ci ho rimesso una spalla! Io sto bene, tu stai bene, tutti stiamo bene! Quel che finisce bene è bene! Insomma, non stare a scervellarti sul fatto che è stata colpa tua se siamo finiti in questo pasticcio, perchè sono stata ferita e bla bla bla...la colpa non è tua, ma di chi è stato così stronzo da metterci uno contro l'altro.

Digrignò i denti e per poco non ringhiò a quell’accenno. Per un attimo, soffocato dai sensi di colpa, si era dimenticato che lui più che la causa era stato il mezzo utilizzato da qualcuno per metterlo contro la sua sorellina.

La colpa non è tua....ma nostra. Siamo uniti dal sangue, nel bene e nel male, ricordi? Io accetto le tue scuse e tu accetti le mie...e basta così...

Certo che accetto le tue scuse e non ti preoccupare non ti accadrà nulla di male – affermò serio, mentre un classico e babbano lapsus freudiano gli sfuggiva dalle labbra con quel “ti” al posto del “ci” palesando forse le proprie intenzioni. Fu proprio per cercare di sviare l’attenzione della sua sorellina da quel dettaglio che si affrettò ad aggiungere – Non è che quel patto di sangue che abbia stretto abbia anche valore di adozione nel Mondo Magico, no perché credo che possa servirmi una nuova famiglia dopo tutto questo.

Battuta stupida forse la sua ma sperava facesse ridere un pochino la sua sorellina, prima di tornare ad argomenti più seri come fare delle ipotesi su quello che gli sarebbe capitato una volta usciti da quella sorta di oasi protetta. Inutile dire che Cappie si prodigò a fargli un elenco dettagliato e molto terrificante di quelle che, agli occhi del delfino, assomigliavano alle pratiche babbane barbare da medioevo e quindi tutte realizzabili.

Le ipotesi sono tante e varie:
Morte per decapitazione.
Scuoiamento.
Verremo cruciati e spediti ad Azkaban.
Appesi al soffitto per i capelli. Tu a testa in giù.
Verremo dati in pasto a qualche strana creatura.
La Bennet ci scioglierà in una delle sue pozioni velenose.
Decapimento l'ho già detto?
Tu quale preferiresti?


Puntellandosi su un gomito, sollevò di poco il busto e aggrottò le sopracciglia, picchiettando con l’indice sulla punta del naso per cercare una risposta adeguata ed era talmente assorto nelle sue elucubrazioni che non aveva avvertito Elbeth entrare tanto che al suono della sua voce il suo sostegno instabile cedette facendolo cadere pancia giù sul letto.

E soprattutto cosa diavolo avete fatto per finire qui e perdervi lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?

Con una certa spavalderia che gli procurò una fitta non indifferente al braccio, Jorge si ribaltò come una tartaruga, sistemandosi supino e leggermente rialzato, spostando il cuscino in modo da posare la schiena sul morbido e non sulla testiera dura e fredda di metallo del suo letto. Guardare in faccia la morte gli aveva fatto comprendere quanto veritiere erano state le parole di Vergil e stupido lui a non iniziare subito la caccia al gusto preferito, e vedere la Menina sorridente andare a fare visita loro glielo ricordò immediatamente. Le sorrise di rimando quindi, apprezzando il fatto che nei suoi occhi ci fosse un brillio furbetto e non di compassione o di rimprovero. Era così impegnato a crogiolarsi della sua presenza stando ben attento a non darlo a vedere che per un attimo la sua frase d’ingresso si perse nel ribollio dei suoi ormoni.

Ho portato generi di conforto! Non penso che servano il dolce in infermeria, giusto? Le figurine che mi mancano le voglio, però!

Jorge spalancò gli occhi nel vedere tutti quei lecca lecca al sangue piovere direttamente sul suo grembo, un luccichio goloso a illuminargli lo sguardo, il sorriso con cui l’aveva accolta che si allargava a dismisura.

Menina sei un angelo sceso in terra – disse quindi con un tono di voce basso, mentre si spostava un po’ a sinistra in modo da lasciarle lo spazio per sedersi comodamente sul suo letto, una mano che tentava, se lei glielo avesse permesso, di accarezzare quella di Elbeth prima che iniziasse a trafficare con la sua cioccorana – ma non posso accettarli… io… non me li merito.

E con un grosso sacrificio da parte sua, considerato quanto fosse goloso, il delfino prese la manciata di lecca lecca e con qualche sforzo di movimento, li posò sul proprio comodino. Anche volendo non sarebbe mai riuscito a mangiarne neanche uno, lo stomaco chiuso per l’ansia per Caroline Priscilla perché nonostante la vedesse sorridente, in salute e intenta a mangiare cioccorane l’odore di carne bruciata continuava a permanere nelle sue narici, nauseandolo.

Vuoi vedere che finisco per diventare vegetariano come figlia dei fiori?

Pensò, allungando subito dopo il collo per sbirciare da sopra la spalla di Elbeth la figurina che le era capitata.

Silente! Uff! Ce l’ho!

Allora se non ti spiace la prendo io – commentò quindi, allungando la mano nella sua direzione e sfiorandole così i capelli, morbidi e profumati, di un profumo dolce che per un attimo nascose qualsiasi altro odore reale o immaginario –Così avrò qualche merce di scambio quandose commentò tra sé – tornerò al dormitorio dei Delfini.

Insomma a quale delle tre versioni che girano a scuola devo credere? I professori non si scuciono su nulla!

Anche imbronciata è bellissima.

Si ritrovò a pensare Jorge, con o senza figurina tra le mani, per poi adombrarsi visto l’argomento che era venuto gioco forza a galla. Non potevano continuare a parlare di figurine e dolciumi come se nulla fosse? Quella domanda però fece tornare a galla l’affermazione precedente della ragazzina e un terribile sospetto [Intuito (P)=10] iniziò a farsi strada in lui.

Perché cosa si dice in giro?

Chiese con voce distante, mentre la testa scattava istintivamente in direzione del paravento magico che isolava la parte finale dell’Infermeria dal resto del salone. Professori che andavano avanti e indietro, medimaghi mai visti, espressione severe, nessun pettegolezzo. Riportò quindi lo sguardo sulla Grifondoro, la mente persa dietro a mille congetture una peggiore delle altre.

Menina scusa ma cosa intendevi dire con lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 01/06/2013, 13:23

Forse però dovremo chiedere a Seal se ti fa provare a usare la bacchetta…

La premura con la quale Jorge si preoccupava per le sue condizioni di salute fece sorridere teneramente la tassetta, che apprezzava quel genere di attenzioni sebbene le considerasse superflue. Era sempre stata dell'idea che solo alla morte non c'era rimedio, per questo, nonostante la spalla le facesse ancora un po' male e non aveva la minima idea se sarebbe riuscita già a camminare, non era per nulla preoccupata. Neanche si era posta il problema se avrebbe potuto usare come una volta la sua bacchetta! Aveva fiducia nelle cure miracolose della Vilvarin e, sebbene la trovasse antipatica e scorbutica quasi quanto la Bennet, non avrebbe mai avuto nulla da ridire sulle sue capacità di infermiera.

La mia bacchetta! Giusto...be', farò una prova!

Rispose quindi a cuor leggero, parlando poi della sua gamba e voltandosi da una parte e dall'altra, trovando il suo catalizzatore magico posato sul comodino alla sua destra, insieme al medaglione avuto in dono durante la loro avventura nel Labirinto. Era un miracolo, si ritrovò a pensare, che la Vicepreside non l'avesse sequestrato: lei non ne capiva molto di magia, ma immaginava che quel manufatto, sicuramente incantato, avrebbe stuzzicato la curiosità della docente di Incantesimi...in altre circostanze, probabilmente. Per un attimo l'espressione sul volto della Tassorosso si corrucciò, pensando alla strana reazione che il medaglione aveva avuto mentre era all'interno della Foresta. Per questo, lo prese in mano, accarezzandone con le dita la superficie increspata, mentre ascoltava distratta le seguenti parole del Delfino.

Sono passati cinque giorni quindi l’effetto intorpidente del congelamento dovrebbe essere finito da un po’. L’importante è che tu riesca a muoverla senza sentire dolore e che lei regga il tuo peso.

Come? Si...hai ragione. Be', dopo vedrò di fare una prova! Non credo che la Vilvarin vorrebbe vedermi passeggiare in giro per l'infermeria, non con altri ospiti in degenza...

Rispose, posando nuovamente il medaglione sul comodino e indicando con il pollice la tenda eretta in fondo alla stanza. Più e più volte, durante i momenti di lucidità, si era chiesta incuriosita chi o cosa nascondesse quella barriera, magica e non, e se ci fosse qualche legame con quello e lo strano comportamento tenuto dai vari professori che avevano frequentato l'Infermeria. E poi, chi era l'uomo che aveva intravisto durante la prima sera passata lì? Solo il pensiero che sbirciare dietro la tenda l'avrebbe messa in guai ancora più grossi di quanto già non fosse aveva fatto desistere la tassetta dall'andare a controllare nei momenti in cui la Vilvarin e Seal erano occupati a fare altro. E il presentimento anche che la gamba avrebbe ceduto non appena avesse messo piede a terra. Tutte elucubrazioni quelle che si andarono a sommare alla paura costante dell'incontro che presto si sarebbe tenuto con Monique Vireau e la Preside. Per quanto Cappie non brillasse per le sue capacità divinatorie come una certa docente, non ci voleva poi molto per capire che una volta ristabiliti, i due ragazzini sarebbero stati sottoposti al giudizio delle più alte autorità lì ad Hogwarts e che avrebbero ricevuto una punizione esemplare per essersi cacciati nei guai. La giovane strega sperava solo che la punizione non prevedesse l'espulsione completa e totale da scuola. Cercare di sdrammatizzare su quella situazione era il modo di affrontare i problemi della tassetta, che tentò, non proprio con successo, di coinvolgere l'amico in quella sorta di "gioco". Tuttavia, la risposta striminzita e l'espressione malinconica di Jorge le fece capire [Intuito (P):8] che forse era il caso di lasciar perdere quell'argomento e passare a parlare di altro. Già ma di cosa? Il senso di colpa per aver colpito l'amico alle spalle prima e preso a pugni poi, l'aveva spinta a chiedergli scusa su quanto era successo all'interno della Foresta.
La risposta del Delfino, però, fu una vera sorpresa per lei.
Aveva sfogato su di lei tutta la rabbia e la frustrazione che provava dentro per essersi comportato, a suo giudizio, male nei suoi confronti. Si, la Tassorosso sapeva che si era comportato male. E all'inizio, era stata ferita dal suo atteggiamento freddo e e vendicativo nei suoi confronti. Ma non era tipo, non con lui almeno, da tenere il broncio per sempre. Quell'esperienza li aveva uniti più che mai e ci tenne a farglielo sapere, cercando anche di tranquillizzarlo sulle sue paure. Per lei era tutto finito.

Certo che accetto le tue scuse e non ti preoccupare non ti accadrà nulla di male

Lo so! E neanche a...

Non è che quel patto di sangue che abbia stretto abbia anche valore di adozione nel Mondo Magico, no perché credo che possa servirmi una nuova famiglia dopo tutto questo.

Posso provare a chiedere ai miei! Magari dopo una figlia femmina combinaguai, vorranno un figlio maschio combinaguai!
E poi ricordati che dovrai venire da me quest'estate. Quindi sarai regolarmente adottato!


Disse ridendo, sebbene dentro di sè un pensiero fulmineo le attraversò la mente, accrescendo la sua preoccupazione: e se i suoi genitori fossero venuti a sapere della loro bravata? Non dei cuccioli di mezzodrago, sapeva perfettamente la tassetta che non avrebbero avuto scampo al riguardo. La Preside avrebbe informato le loro famiglie su quanto era successo. Ma se avesse raccontato ai suoi che era stato proprio Jorge ad attirarla nella Foresta per vendicarsi di lei? Cappie capiva perfettamente che una cosa del genere non solo avrebbe messo in cattiva luce il suo migliore amico di fronte ai suoi genitori, ma avrebbe anche precluso loro di passare insieme le vacanze estive a casa di lei.

Non voglio che pensino male di lui

Si ritrovò a pensare, guardandolo: avrebbe trovato un modo per impedire che la sua famiglia venisse a conoscenza di quel particolare. Mentre era immersa in quel tipo di pensieri, neanche a farlo apposta, l'argomento ritornò per la seconda volta su quello che sarebbe successo loro una volta dimessi dall'Infermieria. La ragazzina, per nascondere il proprio turbamento, iniziò ad elencare tutta una serie di morti piacevolmente disgustose e improbabili, almeno per lei, sdrammatizzando ancora una volta quella situazione. Tuttavia, non dovette impegnarsi molto nel farlo visto l'arrivo improvviso, e provvidenziale, di Elbeth in Infermieria.

E soprattutto cosa diavolo avete fatto per finire qui e perdervi lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?

La Tassorosso sorrise radiosa nel vedere finalmente un volto amico, oltre a quello del fratellino, fare capolineo dalla porta della stanza e dirgersi verso di loro. Cappie allargò, per quanto le fosse possibile, le braccia, in attesa che la piccola Grifondoro si avvicinasse a lei per farsi abbracciare in segno di saluto.

Elbeth! Che bello vederti...avanti non stare lì in piedi!

Disse, in procinto di farle spazio sul proprio lettino, quando vide con la coda dell'occhio il Defino fare la stessa identica cosa.

Ho portato generi di conforto! Non penso che servano il dolce in infermeria, giusto? Le figurine che mi mancano le voglio, però!

Menina sei un angelo sceso in terra ma non posso accettarli… io… non me li merito.

Jorge piantala! Digiunare non cancellerà quello che è successo...
Menin...cioè, Elbeth grazie per il pensiero. Sei la mia salvezza! Stavo morendo qua dentro: cinque giorni senza cioccolata! Ti rendi conto? Ho un calo di zuccheri da far paura...


Disse allegra, scartando la sua prima cioccorana e osservando la figurina al suo interno.

Silente! Uff! Ce l’ho!

Allora se non ti spiace la prendo io. Così avrò qualche merce di scambio quando tornerò al dormitorio dei Delfini.

Io ho trovato Rain...Sage...ehi, ma non è la tizia di cui ci ha parlato la Bennet a lezione?

La tassetta, troppo occupata a scartare una Cioccorana dopo l'altra, non si era resa conto dello strano atteggiamento che il fratellino aveva assunto nei confronti di Elbeth. Certo, la grifina era una ragazza tutta pepe, aveva tanta grinta da vendere e un carattere che risultava simpatico agli occhi di Cappie. Il tipo perfetto per Jorge!-Si era ritrovata a pensare dentro di sè molto spesso, ridacchiando all'idea che quei due potessero mettersi insieme. Ma non avrebbe mai immaginato, non ancora almeno, che quel pensiero, al Delfino invece, non dispiaceva quasi per niente.

Insomma a quale delle tre versioni che girano a scuola devo credere? I professori non si scuciono su nulla!

Perché cosa si dice in giro?
Menina scusa ma cosa intendevi dire con lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?


Le orecchie della Tassorosso presero a pulsare stanamente nel sentire le parole scontro e Hogwarts. Che fosse già trapelata in giro la notizia del loro scontro con i due mezzodraghi? E perchè definirlo epico? Alla giovane strega non era apparso per nulla epico, anzi era stato umiliante disastroso e terrificante. Qualcosa non quadrava in quello che aveva affermato la Grifondoro e la ragazza si trovò ad esortarla a raccontare, per avere maggiori delucidazioni al riguardo.

Si, infatti! Racconta un po'...

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Messaggioda Brianna » 02/06/2013, 13:51

[sabato mattina - infermeria - 10.40]


Erano passati 5 giorni da quando c'era stato lo scontro tra i professori e i draghi, e Brianna era venuta a sapere che la mancanza di Cappie e Jorge in Sala grande, dove si erano riuniti ed avevano assistito allo scontro non era dovuto tanto al fatto che lei non si era accorta di dove fossero - aveva dato per scontato che, a causa del troppo affollamento prima e delle sue preoccupazioni poi, non li avesse visti ma che fossero da qualche parte - quanto piuttosto al fatto che erano gia in infermeria, anche se le voci che aveva sentito erano quantomai discordanti... perchè erano finiti in infermeria? cosa era successo loro?

Appena aveva saputo la cosa si era fiondata in infermeria, Glaedr al sicuro sulla spalla, ma era stata cacciata in malo modo, le era stato detto che non poteva entrare ma che i suoi amici stavano bene... questo aveva confermato, quantomeno, che i suoi amici erano ricoverati in infermria, ma fremeva dalla voglia di sapere cosa era successo loro e i cinque giorni erano trascorsi paradossalmente lenti e veloci allo stesso tempo.

E finalmente erano passati, attese ch arrivasse l'orario delle visite, in infermeria erano molto fiscali su questo, quindi vi si diresse, Glaedr ovviamente con lei... non l'avrebbe lasciato solo mai più, la paura che aveva provato per lui era stata davvero tantissima; ed anche se il professor McDullan l' aveva rassicurata e, alla fine di tutto aveva avuto ragione, a Glaedr non era successo nulla, lei era troppo terrorizzata di perderlo per poter lasciarlo ancora, anche solo per un istante, da solo... non aveva certo dimenticato le due sfere che si erano dirette verso il castello, fortunatamente intercettate dai professori, e il professore di cura che la faceva chinare a terra ad una velocità straordinaria per proteggerla da ciò che sarebbe potuto succedere... lei voleva un bene dell'anima al suo piccolo petauro e mai e poi mai avrebbe accettato che qualcuno gli facesse del male... lo avrebbe difeso, a tutti i costi, ed era per quello che ora non voleva perderlo di vista nemmeno per un istante, era per quello che il piccolo animaletto era sempre con lei. Sempre.

Si trovò davanti alla porta dell'infermeria, la spinse per entrare... i solito odore che lei definiva «di ospedale» invase le sue narici... era odore di buono, di casa... anche suo padre era un medico - babbano certo, ma pur sempre un medico - e spesso l'odore di alcool, di medicamenti e quant'altro accompagnava spesso anche lui.

Li vide subito, i due amici, assieme alla piccola grifetta che parlava con loro, ma vide anche un'altra cosa, una parte dell'infermeria, verso il fondo, nascosta alla sua vista, una sorta di stanza all'interno della stanza... era forse per il professor Sykes? aveva visto, grazie ai due maxischermi in Sala Grande, cosa era successo durante lo scontro e da quel poco che aveva capito - troppo preoccupata per le sorti di Glaedr per prestare troppa attenzione ad altro - il professore di babbanologia era quello che aveva subito di più dall'attacco, ma non poteva essere certa di questo.

Tutto sommato, chi ci fosse dentro quella specie di stanza nella stanza, non era affar suo, ora voleva assolutamente vedere come stavano Cappie e Jorge... osservò le due scatole metalliche piene di dolci magici e babbani che aveva portato per loro, sperando che apprezzassero il suo gesto... sapeva quanto Cappie adorava i dolci, e anche Jorge non ci andava certo giù leggero...

Si avvicinò lentamente verso i letti occupati dai due amici, sfoderando un sorriso che avrebbe dovuto mettere tutti e quattro a loro agio, mentre notava che Cappie aveva già iniziato a mangiare i dolci che quasi sicuramente aveva portato la giovane grifetta, che conosceva solo di vista, sentendo le ultime battute della loro conversazione

Silente! Uff! Ce l’ho!

Allora se non ti spiace la prendo io. Così avrò qualche merce di scambio quando tornerò al dormitorio dei Delfini.


Io ho trovato Rain...Sage...ehi, ma non è la tizia di cui ci ha parlato la Bennet a lezione?


Ciao ragazzi - salutò con calore Brianna - ho portato qualcosina, ma vedo che sono stata battuta sul tempo! Ma voi fate la collezione delle figurine di cioccorane? Rain Sage? mi fai vedere?

Disse quindi rivolta al trio, e porgendo successivamente le due scatole piene di dolci, una per Cappie e una per Jorge... se le avessero aperte ci avrebbero trovato dentro cioccorane, api frizzole, piume di zucchero, lecca lecca al sangue e tanti altri dolcetti utili per tirarsi su il morale quando si sta male, dolcetti non solo magici ma anche alcuni tipicamente babbani.

Beh, almeno vi farete una bella scorpacciata di dolci

Un lieve sorriso rivolto ad Elbeth, si sentiva leggermente stupida ad aver portato quei dolci come aveva fatto la grifetta... e se ne avessero mangiati troppi e fossero stati male a causa sua? La fronte si aggrottò pr un lieve istante, che passò subito... non doveva pensare a qualcosa di negativo.

Come state ragazzi?

Insomma a quale delle tre versioni che girano a scuola devo credere? I professori non si scuciono su nulla!

Si, esatto - confermò Brianna alle parole di Elbeth - cosa vi è successo?

Perché cosa si dice in giro?
Menina scusa ma cosa intendevi dire con lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?

Si, infatti! Racconta un po'...

Brianna avrebbe voluto dire qualcosa sullo "scontro più epico di Hogwarts" come l'aveva definito la bambina, ma temeva di non essere imparziale, in fondo per lei, lo contro tra professori era passato un po' in secondo piano, preoccupata com'era per il suo cucciolo, quindi lasciò tutto l'onore del racconto ad Elbeth, preparandosi ad ascoltare quello che la giovane grifa avrebbe detto e, se del caso, aggiungendo qualche sua considerazione.

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Messaggioda Elisabeth » 02/06/2013, 22:37

[INFERMERIA: SABATO MATTINA ORE 11.00]


Cinque lunghi giorni erano trascorsi dall’epico scontro tra quattro eroici professori e i draghi che infestavano la Foresta Proibita.
Studenti, Professori e persino la Preside Bergman erano stati radunati in Sala Grande ad assistere allo scontro.
Elisabeth non riusciva a distogliere lo sguardo dai due grandi schermi creati dalla Preside e quello che aveva capito essere una sorta di cinema babbano creazione da parte della Prof.ssa Samyliak non le piaceva per niente.
Non si era legata a nessuno dei professori in modo particolare, li rispettava come era giusto che fosse e nient’altro, eppure più volte era stata in pensiero per le Professoresse Vilvarin e Vireau e per i Professori Sykes e Vastnor.
Vedere la Professoressa Vilvarin lottare per proteggere le sue serre ed il Professor Vastnor con lei, le aveva insegnato cosa significasse il lavoro di squadra.
La Professoressa Vireau ed il Professor Sykes entrare nella Foresta Proibita per stanare quelle creature simili ai draghi, le aveva fatto conoscere il coraggio o forse quello che aveva visto era follia bella e buona.
Elisabeth non lo sapeva con certezza. Vedere i due professori seppur feriti continuare la loro lotta e soprattutto vedere cadere ferito una prima volta il Prof. Sykes e vederlo un attimo dopo di nuovo in piedi pronto a proseguire la lotta, aveva colpito molto la ragazzina.
Vedere i piccoli draghi venire uccisi e liquefarsi era ancora più strano.
Come fu strano vedere la più terribile delle “Maledizioni senza Perdono” prendere vita da un punto in precisato accanto alla Vice Preside e vedere quello che doveva essere il più potente tra quei draghi liquefarsi a sua volta e sancire la vittoria dei Professori le fece molto piacere.
Hogwarts era salva ed il male era stato scongiurato o almeno così credeva la Serpeverde. Nonostante qualcosa in lei fosse cambiato e la spingeva nuovamente a non fidarsi di chi le stava intorno.
Eppure Elisabeth si ritrovava sempre più spesso a pensare a chi avesse lanciato quella Maledizione? Alle condizioni di salute del Prof. Sykes? Perché un drago doveva decidere di colonizzare proprio la Foresta della scuola con tutto il verde che c’era in Inghilterra? E perché tra tutti i docenti quello che doveva conoscere meglio di chiunque altro i draghi era in fin di vita o quasi nell’Infermeria della scuola, aveva preso sotto gamba la lotta, possibile che quei draghi fossero tanto forti da mettere fuori combattimento un dragoniere esperto?
Quelle erano solo una minima parte della domande che frullavano nella testolina della Serpeverde.
Mentre saliva le scale diretta nell’Infermeria della scuola, Elisabeth tornò con la mente al giorno dello scontro ed al momento in cui aveva visto la luce verde nascere da un punto imprecisato accanto alla Professoressa Vireau.
Presto o tardi avrebbe scoperto chi era stato. Come Merlino aveva fatto il Prof. Vastnor a trovarsi accanto alla Vice Preside, nel punto esatto in cui era apparso l’ “Anatema che uccide”. Che fosse opera del Professore di Difesa a lanciare la più terribile delle Maledizioni senza perdono? [Intuito (Perspicacia) 8 + 14/d20 = 22] Ma, no, era solo la mente della piccola Elisabeth che galoppava verso chissà quale stramba congettura. E se così non fosse e se la Serpe ci avesse preso? Meglio non indagare, almeno per il momento. Eppure ripensandoci, il Professor Vastnor sembrava l’unico che potesse aver lanciare la più terribile delle Maledizioni. Chissà poi perché la Serpeverde si era fissata con quella congettura.
Elisabeth tralasciò quei macabri pensieri di morte, morte dei draghi ovviamente, per tornare a quello che stava per fare. Era appena arrivata davanti alla porta dell’infermeria e presto avrebbe visto con i suoi occhi le condizioni di Caroline Priscilla O’Neill e di quel guastafeste di Jorge Alvares, non che le condizioni di quest’ultimo le importassero un granché, ma, era meglio constatare con i propri occhi come stavano i due ragazzi per lo meno non avrebbe dovuto ascoltare altre sciocchezze a riguardo. Una delle cose più stupide che aveva sentito dire era che i due ragazzi erano finiti in Infermeria a causa di un’indigestione.

Tsk, un indigestione con lo stomaco di ferro che si ritrova Cappie.
E allora cosa sarà successo?


Si ritrovò a chiedersi Elisabeth, mentre metteva una manina sulla maniglia della porta dell’infermeria.

Immagine


Aprì la porta ed entrò nel locale, fece un paio di passi e chiuse la porta alle sue spalle cercando di fare il meno rumore possibile, non voleva disturbare il riposo del Professor Sykes più del necessario.
Un forte odore di pulito e di alcool le invase le narici. Quello che sentiva era il profumo della sua infanzia, il profumo di casa, le lunghe giornate spensierata trascorse nell’ambulatorio della mamma, a vederla curare tanti animali e creature magiche bisognose di aiuto.
La Serpe fece un respiro profondo e sorrise ripensando a quei giorni vissuti a Parigi.
Fece qualche passo all’interno del locale e sentì in lontananza, le voci di Cappie, Alvares, Brianna ed Elbeth.
La Serpeverde arrivò di soppiatto accanto al gruppo e rimase in silenzio ad ascoltare cosa dicevano.

… Cosa vi è successo?

Chiese Brianna, mentre il Portoghese invece di rispondere alla domanda che gli era stata fatta ne faceva un’altra.

Perché cosa si dice in giro?
Menina scusa ma cosa intendevi dire con lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?


Si, infatti! Racconta un po’ …

Elisabeth era rimasta per tutto il tempo immobile ad osservare Cappie, con qualcosa che non andava ad una spalla, visto che muoveva pochissimo un braccio e forse aveva persino qualche altra ferita, mentre il Portoghese le sembrava tutto intero, almeno a prima vista.

Buongiorno ragazzi come state?

Chiese Elisabeth sorridendo guardando Cappie.

Vedo che vi hanno già portato dei dolci. Beh uno in più uno in meno non dovrebbe fare molta differenza.

Disse Elisabeth adagiando la scatola che aveva portato accanto al letto di Cappie.

Specialità franscesi … compreso quel dolce al cioccolato di cui ti ho parlato tempo fa.

Aggiunse la Serpina facendo l’occhiolino alla Tassetta.

Allora ragazzi di cosa parlavate prima del mio arrivo? Spero che fosse qualcosa di divertente.

Elisabeth si stava sforzando moltissimo di apparire allegra e forse ci stava anche riuscendo [Talento (Arte)=14].
Sorrise ed aspettò di sentire quanto avevano da dire i suoi amici.
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Messaggioda Elbeth » 03/06/2013, 23:01

Ancora leggermente imbronciata per essersi dovuta trattenere dall'andare a trovare i suoi amici per BEN cinque giorni, Elbeth aggrottò lievemente le sopracciglia all'affermazione di Jorge.

Menina sei un angelo sceso in terra ma non posso accettarli… io… non me li merito.

E quando vide che il ragazzino li posava sul comodino, quasi sgranò gli occhi per la sorpresa.
Come mai Alvares era così dimesso? Cosa era successo per renderlo così... pacato?
Mentre lui le faceva spazio sul suo letto, Elbeth vi si sedette meccanicamente, presa da quelle domande e lasciando che la mano del portoghese sfiorasse per un attimo la sua, quasi senza accorgersene.

Non la stai facendo un pò troppo tragica, Alvares? In fondo, mi pare che stiate bene...

E lanciò un'occhiata eloquente alla Tassetta che nel tempo in cui lei aveva scartato una sola cioccorana, ne aveva già scartate due e immaginava che non si sarebbe fermata lì!
Quindi, a maggior ragione, l'atteggiamento di Jorge era stridente contrapposto a quello della sua compagna di degenza. Quasi a conferma dei suoi pensieri, anche Cappie le diede man forte.

Jorge piantala! Digiunare non cancellerà quello che è successo...
Menin...cioè, Elbeth grazie per il pensiero. Sei la mia salvezza! Stavo morendo qua dentro: cinque giorni senza cioccolata! Ti rendi conto? Ho un calo di zuccheri da far paura..
.

E mentre sconsolata guardava uno dei soliti doppioni, una mano veloce giunse a prendere la figurina di Silente.

Allora se non ti spiace la prendo io. Così avrò qualche merce di scambio quando tornerò al dormitorio dei Delfini.

Io ho trovato Rain...Sage...ehi, ma non è la tizia di cui ci ha parlato la Bennet a lezione?

Sì... - disse masticando la sua cioccorana - ...è proprio quella. Ce l'ho...

Brianna Wollis fu la prima ad entrare.
Ovviamente anche altri studenti sarebbero arrivati a salutare Cappie e Jorge: d'altronde i due fratellini erano molto conosciuti ad Hogwarts...
Elbeth invece non conosceva molta gente e la piccola delfina, ad esempio, non la conosceva affatto, se non di vista, ma in effetti lei al di là dei presenti e Steve, non è che avesse stretto chissà quali amicizie. Quindi, fissò con curiosità la nuova venuta.

Ciao ragazzi - salutò con calore Brianna - ho portato qualcosina, ma vedo che sono stata battuta sul tempo! Ma voi fate la collezione delle figurine di cioccorane? Rain Sage? mi fai vedere?

Elbeth le sorrise e le fece un cenno di saluto con il capo, mentre osservava la piccola avanzare per il corridoio e giungere fino a loro.
Elbeth però troppo curiosa non si trattenne dal chiedere loro cosa fosse successo.

Si, esatto - anche Brianna sottolineò la sua richiesta - cosa vi è successo?

Perché cosa si dice in giro?

Elbeth sospirando si accomodò meglio sul letto, arretrando un pò e, dopo aver visto che Brianna non accennava a parlare, si decise a iniziare lei.

Beh! La versione più accreditata tra le Casate è che abbiate violato il coprifuoco andando nella Foresta Proibita, un'altra sostiene che abbiate fatto razzia nelle cucine e che gli elfi domestici si siano arrabbiati e ne abbiano parlato con i prof - fece un gesto di sufficienza con la mano, quasi a scartare quell'ipotesi come altamente improbabile - e l'ultima, un pò più fantasiosa, che abbiate trovato un nuovo passaggio segreto per Hogsmeade... che invece portava all'ufficio della Vice Preside!
Anche quest'ultima versione mi convince poco, anche se un'esplorazione dei sotterranei del castello potrebbe riservarci qualche sorpresa in tal senso...


Rimuginò quasi tra sè. Era da un pò che le frullava quell'idea in testa, da quando aveva letto su "Storia di Hogwarts" che rilievo avessero avuto i passaggi segreti nella seconda guerra contro Voldemort.

Non so se Brianna ha anche altre versioni. - concluse.

Nel frattempo, si era impegnata a scartare la seconda cioccorana.
Un sorriso le illuminò improvvisamente il volto.
Hermione Granger! Quella sì che le mancava!

Mangia, su!

La porse senza troppe cerimonie a Alvares e lo fissò con sguardo dolce ma deciso.
Forse i lecca lecca non gli erano piaciuti, ma non poteva rifiutare anche una cioccorana!
E qualsiasi cosa avesse fatto il portoghese, non poteva essere poi così grave...

Menina, scusa ma cosa intendevi dire con lo scontro più epico che Hogwarts abbia mai visto dopo la seconda sconfitta di Voldemort?

Anche la Tassetta la incalzò.

Si, infatti! Racconta un po'...

Non mi dite che non avete saputo niente?

La Vilvarin e Seal non avevano detto loro nulla?
La grifetta spalancò gli occhi scuri per la sorpresa, fissando prima Caroline Priscilla e poi Jorge.
Stava per usare la bocca aperta e dargli fiato e parlare, quando fecero il suo ingresso un'altra compagna di scuola.
Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille!

Buongiorno ragazzi come state?

Elbeth richiuse la bocca, quasi con un gesto di stizza ed abbassò lo sguardo.
La Walker le aveva inflitto una dura sconfitta in una lezione di Incantesimi e non aveva mai raccontato a nessuno del loro piccolo "scontro" nei corridoi di fronte l'ufficio della Vireau, ampiamente oltre il coprifuoco! In quello si era presa una parziale rivincita, ma da allora non è che le due si fossero scambiate chissà quali chiacchiere.

Vedo che vi hanno già portato dei dolci. Beh uno in più uno in meno non dovrebbe fare molta differenza.
Specialità franscesi … compreso quel dolce al cioccolato di cui ti ho parlato tempo fa
.

Elbeth non si voltò a salutarla, limitandosi ad un lieve cenno della mano. La piccola serpe non le stava particolarmente simpatica, più per la sconfitta che le aveva inflitto che non per una reale incompatibilità di carattere, ma il tono con cui parlò dei "dolci francesi" le fece istintivamente alzare lo sguardo al cielo...

Allora ragazzi di cosa parlavate prima del mio arrivo? Spero che fosse qualcosa di divertente.

Divertente...
Mmm... non definirei divertente uno scontro con dei Mezzi Draghi ....o quel che erano!


Forse il tono fu un pò più piccato di quello che avrebbe dovuto, ma per lei quello scontro non era stato per nulla divertente. Quei due mostri avevano dato del filo da torcere ai loro professori, anche se alla fine erano stati sconfitti.
Istintivamente portò lo sguardo verso il fondo dell'infermeria, celato alla loro vista.

Spoiler:
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