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Atrio

Messaggioda Paul » 21/02/2013, 20:58

Alla fine Paul aveva acconsentito ad aiutare Jorgea scoprire informazioni su una ragazza di Grifondoro di cui non conosceva il nome, ed infatti il Grifo dovette chiedere altre informazioni o un segno particolare della ragazza all'altro, per poterla identificare meglio fra tutte le ragazze di Grifondoro con i capelli rossi.

Da quello che mi ha detto viene da una famiglia Purosangue e ha viaggiato molto con la sua famiglia per il lavoro del padre... credo... ha vissuto per un po' a Lisbona e conosce alcune parole del portoghese... e siamo arrivati insieme all'ultima lezione di Alchimia.

L'ultimo particolare sbloccò la memoria di Paul che in effetti ricordava vagamente l'ultima lezione del professor Connor, a cui Jorge era rrivato in ritardo, e ricordava anche la ragazza che era insieme a lui a tal punto da poterla riconoscere. Però rispose con un tono altezzoso

Si... non è molto ma cercherò di farmelo bastare!

Cercando di darsi delle arie con il Delfino, anche se sembrava fin troppo non credibile. Infine Paul affermò a Jorge che la sua Capocasa, la prof. Samyliak non aveva più parlato del pugno che gli aveva dato, e che sarebbe dovuto essere lui a scusarsi.

Ovvio che devi scusarti però hai un bel pugno quindi ti perdono...

Disse quindi il portoghese con il suo solito tono ironico mentre gli mollava una pacca sulla spalla che lo fece avanzare di due passi mentre diceva con voce soffocata

Wow la mia massima ambizione...

Ovviamente anche Paul stava cercando di ironizzare, e la loro conversazione era decisamente andata meglio dell'ultima volta. Infine il Grifondoro vide con la coda dell'occhio una ragazza che entrava dal portone principale, era Cappie.

Oh, finalmente è arrivata...

Disse infine Jorge guardandola. Infatti Paul ricordava vagamente di aver estratto dai fiumi di parole di Cappie la parola "Jorge" e "fratellino", dovevano essere molto legati, viso che il loro cognome era diverso ma il Grifo lo avrebbe chiesto un' altra volta poichè Jorge si dirisse verso la Tassorosso mentre lo salutava con un ultima pacca(per fortuna di Paul) e con la medesima frase

Siamo d'accordo Grifo. Appena ottieni quello che mi serve mi mandi un gufo e ci incontriamo da qualche parte.

D'accordo...ci vediamo...

Disse Paul massaggiandosi la spalla che aveva subito ben due colpi, seppur amichevoli, da Jorge, e ringraziò che questa volta non lo avesse picchiato lui, quindi lo guardò allontanarsi per qualche attimo per poi tornare verso il dormitorio.

Ottenere informazioni per Jorge senza farlo scoprire? Nulla di più semplice.

[FINE]
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Messaggioda Caroline Priscilla » 06/08/2013, 11:57

[Sotterranei -> Atrio - Giovedì 10:56]


La giovane Tassorosso correva a perfidiato per i corridoi di Hogwarts, sperando di raggiungere in tempo l'Atrio prima che che gli studenti della Cyprus lasciassero definitivamente la scuola. Troppo presa dai suoi problemi, troppo indaffarata a supportare la propria squadra, sia prima che dopo l'esibizione, non si era minimamente preoccupata che un giorno, prima o poi, gli Americani sarebbero dovuti partire. L'aveva scoperto la sera prima a cena, quando parlando insieme agli altri componenti del Coro uno di loro l'aveva informata sulla data di partenza dei famigerati musicanti. Cappie era rimasta sveglia tutta la notte, girandosi e rigirandosi nel letto, convinta ormai di aver perso la sua unica possibilità di poter parlare con Devo Nightmare. Il ragazzo si era molto raffreddato con lei negli ultimi giorni, soprattutto da quando la tassetta gli aveva dato buca proprio il week end scorso, ad Hogsmeade. Cappie non sentiva solo di aver perso un'occasione, ma anche il senso di colpa per non aver potuto spiegare al ragazzo come stavano le cose e chiedergli scusa. Quella mattina a colazione era stranamente silenziosa, sebbene nessuno ormai ci facesse più caso, considerandola una reazione del tutto naturale a causa della scomparsa di suo padre. C'era però qualcuno che sapeva a cosa era dovuto il suo improvviso mutismo: Jorge non aveva detto nulla alla tassetta quando aveva saputo dell'imminente partenza della Cyprus, ma Cappie sapeva che il suo migliore amico era più che felice di veder partire quel bellimbusto prima che potesse mettere le mani addosso alla sua sorellina. Era quindi con uno stato d'animo cupo e triste che la giovane strega si era diretta verso i Sotterranei insieme a lui, per assistere all'ennesima lezione di Pozioni.

E' inutile Cappie, toglitelo dalla testa. Non avrai più la possibilità di rivederlo...
A meno che non corri da lui seduta stante!
Ma sei idiota? Ti prenderà per una stupida! E anche i suoi compagni non faranno che prenderti in giro!
Ma chi se ne frega?! Tanto quelli là ti avrebbero preso in giro a prescindere! Dammi retta, va da lui e chiarisci tutto quanto! Non ti farà male saltare Pozioni...
Farà male al mio curriculum scolastico...


Con quei pensieri in testa, la tassetta si era fermata di colpo, voltando la testa indietro e fissando concentrata il corridoio di fronte a sè.

Immagine


Jorge devo andare a parlargli...
Coprimi tu con la Bennet! Dille che ho preso il vaiolo di drago
Tornerò presto, lo giuro...


Senza quindi ascoltare le eventuali proteste del Delfino, la ragazza si era messa a correre, fissando di tanto in tanto le lancette dell'orologio per vedere che ore fossero. Se fosse arrivata alle undici, avrebbe sicuramente avuto un po' di tempo per poter parlare tranquillamente con l'americano.

Sempre se vorrà parlarmi...

Cappie cercò di scacciare quel pensiero, salendo le scale a due a due. Se Devo non avesse voluto vederla, le sarebbe dispiaciuto, ma non avrebbe potuto obbligarlo ad ascoltarla. Ora l'importante era solo provarci. Con parte dei libri in mano, la borsa a tracolla che le pendeva sul fianco e la divisa scolastica immacolata, la Tassorosso raggiunse finalmente l'Atrio della scuola, passando attraverso la Sala Grande semi deserta, a parte qualche studente più grande intento a passare le proprie ore buco nell'ozio più totale. La Cyprus al completo stava lì, di fronte al portone, in attesa probabilmente di andarsene via da Hogwarts. Cappie puntò direttamente alla figura di Devo, cercando di ignorare i suoi compagni e soprattutto la loro coordinatrice, Clarissa Walsh.

Devo! Scusami, potresti...potresti venire un attimo con me?
Avrei bisogno di...parlarti...


Cappie non sapeva se fosse il fatto di stare vicino a lui o in mezzo al gruppo di nemici a renderla così nervosa. Fatto sta che la tassetta cercò di raccogliere tutto il coraggio di cui era dotata per non distogliere lo sguardo dall'americano e soprattutto per non guardare gli altri ragazzi presenti. Anche il suo naturale imbarazzo veniva tenuto sotto controllo, respirando lentamente e buttando fuori tutta l'ansia, in modo da evitare che le guance le si tingessero di rosso. Cosa avrebbe pensato il ragazzo nel vederla? L'avrebbe ignorata? Avrebbe avuto da ridire perchè l'aveva chiamato col suo nome proprio? La Tassorosso, come al suo solito, aveva agito d'impulso, senza pensare molto alle conseguenze che il suo modo di porsi e di fare avrebbero potuto avere. Rimase quindi in attesa di scoprire quale sarebbe stata la reazione di Devo, portando le braccia dietro la schiena e incrociando le dita, nella speranza che il ragazzo accettasse la sua richiesta.
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Messaggioda Cyprus » 07/08/2013, 15:56

Spoiler:
Legenda:

Viola = Clarissa
Rosso = Noel
Giallo = Regina
Verde = Brian
Oro = Devo
Celeste = Barbara
Rosa = Ashley
Arancione = Charlie
Marrone = Jake
Blu = Kevin
Lime = Sam


[Giovedì 13 Ottobre - Personaggio mosso: Devo Nightmare (Cyprus) - ore 11.01]


Finalmente andiamo via da questa topaia.

Non parliamone, dovrò farmi una doccia lunga due giorni per togliermi la puzza di muffa.

Io voglio un frappé ghiacciato all'istante, o potrei anche svenire...

Ancora una decina di minuti e potremo partire ragazzi.
Vado a congedarmi dalla Vireau, aspettatemi qui!


Clarissa lanciò un'occhiata al proprio gruppo di musicanti, lasciandoli soli all'ingresso dell'atrio della scuola: la sfida amichevole era terminata, e non c'era ragione perché rimanessero lì un minuto di più, soprattutto visto che tutti davano ormai segni d'insofferenza, desiderosi di tornare alla loro amata Cyprus Academy; la Walsh scomparì dietro il portone dell'atrio e i ragazzi rimasero soli, intenti a parlottare tra loro del più e del meno.
Alcuni, come Regina, Noel o Devo erano più silenziosi del solito - l'ultimo forse nemmeno troppo, visto il suo solito modo di fare - come se semplicemente non vedessero l'ora di tornare in patria, riprendere le loro vite e ritrovarsi allo scontro vero e proprio pronti per schiacciare definitivamente Hogwarts.
In quell'atmosfera rilassata, dei passi veloci seguiti da un respiro mozzato non poterono non attirare l'attenzione dei ragazzi, che si volsero tutti nella direzione dai quali essi provenivano fino a che, da esso, non sbucò la figura della Tassorosso O'Neill, che senza guardare nessun altro dopo una corsa trafelata puntò l'americano Nightmare, avvicinandosi a lui per potergli parlare.

Devo! Scusami, potresti...potresti venire un attimo con me?
Avrei bisogno di...parlarti...


Devo, l'unico del gruppo che, nel sentire il rumore di passi in avvicinamento, non si era voltato, nel sentire la voce di Caroline Priscilla non si mosse subito, come alcuni si sarebbero aspettati da lui: al contrario, sembrò quasi non aver percepito il proprio nome pronunciato dalla Tassorosso, tanto che una del gruppo, Ashley, la ragazza che da anni aveva una cotta segreta per Nightmare, si avvicinò al compagno di scuola con un sorrisetto sulle labbra, squadrando prima la O'Neill e spostando poi lo sguardo su Devo, di spalle rispetto alla studentessa di Hogwarts.

Ehy, Devo... c'è una bambina che ti cerca.

Quasi come se si fosse risvegliato in quel momento, l'americano volse lentamente il viso e ruotò appena il corpo, così da incrociare col proprio sguardo scuro quello della ragazzina, gli occhi neri che sembravano risplendere appena sotto la luce del Sole di quella tarda mattinata.

Immagine


Senti cocca, perché non giri al largo e vai a rompere le scatole a qualc--

Le dita della mano destra di Devo si artigliarono intorno al braccio di Ashley e lo strinsero con forza, cosicché la Russell capisse di dover stare in silenzio: lo sguardo dell'americana saettò spaventato sul volto di Nightmare, che però era serio, grave, anche vagamente inquietante.

Me la vedo io, Ashley - lapidario con quelle cinque parole, volse lo sguardo su Cappie, squadrandola da capo a piedi prima di annuire leggermente - Andiamo.

La invitò, per modo di dire, a precederlo lontano dall'atrio, le mani che scivolarono nelle tasche del cappotto e l'espressione ora neutra, indecifrabile e piuttosto impassibile di chi sembrava avere di fronte un perfetto estraneo, piuttosto che qualcuno con cui aver passato un pomeriggio di confidenze e piccoli contatti intimi.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 13/08/2013, 8:36

[Cambio Location => Giardino Interno]

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Messaggioda Carey » 12/03/2014, 20:55

Il freddo non è poi così male. Pensò.
No, non lo era affatto in effetti. Anzi, lo trovava... bello. Maestoso, più dell’estate.
In quelle invernali giornate di fine Novembre i contorni dell’ambiente circostante al castello erano apparsi ammorbiditi da un manto spesso e candido di neve, che affievoliva parecchio la voglia di studiare, accentuando a dismisura il desiderio di una libera e frivola passeggiata all’aperto.
Le piaceva sentire l’aria frizzante e fresca lambirle il volto, facendole arrossare le guance (così creando una strana sorta di pendant con i capelli fulvi) e solleticandole la punta del naso, così sempre estremamente gelida.
Certo, spesso il freddo rivelava pessime sorprese per le persone distratte come lei, che era, pochi minuti addietro, scivolata per l’ennesima sulla neve. Teoricamente non sarebbe neppure dovuta uscire con quel tempo, anche se, nel peggiore dei casi, si sarebbe beccata un malanno e (oh, che dispiacere!) non avrebbe potuto recarsi a lezione.
La divisa pesante ancora inumidita ed i capelli rossi sciolti e spettinati più del solito, si ritrovava nell’atrio .
Nonostante il suo apprezzamento per il freddo, il primo impatto con il calore dell’ambiente chiuso fu piuttosto piacevole: le pareva quasi di avvertire il calore sciogliere il freddo che fino a quel momento le aveva irrigidito le membra, anche se, lei lo sapeva, il rossore delle guance ci avrebbe messo parecchio a sparire.
Le sue passeggiate all’aperto erano principalmente causate, oltre che dal suo latente non-desiderio di studiare, anche da Puck, il suo piccolo opossum, che per natura gradiva più gli ambienti aperti.
Si concesse una breve pausa pre-studio su una delle panche di legno dell’atrio. Nel momento stesso in cui si sedette, la testina del suo piccolo compare peloso fece capolino da una delle tasche del mantello, per poi trotterellare in grembo alla ragazza, che prese a grattargli distrattamente il pancino con un indice.
Dopo un minuto circa di grattini e pensieri, si rese conto che no, probabilmente non sarebbe andata a studiare. Avrebbe arrangiato qualcosa a mo’ di una relazione di Pozioni a fine serata, dopo cena.
Non c’era fretta.

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Messaggioda Jorge » 13/03/2014, 22:24

[Fine Novembre 2107 – Domenica – ore 17.00]



Bastaaaaaaa!!!!

L’urlo, per fortuna solo mentale, esplose in Jorge quella domenica pomeriggio scuotendolo fin nel profondo e costringendolo a guardare in faccia la realtà. Se voleva arrivare vivo alla fine dell’anno doveva assolutamente prendersi una pausa da tutto e da tutti, probabilmente anche da se stesso ma quello, ahilui non era qualcosa di fattibile.

Oggi non farò assolutamente nulla.

Sentenziò quindi, chiudendo il libro di Pozioni e alzandosi con meno irruenza di quella che sentiva scorrergli nelle vene per evitare di far grattare la sedia sul pavimento in pietra e disturbare così gli altri ragazzi presenti in Biblioteca. Si sentiva leggermente in colpa per aver interrotto a metà la lettura sugli usi dei tentacoli di Murtlap in ambito pozionistico ma gli bastò ricordare che era stato fermo sulla stessa frase per più di cinque minuti per confermare la validità della sua decisione. Era stanco, molto più di quello che avrebbe mai ammesso anche con se stesso, non tanto una stanchezza fisica quanto mentale. Fin dalla seconda settimana di Settembre aveva stilato un serrato programma di allenamento/studio che non gli aveva lasciato praticamente neanche un attimo libero per respirare. C’erano le prove ufficiali con il Coro in vista della sfida con la Cyprus, come quella che era terminata meno di una mezz’ora prima, quelle ufficiose che si era impegnato a svolgere per aiutare la sua sorellina a migliorarsi e dimostrare così alla Vireau che si meritava di partecipare attivamente alla gara, le sessioni di ripasso di tutto il programma degli ultimi cinque anni perché di certo ai G.U.F.O. non gli avrebbero chiesto di esibirsi con il fado, le lezioni da seguire e i compiti da svolgere. Aveva dato prova di grandi capacità organizzative riuscendo a incastrare ogni attività in modo da massimizzare il tempo a sua disposizione ma purtroppo non era una macchina babbana e a meno di due settimane dalla prima sfida stava correndo il rischio di collassare. Uscì quindi dalla Biblioteca, il mantello gettato sulle spalle a nascondere parzialmente la felpa bordò che indossava e le mani sprofondate nelle tasche dei jeans, e si diresse verso il portone d’ingresso, deciso a fare qualcosa di stupido che non implicasse l’usare il cervello, fosse anche rotolarsi nella neve. L’unica nota stonata in quel suo piano brillante era il fatto che era da solo – aveva perso di vista gli altri subito dopo la fine delle prove – cosa assai rara al Castello e quindi avrebbe finito per annoiarsi. Stava attraversando l’atrio quando la sua attenzione fu attirata da una testolina pelosa che spuntava dalla tasca di un mantello palesemente inzaccherato di un misto di fango e neve segno che [Intuito (P)=15] il suo possessore lo aveva anticipato in giardino. A una seconda occhiata più attenta Jorge si resa conto che quella era una lei, che apparteneva alla sua Casata – no, non era un veggente né conosceva di persona tutti gli studenti smistati tra i Delfinazzurri semplicemente aveva notato il delfino appuntato sul suo mantello – e a giudicare da come stava coccolando il suo animaletto non aveva molto da fare. O almeno lui, personalmente, dedicava a Patis tutte quelle attenzioni solo quando era stufo di stare sui libri.

Ehi. – la salutò quindi, dopo essersi avvicinato alla panca dov’era seduta – Cos’è quello?

Si informò indicando con un cenno del capo l’animale sulle sue gambe e guardandola dall’alto in basso per il semplice motivo che non si era preso la libertà di sedersi, dimostrando a se stesso di aver raggiunto un certo grado di maturità. Non l’approccio più gentile ed educato possibile ma era la prima cosa che gli era venuta in mente per attaccare bottone e trovare qualcuno con cui passare un pomeriggio senza fare assolutamente nulla se non divertirsi.

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Messaggioda Carey » 16/03/2014, 11:09

Certo, le era andata davvero bene.
In quel momento si sarebbe potuta trovare in una scuola babbana, a studiare materie babbane con noiosi professori babbani. Invece no: si trovava ad Hogwarts, la magica, misteriosa Hogwarts, con il suo vecchio castello, i suoi incantevoli giardini, l'oscura ed incommensurabilmente intrigante foresta ma i suoi inevitabilmente noiosi compiti.
Credeva che quella, dopotutto, fosse la costante della vita, babbana o magica: compiti noiosi e talvolta ingrati.
Intanto Puck, ancora accoccolato a pancia in su sulle sue gambe, emetteva qualche sporadico mugolio di apprezzamento per le coccole ricevute. La storia di come aveva ottenuto quell'animaletto era bizzarra: quell'anno, il suo terzo ad Hogwarts, prima di cominciare la scuola aveva deciso di procurarsi un animale: avrebbe desiderato tanto una civetta, e si era premurata di risparmiare galeoni durante tutta l'estate per comprarla . Quando a fine Agosto, finalmente in possesso della cifra necessaria, si recò al Serraglio Stregato, la sua goffaggine e la sua sfortuna non poterono fare a meno di colpire ancora: mentre estasiata si aggirava tra gabbie e gabbiette ospitanti i più disparati animali, inciampò (e ti pareva!) e, nel tentativo di reggersi, cercò di aggrapparsi ad una gabbia, aprendola.
Scatenò il delirio.
La fortuna volle che la gabbia che aprì era proprio quella di un gufo particolarmente irrequieto, il quale schizzò immediatamente fuori a scatenare il panico tra i clienti e gli altri animali. In particolare, il fato volle che si accanisse contro la cuccetta chiusa di un piccolo opossum della Virginia dir poco terrorizzato.
Quando il commesso riuscì a recuperare il rapace notturno, il piccolo mammifero era ancora terrorizzato.Fu allora che Carey lo notò: piccolo e peloso, appariva davvero adorabile. Fu amore a prima vista.

Ehi.
Una voce maschile la riscosse dai pensieri in cui era immersa. Alzò gli occhi,ritrovandosi difronte un ragazzo: sembrava un po' più grande, ma potrtava una divisa Delfinoazzurro, come la sua.
Cos’è quello?

Osservò per qualche secondo il ragazzo, cercando invano nella sua memoria quel volto, ma niente: sembrava proprio non conoscerlo.

Questo- indicò con un breve cenno della testa verso l'animaletto - è Puck, il mio opossum....

Cercò nuovamente di ritrovare tratti familiari nel volto del ragazzo. Niente. Probabilmente l'aveva incrociato qualche volta in Sala Comune, ma non aveva particolari ricordi in merito a lui.

Invece, -la voce della rossa si fece giusto un po' perplessa - Tu chi saresti?

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Messaggioda Jorge » 17/03/2014, 0:18

Era schizzato via dalla Biblioteca come se gli avessero lanciato contro un Incendio con il preciso intento di passare il resto della domenica pomeriggio a bighellonare come un qualsiasi ragazzo di quindici anni in un giorno festivo. Se fosse stato a Lisbona sarebbe andato nel garage di Xavier a giocare a biliardino oppure al Barrio Antico a bere birra e rimorchiare qualche ragazza. Lì a Hogwarts, invece, le alternative a sua disposizione erano ridotte all’osso, soprattutto perché doveva evitare qualsiasi tipo di attività che avrebbe potuto anche solo lontanamente metterlo nei guai, così aveva optato per una solitaria passeggiata nella neve. Questo almeno era il suo piano originale prima che l’apparizione nel suo campo visivo di un musetto peloso gli desse l’opportunità di attaccare bottone con qualcuno – o meglio qualcuna.

Questo è Puck, il mio opossum....

Si avvicinò di qualche passo per poi inclinare il busto leggermente in avanti in modo da osservare più da vicino l’opossum, le mani incrociate dietro la schiena per resistere alla tentazione di accarezzarlo.

E’ la prima volta che ne vedo uno e sembra davvero morbido… - probabilmente qualcun altro avrebbe detto bello, dolce o qualcosa del genere ma quello che a lui piaceva degli animali era il pelo, morbido appunto in cui affondare le dita, motivo per cui, per esempio non comprendeva come si potesse scegliere un serpente come familio – Come mai gli hai dato questo nome?

Curioso e disinteressato alle elementari forme di educazione. Questo era essenzialmente Jorge con le persone che non conosceva e in molti si chiedevano come diavolo avesse fatto a farseli, degli amici, visto il metodo di approccio che utilizzava con il prossimo.

Invece… Tu chi saresti?

La persona che darà un senso a questa noiosa domenica pomeriggio trascinandoti in giardino a giocare a palle di neve.

Rispose istintivo, facendo l’occhiolino e rivolgendole un ghigno furbetto che a qualcuno metteva un pochino d’ansia.

Ok scusa… - affermò subito dopo,passandosi la mano tra i capelli e poggiandosi di sbieco sul banco di fronte alla panca su cui Carey era seduta – solo sono stanco di stare rinchiuso tra queste quattro mura e ho il bisogno di fare qualcosa di stupido e divertente… Rincominciamo daccapo, ti va?

E se la ragazza gli avesse fatto un qualsiasi cenno di essere d’accordo con lui, Jorge le avrebbe detto.

Buona sera piccola Delfina che stai combinando? Io sono Jorge, piacere…

E in linea con il proprio carattere e le proprie usanze le sorrise ma senza tenderle la mano.
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