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Le Origini della Magia

Messaggioda Jeremiah » 02/05/2014, 14:02

Il castello di Hogwarts si era rivelato davvero interessante, seppur fosse differente alla scuola in cui avevo studiato: la Cyprus era all'avanguardia, mentre Hogwarts era un castello Medioevale e tutto all'interno ricordava molto quel contesto storico.
Nonostante la scuola fosse molto antica, dietro quei vecchi muri si nascondeva molto mistero e non ero sicuro che sarei mai riuscito ad esplorarlo tutto. Forse nemmeno gli studenti che risiedevano lì sarebbero riusciti a spolverarlo da cima a fondo, figurarsi se ci sarei riuscito io, che trascorrevo lì molto meno tempo.
Ancora facevo fatica a trovare il posto giusto, eppure in poco tempo ero riuscito a collocare la posizione della Biblioteca, della Sala Grande (dove si tenevano i pasti), dell’aula di Storia della Magia e dell’Infermeria: quest’ultima l’avevo memorizzata con più facilità, dal momento in cui consideravo di vitale importanza giungerci il prima possibile nel caso uno studente fosse incorso in qualche malore o svenimento. La professione da Medimago mi faceva sentire in dovere di tenerlo ben presente, qualora fosse successo qualcosa del genere.
Già, quel posto era un vero e proprio labirinto, però me la stavo cavando piuttosto bene. Dopotutto ero certo che dopo qualche settimana sarei riuscito a memorizzare molto di più della collocazione dei luoghi: ciò che mi aveva sorpreso maggiormente era la calorosità della maggior parte degli studenti e del corpo docenti, che mi avevano fatto sentire subito a mio agio.
La Preside Bergman si era dimostrata gentile e alla mano nel nostro colloquio, ma dubitavo che lo sarebbe stato venendo a sapere di un ritardo agli inizi del mio mandato da insegnante, per cui ero giunto al castello in largo anticipo, addirittura in orario per poter fare colazione, dunque dopo aver trangugiato qualcosa di corsa in Sala Grande mi ero diretto in aula alla svelta, deciso a farmi trovare già lì dai miei alunni.
Avevo già preparato l’argomento da trattare nella lezione e speravo che i ragazzi non si sarebbero annoiati.
Erano cambiate tante cose da quando non ero in grado di colloquiare con qualcuno senza apparire stupido e impacciato; avevo acquisito una maggiore fiducia in sé stesso: parlare con qualcuno, ora, era tanto facile quanto colloquiare con un mio confratello. Non ero riuscito a notare questa evoluzione del relazionarmi con gli altri, ma quando ci riflettevo non ricordavo quasi chi ero prima.
Percorsi la prima rampa delle scalinate di marmo e giunsi sul primo pianerottolo per poi svoltare a destra, imboccando il corridoio del primo piano. A grandi passi raggiunsi l’aula di Storia della Magia, la aprii e lasciai la porta aperta. Raggiunsi la cattedra e poggiai alcune pergamene con una borsa a tracolla, poi mi misi di spalle alla cattedra, poggiandomi ad uno spigolo.
Dopo una manciata di minuti i primi ragazzi cominciarono a fare ingresso nell'aula e dopo una decina di minuti l’aula era oramai piena e la lezione poteva avere inizio.
Con un gesto della bacchetta la porta dell’aula si chiuse con un tonfo e guardai i visi giovani che attendevano la mia parola.

Buongiorno a tutti! Sono il professor Murray e sarò il vostro docente di Storia della Magia finché… beh… non so fin quando.

I ragazzi si guardarono fra di loro e si lanciarono uno sguardo complice: tutti volevano dire la stessa cosa, ma io non riuscii a recepire il messaggio: era chiaro che era riferito a me. Sperava che fosse un giudizio positivo, perlomeno. Dai loro sorrisi dedussi che probabilmente era proprio così.
Mi schiarii appena la voce, poi proseguii.

Bene, ho letto quali sono stati gli argomenti trattati finora e mi permetto di dire che la materia necessita di un – come posso dire – risanamento. Voglio dire, gli argomenti sono stati tratti frammentariamente, per di più da insegnanti diversi; vi starete chiedendo in che modo possa influire il fatto che abbiate cambiato diversi insegnanti nel corso degli studi…

Il fatto che tennero lo sguardo rivolto verso di me significava che avevo centrato e che era proprio così: quello era un fattore che non andava sottovalutato, ma con ciò non insinuavo di certo che Madeline Bergman avesse dato poco peso all'argomento, ma era difficile trovare insegnanti che amassero insegnare e che soprattutto amassero la Storia della Magia.
Se si aveva la giusta impronta e il giusto approccio, la storia poteva raccontare molte cose, che sarebbero potute sembrare futili, ma avevano una natura di grande importanza.

La Storia della Magia è una materia molta delicata che necessita di una continuità dell’insegnante, in quanto è molto soggettiva. L’insegnante commette l’involontario errore di spiegare un determinato evento con una propria riflessione e l’alunno spesso confonde un parere con la verità assoluta, assimilando tutto.
Il mio compito sarà quello di farvi riflettere sull'argomento ed estrapolarne un’opinione personale. Pensate ora a più insegnanti aventi diversi pensieri quanta confusione potrebbero creare nella vostra testa.


Gli studenti alzarono lo sguardo, come per pensarci, per poi esibire delle espressioni concordanti e dei cenni affermativi con la testa.

Chiaro? Bene, ora, prima che cominci a passare all'argomento di questa lezione, tengo a precisare alcune cose fondamentali per andare d’accordo con me.
Lo studio e la costanza verranno premiati, mentre non sarò indulgente con chi darà poco peso alla mia materia o chi pensa di fare il furbo e ingannarmi.
Confido nel vostro buon senso e nel fatto che possiamo andare d’accordo.


Alcuni deglutirono, altri rimasero a fissarmi per un po, prima di voltarsi verso il compagno di banco e guardarlo come intimorito dalle parole che gli erano state dette.
Mi rimisi in piedi e cominciai a passeggiare fra i banchi, mentre con la bacchetta feci picchiettare il gessetto sulla lavagna, per poi far comparire con qualche movimento del polso alcune scritte con una scrittura precisa e insolita per un dottore.

Le origini della magia.

Recitai quanto avevo scritto sulla lavagna, mentre i ragazzi si accingevano ad estrarre dalle loro borse pergamene e piume con tanto d’inchiostro, mentre cominciavo a fare delle domande a ragazzi a caso, anche per cominciare un po a conoscerli, per farmi un’idea del loro livello e del loro modo di ragionare.
Ovviamente erano domande che non si basavano sulle competenze.
Indicai con la bacchetta una ragazzina, la prima sulla quale i miei occhi avevano indugiato più del dovuto.

Lei.

La ragazza premette un dito sul suo petto e confermai con un cenno affermativo della testa.

Già, dico a lei… Secondo lei cosa è la storia? È fondamentale? Se si, perché? Se no, perché?

Seguirono dei secondi di silenzio in cui la ragazza non sembrò nemmeno pensarci: lui guardava dritto di fronte a sé, sul muro alle spalle della cattedra.
Tornai a guardarla, ma l’unica sua risposta fu un’alzata di spalle. Mi guardai intorno, notando un silenzio generale e la paura di ognuno di essere interpellati: non ne avevano motivo, non li avrebbe certo sottoposto una verifica con quella domanda.
Sospirai, notando che nessuno intervenne, poi una voce ruppe il silenzio.

Secondo me la storia è tutto ciò che ha portato l’uomo e la società ad essere ciò che sono oggi. Ciò che hanno compiuto altri prima di noi, ciò che ha determinato il contesto in cui viviamo.

Annuii, abbastanza soddisfatto da quella risposta, seppur molto generica.

Il suo nome?

Vector, signore.

Guardai la sua divisa e riconobbi i colori e lo stemma di Delfinazzurro.

Cinque punti a Delfinazzurro.
Esatto: non vi siete mai chiesti da cosa deriva il nostro sistema? Perché viviamo in questa società? Da cosa dipendono le caratteristiche della nostra società? Chi c’era e cosa c’era prima di noi?
Voglio delle riflessioni sul valore che attribuite alla storia e l’utilità di essa nel contesto attuale per la prossima volta.


Ci fu un mormorio di disapprovazione che si acquietò in fretta: non ci badai, o perlomeno feci finta di nulla, ma non avrei permesso che quel vociare sommesso diventasse un'abitudine.

Cominciamo dall'inizio: quando nasce la magia? Da chi? Bene! Sono improbabili le ipotesi che vedono un’estemporaneità tra la nascita dell’uomo e della magia: non si troverebbe spiegazione alcuna altrimenti.
I primi uomini non erano certo consapevoli dei poteri che contenevano dentro loro stessi, pertanto era rara la manifestazione della magia, finché non accadeva che particolari emozioni suscitassero uno sfogo del potenziale magico di cui il mago era predisposto.
Allora se si parlava di bacchette era come parlare di una qualcosa di insensato, che non esiste; era molto pericoloso incontrare un uomo dotato di potenziale magico, poiché sprovvisto di un catalizzatore che potesse controllare e perfezionare la manifestazione del proprio potere, esso causava delle vere e proprie dispute, talvolta, era causa di guerre tra fratelli della stessa tribù o due o più tribù fra di loro. Il potere era davvero smisurato: la scia di sangue si è protratta avanti nel tempo e parecchio sangue di mago fu versato.
Ovviamente gli uomini di quel tempo, poco sviluppati e incivili quali erano, non sapevano come usare e controllare il loro potere, dunque esso si manifestava nei momenti più urgenti, talvolta in positivo e talvolta in negativo.
L’uomo primitivo era incapace di gestire la magia e dalle fonti e dai grafiti rinvenuti in alcune caverne preistoriche pare proprio che coloro che manifestavano la magia venissero allontanati o considerati contro natura, alcuni venivano uccisi ed è da qui che cominciano le prime uccisioni di, se vogliamo chiamarli, “maghi”; tuttavia essi si sono riprodotti e la magia con loro.
Da quello che abbiate potuto capire, quando nasce la magia e soprattutto con chi?


Voltai la testa da una parte all'altra fra i banchi di legno, poi mi soffermai su un ragazzo che aveva la testa china su un libro; mi avvicinai in totale silenzio sotto lo sguardo degli alunni, mi fermai di fianco a lui e con la bacchetta feci levitare il libro verso di me, afferrandolo con una mano ed esaminandone la copertina.

Di certo la risposta non la troverete in un libro di… Incantesimi, giusto signor…?

Drake, signore.

Cinque punti in meno a Dragargento, signor Drake.

E con un tonfo il libro ricadde sul banco di legno, mentre alcuni scoppiavano in una risatina soffusa e i compagni di Dragargento gli scoccarono un’occhiata malevola per aver fatto perdere punti alla Casata.

Dunque, dicevamo…

La magia nasce con l’uomo, nasce quando nasce l’uomo!

Ah sì! Proprio così signorina Davidson.
Cinque punti a Tassorosso.
La magia nasce quando nasce l’uomo: pensate ad una banale fiammella: per ricorrere ad una metafora, la magia era proprio così; ma per alimentare il fuoco è necessario che ci si getti sopra materiale infiammabile. L’uomo si è sviluppato e ha trovato il modo per incanalare la magia, inizialmente in talismani, in bastoni… poi nelle bacchette.
I più versati avevano intuito il metodo per sviluppare ed eseguire la magia, tuttavia rimaneva comunque una magia imprecisa e a volte si poteva incorrere nel rischio di non poterla controllare e provocare danni irreversibili.
Oggigiorno i maghi vivono nascosti, non possono rivelare la propria esistenza ai Babbani, ma questa condizione da cosa deriva?
A quei tempi i maghi vivevano alla luce del sole ed è chiaro che i Babbani di allora non se ne stavano certo con le mani in mano: quando voi avvertite paura? Nel momento in cui non conoscete a che livello può arrivare chi ci sta di fronte o nel momento in cui siamo consapevoli della superiore grandezza del pericolo, esatto? Bene! Questo fu uno dei motivi che spinsero i primi uomini ad uccidere gli stessi fratelli, poi vi erano anche coloro che avevano compreso la grandezza del potere che avevano dentro e avevano tentato di sottomettere i più deboli: da qui partirono le prima cacce e da qui i maghi e le streghe si nascosero e nascosero il loro potere.
Ora, per favore, prendete il vostro manuale di Storia della Magia e andate a pagina 8.


Ci fu un momento di pausa in cui si sentì solo il rumore delle pagine che venivano sfogliate; andando a pagina 8 i ragazzi avrebbero potuto trovare un capitolo sulla magia dell’Età Preistorica e in fondo alla pagina un’immagine con un’accurata descrizione.

Per favore, qualcuno di voi legga la descrizione sotto l’immagine, in fondo alla pagina.

Un ragazzo, di spontanea volontà, cominciò la lettura.


Immagine

“Nella Preistoria i maghi e le streghe vissero in balia delle persecuzioni (meno frequenti rispetto quelle Medioevali); nell'incisione rupestre riportata sono raffigurati due uomini nell’atto di uccidere un mago, il quale tenta di difendersi praticando la magia (ciò si evince dal fatto che tende le braccia verso i suoi nemici).
I maghi sopravvissero in gran numero, anche perché alcuni avevano sviluppato le arti mediche: essi fingevano di morire nello scontro, per poi rimarginare le ferite una volta che il nemico era lontano. Non erano particolarmente intelligenti, ma erano molto furbi. Ovviamente le ferite non dovevano essere particolarmente gravi: ad esempio era importante che gli organi vitali rimanessero intatti.
La caccia ai maghi si è protratta per oltre 4 milioni di anni, con alcuni momenti di tensione più intensi di altri, ma ancora oggi non possiamo essere certi che svelando l’esistenza di un mondo magico, possa esserci un rapporto amichevole tra maghi e Babbani.”


Non mi resi conto che il ragazzo aveva terminato di leggere e il mio sguardo si era perso oltre la finestra, verso il cielo grigio e cupo.
I ragazzi non dissero nulla, forse nemmeno si erano resi conto della mia assenza, ma dopo qualche secondo mi ridestai e continuai.

Oh, si… Bene! Ehm… Quindi avrete compreso come sia stata difficile la vita dei nostri antenati. I maghi non si sono mai estinti, nemmeno dopo 4 milioni di anni e oltre: dovremmo andare fieri del nostro genere. Oh, non pensiate che faccia preferenze tra Purosangue e Mezzosangue, o Nati babbani… Assolutamente no!

Dissi agitando le mani per rassicurarli, mentre la campanella suonava. I ragazzi si erano già alzati per uscire dall'aula e continuare le lezioni.

Non così in fretta!

Andai alla lavagna e picchiettai due volte sulla superficie polverosa: le precedenti scritte lasciarono spazio a nuove parole: lì i ragazzi avrebbero potuto trovare i loro compiti e ricopiarli sulle pergamene.
Attesi che gli studenti uscissero dall'aula e con un cenno della testa li salutai uno ad uno; notai alcune ragazze ridere complici, per poi parlottare tra di loro fittamente.
Nascosi un sorriso sotto i baffi: anche io era stato uno studente ed avevo intuito il motivo della loro risata. Oggettivamente ero un ragazzo carino e giovane, dunque era lecito che alcune ragazzine potessero fare qualche apprezzamento su di me.
Mi diressi alla cattedra e raccolsi le mie cose; con la borsa a tracolla che mi pendeva dalla spalla destra uscii dall'aula; con un altro gesto della bacchetta chiusi la porta alle mie spalle, con un altro movimento la feci scattare.
Percorsi il corridoio a ritroso, con un sorriso sul volto e lieto di quella lezione che si era svolta al meglio. Svoltai l’angolo e scesi la scalinata di marmo, diretto in Infermeria.

Chissà se troverò lì la Moreau…
Questa scuola comincia a piacermi più di quanto mi aspettassi!


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Spoiler:
I compiti devono essere consegnati entro e non oltre le 23:59 del 4 giugno 2014.





Molto bene. Pensiero ben spiegato e approfondito oltre il semplice concetto.
9

Buona risposta.
Anche se hai ben approfondito anche questo punto, mi aspettavo che andassi comunque oltre, proponendo una soluzione moderata, ma comunque efficace.
9

Un GDR ben fatto: per quanto la scrittura sia molto personale, speravo che avessi approfondito la parte della grotta, ma comunque hai saputo concludere al meglio la tua azione. (Quando si ruola da solo è più complicato del solito, lo comprendo)
17

punti 35 per Jorge




Molto bene. Pensiero breve ed efficace, sicuramente, ma mi aspettavo qualche considerazione in più.
8

Risposta molto buona, anche se - come ho già detto a Jorge - mi aspettavo che andaste a fondo nella questione e riusciste a carpire qualche suggerimento utile; in effetti era proprio questo l'obiettivo della domanda: andare oltre ciò che sembra impossibile.
8

Bellissimo GDR! Hai catturato la mia attenzione già dalle prime righe e ho apprezzato il fatto che non hai trascurato la conclusione - la parte della grotta appunto - dove hai saputo trovare una soluzione per il personaggio, quest'ultimo animato e protetto dall'impulsività e dall'irrazionalità. Molto bene!
20

punti 36 per Caroline Priscilla
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Jeremiah
Acuan dei Laghi
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Iscritto il: 09/09/2013, 18:05

Data Utente Tipo Dado Risultato  
Quale valore attribuisci alla storia? E in che modo essa potrebbe tornare utile?
Il mondo dei maghi è sconosciuto ai Babbani: che cosa pensi che succederebbe se i maghi divenissero noti ai Babbani? Argomenta la tua risposta dando qualche suggerimento per il giusto approccio tra i due mondi.
Scrivi un GdR in 3^ persona singolare immedesimandoti in un mago della Preistoria: sei in fuga da alcuni Babbani e hai trovato rifugio in una grotta; ma non finisce qui: ti hanno scovato, come ti comporti?

 
 

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